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Racconti Erotici Lesbo

Una sera

By 2 Aprile 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Ero andata a trovare una mia amica che aveva una casa al mare, era lì per studiare per un concorso cui teneva molto e l’aveva impegnata per lungo tempo. Aveva ancora una decina di giorni quindi aveva deciso di passarli lì, al mare, per non avere troppe distrazioni. Voleva studiare e basta. Io ero andata il sabato pomeriggio per passare la sera insieme, poi sarei rimasta a dormire e la mattina seguente sarei tornata, questi erano i programmi. Sono arrivata, lei era ancora molto impegnata, ho aspettato che finisse una a parte del suo lavoro, poi abbiamo deciso di uscire, per andare in paese a cenare e fare due chiacchiere. Abbiamo mangiato una pizza, passeggiato con un gelato, poi ci siamo sedute in un bar lungo il mare a bere qualcosa. Era stata una serata molto piacevole, tranquilla, rilassata. Lei voleva proprio distrarsi e io stavo molto bene con lei. Abbiamo cominciato a parlare più o meno seriamente dei nostri compagni, dei problemi, delle cose che andavano bene, un po’ di tutto insomma. Poi siamo rientrate a casa e ci siamo messe in giardino a continuare a parlare. Scherzando, con una birra da bere. Lei mi ha detto che le faceva male il collo per la posizione troppo scomoda che aveva tenuto durante la giornata per studiare, allora mi sono messa in piedi dietro di lei e le ho poggiato le mani sul collo per massaggiarla un po’. Inizialmente non diceva niente, mi ha solo ringraziata, poi però ha cominciato a dirmi che le piaceva molto, che avevo delle mani calde e fatate, che stavano facendo effetto. Insomma che le piaceva molto sentirle sul collo e sulle spalle. Io ero contenta; perché mi piaceva sentire la sua pelle e perché mi piaceva sapere che si stava rilassando e che il dolore le stava passando. E inoltre ero contenta perché anche se non me ne stavo ancora accorgendo chiaramente, provavo un senso di lieve eccitazione.

Ero lì, in silenzio, che sentivo crescere quella piacevole sensazione. Lo cominciavo a comprendere pienamente. E penso che anche lei stesse provando qualcosa di simile. Aveva smesso di parlare, diceva soltanto quanto le piaceva, ogni tanto. Si stava rilassando. Poi, rompendo il silenzio, le ho chiesto se avesse mai avuto un’esperienza con una donna. Mi è venuta voglia di chiederle questo, perché volevo sapere, volevo sapere se stava pensando le stesse cose mie o comunque volevo che pensasse a quello. Mi ha risposto con calma, facendo passare qualche secondo in più del necessario. E mi ha detto che le era capitato, da ragazza, di avere un paio di esperienze. diverse tra loro.

Le ho chiesto di parlarmene, di dirmi qualcosa di più, se le andava. Lo ha fatto, chiedendomi però di continuare a massaggiarle il collo e le spalle. Non avevo alcuna intenzione di smettere in effetti, quindi ho continuato.

Mi ha raccontato di quello che le era accaduto durante una vacanza con alcuni amici universitari. Dormiva in tenda con una sua compagna di università. Una sera, era rientrata praticamente ubriaca da una serata in discoteca passata con gli altri compagni di viaggio e anche la sua amica era piuttosto brilla. Si erano messe a letto nei rispettivi sacchi a pelo ma poi, dopo pochi minuti, la sua compagna si era avvicinata a lei, le aveva preso la mano e se la era portata sul viso. Poi sulla bocca. E poi l’aveva baciata. Era rimasta per un momento sorpresa, ma poi forse l’alcol, le aveva fatto perdere ogni inibizione e aveva ricambiato il contatto.

Mentre mi raccontava molto lentamente quello che le era capitato, io continuavo a sentire le sue spalle nelle mie mani, e poi passavo anche sulla testa, dietro alle orecchie. Sentivo che le provocava piacere, che la eccitava. E lei sentiva sicuramente quanto il suo racconto eccitasse me. Glielo ho detto, che era molto eccitante. E lei mi ha detto che lo era anche per lei, ricordarlo. Ma ha aggiunto che lo era anche sentire le mie mani sul collo.

Così ho deciso che era il momento, era il momento di assecondare la voglia che avevo e sono scesa a darle un bacio lieve sul collo. Poi sulla spalla, poi ancora sul collo. E lei, continuava a raccontarmi di quel rapporto in tenda.

Era meraviglioso, saliva l’eccitazione tra le gambe e nella mia testa.

Mi ha chiesto se anche io avessi mai avuto un’esperienza con una donna. Le ho detto di sì, che l’avevo avuta e che mi era piaciuto molto.

Ha sorriso e ha chiesto di continuare ancora con il massaggio. Sono scesa con le mie labbra verso il suo collo e le ho aggiunto che se fosse ricapitata l’occasione non credo che mi sarei potuta tirare indietro.

Lei si è girata, mi ha guardata. E ha avvicinato le sue labbra alle mie. Ci siamo baciate. Erano calde. Erano morbide. Erano buone. Le nostre lingue si sono unite, molto lentamente, quasi timidamente. Senza nessuna fretta. Con tanta eccitazione.

Mi ha detto che nemmeno lei si sarebbe tirata indietro.

E mi ha baciata di nuovo. Ero in piedi e lei seduta. Le ho detto che avrei voluto fare una doccia. Insieme a lei.

Si è alzata e ha detto di andare. Le ho chiesto di darmi il tempo di fumarmi una sigaretta. Anche lei ne aveva voglia. E facendolo ha cominciato a spogliarsi, parzialmente. Ogni tanto ci riavvicinavamo per sentire le labbra unirsi. Per sorriderci. Per stringerci. Eravamo due ragazzine eccitate. Un po’ imbarazzate ma piene di voglia di averci. Che cercavano di farlo con calma, per godersi ogni attimo, ma che avevano allo stesso tempo una voglia impellente.

In pochi minuti è rimasta con le mutandine e la maglia addosso. Era eccitante, aveva un perizoma molto eccitante, un sedere molto bello, che ho sfiorato.

Siamo entrate per andare verso il bagno. Lì mi sono spogliata anche io, come se fosse la cosa più naturale del mondo. ma ero su di giri, mi piaceva troppo l’idea di mostrarmi nuda, mi piaceva il modo in cui mi interrompeva per mettere le sue labbra sulle mie. Mi piaceva come mi ha guardata quando ho tolto il reggiseno. Come mi ha baciato velocemente i capezzoli duri. Mi piaceva come mi ha guardata quando ho levato le mutandine. Come ha sorriso alla vista del mio sesso glabro.

Mi eccitavano i suoi occhi addosso, quasi come le sue labbra calde sulla mia bocca. E la guardavo, con desiderio, levare i rimanenti indumenti, rimanere nuda davanti a me, con i suoi pochi peli tra le gambe. Con il suo seno morbido, che non vedevo l’ora di stringere tra le mani. Mi eccitava guardarla nuda di schiena mentre regolava la temperatura dell’acqua. Mentre entrava, facendomi spazio.

Il piacere dell’acqua tiepida che scivolava sulla pelle si univa al piacere dei nostri corpi che si sfioravano. Delle nostre bocche che si univano, sempre più spesso.

Ho cominciato a lavarla, con il bagnoschiuma. A provare quella bellissima sensazione di passare le mie mani sul suo corpo. Sui suoi seni. Così morbidi e così eccitanti. E la sensazione di sentire i capezzoli tra le dita. Di insaponarla, di toccarla. Di prendere le sue natiche tra le mani, di sentire le sue mani che toccavano le mie, le stringevano. Il piacere crescere all’inverosimile. E poi ho sentito la sua mano scendere tra le mie gambe. So solo quanto mi eccitavano le sue dita dolci lì, intorno, e poi anche dentro. Piano, dolcemente. Le gambe mi reggevano poco. E volevo farle sentire la mia bocca sul corpo.,volevo sentire la sua sul mio.

Mi sono messa dietro di lei, baciandole il collo sotto il getto dell’acqua. Ho passato le mani sulla sua pelle, ovunque, abbracciandola. Sentivo il mio corpo nudo premere sul suo. La toccavo, la baciavo. Sentivo quanto le piaceva e le dicevo quanto piacesse a me. Le mie mani tra le sue gambe. Poi il piacere, suo, crescente, inarrestabile. I gemiti, i tremori. L’orgasmo, nella mia mano. Con l’acqua calda che scorreva.

Si è girata, sorridendo. Baciandomi, ancora. è scesa giù, davanti a me, abbassandosi in quello spazio angusto.

La sua bocca, la sua lingua; è bastato poco, molto poco, per darmi tutto quel piacere.

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