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Tra realtà e desiderio

By 15 Gennaio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Sei in punto, la sveglia suona, &egrave l’inizio di una nuova giornata. Come sempre mi sveglio con il solito gran mal di testa dettato dalle mie solite
notti insonni a rimurginare su nemmeno io so cosa.
Mi alzo con calma, il lavoro comincia alle 8, ma preferisco sempre avere un margine di tempo per bere il mio caff&egrave macchiato accompagnato
da qualche biscotto, sbrigare qualche faccenda di casa ed infine fare una doccia rilassante per allentare la tensione che da un po di tempo
a questa parte mi accompagna.
Arrivata a lavoro, comincio a sistemare alcune pratiche accatastate sulla scrivania, il tempo sembra non passare mai ma finalmente, arriva la
pausa pranzo.
Squilla il telefono, &egrave lui. Come sempre a quest’ora ricevo la sua telefonata. Il mio ragazzo.E’ un tipo simpatico, di bell’aspetto, e cosa
più importante, ci tiene molto a me. Mi chiedo se sia davvero ricambiato come dovrebbe.
Dopo la pausa pranzo le ore sembrano scorrere più velocemente e così, alle 20:25 in punto inizio a sistemare le mie cose per poter finalmente
andare via da quella prigione chiamata ufficio!
Il martedì sono solita prendere un mezzo per arrivare a lavoro in quanto &egrave la giornata solita in cui io e Davide, il mio ragazzo, andiamo a cena fuori.
Arrivati al ristorante ordino un’insalata, la mangio svogliatamente. Anche l’appetito era andato via in questo periodo.
“Chiara, amore, cos’hai ultimamente? ti vedo assente e pensierosa” mi chiede lui. “Niente tesoro, sono solo un po’ stanca e stressata dal lavoro,
nulla di cui preoccuparsi seriamente, tranquillo” gli stringo la mano mentre gli dico queste parole. Non vorrei mentirgli, non se lo merita, ma
non posso di certo dirgli la verità, non posso di certo dirgli che i miei sentimenti per lui non sono più gli stessi, soprattutto perch&egrave la “vera verità”
alla fine, non la sapevo nemmeno io.
Concludiamo la serata a casa mia, beviamo un bicchiere di vino rosso, che a dire il vero non reggo molto, finiamo a fare l’amore, che io definirei
più sesso. Lo faccio svogliatamente, i miei occhi sono persi nel vuoto mentre sento la sua eccitazione divenire sempre più forte. Non voglio deluderlo.
Fingo. A conclusione mi chiede se mi &egrave piaciuto, ed io, da brava attrice quale sarei potuta essere gli dico che &egrave stato meraviglioso, una delle
volte migliori.Arrivata mezzanotte ci salutiamo e lui va via.
Faccio una doccia veloce e ancora bagnata, coperta solo dall’asciugamano mi butto sul divano e accendo la tv. Facendo zapping, incappo
in un canale erotico, cambio canale senza pensarci troppo, poi qualcosa mi dice di tornare indietro incuriosita. C’&egrave una scena saffica che ai
miei occhi sembrava qualcosa di davvero lontano da me, fino a quella sera. Guardandola, comincia a piacermi e comincio a sentire una sensazione
di eccitazione, ma allo stesso tempo di sorpresa. Come un riflesso incondizionato, allargo le gambe e poggio una mano sul mio sesso, senza
muoverla, chiedendomi inconsciamente cosa stessi facendo. Le ragazze alla tv erano prese l’una dall’altra, le guardavo baciarsi, toccarsi e
baciarsi il seno a vicenda. La mia eccitazione divenne sempre più forte, tanto da spingermi a toccarmi, sentivo le dita bagnarsi fino a che, come
se strattonata, tornai nel mondo reale dopo un meraviglioso sogno ad occhi aperti che mi aveva portato ad un intenso orgasmo.
Appena messa a letto non feci altro che pensare a ciò che era successo, ero convinta che avrei passato un altra notte insonne delle mie, ma
ero tranquilla, sorridevo per l’avvenuto e, con il sorriso, mi addormentai.
Mi svegliai alle 9:00 l’indomani, il mercoledì &egrave il mio giorno di riposo, e come ogni mercoledì che si rispetti, &egrave tradizione mia, e delle mie amiche
pranzare insieme e darsi alle spese folli! Siamo un gruppo di 3 amiche inseparabili, Io, Elena e Paola. Ci conosciamo da quando abbiamo
memoria, siamo cresciute insieme, nello stesso quartiere e da li, non ci siamo mai separate. A differenza mia, Paola, da quando ha conosciuto
il suo uomo, si &egrave
un po allontanata da me ed Elena, presa da questo nuovo amore, ma come biasimarla, nella sua vita ha avuto sempre delusioni, spero davvero
che questo sia quello giusto.
Così, io ed Elena andiamo al nostro solito ristorantino in centro senza la compagnia di Paola che, anche questa volta, ci ha dato buca.
Dopo il pranzo andiamo subito al centro commerciale per dedicarci alle nostre solite spese folli del mercoledì!
Elena &egrave sempre stata la più bella tra noi tre. I suoi capelli rossi e ondulati le scendono lunghi sui suoi seni pronunciati, le sue lentiggini le
danno un’aria così innocente e sensuale che nessuno le riesce a togliere gli occhi di dosso. Ha un corpo davvero bello, ma non sempre &egrave abile
nel valorizzarlo, così le dico : “Oggi ti dovrai affidare completamente a me! &egrave l’ora di cestinare quei maglioni da anziana che metti di solito!”.
“Ma sono comodi! e poi, non devo parir bella a nessuno io! mica come te che ti metti tutta in “ghingheri” anche per andare a prendere
la posta fuori dalla porta, monella!!”. Scoppiamo in una risata così fragorosa da far girare tutti i presenti! Butto il mozzicone della sigaretta ed
entriamo nel primo negozio. Compro di tutto, non perch&egrave io ne abbia veramente bisogno, ma più che altro per non pensare agli avvenimenti che
seppur dolcemente, mi avevano turbata.
Arriviamo all’ultimo negozio, un appuntamento irrinunciabile per me, amante dell’intimo.
“Uffa, che ci farai mai con tutti quei pizzi e merletti, mi chiedo!!” chiede Elena. ” Certo &egrave, che non sai proprio nulla di femminilità tu eh?” e l’abbraccio
in segno d’affetto mentre penso che lei &egrave la donna più sensuale e femminile che abbia mai incontrato nella mia vita, seppur con i maglioni della
nonna!!
Prendo alcune cosa tra corsetti, calze autoreggenti e reggicalze, li distribuisco tra me e lei e andiamo in camerino a provarle. I camerini erano
abbastanza grandi da accoglierci entrambe.
A dire il vero, la cosa un po’ mi imbarazzava, eppure non era di certo la prima volta che lo facevamo! sin da piccole, quando provavamo i
vestiti della mamma chiuse nella cabina armadio, sono sempre stata abituata a vederla svestita! ma stavolta non era così, stavolta era tutto diverso.
Avevo la paura, il terrore che ciò che stavo per vedere, potesse in qualche modo piacermi e attirarmi.
Mi giro di spalle, ma nel riflesso dello specchio vedo Elena che, tutta impacciata, cerca di infilare un corsetto rimanendo buffamente incastrata nei
merletti!. “Qual’&egrave il senso di questa cosa vorrei capire! e tutti questi lacci dove vanno?!” dice tra l’imbarazzato e il divertito.
Rido di gusto alla scena, ma poi decido di aiutarla. Mentre le stringo i lacci del corsetto lei sta agganciando le calze al reggicalze, ed &egrave così
dannatamente sexy da non resisterle. Mentre la guardo, la mia mentre &egrave sopraffatta da mille immagini, quelle viste alla tv, ma le protagoniste
eravamo noi, eravamo io ed Elena. Quasi come un movimento incontrollato, come un battito di palpebre, la mia mano inizia a muoversi, a muoversi
verso le sue spalle bianche e sensuali. Mentre la mia mano compie quel gesto, Elena si gira di scatto e con la sua voce stridula mi chiede :”allora?
come sto?” ed io quasi non riesco a risponderle data la visione divina che avevo dinnanzi a me. Le parole si fermavano in gola andando a formare
un nodo che quasi mi faceva lacrimare gli occhi, non capivo cosa mi stesse succedendo, era una sensazione diversa e piacevole, era come se
in quel momento fossi stata svuotata da ogni inibizione. Mi mordo le labbra, vogliose delle sue mentre non riesco a togliere gli occhi dal suo
seno generoso stretto in quel corsetto. Mi avvicino piano, le sorrido e le accarezzo il collo, vedo i suoi occhi spaventati che si spalancano sempre di
più, fino a chiudersi completamente assieme ai miei, le nostre labbra si cercano nel silenzio che c’era attorno a noi fino a sfiorarsi delicatamente.
Un rumore ci risveglia dall’incoscienza del momento. “Toc toc”. “&egrave libero qui?”.
Imbarazzata rispondo:” solo un attimo, abbiamo quasi finito”. Senza dirci una parola ci rivestimmo. L’accompagnai a casa. Un “ciao” detto a labbra
socchiuse senza guardarci negli occhi.
Per tutto il giorno non facevo altro che pensare all’avvenuto,scene di quello che &egrave successo e di quello che sarebbe potuto succedere si intrecciavano
fino a non riconoscere più qual’era la realtà e qual’era il desiderio.
Mi chiedo se fosse quello il motivo delle mie notti insonni, mi chiedo se inconsciamente l’avessi sempre saputo, mi chiedo… mi chiedo cosa
sarebbe successo da quel momento in poi. E Davide? come avrei potuto dirglielo? Cosa dovevo fare adesso?
Sono passate tre settimane da quell’avvenimento, e sono tre settimane che non vedo Elena. Mercoledì scorso ho trascorso la giornata con Paola
che &egrave ovviamente ignara di tutto, non sospetta di certo di questo, ma credo che abbia intuito che tra me ed Elena ci sono dei problemi. Paola &egrave
una persona molto riservata di suo, e di conseguenza rispetta la riservatezza dei fatti altrui, quindi non ha fatto molte domande, ma ha saputo
comunque tirarmi su di morale, come solo una vera amica sa fare.
Elena mi manca molto, non c’&egrave giorno in cui non pensi a lei, alle mie labbra che sfiorano le sue e non mi vergogno ad ammettere che in più di un
occasione, ho sentito il bisogno di toccarmi pensando ai suoi dolci seni, al suo viso, alle sue gambe, e a lei sono stati dedicati i miei orgasmi.
Davide viene a trovarmi come di consueto ogni sera dopo il lavoro.
Lo vedo scuro in viso, e per tutta la sera ho avuto l’impressione che aveva qualcosa da dirmi, ma non insistetti troppo, la mia mente era ben
occupata da altri pensieri.
A fine serata, dopo la cena, mi prende per mano e mi dice che deve parlarmi.
“Chiara, tu sei sempre stata il mio ideale di donna, sia esteticamente che caratterialmente, ti ho amata da subito, ho sempre avuto occhi solo per te,a
credo di essere stato un buon compagno, di non averti mai fatto mancare nulla, ma &egrave ora che tutto ciò si fermi, ti sento fredda da mesi, non facciamo
più l’amore, sei sempre distante e assente e se non ti cerco io tu non lo fai, i miei sentimenti sono cambiati e, non so come dirtelo, ho conosciuto un
altra donna”.
Le sue parole mi trafissero come una lama ardente nel petto, non lo amavo più ma non avrei mai pensato che avesse mai potuto sostituirmi così
in fretta, ma non potevo dargli torto, la colpa era anche, se non maggiormente, la mia. Mi alzai dal divano come in trance e mi diressi verso la porta
d’ingresso aprendola senza dire una parola e fissando il vuoto. Davide si alzò e venne verso di me, prese a chiudere la porta chiedendomi
scusa, dicendo che gli dispiaceva, quando io lo fulminai con il solo sguardo. Capì. Se ne andò. Credo che avrò fissato il vuoto ancora per molto
quando ripresi coscienza.
Provai a chiamare Elena, ma il telefono risultava staccato.
Mi diressi verso l’appendi abiti e presi il cappotto. Fuori c’era il diluvio. Guidai fino casa di sua e scoprii con grande delusione che non c’era
nessuno, così rassegnata tornai a casa. Ero sicura mi stesse evitando quando sotto casa ci fu la più grande sorpresa che potessi mai ricevere: Lei.
Scesi dalla macchina e le corsi incontro.Ci abbracciammo a lungo, sotto la pioggia.
Salite a casa mia, ci sedemmo al tavolo avanti ad una cioccolata calda e le raccontai tutto. Non mi sembrava sorpresa.
“Sai, sapevo l’avrebbe fatto, e la cosa più buffa &egrave che non ci sto male, sembra poco carino da dire, ma &egrave come se mi fossi tolta un peso” le
confessai.
“Non funzionava da mesi tra di voi, &egrave inutile portare avanti qualcosa che non esiste, soprattutto quando si ha la mente altrove”. Dicendo questo
mi lanciò un occhiata maliziosa, che mi riportò alla mente ciò che era accaduto un mese prima.
“Devo mostrarti qualcosa” mi disse alzandosi e prendendomi per mano. Mi condusse in camera, mi accomodai incuriosita sul letto.
Comincio a spogliarsi, lentamente, sfoderando un fare sexy così naturale da mozzare il fiato.
“Ti chiedo ancora una volta, come sto?” mi chiese ammiccando. Indossava un completino intimo in pizzo nero, autoreggenti a rete e scarpe col
tacco. I capelli erano sciolti e le cadevano morbidi sul seno grande e pallido, gli slip avvolgevano il suo sedere sodo e perfetto alla mia vista.
Rimasi senza parole, mi alzai mi diressi verso di lei, le accarezzai il viso e le confessai che non avevo fatto altro che pensarla da giorni, e lei
mi disse che dopo quell’avvenimento avevo fatto lo stesso.
I nostri corpi si cinsero in un abbraccio pieno di voglia e passione, le sue labbra toccarono e si scontrarono con le mie come le onde del mare
sullo scoglio, un vortice ci travolse ardentemente. Le nostre lingue si incontrarono per la prima volta e sentivo fremere tutto il mio corpo dalla voglia
do lei. La condussi sul letto, dove la stesi dolcemente e cominciai a baciarle le labbra morbide e carnose,scendendo piano tra i seni profumati,
passando dapprima dal collo. Le slacciai il nastro che teneva unito il reggiseno al suo fantastico decolleté, presi i suoi seni tra le mie mani e cominciai
a leccarli lentamente, fino a succhiarle il capezzoli, che sentivo inturgidirsi tra le mie labbra. Scesi a baciarle il ventre e la sentivo tremare
dall’eccitazione. Le abbassai gli slip, glieli tolsi. La visione era celestiale. Le allargai le gambe e le guardai il sesso chiaro e bagnato. Presi a toccarlo
e le mie mani si bagnarono di un sapore così dolce che non mi bastava solo assaggiarlo dalle dita. Cominciai a baciargliela, e la sentii gemere mentre
allargava un po’ di più le gambe per accogliermi. Leccai il suo nettare, sentii il suo clitoride duro sotto la mia lingua, le toccai il seno mentre le mie
labbra e la mia lingua sembravano non essare mai sazie di lei, la sentivo gemere sempre più forte, fino a che non le sentii urlare il mio nome e
contorcersi in preda ad un forte ed intenso orgasmo. Ancora piena del suo gusto, si sedette di fronte a me, sul letto, e mi leccò le labbra. Toccò
il suo sesso ancora bagnato e con lo stesso mi bagnò i capezzoli che succhiò poi così avidamente da lasciarmi senza fiato. Si soffermò per molto
tempo sui miei seni , mentre con una mano, mi toccava il clitoride eccitato e duro. Scese piano, sul mio ventre, e prese a baciarmi l’interno cosce,
e con un saper fare che mai mi sarei aspettato da lei sentii la sua lingua eccitarmi il sesso. Mi bastò poco per raggiungere l’orgasmo : la voglia di lei
la sua lingua che mi leccava e il suo sguardo mentre lo faceva. Dopo l’orgasmo salì alle mie labbra, e ci baciammo a lungo senza dire nulla.
L’abbracciai forte, come se non volessi andasse mai via da me, ci sorridemmo e si addormentò. La fissai a lungo mentre dormiva, non mi sembrava
ancora vero, mi sembrava un sogno, un meraviglioso sogno dove c’eravamo solo noi, solamente io e lei.

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