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Racconti Erotici Lesbo

Roma-Milano

By 7 Luglio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Ero ancora assorta in un sogno bellissimo quando suonò la sveglia in quella calda mattina di giugno. Mi aspettava una giornata a dir poco impegnativa. Avevo diverse visite in clinica, documenti da sistemare ma la cosa che più mi abbatteva era la partenza, in serata, per Milano; l’indomani ci sarebbe stato un noiosissimo convegno di oncologia al quale avrei dovuto partecipare. Proprio in quei giorni cadeva anche il quinto anniversario di fidanzamento con il mio Alessandro e io sarei stata lontano da lui per quel convegno. Dopo quella inaspettata proposta di matrimonio arrivata pochi giorni prima non mi andava per niente l’idea di lasciarlo, nemmeno per poco. Tuttavia mi feci coraggio alzandomi dal letto, con la convinzione che avremmo festeggiato alla grande al mio rientro e che il convegno magari si sarebbe rivelato interessante.
La giornata trascorse, veloce e stressante come sempre e alle 19 in punto mi trovavo con Ale alla stazione Termini, il mio freccia argento sarebbe partito venti minuti più tardi. Salgo a malincuore su quel treno che, spaccando il minuto, inizia la sua corsa; Ale mi sorride, seguendomi con lo sguardo dalla banchina. Era fatta, sbuffando presi il mio tablet e iniziai un più approfondito studio sui temi e i relatori che avrebbero esposto l’indomani.
20.51 il treno fa la sua classica tappa a Firenze S.M Novella, mi sembra passata un’eternità, sono stanca e insofferente e inizio a percepire anche una strana spossatezza.
21.37 Bologna Centrale: sono a pezzi, mi gira la testa ed è come se mi mancasse l’aria, decido di scendere e respirare un po’.
Percorsi tutta la banchina, respirando a pieni polmoni mi pareva andasse meglio. Neanche mi resi conto di stare meglio che notai con sgomento il mio treno nuovamente in moto. Panico. Avevo lasciato tutto sopra: borsa, trolley, ipad e cellulare. E ora? Mi sarei rivolta a qualche autorità che sicuramente doveva trovarsi in zona, se non mi fosse apparsa la luminosa insegna del centro informazioni fs. Decisi di fare un tentativo. C’erano due ragazzi che mi precedevano allo sportello , nordeuropei a giudicare dalla lingua e dalla pelle bianco latte; aspettai pochi minuti, dopodiché i ragazzi uscirono e mi trovai lei di fronte. Una ragazza che doveva avere all’incirca la mia età, capelli biondo cenere, occhi verdi, già abbronzata e dallo sguardo simpatico e accattivante. Ma tutto ciò lo notai solo in un secondo momento, lì per lì pensavo alla mia disavventura e come avrei potuto spiegarmi senza sembrare una sprovveduta. Tutta la mia confusione mi si doveva leggere in faccia, come al solito, allorchè mi sorrise dicendomi: ‘Buonasera, come posso aiutarla?’ le spiegai la situazione con il tono più serio che mi imposi di assumere ma non riuscì a non sorriderle; per la situazione buffa nella quale mi ero andata a cacciare, per la figura ridicola che sicuramente stavo facendo e poi perché non riuscivo a farne proprio a meno. Ormai quasi mi divertiva la cosa. Dopo avermi ascoltata mi fece aspettare qualche minuto. ‘Tutto apposto per i bagagli, non si preoccupi. Ho contattato il capotreno che si è fatto carico di portare le sue cose al deposito bagli della stazione di Milano centrale. Ora le do un codice con il quale si recherà e le restituiranno tutto. Le farò io un biglietto che le consentirà di recarsi da qui a Milano’
‘Perfetto’ dico ‘fra quanto potrò ripartire?’
‘Guardi il prossimo treno diretto a milano è alle 4,32 di domattina ‘ mi passa per la testa un’imprecazione che evito di urlare. E ora? ‘Se vuole le indico i B&B più vicini alla stazione’
‘Si la ringrazio’ fortuna che la registrazione per il convegno sarebbe iniziata alle 9,30. Dopo una breve ricerca mi dice dei nomi, degli indirizzi, poi inaspettatamente’ ‘Anche io abito qui vicino, se vuole può stare da me stanotte e domattina verremo insieme, attacco presto’ la proposta mi spiazzò non poco. A casa di una perfetta sconosciuta? Gentile e disponibile ma pur sempre una sconosciuta. E poi cosa l’aveva spinta a fidarsi a tal punto di me?
‘Uno dei presupposti è che ci diamo del tu’ rispondo sorridendo.
‘Ok’ dice ‘gli altri presupposti?’
‘Che non mi faccia a pezzettini e mi metta in freezer’ ribatto ormai divertita
‘Di sicuro il B&B avrà un freezer più grande e accogliente’ sorridendomi. Fatta. Chiunque mi dia questa riposta è degno di cieca fiducia, pensai fra me. Così mi ritrovai sul suo motorino, il vento mi accarezzava, fresco e ristoratore. Abita al terzo piano di un palazzo in centro storico, appartamento piccolo ma accogliente e ben arredato, ha gusto la ragazza. Dal balcone si scorge la città, tranquilla e illuminata con le due famosissime torri.
Aperitivo, cena, parliamo tanto; di quello che facciamo, del lavoro, dell’attualità, di quello che ci piace. Abbiamo molte cose in comune e lei è il genere di persona che mi piace frequentare: colta, intelligente, piena di interessi e argomenti, ironica e divertente. Eravamo sul divano, stavamo facendo le ore piccole a furia di chiacchierare, quando non so come si torna sull’argomento Ale e il mio futuro matrimonio. A quel punto mi rendo conto che lei non mi ha ancora parlato della sua vita sentimentale . ‘E tu? Hai nascosto il tuo ragazzo nel famoso freezer?’ Abbassa lo sguardo. Per la prima volta la vedo impacciata e titubante. Fa scorrere nervosamente una mano sull’altra. ‘Hei è tutto ok? Scusami non volevo urtare la tua sensibilità. Se non ti va di parlarne’ ‘ ero sinceramente dispiaciuta, evidentemente avevo toccato qualche ferita ancora bruciante e invece’ ‘Mi piacciono le donne.’ Non so perché ma non me l’aspettavo. ‘Allora è una lei che tieni nascosta a pezzetti da qualche parte?’ riprendo sicurezza e le sorrido. Finalmente stacca gli occhi dal pavimento ‘Purtroppo qui in giro ho solo frammenti di ricordi’ e io canzonandola ‘Ho capito, la classica perfettina di coppia, rompiscatole ed esigente’ e lei con un certo disappunto misto a divertimento, evidentemente avevo colto nel segno, ‘No è che non ho trovato la persona giusta’ abbassa di nuovo lo sguardo, meno nervosa di prima. A quel punto mi avvicino, poggio la testa sulla spalliera del divano, quasi attaccata alla sua e le sussurro con un tono di voce a me del tutto ignoto, un misto fra sensuale, spiritoso e accattivante: ‘E chi sarebbe la tua persona giusta?’ ‘pazza ero completamente pazza, me lo urlava la mia parte razionale nella testa-
‘Ora sei tu’
Mi trafigge con uno sguardo nuovo, da predatore sanguinario.

Capitolo 2
Mi bacia. Di un bacio sensuale e dolce, mi piace da morire. Ricambio con convinzione. ‘Pazza, a casa di una sconosciuta, di notte, in una città in cui non ero mai stata e con la sua bocca sulla mia! Ma che mi diceva il cervello?- Non volevo e non potevo smettere di farmi trascinare in quel turbine di nuove sensazioni. Non so da dove mi uscisse tanta sicurezza e disinvoltura, iniziai a far scorrere le mie dita sulle sue mani, braccia poi spalle e in fine sul collo. Apprezzava molto. A quel punto scese con le labbra fin sopra il mio collo, la zona più sensibile ai baci, procurandomi brividi lungo tutto il corpo. Contemporaneamente anche le sue mani iniziarono ad accarezzarmi dietro la schiena, sotto alla camicetta che indossavo. Sentivo l’eccitazione crescere attimo dopo attimo, tocco dopo tocco. Improvvisamente fui colta da una strana ansia, farfugliai: ‘Senti io non ho mai’ cioè voglio dire ecco è la prima volta che” mi zittì con un altro splendido bacio. Ancora brividi, ricominciò a baciarmi su tutto il corpo, piano ma bramosa di me. Ormai mi stavo completamente dando a lei che riusciva a celare una voglia frenetica dietro a gesti sapienti ed esperti. Ci spogliammo, ascoltavamo solo i nostri sospiri. Ancora le sue mani su di me che ora si avvicinavano pericolosamente al mio intimo. Le sue labbra facevano ardere ogni lembo di pelle sfiorato. La volevo, volevo che continuasse e anzi che mi desse di più ma non osai proferire parola. Non ce ne fu bisogno, nel giro di poco avevo le sue dita in me e la sua bocca’ dio cosa non mi aveva fatto provare. Non mi ci volle molto per raggiungere l’apice del piacere, lì in quel salotto in cui avevo messo piede poche ore prima con quella ragazza ora un po’ meno sconosciuta.
Ci spostammo in camera da letto dove continuammo quell’incredibile esperienza. Mi guidò nella ricerca del proprio piacere e ne fui contenta, ora il nostro gioco era completo. Andammo avanti così per tutta la notte, ovvero per le poche ore che ormai ci separavano dall’alba.
Nell’accompagnarmi al treno mi chiese ‘Quando tornerai dal convegno?’
‘Fra tre giorni’ risposi
‘Mi terrò libera’ mi disse
Per il viaggio di ritorno presi un direttissimo Milano-Roma senza fermate intermedie.

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