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Un pomeriggio che non scorderò

By 13 Ottobre 2023No Comments

Per Slav Slav
Sono una donna sui quaranta, non è gentile chiedere di più, sposata con un brav’uomo che è sempre stato gentile, premuroso, ma insicuro in ogni campo della vita. Alcuni anni fa vivevamo a Berna per le sue esigenze di lavoro, dirigente in un gruppo assicurativo. Una sera arrivò a casa agitatissimo dicendomi che la prossima settimana sarebbe venuta la responsabile del centro-nord europa per un meeting importante. Questa signora era solita visitare una sede all’anno e due volte su tre il responsabile della sede veniva sostituito nel giro di un mese. Mio marito era agitatissimo e quasi in preda alla disperazione. Gli dissi che in fin dei conti la sede di Berna era una di quelle con il maggior fatturato per cui non doveva preoccuparsi più di tanto. Lui mi disse tu non capisci, basta che la persona non gli piaccia per una qualsiasi inezia e lei lo fa rimuovere: un ufficio troppo lussuoso, una cravatta che non le piace, o qualsiasi sciocchezza che non le vada a genio può essere causa di un avvicendamento e di certo la destinazione seguente sarebbe stata molto meno importante. Gli dico ma come fa ad avere tutto questo potere? In fondo potrà pur rivestire un ruolo importante ma ci sarà pur un comitato interno che decide queste cose. No, lei fa quello che vuole, nessuno osa contraddirla, si dice che abbia avuto una relazione con l’allora amministratore delegato che è anche il maggior azionista della società e da allora abbia ottenuto un potere che non esita ad usare.
Quel sabato mattina andammo in centro per fare alcune compere. All’improvviso sento che mio marito si irrigidisce. Lo guardo e lui mi dice che la signora in questione sta proprio venendo verso di noi. Non sapevo che fosse già qui, l’aspettavo per lunedì pomeriggio. Facendo buon viso a cattiva sorte, si stampa un sorriso sul viso e le va incontro. Strette di mano di convenienza e poi mi presenta. Lei è una signora che deve avere oltrepassato la cinquantina, ma è ancora una bella donna, vestita con un tailleur grigio, camicetta bianca, scarpe decolté nere con almeno dieci cm di tacchi anche se lei è già alta, biondo cenere, con due occhi azzurri capaci di penetrare nell’anima; inizio a capire cosa possa provare mio marito. Lei mi rivolge appena uno sguardo, ma è sufficiente a mettermi a disagio. Esauriti i convenevoli ci saluta e se sta quasi per andare quando chiede dove potrebbe fare un po’ di shopping e aggiunge di sicuro la sua signora avrà dei negozi da consigliarmi. Ma certo le dico, cosa vorrebbe acquistare in particolare? Mio marito dice mia moglie sarà felice di accompagnarla di persona. Davvero? Non le dispiace cedermi la sua signora per il pomeriggio? Sempre che lei sia d’accordo naturalmente. A quel punto ovviamente non potevo che acconsentire.
Lasciato mio marito ci incamminammo verso i migliori grandi magazzini di Berna il Globus. Mi chiede se non trova Berna monotona e noiosa. Devo aver avuto una strana reazione perché ha subito aggiunto, vedo che la mia fama mi precede. Non glielo chiedo perché sto per far fuori suo marito, almeno al momento non ne avrei ancora motivo, ma semplicemente perché trovo tutte le città svizzere estremamente noiose. Cerco di dare una risposta diplomatica, sì effettivamente non offre una vita mondana molto vivace, ma si compensa con la tranquillità e la qualità dei servizi. Mi sono sentita stupida a dare quella risposta. Di cosa si occupa oltre a fare la moglie? Collaboro con una galleria d’arte, sono laureata in belle arti e faccio un po’ da consulente. Allora se decidessi di investire in arte la terrò presente. Arrivate al negozio le dico che l’abbigliamento per donna è al secondo piano. Cammina con fare un po’ annoiato tra i vari reparti senza fermarsi mai a guardare niente. Probabilmente è abituata a ben altri store. Arrivati al reparto biancheria intima mi dice che non si sarebbe spettata una simile scelta, in effetti ci sono molti brand famosi, anche quelli più intriganti come Agent Provocateur. La commessa avendo fiutato qualcosa si avvicina e inizia a farle vedere vari completi tutti molto belli e costosi. Ne sceglie uno nero e l’altro grigio perla e va in camerino. Do un’occhiata anch’io, sento che mi chiama, mi avvicino, mi dice di entrare, la trovo con indosso il completo nero reggiseno e una culotte molto fasciante, devo dire che abbastanza uno schianto. Come mi sta? Molto bene direi, lo trovo un completo di classe. Bene lo prendo. In un secondo si toglie tutto e resta nuda ad eccezione di un tanga sempre nero che lascia intravedere il triangolo del pube; il seno è piccolo e sodo. Senza imbarazzo prende il completo grigio e lo indossa. E questo come va? Bello anche questo. Ottimo li prendo entrambi. Esco un po’ scombussolata. Chissà cosa dirà mio marito quando glielo racconterò. Mentre l’aspetto prendo un completo composto da reggiseno e una culotte che fa anche da reggicalze. Mentre curioso lei esce dal camerino sceglie altri due completi, poi prende anche quello che avevo guardato io e acquista tutto per un totale di più di mille franchi. Bene adesso possiamo andare a spiluccare qualcosa e poi la lascio andare. Se non le dispiace andrei al mio hotel così non vado in giro con i pacchetti. Arrivati all’hotel si dirige verso l’ascensore, faccia con calma l’aspetto qui. No salga con me, ordiniamo qualcosa in camera. La cosiddetta camera è una suite arredata con mobili classici con ampio salotto con vista sulla città e camera da letto e immensa stanza da bagno.
Cosa vuol ordinare dice dandomi il menu. Scelgo un club sandwich, tira su il telefono e ne ordina due e una bottiglia di champagne. Mi dicono che ci vorrà un po’ di tempo, mi dice con tono scocciato. Poi mi porge uno dei pacchi e mi dice questo è per lei. Sorpresa lo apro e c’è il completo che stavo guardando con in più delle calze velate. Evidentemente mi aveva vista mentre lo guardavo. Non doveva disturbarsi, non posso accettare davvero. Voglio assolutamente che lo tenga, mi dice con un tono che non permette replica. Anzi lo provi così se la misura non va può andare a cambiarlo subito. La richiesta mi mette a disagio, ancora una volta se ne accorge, non si faccia problemi come lei ha visto me io vedrò lei. Sono confusa, non so cosa fare, poi pensando anche alle paure di mio marito, penso sia meglio non contrariarla. Vado in bagno e indosso il completo e le calze. Le misure sono perfette, ha occhio. Mi guardo nello specchio e mi trovo bella: terza di seno, pancia piatta, gambe sode e un culo che non ha ancora perso la battaglia con la forza di gravità. Esco un po’ imbarazzata, lei è seduta sul bordo del divano. Le mani in grembo che mi osserva. Ti sta molto bene, che numero di scarpe porti? Il 39 rispondo. Il mio stesso numero. Si alza va all’armadio e torna con un paio di La Boutin dal tacco vertiginoso. Mettile. Un po’ soggiogata obbedisco. Bene fatti vedere per bene, passeggia davanti a me. Non sei bellissima ma fai la tua figura. Il commento mi urta un po’, mi avvio verso il bagno per cambiarmi. Fermati non ho finito, anzi ho appena iniziato con te. Non riesco a reagire. Avanti passeggia avanti indietro, immagina di essere una modella che sfila. Non so perché ma lo faccio. Brava, adesso vieni qui. Mi avvicino, la sua mano risale sulla mia gamba e si ferma sul bordo della calza. Da brava non squadrarmi dall’alto in basso, inginocchiati accanto a me così ti posso guardare negli occhi. Mi ritrovo a guardare quegli occhi freddi azzurri che mi scavano l’anima. Non mi sono sbagliata su di te, fin dal primo istante ho capito che siamo complementari. Non capivo dove andasse a parare. Si alza va di là e torna tenendo tra le mani un collare di cuoio alto quattro centimetri con un anello davanti. Sono incapace di qualsiasi reazione. Me lo cinge al collo dicendo adesso sei quasi perfetta. Mettiti a quattro zampe. Sono sempre più confusa ma la assecondo. Sento che attacca qualcosa all’anello, è un guinzaglio! Si alza e mi porta in giro per il salotto. La seguo docilmente, non riesco a ribellarmi. Si ferma, lascia cadere a terra la gonna, non porta più biancheria intima. Torna al divano, si siede sul bordo, io la seguo come fossi il suo cagnolino, allarga le gambe, posso vedere gli umori che brillano sulle piccole labbra. Tira il guinzaglio, finché non mi ritrovo con il viso a pochi millimetri dal suo fiore umido, sento la fragranza della sua figa. Allora cosa aspetti? Sai cosa voglio che tu faccia. Non mi muovo, potrei alzarmi e andare via ma non lo faccio. Lecca! E così inizio a leccargliela. Sento il suo sapore acidulo sulla lingua. Continuo a leccare. Mi prende la testa e me la schiaccia contro se stessa. La penetro con la mia lingua a più non posso. Mi libera, metto le mie mani sulle sue cosce e affondo sempre più in lei. Mi concentro sul suo bottoncino e sento che la mossa le piace. Mmmmm brava continua. Infilo due dita dentro la sua vulva bagnata, entrano facilmente, inizio a stantuffarla in modo abbastanza violento. Sì, sì continua, così! Ed ecco che sento un gemito, sta godendo, la puttana sta venendo e sono stata io a farla venire. Stacco la testa dal suo corpo, sento il mento bagnato dai suoi umori alla mia saliva. Sono fradicia anch’io e non solo sul viso. Adesso tocca a te mi dice. Si alza e sempre al guinzaglio mi conduce verso il letto. Mi fa sistemare a pancia in su e tira fuori dall’armadio una sbarra con ai lati due cavigliere di cuoio che mi fissa subito. Poi ecco un nastro di nailon che fa passare intorno alla testiera del letto con cui mi lega i polsi. Sono completamente a sua disposizione, ma lo ero già prima. Mi fissa con uno sguardo di compiaciuto e poi inizia a leccare il mio fiore. E’ brava mia dà molto piacere. Si stacca prende ancora qualcosa dalla valigia. Indossa uno strap-on, e mette sul comodino una serie di dildo di varie dimensioni ma tutti piuttosto grandi. Si sente bussare alla porta, si infila l’accappatoio e va ad aprire. E’ il servizio in camera. Entra una donna di colore alta, slanciata. La porta della camera da letto è aperta, mi vede. Le dice, non curarti di lei è tutto ok. Se vuoi domani quando finisci il tuo turno puoi prendere il suo posto e poi ride. Le dà la mancia e la congeda. Eccomi da te. Quale dildo ti piace di più? Mi domanda. Senza attendere risposta ne prende uno lungo circa 20 cm ma che mi sembra molto largo. Lo fissa allo strp-on, sale a cavalcioni, si piazza davanti alla mia bocca. Apri, da brava. Obbedisco. Mi infila in bocca quel cazzo di gomma e inizia a scoparmi. Mi sento soffocare, il gusto è schifoso, uno, due, cinque colpi, non smette. Inizio ad aver voglia di vomitare, si ferma ma lo tiene spinto in fondo alla gola. Lo toglie, sbavo abbondantemente, raccoglie la mia saliva e me la passa sulla figa. Entra piano con due dita, inizia a ruotarle. La cosa è piacevole, mi vergogno ma muovo il bacino per cercarle, ti piace vero cagna? Entra un terzo dito, mi dilata, ma ora la sensazione non è più così piacevole. Toglie le dita, entra con il dildo, che adesso non mi sembra più così grande. Mi scopa. Non riesco a nascondere che mi piace. Ne vuoi di più? Esce. Mi gira e mi mette dei cuscini sotto la pancia. Mi ha fatto assumere una posizione oscena. Sento qualcosa di freddo scorrermi tra le gambe sulla figa. Rientra con le dita. Che stavolta entrano facilmente, troppo. Era un lubrificante. Due, tre, quattro dita, mi sento aperta come non lo sono mai stata. Le dita ruotano, mi sento piena e inizio a provare una sensazione di piacere nuova. Sento venire meno la pressione, poi di nuovo spinge con ancora qualcosa di più grande. Tutte le sue dita sono dentro di me, ruota spinge, non capisco più nulla. Poi un’ultima pressione e tutta la mano deve essere entrata. Non ho mai provato una sensazione così. Inizia ad andare avanti e indietro. Prima con un piccolo movimento e poi poco alla volta accelera. La sensazione è devastante, mi sento umiliata, eccitata e troia. Sto per avere un orgasmo, non mi trattengo e urlo: siiiiiiiii. I muscoli si rilassano, la tensione scompare, crollo. Brava la mia cagna, sembra che ti piaccia essere sfondata, allora non voglio deluderti. Sento il lubrificante scendere in mezzo alle natiche. No, no per favore lì no. Sento il mio buchino violato da un dito e poi due. Sono terrorizzata. Sento il suo corpo sul mio e poi qualcosa mi forza il culo. E’ il dildo. Non Usa nessuna attenzione, il peso del suo corpo e il lubrificante fanno il resto. Mi ha sfondato anche il culo. Mi cavalca ad un ritmo forsennato. Non provo alcun piacere. La sento ansimare e poi venire. Si stacca da me. Mi libera. Vai a lavarti, non puoi tornare a casa così. E ride. Si sgancia lo strap-on e vedo che ha un dildo anche all’interno. Mi sento usata, abusata, figa e culo spaccati. Mi chiudo in bagno piango silenziosamente. Mi lavo e mi rivesto, poi esco. Lei è lì, nuda. Bene credo che abbiamo finito. Dirò a tuo marito che sei stata un’ottima compagnia.
Prendo un taxi. Arrivo a casa saranno passate le 19. Entro, mio marito mi viene incontro. Com’è andata. Lo guardo, rispondo bene ma sono stanchissima, scusa vado a riposare. Mi sento sporca, mi vergogno, mi ha fatto godere come una cagna. Non scendo per cena dico che non sto troppo bene. Trascorro anche la domenica a letto.
Lunedì sera quando rientra dall’ufficio è raggiante. Ottime notizie cara. Andiamo a Londra, mi vuole con lei. Mi sento crollare la terra sotto i piedi.

Per commenti valentinois.2015@yahoo.it

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