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Racconti Erotici Lesbo

Quando la chat ti cambia la vita – Quarta parte

By 26 Febbraio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Le mani di Chiara stavano passando su tutto il mio corpo, la sua bocca, la sua lingua lambivano ogni parte della mia pelle; le palline cinesi ora lasciate sul divano erano ancora umide dei miei umori, le mie labbra allargate non chiedevano altro che un orgasmo che mi liberasse da quella incredibile tensione sessuale che avevo dentro di me, ma sembrava che Chiara volesse ancora tormentarmi con le sue sensuali carezze, con i suoi languidi baci, con la sua lingua che voleva succhiare ora i capezzoli, ora i miei piedi, ora il mio collo.
Guardandomi con un sorriso malizioso, Chiara mi disse:
– Aspetta qui che le sorprese non sono finite!
Io ho annuito con la testa, ormai non mi sarei stupita piu di nulla, ero del tutto in balia di Chiara, ero incapace di ribellarmi anche se lo avessi voluto.
Due minuti dopo la vedo tornare verso di me con un altro pacchetto in mano.
– Cos’hai ora lì?? ‘ Le chiesi con aria divertita.
– Chiudi gli occhi!
– Va bene, risposi sorridendo.
Sentivo che stava aprendo il pacco, ma non sentivo nessun rumore che potesse farmi capire qualcosa.
– Ora puoi aprire gli occhi.
Aprii gli occhi e rimasi a bocca aperta.
Chiara era in piedi davanti a me, che ero sempre seduta sul divano, e aveva allacciato all’altezza del suo inguine un fallo finto di dimensioni ragguardevoli.
– Ti piace? Mi disse con aria divertita.
– Ma’
– Che c’&egrave, non lo hai mai provato?
– No mai, risposi spaventata.
– Non preoccuparti! Vedrai che ora ti piacerà!
– Cosa vuoi fare?
– Stai tranquilla, mi disse con tono rilassato, godremo assieme!
Senza aggiungere altro, si mise in ginocchio sopra di me, con le mani sulle mie spalle, e mi fece coricare sull’ampio divano.
Prima una serie di baci sulla mia bocca mi fecero nuovamente sciogliere, amavo moltissimo i suoi baci, la sua lingua, la sua saliva. Avevano il potere di farmi eccitare prepotentemente e lei lo sapeva bene! Era la sua arma migliore nei preliminari, per farmi abbattere qualsiasi tentativo di difesa da parte mia.
Mentre ci stavamo baciando, sentii a un certo momento qualcosa che stava urtando contro le mie labbra vaginali; era il fallo che lei stava lentamente muovendo con la mano, lo stava spostando leggermente su e giu tra le mie labbra; questo movimento leggero e continuo di questo oggetto mi stava facendo tremare le gambe; non avevo mai provato nulla di simile, eppure era una scoperta stupenda!
Chiara si era accorta di questo mio stato di eccitazione sublime e ne stava approfittando; ora i baci, ora il fallo tra le mie labbra mosso con una mano, mentre con l’altra stava massaggiando un mio seno e stringeva il mio capezzolo.
Pochi minuti dopo, non so quanti, sentii la punta del fallo sopra il mio sesso e poi con un colpo secco Chiara me lo introdusse tutto dentro; un mio grido soffocato dai gemiti tradiva la mia emozione e la mia eccitazione.
Chiara ora mi stava penetrando lentamente, mentre continuava a baciarmi; ma alcuni istanti dopo smise per un attimo di penetrarmi.
– Metti i piedi sopra le mie spalle, mi disse.
Così feci; con Chiara del tutto sopra di me, e io con i piedi sulle sue spalle e le ginocchia piegate verso il mio seno, consentivo la penetrazione più profonda possibile.
Chiara ora aveva ripreso a penetrarmi ma con più foga e piu velocità.
Io senza accorgermene stavo gemendo ad alta voce, quello che stavo provando in quel momento &egrave difficile anche da descrivere; un’emozione e una sensazione di impotenza cosi forti mai provate prima, l’eccitazione che mi stava sconquassando che ebbe il culmine in un orgasmo multiplo che mi lasciò senza fiato.
Anche Chiara aveva goduto, aveva avuto anche lei un orgasmo violentissimo grazie a quell’oggetto che penetrava anche lei nello stesso tempo in cui penetrava me.
Rimanemmo esauste, semi coricate una a fianco dell’altra sul divano, lei ancora col fallo attaccato, io sudata come lei.
Restammo alcuni minuti senza dire una parola, forse per rintemprarci dalla fatica, dalla eccitazione, dalle emozioni così forti provate quel pomeriggio.
– Ti va una doccia? , mi disse Chiara interrompendo il silenzio.
– Si certo!
Andammo nel suo bagno che aveva un’ampia cabina doccia e ci mettemmo tutte e due sotto il getto d’acqua. Mi sarebbe piaciuto in quel momento insaponarla tutta, ma la stanchezza e la fatica si stavano facendo sentire e non avevo la forza di avere un altro orgasmo.
– Come stai? Mi chiese con aria preoccupata.
– Bene!
– Ti sei pentita di essere venuta qui?
Ebbi un momento di esitazione prima di risponderle.
– No affatto! Dissi sorridendo e la abbracciai felice.

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