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Nella polvere : l’arrivo di Lella

By 23 Marzo 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Non mi aspettavo di avere un incontro,anche con Lella, così presto: ma sopratutto non sapevo così mi o ci sarebbe toccato fare. Cosa aveva architettato il nostro capo?La mia curiosità sarebbe presto stata soddisfatta. In quella spasmodica attesa ripensavo al giorno , di diversi anni fa, in cui avevo incontrato per la prima volta Lella e di come, allora fossi ,nei fatti, il suo capo.Niente a che vedere con Rosanna.Lella ,allora, era sposata e madre di due bambine mentre io ero separata, senza figli, e con un marito fallito e forse pure ricercato,almeno dai creditori. Cercavo di rifarmi una verginità dopo un periodo burrascoso, e il sesso era il mio ultimo pensiero, anzi non esisteva proprio. Pensavo a come era rimasta male quando aveva scoperto che gli agenti e i clienti, che fino allora aveva seguito lei, d’ora in avanti sarebbe stato un compito affidato a me, e lei avrebbe dovuto rispondere a me, e ovviamente ai proprietà. La sua voce mi riportò al presente, al fatto che Rosanna e io eravamo nude e grondanti di piacere.
Entrarono in stanza e Rosanna, indicandomi, disse ” Come puoi vedere mi sono divertita ad aprirla un po’.” E rivolgendosi a Lella continuò” Vedo che hai portato ciò che ti avevo chiesto.Hai avuto difficoltà a trovarlo?” Si trattava di un vibratore di grosso calibro, di un bel colore nero carbone. Temevo per la mia figa che,pure aperta da poco ma di fatto strettina per il lungo periodo di inattività,potesse lacerarsi.
Lella:” Vorrei se possibile, Rosanna, dire qualcosa alla nostra Monica.”
Lei: “”Fai pure, ti dò il permesso, però intanto spogliati e dammi questo bel giocattolino che lo ungo per benino”
Lella:”Quando tu,Monica, di fatto mi hai portato via il lavoro, mi sono trovata con meno introiti, due figlie piccole da crescere, e un marito che era stato appena licenziato.Per fortuna che il coglione dopo poco &egrave andato via, ma quando tu mi hai fatto quei rimproveri e i titolari mi hanno anche impedito di fare le mie piccole vendite di mobili in nero e sottobanco, e poi anche vietato di fare straordinari, ho dovuto fare la spia. (E nel dirlo indicava il nostro capo) Di sera andavo dalla Signora Rosanna e lavoravo per lei, passandole informazioni, facendo qualche piccola vendita. Avevo bisogno di soldi, quelli che tu Monica mi hai impedito di guadagnare.Come pensi che possa aver trovato lavoro così nello spazio di un mattino?Chi credi che avrebbe preso a lavorare una come te quando quel lavoro ,che dovresti fare tu, lo svolgevo da molti mesi io?”
Ormai era nuda e mostrava delle forme piene, rotonde, con la pancia un po’ scesa per via delle due gravidanze, le gambe e le caviglie grosse, il seno cascante. Ora il suo sguardo non era più quello che avevo conosciuto, ovvero invitante e disponibile, ma anzi appariva pieno di odio.
Rosanna:”Bene! Ora che ti sei sfogata , perch&egrave non cominciamo il nostro lavoretto? Per prima cosa occorre vedere questa bella figona da sfondare e per farlo bisogna disboscare un bel po’ di peluria. Lella prendi la candela che vediamo come reagisce la nostra rubalavoro”.
Scattai all’indietro quando vidi che Lella tornava con una candela, ancora spenta, e immaginavo che volesse far cadere la cera sulla mia peluria.
Rosanna: “Non cercare di scappare Monica! Da qui non puoi uscire. E tu , Lella, lascia la candela e prendi le manette…a meno che , Monica, non rimani ferma, ti fai fare quello che voglio farti, e domani e per un bel po’ di tempo mantieni anche il lavoro.Allora ? Conto fino a tre…Uno, due….”
Ero stata zitta fino a quel momento, disorientata dal racconto di Lella che non coincideva con quanto sapevo, ma ero conscia che se avessi lottato le avrei prese di santa ragione e mi avrebbero fatto,comunque, ciò che volevano e avrei pure perso il lavoro. Nessuno poi mi avrebbe preso sul serio e ancor meno a lavoro.
Io: “Va bene , mi metto a vostra disposizione”
Rosanna ,che era il capo e comunque dirigeva le operazioni, mi disse: “Sdraiati e apri le gambe.Tu accendi la candela, c’&egrave lì un accendino, …sù fai presto che voglio vedere ” Avvicinò la candela accesa al mio sesso, le mie gambe tremavano, le mie mani stringevano le lenzuola strette tra le dita, la mia testa era girata per non vedere ma lo specchio mi rimandava l’immagine di Rosanna che china su di me avvicinava sempre di più la candela… il calore che arrivava alla mia figa era diventato forte, vidi che inclinò la candela per far scivolare la cera calda sui miei peli e urlai “Ahhhhhh ahhahh”
Rosanna era compiaciuta, Lella rideva di gusto.
Lella”Ora vado e prendo la lametta e la schiuma” e si assentò per andare verso il bagno dove le mie grida la raggiunsero mentre di rimando arrivavano,alle mie orecchie le sue risatine.
Rosanna quasi a confortarmi pose il palmo di una sua mano su uno dei miei capezzoli e disse” Però ,come &egrave dritto, ma allora ti piace eh? Ecco aspetta che te ne metto anche un po’ quì sulle tettone” E ne fece cadere in abbondanza anche sui miei grossi seni che ebbero un sussulto accompagnato ancora dai miei “ahhah ohhh basta basta fermateviiiii!”
Lella:”Posso cominciare?” E visto il cenno di sì di Rosanna, agitò la bomboletta e iniziò a spruzzare, e poi a passare,con maestria e tocco gentile la lametta: veniva portata via peluria e cera che con attenzione veniva raccolta in un fazzolettino mentre la lama era pulita su un asciugamano.
Quando fu terminata la pulizia, con una velocità fulminea la candela fu spenta tra le labbra della mia figa e affondata quasi per intero.
Per questa mossa Lella si prese un ceffone da Rosanna: cercava di rubarle la scena, forse voleva prendere il sopravvento sulle operazioni, chissà.
Ora cosa mi avrebbero fatto?
Nello specchio vidi riflesso il grosso vibratore e la mano del mio capo che lo afferrava: avevo capito come volevano proseguire anche perch&egrave Lella stava sfilando la candela, ormai spenta.

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