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Racconti Erotici Lesbo

Ricordo di una donna

By 21 Dicembre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Non ce la faccio’.non ce la posso fare! Mi sembra di impazzire. Il pensiero di lei mi distrugge. Dio quanto la desidero! Dall’ultima volta che ci siamo viste non ho fatto altro che pensarla, pensare al suo odore al suo sapore. Quella sera poi’si &egrave presentata con una gonnelina a quadri sembrava quasi una collegiale, con un paio di stivali e un maglietta. Appena la vidi già mi sentivo morire. Era da qualche mese che non ci incontravamo, poi lei era sempre occupata con il lavoro. Andammo a bere qualcosa in un locale. Scelse lei il primo giro. Tra una chiacchiera ed un’altra eravamo abbastanza sbronze, ma l’alcol invece di rilassarmi mi fece eccitare ancora di più da quella donna. Più la guardavo più la desideravo. Tornammo a casa. Avevamo deciso di dormire da me per evitare di farle prendere i mezzi di notte, il che per una così eccitante era troppo pericoloso. Arrivate nell’ascensore ci scambiammo uno sguardo che poco lasciava ai dubbi. Io la volevo. La strinsi a me e la baciai profondamente, forse anche troppo aggressivamente. Non resistevo. Le esploravo il corpo con foga, le mie mani si insinuavano sotto i suoi vestiti. Ma il tempo finì e l’ascensore si fermò. Aprimmo la porta. Quella pausa mi sembro infinita. Appena richiudemmo la porta dietro di noi la strinsi addosso alla porta. ‘Dio quanto mi ecciti’ le dissi. ‘Fammi sentire se sei bagnata’ e con queste parole insinuò la sua dolce mano nei miei pantaloni. Non riuscii a sopprimere un gemito di piacere troppo intenso per essere estinto. Ma lei tolse frettolosamente la mano. Ripresi a baciarla, ad accarezzarla, ad esplorarla. Il suo corpo era caldo e profumato e io avevo voglia di lei. Le alzai la gonna e con le mani le sfilai le mutandine. Piano, con lentezza e le lasciai cadere a terra. ‘Allarga le gambe’. Mi guardò e si posizionò con le sue calde cosce dischiuse. Non resistetti. Scesi verso il suo ventre e infilandomi sotto la sua gonna cominciai a leccarla lì sulla soglia del portone. Troppo eccitata per aspettare. Ero in un lago di piacere, intingevo la lingua nei suoi umori e li succhiavo come fossero un elisir. Lei godeva. La eccitava vedermi fremere per possederla. La faceva sentire sexy e potente. La feci venire lì su quella soglia. Mentre si scioglieva dal piacere io la raccoglievo nella mia bocca. Mi alzai, mi prese le mani e mi portò in camera. Era notte, notte fonda. Mi spogliò con quegli occhi lucenti mi fissava e più mi fissava più mi eccitavo. Mi fece stendere. Si spogliò rimanendo con il suo gonnellino e il reggiseno. E mentre ero distesa mi leccava a carponi sul letto. Vederla lì sotto mi fece morire. Mi sapeva far godere da morire. Mi masturbava con le sue candide mani. Infilava le dita una dietro l’altra. Le sentivo entrare e spingere mentre la sua lingua mi faceva rimanere senza respiro. L’orgasmo non ci mise molto ad arrivare quando infilò il terzo dito dentro di me. Mentre le muoveva e mi leccava venni in uno degli orgasmi più intensi della mia vita. Si sdraiò su di me e mi baciò. Quel sesso fatto così frettolosamente e voracemente mi aveva fatto davvero impazzire. L’idea di rivederla mi rendeva felice. Volevo solo farla mia.

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