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Jezabel

Mi sveglio triste ma con la consueta energia, e mi preparo velocemente per andare in facoltà. Con mia sorpresa mi ritrovo davanti Jezabel con l’uniforme da domestica, pronta e in attesa. Rimango interdetta, non me ne ricordavo neanche più, le dico che devo scappare e che tornerò stasera. In macchina ripenso a lei, deve avere più o meno la mia età, leggermente più bassa di me ma molto carina, e un sorriso smagliante, simpatico. Decido di tornare un po’ prima per fare la sua conoscenza.
La trovo in camera mia che finisce di riordinare, ci mettiamo a chiacchierare e facciamo subito amicizia.
Jezabel è una ragazza solare, a volte un pò impertinente, ma questo mi piace. Ha 22 anni, due piu di me. So che ha una storia con qualcuno, perché ogni volta che è libera esce di corsa e quando torna ha un’aria sognante.
Da quando Annette se n’è andata mi masturbo ogni sera, pensando ai pochi ragazzi che conosco o ai dipendenti di mio zio, godendo non solo del clitoride, ma di tutto il mio corpo, come mi ha insegnato. A volte trattengo l’orgasmo per un paio di ore, fermandomi o procurandomi un po’ di dolore, e quando vengo devo trattenere le urla.
Per evitare l’incidente che mi è successo all’albergo con Annette all’inizio lo facevo in bagno, nella vasca o nella doccia. Succede ogni volta, appena finiti gli spasmi dell’orgasmo perdo il controllo delle gambe per pochi minuti e non controllo più la vescica. È come se fossi paralizzata dalla vita in giù per alcuni secondi, il ginecologo dice che è normale, dipende da non so cosa in non so quale vertebra, è molto raro ma normale, niente di preoccupante. Passerà col tempo, con “l’allenamento”. Intanto, se svuoto la vescica prima di iniziare, posso farlo ovunque, al limite qualche schizzetto di pipì ma niente di più: una volta mi sono masturbata nel bagno di facoltà, è molto eccitante farlo sentendo delle persone al di là della porta ma è troppo fastidioso dover trattenere ogni suono.
Un paio di mesi dopo il suo arrivo, quando torna da una delle sue uscite, Jezabel ha gli occhi gonfi di lacrime, si chiude in camera e la sento piangere disperata…. evidentemente la storia che aveva è finita. Lei non ne parla e io non voglio immischiarmi, ma mi stringe il cuore vederla così triste. Cerco di lasciarle più tempo libero che posso, soprattutto le serate, spero che si trovi qualcun’altro che la faccia felice. Adesso, quando la sera sono sotto il piumone, la immagino a fare l’amore con un uomo. No, in realtà l’immagino a essere scopata, e piuttosto rudemente. E l’immagine mi eccita parecchio. Pensando a lei che scopa vengo piu velocemente e quindi in genere mi concedo un bis e anche un tris. Non ho mai visto un pene dal vivo quindi l’immaginazione vola sulle ali di internet. E allora me la immagino alle prese con uno, due e a volte anche tre cazzi di dimensioni enormi, sempre duri e con una riserva di sperma inesauribile.
Da quando è stata lasciata, Jezabel è molto più sollecita nei miei confronti, mi accudisce come una bambina, mi riempie di attenzioni (ad esempio un fiorellino fresco ogni mattina sul vassoio della colazione), mi fa sentire coccolata. E mi capita di osservarla meglio: è molto bella, e ha un bel corpo, anche se non mostra molto: è molto gelosa della sua intimità, sia per quello che riguarda il fisico, sia per le sue storie. Adesso mi ritrovo spesso a fantasticare sulla sua stanza, non ci sono mai entrata, anche se ho la chiave. Sono curiosa di vedere com’è ma so che si infurierebbe.
Il fattaccio avviene una sera di giugno, sono a cena con i miei zii e alcuni clienti o dipendenti o non so che altro. Non riesco a prestare attenzione alla conversazione, diavolo non mi accorgo neanche di cosa ho nel piatto. Mi sento bollente, sono più eccitata del solito, e questo ragazzo con quegli occhi così profondi non mi aiuta proprio. Ovviamente so che non posso fare niente, manca meno di un anno al matrimonio, ma mi sento il basso ventre come se fosse una pentola che bolle sul fuoco. Sto rischiando seriamente di macchiare il tessuto delle sedie, mia zia mi uccide…. così fingo di stare male, dico che mi sento accaldata, e lo sono davvero, e chiedendo scusa, mi ritiro nelle mie stanze. Chiudo la porta a chiave, pregustandomi una lunga serata di passione con me stessa, quando mi viene in mente Jezabel: le ho detto che stasera sarei dovuta rimanere giù fino a tardi e le ho dato la serata libera. Chissà se è uscita… vado fino alla porta che comunica con camera sua, origlio e mi sembra di sentire dei rumori, forse la televisione. Vergognandomi un pò, mi accuccio a guardare dal buco della serratura: da questo punto vedo proprio il suo letto, e infatti è lì, sotto le coperte che guarda la TV. Deve essersi commossa guardando un film, perche ha tutte le guance bagnate di lacrime. È abbracciata a un cuscino, rapita da quello che vede, mi accorgo che addosso ha una mia vecchia maglia, tutta sformata, pensavo di averla buttata: è una maglia larga per lei, le è scesa su una spalla lasciando quasi scoperto un seno. Lei è bella come sempre, anzi, senza la divisa da domestica è più carina.
Adesso fa un bel sorrisone, si asciuga gli occhi con le dita e spegne la tv. Resta un minuto a cullarsi col cuscino, sognante, poi lo mette da parte, si alza, si toglie maglia e slip e li butta sul letto. Adesso è nuda, apre l’armadio per guardarsi allo specchio: da qui vedo solo schiena e sedere. È piu minuta di come sembra quando è vestita, e ha un bel sedere, tondo e sodo. Poi si gira per guardarsi il sedere da sopra la spalla e posso vederla davanti: ha proprio un bel seno, abbastanza grande ma non enorme come il mio, le areole e i capezzoli sono molto scuri. Non si depila il pube, il cespuglietto crespo ha l’aria di essere morbido, fa venire voglia di passarci le dita… ma cosa diavolo mi salta in mente??? Continuo a esaminarla: non ha un filo di grasso, e una pelle che da qua sembra liscia e curata. Non so chi sia che l’ha lasciata, ma si sta perdendo proprio una bella ragazza! Finisce di guardarsi, apre il cassetto del comodino e tira fuori un paio di foto che non riesco a distinguere, le guarda alcuni secondi, e dà un lungo bacio a una delle due. Poi le mette di nuovo via. Deve essere il ragazzo che l’ha lasciata, è ancora innamorata.
Entra in bagno. Aspetto 5 minuti e sento lo sciacquone del water. Subito dopo sento aprire il getto della doccia. Mi vergogno di me stessa, ma non riesco a resistere. Entro in camera sua e mi avvicino alla porta del bagno. Non so cosa mi prende…. la porta del bagno è aperta, se sbircio sono sicura che non possa vedermi. È dentro la doccia, sotto il getto d’acqua. Non deve essere molto calda perché non c’è praticamente vapore. Resta alcuni minuti ferma sotto l’acqua, poi la chiude e inizia a farsi lo shampoo, poi il balsamo. A vederla così, nuda e bagnata mi scopro a fantasticare: annusarle il collo, sfiorarle la pelle con le dita, con le labbra… oddio devo darmi una calmata, veramente, cosa mi sta succedendo? Basta, torno in camera mia! Ma i piedi non vogliono saperne di muoversi… e lei adesso versa il docciaschiuma su una spugna e comincia a insaponarsi tutto il corpo, con molta cura. Mi accorgo che ho il respiro pesante e sono umida tra le gambe, devo andarmene… ma sono incollata qui! Lei ormai è tutta insaponata, lascia cadere la spugna e inizia a passarsi le mani su tutto il corpo. No, non proprio tutto, si sofferma sui seni, sulla pancia e sul pube, tra i peli. Noto che adesso i capezzoli sono diventati duri e mi rendo conto che anche i miei non scherzano… adesso le sue mani si fermano tra le gambe, si infilano tra le cosce e si muovono piano. Insinua un dito tra le grandi labbra, cerca il clitoride e inizia a lavorarlo, prima lentamente poi sempre più veloce, mentre con l’altra mano gioca con un capezzolo. Sono ipnotizzata, non le tolgo gli occhi di dosso, respiro forte….. Jesabel adesso si sta masturbando con foga, è semipiegata sulle gambe, la bocca aperta che ansima forte e gli occhi chiusi. All’improvviso spalanca gli occhi, ferma la mano e cade in ginocchio. Ha alcuni spasmi mentre rantola piano poi si appoggia sulle mani e resta così, a quattro zampe, a riprendere fiato. Io mi accorgo di avere infilato una mano nelle mutande, la tiro fuori in fretta e mi accorgo di essere un lago. Penso che “lo spettacolo” sia finito, ma non riesco ancora ad andarmene. Intanto lei si rialza a fatica e riapre l’acqua per sciacquarsi. Col telefono della doccia si sciacqua bene, tutto il corpo, intanto io inizio a calmarmi, però poi direziona il getto tra le gambe. Con una mano tende la pelle del pube in modo da esporre il clitoride e ci dirige il getto sopra. Ricomincia ad ansimare, inconsapevolmente muove il bacino avanti e indietro, adesso sta mugolando sempre più forte e all’improvviso, con un grosso gemito, un altro orgasmo, più forte di prima: lascia cadere il getto della doccia e cade di nuovo in ginocchio, ed è ancora carponi, mentre il bacino si muove ancora. Stavolta è scossa dagli spasmi per un tempo più lungo. Quando le passano si mette seduta nella doccia, non credo abbia la forza per alzarsi in piedi, sta ancora ansimando, e vedo che con le mani sale alle tette, ne afferra una per mano, e comincia a massaggiarsele con forza, salendo dalla base del seno fino a stringere il capezzolo tra due dita, poi di nuovo e di nuovo, sempre più veloce e stringendo sempre di più. Stavolta viene subito, e non riesce a trattenere un urlo strozzato. Santo Dio, è quasi animalesca, è lussuria pura, e mi ritrovo a desiderare di essere sotto quelle mani…. non reggo più devo andare immediatamente nel letto, non resisto, e muovendomi mi accorgo di avere le mutandine fradice e di essere bagnata fino quasi alle ginocchia. Vado in camera mia quasi di corsa e salgo sul letto, non mi tolgo neanche le mutande, prendo un cuscino, ci salgo a cavallo e inizio subito a scoparlo muovendo il bacino avanti e indietro. Davanti agli occhi ho il corpo nudo e insaponato di Jezabel e vengo quasi subito, mi fermo solo un istante per godermi il piacere e riinizio, più forte, prima di perdere l’uso delle gambe. E avanti così, piu volte, finché crollo sul letto, spossata, ho perso il conto degli orgasmi, respiro a malapena, non sento più le gambe. Mi lascio andare e mi sdraio ma mi ricordo improvvisamente che non ho fatto pipì: è troppo tardi e come al solito non posso trattenermi. Svuoto la vescica. Bagno tutto, letto, cuscino e vestiti.
Vado nel panico, non so che fare! Paonazza in viso per la vergogna chiamo Jezabel per aiutarmi a pulire, le dico che sto male…. e in effetti è vero, mi sento la febbre. Lei arriva subito, bellissima, in maglietta e slip e un asciugamano in testa, mi vede, e si mette subito all’opera: in 10 minuti mi ha spogliata e lavata perfettamente con delle salviette umide per non farmi prendere freddo, e mi ha vestita con un pigiama pulito. Adesso sono qui, rannicchiata tremante sulla poltrona, infagottata in un pile e con un termometro in bocca mentre guardo Jezabel che sta disfacendo il letto e accumulando la biancheria sul pavimento. Mi guarda, non sa se girare il materasso o chiedere ai miei zii di mettermi in un’altra stanza. 《No per favore non dirlo agli zii!》 allora mi propone di dormire in camera sua, lei si arrangerà su una poltrona. Accetto subito con gratitudine, ma a patto che dormiamo insieme, già mi sento sufficientemente in colpa per averla spiata, ci manca solo che la faccia dormire su una poltrona. Alla fine accetta, e mi prende il termometro dalla bocca: 《39! Mettiti subito a letto!》.
Mi fa sdraiare, mi rimbocca le coperte e si siede vicino, carezzandomi i capelli. Mi addormento così, coccolata come non lo sono mai stata da quando ero bambina ed erano vivi i miei.
Passo una notte agitata, mi sveglio di continuo, apro gli occhi e Jezabel è sempre lì sulla poltroncina, a volte sonnecchia e a volte mi sta guardando. Allora mi sorride e mi tocca la fronte. Vedo che ha un panno umido in mano, evidentemente la febbre non scende e in effetti mi sento bollente.
Alla fine riesco a dormire alcune ore di seguito e mi sveglio al mattino intorno alle 10. Mi sento molto meglio, Jezabel non è sulla poltroncina, la sento che sta trafficando in camera mia. Resto qui con gli occhi chiusi, mi godo il letto. Sento il suo odore tutto intorno a me, nelle coperte, sul cuscino: non usa profumo, si sente il profumo della saponetta, alla lavanda, ma sotto…. è l’odore della sua pelle, un odore intenso, piacevole…. eccitante? Dio mio ci risiamo sono super eccitata. Metto una mano, tra le gambe, sono fradicia, cazzo è il suo letto, finirò per sporcarlo! Mi alzo di corsa per andare in bagno ma ho un improvviso capogiro, urlo e finisco lunga distesa per terra. Jezabel mi sente e arriva di corsa, spaventata, mi vede e pensa chi sia caduta dal letto per un incubo; mi raccoglie dolcemente e fa per rimettermi nel letto, ma io protesto che devo fare pipì 《ti accompagno nel mio bagno, così intanto ti preparo la vasca nel tuo. Credo che tu abbia bisogno di un bel bagno caldo》 La ringrazio e mi alzo, accentuo il capogiro per appoggiarmi a lei e sentirne ancora l’odore. Quando siamo accanto al gabinetto mi tiro giù i pantaloni del pigiama e lei volta veloce la testa per non guardarmi, mi diverte questo suo senso del pudore. Mi siedo e lei esce quasi di corsa, dicendo 《fai con comodo, il tempo di riempire la vasca》. Bene, ho tutto il tempo. Allargo le gambe e mi masturbo lentamente, a occhi chiusi, concentrandomi sull’odore che mi sento ancora addosso. Quando sono vicina all’orgasmo accelero la mano mentre con l’altra mi tappo la bocca. È potente, fatico a non urlare e fatico ancora di più a non continuare. Scarico la pipì, mi pulisco e…. e resto seduta, le gambe non mi reggono ancora. Per fortuna quando Jezabel bussa alla porta sono in grado di rimettermi in piedi, anche se un pò traballante, e mi faccio accompagnare nel mio bagno. La vasca è pronta, calda e piena di schiuma, come piace a me. Ha messo anche i sali profumati! Devo spogliarmi, vedo che lei vorrebbe uscire ma simulo un altro giramento di testa e quindi mi sostiene mentre mi spoglio e mentre entro nella vasca, sempre girata dall’altra parte. 《Grazie infinite Jez. Ho sporchi anche i capelli vero? Sono un macello. Mi…. mi aiuteresti a lavarmeli? 》 Ormai sono immersa nella schiuma, non si vede niente al di sotto del mio collo, quindi si avvicina e mi fa uno shampo, molto dolcemente e intanto canticchia. Mi fa sentire bene, coccolata, protetta! Le chiedo se ha dei figli o se ne vuole perché 《saresti una madre fantastica! 》. Mi confessa che è il suo sogno piu grande da sempre, ma mi sembra triste, ovvio, è stata lasciata da poco.
Quando mi lascia sola resto a lungo nella vasca, immersa nell’acqua ma anche nei miei pensieri. C’è una parola che continua a ronzarmi in testa, “lesbica”. La caccio via ogni volta, ma ogni volta ritorna. Ripenso agli ultimi due giorni che avevo passato con Annette. Ripenso a ieri sera. Ripenso a tutti le volte che mi sono masturbata immaginando Jezabel fare l’amore. Provo ad eccitarmi pensando al ragazzo della cena di ieri… niente. Penso a Jez che mi asciuga con le salviette…. ho già le mani tra le gambe!
Sono lesbica? Sono bisex? Cosa sono? Sicuramente sono ninfomane a giudicare da quanti ditalini mi faccio. Sto per esplorare in pratica la questione della masturbazione quando: 《tutto bene Noelle? Sono due ore che sei lì dentro》 《Si Jez grazie, esco subito》.
Sono stata malata una settimana, ed è stata una settimana fantastica! La sera, all’imbrunire, mi saliva la febbre, altissima, e allora mi mettevo a letto e mi lasciavo coccolare da Jezabel. Lei stava tutta la notte vicina, a cercare di farmela passare, ed era bellissimo aprire gli occhi e vederla lì vicina a me. Poi di giorno stavo meglio e passavamo il tempo chiacchierando o giocando a qualcosa. E quando andavo in bagno davo sfogo alla fantasia e alle mie mani, procurandomi quel piacere che, mi rendevo conto, avrei voluto mi venisse da lei. Infine accetto di essere lesbica e, soprattutto, accetto di stare innamorandomi di Jezabel.
La settimana di malattia è passata e tocca tornare a studiare. Riprendo la solita routine, al mattino in facoltà a seguire le lezioni, il pomeriggio studiare in biblioteca o a casa e la sera in camera. La sera uscivo poco già prima e adesso cerco di passare ogni momento che posso vicino a Jezabel. Il mio “incidente” e la febbre che ne è seguita ci ha avvicinate, adesso abbiamo molta più confidenza e chiacchieriamo molto, ormai mi considera quasi un’amica mentre io per lei provo molto di piú, ormai lo so.
Una sera di fine agosto Jezabel mi invita a cena dai suoi, vuole farmi assaggiare la buillebasse come la prepara sua madre. Accetto subito, curiosa di conoscere le sue origini. I genitori vivono in un paesino di pescatori, Cassis, a una ventina di chilometri da Marsiglia. In macchina, mentre andiamo all’appuntamento, mi racconta che lei è nata dal precedente compagno di sua madre, 《un periodo della sua vita un pò turbolento》 Ma lei considera l’attuale marito come il suo vero padre, è lui che l’ha cresciuta e gli è estremamente affezionata.
La madre di Jezabel è originaria della Guyana francese; Jezabel è la sua fotocopia e vedo che da lei ha ereditato lo spirito pratico e la parlantina, oltre al colore scuro della pelle. Il padre invece è un pescatore, nato e cresciuto a Cassis, di origini gitane, piccolo, magro e di pochissime parole. Jez stravede per lui e mi accorgo che hanno la stessa espressione sognante. C’è anche una sorella, Monique, una bella mulatta di 15 anni che assomiglia tutta al padre.
La buillebasse è fantastica e la serata scivola via gradevolissima: mi fanno sentire subito in famiglia e mi ritrovo a parlare e scherzare con una naturalezza che mi è sconosciuta.
Dopo cena, a causa del vino bevuto in abbondanza, non vogliono assolutamente che mi metta in macchina e mi fanno dormire nel letto di Monique, in stanza con Jezabel. Chiacchieriamo per più di due ore, finché lei cede al sonno e si addormenta. Rimango sveglia al buio, non la vedo ma posso sentire il suo respiro e il suo odore. I letti sono così vicini che se allungassi una mano potrei toccarla, e devo fare uno sforzo per non sfiorarla davvero.
Vedere Jezabel all’interno del suo ambiente ha acuito quello che provo per lei e, inevitabilmente, le mie mani percorrono il mio corpo. Immagino che Jez si alzi in silenzio e si infili, nuda, nel mio letto, immagino di baciarla, di sfiorarla. Immagino di sentirla ansimare, di sentire il suo respiro pesante sul mio collo. Immagino di sentire la sua lingua e le sue mani sul mio seno, sul ventre. Immagino di affondare le unghia nei suoi glutei e stringerla a me. Mi fermo poco prima di venire e mi addormento.
Mi sveglio all’alba, apro gli occhi e mi accorgo che Jez è già sveglia e mi sta guardando. Mi sorride e si alza, mi prende la mano e mi porta direttamente in cucina, prepara il caffè e ci accomodiamo sul balconcino con le tazze e due grossi biscotti fatti da sua madre. Guardiamo l’alba senza dire neanche una parola. Quando il sole è sorto si rompe l’incanto e mi preparo per tornare a Marsiglia, lei si ferma ancora un paio di giorni.
In autostrada ripenso a ieri sera e a questa mattina e sento crescere prepotente l’eccitazione. Devo fermarmi in una piazzola d’emergenza e masturbarmi, vengo più volte e ogni volta è più forte. Quando finalmente arrivo in camera sono stanchissima, mi metto nel letto e mi addormento subito.
Su mia richiesta Jezabel ha lasciato perdere l’uniforme da domestica, adesso quando è in camera mia, in genere indossa pantaloncini e maglietta; lei non se ne rende conto ma così è molto piu sexy! A volte la vedo con addosso una qualche mia maglietta vecchia che ha recuperato da quelle da regalare; abbiamo le stesse misure anche se il mio seno è il doppio del suo e quindi le sta un pò larga, ma quando la vedo così faccio fatica a trattenere le mani!
Le confesso il mio problema con gli orgasmi e intuisce che la sera che ho fatto pipì a letto era perché mi ero masturbata. 《Ma la febbre era vera, stavo male sul serio!》 Jezabel ride e mi dice: 《si si, lo so e mi hai fatta preoccupare, la notte deliravi!》 devo aver fatto una faccia spaventata perché si affretta ad aggiungere 《non preoccuparti, non hai fatto nomi…. parlavi di una doccia, sapone sulla pelle…. e soprattutto di mani…》 divento rossa e lei ride ancora 《ehi tranquilla è normale! Anche io spesso la sera mi sento sola, soprattutto adesso che sono stata lasciata….》
Mi masturbo tutte le sere, ormai non cerco neanche più di pensare a ragazzi, inevitabilmente mi tornano davanti agli occhi il viso di Jezabel, il suo corpo, le sue mani. E mi trovo a pensare a lei anche in altri momenti, in giro per negozi, in facoltà, quando mi sveglio al mattino. Soprattutto quando mi sveglio al mattino! Adesso la spio spesso la sera, da quando ne abbiamo parlato si masturba anche se sa che sono in camera. Lo fa spesso nella doccia ma non mi oso più entrare, non vorrei che mi scoprisse. Però adesso ha iniziato a farlo anche in camera, sul letto, e allora mi godo lo spettacolo…. so che mi ucciderebbe se sapesse che la spio, ma non resisto! E dopo poco tempo violo un’altra parte della sua intimità: entro nella sua stanza quando lei non c’è, è appena andata a trovare i genitori e si ferma a dormire da loro. Mi aggiro tra le sue cose, guardo i libri, sfioro i mobili, sento il suo odore ancora forte nella stanza. Entro in bagno e, vergognandomi, vado verso il cesto dei vestiti sporchi. Lo apro e trovo subito due paia di mutandine sporche. Devo essere rossissima ma non resisto: ne prendo una e me la porto al naso, è ancora umida e l’odore è inconfondibile. Mi siedo sulla tazza del water e mi masturbo lì, con foga, e ne voglio ancora, voglio Jezabel! Quando mi calmo faccio pipì e torno in camera; apro i cassetti e nel comodino trovo delle foto: una, strappata, è di una bella ragazza nuda. Non la conosco, ma sotto trovo una foto mia, mentre studio. Non mi piaceva, l’avevo buttata. Continuando a frugare ne trovo altre due mie, una foto tessera e una a spiaggia, in costume. Anche questa non mi piaceva perché si nota troppo il mio seno enorme. Perché ha foto mie? E chi è questa ragazza? Guardo nei suoi cassetti e trovo parecchie maglie che pensavo di aver regalato, mi immagino Jezabel che le indossa e mi bagno di nuovo. Frugo di nuovo nella biancheria e prendo un altro paio di mutandine. Mi tolgo le mie e indosso le sue, recupero le altre due mutandine e le sistemo con cura sul suo cuscino. Mi sdraio pancia sotto sul suo letto, appoggio la testa sul suo cuscino e aspiro forte il suo odore. Mi gira la testa dall’eccitazione, muovo piano il bacino, con le mani mi aggrappo al cuscino. Sto strofinando tutto il corpo sul suo lenzuolo, ansimo, con solo la forza delle braccia vado su e giù; continuo a muovermi pensando di essere sopra Jezabel, con gli occhi chiusi è facile, la desidero, la sento, sento il suo odore, sento il suo corpo, la chiamo, Jezabel!
Sono abbandonata sul suo letto, disfatta, disperata senza di lei. Ripenso alle foto. E se quella ragazza… Se Jezabel….. mi alzo, vado a frugare ancora nei cassetti: trovo altre due foto di quella ragazza, una ha il segno di un bacio col rossetto, l’altra è di nuovo strappata. Ma dietro c’è una dedica: “Ti amo Jezabel” e la firma: Ginevra! Quindi è…. lesbica?? Mi sento sollevare dal suolo, sono al settimo cielo! Rimetto tutto a posto, biancheria, foto, il letto. Torno in camera e la chiamo, è a casa dei suoi che cucina, mette il vivavoce e chiacchieriamo fino a sera.
Nelle settimane successive continuo a spiarla e spesso mi masturbo insieme a lei, io da una parte della porta e lei dall’altra. Continuo a frugare in camera sua, a usare la sua biancheria per i miei giochi. Lascio in giro delle foto mie ma non le prende, allora ne butto una nel cestino e la sera dopo la ritrovo nel suo cassetto. Ma poi provo a buttarne una in cui sono nuda e non la prende, ha un senso del pudore tremendo!
Adesso che so che anche lei è lesbica e che, sembra, ha un debole per me, potrei dichiararmi; ma non ne trovo il coraggio, ci sono ancora le foto dell’altra ragazza, e allora continuo a spiarla, a violare la sua intimità. Ho scritto tutto ad Annette e anche lei mi dice di buttarmi, cosa aspetto…. alla fine mi decido, manca poco al compleanno di Jezabel, chiedo ad Anny di aiutarmi a preparare una scena per far colpo su di lei….

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Marcellaeselene

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