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Racconti Erotici Lesbo

Storie di una studentessa 3° parte

By 24 Gennaio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Il periodo che mi separò dalla tesi di laurea fu il più intenso della mia vita. Andavo tutti i giorni da Anna per prepararla e spesso finivamo a fare l’amore in maniera sempre più appagante per entrambe. Qualche volta trovai delle altre persone, sia uomini che donne, ed in quei casi si faceva solo sesso sino a sfinirci.
Ebbi anche qualche offerta di lavoro, e col suo aiuto scelsi quella che per tutte e due era la migliore, sia come inizio che per le possibilità di carriera.
Quando andai a dare la tesi c’era tutta la mia famiglia al gran completo che, dopo aver ascoltato il voto finale, un bel centodieci e lode, fece partire un lungo applauso tanto rumoroso da farmi quasi vergognare di loro. Io avrei voluto dividere quell’immensa gioia con colei che ne era stata l’artefice, ma i miei familiari mi sequestrarono fino a notte fonda, per festeggiare la prima Del Poggio laureata. Riuscimmo solo a scambiarci un breve sguardo, ma sapevo già che l’avrei incontrata di nuovo, non sarebbe certo stato un esame a dividerci.
Il giorno dopo ero uno straccio, così chiamai Anna per dirle del mio stato, lei mi rispose di riposarmi e che se il nostro ‘contratto’ si poteva dire concluso, la sua porta sarebbe rimasta sempre aperta.
Passai tutto il tempo a pensare cosa fare,o meglio come presentarmi da lei in maniera insolita. Girai un po’ in rete alla ricerca dell’idea giusta che trovai partendo da un blog sadomaso per arrivare nelle pagine di un porno-shop on-line. Non potevo però certo aspettare che mi spedissero quanto volevo, e dove abitavo ce n’era solo uno peraltro troppo vicino a casa mia. Così il giorno seguente mi feci prestare la macchina da mio padre che aveva il turno di notte, ed andai in una città vicina dove sapevo ce n’era uno ben fornito. Ebbi solo un momento d’incertezza prima d’entrare non essendoci mai stata, ma poi il desiderio di lei mi fece coraggio e varcai fiera quella porta. Per fortuna trovai una donna al bancone che comprese immediatamente quanto cercavo e me lo fece provare in un piccolo camerino. Guardandomi allo specchio mi trovai estremamente sexy, ma anche decisamente porca. Per un attimo ebbi l’impressione d’aver esagerato, così chiesi un consiglio alla titolare.
“non so per chi lo indosserai e neanche m’interessa.” mi disse guardandomi da capo a piedi “Ma di certo ti salterà addosso in men che non si dica.”
Comprai anche un baby-doll incredibilmente trasparente e corto con due fili intrecciati come slip.
Tornata a casa mi preparai con molta cura, feci una depilazione integrale ed un lungo bagno tonificatore che mi lasciò un bel profumo sulla pelle. Indossai quanto comprato in giornata ed un lungo abito nero per coprirmi, quindi scelsi un paio di decolté in vernice ed uscii di casa.
Durante il viaggio pensai solo a come avrebbe reagito Anna vedendomi, in lei era evidente una notevole indole dominatrice, ed io in fondo volevo solo tirarla fuori in tutta la sua interezza.
Non feci quasi in tempo a suonare il campanello di casa che lei m’aprì, il suo sorriso tradiva la voglia di vedermi e soprattutto di godere di me. Non appena chiuse la porta dietro di noi feci scivolare a terra il vestito lasciandola senza fiato.
Nel sexy-shop avevo comprato un body fatto di strisce di pelle, le quali s’intrecciavano lasciando scoperto il seno ed i glutei. Anche la mia fichetta era ben in mostra, al fianco delle lebbra correvano due striscioline che s’univano dopo aver lasciato libero anche il buchetto tirando leggermente in fuori le chiappe.
Era la prima volta che la vedevo stupita ma non durò a lungo, come si riprese mi baciò teneramente per poi tornare a guardami avida del mio corpo.
“Sei bellissima.” mi disse con gli occhi un po’ lucidi “Ma perch&egrave ti sei messa così ? Non ti capisco ..”
“Perch&egrave voglio essere tua.” le risposi mettendole un dito davanti alla bocca “Voglio che tu mi prenda con tutta la tua forza, la tua passione. Stasera non desidero altro che veder appagati tutti i tuoi desideri, sono tua Anna, fammi ciò che vuoi senza più nessun limite.”
Ben sapevo che mi stavo mettendo nelle mani di una persona non certo priva di fantasie sadomaso, ma ero anche certa che non m’avrebbe mai fatto male solo per vedermi soffrire.
M’inginocchiai davanti a lei mettendo le mani dietro la schiena in segno di totale sottomissione ed aspettai le sue parole che non tardarono ad arrivare.
“Sarò sincera.” mi disse con voce di nuovo ferma “Non m’aspettavo questa sorpresa, ma dirti che sono felice &egrave sminuire il mio stato d’animo. Ho sempre saputo che con te mi sarei potuta spingere oltre quelli che i ‘normali’ chiamano limiti, ma vederti qui ai miei piedi mi fa capire che tu hai un di più rispetto a tutte quelle che ti hanno preceduto.”
“Anna io voglio solo …” non riuscii a finire la frase perch&egrave questa volta fu lei a zittirmi mettendo un dito davanti alla mia bocca.
“Non c’&egrave bisogno che dica nulla, stasera sarai la mia cagna, ti sfonderò come non ho mai fatto con nessuna e tu godrai .. si proverai piacere perch&egrave non desideri altro. Ora vieni con me ma senza alzarti, voglio vederti strisciare sino in camera da letto.”
La seguii camminando a quattro zampe come un animale per poi inginocchiarmi sul letto e vederla spogliarsi molto lentamente. Quando rimase completamente nuda prese un frustino da equitazione da un cassetto del comò e cominciò a passarmelo su tutto il corpo.
“So che hai una gran voglia di godere.” mi disse con voce sensuale ma ferma “Però potrai venire solo quando te lo dirò io o ti butterò così come sei fuori di casa. Vedi piccola porcella negarti l’orgasmo sarà per me un piacere e per te una tortura, qualcosa di molto più doloroso del prenderti a frustate che magari ti piacerebbe pure.”
Come finì di parlare mi colpì sulla fica con una frustata non violenta ma precisa, però non ebbi neanche il tempo di gemere per il dolore che Anna mi chiese la bocca con la sua dandomi un lungo bacio pieno di passione.
La mia splendida amante continuò a lungo quel gioco di frustare e baci, passando spesso la lingua in modo rapido ma estremamente eccitante, nelle zone appena colpite. Dopo un po’ cominciai a sentire il fuoco nelle mie carni, soprattutto i seni e la passera mostravano i segni d’una eccitazione mostruosa. I capezzoli erano tanto turgidi che sembravano quasi due missili pronti a partire, mentre sul lenzuolo i miei umori avevano già una piccola macchia che aumentava col trascorrere del tempo. Quando poi alla bocca aggiunse le dita mi sembrò d’impazzire, Anna sapeva benissimo come stringere un capezzolo o un clito ormai gonfio di piacere come il mio, fermandosi sempre prima che il piacere raggiungesse il suo apice.
La paletta del frustino arrivava sul mio corpo con sempre più forza, ma mai con violenza, in piccole serie di tre o quattro colpi, poi era solo un delirio d’eccitazioni diverse, ma ugualmente molto piacevoli, sia che fossero date dalle sue labbra o dalle sue mani.
Nel momento in cui la vidi lasciar cadere il frustino sul letto credetti che il peggio fosse passato, ma fu solo l’illusione d’un attimo. Anna prese due foulard e, dopo avermi fatto sedere ed allungate le braccia sulle gambe, mi legò strettamente i polsi alle caviglie, impedendomi di fatto ogni difesa. Mi fece poi mettere sula schiena e mi ritrovai così oscenamente aperta, con le gambe spalancate e la fica a sua completa disposizione. La vidi scegliere con calma il successivo strumento di tortura, poi un dildo a due teste comparve fra le sue mani. Senza dire nulla mi penetrò con quella più grande sino a riempirmi del tutto la vagina, e subito dopo poggiò la più piccola sul mio clito. Quando accese la vibrazione, che entrò in funzione alla massima potenza, non riuscii a trattenere un urlo di puro piacere, dimenticando quali fossero i suoi ordini.
“Sii … cosii sto venendo …”
Anna mi sfilò immediatamente il dildo dalla passera e mi diede due sonori ceffoni sulle tette.
“Allora non ci siamo capite puttanella.” mi disse fissandomi con uno sguardo carico di disprezzo “O vuoi uscire nuda di qui e farti violentare dal primo uomo che passa, o meglio se sono un bel gruppo.”
“No perdonami.” cercai di rispondere in preda al panico “Ma come faccio a resistere …”
“Vorrà dire che ti sfonderò subito ! Hai la fica tanto bagnata che non sarà difficile farlo come si deve.”
Quando le vidi nelle mani un grosso dildo di gomma collegato con un tubicino ad una pompetta mi venne una certa paura. Già da sgonfio non era certo piccolo, anzi all’altezza di alcuni cazzi che m’aveva presa soprattutto se erano dei suoi amanti, e non osavo immaginarlo alle massime dimensioni.
Anna però non mi diede tempo e modo di ragionare, ma con un gesto fin troppo deciso me lo infilò per buona parte nella pia passera. Anche se aveva la forma di un pene vero, era piuttosto liscio e lo presi senza molta difficoltà, sentendomi subito piena, ma quello era ancora nulla. Lei cominciò a masturbarmi facendolo scorrere dentro e fuori, e pompando sempre quando era dentro di me. Ben presto mi sembrò che l’utero dovesse esplodere da un momento all’altro, ma anche se sentivo un certo dolore, il piacere che provavo era qualcosa d’indescrivibile.
Nella stanza si sentivano solo i miei gemiti, i miei sospiri di sofferenza e quelli di godimento accompagnati da un respiro sempre più affannoso. Non so cosa avessi dentro quando lei finì di pompare, ma era di certo qualcosa di mostruoso, il cui unico scopo era quello di preparami al passo finale.
La mia dolce aguzzina tolse quel gigante molto lentamente senza farmene vedere le dimensioni, poi lasciò cadere un po’ di saliva su quella che ormai era una voragine e non più una fica di una ventenne.
Continuando il suo silenzio m’infilò quattro dita nella passera ruotandole lentamente, poi fu il delirio. Con abile maestria aggiunse il pollice a ciò che già mi stava dando piacere, e spinse tutta la mano in me. Non so neanch’io perch&egrave non venni all’istante, stavo godendo come non mi era mai successo in vita mia. Se i colpi di frustino avevano sensibilizzato la mia micia ed il dildo l’avevano allargata, solo ora capivo che tutto ciò era stato solo un preambolo. Anna aveva stabilmente la mano sino al polso in me, e nonostante ciò riusciva a far entrare anche un po’ di braccio facendomi letteralmente impazzire.
“Ahh ti prego non resisto più.” le dissi sperando che ponesse fine al suo divieto di non venire.
“Vuoi godere fino in fondo vero mia piccola donna ?”
“Sii ti supplico.”
“Allora godi !”
Con la mano libera s’impossessò del mio clito stringendolo con furia ceca per poi farselo passare fra pollice ed indice.
Urlai a squarciagola il mio orgasmo, o per meglio dire tutti quelli che ebbi in rapida successione, senza riuscire mai a riprendere minimamente il controllo della mia mente. Lei non smise mai di darmi quel piacere che m’avvolse tutto il corpo come una calda coperta in inverno. Non so dire quanto durò quel magico momento che si concluse solo quando crollai esausta priva di forze, ed allora lei allungò il viso verso il mio per darmi un piccolo bacio.
Poi Anna mi liberò mani e piedi e mi diede dell’acqua da bere per farmi rimettere in sesto e poter continuare quella serata di folle sesso senza alcun limite. Non ci fu bisogno d’alcuna parola, appena mi tornarono le forze m’accucciai davanti alle sue gambe per poterle leccare quel sesso che brillava per quanto fosse bagnato.
“Bevi piccola, bevi il mio nettare.” mi disse stringendo la mia testa fra le gambe “Voglio che tu mi faccia godere come adoro, e questo non &egrave che l’antipasto.”
Mentre la mia lingua cercava ogni goccia del suo piacere la sentivo gemere sempre più, sino a portarla al limite dell’orgasmo, che si negò per me in maniera incomprensibile.
Anna mi fece inginocchiare sul letto mentre prendeva uno strap-on di notevoli dimensioni che poi mise fra le nostre bocche. Lo leccammo insieme sfiorandoci più volte le lingue, ma era come se lei fuggisse ogni volta che quell’incontro diventava più profondo. Poi con mio grande stupore mi fece alzare in piedi per fissarmi quello strumento di piacere e mettersi subito a carponi col culo ben il alto ed aperto dalle sue stesse mani.
“Sai come mi piace esser scopata.” mi disse cercando d’allargare al massimo il suo buchetto “Quindi fammi godere !”
“Ma io non ti ho mai inculata !” risposi temendo di poterle fare male e subire poi una punizione.
“Taci stupida ! Pensa solo ai cazzi che hai preso nel culo per me, se vuoi prendila come una vendetta nei miei confronti, ma sbattimi come si deve.”
Avvicini la bocca a quel fiore di carne per bagnarlo al meglio, ma ben presto fui ripresa dai sui insulti, così mi feci forza e puntai decisa la punta del fallo sulla sua apertura più inviolata(perché apertura più inviolata? Da quello che ho letto ama farsi fare il culo alla grande!!). Ma la paura di farle male m’impedii di fare ciò che lei voleva, così fu Anna a spingere all’indietro con veemenza sino a sodomizzarsi del tutto fra le sue stesse urla di dolore. Allora capii che lei non era altro ciò che io stessa ero diventata, un’amante del sesso che non poteva fare a meno d’arrivare a quello più estremo per soddisfare in pieno il suo animo. Così l’afferrai con forza i fianchi e cominciai a spingere con tutta la forza che avevo addosso insultandola come non avrei mai pensato di fare.
“Ti piace prenderlo nel culo vero brutta troia ? Sei solo una porca a cui sfondare fica e culo !”
“L’hai capito cretina ! Mi piace esser padrona e puttana e con te poi &egrave il massimo.”
Oramai la scopavo senza più alcun ritegno dandole tutto il piacere che voleva, ben sapendo che avrei smesso solo quando lei sarebbe crollata esausta. L’inculai a lungo schiaffeggiandole spesso le natiche sino a farle diventare rosse acceso e per un attimo pensai a quanti le avrebbero rotto volentieri il culo visto il suo comportamento in facoltà. E fu forse ripensando a quante volte m’aveva bocciata che quando la sentii raggiungere l’orgasmo le sfilai il fallo dal culo per infilarlo di colpo nella passera e portarla vicino all’apice del piacere.
“Ti voglio tutta !” urlai quasi in delirio “Ora sono io a decidere del tuo piacere !”
“Sei una bastarda ! Ma fammi godere come vuoi tu … sono tua !”
Cominciai a far uscire del tutto lo strap-on per rimetterlo dentro il più violentemente possibile mentre i nostri respiri diventavano sempre più affannosi. Alla fine puntai decisa la punta del fallo di nuovo contro il suo ano ormai aperto, le presi i capelli con una mano e spinsi con tutta la forza che avevo.
Anna urlò come non aveva mai fatto prima ed io fui lesta nell’allungare la mano libera verso il suo clito e stringerlo dolcemente.
“Ora puoi venire puttana ! Una come te lo può fare solo col culo pieno e sfondato.”
“Sii … sei fantastica … godoo …si come godo !”
Venne riempendo la mia mano del suo orgasmo senza fine e per un istante mi sentii la padrona del mondo, una sensazione nuova e violentissima, che non capii subito. Solo dopo parecchi minuti, quelli che le ci vollero per tornare un minimo in se, Anna mi spiegò che quello che avevo provato era il piacere della dominazione totale, lo stesso che lei aveva cercato ogni volta che avevamo fatto solo noi due, e che ora dovevo decidere io se era quello che avrei voluto io nei miei rapporti futuri.
Finimmo la serata in modo languido, baciando e leccando ogni parte del corpo dell’altra senza mai cercare nulla di più che il piacere di chi era al centro dell’attenzione.
Tornai a casa un po’ distrutta ma felice non solo d’aver donato me stessa alla mia mentore, ma d’aver scoperto qualcosa di nuovo e sconvolgente, di certo da quella in sera in poi sarei cambiata, ma questa &egrave un’altra storia.

Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/

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