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Racconti Erotici Lesbo

Viaggio in America

By 24 Giugno 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Salve, vi ricordate di me? sono Adriana, quelli che hanno seguito la mia storia, quando raccontai le mia avventure durante una trasferta di lavoro, sanno già che lavoro per una multinazionale, e che in occasione del recente Congresso organizzato dalla casa madre, sono stata promossa al rango di Supervisor delle attività di Research and Developments della Società.
Premesso questo, ora, accompagnata dalla mia Assistente Daniela, sto per imbarcarmi sul volo 187 della Delta Airline, che dall’aeroporto di Tessera, da Venezia ci porterà al Kennedy Airport di New York.
Per il viaggio siamo anche limitate dai regolamenti riguardanti il peso ed il numero dei bagagli.
Così i documenti, le carte di credito ed i soldi sono nelle tasche interne del giubbotto di jeans, e li mio unico bagaglio a mano &egrave il mio portatile.
Indosso una gonna di jeans, lunga fino a sopra il ginocchio, il giubbotto di jeans ed una canotta bianca di cotone che mi fascia il busto, mettendo in risalto le mie belle tettine, gambe nude ed ai piedi calzo scarpe da ginnastica comode.
Da parte sua Daniela &egrave euforica, all’estero non &egrave mai andata più lontano di Parigi ed il pensiero di andare a New York la manda letteralmente fuori di testa.
Anche Daniela per il viaggio si &egrave vestita quasi come me, comoda, l’unica grande differenze sta nel fatto che lei indossa una minigonna assassina, mettendo così in mostra, forse anche troppo, le sue belle gambe.
Daniela &egrave una bella ragazza, solare, con tutte le curve al posto giusto e nella misura giusta, fino al Congresso era la mia segretaria, ma quando l’Executive Vice-President per il settore Research and Developments mi ha promossa al rango di Supervisor di quel ramo di attività, ha promossa anche lei, e così da segretaria &egrave diventata assistente, in questo modo, non mi molla mai di un passo.
Il mio rapporto con Daniela, non &egrave soltanto informale, ma &egrave anche molto intimo … beh avete capito o no?
Ci comportiamo con molta cautela e discrezione, visto che dopo aver trovato Antonio, mio marito, nel letto coniugale nudo intento a sodomizzare un giovanotto sui 20 anni, ho chiesto il divorzio e quindi la prudenza &egrave di rigore.
Ma ora per una decina di giorni staremo lontano e libere, ovviamente nei limiti del buon gusto, non sono un esibizionista e non mi piacciono certe ostentazioni.
Daniela sarebbe molto più libera di me, tanto lei non rischia niente, ma si adatta ai miei desideri.
Ci chiamano per ì’imbarco e ci avviamo.
Viaggiamo in Business Class ed invece di essere in tre per fila di poltrone, siamo in due e possiamo muoverci con un po’ più di libertà.
Appena sistemate, Daniela mi prende la mano e la stringe delicatamente, avvicina il viso per parlarmi piano.
‘Dottoressa, che bello .. andiamo lontano insieme, libere di fare quello che vogliamo … vero amore?’
Sorrido ma devo darle una calmata, so che lo prenderà male, ma non posso fare diversamente.
‘Daniela amore, potremo fare quello che vogliamo solo di notte, in pubblico dovremo per forza mantenere un atteggiamento professionale, ricordati che l’America &egrave uno strano paese, pieno di contraddizioni, dove hanno inventato lo strip-tease, dove &egrave nata la rivoluzione sessuale, il Gay pride ed il Boy love day, ma &egrave anche un paese di puritani, già il mio capo non sarà felice di sapere che sto divorziando e non voglio dargli altri dispiaceri.’
Come avevo previsto Daniela non era per niente soddisfatta della mia risposta e mise il broncio.
Normalmente quando fa così gliela dò vinta, ma in questo caso non voglio e soprattutto non posso, le dò un fugace bacio sulla guancia e questo basta a farle tornare il sorriso.
Cambia tattica, non smette di un istante di stuzzicarmi, una stretta di mano, una carezza, tanto veloce da non lasciarmi la possibilità di impedirla, sulla coscia, oppure sul ginocchio o sul pancino, insomma dove arriva la mano, agisce lentamente, ben sapendo di eccitarmi così, e sa anche che presto o tardi riuscirà a stringermi il viso fra le sue cosce.
Il fatto &egrave che lo so anche io, e questa prospettiva aumenta la mia eccitazione, mi sento bagnata al punto di dover andare in bagno per cambiarmi il salvaslip.
Sono eccitata al punto che, quando mi tocco la micina per asciugarla l’orgasmo mi sorprende, violento ed inatteso.
Vedendomi andare, Daniela sorride soddisfatta, sa cosa mi succede e già si gode della sua … diciamo vittoria, pensando agli sviluppi della situazione.
Torno al mio posto, incontro il suo sguardo tra il preoccupato e l’interrogativo, mi sorride gentilmente e parlando piano mi chiede
‘Dottoressa … stai bene?’
Quella sfacciata mi prende in giro? … ha anche il coraggio di chiedermi se sto bene … da quando siamo in volo, non mi ha dato un solo momento di tregua, la sua mano era sempre su di me .. non saprei se baciarla o darle uno schiaffo.
Ovviamente non faccio niente di tutto ciò, né bacio e neanche schiaffo … non diamo spettacolo! … mi sistemo al mio posto e le prendo la mano stringendola forte nella mia, almeno così non potrà più dare sfogo al suo sadismo e torturarmi con le sue toccatine.
Daniela capisce benissimo la mia mossa, ma non &egrave che desiste del tutto, avvicina la bocca al mio orecchio
‘Eri bagnata dottoressa? sei venuta? dai amore dimmelo ti prego .. mi eccita saperlo.’
Più che le sue parole, sento il suo alito caldo e la punta della sua lingua che mi sfiora il lobo … la mia micina trema e torna ad agitarsi … sento l’umidore del desiderio fra le cosce … scosto il viso e la fisso… mormoro
‘Daniela amore mio, sei una vigliacca, non te lo dico, prima mi fai tribolare ed ora vuoi anche sentirmelo dire … no tesoro non te lo dico .. ma aspetta questa notte e te la faccio pagare.’
Lei non se la prende, anzi ridacchia
‘Aspetto questa sera … sono pronta a pagare.’
Ma in un modo o l’altro mi vuole tenere sulla corda, non potendo più usare la mano si affida alle parole.
‘Dottoressa … sai che penso ancora all’ultima notte a San Remo e tu te la ricordi?’
Scuoto il capo divertita
‘Certo che me la ricordo, sarebbe difficile dimenticare.’
‘Ah … allora anche tu ci pensi … dottoressa sono tutta bagnata … vuoi sentire?’
Così dicendo scosta le ginocchia, sa benissimo che non posso palparle la figa ora, con l’hostess che va e viene, sempre premurosa nel chiedere se ci serve qualcosa.
Questa ha capito i nostri maneggi, perché si allontana, per poi tornare con una leggera copertina di cashmere che ci sistema sulla gambe, coprendoci anche le mani, mi fa l’occhiolino accompagnato da un sorriso smagliante.
E’ una bella ragazza, bionda, alta, un bel viso acqua e sapone, un bel corpo ed un bel seno ben fasciato nella divisa.
Si china su di me e mormora piano
‘Anything you need, just tell me, here I’m if you want.’
Cavoli più chiare di così, non si può, le sorrido senza rispondere, ma lei di certo capisce che ho capito, sorride e mi porge un biglietto con un nome, un indirizzo ed un numero di telefono.
Daniela non conosce bene l’inglese, lo legge, lo scrive, con l’aiuto di un buon vocabolario, senza troppe difficoltà, riesce a fare discorsi non troppo complicati, ma capirlo al volo &egrave diverso, comunque senza capirlo ha intuito cosa diceva l’hostess e poi quel biglietto che vorrebbe strapparmi dalle mani per distruggerlo.
‘Dottoressa, cosa vuole da te quella lì?’
Ora sono io a volermi divertire un po’ alla sue spese, una volta per uno …
‘Ho fatto una conquista tesoro, tutto lì.’
Diventa rossa in viso
‘E quel biglietto? cos’&egrave?’
Senza mostrarglielo rispondo
‘Il biglietto? … ah sì! niente di particolare, il suo nome, il suo indirizzo ed il suo numero di telefono.’
Aggrotta la fronte
‘Dai dottoressa buttalo via, non vorrei mica farmi questo … vero?’
Mi guarda ansiosa sull’orlo del pianto.
‘Ma dai stupidina, sei gelosa? cosa vai a pensare?’
‘Allora buttalo via.’
‘Lo farò, ma non adesso, non sarebbe gentile farlo così, lasciamole le sue illusioni.’
Non &egrave convinta e non lo nasconde.
‘Dottoressa non &egrave che lo vuoi tenere per un altra volta.’
‘Calmati Daniela, niente di tutto questo, ora proviamo a riposare perché oggi sarà una giornata di oltre 30 ore. ‘
Mi sistemo bene, reclino lo schienale del sedile, i tappi nelle orecchie e la mascherina sugli occhi proverò a dormire almeno un paio d’ore.

per commenti brubu@yahoo.it L’aereo atterra al Kennedy Airport in perfetto orario, il solito rito, l’altoparlante ci invita a raggiungere il proprio posto, a spegnere le sigarette, e ad allacciare le cinture.
A questo punto arriva l’hostess che col pretesto di aiutarci con le cinture ci accarezza i fianchi e ci sfiora il pancino tenendo la mano piuttosto bassa, prima a me poi a Daniela, ci sorride e poi si allontana, ci guardiamo un po’ sorprese, ma subito Daniela lascia correre la sua immaginazione.
‘Cavoli dottoressa, quella fa sul serio, sembra che non le basta una … ne vuole due.’
Ridacchio, tentando di nasconderlo ma sono turbata, e rispondo
‘Ma non eri pronta a farmi una scenata di gelosia?’
Si fa seria
‘Non scherzare dottoressa .. non giocare col mio cuore ti prego.’
Le accarezzo la guancia piano
‘Daniela … non fare così tesoro, chi vuole giocare con il tuo cuore? io di sicuro no! dai fa la brava bambina, lo sai che ti amo.’
L’aereo rulla sulla pista, si ferma e ci prepariamo a sbarcare, ora dovremo recuperare i bagagli e passare al controllo dell’immigrazione.
Vicino al portellone, quando ci presentiamo per scendere, si trova la solita hostess ci saluta con un sorriso ammagliante e mi dice veloce
‘Wait for me at the immigration desk, I’ll be there very soon.’
Annuisco non c’&egrave tempo per fare discorsi, scendiamo, saliamo sulla navetta che ci porta all’aerostazione.
Daniela che non ha afferrato il discorso mi chiede
‘Cosa diceva l’hostess.’
‘Di aspettarla al banco dell’immigrazione, che presto ci avrebbe raggiunte lì.’
Daniela sembra sorpresa ed anche sospettosa
‘Ma cosa vuole da noi quella?’
‘Non lo so tesoro, o piuttosto lo so anche troppo bene, cerca la nostra compagnia … ma vedremo.’
Il discorso finisce lì, andiamo a ritirare i nostri bagagli e seguendo le indicazioni ci avviamo verso il controllo dell’immigrazione.
Ed ecco la sorpresa, l’hostess ci aspetta con un paio di moduli in mano, con un gesto ci invita a seguirla in una stanzetta, dove troviamo un tavolo e delle sedie, ci consegna i fogli invitandoci a compilarli.
Verrebbe da ridere nel leggere le domande, per esempio ti chiedono se vieni con l’intenzione di compiere atti contrari alle leggi degli Stati Uniti … ma lasciamo perdere, li compiliamo.
La ragazza ci chiede i nostri passaporti e se ne va con i moduli compilati, dopo 10 minuti circa torna con i passaporti timbrati e ce li consegna con un grande sorriso.
‘Here you are… welcome in the States.’
La curiosità &egrave troppa e chiedo
‘Why are you doing this? you should not do that.’
Si mette a ridere
‘I saw you on the plane, you were just so lovely together, now I must leave you, my girl friend is waiting for me, have a good time in New York, if you want call me on the phone I’ll be glad to see you again.’
Detto questo ci stampa, a tutte e due, un bacio sulle labbra e va via.
Usciamo dalla saletta e vediamo gli altri passeggeri ancora in coda al banco dell’immigrazione.
Passiamo alla dogana senza problemi, abbiamo visto la nostra amica scambiare qualche parole con il doganiere.
Penso che siamo state veramente fortunate di incontrare quella ragazza che ci trova ‘so lovely’.
Ci aspetta un autista che innalza una specie di cartello con il nome della nostra ditta, ci facciamo riconoscere ed eccoci in macchina in viaggio per Rochester a nord est di NewYork verso il lago Ontario.
In meno di un ora siamo in albergo, dove ci sono riservate le camere, ci affrettiamo a cambiarci, mentre l’autista ci aspetta.
L’Executive Vice-President ci accoglie molto bene, ci accompagna nella dinner room dei manager, dove ci viene servito un pasto veloce.
Dopo di che, ci presenta ai membri del suo staff, nel quale entriamo a fare parte, mette a nostra disposizione un ufficio, una segretaria ed anche una macchina con autista per i spostamenti da e per l’albergo.
Più che prendere possesso del nostro ufficio e sistemare le carte messe a nostra disposizione non facciamo, siamo un po’ frastornate e poi c’&egrave il cambiamento di fuso orario, così quando l’orologio segna le 18, ci affrettiamo a tornare in albergo.
Le nostre camere sono vicine, così dopo aver sistemato le nostre cose negli armadi e cassetti, ci fermiamo in camera mia, e subito Daniela viene a farsi coccolare.
‘Dottoressa, finalmente sole, baciami … sono ore che aspetto un tuo bacio.’
Mi porge le labbra ed io la bacio, so già come finirà, in effetti non ci vuole molto tempo e le nostre mani già si danno da fare per liberarci dei vestiti.
Siamo nude, strette l’una a l’altra, le bocche incollate, le lingue intrecciate, le mani che accarezzano, le tette sue schiacciate sulle mie, le micine si toccano, ci stacchiamo.
Le bacio il collo, le spalle, la lecco sotto le ascelle e sul seno, le succhio e le mordicchio i capezzoli, e così le labbra e la lingua scendono sul busto, sul ventre, fermandosi a stuzzicare un istante il grazioso ombelico ornato da un piccolo piercing ed ecco raggiunto la fonte del piacere-
Mordicchio le grandi labbra, la lingua va a solleticare le piccole labbra e poi a picchiettare il clito.
Daniela schizza letteralmente in orbita … si morde il lenzuolo per non urlare … mi stringe la testa contro il suo fiore … solleva il bacino …
si spinge quasi volesse farmi entrare dentro di sé …
Viene all’improvviso inonda la mia bocca e mi bagna il viso del suo piacere,
ansima e piano si calma.
Riesce a mormorare
‘Dottoressa ti amo … sono tua … baciami ti prego.’
Ed io la bacio con passione.
Siamo nella classica posizione del 69 e le nostre lingue stanno esplorando le nostre fighe.
Dopo aver aspettato sin dalla mattina, ci voleva, non si poteva più rimandare, gli orgasmi si succedono perché non ne abbiamo mai abbastanza, finché sfinite ci dobbiamo arrendere, non ce la facciamo più.

per commenti brubu@yahoo.it
Da tre giorni siamo a Rochester, ho avuto la possibilità di leggere le relazioni che i vari centri di ricerche mandano regolarmente alla casa madre all’attenzione dell’Executive Vice-President.
Sono sorpresa, da quella documentazione risulta chiaramente che il mio capo ha in mano tutti gli elementi necessari per coordinare le attività del settore.
Mi viene il dubbio che mi ha chiamata per la mia avvenenza avendo fatto qualche pensierino su di me, ma d’altra parte si comporta sempre molto correttamente e niente potrebbe fare pensare ad un secondo fine.
In alternativa si potrebbe pensare che egli non si fida della gente che lo circonda e che voglia un altro punto di appoggio.
Il cambiamento avviene quando gli presento i primi risultati del mio lavoro, ho scoperto che il Giappone ed il Brasile conducono studi paralleli senza mai scambiarsi la minima informazione, lo facessero i risultati arriverebbero prima ad un costo minore.
Una situazione quasi simile esiste fra gli Stati Uniti e l’Australia dove sono in corso ricerche complementari
Venuto a conoscenza di questi fatti il mio capo, non la prende bene, perché sembra che quelle relazioni si fermano in segreteria o comunque per strada.
Mi dice di avermi scelta perché, bene impressionato dalla mia relazione al Congresso, e nella speranza di ottenere il risultato che gli porto adesso.
Tutto questo fa che alcune teste cadono, ed anche che la mia posizione nell’azienda si rafforza, sono in una posizione di staff non ho poteri decisionali, ma indirettamente indirizzo le decisioni del capo.
Ovviamente tutto ciò non mi rende molto popolare nell’ambiente, la prova ne &egrave nel nomignolo poco lusinghiero che mi viene affibbiato, ma lo dice, un po’ imbarazzata, la segretaria, mi chiamano ‘the italian bitch’, ossia per chi non capisce, ‘la puttana italiana’, ma veramente non me ne può fregare di meno.
Quindi se dal punto di vista professionale posso ritenermi gratificata, per il resto devo confessare che stare a Rochester non &egrave la nostra massima aspirazione.
E’ una città industriale, oltre alla nostra azienda, vi hanno sede la Bausch & Lomb. la Kodak e la Xerox, ma come vita notturna o semplicemente culturale. oltre a birrerie e fast food, non presenta molto, e così ci annoiamo, perché le mostre di fiori o di giardino possono certamente interessare le casalinghe, ma non rientrano nelle nostre aspirazioni, meno male che ci facciamo compagnia.
E’ così che questa sera, dopo esserci sfinite a fare l’amore, Daniela mi chiede
‘Dottoressa, hai ancora l’indirizzo della nostra amica hostess?’
La domanda mi sorprende
‘Sì dovrei averlo ancora, perché?’
‘Perché non le telefoni? così combiniamo per una visita a New York, prima di morire di noia qui.’
Rimango pensierosa un attimo
‘Ehm si può fare.’ poi con una punta di ironia aggiungo ‘Sei pronta ad affrontare la concorrenza?’
Subito Daniela si innervosisce
‘Dottoressa … non dire queste cose neanche per scherzo .. non voglio concorrenza.’
Ridacchio e la bacio sulle labbra
‘Tacci stupidina … tu mi basti e poi ti amo.’
Penso che dovrò imparare a misurare le mie parole se non voglio storie con Daniela, lei non accetta di scherzare su certi argomenti.
Veramente la prospettiva di andare a New York e di incontrare quella bella ragazza mi piace, non perché mi faccio certi pensieri su di lei, ma semplicemente mi &egrave simpatica.
Cerco nella mia borsa, finché trovo il biglietto, Daniela mi sta addosso spingendomi a telefonare, e mi molla soltanto quando prendo il telefono e compongo il numero.
Siamo fortunata, la nostra amica risponde subito e quando le dico che siamo quelle ‘just so lovely’ scoppia dal ridere.
Mi dice che credeva che non l’avremmo mai chiamata, mi chiede dove siamo ora, e quando le dico che stiamo a Rochester si sorprende e mi chiede cosa ci facciamo in quel posto, le rispondo che ci lavoriamo.
Ovviamente tutta la conversazione si svolge in inglese, e Daniele &egrave molto attenta cercando di cogliere le sfumature, &egrave gelosa e non riesce a nasconderlo, ci prova senza successo, non vorrebbe farmelo capire perché, da ragazza intelligente, sa che se si scopre troppo mi trovo in vantaggio su di lei, lo so anche io, ma non intendo farglielo pesare.
Ci accordiamo per la serata di domani, ci sconsiglia di usare la macchina, non conoscendo la città, rischiamo di finire imbottigliate in un ingorgo stradale, seguendo le sue indicazioni prenderemo il treno dei pendolari, il shuttle, come lo chiamano qui, che collega Rochester alla stazione di Gran Central e poi il taxi.
E così giunge la serata della trasgressione, ci prepariamo per bene, ben pettinata e truccata, indosso la mia minigonna nera di tessuto elasticizzato, una camicetta bianca di seta lasciando due bottoni sbottonati, niente reggiseno, autoreggenti color carne velatissime, décolleté di vernice nere con tacchi da 13 cm. ed un bolero di velluto nero.
Anche Daniela si veste con cura, un miniabito di seta, color crema, che lascia una generosa vista del suo bel seno, uno spolverino blu scuro, autoreggenti bianche, e gli immancabili stivali, con tacchi vertiginosi, che salgono oltre il ginocchio.
Pettinata bene, un leggero trucco, una nuvola di profumo, &egrave uno schianto, &egrave irresistibile, e me ne accorgo, dagli sguardi degli uomini che incrociamo appena usciamo dall’albergo.
A dire il vero fa effetto anche su di me, mi sento le farfalline nello stomaco e la mia micina trema.
‘Tesoro chi vuoi conquistare questa sera? sei bellissima.’
Arrossisce, strano non le capita quasi mai, lei &egrave tosta e non si scompone facilmente
‘Dottoressa non devo conquistare niente … ho già quello che voglio .. ma se vuoi fare confronti devo presentarmi al meglio.’
Scuoto il capo leggermente divertita
‘Daniela tesoro mio … ma cosa ti fa pensare che voglio fare confronti?’
Mi fissa
‘Dottoressa niente me lo fa pensare, ma non bisogna mai farsi trovare impreparata.’
Le sorrido
‘Brava … un saggio ragionamento, dai andiamo a divertirci.’
Sul treno non passiamo inosservate, ci spogliano con gli occhi, credo che più di uno ci salterebbe ben volentieri addosso.
E’ divertente vedere tutti quei uomini, dal più giovane al più anziano, il quale probabilmente avendoci a disposizione rischierebbe l’infarto senza essere capace di combinare niente.
Daniele si diverte un mondo, si guarda in giro con aria maliziosa, tanto che mi sento di richiamarla.
‘Daniela tesoro, hai voglia di farti stuprare sul treno? dai comportasti bene, smetti di lanciare sguardi assassini.’
Scuote la testa
‘Uffà dottoressa .. con te non posso mai divertirmi.’
La fisso
‘Cosa intendi? non ti diverti più con me, fino a ieri sera mi davi l’impressione di divertirti molto … va bene né prendo atto.’
Subito corre ai ripari
‘Dai dottoressa, non capire male, dicevo così tanto per dire, ma con te non &egrave un divertimento … &egrave meglio … &egrave amore.’
Avvicina la bocca al mio orecchio
‘Dottoressa .. lo sai che ti voglio … mi &egrave venuta voglia di baciarti e di fare l’amore … ho la fighetta in fiamme per colpa tua … e la tua come sta?’
Penso … la mia fighetta a sentirla si bagna … cavoli come &egrave capace di eccitarmi questa porcellina
‘Daniela la mia sta bene … ti vuole ma non &egrave il caso di pensarvi ora sul treno.’
Mi sorride
‘Allora sei bagnata anche tu dottoressa … che bello … sapessi quanto mi piace saperlo.’
Cavoli … ma quella non pensa ad altro … ed io che credevo di essere calda di temperamento.
‘Daniela lascia perdere .. non sta bene presentarsi dalla gente con le mutandine bagnate.’
E lei ride non mi da retta .. si diverte e mi stringe forte la mano nella sua.
Fortunatamente il viaggio &egrave breve, senno potrei diventare isterica dalla voglia prima di arrivare a New York.
Giungiamo a New York e prendiamo un taxi per farci portare a destinazione.
La nostra amica abita nel quartiere di Park Slope dalle parti di Brooklyn, pare un posto tranquillo, &egrave lontano dall’idea che normalmente ci facciamo di New York.
Suono il campanello, viene ad aprire una bella ragazza, ha i capelli rossi crespi, &egrave più bassa di me, indossa una maglietta attillata che non lascia niente a l’immaginazione, ed un paio di pantaloncini striminziti, gambe e piedi nudi, ci guarda sorridente e si scosta per farci entrare, sono spiazzata, mi aspettava di vedere la nostra amica.
Si volta e chiama ‘Jane sono arrivate le tue amiche.’
Il suo inglese ha un accento che suona strano alle mie orecchie, più tardi saprò che &egrave ‘hispanica’ come dicono qui, colombiana per l’esattezza.
Arriva Jane, appena uscita dalla doccia, &egrave avvolta in un grande asciugamano, si sta ancora asciugando, viene a stringerci, sentirmela addosso in quel modo, mi fa uno strano effetto, le sue labbra premute sulle mie, e abbracciandola sento la morbidezza del suo corpo sodo.
Va a stringere e baciare Daniela, poi ci presenta la rossa
‘Questa &egrave Melinda, la mia girl friend’ ci dice stringendola a sé.
Ci fanno accomodare, Daniela si leva il polverino, in quanto a me nel giro di 10 minuti, mi sono liberata del bolero,
Ci offrono da bere. un cocktail buono ma alcolico, e le conseguenze sono immediate, sento vampate di calore che salendo dalla micina arrivano alle tette e poi al cervello, ho caldo mi sbottono altri due bottoni della camicetta, ora ho le tette bene in mostra.
Jane finisce di asciugarsi, con la massima naturalezza, si libera dall’asciugamano ed indossa una vestaglietta leggera, tanto da essere quasi trasparente.
Si siede sulla poltrona e prende in braccia Melinda, subito la sua mano si intrufola sotto la maglietta per andare ad accarezzare il seno, ma si sente impedita dall’indumento e glielo toglie mettendo a nudo un paio di tette di tutto rispetto, e le racconta come ci aveva conosciute, era rimasta colpite nel vedere i nostri piccoli maneggi amorosi.
Prendono a baciarsi spudoratamente, senza badare alla nostra presenza, ovviamente questo spettacolo accende le nostre voglie mai sopite, sento le tette gonfiarsi, i capezzoli ergersi duri come chiodini.
Per farla breve, in poco tempo siamo nude tutte e quattro a baciarci ed accarezzarci … Jane viene a baciarmi, mi spinge la lingua in bocca e sento le sue mani sul mio corpo, ricambio le sue attenzioni.
Intanto la rossa si occupa di Daniela che mugola, scambiando baci e carezze.
Andiamo avanti così per un po’, però senza mai arrivare a conclusione, infatti quando ritengono di averci eccitate abbastanza ci lasciano per fare l’amore fra di loro.
Abbiamo troppa voglia, siamo sistemate sul divano in posizione del 69, lecco la figa di Daniela, le mordicchio le grandi labbra, le succhio le piccole labbra, le titillo il clito bevendo la sua rugiada, la scopo con la lingua, tutto questo mentre sento la sua lingua sulla mia micina in fiamme.
Ora, dopo l’orgasmo siamo allacciate, ancora nude, sul divano, appagate ma anche un po’ smarrite, ci guardiamo incerte sull’atteggiamento da prendere,
Daniela ancora sconvolta dall’esperienza mi chiede
‘Dottoressa … cosa ci &egrave successo? se penso a che cosa ero pronta a fare …
mi puoi perdonare?’
Cerco di rincuorarla, anche se sono in preda agli stessi dubbi.
‘Non &egrave successo niente tesoro, non pensarci.’
Le do un bacio sulle labbra per consolarla, e poi il nostro smarrimento dura poco.
Jane e Melinda ci sorridono maliziose, si alzano e vengono a baciarci mettendoci tutta la passione possibile, poi Jane si stacca da me per dirci
‘Benvenute sorelle nella grande sorellanza lesbica di New York, lo sapevo quando vi ho viste sull’aereo che eravate delle nostre.’
Sembra che abbiamo superato un test di ammissione.
Siamo ancora nude, senza darci il tempo di pensarci troppo, Jane ci chiede cosa ci facciamo, due belle donne come noi, in un posto come Rochester.
le spiego che ci lavoriamo, e che in futuro, visto che l’ufficio legale della società si &egrave mosso per farci ottenere un visto d’ingresso permanente, ci torneremo per una decina di giorni ogni mese.
Ed ecco che ci fa una proposta, l’appartamento dove ci troviamo dispone di due camere da letto, una delle quali &egrave inutilizzata, potremmo usufruirne, dividendo le spese di affitto, in questo modo ci guadagniamo tutte noi, loro spendono di meno e noi abbiamo una casa nostra a New York, in un posto molto più allegro dell’albergo di Rochester, e così accettiamo subito la proposta.
Adesso rivestite, ben pettinate e truccate, usciamo, io attaccata a braccetto a Jane, e Daniela mano nella mano con Melinda.
Dopo aver mangiato qualcosa al vicino fast-food, ci portano in un bar, &egrave un posto carino, non c’&egrave confusione, luci soffuse, musica soft, Jane e Melinda sembrano ben conosciute, ma c’&egrave qualcosa di strano, ci sto ancora pensando quando Daniela mi dice
‘Dottoressa, hai visto? qui ci sono solo donne.’
E’ un bar frequentato da lesbiche, veniamo presentate a numerose donne, grandi sorrisi, grandi abbracci, baci a non finire ed &egrave così che entriamo a fare parte di diritto della comunità lesbica di New York.
Di certo il futuro sarà meno noioso dei giorni appena trascorsi-

Per commenti brubu@yahoo.it Ieri sera &egrave stato davvero la serata delle trasgressioni, siamo state letteralmente sommerse di ‘attenzioni particolari’ da parte di quasi tutte le donne presenti, che volevano ‘conoscerci meglio’, non aggiungo altro … beh! avete capito o no!.
Abbiamo bevuto, fin troppo e di tutto, perché tutte ci offrivano da bere, ed era sempre una bevande diverse, avevano un solo punto in comune, l’alto tasso alcolico, abbiamo ballato e siamo state molto corteggiate, anche in modo decisamente aggressivo.
Sono stata palpata, accarezzata e toccata … avevo la camicetta completamente sbottonata e mi hanno leccato le tette e succhiato i capezzoli …. ho visto Daniela issate sopra un tavolo per esibirsi in uno spogliarello integrale degno di una professionista del burlesque.
Eravamo completamente schizzate, incapaci di reagire ci lasciavamo andare.
Tutto questo &egrave andato avanti fino a quando Jane ha deciso che era ora di tornare a casa e ci ha recuperate, facendoci rivestire.
Tornate a casa, Melinda ha preparato una brocca di caff&egrave forte che abbiamo dovuto bere nero e amaro, per poi chiuderci in bagno dove abbiamo lasciato anche l’anima, prima di andare a letto.
Chiuse nella camera che sarebbe diventata nostra, mi sono spogliata, sono rimasta scioccata nel constatare che ero rimasta senza mutandine, non ricordo chi, quando e come, ma sta di fatto che me le avevano sfilate, questa scoperta ha fatto sì che la sbornia mi &egrave passata di colpo.
Da parte sua Daniela non stava in condizioni migliori di me, anche lei era stata molto corteggiata, ed il suo spogliarello era stato interrotto proprio quando stava per sfilarsi il perizoma.
Ora il risveglio non &egrave molto piacevole, non abbiamo dormito abbastanza, abbiamo la testa pesante e la bocca impastata, insomma tutti postumi della sbornia.
L’unica cosa di piacevole &egrave che ci svegliamo nel nostro letto, nella nostra camera, a casa nostra, ci da un senso di sicurezza che allontana la sensazione di provvisorietà che abbiamo sempre percepita fino ad oggi.
Dobbiamo sbrigarci per tornare a Rochester e facciamo in fretta, sono imbarazzata, non ho avuto il coraggio di chiedere a Jane di prestarmi un paio di mutandine, così me ne vado in giro nuda sotto la minigonna.
Non so come comportarmi, non oso neanche guardarmi in giro, mi sembra che tutti si accorgono che sono senza mutandine e pensano che per una ‘Italian bitch’ sia una cosa normale.
Non posso neanche contare sulla solidarietà di Daniela, si &egrave chiusa in sé a rimuginare ricordando gli eccessi delle sera precedente.
Una veloce corsa in albergo per cambiarci, facciamo le valige, disdiciamo le camere e paghiamo il conto, poi via in ufficio.
Vedendo i nostri bagagli, la segretaria ci guarda perplesso, per evitare malintesi, le dico che abbiamo preso in affitto un appartamentino a New York e che questa sera ci trasferiamo.
Venuto a saperlo il nostro capo, ci mette a disposizione la macchina e l’autista per fare il trasloco.
La giornata che sembrava non dover finire mai, invece scorre tranquilla, quasi un lavoro di routine.
Col passare delle ore Daniela ritrova il suo spirito ed anche la sua lingua che sembrava aver ingoiata da ieri sera.
‘Dottoressa, come stai ora? mamma mia che sbornia! cavoli quante ne abbiamo combinate … io non ricordo molto, ma ricordo bene che stavo ballando nuda sopra un tavolo … mi perdoni?’
Mi viene da ridere
‘Daniela calmati … non eri ancora nuda … Melinda ti ha interrotta quando ti stavi sfilando il perizoma.’
Mi guarda maliziosa
‘Ah! così io non ho mostrato la fighetta, ma tu dottoressa dove hai lasciato le tue mutandine?’
Mi do una scrollata di spalle
‘Non ci crederai … ma non lo so … non ricordo chi me le ha levate e neanche come e quando &egrave successo … avevo troppe mani addosso.’
Daniela ora si fa seria
‘Dottoressa credimi a pensarci bene non &egrave che sono fiera di me … però adesso che conosco l’ambiente ti posso assicurare che non mi capiterà più.’
Annuisco
‘Ben detto cara .. pensiamo ad altro, stiamo mettendo sù casa tesoro, dovremo comprare un po’ di cose, tipo biancheria di casa, biancheria intima e un po’ di vestiti, cosmetici ecc. tutta roba da lasciare qui, senza doverci caricare sempre di valige e borsoni.’
La sera l’autista ci accompagna fino a Park Slope per prendere possesso della nostra camera.
Jane e Melinda, ci hanno preparato la camera per bene, e ci hanno anche preparato una cenetta di benvenuto, chiacchierando durante la cena scopriamo che la biancheria di casa fa parte della dotazione come i mobili e le stoviglie, ci rimane solo da vuotare le valige.
Dopo mangiato, accompagnata dalle nostre amiche ci dedichiamo agli acquisti necessari, per aver qui tutto quanto ci serve senza dover andare avanti indietro con i bagagli.
Torniamo nel bar dove siamo state ieri, ci salutano, ma hanno capito che Daniela ed io formiamo una coppia e non tentano più di corteggiarci.
Le serata &egrave piacevole, qualche drink, qualche ballo, io con Jane e Daniela con Melinda, ma poi ci scambiamo.
Venuta l’ora di andare a letto, ci corichiamo con la piacevole sensazione di essere a casa nostra.
Daniela mi si stringe addosso, sembra che abbia paura di vedermi scappare,
rimane silenziosa per un lungo momento prima di decidersi a parlare
‘Dottoressa … cosa pensi? ti piace aver messo sù casa con me? certo &egrave meglio dell’albergo … ma c’&egrave dell’altro … questa &egrave casa nostra &egrave diverso.’
Le do un bacio sulle labbra
‘Certo tesoro che mi piace, ora possiamo dire di essere una coppia che convive …’ mi fermo sorridendo ‘quasi mi viene da dire che questa &egrave la nostra notte di nozze.’
Daniela ora mi si aggrappa
‘Sì dottoressa … questa &egrave la nostra notte di nozze … siamo sole al mondo … amami ti prego.’
Ed io l’amo … la bacio con tutta la passione del mondo … le succhio e le mordicchio le labbra … insinuo la mia lingua nella sua bocca … l’attorciglio sulla sua … le succhio il lobo dell’orecchio … la lecco sul collo … le mordicchio la nuca … lecco le ascelle … le sue fantastiche tette … succhio i capezzoli … con la lingua disegno arabesque sul suo corpo … solletico l’ombelico … raggiungo il pube e mi fermo un solo momento .. chiudo i denti sulle grandi labbra serrando abbastanza forte
Daniela sussulta
‘Aiha dottoressa … così mi fai male.’
‘Taci ,,, te la voglio mangiare.’
Serro più forte …. lei sussulta e si lamenta … ma dopo un po’ inizia a mugolare di piacere
‘Ahhhhhhhhhh … sssììììììììììììììììììì … amoooo … reeeeee.’
Insinuo la lingua fea le grandi labbra per raggiungere le piccole labbra … leccarle e poi succhiare il clito.
Daniela solleva il bacino … si impasta le tette .. gira il viso da destra a sinistra e viceversa
‘Ohhhhhhh …. ancooooo … raaaaa.’
Sta perdendo il controllo, le scopo la figa con le lingua e le metto un dito nel culletto … quasi fa un salto … mi stringe la testa … apre la bocca per urlare ma nessun suono esce dalle sue labbra, non ha più fiato.
Mi bagna il viso del suo piacere e si affloscia come una bambola di pezza-
La stringo .. la bacio … la coccolo … l’accarezzo
‘Daniela amore .. leccami ti prego.’
E lei si muove … si inginocchia fra le mia cosce … inizia a leccarmi … mi manda in orbita … impazzisco mi mordo le labbra per non urlare quando l’orgasmo mi travolge.
La notte ci copre .. sprofondiamo nel sonno abbracciate felice e sole al mondo.

per commenti brubu@yahoo.it Il fatto di convivere &egrave importante per la nostra relazione, fino ad ora era una cosa basata su incontri frequenti ma nascosti, ora &egrave una vita in comune.
Ovviamente la nostra convivenza esiste solo negli Stati Uniti, ma come per lavoro ci passiamo quasi un terzo del nostro tempo, &egrave comunque una base solida.
Sul fronte del lavoro tutto procede bene, il capo ha dato istruzione che tutte le relazioni inviate dei centri di ricerche mi vengano consegnate, e non tardo a constatare che l’impegno richiesto &egrave più gravoso del previsto.
Se ne rende conto anche il mio capo, dopo averne discusso con me, egli decide che dal prossimo mese dovrò rimanere a Rochester due settimane piene, mi fa anche un altra proposta che mi piace meno, secondo lui
Daniela si dovrebbe fermare negli Stati Uniti quando rientro in Italia e prepararmi il lavoro per quando ritorno a Rochester.
Ne discutiamo a lungo, gli faccio presente che Daniela mi serve anche in Italia, egli ribatte che posso benissimo prendermi un altra assistente in Italia senza fare viaggiare Daniela avanti ed indietro, però non insiste più di tanto, non vuole obbligarmi, tanto più che Daniela interpellata si rifiuta energicamente di rimanere lì senza di me.
Tutto ciò potrebbe sembrare del tutto estraneo alla nostra vita sentimentale, invece in realtà ha una grande influenza.
Fino a ieri i nostri rapporti erano alla pari, anzi molte volte era Daniela a prendere il timone, invece da quando &egrave stabilito che conviviamo le cose cambiano, non so se Daniela &egrave influenzata dall’esempio di Melinda, la ‘fidanzata’ di Jane o se &egrave il fatto di sentirsi più sicura nella veste di convivente.
Il fatto &egrave che l’atteggiamento di Daniela cambia, inizia a comportarsi come una mogliettina innamorata, devota e fedele al marito.
Non ho fatto niente per questo, ha fatto tutto da sé, &egrave premurosa, cerca di prevenire i miei desideri, cura i miei vestiti e la mia biancheria, tento di farle capire che posso benissimo fare queste cose da sola, non l’avessi mai fatto! non lo prende per niente bene, mi fa una scenata, piange e dice che non sono mai soddisfatta di niente, che non apprezzo gli sforzi che fa per me, e che questo la fa sentire rifiutata.
Devo impegnarmi molto per calmarla, si sottrae ai miei baci, dice che sono falsi, che non l’amo, che per me lei &egrave solo un passatempo, mentre lei si strugge d’amore per me, finalmente riesco a convincerla del mio amore e si calma, mi si aggrappa e piange a lungo al punto di farmi sentire veramente in difetto, così adesso mi lascio coccolare e viziare tranquillamente.
La mattina mi fa trovare i vestiti pronti sul letto, compreso l’intimo, la sera quando rientriamo a casa, mi aiuta a spogliarmi, l’ho sempre fatto da sola, ma ora lascio che sia lei a farlo, così la faccio contenta e mi risparmio i suoi pianti e le sue scenate.
Dopo avermi svestita, mi accompagna in bagno e, prima di farsi la doccia, mi lava, e dopo avermi asciugata mi massaggia le spalle, allenta la tensione dice lei.
Ho scoperto che legge una specie di manuale, dove viene descritto tutto quello che fanno le geishe per i loro signori, e lei le prende ad esempio, insomma posso dire di aver la mia geisha personale.
Quando ci corichiamo, lei si premura di darmi tutta la soddisfazione ed il piacere possibile, non chiede niente per lei, anche se palesemente &egrave rosa dal desiderio.
E’ una situazione che non mi piace, non sono un uomo, sono una donna e mi piace esserlo, e poi non soffro della sindrome ‘dell’invidia del pene’, se da un lato mi piacciono le sue premure e le sue attenzioni, dall’altra non mi va quella specie di annullamento e voglio porvi rimedio, il fatto &egrave che lo devo fare con cautela se non voglio urtare quella sua nuova sensibilità e causare una altra tragedia..
Così appena a letto, invece di lasciarle l’iniziativa l’abbraccio e l’attiro contro di me, non le lascio il tempo di reagire, le chiudo la bocca con un bacio mozzafiato.
Le succhio le labbra, le mordicchio e poi spingo la lingua nella sua bocca cercando la sua lingua.
Sembra spiazzata ma la sento sciogliersi … mi si stringe come &egrave sempre stata usa a fare.
Mentre la bacio, le mie mani non rimangono inoperose, esplorano il suo corpo con lunghe carezze insistendo sui suoi punti più sensibili, come il seno, o sotto le ascelle, oppure il solco che divide i bei globi delle natiche.
Mugola e ansimando riesce a parlare
‘Dottoressa ti prego lascia che sia la tua Daniela a darti piacere.’
‘Taci … il mio piacere &egrave baciarti … vederti godere … vederti perdere la testa … hai capito piccola?’
Non ribatte sembra rassegnata.
Riprendo ad esplorare il suo corpo con le mani, la lingua e le labbra, le lecco l’interno delle cosce, evitando volutamente il suo sesso, le stuzzico la piega dietro le ginocchia e scendo fino ai piedini, li lecco, succhio le dita una ad una.
Daniela sta perdendo ogni controllo di sé … diventa isterica dal desiderio e finalmente si arrende … mi supplica
‘Dottoressa … basta torturarmi così … leccami la figa … fammi godere … non resisto più.’
Ed io l’accontento con piacere, perché anche io sono eccitata oltre ogni misura e voglio il mio piacere, ma prima devo farla impazzire.
Le mordicchio le grandi labbra, spingo la lingua per solleticare le piccole labbra, le succhio il clito e per finire la scopo con la lingua, spingendo questa nella fighetta il più profondamente possibile, raccogliendo il suo nettare.
Non dura a lungo, &egrave troppo eccitata … l’orgasmo la sommerge violento … mi bagna abbondantemente il viso con il suo piacere, tanto che non sono capace, con mio dispiacere, di berlo tutto.
Ora, dopo essere riuscita a recuperare un minimo di calma, mi sta inginocchiata fra le mie cosce spalancate, con la bocca incollata alla mia micina.
Sento il piacere salire prepotentemente, l’orgasmo mi travolge … perdo il senso del luogo e dell’ora.
Allacciate teneramente, dopo aver sfogato tutta la nostra passione, sprofondiamo nel sonno.
Si avvicina la fine della nostra trasferta negli Stati Uniti, piano ci prepariamo alla partenza.
In ufficio tutte le pratiche sono ordinatamente sistemate, durante la nostra assenza la segretaria smisterà la posta in arriva, per farcela trovare ben ordinata quando torneremo fra un paio di settimane.
Il nostro bagaglio &egrave molto più leggero, perché lasciamo a New York tutto ciò che non ci sarà indispensabile in Italia.
Ci preoccupiamo di lavare la biancheria che lasciamo a Park Slope, per questo, accompagnata da Melinda, sempre disponibile ad aiutarci, ci rechiamo alla vicina ‘laundrette’, come vengono chiamati quei posti, dove si va a fare il bucato.
Ci sono le lavatrici, uno prende il biglietto col numero, paga e riceve un gettone, aspetta il proprio turno e quando questo arriva, mette la propria roba ed il detersivo nella lavatrice, introduce il gettone a va a sedersi, volendo alla fine, sempre pagando, dopo aver utilizzato l’asciugatrice, si può stirare il bucato.
Intanto si aspetta, leggendo il giornale, una rivista o un libro, chiacchierando con i vicini, oppure incontrando gli amici..
Si incontra di tutto, nubili e sposate o conviventi, casalinghe, studentesse, commesse, impiegate e anche call girls, etero, bisex e lesbiche, ci sono anche uomini, anche questi etero, bisex o gay, ma tutti rigorosamente single.
Park Slope &egrave un quartiere bene integrato, ci sono bianchi e neri, asiatici ed hispanici, irlandesi e italiani, ebrei ed islamici, cattolici, protestanti e ortodossi, tutto senza problemi, e così facciamo anche presto a fare nuove conoscenze.
Ci alziamo molto presto, ci prepariamo, salutiamo Melinda ed accompagniamo Jane al Kennedy Airport, dove ci imbarcheremo tutte e tre sul volo Delta 186 diretto a Tessera, Jane come hostess e noi come passeggeri.
Il volo &egrave tranquillo e piacevole, Jane ci colma di attenzioni ed all’atterraggio ci separiamo abbracciandoci e baciandoci, ci ritroveremo fra un paio di settimane sul volo diretto a New York.
Prendiamo un taxi, accompagno Daniela a casa sua e poi mi faccio portare a casa mia.
Dopo la vita scintillante e frenetica di New York, la mia città nel nord-est italiano mi sembra di una tranquillità e monotonia incredibile.
Mi spoglio e mi butto a letto, devo recuperare 7 ore di sonno se non voglio presentarmi come uno zombie.
Non so quanto tempo ho dormito quando vengo svegliata dal trillo insistente del citofono, mi alzo maledicendo il rompiscatole che viene a disturbarmi.
Senza prendermi la briga di coprirmi vado a rispondere, ben decisa a non aprire la porta per nessun motivo.
Invece apro, &egrave Daniela, la faccio entrare ed appena chiusa la porta lei mi salta addosso.
‘Dottoressa … ti prego non arrabbiarti … non mandarmi via … senza di te non riesco ad addormentarmi.’
La bacio e la prendo per mano, andiamo in camera, pronuncio una sola parola.
‘Spogliati!’
E lei im un attimo &egrave nuda, io mi sdraio a letto e con la mano le indico il posto accanto a me.
‘Dai cosa aspetti? vieni a letto.’
Non se lo fa ripetere, viene a letto e mi appiccica addosso.
Le passo il braccio sotto òa nuca e l’attiro contro di me, un bacio leggero sulle labbra.
‘Adesso dormiamo!’
Il tono non ammette replica e lei appoggiando la guancia sul ,io seno chiude gli occhi.
E’ pomeriggio inoltrato quando mi sveglio, apro gli occhi ed incontro lo sguardo di Daniela che, chinata su di me, mi osserva sorridente.
‘Hai dormito bene dottoressa? non ti svegliavi più, sembravi la bella addormentata.’
Sorrido
‘E’ tanto che sei sveglia?’
‘Forse da un quarto d’ora dottoressa, ma non volevo svegliarti, mi piaceva tanto guardarti.’
Le metto la mano sulla nuca, l’attiro verso di me, cerco la sua bocca e la bacio con ardore.
‘Daniela amore, dovrai pure abituarti a dormire senza di me, anche io preferirei averti al mio fianco durante la notte, ma lo sai che non si può.’
‘Lo so dottoressa, ma non chiedermi di essere contenta.’
Sorrido
‘Daniela, neanche io sono contenta ma non ci possiamo fare niente tesoro mio, beh troveremo una soluzione come sempre,’
Detto ciò riprendiamo a baciarci e ci prepariamo ad una altra tenzone amorosa.

per commenti brubu@yahoo.it Siamo tornate in ufficio, accolte con un po’ di curiosità, in fondo non c’&egrave niente di strano, tutti vogliono sapere come &egrave la sede centrale.
Rimangono delusi quando vengono a sapere che Rochester &egrave una città industriale, addirittura più provinciale della nostra, almeno noi abbiamo una vita culturale.
Un paio di teatro, dei quali uno antico e molto conosciuto, e poi musei con opere importanti, siti archeologici e palazzi antichi da visitare, in città e nella campagna circostante, senza dimenticare gli Istituti Universitari.
Certo, non abbiamo una vita notturna all’altezza di New York, ma Venezia o Milano non sono poi tanto distanti da non poter essere raggiunte in un tempo relativamente breve.
Chiuso quell’argomento, riprendiamo il lavoro giornaliere, e nascono i primi dissapori, le nuova posizione di Daniela non viene facilmente accettata da Giovanni e da Emilio, ma devono per forza mandare giù il rospo.
Ho assunto una nuova segretaria per sostituire Daniela, per quest’ultima ho fatto sistemare una stanza, con computer, telefono. fax e collegamento internet, lei avrebbe preferito dividere il mio ufficio come a Rochester, ma qui le cose sono diverse, qui il capo sono io e, come tale, non divido il mio ufficio con nessuno.
Intanto Daniela, che già di suo ha un carattere tosto, dopo l’esperienza americana, &egrave diventata più intraprendente e si insedia bene nella sua posizione, ha un contatto giornaliere con la nostra segretaria americana e si fa mandare per fax la posta che arriva a Rochester per me, la esamina, la ordina e la classifica per poi sottoporla alla mia attenzione.
Quell’attivismo non passa inosservato e tutti incominciano a guardarla con occhi diversi, perché trattare con sufficienza una segretaria &egrave un conto, ma riservare quel trattamento all’assistente del capo per gli affari internazionali &egrave tutt’altra cosa, e sapendo che &egrave un peperino, ora stanno attenti a non pestarle i piedi
Questa mattina mi ha telefonato il mio avvocato per avvisarmi che il giudice ha fissato l’udienza di conciliazione per domani alle 11, quindi disdico i miei appuntamenti per la mattinata di domani.
Arriva la sera, gli uffici ed il laboratorio si vuotano, arrivano le donne delle pulizie e le guardie notturne, un ultima sistemata alle scrivanie ed usciamo,
prendiamo la mia macchina e partiamo per andare a cena.
Andiamo in campagna, c’&egrave una trattoria, tutti ne dicono un gran bene. e veramente dopo giorni passati a mangiare i cheeseburger, gli hamburger e gli hot dogs, sentiamo il desiderio di una pasta e fagioli, seguita da carne ai ferri con contorni vari, il tutto accompagnato da una bottiglia di vino rosso del territorio.
Tiriamo abbastanza tardi, &egrave quasi mezzanotte quando torniamo in città.
Al diavolo la prudenza, andiamo diritto a casa mia, Daniela tenta di farsi piccola sul sedile, per non essere vista, ma credo che siano sforzi inutili, si &egrave sistemata bene, ma a furia di muoversi la sottana risale sulle gambe, scoprendo le cosce, uno spettacolo tentatore, vorrei allungare la mano, ma devo tenere fermo il volante, mi limito a guardare ogni tanto, e lei se ne accorge.
‘Ti piacciono le mie gambe dottoressa? guarda’
E così dicendo si tira su la gonna, fino a farmi vedere l’intimo.
Sento la mia micina agitarsi … trema … distolgo lo sguardo non posso distrarmi dalla guida.
Daniela capisce il mio turbamento e non esita, si sposta girandosi verso di me, allunga la mano e tenta di farmi risalire l’orlo della sottana, ma non &egrave facile. la gonna &egrave stretta, in quanto a me, impegnata come sono nella guida, mi riesce difficile sollevare il bacino per facilitare i suoi sforzi.
Ma Daniela &egrave una che non si perde facilmente d’animo, solleva la sottana fin che può e poi mi insinua la mano fra le cosce.
Sussulto, incoscientemente allargo le gambe, la micina trema e rilascia il suo nettare.
‘Daniela amore … fermati … non voglio finire fuori strada.’
Stranamente mi da retta, mi aspettavo di doverla pregare, probabilmente ha capito che ho ragione, però non abbandona così il suo obbiettivo, prima di ritirare la mano, riesce a bagnare le dita alla mia fonte … se le porta alla bocca e le succhia da vera golosa.
‘mmmmmm dottoressa mmmmmmm che buon sapore.’
Con quelle parole mi provoca un altro fremito nella micina e un altro fiotto di nettare.
Arriviamo finalmente a casa, per me &egrave stato un viaggio stressante, aziono il telecomando, si aprono il cancello ed il garage, parcheggiata la macchina,
passando dalla scala interna entriamo in casa.
Non ce la facciamo più ad aspettare, ci buttiamo nelle braccia l’una dell’altra, le nostre bocche si cercano, le nostre labbra si incollano, le nostre lingue si intrecciano e le nostre mani, febbrili, ci spogliano.
Gli indumenti cadono sul marmo del pavimento, disordinati come guerrieri caduti in battaglia, ma loro cadono senza opporre resistenza, la biancheria intima, ultimo baluardo del nostro pudore, cade senza ostacolare l’avanzata delle mani lanciate alla conquista dei luoghi del piacere.
Mugoliamo, come due gatte in calore, giunte in camera ci buttiamo sul letto, ci rotoliamo strettamente allacciate, le bocche rimangono incollate, le tette schiacciate sulle tette, i pancini e le fighe che si sfregano, gli umori colano e si mescolano rilasciando un profumo intenso di donne eccitate.
Come era prevedibile finiamo ognuna con il viso stretto fra le cosce dell’altra e leccarci le fighette.
Siamo eccitate al punto che bastano pochi tocchi di lingua per fare scoppiare l’orgasmo, forte al punto di distruggerci, ma non ci sentiamo appagate, &egrave stato tutto troppo veloce, e pertanto non ci separiamo. Continuiamo a baciarci, ad accarezzarci e a toccarci, e senza aspettare oltre riprendiamo a leccarci le fighette.
Essendo appena venute, non abbiamo più quell’ansia del piacere che ci fa perdere la ragione, ora ci dedichiamo con attenzione, attente alle reazioni causate dalle nostre carezze.
Sarà forse meno violento, ma il piacere che ne ricaviamo dura più a lungo e non si interrompe, non smettiamo di godere e gli orgasmi si succedono in continuazione.
Siamo sfinite, distrutte dal troppo piacere, mi brucia la micina e sento come un dolore sordo nel basso ventre, da quello che vedo non &egrave che Daniela stia meglio di me.
Mi alzo, vado in cucina e preparo la camomilla, non so se ci sarà di aiuto ma di certo male non ci farà.
Beviamo, andiamo in bagno a rinfrescarci la fighetta, torniamo a letto e crolliamo addormentate.
Ho dormito male, il pensiero dell’udienza in tribunale, poi il timore di aver fatto una cosa avventata, dimenticando la prudenza e portando Daniela a passare la notte con me, hanno disturbato il mio sonno.
Alle 6;30 sono già in piedi, lascio Daniela dormire, e vado in cucina a fare il caff&egrave, poi in bagno, solito rito mattutino, esco asciugandomi e trovo Daniela sveglia .. mi sorride felice e viene a baciarmi sulle labbra.
‘Buongiorno amore … hai dormito bene?’
‘Buongiorno tesoro … sì cara ho dormito bene e tu?’
Ritengo inutile riversare su di lei le mie ansie, tanto non servirebbe a niente.
Alle 8;30 usciamo ed andiamo in ufficio, io sono di quelli che arrivano prima dei propri dipendenti ed escono dopo di loro, non mi piacciono quelli che con il pretesto di essere i capi, arrivano e vanno come e quando vogliono.
Ma oggi &egrave diverso, sono nervosa, Daniela se n’&egrave accorta, ma capisce il motivo e non mi chiede niente, si limita a cercare di farmi sentire tranquilla per il lavoro, non potendo fare altro.
Alle 10;00, non ce la faccio più, esco per andare in tribunale.

per commenti brubu@yahoo.it Arrivo in tribunale, sono appena le 10;30, non so come impiegare il mio tempo fino alla 11;00, vado al bar vicino, un caff&egrave decaffeinato, sono già abbastanza, anzi troppo, nervosa.
Non so perché, ma il pensiero di ritrovarmi di fronte ad Antonio, mi fa venire una stretta allo stomaco, mi fa tornare in mente lo spettacolo di Antonio nudo intento a sodomizzare un ragazzo nel nostro letto.
Lo so, non sono coerente, rientravo a casa con ancora sulle labbra il sapore dei baci di Daniela, quindi non &egrave che fossi proprio un angelo di purezza, anche io avevo uno scheletro nel mio armadio.
Ma poi mi metto a cercare o inventare delle scuse, Antonio mi trascurava, mi lasciava sempre delusa, non mi ha mai soddisfatta, mi toccava masturbarmi per calmare il mio desiderio, egli ha altri interessi, gli piacciono i ragazzi.
Ma perché quel maledetto non me l’ha detto, poteva fare a meno di sposarmi, certo ero innamorata cotta, avrei pianto, mi sarei disperata, e poi, conosciute le sue motivazioni, mi sarei consolata e mi sarei fatto un altra vita.
Ma tutto &egrave facile a cose fatte, &egrave inutile cercare scuse, lui mi tradiva ed io l’ho tradito, non dopo aver scoperto il suo tradimento ma prima, quindi perché mi lamento?
Ho comunque un vantaggio su di lui, io conosco il suo peccato, ma il mio &egrave bene nascosto, almeno per il momento, e spero che non venga svelato prima del tempo.
Se lo sapranno dopo, non me ne importerà niente, nessuno si azzarderà a sparlare di me, la mia posizione, sociale e professionale, mi mette al riparo dei pettegolezzi, e se ci saranno non mancherà la comprensione nei confronti di una giovane Signora, bella, di buona famiglia e da tutti considerata per bene, tradita in quel modo.
Intanto dopo aver bevuto il mio caff&egrave, esco dal bar e passeggio nervosamente fuori dal tribunale fumando sigaretta dopo sigaretta.
Ma ecco che arriva il mio avvocato, ci conosciamo bene, ha circa la mia età, forse un paio d’anni più vecchio.
Mi vede, sorride e mi viene incontro, un paio di bacetti sulle guance e ci avviamo.
‘Ascolta Adriana, sarà una cosa veloce, il giudice vi chiederà se esiste una possibilità di riconciliazione, &egrave la prassi, se hai cambiato parere e vuoi salvare il tuo matrimonio, sempre che lo voglia anche Antonio, &egrave il momento giusto … pensaci.’
Lo guardo inorridita
‘Ma vuoi scherzare? … non ho mai detto a nessuno il motivo per il quale voglio divorziare, ho scelto il divorzio consensuale per non rivelare al pubblico quel motivo, ma se ti impegni a conservare il segreto te lo dirò e poi capirai perché non si parla di riconciliazione.’
‘Va bene ti ascolto, ti giuro che non lo dirò a nessuno.’
E così gli racconto tutta la storia, la scoperta di Antonio nudo, nel letto coniugale, intento a sodomizzare un ragazzo, il tiro a segno con vasi, cornici e tutto quanto mi capitava sotto le mani, fino allo fuga di mio marito e del suo amichetto, ora &egrave lui che mi guarda inorridito ed incredule.
‘C…. ! chi l’avrebbe creduto? va bene lascia parlare me, dirò al giudice che non intendi tornare sui tuoi passi, non credo che Antonio farà storie, non gli conviene.’
Ed ecco che in fondo alla via spunta Antonio, ma non &egrave solo, lo accompagna il suo amichetto, il quale quando mi vede gira i tacchi e va via.
L’udienza, se così si può chiamare, si svolge nell’ufficio del giudice, oltre alle parti in causa, che volutamente si ignorano, ed ovviamente il giudice stesso, c’&egrave solo un cancelliere.
Il giudice ci chiede se abbiamo riflettuto bene e se rimaniamo del parere di divorziare, il mio avvocato gli risponde che la sua cliente rimane ferma sulla sua decisione, lo stesso discorso fa l’avvocato di Antonio.
Il giudice ne prende atto e lo fa mettere a verbale, poi ci ricorda che fino a quando non sarà pronunciata la sentenza di divorzio rimane l’obbligo di fedeltà.
Ma questo &egrave solo un dettaglio che non sembra disturbarci, perché sappiamo che &egrave una finzione, e che nessuno dei due creerà dei problemi all’altro per questo motivo.
Alle 11;30 sono fuori, dopo i convenevoli e gli accordi con il mio avvocato al riguardo della questione patrimoniale, me ne torno in azienda.
Appena rientro, Daniela si fa viva per sapere com’&egrave andata, ma vedendo la mia faccia capisce subito che &egrave andata bene.
Sono allegra e dico a Daniela
‘Stasera fatti bella, facciamo festa.’
Mi sorride, gli occhi le brillano dalla gioia
‘Certo dottoressa mi farò bella per te.’
‘Bene quando esci questa sera, va a casa tua, passerò a prenderti verso le 20;30 … d’accordo?’
Ride allegramente
‘Sì sì dottoressa mia … sarò pronta.’
Alle 20;30 parcheggio la macchina sotto la casa di Daniela, vado a suonare il campanello e aspetto.
Per l’occasione ho lasciato libero campo alla mia fantasia, indosso un paio di pantaloni neri, attillati, forse anche troppo, una seconda pelle che mi sta incollata addosso, mostrando le mie forme senza nascondere niente, non posso neanche portare l’intimo, si vedrebbe, insomma benché vestita sono nuda, non indosso una camicetta ma una vezzosa sottoveste di raso rosa sotto una giacca nera, décolleté di vernice nera con tacchi da 13 cm.
Veramente quando mi sono guardata allo specchio, mi &egrave venuto spontaneo di pensare – Adriana sembri una troia – ma mi piacevo e mi eccitava al solo pensiero di esibirmi conciata così.
Pochi minuti e Daniela esce, come sempre &egrave incantevole, vestita adeguatamente per la discoteca, sexy ma non volgare, una minigonna di taffeta cangiante, una camicetta di chiffon nero, scollata, ma nei limiti della decenza, con inserti di pizzo sui punti strategici, autoreggenti nere, sulle spalle uno scialle di seta nera con fiori rossi ricamati, e gli immancabili stivali alti fino a sopra il ginocchio con tacchi vertiginosi.
E’ irresistibile, a guardarla mi sento le farfalline nello stomaco e la mia micina freme agitandosi.
Mi domando sempre come mai una ragazza come lei era assolutamente single prima di iniziare la nostra relazione, mi sembra impossibile che nessun uomo o donna non sia rimasto attratto da lei.
Eppure non &egrave vergine, quindi ha conosciuto almeno un uomo, e poi se ricordo bene, mi ha fatto capire, senza dirlo apertamente, di essere bisex.
Mi guarda e strabuzza gli occhi
‘Dottoressa dove credi di andare conciata così? non con me di certo! vuoi farti stuprare dal primo branco di delinquenti che possiamo incontrare, vieni dentro e levati quell’indecenza da dosso, ti darò io l’intimo ed una minigonna,’
Rimango spiazzata e mortificata dalla durezza del suo giudizio, la seguo in casa, un quarto d’ora dopo usciamo, indosso una minigonna a fiori, pieghettata, e delle autreggenti nere con una balza di 10 cm.
Saliamo in macchina, mi metto al volante e mi levo i décolleté, per guidare calzo delle ballerine.
Ora Daniela &egrave soddisfatta del mio aspetto e non lo nasconde, sistemata bene al mio fianco domanda
‘Dottoressa dove mi porti per festeggiare? dove andiamo?’
‘Sei la solita curiosa, che t’importa non devi mica guidare, comunque te lo dico, andiamo a Jesolo, prima a cena e poi a ballare in discoteca, e se ci vedono insieme, non me ne frega niente, il primo che osa sparlare se ne pentirà.’
Lei ride soddisfatta e si limita a guardare la strada rimanendo in silenzio.
Alle 22;00 siamo sedute a tavola, in un buono ristorante, alle prese con un astice di buona dimensione, bene annaffiato con un eccellente prosecco DOCG di Valdobbiadene.
E per finire, appena prima delle 24;00, siamo in discoteca.
Ci siamo veramente divertite, abbiamo ballato, siamo state corteggiate, abbiamo flirtato spudoratamente, passando da un corteggiatore all’altro senza ritegno, finché, verso le 02;00 della mattina, stanche delle nostre piccole trasgressioni e desiderose di stare sole, abbiamo ripreso la via di casa.
Ho accompagnato Daniela a casa sua, sono entrata ma non mi sono fermata a lungo, volevamo soprattutto baciarci e coccolarci, e così abbiamo fatto, limitando le nostre effusioni.
Ho dormito felice, certamente non abbastanza, ma per quella serata
valeva la pena di dormire poco.
Questa mattina ho preparato la moka da 6, quella che uso se ho diversi ospiti, e mi sono bevuto tutto quel caff&egrave per tenermi sveglia.
La cura funziona, alle 08;25 sono seduta alla mia scrivania, non mi aspetto di vedere Daniela presto oggi, invece alle 08;45, lei bussa alla mia porta e si scusa per il ritardo.
Cerca di mostrarsi attiva come al solito, ma vedo bene che si sforza, mi fa tenerezza, vorrei abbracciarla, baciarla e coccolarla, ma non si può-
L’invito a sedersi e parlando piano le chiedo
‘Hai dormito bene tesoro?’
Scuote il capo e sorride
‘Non abbastanza dottoressa, lo sai anche tu, ma non fa niente, lo rifarei anche domani.’
‘Ehi Daniela, vacci piano non prendere cattive abitudine, tze … senti questa … anche domani!’.
Altro sorriso birichino
‘Perché dottoressa … tu non lo rifaresti?’
Rido
‘Daniela non fare domande indiscrete … forse te lo dirò questa sera in privato.’
Si alza e si dirige verso la porta, prima di uscire si volta sorridendo
‘Non vedo l’ora di riprendere questo discorso.’
Ora aspetto la sera con impazienza.

per commenti brubu@yahoo.it E’ scesa la sera, tutti hanno lasciato uffici e laboratori, lasciando spazio al personale incaricato della pulizia ed agli addetti alla sorveglianza, dopo aver controllato che questi ultimi siano al loro posto, anche per noi &egrave giunta l’ora di andare via.
Chiamo Daniela ed usciamo, prendiamo la mia macchina e andiamo in campagna, dove c’&egrave la trattoria che frequentiamo quando non vogliamo cucinare, e veramente dopo una giornata come questa, la voglia di mettersi ai fornelli &egrave veramente poca, anche perché non mi sento in forma.
Niente di grave, ma &egrave in arrivo il mio periodo con i relativi dolori, sotto questo punto di vista Daniela &egrave più fortunata di me, a parte il disturbo del caso, lei non ne risente.
Ed eccoci in viaggio per strade di campagna, Daniela, che &egrave sempre molto attenta a tutto quello che mi tocca, sa già quale &egrave il mio disagio e mi sta vicina.
‘Dottoressa … come stai cara? vuoi lasciarmi guidare così potresti rilassarti.’
‘Grazie tesoro sei gentile, ma lasciami guidare mi distende i nervi.’
Ceniamo senza eccessiva fretta, almeno così non penso al disturbo in arrivo, sono le 22;00 sarebbe ora di tornare in città ed andare a riposare.
Questa sera Daniela insiste per ospitarmi per la notte, non vuole lasciarmi andare per passare la notte da sola.
Le faccio notare che non ho il cambio e, che in fin dei conti, non sono affetta da una malattia grave, ma molto semplicemente da un piccolo fastidio, un po’ doloroso, che si presenta con regolarità ogni 28 giorni, quindi non &egrave il caso di allarmarsi.
Ma lei con decisione mette fine alla discussione
‘Senti dottoressa io ho voglia di coccolarti, di farti la camomilla, di massaggiarti piano il pancino, quindi piantala di trovare scuse per non venire a passare la notte da me, andiamo a casa tua, prendi quello che ti serve e poi vieni da me.’
Ridacchio
‘Va bene Signora … come comanda.’
Ma lei &egrave seria
‘Dottoressa non scherzare, tu farai quello che dico io … pensa un po’ come saresti ridotta se non ci fossi io a preoccuparmi per te.’
Non rispondo, in fondo ha ragione, io penso più al lavoro che a me stessa, e se mi concentro su di me &egrave sopratutto … beh! lo ammetto … per pensare a stare a letto con Daniela … già che sono ‘calda’ di mio, mi ci voleva proprio questa deliziosa porcellina per alzare ulteriormente il livello della temperatura dei miei ormoni.
Ed &egrave così che mi dirigo verso casa mia, si fa tutto in fretta, tanto più che &egrave Daniela a raccogliere l’intimo ed il vestito per domani, in fondo mi limito a prendere il mio spazzolino a denti, i miei cosmetici e degli assorbenti, e poi via verso l’abitazione di Daniela.
Mi ha spogliata, mi a fatto la doccia come ad una bambina, mi ha asciugata e pettinata e poi messa a letto, ha preparato la camomilla e me l’ha fatto bere, mi ha dato il nurofren, si &egrave spogliata e si &egrave sdraiata al mio fianco.
Mi bacia sul collo, mi succhia il lobo dell’orecchio, mi bacia le spalle, mi lecca il seno, mi succhia i capezzoli e tutto questo mi eccita, ma lei non sembra preoccuparsene, continua a baciarmi e a leccarmi, sento la punta della sua lingua mi stuzzica l’ombelico mentre mi massaggio il pancino.
Quella vigliacca sa benissimo l’effetto che tutto questo mi fa, e si diverte molto nel vedermi sollevare il bacino e dischiudere le cosce, se continua così mi farà diventare isterica, comunque un risultato lo ha ottenuto, non penso più a quel mio dolorino.
Non resisto più, metto le mani sulla sua testa e me la spingo sulla fighetta, ansimando riesco a dire
‘Leccamela …’
Non dico altro … sono senza fiatto ,,, non riesco neanche ad urlare il mio piacere quando sento la sua lingua insinuarsi nella mia micetta, un ultimo sforzo
‘VENGOOOOOOOO …. !!!’
Sono svuotata … sfinita … senza più forza e lei mi stringe … sento le sue mani scorrere leggere sul mio corpo in carezze lunghe ed estenuanti … mi copre il viso di bacetti teneri … mi sussurra paroline dolci all’orecchio
‘Dottoressa mia … amore mio … lascia che la tua Daniela se prenda cura di te … ti amo tanto dottoressa mia.’
Ed io mi abbandono nelle sue mani esperte, incapace di resisterle, mi fa perdere la testa e sento di amarla.
La stanchezza e le fatiche dell’amore mi appesantiscono le palpebre … non riesco a tenere gli occhi aperti e senza accorgermene scivolo nel sonno.
Mi sveglio ancora stretta nelle braccia di Daniela, la testa posata sul suo morbido seno ed una mano sul suo grembo.
Non so quante ore ho dormito, ma mi sento riposata e quel dolore sordo che sentivo nel basso ventre &egrave sparito, mi muovo piano per non svegliare Daniela e per non rischiare di macchiare le lenzuola, prendo gli assorbenti e vado in bagno, soddisfo i miei bisogni e mi faccio il bidet, ora sistemata mi sento più tranquilla.
Torno in camera, Daniela dorme ancora un sorrisi beato sulle labbra, quando la vedo così mi fa tenerezza, mi verrebbe da coprirla di baci.
Vado in cucina e preparo il caff&egrave, sarà che sono stata troppo rumorosa, oppure &egrave il profumo del caff&egrave a risvegliare Daniela, si presenta sulla porta, splendida nella sua nudità con un sorriso smagliante sulle labbra.
Vederla così mi fa tremare la micina … si agita e mi viene voglia di mangiarle la fighetta.
La guardo e penso – come si fa a non amarla? &egrave impossibile – lei viene a baciarmi
‘Dottoressa … come stai amore? hai dormito bene? ti fa ancora male il pancino?’
Ricambio il suo bacio
‘Buongiorno tesoro … ho dormito bene stretta a te … sto bene, e grazie a te non mi fa più male il pancino.’
Ora ci muoviamo, ci laviamo e ci vestiamo, e via in macchina diretta al lavoro.
Come al solito alle 08;25 siamo nei nostri uffici pronte per un altra giornata di lavoro che, subito non si annuncia tranquilla.
Per primo arriva Emilio a lamentarsi che questa notte qualcuno si &egrave introdotto nel laboratorio, mancano un paio di provette.
Chiedo se quelle provette sono importanti, ma fortunatamente non lo sono, quelle importanti sono chiuse, sotto chiave in un armadio blindato e refrigerato.
Poi mi avverta la centralinista che i telefoni fanno le bizze.
Ce n’&egrave abbastanza per guastarmi la giornata, per prima cosa chiamo una ditta specializzata, chiedendo che mi mandino dei tecnici per verificare i telefoni e bonificare tutti gli ambienti, poi il responsabile della sorveglianza per il problema delle provette mancanti.
Il lavoro dei tecnici sui telefoni si rivela interessante, alcuni apparecchi, compresi il mio e quello di Daniela, sono stati manomessi ed ancora vengono trovate alcune cimici, ancora una volta nel mio ufficio ed in quello di Daniela, ed anche negli uffici di Giovanni ed Emilio.
La faccenda delle provette &egrave più complicata, nessuno si &egrave accorto di niente, l’unica soluzione &egrave di rafforzare la sorveglianza e di installare delle telecamere a circuito chiuso.
Tutto questo trambusto mi ha portato via buona parte della giornata e messa in allarme, mi metto in contatto con i responsabili dei vari centri di ricerca sparsi per il mondo chiedendo se hanno per caso rilevati fatti strani, e poi viene la parte più dura, devo informare mio capo, non lo prende bene, parla di spionaggio industriale, approva le misure prese, in fondo mi va anche bene.
Così giungiamo alla sera, fra riunioni e telefonate, e poi i fatti non sono rimasti nascosti e questo crea una certa agitazione, nessuno sa con esattezza cos’&egrave successo, ma le notizie volano, e prima di sera mi telefona il direttore del quotidiano locale per aver notizie.
Minimizzo, c’&egrave stato un tentativo di furto, mancano un paio di cose senza importanza, tutto lì.
Però chiedo un parere al mio avvocato, il quale mi consiglia di fare un esposto in Procura tramite i Carabinieri.
Altra seccatura, viene un maggiore gli racconto tutto e lo metto per iscritto, egli mi prometto di fare sorvegliare discretamente, di notte, la seda della ditta, anche se ritiene che sono episodi che non avranno seguito, ma comunque sulla base dei fatti denunciati ci sarà un inchiesta.
Finalmente tutti vanno via, chiamo Daniela ed usciamo. prendiamo la macchina ed andiamo a cena nella solita trattoria.
Oramai la padrona ci conosce e ha anche capito quali sono i nostri rapporti, noi ci comportiamo con naturalezza e nessuno, normalmente, capirebbe che siamo una coppia, ma così non &egrave per chi ha una relazione uguale alla nostra, Jane ci aveva capito subito e così &egrave di questa signora.
E’ una donna di circa 45 anni, ben piantata, con curve abbondanti, ancora bella, la sua compagna che sta al banco, invece &egrave una donnetta minuta, molto più giovane, poco più di 20 anni, un bel visino ed un fisico efebico,
a pensarci bene, in quella trattoria si incontrano più donne che uomini.
Così dopo aver preso confidenza, la padrona ci consiglia di parcheggiare la macchina nel cortile interno, invece di lasciarla bene in vista lungo il marciapiedi
‘Sa Signora la gente &egrave maldicente, e se vede la sua macchina troppo spesso qui inizia a sparlare, chiedendosi cosa l’attira qui.’
Rido
‘Ci attira la buona tavola, il buon vino ed il buon servizio, ecco la risposta agli impiccioni, ora che ci penso le farò un po’ di pubblicità e le manderò un po’ di clienti.’
Lei arrossisce di piacere e con aria di sottinteso risponde
‘Signora la ringrazio, sa in paese non siamo ben viste, qui non vengono i contadini e gli operai delle concerie, se viene un po’ di gente dalla città ci farà comodo.’ abbassa il tono della voce ‘nel caso foste troppo stanche per tornare indietro al buio, potete fermarvi, abbiamo un paio di stanze per le ospite gradite.’
‘La ringrazio … ce ne ricorderemo, ma oggi &egrave meglio di no.’
Lei si allontana annuendo, ci siamo capite.
Torniamo in città, appena per strada dico
‘ Questa sera a casa mia, passiamo da te, prendi quello che ti serve, io ti aspetto in macchina, dobbiamo organizzarci tesoro, dobbiamo sempre tenere in macchina una borsetta con il cambio, così volendo possiamo anche fermarci in campagna.’
E così &egrave, una volta in casa, non aspetto, ho voglia di lei, dei suoi baci, di sentire la sua pelle sotto le mia mani, di assaporare il suo sapore un po’ muschiato, ho voglia di vederla impazzire sotto la mie carezze.
Le prendo il viso fra le mani e la bacio spingendo la lingua nella sua bocca, lei reagisce subito, mi abbraccia e mi si stringe.
Inizio a spogliarla, le bacio le tette, le succhio i capezzoli, le lecco il collo.
la bacio sotto le ascelle e sui fianchi.
Ma sono impaziente, voglio leccarle la micetta, la trascino in camera, la spingo sul letto, le apro le gambe ed affondo il viso fra le sue cosce, le mordicchio le grandi labbra, le succhio quelle piccole, le mordicchio il clito e lo succhio come se facessi un pompino ad un uomo.
Lei oramai &egrave schizzata in orbita, geme, mugola, si impasta le tette e si tortura i capezzoli.
Urla ‘VENGOOOOOO …’
E’ esausta, si abbandona alle mia carezze, le succhio i capezzoli, le spingo tre dita nella fighetta … lei non smette di godere e viene ancora ed ancora finché piano riesce a mormorare
‘Basta dottoressa … basta amore mio … mi fai morire così’
Un ultimo bacio e la lascio andare, si addormenta di colpo.
Mi distendo al suo fianco, prendendo la sua mano nella mia e mi addormento.

per commenti brubu@yahoo.it Ho mantenuto la promessa che ho fatto alla Signora della trattoria, nei pochi giorni di permanenza in Italia, ho parlato bene del suo locale nel giro delle mie conoscenze.
Vi ho portato alcuni amici miei a cena, ma non solo, anche il direttore della banca per uno di quei pranzi di lavoro, che odio, perché disturbati dei problemi da discutere non si apprezza il cibo, oppure ci si concentra sulla tavola, non attribuendo agli argomenti del lavoro, la giusta importanza che si meritano.
Un tutte quelle occasioni sono sempre accompagnata da Daniela, suscitando perplessità e curiosità.
Metto subito tutte le cose in chiaro
‘Permettetemi di presentarvi, una mia collaboratrice, la Signorina Daniela ………, la mia Assistente per le attività internazionale.’
Daniele che &egrave una ragazza intelligente, capisce subito che &egrave l’occasione per entrare in un giro di persone che altrimenti le sarebbe precluso, e si comporta di conseguenza, la sua avvenenza e la sua simpatia innata fanno il resto ed in poco giorni diventa una persona conosciuta negli ambienti bene della città.
Tutto questo fa che quando andiamo a cena per conto nostro, la Signora che non &egrave stupida ci riserva sempre un trattamento speciale, ci fa accomodare in una saletta riservata, dove possiamo comportarci con la massima libertà, ed in un paio di volte, non avendo la pazienza di aspettare di tornare a casa, abbiamo anche usufruito di una camera per la notte.
La Signora non ci chiede o non ci dice niente, lascia una chiave sul tavolo, se vogliamo ci basta prenderla, uscire dalla saletta usando la porta che sta in fondo e salire le scale.
Troviamo tutto pronto, dietro un paravento c’&egrave un lavandino e un bidet, sapone, detergente intimo e asciugamani, sul tavolo un vassoio con due bicchieri, una bottiglia d’acqua minerale fresca e una bottiglia di vino bianco nel secchiello del ghiaccio.
E così appena chiuso la porta, ci buttiamo nelle braccia l’una dell’altra, ci baciamo, ci spogliamo, o forse sarebbe meglio dire, ci strappiamo i vestiti da dosso, e diamo inizio alla lotta amorosa.
In quelle occasioni &egrave proprio l’amore ruspante, quando ci lecchiamo la figa questa sa di donna, non ha il sapore di fondo del detergente intimo, quando lecco Daniela sotto le ascelle percepisco il gusto salato del suo sudore, e tutto questo mi provoca un eccitazione incontenibile.
Mi viene in mente Enrico IV, re di Francia, il quale pretendeva che le sue amanti non si lavassero… beh! senza arrivare a questi eccessi mi piace il sapore ed il profumo naturale di Daniela.
Vorrei leccarla tutta, dalla testa ai piedi, ripulirla completamente dal sudore, e lei mi asseconda, si presta a quel mio modo di essere fetish, e mi incoraggia.
‘Ti piace eh! ti piace lavarmi con la lingua …dai dottoressa dimmelo … voglio saperlo … se vuoi farò come le donne di una volta, coprirò l’odore del mio sudore con il profumo invece di lavarmi … &egrave questo che vuoi?’
Ed io intenta a leccarla non riesco a parlare … posso solo mugolare.
Ma anche lei mi lecca la figa ‘natura’ e mi dice
‘mmmmm che gusto ….mmmmm … che profumo …. mmmmmmm …. che sapore … aspetta … sì … sì …un ostrica … ecco ti sto mangiando l’ostrica.’
E sull’ostrica ci beviamo un bicchiere di vino bianco freddo.
Sarà il vino, saranno quelle parole, non lo so, ma so che la mia figa rilascia un altro fiotto di umori.
Oramai &egrave entrato nel nostro gergo … quando si dice di voler mangiare le ostriche si va a letto senza lavare la micetta.
Anzi le abbiamo ribattezzate, si parla meno di figa, fighetta, micina o micetta ma sempre più di ostrica o di ostrichetta.
Ma anche questo periodo sta per finire, ci dobbiamo preparare per tornare negli Stati Uniti e a convivere a casa nostra.
E così dopo aver lasciato istruzioni precise a Giovanni e ad Emilio, chiudo il mio ufficio, ed anche Daniela chiude il suo.
Siamo a Tessera, abbiamo già fatto il check-in, abbiamo solo bagaglio a mano, l’altoparlante gracchia … chiama i passeggeri per il volo Delta Airline 187 per New York, ci avviamo, consegniamo le carte d’imbarco, passiamo tutti i controlli di sicurezza e finalmente ci imbarchiamo.
Ad aspettarci troviamo Jane che ci saluta sorridendo, ma non possiamo fermarci, so già che appena l’aereo avrà decollato lei verrà a salutarci.
Siamo sistemate bene nei nostri posti e mano nella mano aspettiamo il decollo … l’aereo rulla sulla pista … si stacca dal suolo e si alza in volo, tiro un sospiro di sollievo, penso – &egrave andata -, il decollo e l’atterraggio sono i due momenti che mi causano un momento di tensione.
Sento la stretta della mano di Daniela, che conosce questa mia debolezza, farsi più forte, come per rassicurarmi, come per dirmi – sono qui, non temere, ti proteggo io -, e gliene sono grata.
Jane passa con il carrello, si ferma e ci consegna un paio di bottigliette d’acqua minerale e ne approfitta per dirmi
‘Ben tornate, Melinda ci aspetta al Kennedy Airport, andremo a casa insieme.’
Ci fa l’occhiolino e si allontana per riprendere il suo servizio.
Sembrava che dovesse essere un volo senza storia, ma in mezzo all’Atlantico incontriamo una forte turbolenza, il velivolo inizi< a ballare e si accende il display - spegnere le sigarette - allacciare le cinture di sicurezza - Arriva Jane, col pretesto di controllare se abbiamo fatto le cose bene, si china su di noi, passa le mani nelle cinture e ci palpa bene i fianchi, il pancino ed anche in mezzo alle gambe, una strizzatine alle tette, e se ne va sorridente facendoci l'occhiolino. I nostri rapporti con Jane e Melinda sono piuttosto ambigui, certo che fra di noi esiste una forte attrazione fisica, ci baciamo, ci palpiamo il culetto e le tette, ma non andiamo mai fino in fondo, tutt'al più una mano stretta sulla figa e tutto finisce lì. Penso che, da parte nostra, siamo frenate dal fatto che siamo una coppia seriamente innamorata e non legata soltanto dall'attrazione fisica, e quindi non abbiamo il coraggio di rischiare la rovina del nostro rapporto. Ed &egrave un bene così, questi giochetti ci eccitano come porche e poi ci sfoggiamo fra di noi, ma forse un giorno non avremo la forza di fermarci e francamente non lo vorrei, temo che sarebbe la fine del mio amore per Daniela. Ma devo constatare che né Jane e neanche Melinda, che si attacca sempre a Daniela come una cozza allo scoglio, provocandomi piccoli attacchi di gelosia, non sembrano aver i stessi timori. Daniela invece ha un atteggiamento diverso, mentre io, dopo una ... lo ammetto debole resistenza ... mi arrendo alle carezze di Jane, lei con Melinda partecipa attivamente, al punto che varie volte &egrave lei che per prima le va a palpare la figa, dopo viene da me tutta contrita e mi chiede di perdonarla, mi guarda con quei occhioni da cane bastonato, ed io non ho la forza di mandarla via, mi riprometto sempre di fargliela pagare ma non ho il coraggio di farlo. Non vorrei neanche arrivare a quel punto, perché dopo la delusione patita con Antonio, non so se potrei sopportare un'altra fine così, temo che mi chiuderei per sempre ad ogni relazione amorosa, ma forse &egrave il mio destino, ma non ci voglio pensare, non voglio invecchiare da sola, diventare una vecchia zitella rinsecchita senza sentimenti. Intanto siamo giunte a destinazione, troviamo Melinda ad aspettarci, baci e abbracci, andiamo a casa e ci chiudiamo in camera per dormire e combattere il jet lag. per commenti brubu@yahoo.it Da quel giorno, quando in albergo a San Remo, dove ci trovavamo per il Congresso aziendale, Daniela mi aveva sedotta ed eravamo diventate amanti, sono passati cinque anni. Le nostre vite sono molto cambiate, in primo luogo sono felicemente divorziata, quella brutta parentesi del mio matrimonio si &egrave conclusa, non ho mai rivelato il motivo che mi aveva spinta a chiedere il divorzio, ma Antonio &egrave imprudente, ed ora tutti sanno, con grande dispiacere dei suoi genitori, della sua preferenza per i ragazzi. Poi ci siamo trasferite definitivamente negli Stati Uniti, sono diventata l'Assistente dell'Executive Vice-President, e la mi candidatura alla sua sostituzione, quando egli si ritirerà, &egrave già ufficializzata, devo solo aspettare di aver raggiunto i 40 anni di età, questo &egrave il limite inferiore per occupare una posizione di quell'importanza. Per molti sono ancora 'the italian bitch', lo pensano, ma nessuno si azzarda più a dirlo Abbiamo avuto un momento di crisi, quando spinta da un attacco di gelosia, ho messo Daniela di fronte all'alternativa, o me o Melinda, lei ha pianto, ha chiesto perdono, affermando che si trattava solo di un divertimento senza conseguenza, mi ha supplicato di non allontanarla da me giurandomi di amare solo me. E' andata a finire che abbiamo pianto in due strettamente abbracciate, consolandoci a vicenda, da allora Daniela non si concede più alcuna libertà ed &egrave un esempio di fedeltà. Anche Jane e Melinda hanno litigato e si sono lasciate, così siamo rimaste sole nell'appartamento di Park Slope, e ci va bene così. Ogni tanto, quando ha qualche giorni di riposo, Jane passa da noi, siamo rimate buone amiche, ma niente di più, e così la sua compagnia ci &egrave sempre gradita. La nostra vita prosegue con alti e bassi, come per tutte le coppie, ma l'amore ci fa superare tutte le difficoltà. Torniamo in Italia un paio di volte all'anno per visitare i nostri genitori, ritrovare i vecchi amici e respirare un po' dell'aria della nostra giovinezza ed anche per non perdere i contatti con le nostre radici, perché sappiamo già che l'avventura americana un giorno finirà, e noi torneremo a casa per invecchiare tranquillamente. per commenti brubu@yahoo.it.

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