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Racconti Erotici Lesbo

Voglie di vacanze ….ma esotiche

By 10 Aprile 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

La stagione si sta riaprendo e il mio corpo e la mia mente sono in agitazione, sentono il desiderio di volare nel mondo, dove? In questo momento non ho deciso niente ma sento che non resisterò molto a rimanere inerte a sognare, sicuramente sabato andrò in qualche agenzia e troverò qualche spunto per una nuova avventura.
Non dico che lavoro e vivo solo per i viaggi, ma sicuramente questi occupano una buona parte del mio io, la possibilità di viaggiare, conoscere persone diverse con cui condividere gioie e preoccupazioni, persone di qualsiasi ceto sociale, persone che al primo incontro ti sembrano delle rocce ma che poi al minimo inconveniente mettono a nudo tutta la loro pochezza e la loro infelicità, in contrapposizione a quelle che non daresti un soldo bucato ma che nella necessità si scoprono essere pronte a tutto senza bisogno di chiedere aiuto. Qualsiasi viaggiatore e per viaggiatore non intendo colui o colei che si beano con gli amici rimasti a casa di avventure meravigliose o di incontri terribili o di situazioni intricate che grazie alla loro esperienza hanno saputo districarsi, bensì intendo quelli che al primo incontro si presentano, ti salutano cordialmente e nella loro stretta di mano ti trasmettono immediatamente un senso di sicurezza.
Naturalmente questo senso critico ti arriva con l’esperienza, con il desiderio e la certezza che ogni nuova avventura avrà successo con la fortuna di incontrare queste persone ed essendo io patita di fotografia, la prima cosa che noto &egrave come una persona usa la macchina fotografica: se la usa per immortalare continuamente il suo lui o la sua lei, trascurando tutta la genuinità e la bellezza locale. Sicuramente questa &egrave la persona che al primo disguido diventa nervosa, critica qualsiasi scelta che si debba prendere, non gli andrà bene niente e rischierà di allargare il panico. Invece chi usa la macchina per immortalare un viso di donna, un sorriso di un bambino, la barba di un vecchio curvo sul suo bastone, questa &egrave la persona che in caso di bisogno, anche senza essere richiesto, vedrai una mano allungarsi per aiutarti o per essere aiutato.
Fatta questa premessa veniamo al viaggio, entro nella prima agenzia, non importa se la conosco oppure no, tanto per l’organizzazione finale andrò sempre al solito posto, mi guardo in giro cercando uno spunto, un qualche particolare che mi colpisca, i miei occhi spaziano tra foto di mare, montagna, città, questo &egrave il momento magico, &egrave il momento che io giudico il più bello ma anche il più pericoloso, una scelta sbagliata butta a mare tutto quello che hai sognato e sperato. Una voce sottile mi attrae, mi giro e il volto di una signora di mezza età mi compare, sono attratta dalla sua calma, &egrave vestita in modo semplice ma sobrio, parla un italiano non proprio perfetto ma non riesco a decifrarne la provenienza. La signora &egrave seduta davanti all’impiegato dell’agenzia che le sta illustrando un viaggio in Africa e più precisamente in Namibia; un viaggio individuale o al massimo con altri due o tre compagni in quanto l’organizzazione prevede un pulmino di max 5 persone più la guida che farà anche da autista, la cosa mi attrae e prendo lo stesso opuscolo che stanno esaminando e facendo finta di leggerlo ascolto tutto quello che dicono. La ragazza le sta magnificando il giro che spazia da deserto alle dune di sabbia meravigliose, parchi con animali allo stato brdo, qualche difficoltà dovuta alla logistica in quanto sono previste sistemazioni in hotels ma anche in tenda sotto il cielo stellato. Ho deciso, mi interessa, credo che ci studierò sopra con più attenzione, certo, solo alla parola Africa la mia mente si &egrave illuminata, poi si aggiunge il deserto, il silenzio e le grida della natura: il gioco &egrave fatto.
Lascio che la signora finisca le sue lunghe domande per poi chiedere anch’io qualche informazione, poi di colpo cambio idea, ringrazio l’altra impiegata ma prendendo spunto che &egrave tardi e che non posso trattenermi oltre, esco per poter mettere in atto il piano che mi &egrave venuto in mente, ovvero, aspetto che la signora (mi sono dimenticata di dare la descrizione della stessa, vista da dietro metteva in mostra un bel posteriore, età 45/50 anni) esca dall’agenzia poi la seguo e con una scusa qualsiasi la fermo e poi ‘
Cammino un po’ senza perdere di vista la porta dell’agenzia sino a quando lei esce e si dirige verso di me (&egrave proprio carica, un bel portamento, tutte le curve sono al suo posto senza essere esagerate), visto che sta leggendo il depliant decido di non fermarla ma la seguo a debita distanza. Di punto in bianco cambia direzione ed io la seguo cercando di non farmi notare ma anche di non perderla di vista, lei entra in un negozio di intimo da donna e decido di entrare, visto che avevo giusta necessità di acquistare un completino nuovo. Siamo vicine sul banco e stiamo chiedendo alle commesse cosa desideriamo; mentre queste si spostano per prendere quello che avevamo chiesto i nostri occhi si incrociano e per un attimo ci guardiamo senza aprir bocca, poi prendo la decisione di attaccare.
-Mi scusi signora, ma lei non era nel negozio di viaggi del ‘.
-certo, ero alla ricerca di un viaggio
-Io ero dopo di lei, anch’io cercavo un’idea per il prossimo viaggio
-la signorina mi ha proposto un viaggio molto carica in Africa, anzi precisamente in Namibia, ma mi diceva che per questo tipo di viaggio servono al massimo 4 persone e noi siamo in tre, quindi dovremmo pagare per quattro.
– Peccato perché il viaggio &egrave sicuramente molto interessante, piacerebbe anche a me poterlo fare, ma lei dove abita?
– Abito e lavoro a Milano
– Io e le mie amiche lavoriamo a Milano ma abitiamo in un paese di provincia. Se la cosa può interessarVi possiamo conoscerci e chissà ‘
– posso parlarne con le mie amiche, sa sono un po’ particolari e ‘
Veniamo interrotte dall’arrivo della commessa con i completino richiesti e dopo aver esaminato quello che ci viene proposto decidiamo di andare nei camerini per le prove. Per me tutto va bene, mentre per lei le mutandine sono giuste per il reggiseno serve una misura più grande, sento che chiede alla commessa se può farle provare una quarta ricevendo risposta affermativa. Io sono alla cassa per pagare mentre lei esce dal camerino tutta soddisfatta, per correttezza mi sposto per non vedere cosa e come paga e l’aspetto, mi raggiunge e mi propone di andare a bere un caff&egrave. Naturalmente non mi lascio scappare l’occasione e prendendola sottobraccio ci dirigiamo verso il bar, mi chiede se ho premura, le rispondo di no e quindi ci sediamo ordinando i caff&egrave.
– Visto che non ci conosciamo comincio a presentarmi: mi chiamo Eleonora piacere
– piacere mio, mi chiamo Rosanna
– certo che il mondo &egrave buffo due persone che non si conoscono si trovano a cercare prima un viaggio e poi dell’intimo nello stesso momento
– certo che &egrave molto strano, però io sono contenta, credo al mistero del fato (la cosa valeva solo per l’agenzia di viaggi perché per l’altro negozio &egrave stato cercato e voluto)
– scusa l’interruzione Rosanna, posso chiederti se sei sposata?
– Nessun problema, visto che forse avremo la possibilità di viaggiare assieme. Sì sono sposata ma &egrave come se non lo fossi perché ..
– Ti prego, non dirmi niente, non voglio essere indiscreta, avremo tempo per parlarne se troveremo la soluzione ideale, anzi se vuoi posso telefonare all’agenzia dicendo che ho trovato la quarta persona e che le faremo sapere al più presto la decisione.
– Sarei proprio contenta di viaggiare con Voi, non so come sono le tue amiche, ma per logica, saranno come te.
– Le altre due sono singole convinte e hanno due anni più di me, una si chiama Ursula e l’altra Gaia. Lavoriamo tutte e tre nella stessa società e ci conosciamo da circa 15 anni. Ursula fisicamente mi assomiglia, unica differenza capelli cortissimi alla maschio e sempre taciturna e un po’ triste, ma quando si scatena non si riesce più a frenare, mentre Gaia &egrave sempre allegra, nera corvina con qualche problema con la bilancia, io invece, mi vedi sono sicuramente solare anche se il mio stato coniugale &egrave disastroso ma ormai sono anni che faccio questa vita e mi ci sono abituata, unica fortuna che non ho figli e quindi o per colpa mia o per colpa di mio marito non facciamo soffrire nessun altro.
Mentre parlava osservavo le sue mani, bellissime, affusolate e ben curate, ma che denotavano lo stato interno della persona che era molto tormentato.
– scusa Eleonora, ma &egrave tanto che siete in questo stato, voglio dire tu e tuo marito?
– no, Rosanna, hai visto giusto sono circa 3 anni, non mi sono ancora rassegnata, ma con il lavoro, le mie amiche pazze e i viaggi ne sto uscendo e credo che questo viaggio un po’ particolare e difficile, mi darà il via allo stacco sia fisico che mentale da mio marito. Non mi interessa dover vivere sotto lo stesso tetto, purch&egrave io possa continuare a fare la mia vita e lui la sua, ognuno di noi può andare con chi vuole purch&egrave nessuno dei due porti in casa qualcuno, le nostre storie devono essere vissute fuori casa, in modo totale.
Io sono nella stessa identica situazione con la differenza di avere una figlia e di avere un’amante stupendo con cui condivido moltissime situazioni ed emozioni. La discussione andò avanti per diverso tempo e visto che era sabato e nessuno delle due aveva problemi di tempo decidemmo di andare a mangiare un boccone insieme, così avremmo potuto continuare a conoscerci meglio. Uscimmo dal bar, Eleonora mi prese sottobraccio e mi portò in un ristorantino in centro che non conoscevo, molto carino a due piani, il superiore con tavoli per due o 4 persone per colazioni veloci di lavoro e il piano inferiore, stupendo, era stato creato per avere più intimità, praticamente erano grandi botti con all’interno dei tavoli per 2, massimo 3 persone, certo la cosa mi aveva messo di ottimo umore (verrò la prossima volta con ALL). Ci sedemmo in fondo alla sala e ordinammo una cosa molto semplice, sembravamo più interessate a parlare e conoscermi meglio che a mangiare, certo che la situazione era molto strana, la botte dava la strana sensazione di intimità e di complicità dovuta anche allo spazio che era minimo e alla luce molto tenue.
Stavamo conoscendoci sempre meglio, la temperatura, anche grazie al cibo e al vino si stava alzando e la conoscenza aveva raggiunto livelli sempre più alti e ogni tanto mi capitava di pensare a quanto sarebbe stato bello se ci fosse stato anche ALL. Ogni volta che pensavo a lui sentivo un fremito fra le mie gambe e per darmi una calmata allungavo le gambe così l’aria che arrivava raffreddava i miei ardenti bollori, ma così facendo andavo ad appoggiarmi alla gamba di Eleonora che stranamente non si spostava, anzi sembrava le facesse piacere.
Passammo due ore magnifiche e stupende, poi uscimmo dandoci appuntamento all’indomani per telefono così lei avrebbe potuto parlare con le sue amiche e ci saremmo aggiornate, dopo esserci scambiate i numeri telefonici, ci salutammo. Presi a camminare pensando a tutto quello che era successo, dirigendomi verso casa decido di andare a piedi così avrei potuto riflettere e prendere, se non una decisione, almeno un’idea più concreta. Arrivata a casa (vuota perché lui era ad un seminario e Gaia (mia figlia) era partita per un fine settimana con il suo bello, buttai sul divano le riviste dell’agenzia e decisi di sdraiarmi per riflettere così come ero e dopo poco mi addormentai.
Il suono del telefono mi svegliò, allungai la mano e risposi:
– ciao Rosanna, sono Eleonoro, come stai?
– Che bella voce hai al telefono, mi fa piacere che mi hai chiamata, tutto bene?
– Sì grazie, tutto bene, volevo avvertirti che ho parlato con Ursula e Gaia e la cosa sembra che le interessi, però vorrebbero conoscerti prima di prendere una decisione. Io ho cercato di descriverti al meglio e visto che Ursula &egrave sempre pessimista ha insistito per incontrarti.
– ma certo che &egrave possibile, fa piacere anche a me, dimmi dove ci dobbiamo vedere.
– Se tu sei d’accordo possiamo vederci a casa mia questa sera verso le 20 così possiamo chiacchierare e mangiare assieme.
– Mi va bene perché mio marito mi ha avvisato che non torna a casa perché &egrave fuori con amici.
A questo punto Eleonora mi da’ l’indirizzo e ci salutiamo. Guardo l’orologio, sono le 17.00 quindi ho tutto il tempo di farmi una doccia e prepararmi, per sicurezza metterò un biglietto per avvisare che sono fuori con amiche e che tornerò tardi. Sono agitata come se dovessi incontrare qualche persona importante, deciso di spogliarmi e farmi una doccia, forse mi farà bene e mi calmerà, accendo la radio in bagno e mi butto sotto la doccia che mi investe stupendamente, mentre mi lavo ripenso alla vicinanza di Eleonora a pranzo e a quanto mi ha turbata il contatto con la sua pelle ma soprattutto il suo profumo, &egrave quello che mi ha fatto sognare.
Senza accorgermene mi ritrovo con le gambe allargate e mi sto accarezzando la passerina, chiudo gli occhi lascio che l’acqua mi accarezzi il corpo e che le mie dita entrino e mi portino a sognare e di colpo sto godendo, non stavo pensando o sognando niente di particolare o di particolarmente eccitante, eppure ho goduto meravigliosamente ma non sono ancora soddisfatta, esco dalla doccia mi asciugo cercando di non sfiorare la figa, vado in camera da letto, apro il mio cassetto segreto e tolgo il vibratore e dopo essermi infilata un dito nel culo, chiudo le cosce e gli occhi e inizio a sognare e inizio il viaggio che termina subito perché avevo tanta voglia. Tengo gli occhi chiusi per poter prolungare l’effetto e mi assopisco. In lontananza sento l’orologio che batte le ore, apro gli occhi guardo e di colpo realizzo che ho dormito perché sono le 19.00; mi ricordo dell’appuntamento, scatto in piedi e in pochi minuti mi vesto con quello che mi capita a tiro: intimo nero, gonna corta rossa, camicetta nera non troppo scollata (tanto non ho molto seno da far vedere e poi siamo tra donne), braccialetto si sandalo e collana uguale, goccio di profumo sul collo, rapido controllo che tutto sia a posto,, lampo mi accorgo di aver lasciato il vibratore sul letto, lo prendo e lo ripongo nel cassetto, chiudo il tutto ed esco di corsa. Appena arrivata in strada realizzo che non posso arrivare in tempo all’appuntamento e dedico di fermare un taxi, meraviglioso lo trovo, salgo e due meravigliosi occhi verdi di donna mi guardano dallo specchietto chiedendomi dove devo andare. Do l’indirizzo e si parte, sto pensando alle amiche di Eleonora, non mi sento a posto, come se mi mancasse qualcosa, alzo gli occhi e incrocio i suoi (della taxista) che mi incrociano per poi abbassarli, per guardarmi giù in basso. Sta guardandomi le gambe, che senza accorgermene sono aperte e un lampo mi attraversa la mente, divento cianotica, non mi sono messa le mutandine e nemmeno il reggiseno, stringo le gambe cerco di fare l’indifferente ma non mi riesce bene. Siamo arrivati a destinazione, scendo pago il conto, e lei con un sorriso meraviglioso mi ringrazia e dandomi la ricevuta mi dice che se ho bisogno in futuro il suo numero &egrave evidenziato e che fa servizio anche fuori città, la ringrazio metto il tutto in borsetta e mentre mi incammino lei dice:’i miei complimenti signora, sta molto bene senza mutandine, ho dovuto guidare a fatica, sarà per un’altra volta, e mi dà la ricevuta. Senza sapere perché la ringrazio dicendole ‘chi sa il mondo &egrave piccolo’ e mi accingo a suonare il campanello del citofono di Eleonora.
– ciao sono Rosanna
– ciao vieni 9 piano a sinistra.
– Entro, casa signorile, prendo l’ascensore, 5 piano, mi sembra di andare ad un appuntamento più grande, non so perché ma sono sicura che ci sarà un seguito, magari anche senza viaggio in Namibia.
La porta dell’ascensore si apre e lei &egrave li sorridente che mi allunga le braccia come se ci conoscessimo da sempre e ci scambiamo un caso bacio sulle guance. Entriamo in casa, luce soffusa, ottimi mobili, tappeti che coprono tutto il pavimento, musica soft, decisamente Eleonora se la passa bene, mi prende per mano per farmi visitare il suo dolce regno.
– Tesoro, le due pesti (Ursula e Gaia) hanno telefonato che ritardano quindi possiamo parlare su come impostare il viaggio, cosa ne pensi.
– Certo, non ci sono problemi, ho pensato che la cosa mi interessa e quindi dobbiamo solo accordarci, i miei complimenti, hai una casa dolcissima.
– E’ tutto mio tranne le spese che le paga il mio ex, scusa non ti ho neppure chiesto se vuoi un caff&egrave.
– No, grazie, prima di cena non lo bevo, altrimenti mi rovino il pasto.
La musica sembra adatta all’incontro di due amanti tanto &egrave dolce sensuale e non per un incontro di quattro donne che devono decidere se e come passare le loro ferie, ma sicuramente mi mette a mio agio e mi predispone al meglio. Viene tesoro ti mostro la mia camera da letto e il mio regno preferito, ovvero il bagno.
Mi prende per mano, una mano calda che ti dà sicurezza e mi accompagna in camera. Letto matrimoniale (probabilmente il suo da sposata) anche qui i tappeti abbondano, mobilio scuro come piace a me, televisore, uno scrittoio e una libreria con tanti libri(osservo con occhio veloce qualche titolo e il cuore mi batte forte, una buona parte sono a carattere erotico) lei si accorge dove si &egrave posato il mio sguardo, mi mette un braccio attorno alla vita, dicendomi se voglio posso prendere quello che voglio, basta che non li sciupi, perché ci tendo molto alla mia raccolta. Poi ci spostiamo nel bagno e qui rimango a bocca aperta, ampio, ben illuminato, tutte le pareti sono coperte da specchi che in qualunque posizione ti metti puoi vederti tutta, ovvero davanti, dietro, di fianco. Vedendo la mia ammirazione il suo viso si illumina di gioia (quando una cosa ti piace e trovi che anche a altre persone piace, la gioia e la soddisfazione aumentano predisponendoti al meglio) e essendo dietro di me sento e vedo le sue braccia che mi circondano e il suo seno si schiaccia contro la mia schiena, un meraviglioso brivido mi percorre, se non avessi paura di sbagliarmi mi girerei e la bacherei sulla bocca, ma non sono certa e preferisco attendere, ma per farle capire la mia gioia e la mia approvazione mi giro e le stampo un bacione sulla guancia, lei mi stringe forte, forse anche lei ‘ il suono del citofono arriva nel momento sbagliato o giusto, ci stacchiamo andiamo verso la porta e lei risponde.
– Ben arrivate, salite, vi stiamo aspettando. Cerco di calmare i battiti del mio cuore per l’emozione che ho provato e senza accorgermene mi risistemo,come se fossi sciupata o con qualcosa fuori posto. Il campanello suona, lei apre la porta, sento che si salutano rumorosamente e poi entrano in sala. Decisamente carine, poco più o meno siamo coetanee, non portano anelli che possano indicare matrimoni o vincoli vari, riconosco (dalla spiegazione che mi aveva fatto Eleonora) la timida Ursula vestita molto sobriamente: pantaloni neri, camicetta molto larga, che non ti può far capire se sotto esista una 2′ o una 3′ misura oppure poco più di niente, profumo secco ma intrigante, tutto al contrario di Gaia spumeggiante, allegra, minigonna bianca che lascia vedere due belle gambe che sorreggono un meraviglioso culetto del tipo che ci puoi passare ore a pizzicarlo, baciarlo, leccarlo, maglioncino nero, attillato, con una bella 3′ senza reggiseno, con capezzoli che sembrano vogliano forare il maglioncino. Se devo prendere una decisione la premessa &egrave sicuramente positiva, presentazione, stretta di mani e poi la padrona ci fa accomodare in salotto. La fortuna mi aiuta e mi trovo con Gaia di fronte a me, ha veramente due belle gambe che lascia libere e in completa bella vista, mentre le accavalla mette in mostra delle mutandine di pizzo bianco, a quel punto mi sento mancare perché stavo facendo lo stesso gesto, ma per fortuna mi sono ricordata di essere senza mutandine. Cominciamo a parlare del più e del meno cercando di conoscerti e di farci conoscere, ognuna &egrave ansiosa di capire il più possibile per potersi fare un quadro.
A questo punto la padrona di casa prende in mano la situazione e ci chiede di andare a cena. Ci alziamo e i miei occhi cadono di nuovo sulle cosce di Gaia, la quale sembra si sia accorta e mi stampa un sorriso malizioso a cui rispondo con il meglio del mio sorriso, sono sicura, che nel caso fosse disponibile potrebbe farti morire di gioia.
Ci sistemiamo, di fronte a me Eleonora al cui fianco si siede Ursula, mentre al mio fianco destro si adagia Gaia.
La padrona di casa offre un brindisi si ognuno per una buona riuscita al progetto e iniziamo a mangiare, naturalmente le bocche non restano vuote ma nemmeno rinunciano a parlare.
Eleonora prende la parola e spiega la possibilità del viaggio, le eventuali difficoltà ma anche le meraviglie che si potranno vedere, Ursula &egrave taciturna ma molto attenta, mentre Gaia mette tutto sul semplice, io cerco di spiegare che &egrave tanto tempo che volevo organizzarmi questo viaggio ma che sicuramente presenta qualche difficoltà ma che tutto sommato non &egrave poi così difficile.
Eleonora fa capire che saremo, se siamo d’accordo, in 4 donne più la guida che fa anche da autista, che sarà anche lei donna. Gaia &egrave la prima a essere d’accordo poi Ursula, che non ha mai parlato, dice di essere anche lei del parere positivo e che l’unica che potrebbe avere dei problemi sarei io in quanto loro tre si conoscono da tanto tempo, io invece sono nuova.
Mi permetto di far notare che non ho problemi in quanto sono abituata a girare sola e quando arrivo a destinazione trovo sempre gente nuova e spesso e volentieri stranieri. Gaia posa la sua mano sulla mia e guardandomi dritta negli occhi ‘.
– tesoro non preoccuparti, avremo davanti 2 mesi prima di partire, quindi abbiamo tutto il tempo per poterci conoscere e capire i nostri gusti e i caratteri.
– Hai ragione, Gaia sono pienamente d’accordo con te, potremo organizzare qualche fine settimana, assieme naturalmente vicino.
– Certo Rosanna, magari in una baita in alta montagna, solo per noi.
Eleonora che aveva seguito in silenzio il nostro dialogo si disse totalmente d’accordo, Ursula approvò e io diedi incarico a Gaia di trovare la baita. Sembrava una bambina a cui avevano regalato un giocattolo nuovo.
– peccato che domani &egrave domenica e non posso iniziare la ricerca, ma vi prometto che troverò il posto giusto e vi stupirò. Non avevo dubbi sulla sua intraprendenza dal momento che aveva spostato il lembo della tovaglia che le copriva la gonna mettendo in mostra due stupende cosce e per essere più chiara sollevò ancora la gonna evidenziando le sue mutandine. Certo, a quella vista, la voglia di metterle la mano sulla passerina era forte ma dovevo lasciare passare un po’ di tempo. Cosa che invece Eleonora non perdeva perché mi sono sentita allargare le gambe e il suo piedino si mise a giocare con la mia fighetta che era già bagnata, la guardai negli occhi, e lei senza alterare la situazione mi chiese se tutto andava bene e se mi piaceva, quello che aveva preparato.
– Ottimo le dissi, non avevo mai provato questo manicaretto veramente delizioso e stuzzicante (sentivo il suo ditone che frugava e che mi stava portando diritto a un’orgasmo di cui dovevo assolutamente averlo nel massimo silenzio.
– Non le bastava il ditone e si fece spazio cercando di entrare più possibile, essendo io pronta a godere la agevolai il lavoro aprendomi al massimo e spingendo in modo che potesse entrare, ma non riuscii a completare il lavoro perché esplosi in un’orgasmo stupendo intrappolando quel piedino delizioso dentro la mia figa.
– Ursula si alzò per poter preparare il caff&egrave, Gaia si aprì al massimo le gambe e dopo essersi accarezzata si alzò dicendo che andava ad aiutare Ursula. Rimasti soli ci guardammo negli occhi e Eleonora mi chiese scusa per quello che mi aveva fatto ma non aveva resistito, in quanto si era accorta quando ci siamo sedute sul divano che ero senza le mutandine, attesi qualche secondo in silenzio per qualche istante (probabilmente stava pensando che mi sarei arrabbiata) poi le dissi che avrei restituito il giochino appena possibile e alla mia maniera, si alzò di scatto e mi baciò sulla bocca, riprese il suo posto giusto in tempo dell’arrivo delle altre due con il caff&egrave in mano. La serata proseguì allegramente tra programmi, battute, barzellette e allegria sembravamo quattro vecchie amiche, poi decidemmo di salutarci con l’impegno di risentirci a metà settimana per aggiornarci. Eleonora di era impegnata a parlare con l’agenzia per definire il viaggio ed i costi, io mi sarei occupata di recuperare più informazioni possibili del luogo, Gaia si era prese l’impegna di cercare la baita per il famoso fine settimana e Ursula si sarebbe occupata del materiale fotografico (aveva un negozio del genere). Io fui la prima a salutarla e dopo aver baciato la padrona e Ursula Gaia mi disse che mi avrebbe accompagnata visto che non sapevo come si sarebbe dovuto fare per aprire il portone. Chiamò l’ascensore (9 piani) entrammo e appena passato il piano mi si avvicinò a mi bacio in bocca mentre la sua mano fece largo tra le mie cosce affondandomi 2 dite nella figa, non feci in tempo a assaporare la delizia della sua lingua e delle dita che arrivammo al piano terra, senza parlare mi accompagnò sulla porta e guardandomi negli occhi mi disse, vedrai la prossima volta cosa ti farò. Senza farla finire di parlare le resi il bacio e infilando la mano sotto la gonnellina le diedi un pizzicotto sulla figa poi mi staccai e le dissi che ogni promessa &egrave un debito, la lasciai a bocca aperta, forse non si aspettava la mia reazione.
Uscii in strada, avevo bisogno di camminare un po’ e di sentire l’aria fresca della notte, erano successe diverse cose strane , alcune prevedibili (come l’approccio con Eleonora, anche perché ero stata io a cercare di conoscerla), ma altre come l’attacco del tutto improvviso e imprevedibile ma soprattutto il turbamento che mi dava il viso ed il corpo di Ursula, unica cosa certa &egrave che avevo un gran voglia di godere, il tocco finale e fugace di Gaia mi aveva accesa.
Guardai l’orologio, erano le 22, mio marito sicuramente non sarebbe rientrato prima delle 2 o delle 3, come al solito quando usciva con gli amici mentre mia figlia era via con il suo bello per il fine settimana. Abituata al caos di Milano il silenzio di questo paesino quasi mi faceva paura e quel che era peggio non avevo detto alle mie amiche che ero arrivata con il taxi e sicuramente avranno pensato che avevo l’auto e quindi non hanno pensato di indicarmi il mezzo e il modo di rientrare. Mi sono guardata in giro per poter chiedere a qualcuno come fare per andare a Milano ma tranne 2 cani che mi seguivano facendomi compagnia non si vedeva anima viva. Guardando in fondo alla via avevo notato molta luce e forse avrei trovato un bar aperto e quindi avrei chiesto, ma malgrado l’intensità della luce molto forte la distanza era molta e non vedevo alcuno e anche pensando alle mie notti solitarie molte volte sognavo di essere presa da uno sconosciuto, obbligata a seguirlo in un angolo buoi dove, dopo avermi sollevata la gonna e strappate le mutandine, mi allargava le gambe infilandomi il suo cazzo, scopandomi senza pensare a me ma solo al suo pistolone che dopo aver sputato il suo nettare usciva e se ne andava lasciandomi con le gambe aperte e con tanta voglia, ma un conto &egrave sognare a occhi chiusi e un conto essere lì in quel posto solitario. Uno starnuto mi risveglia dal mio soliloquio e feci fatica a capire che ero sola e che l’unico che poteva aver starnutito ero io, aprii la borsetta e tolsi il fazzoletto e mi pulii e nel rimetterlo al suo posto trovai la ricevuta del taxi con tanto di numero telefonico, una lampadina si accese nella mia testa, perché no, avrei potuto chiamarlo e nel caso fosse stato in servizio le avrei chiesto se mi poteva portare a Milano. Ero un po’ tentennante, anche per l’orario, ma la paura di non trovare un mezzo e il desiderio di non disturbare le mie amiche, mi decisi a chiamarla. Feci il numero con le dita tremanti, suonava libero ma non rispondeva nessuno, decisi di chiudere, ricontrollai il numero forse avevo sbagliato o forse era fuori servizio e decisi di ritentare. Dopo vari squilli una voce sottile mi rispose, scusandomi per l’orario cercai di farmi riconoscere senza troppa convinzione ma la risposta che mi arrivò mi lasciò a bocca aperta.
– Non sono come ti chiami ma ero sicura che prima o poi mi avresti chiamata.
– Scusami ma non so come fare per tornare a casa e quindi ‘
– Hai fatto bene, anche perché il mio turno &egrave finito e abito molto vicino a dove ti ho lasciata, mi rivesto di volata anche perché sono nuda, stavo finendo di farmi la doccia ed arrivo subito.
Le dissi dove mi trovavo e la salutai, ritornai sui miei passi lentamente tanto dovevo aspettare un po’. Dopo qualche minuto vidi arrivare una macchina, ma mi accorsi che non era un taxi ma una Mercedes rossa, privata. Non feci caso e continuai a camminare ma una voce di donna mi arrivò all’orecchio.
– allora vuoi salire oppure devo aspettare la tua decisione.
– Mi abbassai per guardare e mi ricordai il viso della tassista, mi sorrise, aprii la portiera e mi infilai dentro, ringraziandola e scusandomi del disturbo. Mi tese la mano presentandosi
– Ciao sono Veronica
– Ciao sono Rosanna
– Dove devo portarti?
– Devo tornare a Milano pensavo di usare i mezzi pubblici ma visto l’orario ho preferito pensare al taxi, poi ho pensato a te e visto che avevo la tua fattura ti ho chiamata. Certo non pensavo che abitavi da queste parti.
– A dire la verità non volevo prendere la telefonata anche perché sono appena smontata e volevo buttarmi sotto la doccia poi ho visto che era ancora presto e ho risposto.
– Mi spiace averti disturbata se non puoi lasciami, troverò un altro taxi.
– Ti faccio una proposta la mia casa &egrave qui vicino, vieni con me mi faccio la doccia , mi cambio e poi ti accompagno, non con il taxi e magari ci fermiamo a bere qualcosa. Cosa ne pensi?
Rimasi a bocca aperta, poi pensando a quello che mi aveva detto quando mi ha dato la fattura a proposito di cosa aveva visto durante il tragitto di andata ho risposto che ero d’accordo.
Innestò la marcia e canticchiando partì, la sua casa era veramente a due passi, scese nei box e parcheggiò l’auto; poi salimmo a piedi dato che abitava al 1′ piano e mentre faceva la doccia mi disse di servirmi da bere. Avrebbe fatto in un attimo. Mi sedetti sul divano (mi aveva acceso la TV), sorseggiai una bella birra fresca, mentre dal bagno mi arrivava la sua voce che canticchiava. La tV stava trasmettendo un film un po’ spinto per l’ora ma lo guardai volentieri anche se mi stava eccitando, poi i sospiri e gridolini aumentavano ma stranamente le bocche dei due amanti stavano parlando per cui mi chiesi da dove provenivano quei rumori. In quel momento comparve Veronica e comprendendo il mio stupore si mise a ridere, senza parlare prese il telecomando, tolse l’audio e tutti i rumori che sentivo prima aumentavano d’intensità. Non ti preoccupare Rosanna sono quelli dell’appartamento vicino poiché oggi &egrave sabato si festeggia, ci sono volte che l’intensità &egrave talmente alta che sembra che io sia di là nel letto con loro e ti assicuro che la cosa nei primi tempi mi dava molto fastidio anche perché mi ero appena divisa da mio marito, ma poi &egrave divenuto un piacevole diversivo. Il sabato se non devo uscire guardo la TV, poi mi faccio una doccia e così come sono mi distendo sul divano, prendo un libro, se vuoi te ne presto qualcuno sono tutti erotici e inizio a leggere. Logicamente tra la lettura e quello che sento la temperatura si alza e finisco sempre che le mie mani corrono sul mio gioiello e inizio a masturbarmi. Scusa se parlo apertamente ma &egrave come se ti conoscessi da sempre e poi tra donne non ci sono problemi, non era proprio così perché avevo una voglia tremenda e con tutto quello che mi era successo, poi lei che si fa la doccia tornando in sala con la sola vestaglia che lasciava vedere parti molto attraenti, quelle voci che erano un invito a nozze. Veronica si accorse del mio turbamento mi guardò chiedendomi se volevamo andare, senza parlare mi alzai, anche lei fece la stessa cosa e poi ‘
– peccato perché ora viene il più bello, &egrave sempre uguale
Mi aveva incuriosita cosa può succedere ancora di più , spiegami.
– succede che dopo averla scopata le mette il cazzo in bocca e senti lui che le dice ‘forza troia lecca, puliscimi il cazzo che fra poco ti inculo’ qualche minuto di silenzio poi lei comincia a gridare ‘dai presto, mettili dentro, non resisto, dai inculami a questo punto le due bocche sono libere e non ti dico cosa esce, anche se sei stanca e sola ti assicuro che &egrave impossibile resistere.
– Senti, facciamo una cosa siediti sull’altro divano così ti senti meglio, mentre io vado a prendermi quello che mi serve per vestirmi, mentre ascoltiamo mi preparo per uscire.
Lei andò in camera mentre i due dall’altra parte stavano iniziando proprio come aveva descritto Veronica, forse era la voglia, forse l’immaginazione ma sembrava che erano lì con me, era come se vedessi un film porno , mi sentivo frastornata e, la mia passerina era bagnata e affamata, ricordandomi di essere senza mutandine cercai di sedermi più avanti possibile in modo da evitare che il mio nettare bagnasse la gonna, allargai le gambe per accertarmi quanto fossi bagnata e dopo essermi lisciata la figa misi le dita in bocca per succhiarle.
– io ti avevo avvisata, Veronica era entrata o forse era tempo che mi guardava, non preoccuparti succede la stessa cosa anche a me e finisce sempre che mi butto sul letto e ‘
– scusami ma ho avuto una giornata particolare o forse &egrave troppo tempo che vado in bianco e quindi &egrave stato come buttare un cerino in un secchio di benzina.
– Non ti preoccupare, non ci sono problemi, guarda cosa mi metto, mi piacerebbe avere il tuo parere.
E così dicendo si avvicina e mi mostra un intimo stupendo, reggiseno a balconcino, visto quello che si intravede sotto la vestaglia mi sembra un po’ piccolo ma forse sbaglio, mutandine molto strette e tutto rigidamente nero.
Sono stupendi e pensando che sarebbe andata in camera a vestirsi e sentendo i due dall’altra parte che stavano arrivando alla fine della loro cavalcata, ero più attenta a quello che succedeva aldilà della parete che a quello che mi aveva fatto vedere Veronica, ma non mi sarei aspettata che rimanendo davanti a me facesse scivolare lentamente la vestaglia per terra restando immobile, dandomi tutto il tempo per ammirare quello stupendo corpo, seno abbondante che non aveva bisogno di essere sostenuto, due capezzoli irti, pronti a farsi leccare, ventre piatto, passerina che non potevo vedere bene ma che era completamente depilata e liscia.
– Rosanna ti senti bene? Vuoi qualcosa da bere? Sto aspettando che mi dica se ti piace il mio intimo.
– Vorrei farti notare che non sono fatta di legno, non bastava sentire quei due porconi che stanno scopando come ricci se poi ti ci metti anche tu &egrave difficile resistere.
– Tesoro, ma &egrave quello che volevo, sei stata tu a mettermi tutta la voglia addosso, eri seduta nel mio taxi con le gambe aperte e senza mutandine, ho dovuto fermarmi dopo che sei scesa per farmi un ditalino, poi guarda caso mi chiami, poi quei due che sembra non vogliano finire mai, anch’io non sono di legno, ora farai tutto quello che ti dico.
– Non so cosa vuoi fare ma ti assicuro che non sono in condizione di protestare, sono pronta a tutto.
– Brava, ero sicura che ci saremmo capite.
Così dicendo mi &egrave venuta vicino, sentivo il profumo della figa che sicuramente era bagnata, mi ha obbligata ad aprire le gambe facendomi appoggiare allo schienale con le mani larghe lontane dal mio corpo, poi si &egrave allontanata in modo che potessi ammirarla meglio e lentamente si &egrave infilata il reggiseno sistemando le tette dentro il balconcino che come temevo non poteva contenere tutto. I capezzoli rimanevano fuori e sicuramente con sopra una camicetta avrebbero fatto la loro bella figura, poi si &egrave girata mettendo in bella vista uno stupendo culetto, era tutto da leccare, alzando prima una poi l’altra gamba, le mutandine stavano prendendo la loro posizione, arrivate a coprire quelle dolci natiche, si &egrave girata mettendo in mostra un inguine gonfio e appena coperto lisciandoselo con le mani in modo osceno e provocante. Non riuscendo più a resistere mi sono messa la mano sulla figa per farmi un ditalino in modo da calmarmi, ma la porcina &egrave venuta verso di me allontanandomi le mani.
– devi solo stare ferma, non puoi fare altro che guardare e soffrire, sarò io e soltanto io che ti darò ordini, quindi dammi quella mano che ha toccato la tua figa. Senza reagire le porsi la mano che lei si infilò in bocca succhiando il mio nettare poi per sicurezza mi legò le mani al divano e facendomi allargare al massimo le gambe legò le caviglie ai piedini del divano.
– Ora tesoro ti benderò e ascolterai i nostri vicini che stanno scopando mentre io andrò in camera a prendere qualcosa di interessante.
Non so quanto tempo ho passato in quella posizione era tremendo sentire quei due porconi che continuavano a scopare e io ferma in quella posizione sentiva la figa che scoppiava. Se fosse passato un cane che mi avesse annusata avrei potuto godere anche senza che me la leccasse. Sentii dei passi e il profumo di Veronica arrivò al mio naso riaccendendo i miei appetiti, si avvicinò e mi baciò, non era molto ma almeno qualcosa di piacevole.
– ora Rosanna ti slego e ti spoglio senza però toglierti la benda; continuerai a fare ciò che voglio ma senza reclamare.
– Ti prego Veronica, fammi quello che vuoi, ma fammi godere, non resisto, sento la testa che scoppia, ti prego
– Lo so e lo vedo che soffri ma &egrave proprio quello che voglio, più soffri e più griderai di gioia dopo
Non ero molto d’accordo, lei non sa quante volte posso godere senza mai fermarmi, non sa che io ed ALL possiamo continuare 2/3 ore senza soluzione di continuità, ma non posso e voglio dirglielo, almeno per ora, la guardo negli occhi e le sussurro: sono pronta, sarò la tua schiava ubbidiente, saprò soffrire in silenzio e attenderò che la mia padrona decida per me, senza saperlo avevo pronunciato le parole magiche, era quello che Veronica voleva.
– Rosanna, anzi da questo momento in poi ti chiamerò schiava e tu mi rivolgerai la parola solo con ‘mia padrona’.
– Sono pronta mia padrona.
– Alzati, schiava
– Sì mia padrona’
La sentii girarmi attorno e mi accarezzò il culo, mi fece aprire le gambe e introdusse il dito nella mia passerina, diede qualche colpo che mi fece rabbrividire e poi lo tolse.
– schiava, la tua figa non &egrave pulita bisogna lavarla (era vero, avevo addosso ancora gli umori dei miei orgasmi con Gaia), ora ti accompagno in bagno e ti laverò.
– Perfetto così per lavarmi mi sfregherà la passerina e forse senza farmi capire riuscirò a godere, mi prese per i fianchi e dandomi delle sonore sberle sulle natiche (meno forti di quelle che mi dà ALL ma sempre piacevoli) mi portò in bagno.
– Schiava, ora allarga le cosce e siediti sul bidet così ti potrò lavare.
Obbedii con piacere aspettando con ansia le sue mani che però prima di scendere tra le cosce si fermarono sui capezzoli strizzandoli fino a farmi male, ma era troppo bello.
– schiava devi soffrire, però vedo che ti piace, benissimo la cosa mi fa piacere.
Aprii il rubinetto e iniziai a sentire gli schizzi di acqua bollente sulle grandi labbra, poi le mani iniziarono a lavarmi, prima lentamente poi sempre più forte, ero pronta a godere bastavano solo due o tre massaggi e poi sarei venuta, ma la porca si era accorta e smise subito, mi fece alzare mentre lei si sedette sul water obbligandomi a sdraiarmi a pancia in giù sulle sue ginocchia.
Ero pronta, non aspettavo altro, sapevo cosa avrebbe fatto, chiusi gli occhi aspettando di essere sculacciata ma non furono le sue mani a colpire il mio deretano ma bensì una spazzola per capelli di quelli con i fili di acciaio, i primi colpi mi costrinsero a stringere i denti per il dolore, ma come dice ALL il dolore continuo dato con amore diventa gioia e goduria portandoti a godere e così fu senza che la mia padrona si fosse accorta.
– schiava alzati perché dobbiamo pulire di nuovo la figa, sicuramente ti sarai bagnata, mi spinse verso la vasca e mi fece entrare (l’essere bendata mi aiutava perché non conoscendola per niente non sapevo come avrei reagito).
– Schiava, apri le cosce. Sentii che staccava la doccia dal muro, dal rumore mi sembrava che stava armeggiando con qualcosa ma non capivo con che cosa.
– Schiava ora ti laverò non solo fuori ma soprattutto dentro. Oddio cosa mi infilerà dentro.
– Schiava apri bene, altrimenti dovrò punirti. Uno strano oggetto mi stava introducendo dentro il mio corpo non sapevo cosa poteva essere ma sicuramente sentivo che mi piaceva, ancora due o tre colpi il fondo dell’utero facendomi male ma anche venire voglia perché la porca iniziò a muoverlo avanti e indietro facendolo anche roteare, era una sensazione mai provata, stavo godendo, ma la porca che decisamente conosceva a memoria i tempi spense l’acqua e sfilò fuori il marchingegno e per lenire le mie sofferenze mi baciò facendomi mancare il respiro.
– Schiava ti ho baciata perché io ne avevo voglia, ti stai comportando veramente bene, e senza che tu ti fossi accorta ho già goduto con le mie mani diverse volte. Hai capito la porca, mentre mi fa tutto quello che vuole lei, che può vedere benissimo riesce anche a masturbarsi.
– Schiava ora devi allargar le gambe e pisciare fuori tutto quello che ti ho messo dentro.
Aprii le gambe e un getto bollente uscii dalla mia passerina.
– brava la mia schiava ora &egrave perfettamente pulita, ma dovremo fare la stessa cosa con il culo. La cosa cominciava a preoccuparmi ma anche a eccitarmi.
– Schiava piegati in avanti, fammi vedere il bocciolo rosa.
Mi allargò le natiche e sentii il marchingegno iniziare a entrare lentamente poi il getto partì di colpo, mi sembrò che arrivasse in gola, poi il getto si fermò e il marchingegno iniziò a fare lo stesso lavoro di prima per poi fermarmi prima che godessi uscendo molto lentamente.
– ora schiava devi chiudere le gambe stringere forte non deve uscire neppure una goccia ti siedi sullo sgabello e mi succhi le tette, se anche sentirei il desiderio di evacuare dovrai trattenerti sino a quando la tua padrona lo deciderà.
Devo dire che non avevo mai provato questo giochino, con ALL lo facevo spesso ma solo per pulire bene l’interno prima di giocare con i miei buchini e tutto sommato mi piaceva mentre succhiavo i capezzoli, Veronica chiudeva gli occhi e era il momento che potevo mettermi il dito nella passerina per poter tenere alta la temperatura, ma quando lei mi guardava dovevo smettere, ero sempre sul punto di godere ma non riuscivo a completare l’opera.
– Brava la mia schiava, continua così e forse ti darò il permesso di godere, ora però allargherò le gambe e mi metterai dentro la figa le tue ditine mi dovrai far gioire ma non godere. Senza staccare la bocca dai capezzoli le feci allargare le cosce e le infilai il dito dentro, era completamente bagnata, tolsi il dito e usando tutto l’umido che mi era rimasto sul dito per bagnare il culo che sentendosi toccato si aprì subito ospitandolo volentieri mentre facevo scivolare l’altra mano sulla figa e entrai con tre dita cercando di allargarlo il più possibile. Avevo colpito, ora era nelle mie mani, sentivo che potevo farle quello che volevo e ne approfittai subito, tolsi il dito dal culo per inserire subito il pollice, con la parte della mano libera cercai di allargare la figa più che potevo e dopo essermi lubrificata l’altra mano con i suoi umori mi presentai all’entrata con tutta la mano.
– – Fermati porca mi vuoi rompere tutta, sei pazza non entrerà mai tutta la mano. Mentre diceva queste parole, al contrario di quello che aveva detto prima il suo corpo era pronto per questa nuova esperienza, le sue gambe si erano aperte al massimo, il bacino si stava abbassando a tutto beneficio delle penetrazione, che seppur a fatica, stava avvenendo molto lentamente, mancava ancora poco, ma se davo un colpo secco forse le avrei fatto mal, bisognava spostare il problema della penetrazione su un’altra parte del corpo, ma le mie mani erano occupate e non sapevo cosa ‘ lampo la mia bocca stava succhiando un capezzolo, spostai il tiro sull’altro e invece di prenderlo con le labbra lo presi con i denti e morsicai. Veronica lanciò un urlo e le difese le suo ventre sparirono così come la mia mano sparì dentro quella voragine bollente.
– – Porca, sei una troia, mi hai sfondata, ti prego non fermarti, dai muoviti, &egrave stupendo. La mia bocca ora succhiava il capezzolo e lei stava godendo, il mio pollice sentiva l’altra mano che pompava attraverso quella sottile parete, lei mi prese la testa e la schiacciò contro il suo corpo e pronunciando parole oscene ebbe un orgasmo incredibile, sembrava non finisse mai, era scossa da fremiti e più il tempo passava più dalla sua bocca uscivano parole sempre più dolci mentre la figa si stringeva attorno al mio polso, poi il silenzio scese tra noi e si sentivano solo i nostri sospiri. La posizione era stupenda ma tre piccoli particolari iniziarono a dare segni di insofferenza, la mano dentro il suo corpo cominciava a farmi male e con delicatezza riuscii a farla uscire senza farle male, era talmente dilatata che sembrava ci potesse entrare anche qualcosa di più grosso, il mio culo era ancora pieno di quello che mi aveva fatto entrare e desideravo svuotarmi al più presto e dulcis in fondo la mia figa stava pretendendo più attenzioni.
– Scusami padrona, devo andare in bagno, altrimenti scoppio. Vedrò di essere veloce e poi sarò di nuovo pronta ai suoi desideri.
– Vai pure schiava, mi dovrai chiamare appena ti sarai svuotata, in modo che possa controllare che il culo sia pulito e pronto. Andai in bagno e come mi sedetti sul water mollai i muscoli bollenti e un fiume bollente uscì dal culo mentre visto che ero sola le mie dita stavano tormentando la passerina riuscendo a godere, così avrei potuto resistere più a lungo quando sarei tornata da lei. Mi lavò con tanto amore stando attenta di non farmi godere perché diceva che non era ancora arrivato il momento giusto, la porcina non sapeva che mi ero masturbata, per mia fortuna. Tornammo in camera da letto e l’occhio mi cadde sull’orologio facendomi trasalire, era quasi la mezzanotte, troppo tardi per iniziare qualsiasi gioco.
– Scusa Veronica ma dobbiamo rimandare ad un’altra volta non voglio far tardi, lei mi guardò come se fosse un bambino a cui hanno tolto il nuovo giocattolo dicendogli che deve andare a letto, le dissi di scusarmi ma non volevo arrivare a casa dopo mio marito. Hai ragione Rosanna ti capisco non dobbiamo rimanere con il cerino acceso in mano, non dobbiamo scottarci le dita, dobbiamo programmare al meglio il prossimo incontro. Così dicendo in pochissimo tempo ci rivestimmo e tornammo nel suo box per prendere l’auto, con il telecomando aprì e ci sedemmo in auto, ma con lo stesso telecomando richiuse la saracinesca facendomi cenno di tacere, quando questa terminò la corsa si voltò verso di me e prendendomi il viso fra le mani mi baciò come solo ALL mi bacia, ovvero con le labbra, lingua ma soprattutto con cuore e amore. Mi sembrò di essere tra le braccia di ALL, sentivo sciogliermi come neve al sole, avrebbe potuto farmi o chiedermi qualsiasi cosa, non ero in condizioni di rifiutare, sentivo la lingua che cercava la mia, sentivo una mano sul collo e l’altra che stringeva il seno e sentivo anche salirmi una voglia immensa. Sentivo che stavo bagnandomi ma non ci feci caso, ma sentii anche la sua mano che aveva abbandonato il seno, si stava facendo strada tra le mie cosce che come fossero state telecomandate si aprirono per ospitare il suo dito dentro la passerina. Tutto il mio corpo era pronto all’esplorazione e non cercai di frenarla, lasciai che giocasse come voleva, la abbracciai fortemente facendole capire (senza mai staccare le nostre bocche) che ero arrivata alla fine e volevo godere al massino, lei capì il mio punto di non ritorno e accellerò il suo movimento facendomi esplodere in uno dei più stupendi orgasmi. Dopo essermi staccata dalla sua bocca per poter fare entrare ossigeno nei miei polmoni vuoti, ci guardammo negli occhi in assoluto silenzio, sentivo solo il battito dei nostri cuori.
– Non potevo lasciarti andare a casa senza averti fatta godere, non mi sembrava giusto, poi ero sicura che appena ti avrei messo le dita sulla passerina saresti esplosa, ora apro e in pochissimo tempo sei a casa.
Percorso qualche chilometro mi fece scendere dicendomi di prendere il posto giusto sul taxi e mi portò diretta a casa. Le lasciai sul sedile il mio numero di telefono con l’impegno che ci saremmo sentite l’indomani, vidi la macchina sparire e il desiderio di rivederla presto mi prese la bocca dello stomaco. Con aria tremante misi le chiavi nella serratura di casa cercando di essere pronta ad eventuali domande ma il silenzio regnava, meglio sarei riuscita a farmi una doccia, avrei bevuto un caff&egrave e poi subito sotto le coperte. Avevo bisogno di rimanere sola con me stessa così avrei rivissuto il film della giornata. Uscii dalla doccia che sembravo un peperone tanto ero rossa ma ero soddisfatta, ero riuscita a scaricare le tensioni accumulate nelle ultime ore e ora mi sentivo bene; dovevo solo sdraiarmi e lasciare che tutto vagasse alla ricerca della logica sistemazione. Nuda come ero andai in camera, mi misi una camici da notte leggere e specchiandomi mi ammirai, cosa dire mi piacevo e allora decisi che mi sarei amata. La televisione era accesa (programma notturno molto intrigante) lo stavo guardando con attenzione anche perché avevo una gran voglia, chiusi gli occhi e lasciai che le mie mani cercassero quello che la mente desiderava, mi girai a pancia in giù e iniziai un lento, anzi lentissimo ditalino. Occhi chiusi per meglio ricordare tutto e riuscii ad avere tre orgasmi di continuo poi più niente perché mi addormentai. Al mattino, domenica, al risveglio mi sentivo benissimo e leggera, ma stranamente non ricordavo quello che era avvenuto la sera prima, ma la vista delle mie mutandine sul comodino mi hanno costretta a pensare a ciò che era successo. Scartando l’ipotesi di un eventuale incontro con mio marito (sono mesi che non succede più nulla, naturalmente era un accordo non scritto ma tacitamente suggellato fra noi) cosa era successo perché fossi senza e soprattutto le avevo lasciate sul comodino. Ho chiuso gli occhi e ho cercato di tornare alla sera prima ma non riuscivo a ricordare nulla, poi mia figlia mi ha chiamata dicendomi che una certa Gaia mi aveva cercata ma dato che dormivo non mi aveva svegliata e che dovevo richiamarla entro le 12.00
Al nome Gaia tutto mi &egrave tornato alla mente, e al solo ricordo un certo fremito mi &egrave arrivato alla schiena, ho ringraziato mia figlia e pigramente mi sono alzata dirigendomi in bagno. La doccia bollente mi ha risvegliata dandomi una sferzata di voglia di uscire, ma mi ha fatto anche realizzare che dovevo caricare la lavatrice e che dovevo stirare. Cercai di accelerare e visto che erano le 10 forse sarei riuscita a fare tutto a patto che mia figlia avesse preparato il pranzo, cosa che le chiesi uscendo dal bagno.
– Certo mamma non preoccuparti, l’importante &egrave che io esco entro le 14 perché devo andare, con Maurizio, dai suoi amici.
– non preoccuparti, tesoro, sparecchio io così tu sei libera. Perfetto, non so cosa mi avrebbe detto Gaia ma nel caso mi avesse chiesto di uscire non avrei avuto problemi, mi sentivo bene, ero allegra con tanta voglia di vivere la vita (come dice ALL ogni lasciata &egrave persa e non fare domani quello che potresti fare oggi). Prima di mettermi a tavola mio marito disse che lui non pranzava con noi in quanto andava al ristorante con la sua combriccola (in altri tempi avrei strepitato e litigato, ma ora non mi faceva né caldo né freddo anzi 2 piatti in meno da lavare) e questo mi accese la fantasia e decisi di anticipare la telefonata a Gaia-
– Pronto, ciao Gaia, sono Rosanna, come stai?
– Grazie, tutto bene, ti ho chiamata perché avrei avuto piacere se oggi mi venissi a trovare, così potremmo conoscerci meglio. La sua voce allegra e piena di vita e il ricordo di quello che era successo la sera prima mi hanno messo nella predisposizione che non avrei potuto che accettare.
– Certo Gaia potrei essere da te intorno alle 15, ti va bene?. Prima non posso
– Va benissimo Rosanna, prendi carta e penna che ti do l’indirizzo, poi specificò che dovevo suonare al citofono N69 (guarda caso) e che mi avrebbe fatto trovare una sorpresa.
– Va bene, Gaia allora ti saluto e ti auguro buon appetito e ci vediamo più tardi.
Certo tutto andava bene, mi misi di buona lena a stirare (ero rimasta in mutandine e reggiseno così non avrei avuto caldo) ero presente su quello che facevo ma la fantasia stava lavorando, mi sembrava di essere sulle nuvole, ma una pacca sulle chiappe mi riportò alla realtà.
– mamma, ma lo sai che ti &egrave venuto un bel culetto, i miei complimenti, si vede che la ginnastica ti fa bene.
Mi girai, la presi per mano e me la strinsi al cuore. Era tanto tempo che non ricevevo un complimento da mia figlia e cominciavo a pensare che stava diventando acida e, dandole una pacca al suo bel culetto le dissi di lasciarmi lavorare così saremmo state libere tutte e due, si girò e fischiettando tornò in cucina. Ero tanto allegra e contenta che in pochissimo tempo stirai tutto senza faticare. Alle 13 ci mettemmo a tavola e, incredibile ma vero, abbiamo parlato di tutto, di lavoro, della casa, del suo uomo, di cosa avrebbero fatto oggi ecc. ecc. Non ricordavo quando era stata l’ultima volta che io e mia figlia avevamo parlato così tanto. Naturalmente ciò mi faceva piacere e mi metteva di buon umore. Poi con perfetto sincronismo ci siamo alzate e mentre io sparecchiavo lei preparò il caff&egrave, incredibile ma vero alle 14.00 eravamo pronte ad uscire. Sotto il portone di casa trovammo il suo bello che l’aspettava, ci siamo salutate andando verso due direzioni diverse. Finalmente ero sola e potevo pensare a cosa poteva avvenire oggi e soprattutto cosa era la sorpresa che mi aveva preparato Gaia. Presi il tram e mi accorsi che stavo osservando tutte le persone presenti; &egrave bello guardare e fantasticare su chi non si conosce, da come sono vestiti puoi dedurre il tipo, i suoi gusti, cosa fanno e senza porre fine all’immaginazione arrivi a pensare o a supporre come si comportano nel loro intimo.
Per esempio la ragazza seduta in fronte a me, biondina, gonna corta, belle gambe, unghie dai piedi e delle mani molto curate, camicetta trasparente da cui si vedeva un reggiseno bianco molto ricercato, stava sicuramente sognando il suo bello perché ogni tanto sorrideva e nel medesimo tempo lasciava la mano sul grembo e chiudeva fortemente le cosce, forse aveva avuto un incontro intimo da poco o forse lo avrebbe avuto fra poco. Così, nelle mie elucubrazioni, mi accorsi che ero arrivata e che anch’io come la ragazza, pur senza aver visto niente di eccitante, sentivo dei brividi piacevoli fra le cosce.
Scesi dal tram mandando un bel sorriso alla ragazza la quale, come se ci conoscessimo da tempo, rispose salutandomi con un dolcissimo ‘ciao’. Ero allegra, ma anche tesa, di cosa avremmo parlato? Sicuramente del prossimo viaggio, o di altre cose? O si sarebbe riallacciata a quanto successo fra noi due la sera prima? e cosa poteva essere la sorpresa? Nel frattempo che mi ponevo queste domande arrivai alla casa di Gaia e suonai il fatidico 69, due squilli e poi con la sua voce allegra, mi rispose.
– vieni tesoro, 10′ piano, sono in paradiso, sopra di me vi &egrave solo il cielo. Entrai, presi l’ascensore e visto che era tutto in vetro mi guardai in giro e dedussi che era un palazzo di gente benestante. Al 10′ piano le porte si aprirono, e lei era lì ad attendermi, soliti convenevoli e cingendomi con un braccio la vita mi introdusse nel suo appartamento. Chiuse la parta e una luce calda ma soffusa con una sottofondo di musica mi avvolse, anzi ci avvolse perché lei mi sorprese e abbracciandomi mi baciò sulla bocca e per me fu naturale aprirla per ospitare la sua lingua saettante. Mi aveva messa contro la porta e mentre le nostre lingue si intrecciavano la strinsi fortemente contro di me e le sue mani presero possesso del mio culetto spingendolo fortemente contro il suo pancino. E’ bastato questo bacio per portarmi alla temperatura ideale, sentivo la voglia aumentare e la passerina era bagnata. Gaia si staccò da me e prendendomi per mano mi portò direttamente sul terrazzo dove rimasi a bocca aperta: pavimento ricoperto da tappetino di erba verde sintetica, tavolini rotondi bassi e senza sedie, per sedersi bisognava mettersi su dei magnifici e immensi cuscini. Tutto intorno piante (nei vasi) fitte che formavano un muro verde, in un angoli il bar e una televisione a schermo grandissimo e sopra era montata una telecamera che si spostava per coprire tutta la superficie del terrazzo (le lampade per illuminare erano nascoste fra le piante così che producevano ombre strane, date dalla forma delle foglie. Decisamente si era accorta di avermi colpita e mettendomi al centro del terrazzo e ponendosi dietro di me iniziava a baciarmi il collo.
– Rosana ora lasciati andare (non aspettavo altro), non chiudere gli occhi così vedrai i nostri corpi ripresi dalla telecamera, non voglio che tu e nemmeno io godiamo. Dobbiamo solamente farci aumentare la voglia per quello che sarà la sorpresa. Lo schermo mi stava mandando la visione della minigonna che si stava alzando e le sue mani che entravano nelle mie cosce. Mi sembrava veramente di essere in paradiso, ero pronta a goder ma dovetti stringere i denti. Nel contempo le mie mani si erano introfulate fra le gambe di Gaia e stavo rendendole lo stesso servizio. E’ stato a quel punto che tutte e due abbiamo smesso di tormentarci.
– Rosanna ti prego fermiamoci abbiamo tutta la serata davanti a noi. Aveva ragione, guardai lo schermo e vidi comparire le sue mani, naturalmente feci lo stesso, anche se avevo voglia di tormentarla ancora un po’.
Ci sedemmo, anzi sdraiammo sui cuscini iniziando a parlare dell’organizzazione del prossimo viaggio, ci trovammo d’accordo su molti punti, riuscimmo persino a preparare un itinerario di massima con i punti più interessanti da vedere e dove fermarci a dormire. Era talmente interessante quello che stavamo facendo che non sentivo più quella voglia che prima avevo. Sembravamo due vecchie amiche tanto era la similitudine delle idee e del modo di esprimerci. Poi uno squillo di telefono, Gaia che si alza di scatto, risponde a monosillabi
– sì d’accordo, va bene, certo che mi interessa, perfetto allora vi aspettiamo, OK ciao a più tardi.
Tornò da me, era raggiante, aveva gli occhi che le brillavano. Tutto bene Gaia? Mi sembri una che ha vinto al totocalcio. Sì tesoro tutto bene se le premesse sono buone il finale sarà a fuochi di artificio.
E così dicendo tornò a sdraiarsi vicino a me per continuare a comporre la nostra organizzazione, si mise una mano sulla gonna e stringendo quello che vi era sotto disse: gli uomini si toccano le palle per scaramanzia, io invece mi tocco la passerina per lo stesso risultato. Alla riuscita di tutto mi misi anch’io le mani nella stessa posizione e con l’altra strinsi la sua.
– Rosanna, i miei due amici saranno qui tra mezz’ora, quindi vieni con me che ci cambiamo.
Sgranai gli occhi, non riuscivo a capirci più niente. Gaia si accorse del mio stupore e si affrettò a spiegarmi in cosa consisteva la sorpresa. I nostri ospiti che arriveranno, sono miei amici da molto tempo, lui ha circa 45 anni proviene dall’Etiopia, lavora in Italia da 20 anni, singolo per vocazione, molto fantasioso e buon ballerino, lei circa la stessa età, proviene dall’India, molto dolce e carina, ottima cuoca, meravigliosa ballerina (suoi balli tradizionali e europei), ottimo inglese ed italiano.
– Gaia spiegami anche come sono fatti altrimenti ‘.
– Tesoro ti darò solo poche informazioni altrimenti che sorpresa sarebbe, ti pare? Allora lui Giorgio alto circa 1.75 corporatura robusta ma senza un filo di grasso, ottime mani e viso aperto; lei Morena alta circa 1,.60 sembra magra ma porta una 3′ abbondante di reggiseno (anche se nel modo come si veste non sembrerebbe, uno stupendo culetto e gambe longilinee e nervose, di più non ti dico, lo vedrai con i tuoi occhi.
– Vieni amore, andiamo a cambiarci in camera. Sul letto vi erano due vestiti in stile indiano, uno rosso fuoco e l’altro verde marcio. Mi fece chiudere gli occhi e dopo avermi fatto girare scompose il posto dei vestiti chiedendomi: cosa vuoi destra o sinistra? Dopo aver scelto il vestito, ci mettemmo in tiro, eravamo veramente uno schianto.
– Gaia ho bisogno di un caff&egrave, voglio essere pronta a farti fare una bella figura con i tuoi amici.
– Credo di averne bisogno anch’io, sono tesa come una corda di violino, ma penso che non me ne pentirò, anzi sarò contenta della scelta.
– Mi servì il caff&egrave come lo si può dare a un’amore e non a una amica e la cosa mi mise di ottimo umore e stavo facendo volare la mia fantasia su cosa sarebbe successo, ma il suono del citofono mi portò alla realtà e un certo panico iniziò a prendermi, ma non volendo fare o far fare brutta figura a Gaia, cercai di calmarmi.
Gaia andò alla porta e fece entrare gli amici, baci ed abbracci e vennero verso di me, presentazioni e ci sedemmo sui cuscini. Gaia prese la parola, cercando di spiegare ai suoi amici chi ero e come ci eravamo conosciute, io ero in silenzio, annuivo e scrutavo i due per cercare di capire cosa ci fosse tra loro e soprattutto cosa ci fosse con Gaia. Lui era veramente interessante, ma lei era meglio intrigante, segreta, sicuramente piena di slanci. Mi alzai, scusandomi, ma devo andare in bagno, volevo rimanere sola per capire cosa potesse succedere. Quando tornai lui stava baciando Gaia mentre lei Morena camminava. Mi fermai, senza farmi vedere, e vidi Gaia che baciò anche lei mentre le loro mani vagavano sui loro corpi. Forse avevo realizzato si trattava di una dolce ammucchiata con un solo re e tre regine. Decisi che mi sarebbe piaciuto anzi più che io, lo decise la mia passerina che si era messa in agitazione. Senza fare rumore entrai e andai in mezzo al terrazzo e languidamente iniziai una danza che non avevo mai fatto né visto ma lasciai che il mio corpo parlasse per me, mi sembrava di volare, i tre si fermarono guardandomi (i miei occhi li guardavano senza mai fissarne uno in particolare) visi i loro movimenti per mettersi più comodi. Gaia accese la telecamera e sul video e vidi il mio corpo che danzava e che mi gratificava dandomi una meravigliosa sensazioni. Lentamente i tre, strisciando sul pavimento e i cuscini si avvicinarono, erano miei, erano nelle mie mani, ora avrebbero fatto quello che volevo.
Allungai la mano verso Morena che si alzò venendo verso di me, la mia danza fu compresa e anche lei seguiva i miei passi come se avessimo ballato sempre assieme, i nostri corpi si avvicinarono e si respingevano come ad una danza tribale, sino a congiungersi in un abbraccio tenero per poi respingersi, ma senza allentare l’aggancio delle mani, sino a quando vinti dalla musica ma soprattutto dalla voglia le nostre labbra si unirono in un dolce bacio che si trasformerò in un preliminare per i nostri corpi accaldati. Gaia si alzò e ci baciò entrambe facendoci sentire la sua voglia imperiosa, ma controllata. Ci fece sedere, invitando lui a esprimere con il corpo la sua voglia e i suoi desideri. Era magnifico, piano, piano si tolse tutto, portandoci a una voglia imperiosa, rimanendo con solo slip neri che facevano vedere inizio di erezione. Gaia mi venne vicina e facendomi allargare le cosce mi infilò il dito nella figa facendomi vibrare. Morena mi mise una mano sul seno facendomelo uscire di colpo. Lui che continuava a danzare ma alla vista dei nostri corpi che si cercavano, anche il suo lui iniziava a muoversi mettendo in mostra dimensioni riguardevoli. Gaia tolse il dito dalla mia figa e si diresse verso Giorgio, lo baciò e poi fece sparire il dito nella sua bocca. Fu come un’esplosione, lo slip sembrava scoppiare, Gaia lo fece scivolare verso il basso e un cazzo di dimensioni notevoli ma di una lunghezza impressionante venne alla luce, rimasi allibita. Le due porcone corsero verso quel dono della natura e iniziarono a succhiarlo e leccarlo, io ero allibita, non riuscivo più a stare ferma, senza accorgermene mi stavo masturbando e non mi accorgevo che tutta quella danza era in mio onore. Quando l’arnese prese la misura definitiva i tre vennero verso di me, lui si fermò diritto ed imperioso, mentre loro con le mani e con le bocche mi spogliarono, facendomi rimanere nuda e indifesa. Mi fecero stendere con le gambe aperte e mentre Gaia mi baciava Morena mi mise un cuscino sotto al culo, chiusi gli occhi ero pronta ad essere infilata da quel mostro, ma non fu così perché quel serpente si presentò davanti alla mia bocca, che senza dubbi spalancai per ospitarlo entro lentamente ma non arrivai nemmeno alla metà che già stava toccando il fondo della mia gola, le feci capire che più di così, in quella posizione non potevo fare e con tutta la sua eleganza iniziò ad entrare e uscire, mentre Gaia mi stava leccando la figa per prepararla al sacrificio. Il pistolone uscì dalla mia bocca con un rumore fragoroso e in un colpo si presentò all’entrata principale, che non aspettava altro, anche se era preoccupata per la lunghezza di quel serpente. Si presentò con tutte le delicatezze del caso, mentre Gaia prendendolo in mano lo guidò sino a infilarlo; l’altra con tutte e due le mani me la teneva aperta, appena la cappella ebbe iniziato la sua entrata lei tolse le mani si diresse verso la mia bocca e mi baciò profondamente, mentre lui entrava, entrava, entrava, non finiva mai, lo sentii contro l’utero e le feci capire di fermarsi. Dovevo respirare assolutamente e profondamente per poterlo ospitare il più possibile, volli guardare quanto mancava per averlo tutto dentro e rimasi demoralizzata, più delle metà restava fuori, eppure lo sentivo già sino in fondo. Gaia si stese al mio fianco (era già nuda e meravigliosa) aprii le gambe, lui usci lentamente da me e bagnato dal mio umore si presentò davanti alla sua figa, lo prese per mano e lo guidò sino all’entrata per poi abbandonarlo al suo gioco preferito, ero allibita più spingeva più entrava senza fatica, ma malgrado la figa di Gaia era più ospitale della mia non riuscì a entrare tutto ma iniziò a stantuffarla sino a farla godere, si tolse e sempre pronto sprofondò nella figa di Morena portandola in pochi secondi ad un meraviglioso orgasmo, mentre lui era sempre diritto e pronto,, tornò verso di me, aprii la bocca e iniziai a succhiarlo decisa a farlo cadere, misi tutta la mia esperienza e voglia e mi ritrovai con la bocca piena di sperma bollente, non ne avevo mai bevuto tanto in una sola volta, mi sentivo soffocare ma non ne persi neppure una goccia, lasciai alle mia amiche solo l’onere di succhiare le ultime gocce. Gaia che era rimasta a bocca asciutta verso di me e infilandomi la lingua in bocca mi obbligò a cederne un po’. La musica si era abbassata e la stanchezza e la tensione si fecero sentire, i nostri corpi erano rilassati, avevano bisogno di riposo prima di iniziare una nuova lotta. Non so chi per prima si levò da terra, ma in poco tempo ci trovammo tutti in piedi, tranne il suo lui che era totalmente indifeso e a riposo. Gaia mi venne vicina e dopo avermi fatto sdraiare e allargare le cosce (a tutto beneficio di Giogo) prese a succhiarmi i capezzoli facendomi venire una voglia immensa mentre Morena iniziò a leccarmela, stavo venendo di nuovo, avevo la bocca aperta per respirare e me la ritrovai piena di un cazzo molle ma voglioso. Senza nemmeno accorgermi di essere pronta, ebbi un orgasmo stupendo nella bocca di Morena. Certo che oltre al lavoro della mia bocca e alla vista di quelle tre donne assatanate che non riuscivano a stare ferme, quel meraviglioso strumento di tortura e gioia, prese vigore e tornò a suoi splendori, perfetta erezione, Gaia mi sdraio con le cosce aperte in modo osceno, mi obbligò a leccargliela facendomi mettere alla pecorina e mentre io leccavo la sua figa, la mia veniva leccata dalla lingua di Morena e una testa di cazzo stava bussando tremendamente sul mio culo. Il panico si impadronì del mio corpo ma la lingua della porcona riuscì a calmarmi e le sue mani allargano i glutei in modo che il mio culo fosse pronto a essere infilato. Sentii delle mani che mi allargavano, lasciai cadere le difese e attesi l’entrata di quella meravigliosa cappella che non tardò. Era bollente, ma ben lubrificato, lo sentii scivolare dentro le mie viscere, senza far niente ebbi un primo orgasmo solo al pensiero che stava entrando presi fiato nella speranza che avrebbe dato il colpo finale, sapevo che sarebbe stato doloroso ma lo desideravo con tutta me stessa. Quando sentii che stava spingendo per entrare, non riuscii più a resistere e diedi un colpo all’indietro e lo feci entrare tutto regalando alla bocca che mi stava leccando tutto il frutto del mi orgasmo. Solo la musica e il nostro ansimare facevano da padrone alla situazione, sino a quando qualcuno ebbe l’idea di alzarsi per fare una doccia ritemprante. Visto che la doccia non avrebbe potuto ospitarci tutti, decidemmo di entrare nella vasca da bagno e con la doccia normale riuscimmo a lavarci.
Devo dire che la padrona di casa fu perfetta, si occupò meravigliosamente dei nostri corpi: iniziò con Morena, le sue mani cosparsero il corpo con tanta schiuma per poi iniziare un lento massaggio (io e Giorgio eravamo vicinissimi e ci stavamo godendo la scena) cercava di eccitarla ma senza soffermarsi troppo, quando si accorse che Morena stava ansimando dalla voglia, prese la doccia e sciacquò quel corpo voglioso con acqua gelida.
Poi fu il mio turno e le sue mani ebbero una cura particolare per il mio culetto.
– Rosanna, devi allargare bene le gambe perché bisogna che faccia un trattamento particolare per il tuo buchino, dobbiamo allargarlo per bene altrimenti non potrà ospitare il cazzo di Giorgio. Cercai di assecondare il movimento delle sue mani allargandosi al massimo, mentre lei entrava prima con un dito e poi con due, mi sentivo dilatare volevo assolutamente provare l’ebrezza di quel cazzo, sentirlo arrivare sino al fondo, mi sciacquò con l’acqua gelida e dopo avermi asciugata mi cosparse il corpo di una crema dal profumo intenso ed inebriante, poi prese un’altra crema e mettendomi alla pecorina si prese cura del culetto lubrificandolo per bene sia fuori che dentro, non riuscivo a capire con quante dita era entrata, ma sentivo che era meraviglioso e che la voglia si stava facendoo sempre più imperiosa.
– Rosanna hai un culo stupendo, sei quasi pronta a essere infilata, ora chiudi le gambe e stringi le cosce così la crema che ti ho messo dentro si scioglie bene e non esce. Mi diede una sonora pacca sul culo facendomi vibrare tutto il corpo e iniziò a prendermi cura di Giorgio sembrava volesse pulire una statua, metteva tutta la sua voglia e la sua esperienza per eseguire una stupenda preparazione. Lisciava le gambe con tutte e due le mani, avendo cura di non avvicinarsi a quel cazzo in stato di riposo, io e Morena eravamo eccitare e ammaliata di come si muovevano la mani di Gaia. Dopo tutto quello sfregamento anche un santo avrebbe ceduto e non essendo Giorgio un santo il suo cazzo ebbe una magnifica erezione che provocò a noi due un fremito stupendo non so come stava quella di Morena ma la mia figa e il mio culo ebbero dei meravigliosi fremiti (era merito di quel cazzo ma anche della crema che mi aveva messo dentro perché sentivo il desiderio di essere aperta, sentivo un fresco meraviglioso)
– Giorgio sei un porcone, non ti ho dato il permesso di farlo alzare, così dicendo diresse un getto di acqua gelida a quell’arnese di gioia e di tortura che come neve al sole si sciolse ridiventando, pur rimanendo lungo, completamente molle. Per evitare altre erezioni, le buttò l’asciugamano dicendole di asciugarsi da solo e poi entrò lei nella vasca.
– Ora amici miei voglio che le vostre mani si occupino del mio corpo, potete fare quello che volete ma non dovete mai entrare nei miei buchini. Prima che noi potessimo iniziare il lavaggio, la porcina mi accarezzò in modo provocante il corpo, per poi finire con le gambe divaricate, si aprì la figa con le dita e un getto di urina uscì da quella voragine. Probabilmente era un gioco che facevano sempre, perché pur interessati non si scomposero, mentre io ero ammaliata nel vedere quella figa tutta aperta e quel getto che usciva mi eccitò moltissimo, mi sentivo un fremito fra le cosce e senza pensarci due volte entrai nella vasca e facendo tutti i movimenti che aveva fatto Gaia iniziai a pisciare sulle sue gambe.
– Rosanna fermati, vieni qui vicino a me, allarga le gambe e baciami.
Esegui il tutto senza parlare e la sua coscia prese a sfregarsi contro la mia passerina umida e staccandosi dalla mia bocca andò verso il mio orecchio aumentando la stretta sul mio corpo. La sua lingua entrò nell’orecchio provocandomi una voglia immensa ma soprattutto volevo sentire la tua figa che si apre e che mi piscia addosso. Non aspettavo altro e mollai il freno lasciando uscire il mio getto bollente contro la sua gamba. Era meraviglioso, sentivo il suo corpo che cercava di aderire al mio come fosse uno solo, poi improvvisamente un getto di acqua fredda ci colpì facendoci staccare e una grassa risata ci fece capire che non eravamo soli. Ci lavammo per bene e poi dopo esserci asciugati tornammo tutti e quattro sul terrazzo. Sicuramente un po’ di aria fresca ci avrebbe fatto bene, sarebbe riuscita a far calmare i bollori e a riprendere possesso delle nostre menti in modo di poter elaborare qualcosa di piacevole. Gaia andò in cucina e dopo poco tornò con un carrello pieno di leccornie, invitandoci a mangiare e a bere.
– Ragazzi prendiamoci cura del nostro stomaco così poi avremo il tempo di prenderci cura dei nostri corpi. Volevo mangiare ma mi sentivo a disagio tutta nuda, non che mi vergognassi del mio corpo, ma volevo essere più intrigante presi un vestitino leggero e trasparente e lo indossai. Ora mi sentivo meglio, mi guardavano stupiti, meravigliati ma decisamente interessanti perché fecero la stessa cosa anche loro, tranne Giorgio che indossò solo un minuscolo tanga (a dire il vero era veramente eccitante).
– Brava Rosanna hai avuto una bellissima idea, questo vedo e non vedo ci aiuterà a farci salire la voglia. Mi venne vicina e ci baciammo con tutta la voglia possibile.
Seduti sui cuscini, senza preoccuparci di niente, passammo un bel po’ di tempo mangiando, chiacchierando, qualche battuta spiritosa e grassa e cercando di capire meglio le nostre idee e i nostri desideri. Ognuno espresse qualche idea su cosa avremmo potuto fare e così facendo la temperatura cominciò a salire, le nostre gambe non erano più ferme ma si agitavano. Morena che era davanti a me si era alzata la vestaglia quel tanto che bastava per farmi vedere il suo bel boschetto voglioso mentre Gaia stava baciando Giorgio.
Feci salire anch’io il mi vestitino allargando le gambe misi il dito in bocca per bagnarlo anche se non ne avevo bisogno tanto ero bagnata e me lo infilai nella passerina iniziando un dolce ditalino. Alla vista di quello che stavo facendo Morena allargò le cosce e senza togliere gli occhi dalla mia passerina iniziò ad accarezzarsi languidamente, era bellissimo, ognuno di noi stava giocando con il proprio corpo ma godeva vedendo l’altra. Gaia si era messa in ginocchioo, con Giorgio in piedi che mostrava il suo rigonfiamento, lei gli prese i lembi del tanga e il mostro uscì nelle pienezza delle funzioni; alla vista di quel cazzo la mia passerina ebbe un fremito ma non volevo godere, avendo distolto gli occhi dal bosco di Morena, questa si alzò fece scivolare il vestito a terra e si sdraio sui cuscini, avendo cura di mettermi più cuscini sotto il culo così che la passerina era tutta aperta e ben in vista.
Mi alzi anch’io lasciando cadere tutto e mi misi nella posizione del 69 sopra Morena, mi abbassai sino ad arrivare alla sua meraviglia iniziando un lento lavoro di lingua. Per poter leccare meglio scostai con le mani tutto il suo boschetto e presi in bocca il grillettone (sembrava un piccolo cazzo ma era tanto tenero) iniziando a succhiarlo avidamente. La poverina si stava dimenando non riusciva più a stare ferma ma anch’io stavo scoppiando mi abbassai sino a farle raggiungere la mia passerina sulla bocca di Morena (essendo io totalmente depilata non doveva usare le mani per aprirmi) che appena si accorse mi mise le maniche sulle natiche e mi aprii tutto, cos’ poteva leccarmi sia la figa che il culo. Decisamente le piaceva il mio culo perché continuava a leccarmelo e a infilarci dentro le dita (decisamente la crema che mi aveva preso Gaia stava facendo il suo effetto) sentivo che non era più uno solo che entrava ma erano più dita, sentivo che non avrei potuto resistere a lungo ma proprio in quel momento lei abbandonò il mio culo per leccarmi la figa e io la ringraziai facendo lo stesso regalo a lei mettendole il pollice nel suo culo. Era meraviglioso stavo veleggiando sulle nuvole ma volevo che mi mettesse dentro il culo tutto quella che poteva ma non potevo dirglielo, non poteva smettere di leccargliela, era troppo bello.
Poi il fulmine mi colpì, due sberle seguite da altre colpirono il mio bel posteriore facendomi impazzire, volevo essere picchiata, volevo essere presa, volevo che qualcuno prendesse il mio culo affamato e fui accontentata. Il cazzo di Giorgio si era presentato e stava entrandomi dentro senza nessuna fatica (non sapevo di averlo così aperto, al massino mi ero messa il vibratore con fatica e il suo cazzo era molto più grosso) non ebbi il tempo di pensare del perché, lo volevo e basta anzi volevo che non fosse delicato ma che mi violentasse, desideravo che mi facesse male e visto che lui era troppo delicato per i miei gusti presi la mia decisione. Mi attaccai bene alle cosce di Morena le infilai tutto il dito nel culo e abbandonandole la figa diedi un colpo tremendo indietro il cazzo mi sfondò, facendomi urlare di dolore ma anche di gioia. Per un attimo restammo fermi tutti e tre poi io tornai a leccare la figa a Morena, lei mi restituì la cortesia succhiando la mia e Giorgio ripresosi dalla spavento ricominciò a pomparmi facendo entrare ed uscire tutta la lunghezza di quell’asta meravigliosa. Il porco era diventato padrone della situazione e usciva dal mio culo per entrare nella figa e subito usciva per tornare nel culo, abbandonai le difese, volevo godere e l’orgasmo mi raggiunse chiudendomi la bocca dello stomaco e relegai la stessa cosa a Morena che venne bagnandomi tutto il viso. L’unico rimasto all’asciutto era Giorgio che però uscito dal mio culo trovò sulla strada la bocca di Gaia che se lo prese e dopo qualche colpo di lingua le sborrò in bocca e sulla faccia. Quanto tempo era passato e soprattutto quando ho goduto &egrave stato quando era dentro nella passerina o nel culo, il solo pensiero mise in agitazione il mio corpo affamato. Guardai negli occhi prima Morena e poi Gaia e mi accorsi che anche loro avevano fame e con un cenno della mano feci stendere Giorgio a pancia in su con il suo arnese in riposo. Tutte e tre ci dirigemmo, affamate, su quel cazzo iniziando a succhiarlo, entrava e usciva dalla nostre bocche ma stentava a prendere le giuste dimensioni. Mi ricordai di quanto piace ad All quando succhio il suo e che bastava sfiorassi il culo con le dita per potarlo a essere pronto a godere per poi farlo venire affondandogli il dito dentro il culo presi il cazzo in bocca, facendo segno alle altre di guardare iniziai a pomparlo delicatamente poi, facendogli aprire le cosce le affondai il dito nel culo. Vidi gli occhi di Morena sbarrarsi, come quelli di Gaia e il cazzo ridivenne duro e lo lasciai libero di sborrare senza nemmeno toccarlo, lo sperma usciva e ricadeva sul suo ventre e tre avide lingue si buttarono a leccare quel dolce nettare senza sprecare nulla. Salvo errori il nostro amico Giorgio sembrava K.O., decisamente la mia mossa non era prevista o meglio ancora non aveva mai provato l’ebrezza di sentirsi deflorato, ma decisamente la cosa non le era spiaciuta per niente anzi da come si era schiantato e da quanto aveva sborrato, penso che il questo momento forse brucerà ancora, ma sotto sotto vorrebbe riprovarlo. Mentre Giorgio sdraiato, con gli occhi chiusi respirava a fatica noi ci siamo avvicinate scambiandoci occhiate vogliose e di accordo senza neppure aver aperto bocca, Gaia ci prese pper mano portandoci verso la cucina. Appena entrate chiuse la porta a chiave dicendo che non voleva essere disturbata Morena visto che si conoscevano, sorrise mentre per me la cosa mi &egrave sembrata molto strana, ma a questo punto non mi sarei tirata indietro su nulla, Gaia aprì il frigorifero e tolse dei cubetti di ghiaccio, si avvicinò a Morena e gli passò sui capezzoli, che immediatamente reagirono diventando duri, poi li passò sui miei e sui suoi con lo stesso effetto ci fece avvicinare in modo tale che i nostri capezzoli si potessero toccare.
Mai provato, ma sicuramente bello, eravamo tanto vicine che le nostre bocche iniziarono a baciarsi, mentre le mani cercavano in basso qualche dolce buchino da esplorare e solleticare. Nessuno parlava eravamo troppo occupate a eccitarci, e come al solito Gaia prese le redini del gioco e fece sdraiare sul tavolo a pancia in giù Morena, che eseguì senza fiatare, a me toccò di mettermi davanti a lei con le gambe ben aperte in modo che potesse vedermi bene, mentre Gaia torna indietro e si mette a leccare le natiche di Morena, la cosa la fa impazzire e cerca di allungare le mani per toccarmi, lei se ne accorge e smette di baciarla.
– Brutta porca cattiva, non dovevi allungare le mani ora dovrò punirti. Così facendo aprì un cassetto, prese quattro pezzi di corda e legò le mani e le gambe al tavole facendole aprire ancora di più le cosce, poi infilò nei due buchi delle candele, facendole andare avanti e indietro.
Ti prego Gaia entra di più, voglio godere.
-Preparati, ora dovrò punirti. Aprì un altro cassetto e tolse una spatola di legno e cominciò a picchiarla sulle natiche, ad ogni colpo che le dava, Morena si dimenava. Più forte Gaia ti prego più forte sento che non resisto, sto per godere. Io ero attratta da quel gioco mi sentivo ribollire il sangue, ma alla parola ‘godere’ Gaia si bloccò.
Amore ora ti tolgo le candele e mentre Rosanna continuerà a picchiarti io vado a prendere l’ultimo giochino, nella speranza che possa piacerti, e mentre io prendevo il suo posto lei andò in camera cercai di colpire più forte che poteva, come sarebbe piaciuto a me e prima che Gaia toccasse il suo culo era rosso come una ciliegia e più la colpivo e più godeva.
Ora carissime chiudete gli occhi, dovrete aprirle solo quando ve lo dico io, naturalmente obbedimmo, lei entrò e richiuse di nuovo la porta.
– Ora potete riaprirli.
Lo stupore era dipinto sul nostro viso. Gaia aveva indossato una mutandine di lattice e davanti le uscivano due stupendi cazzi (notevoli dimensioni e sempre pronti all’erezione, mi fece cenno di andare da lei e mi obbligò a leccarglieli, poi prese le gambe di Morena e dopo essersele portate verso il suo pettorali iniziò a entrare nelle figa il secondo più arretrato arrivò dopo alla meta, ovvero nel culo.
– dai tesoro sfondami, ti prego spingi fino in fondo, vedevo quei due gioielli che entravano e uscivano dai buchi mentre Morena soffriva, voleva godere non riusciva più a resistere.
Ma nemmeno io riuscivo a stare calma, aprì il frigor, presi un bellissimo cetriolo che avevo visto prima e mettendomi davanti agli occhi sbarrati di morena me lo feci sparire tutto facendolo poi andare avanti e indietro.
Gaia vide che stavo godendo e mi ordinò di fermarmi slegò Morena, tolse i pistolini dai nidi, e questa balzò a terra , mi prese il cetriolo e dopo esserselo leccato lo fece sparire nel suo culo e iniziò a masturbarsi. Gaia si sdraiò per terra (era meraviglioso vedere una donna con due bellissime tette e due cazzoni in perfetta erezione, mi fece cenno di salire sopra di lei e mi ordinò di impalarmi da sola. Mi misi in ginocchio e prendendo i due cazzoni me li infilai ai suoi posti iniziando una lenta discesa sino a impalarmi completamente e mantenendola come se avessi sotto di me un uomo. E’ stata una sequenza di esplosioni prima arrivai io gridando parole oscene.
Poi arrivò Morena che era riuscita a mettersi quasi tutta la mano nelle figa, poi toccò a Gaia che però dovette prima togliersi le mutandine speciali, poi si sdraiò sul tavolo a pancia in su con le gambe aperte.
– Vieni Morena, fai vedere cosa sei capace di farmi. Morena venne vicino a me, introdusse nella mia figa le sue dite in modo che potessero essere ben lubrificate, poi con la mano chiusa iniziò a penetrare nella figa di Gaia, non senza fatica. Ci volle un po’ di tempo, più tentava di entrare e più Gaia gridava per il dolore ma nello stesso tempo cercava di aiutare l’amica per farsi penetrare tutta e finalmente la mano sparì, si vedeva solo il polso che usciva dalla figa, bastò che le dita toccassero l’utero e Gaia venne come una cagna in calore. Ero rimasta per tutto il tempo con gli occhi incollati alla figa di Gaia, mi sembrava impossibile che quella mano, anche se piccola potesse entrare, ma decisamente non avevo tenuto conto della forza del desiderio, mi avvicinai a Gaia (era ancora sotto l’effetto dell’orgasmo), la baciai cercando di affondare la lingua più possibile, probabilmente le avevo risvegliato la voglia, perché iniziò a dimenarsi, Morena stava togliendole la mano e quando la parte più grossa affrontò l’ostacolo più stretto mi mise le mani al collo e affondò la lingua nella mia bocca in modo da noi gridare e un colpo sordo come un tappo che liberava la bottiglia metteva fine al supplizio/godimento della poveretta. Ora che tutto era tornato normale io e Morena ci guardammo negli occhi e senza parlare, come se tutto fosse stato scritto, ci dedicammo a quel corpo ancora scosso per farlo gioire più delicatamente. Io mi sdraiai sopra Gaia nel più bel 69 possibile mentre Morena si inginocchiò davanti alla figa e iniziammo a baciarla per lenire il bruciore senza dimenticarci dell’entrata di servizio, così mentre io le leccavo la figa, Morena le stuzzicava il culo. Ci volle molto tempo per portarla alla temperatura giusta ma alla fine riuscimmo a farla godere in un modo così delicato, come solo le lingue delle donne sanno fare. Anche Giorgio si era svegliato, ci stava chiamando, bussò alla porta della cucina. Cosa state facendo? Perché vi siete chiuse dentro? Non posso entrare anch’io? Ci guardammo in faccia e senza parlare decidemmo di aprire, non prima di aver messo sul tavolo 3 bicchieri, come a giustificare che stavamo chiacchierando o bevendo. Dopo aver aperto entrò guardandosi in giro, come a cercare qualcosa di particolar che naturalmente non trovò, devo dire che era un bel ragazzo anche se il cazzo era a riposo era sempre di proporzioni più che discrete ma la cosa che più mi attirava era il suo posteriore, bello tondo, marmoreo, era tutto da leccare e mordere, solo all’idea di poterlo mettere sul tavolo a pancia in giù e tormentarlo cominciando dal callo sino ai piedi mi sentivo fremere.
Gaia che forse mi aveva letto negli occhi la mia idea ci guardò e disse:
– ragazze a tavola ora si mangia una torta ‘al cioccolato con panna’, &egrave una mia invenzione, vedrete. Prese per mano Giorgio e lo fece stendere sul tavolo a pancia in su, poi legò mani e gambe come aveva fatto prima con Morena (Giorgio cominciava a chiedere cosa gli facevamo e che intenzioni avevamo) e dopo averlo bendato, aprì il frigor prendendolo il sifone della panna.
Si avvicinò a Giorgio e dopo averlo baciato le disse:
– tesoro ora sentirai qualcosa di fresco sulla tua pelle, non preoccuparti, vedrai che in pochissimo tempo sentirai di nuovo caldo.
Prese il sifone e cosparse tutto quel corpo di panna lasciando per ultimo il cazzo, lo prese in mano e dopo averlo leccato )lo stantuffo era vivo e si stava risvegliando), lo cosparse anche lui di panna, che ebbe l’effetto di portarlo in splendida forma, sembrava una stele, svettava imperioso come un periscopio di un sottomarino. Non avevo mai visto una cosa così, era veramente eccitante, uno stupendo corpo coperto di panna era pronto a farsi mangiare. Decidemmo di dividerci in tre parti, a me toccò dalla testa sino ai capezzoli, a Morena dai capezzoli sino all’inguine, a Gaia dall’inguine sino ai piedi, il cazzo non dovevamo toccarlo sarebbe andato a chi sarebbe riuscita a resistere senza masturbarsi. Siete pronte miei porcellini? Un triplo sì diede il via al leccaggio, mi sentivo al settimo cielo tutto il mio corposo era teso, anche la passerina reclamava più attenzione e vedendo che Gaia leccava e succhiava il ditone e con una mano si stava dilatando la figa non riuscì più a contenermi e mi masturbai, solo Morena riusciva a leccare senza toccarsi, anche se il suo bacino si dimenava come se stesse cavalcando quello stupendo stelo, unico pezzo ancora bianco sul quel corpo nero, la porcina era riuscita a resistere e a vincere il trofeo, sportivamente ci complimentammo e lei ci disse che ci avrebbe fatto partecipare a un gioco che le era balenato nel cervello. Ci chiese di darle una mano a salire sul tavolo, si mise in piedi con le gambe ben larghe, con la schiena rivolta verso il viso di Giorgio e iniziò a scendere per incontrare lo stelo tanto sognato, quando la figa arrivò all’altezza della cappella, si aprì la figa con le mani e lentamente fece sparire dentro il suo corpicino tutto lo stelo, iniziando a sfottersi. La gioia, ma anche la sofferenza erano stampate sul suo viso ma la sua determinazione era fortissima, voleva prolungare il piacere suo e la nostra gioia nel vedere il suo gioco. Fece entrare tutta l’aria possibile nei polmoni mentre risaliva facendo uscire il cazzo dalla figa e iniziò una nuova discesa ma qui ci stupì perché lo puntò direttamente al suo buco del culo, facendolo sparire tutto poi lentamente allungò le gambe e si sdraiò sul petto di Giorgio, divaricando le gambe al massimo, la visione era celestiale, lei si dondolava su quel corpo e sicuramente stava godendo, le mani di GGiorgio si erano impadronite dei capezzoli tormentandoli mentre il suo bacino dava colpi poderosi al culo di Morena, la porca stava godendo meravigliosamente, ma volle volle farci partecipare alla sua gioia e ci invitò a leccargli la figa, ci buttammo subito sulla preda e iniziammo a leccargliela.
A questo punto la poverina ha dovuto cedere e lascarsi trasportare da tutte queste emozioni e venne girdandoci di non smettere e lasciò che il suo corpo godesse in pieno. Eravamo tutti sfiniti per poter continuare, avremmo avuto bisogno di persone nuove o di alcune ore di tregua. Io fui la prima a buttarmi sotto la doccia fredda e ne uscii tonificata, poi gli altri seguirono il mio esempio e terminammo con la stappare una bottiglia di bianco frizzante che Gaia aveva preparato in frigor. Poi, nudi come eravamo, ci accomodammo in salotto chiacchierando su tutto, era come se ci conoscessimo da sempre.
Verso mezzanotte mi alzi per rivestirmi e mentre Morena sarebbe rimasta a dormire da Gaia (chissa cosa avrebbero combinato quelle due porche) Giorgio mi chiese se volevo che mi accompagnasse, naturalmente risposti di sì, anche perché era tardi e non avevo voglia di cercare un taxi. Quando fummo pronti (di proposito non mi misi le mutandine così le avrei fatto prendere un po’ di aria, era talmente accaldata), salutammo baciandoci con l’impegno di un prossimo incontro e magari qualche altra novità.
Giorgio aveva una bella macchina e la distanza non era molta (non mi preoccupavo dell’ora in quanto i miei sarebbero arrivati tardi); parlammo di tutto tranne di quello che avevamo fatto in casa di Gaia, guidava lentamente una mano sul volante e l’altra abbandonata sulla mia gamba; sentivo il caldo che passava dal tessuto e la cosa mi piaceva, con la coda dell’occhio guardavo il suo inguine, ma nessun segnale almeno apparente si vedeva.
Poi inspiegabilmente svoltò in una via buia a fondo cieco e si fermò.
– Rosanna devo complimentarmi, sei stata veramente meravigliosa.
– Ti ringrazio, ma anche voi due, intendo tu e Morena siete stati magnifici
– Durante la serata ti ho baciato diverse volte ma ora avrei il desiderio di baciarti nella completa e solitaria intimità.
Senza aspettare la risposta le sue labbra si incollarono alle mie e la lingua iniziò a tormentarmi facendomi salire la voglia, con un mano mi teneva stretta mentre l’altra stava tormentando i capezzoli. Rispondevo di gusto al suo bacio ma la mia mente stava elaborando e non riuscivo a capire dove e cosa voleva fare. La sua mano aveva abbandonato i capezzoli e stava accarezzandomi la pancia (punto molto critico per me perché mi piace moltissimo, se fatto bene e con l’aiuto di baci sul collo e succhiarmi il lobo delle orecchie riesco ad avere dei magnifici orgasmi), mi rilassai abbandonandomi alle sue mani e alla sua lingua e mi ritrovai con la gonna alzata e le sue dita che frugavano nella mia passerina, poi lo scoppio mi infilò il dito nella figa mentre il pollice stava tentando di entrare nel culo, cercai di aiutarlo e con un colpo deciso entro provocandomi uno stupendo orgasmo, mi tolsi dalla sua bocca, che per tutto il periodo non mi aveva lasciata, per poter far entrare ossigeno nei polmoni.
– sei meravigliosa Rosanna, &egrave stato bellissimo metterti le mani fra le cosce e trovarti pronta senza mutandine (veramente io non le avevo messe perché volevo farla respirare e raffreddare). Dopo essermi ripresa allungai la mano e trovai il suo cazzo pronto per l’uso e senza parlare aprii la cerniera facendolo svettare fuori, mi girai e lo presi in bocca iniziando il mio gioco preferito, mi eccitava sentirlo pulsare dentro la mia bocca, passai la lingue sui testicoli e leccai l’asta su tutta la sua lunghezza, sentivo la figa che stava risvegliandosi.
– Giorgio abbassa il sedile e stai fermo faccio tutto io, tu devi solo aiutarmi a sfilarti i pantaloni e poi puoi abbandonarti alla mia ‘
Accese il motore, fece scendere il suo sedile e si sfilò i pantaloni, era magnifico, quel cazzo nero nella notte pronto a essere trastullato e pronto a soddisfare le mie voglie, mentre lo stavo infilando in bocca gli resi il favore che lui mi aveva fatto prima, e senza indugio gli infilai il ditone nel culo che ebbe l’effetto di sentirmi affondare il cazzo sino in gola. Ora era pronto per me e io volevo averlo dentro sino in fondo, ma soprattutto volevo condurre il gioco alla mia maniera, mi sfilai il cazzo dalla bocca e ‘
– ti prego Rosanna non toglierlo dalla bocca stavo venendo, non fermarti
– gli misi un dito sulle labbra
– Giorgio devi stare zitto, sono io che conduco il gioco, sono io che ti sto chiamando, tu devi solo stare fermo e fare tutto quello che ti dico.
– Fai quello che vuoi, ma ti prego non fermarti, montami e vedrò di resistere il più possibile
– Ti sbagli Giorgio tu non dovrai resistere il più possibile ma dovrai resistere sino a quando io ti darò il permesso di venire.
Così dicendo mi sfilai la gonna e montai sopra di lui, presi il cazzo con la mano e appoggiai la cappella alla labbra della figa, era bollente e cercava di alzarsi per entrare ma non volevo.
– Giorgio o tu stai fermo oppure io scendo e mi porti subito a casa.
Non si mosse e io potei iniziare il mio gioco, tornai ad appoggiarlo per poi scendere, senza mai fermarmi, sino a quando lo sentii tutto in fondo, era meraviglioso mi sembrava di sentirmelo in gola tanto ero riuscita a farmelo entrare ben poi, dopo essermi dondolata sul suo corpo iniziai a sfilarmelo per poi guidarlo verso il mio culo. Appena entrò sentii un po’ di dolore ma non mi fermai e lo feci entrare tutto quello che potevo, rimasi ferma in quella posizione assaporando una gioia meravigliosa allargandomi, con le dita, la figa mi masturbai e quando mi accorsi che ero vicina all’orgasmo dissi a Giorgio di mollare i freni: era arrivato il momento di godere. Sentii dei colpi orribili al mio culo e tutti e due gridammo la nostra gioia, mentre un getto imperioso stava riempiendomi il culo con una doppia goduria. Cercando di non farmi uscire il cazzo mi abbassai verso la sua bocca per poterlo baciare, la cosa riuscì benissimo, ma nello stesso momento un pezzo del siluro uscì provocandomi una magnifica sensazione.
Sentivo il suo pistolone che si stava afflosciando, decisi allora di aiutarlo a uscire, così potevamo ricomporci dopo di che mi sarei fatta accompagnare a casa. Arrivati davanti al mio portone, Giorgio, da perfetto gentiluomo scese mi aprì la portiera e ci scambiammo un bacio sulla guancia e un ricco Buonanotte.
Entrai in casa, tutto silenzio, sicuramente sono già a letto, mi spogliai nel massimo silenzio, mi lavai e andai in camera, mio marito non era ancora tornato, andai in camera di mia figlia, anche qui il vuoto. Benissimo avevo il tempo di farmi un caff&egrave e poi sarei andata a dormire. Probabilmente ero veramente provata e stanca, perché non mi sono accorta dell’arrivo di mia figlia e di mio marito. Appena alzata mi sono buttata sotto la doccia, e mentre mi lavavo cercavo di ricordare e rivivere quella stupenda serata, cercando di stare lontana dalla zona pericolosa altrimenti non sarei stata capace di fermarmi ì, mi sono rivestita e preparata un buon caff&egrave, poi ho cominciato a preparare il pranzo e anche qualcosa per la cena, così se le mie amiche mi avessero telefonata avremmo potuto vederci e discutere sulla possibilità di effettuare il viaggio in Namibia.
E fu proprio così, la telefonata la prese mia figlia e mi chiamò dicendomi che mi cercava la mia Eleonora.
– Pronto, ciao Eleonora, come stai?
– Bene, tesoro proprio bene volevo dirti che oggi verso le 15.30 saranno qui da me anche Ursula e Gaia per poter parlare del viaggio, se tu sei sempre d’accordo di venire con noi, ti aspettiamo.
– Certo che sono d’accordo, verrò senz’altro, però devo essere di ritorno a casa al massimo alle 20 perché vengono amici di mio marito.
– Non preoccuparti Rosanna dobbiamo solo mettere assieme le idee.
– OK allora ci vediamo, ciao
– Ciao tesoro mi sembra una vita che non ti vedo
– Ciao, un bacione.
La cosa mi aveva messa di buon umore, con calma preparai tutto quello che serviva per la casa, cercai di pensare a cosa potevo mettermi, volevo essere elegante ma sportiva, ma anche intrigante e perché no anche sexi, e visto che stavo rovistando nel mio armadio senza decidermi, mia figlia entrò mi chiese dove sarei andata nel pomeriggio, le spiegai che mi sarei incontrata con tre amiche per decidere se si poteva organizzare un bel viaggio per le prossime ferie.
Naturalmente mi fece mille domande, non potevo e non dovevo farle venire qualsiasi dubbio, sarebbe stato pericoloso. Quando ebbi finito mi guardò in faccia e uscì con una frase che da un parte fui contenta, ma dall’altra mi stupì, ovvero avrebbe voluto avere anche lei delle amiche con cui poter parlare liberamente anche delle cose più sciocche ma parlarne e non dovere parlarne sempre e solo con lui (il suo ragazzo).
Dopo aver mangito bevemmo il caff&egrave assieme, poi andai a vestirmi, appena pronta la salutai e lei mi chiese che se volevo poteva accompagnarmi con la macchina tanto era presto.
– certo tesoto che puoi, sono proprio contenta.
– Due minuti, mi vesto di corsa e sono pronta.
Durante i tragitto continuammo a parlare di tante cose e la cosa mi fece molto piacere.
Quando arrivammo, vidi Eleonora che mi aspettava davanti al portone.
– ciao carissima, il programma &egrave cambiato, Ursula ha deciso che andiamo a casa sua, quindi viene Gaia a prenderci.
Naturalmente le presentai mia figlia, la quale ci salutò e se ne andò.
Dopo poco arrivò Gaia e salimmo sulla sua auto e andammo verso la casa di Ursula.
Durante il tragitto parlammo di tutto tranne che del viaggio così venni a conoscenza che Gaia era divisa da molti anni, e malgrado avesse diversi calabroni che le giravano attorno non si &egrave mai voluta legare con nessuno, mentre Ursula non era sposata, non ne voleva sapere, stava bene così come era.
La casa era all’estrema periferia sud di Milano, una vecchia villetta con molto giardino, piante da alto fusto, praticamente dalla strada non si vedeva la casa, lei ci venne incontro, baci e abbracci ed entrammo in casa.
Se fuori la cosa sembrava molto vecchia l’interno era meraviglioso e molto ben tenuto, mobili antichi, quadri meravigliosi e specchi disseminati in tutti gli angoli.
Un profumo stupendo, oltre alla pulizia, ti entrava nelle narici obbligandoti a respirare a pieni polmoni, qualche foto di panorami del monto posti nei corridoi e diversi fiori freschi, insomma una casa che denotava la cura e la precisione della padrona. Ci siamo accomodate su delle poltrone iniziando a parlare della nostra prossima avventura.
Gaia che sicuramente era la più spigliata e che denotava un magnifico carisma, prese la parola.
– allora ragazze prima di organizzare il tutto dobbiamo decidere se siamo tutte d’accordo, sia per la meta che per la data di partenza.
Dopo un breve consulto decidemmo che la partenza poteva essere attorno al 8/10 agosto, con una durata massima di 18/20 giorni, una volta stabilito che andava bene per tutte, passammo alla vera organizzazione del viaggio Gaia si sarebbe occupata della parte trasporto sia in partenza che in loco, Eleonora avrebbe curato la ricerca di tutti i siti che dovevamo vedere, Ursula avrebbe curato al stesura del tracciato con tempi e percorsi, che avrebbe dovuto, una volta arrivati in Namibia, confrontare con la guida locale e approvato mediando tra le nostre richieste e le esigenze logistiche della guida, io invece mi sarei occupata del materiale fotografico.
Erano passate 2 ore di allegria e la voglia di partire si stava facendo sempre più forte, Ursula si alzò chiedendoci se volevamo un caff&egrave, naturalmente con esito positivo per tutte, lei sparì in cucina e noi continuammo a parlare di viaggi e esperienze fatte precedentemente.
Ursula tornò con il caff&egrave fumante, e il silenzio scese tra noi, solo perché le bocche erano occupate a bere il caff&egrave io che solitamente impiego pochi secondi, finii per prima e ‘
– scusate, ma visto che a parte il deserto dove avremo una tenda tutta per noi, come ci sistemiamo nelle camere negli alberghi?
– Per me, disse Ursula, non ci sono problemi
– Anche per me, risposte Eleonora
– Anche per me, confermò Gaia
– Ho capito, dissi, abbiamo due soluzioni, o cambiamo tutte le sere, oppure prepariamo quattro biglietti con i nostri nomi, li mettiamo in un contenitore e estraiamo le cappe.
– Visto che hai sempre delle ottime idee, sentenziò Gaia, oltre a fare quello che hai proposto e oltre e avere l’incarico dell’organizzazione del materiale fotografico. Propongo di darti anche l’incarico di trovare sempre, quando vedrai che siamo a corte di idee, qualsiasi soluzione in modo tale che non dovremo mai avere dei dubbi su cosa fare nei tempi morti.
Misi i nomi dentro a un bussolotto e prima di estrarli ‘.
– qualsiasi coppia venga fuori non dimentichiamoci che il viaggio lo facciamo in quattro e quindi dovremo essere sempre pronte ad aiutarci in qualsiasi occasione.
La fortuna mi sorrise, perché speravo ardentemente di fare coppia con Ursula. Anche le altre mi piacevano ma lei aveva qualcosa che mi attirava, forse il sorriso dolce, forse il suo modo di fare molto riservato, forse ‘
Brindammo alle nuove coppie e rimettemmo a studiare il giro, sembravamo scolarette che stavano organizzando la prima volta che uscivano da casa. Verso le 20 disse che purtroppo non potevo più rimanere con loro, volevano riaccompagnarmi a casa con l’auto ma mi ascoltarono (ero o non ero diventata una papessa quindi bisognava iniziare a far valere il potere del comando) accompagnandomi sino al portone in attesa del taxi.
Arrivai a casa prima che mio marito e mia figlia fossero arrivati, quindi feci in tempo a cambiarmi e preparare la tavola.
Certo che era una situazione molto strana, non sono mai andata in ferie da sola né prima del matrimonio ne tanto meno dopo, e ora ci andavo, non con vecchie amiche bensì con ragazze appena conosciute, ma ripensandoci bene con ragazze appena conosciute, ma ripensandoci bene, forse era meglio. Vi era sicuramente la novità del viaggio, la novità della prima volta in ferie da sola, e soprattutto il tipo di viaggio che mi aveva attirato subito.
Lunedì mattina andando al lavoro facevo il conto di quanti giorni mancavano alla partenza, solo 20 giorni, e sarei stata fortunata perché le mestruazioni mi sarebbero dovute arrivare sette, otto giorni prima delle partenza, così avrei potuto essere libera senza problemi, cominciavo a fantasticare: già mi vedevo con le nuove compagne sul fuoristrada nel deserto o nel parco nel silenzio più assoluto, intenta a ammirare le meraviglie della natura o a fotografare. Arrivata in ufficio ero veramente allegra, di ottimo umore. Poi il lavoro mi prese e dimenticai il tutto.
Al ritorno a casa trovai una chiamata sulla segreteria, era Ursula che mi diceva di chiamarla appena possibile, mi misi in libertà, feci una bella doccia, quando ebbi finito mi preparai un buon caff&egrave e così come ero chiamai Ursula.
– pronto, ciao, sono Rosanna.
– Ciao bellissima, come stai?
– Stranissimo, sembrava un’altra persona, la voce denotava allegria e gioia.
– Tutto bene, sono appena tornata dal lavoro, mi sono fatta una doccia e mentre bevo un caff&egrave ho deciso di chiamarti subito.
– Questo vuol dire che sei al naturale, ovvero senza vestiti?
– Certo bellissima, come madre natura mi ha fatto, tanto nessuno mi vede e non ho ancora il videotelefono.
– Peccato, ti avrei guardata volentieri.
Tutto il mio corpo ebbe un fremito di piacere, anche perché erano parecchi giorni che non mi vedevo con ALL e la voglia stava aumentando;feci finta di non aver capito e continuammo la conversazione.
– anche tu sei appena tornata dall’ufficio?
– No, oggi mi sono presa un giorno di ferie, avevo bisogna di restare sola, volevo pensare alle nostre ferie e soprattutto volevo capire cosa volevo o cosa desideravo da queste ferie.
– Sei riuscita a farti delle belle domande, ma sei riuscita a darti la risposta?
– Credo proprio di sì.
– Allora sarai contenta
– Certo contentissima, ma una grossa parte della riuscita &egrave tra le tue mani.
– Non capisco, cosa possa fare per te, o almeno non conoscendo il problema mi risulta difficile sapere come possa aiutarti.
– hai ragione, ma non vorrei dirtelo al telefono, cosa ne dici se ci vediamo sabato prossimo, tanto ora conosci la strada.
– Amore non ti posso rispondere subito, se i va bene ti chiamo domani a questa ora, così sono sola e posso parlare liberamente.
– OK, va benissimo, aspetto la tua telefonata.
Ci salutammo e chiusi la comunicazione, ero rimasta allibita, piacevolmente allibita, tanto che non mi ero accorta che non avevo bevuto il caff&egrave.
Ritornai in cucina e ne preparai un altro, ma mi accorsi che ero tesa anzi eccitata, lasciai perdere il caff&egrave e tornai al telefono per chiamare All, era arrivato l’orario giusto per chiamarlo, e questa volta rimasi in piedi.
– ciao, amore, come stai?
– Bene, proprio bene
– Sai che mi ha chiamata Ursula e vuole che ci vediamo perché ha alcune cose da chiedermi.
– Quando vi vedete?
– Ci vediamo sabato ma le darò conferma domani.
– Benissimo così avrai tutto il tempo per organizzarti le idee.
– Certo amore, ma la cosa mi sta eccitando non poco.
– Sono contento, così domani quando ci vedremo sarai già pronta.
– Amore, ma io sono già pronta adesso.
– Beh, visto che sei a casa e forse sola, sai quello che puoi fare
– Certo amore, fra poco torno in cucina e troverò il mio amico cetriolo che sicuramente mi calmerà.
– Ciao amore, ci vediamo domani alla solita ora.
Tornai in cucina, aprii il frigor e lui era lì bello fresco e duro pronto all’uso, ma non lo usai subito perché mi era venuta un’idea nuova.
Non lo avevo mai fatto, ma vi assicuro che &egrave letteralmente stupendo, meraviglioso, ovvero andai in bagno riempii la vasca, solo acqua calsa senza schiuma si deve vedere bene, entrai nella vasca rimanendo in piedi davanti allo specchio, leccai il cetriolo, in modi di lubrificarlo bene, aprii le gambe e guardando allo specchio me lo infilai tutto sino in fondo alla mia passerina, poi chiusi le cosce e mi sdraiai nella vasca, il contatto del cetriolo freddo e l’acqua bollente fu come se la figa avesse prese una scossa ci corrente, cercai di tenere le cosce ben strette il più possibile sino a quando la voglia di godere ebbe il sopravvento.
Allargai le cosce il più possibile e iniziai a farlo andare avanti ed indietro e vi assicuro che quando esce chiudi gli occhi sperando che rientri in fretta e cercando di andare più in fondo possibile, accelerando il movimento l’acqua si agita facendo delle piccole onde che vanno a sbattere contro i capezzoli provocando una goduria meravigliosa, come se tante mani vi stessero toccante.
Più si riesce a resistere e più aumenta la voglia e se volete raggiungere il Nirvana basta infilarsi un dito nel culetto e lo scoppio &egrave immediato, ma anche prolungato. Il rumore della porta di casa che si apriva mi riportò sulla nuda terra, costringendomi a uscire dall’acqua e nascondere il mio amico cetriolo.
Era lei, mia figlia, che era tornata a casa, e mi stava chiedendo se avevo bisogno di qualcosa, certo che avevo bisogno ma avevo voglia di ALL e del suo cazzo sempre pronto e mai stanco, ma non potendolo dire, le dissi di no, che avevo finito il bagno e che sarei uscita fra cinque minuti.
Tornai in camera da letto, non prima di essermi messa le mutandine, in modo che il cetriolo rimanesse imprigionato dentro di me e essermi buttata addosso la vestaglia, così non si sarebbe visto niente, e così come ero mi misi a cercare quello che volevo mettere e in poco tempo mi ritrovai vestita e rimesso al suo posto il cetriolo. Andai in camera di mia figlia, e dopo aver bussato entrai e me la ritrovai con le mutandine ma senza reggiseno (era sempre bello vedere ciò che avevo costruito con tanto amore, a parte l’età, era nettamente più bella di me), le andai vicino, le diedi un bacio sulla guancia e una pacca sul suo culo bello sodo.
– mamma &egrave bellissimo quando fai così, sembra che vuoi tornare bambina, oppure perché tutto ti va bene.
– Hai ragione amore mio, sono felicissima perché riesco a coronare un mio grande sogno, andare in Africa.
– Ma mamma, come fai a andare da sola?
– No, tesoro vado con altre tre amiche, una &egrave quella che aveva telefonato l’altro giorno.
– Ma &egrave bellissimo, ti invidio, soprattutto per il coraggio che avete.
– Quando ci siamo incontrate, l’altro giorno, ci siamo divise i compiti, ognuno di noi ha le sue responsabilità e quando arriveremo in Namibia avremo un fuori strada tutto per noi, con autista e guida.
– Certo sarebbe stato bello che avesse potuto anche papà, ma capisco la tua scelta e anche se non te ne ho mai parlato, concordo con la scelta che hai fatto: sicuramente la più difficile e pesante ma quella che ti permette di essere sola e senza falsi sorrisi con la gente.
Non solo ho fatto una bellissima donna ma senza accorgermene anche molto intelligente ma soprattutto donna che osserva e che fa tesoro dei fatti della vita.
All’indomani andai in ufficio che ero raggiante, oltre al pensiero di organizzare le ferie, a vedere Ursula, ho anche scoperto un lato meraviglioso del carattere di mia figlia.
Di tutto se ne accorse anche la mia collega che entrando in ufficio, mi chiese se avevo vinto alla lotteria.
– certo cara, non sapevo di aver giocato 3 numeri sulla ruota di Milano e sono usciti.
Lei rimase a bocca aperta e io non le spiegai il motivo così, conoscendola, si sarebbe arrovellato il cervello senza arrivare a nessuna conclusione e sarebbe rimasta molto male.
Mi misi al lavoro con più voglia del solito, volevo che arrivasse presto l’una perché avrei incontrato il mio amore e gli avrei spiegato tutto, ma anche perché domani era sabato e ero curiosa di sapere cosa voleva dirmi Ursula.
Come al solito con ALL parlammo velocemente e più velocemente le nostre bocche si stavano cercando e le mani vagavano sui nostri corpi.
Tutte le volte decidevamo di parlare e stare farmi, ma era troppa l’attrazione , bastava poco per accendere la fiammella che poi diventava incendio (dolcissimo incendio). Stranamente questa volta, dopo pochi preliminari, ALL mi ricordò che dovevamo parlare, dovevamo decidere che linea prendere con Ursula, ne andava della buona riuscita del viaggio, così decidemmo il tutto e malgrado non facemmo nulla di dolce, ero contentissima per aver preso la linea giusta per domani.
Mi riaccompagnò in ufficio con l’impegno che ci saremmo sentiti lunedì mattino presto.
Uscendo dall’ufficio alla sera ero ancora più allegra, avevo fatto una quaterna,, perché ALL era riuscito a tirarmi fuori tutto i discorso ce avrei fatto a Ursula.
Arrivata a casa mi gettai nella doccia, avevo bisogno di essere accarezzata dall’acqua e riflettere.
Passai una serata molto tesa, non vi era nulla di interessante alla tV, lui aveva la luna, riusciva sempre a rovinarmi tutto, ci voleva solo la pazienza di Giobbe per non rispondergli male e mandarlo a quel paese.
Mi alzai, tornai sotto la doccia, mi rinfrescai e andai a dormire, credo di non essere riuscita a leggere più di 2/3 pagine e mi addormentai.
Al mattino mi alzai presto, preparai il pranzo, misi a posto i libri, cercavo di trovare qualsiasi cosa da fare pur di non restare ferma altrimenti non mi sarebbe passato il tempo.
Al contrario riuscì a trovare mille lavori schiocchi che mi fecero arrivare alle 14, ora in cui sarei uscita, salutai mia figlia avvertendola che sarei tornata entro le 19, ma nel caso facesse tardi, la cena era pronta e quindi non dovevano aspettare ma che potevano cenare.
Uscii, la giornata era mediocre, ma per me era bellissimo, per la prima volta in vita mia il sole non si faceva vedere eppure mi sembrava che splendesse, cosa può fare la forza dell’immaginazione.
Essendo presto non presi il taxi, ma mi servii della metropolitana, mi divertivo (era stato ALL a dirmi come si faceva a guardare le persone cercando di indovinare chi erano, cosa facevano, come vivevano ecc. ecc. a guardarmi in giro per indovinare, ma malgrado lo sforzo e la mia buona volontà non riuscivo a concentrarmi, la mia mente era fissa sull’incontro con Ursula e a cosa voleva dirmi. Finalmente arrivai, suonai al citofono e senza chiedermi chi ero mi aprì l’ascensore e un viso dolce e radioso mi accolse.
– ciao Rosanna, tutto bene?
– Ciao Ursula, sì grazie tutto bene e spero anche per te. La guardai intensamente negli occhi e ‘
– Forse se entriamo in casa sarebbe meglio
– Certo, hai ragione.
Mi fece entrare per prima e poi chiuse la porta , poi mi venne incontro, mi abbracciò dandomi un grosso e lungo bacio sulla guancia che restituii con molta passione, sentivo il suo corpo che premeva contro il mio dandomi dei piacevoli brividi e facendomi sognare qualche altro segno di passione. Invece nulla, mi ero sbagliata, ma non rimasi delusa, forse l’attesa avrebbe portato a una migliore gioia.
Iniziammo a parlare di noi, delle nostre abitudini, dei nostri sogni e desideri, volle sapere della mia vita in casa e fuori, poi iniziò a parlare di lei del perché non si era mai sposata, pur avendo avuto diverse esperienze e finimmo con le nostre aspettative sul prossimo viaggio, seppi qualche notizia in più su Gaia e su Eleonora.
Tutto quello che le proponevo per il viaggio era di suo gradimento, decidemmo quale tipo di vestiario avremmo portato scoprendo che anche per lei non esisteva il problema delle mestruazioni perché eravamo nello stesso periodo e questo fu l’unico momento che mi sembrava volesse dirmi qualcosa in particolare, ma riuscì a fermarsi in tempo e lasciarmi sempre in attesa,, cosa che mi fece piacere anzi stimolò la mia sensibilità e decisi che avrei tenuto lo stesso sistema anche per lei, anzi l’avrei stuzzicata senza farle capire cosa valeva, così l’avrei confusa e forse avrei vinto io.
Eravamo arrivate a decidere su tutto e ci lasciammo con l’impegno che si saremmo sentite dopo che lei avrebbe parlato con le altre due. Mi accompagnò all’ascensore, ci abbracciamo e lei partì all’attacco per baciarmi sulla bocca, non avendo previsto il tutto, riuscii a spostarmi e le labbra atterrarono sulle mie guance e ci scambiammo il saluto.
Vidi la sua dolcissima delusione stampata sul viso, ma non feci niente per toglierle la delusione, faceva parte del mio gioco, volevo che si scoprisse da sola e possibilmente prima di partire e visto che non mancava molto ho ritenuto di accelerare e scoprire come dovevo comportarmi durante il viaggio.
Durante il ritorno a casa continuavo a pensare a Ursula, era veramente strana, non riuscivo a capire come la pensasse, addirittura non riuscivo a immaginare come era fatta in quanto vestiva sempre largo, come a castigare le forme della donna. Arrivata a casa chiamai Eleonora per salutarla e per chiederle quando ci saremmo riviste. Concordammo che lei chiedeva alle altre due e se andava bene si saremmo incontrate sabato prossimo, naturalmente non le dissi che avevo visto Ursula, anche perché non sapevo se lei voleva o non voleva farlo sapere.
Passai due giorni di lavoro intenso e non ebbi il tempo di pensare ad Ursula, né tanto meno del viaggio ma mercoledì dopo aver visto ALL., mi venne la voglia di sentirla e alla sera appena arrivata a casa, visto che ero sola la chiamai.
– Pronto, ciao Ursula, sono Rosane, come stai?
– Bene grazie, mi hai preceduta di poco perché volevo chiamarti, domani sono dalle tue parti verso le 15.30, tu a che ora esci dal lavoro?
– Normalmente verso le 16.45
– Non puoi uscire un’ora prima, così avremo più tempo per poter parlare.
– Ma non dobbiamo vederci sabato con le altre?
– Certo, ma io volevo parlare con te da sola.
– Vedrò, cosa posso fare, a domani mattina, ti chiamo in ufficio.
– Va benissimo, così potremo definire meglio cosa dovremo portare e come ci divideremo i compiti tra noi due.
– Ma abbiamo già deciso l’ultima volta che si siamo viste.
– Certo tesoro, ma volevo entrare nei particolari.
La cosa mi stava stuzzicando non poco.
– OK, chiederò 1 ora di permesso.
– Bene, allora vengo a prenderti alle 15.30, non ho problemi perché ho preso mezza giornata di ferie.
Dimenticai tutto e mi misi al lavoro, a Ursula avrei pensato domani, o perlomeno pensavo, ma non fu così perché qualsiasi cosa facessi il viso di Ursula e la curiosità mi occupavano la mente, cercavo di immaginare cosa volesse dirmi ma con tutti gli sforzi di immaginazione che facevo non riuscivo a concludere niente.
Per fortuna mia figlia tornò prima del solito e la sua presenza mi fece dimenticare Ursula, che però ritornò di prepotenze quando dopo essermi lavata e preparata per la notte mi sdraiai nel mio dolce lettone, mi vedevo con lei sotto la tenda mentre ci preparavamo per la notte o,, magari, sperando che fosse una paurosa, che al primo rumore sospetto che proveniva da fuori mii chiedesse di poter avvicinare i lettini in modo di essere vicina e magari facendo in modo che i nostri corpi potessero essere quasi a contatto.
Non posso negare che più pensavo a questa situazione e più la voglia si faceva prepotente, ma fortunatamente la stanchezza della giornata si fece avanti e mi addormentai. Al mattino, quando mi svegliai, non ricordavo nulla e dopo essermi preparata uscii per andare in ufficio, e fu proprio quando arrivai che Ursula si fece viva con una telefonata.
– ciao tesoro, come stai?
– Bene e tu?
– Ho avuto una notte di inferno non riuscivo a prendere sonno, continuavo a pensare a noi e al nostro viaggio.
– Devi cercare di non pensarci, o perlomeno pensa solo a cosa devi portarti e quanto si stupendo i nostri occhi potranno vedere.
– Hai ragione, ma oltre al viaggio ci sono altre cose che non mi fanno dormire, e sono una più bella delle altre e malgrado manchino solo 15 giorni, vorrei che volassero.
– Vorrà dire che, oggi, quando ci vediamo parleremo anche di questa problema.
– Grazie Rosanna dell’aiuto che mi stai dando, vedrai che andremo d’accordo, sono sicura che saremo felici e che torneremo contente e forse anche un po’ cambiate.
E’ stata questa affermazione ‘cambiate’ che mi ha fatto pensare, cosa intendeva dirmi o farmi capire, con questo ‘cambiate’.
La mattinata passò velocemente e mi ritrovai all’ora di uscita in un baleno, andai in bagno a sistemarmi e uscii.
Fuori dall’ufficio trovai Ursula che mi aspettava sulla sua cinquecento color viola e dopo esserci salutate partimmo. Era bellissima: gonna verde scuro (maledettamente corta9, senza calze, camicetta di seta nera trasparente, senza reggiseno, era veramente uno schianto. Ci stavo facendo un pensierino, non mi sarebbe spiaciuto se mi avesse baciata, così avrei potuto strizzargli i capezzoli, ma mi diedi subito un contegno con aria indifferente anche se le mie gambe non riuscivano a stare ferme. Dopo essersi allontanata dall’ufficio, si fermò e mi prese la mano guardandomi negli occhi, sentii una scossa lungo la schiena.
– Rosanna, dove vuoi che andiamo?
– Non so, dove vuoi tu, visto che dobbiamo parlare, possiamo anche rimanere in macchina.
– Meraviglioso, mi piace l’idea di rimanere in macchina, ma non qui sulla strada.
– Scusa, ma se vuoi ci spostiamo
– No tesoro, quando saremo in Namibia lascerò a te tutte le decisioni, farò tutto quello che vorrai, ma ora no decido io.
Così facendo riaccese la macchina e ripartimmo, non riuscivo ad orientarmi, e mi ritrovai davanti a un cancello. Ursula lo aprì e scendemmo nei box di casa sua, davanti al suo fece scattare il telecomando e entrammo (era un box doppio e la cinquecento sembrava ancora più piccola), spense il motore richiuse la serranda e accese delle luci tenue alle pareti che sembravano, più per un night che per un box.
Ero pronta, questa volta non le avrei dato la guancia ma sicuramente ‘. Non ebbi il tempo di pensare che già la sua lingua si era impossessata della mia bocca, chiusi gli occhi e mi lasciai cullare da questa dolcissima creatura.
Indubbiamente un bacio appassionato ti mette in movimento tutto il corpo, ma un bacio fra donne supera qualsiasi altra cosa, &egrave più dolce, più sensuale, ti fa abbandonare qualsiasi resistenza ti senti in paradiso fra le sua braccia, tutte le forse ti lasciano e la stessa sensazione che tu provi, la prova anche lei, non esiste chi comanda e chi si adagio lasciandosi comandare, ricordo di aver letto, da qualche parte quello che ho scritto e non ci volevo credere, ma &egrave bastata la prima volta per dover ammettere che non esiste niente di più sublime.
Sembravamo un corpo unico con due cuori che battevano con lo stesso ritmo, le nostre mani scorrevano sui corpi senza che le bocche si staccassero.
L’ebbrezza di farlo in auto e soprattutto nello spazio minimo di una cinquecento era indescrivibile, il desiderio e la voglia erano al massimo. Mi sentivo attratta da quel corpo, soprattutto perché non pensavo che lei mi desiderasse così tanto, anche perché non mi aveva dato la sensazione di tutto questo, ricordo quando ci vedemmo per la prima volta, era rimasta compita, qualche battuta spiritosa e allegra ma nulla di più, mentre le altre due si erano dimostrate aperte a tutte le esperienze (soprattutto Gaia) e forse &egrave proprio questa mia impressione che mi ha fatto sognare e sperare in un qualcosa di più intimo ma che pensavo potesse avvenire durante il viaggio.
– scusami Rosanna ma non riuscivo più a resistere, e da quando che ci siamo conosciute che ti penso e che ti desidero alla sera quando mi sdraio sul divano per vedere la televisione non riesco a seguire il programma e sogno che tu sia lì con me e finisco sempre per chiudere gli occhi e lascio che le mie mani scorrano sul corpo e pensando che siano le tue mi masturbo, e visto che fra poco dovremo essere assieme volevo capire come la pensavi, sarebbe stato atroce essere sotto la stessa tenda vederti spogliare e non poterti abbracciare e amore.
– Credo che anch’io abbia avuto la stessa apprensione ma non ho avuto il coraggio di uscire allo scoperto.
I visi si sono avvicinati gli occhi si sono chiusi, le bocche si sono incollate in un dolce e lungo bacio, che era sicuramente di desiderio, ma soprattutto di gioia e amore nello stesso momento.
Stavo sognando, al punto che sentivo una musica lenta ma dolcissima, aprii gli occhi per vedere se nel frattempo Ursula avesse acceso la radio in auto, ma mi accorsi che non era spenta lei mi guardò e sorridendomi mi invitò a scendere e prendendomi per mano si diresse verso il fondo del box, entrammo in un piccolissimo locale e la musica ci avvolse, le luci molto tenui facevano sembrare di essere veramente in un night.
– Ursusa, ma dove siamo?
– Vedi questo &egrave il mio piccolo paradiso, nessuno lo conosce, tu sei la prima a vederlo, quando siamo entrate hai visto la porta con la tenda, ma se entri e non azioni il telecomando, dietro la tenda ci trovi solo una porta chiusa a chiave.
Più mi guardavo in giro e più rimanevo estasiata ed incredula, certo tutto questo non faceva che aumentate la mia curiosità e la mia eccitazione. Mi prese per mano portandomi al centro di questa stanzetta, non prima di avermi fatto togliere le scarpe; mi abbracciò delicatamente e iniziammo a ballare, la musica mi entrava nelle orecchie facendomi aumentare la voglia, chiusi gli occhi, tanto i piedi andavano da soli, e mi lasciai andare le sue mani stringevano sempre di più, le mie mani abbandonare i suoi finocchi e si posero sui glutei che attirai in modo che i nostri ventri di potessero sfregare.
Non riuscivo a decidere se lasciarmi fare tutto quello che lei voleva o se dovevo passare all’attacco, la mia voglia decise che dovevo attaccare. Le passai la lingua sul collo, facendole uscire dalla bocca un gridolino di piacere, mordicchiai il lobo delle orecchie, finendo con la lingua dentro.
Ursula si stava sciogliendo, sentivo la sua coscia che cercava di entrare fra le mie e la agevolai aprendo le gambe, ero riuscita a condurre il gioco era nelle mie mani, avrei potuto fare quello che volevo.
Ma Ursula mi stupì ancora una volta, lentamente mi fece indietreggiare sino a raggiungere divanetto (dato il tipo di illuminazione e il colore nero non mi ero accorta della sua presenza), poi mi tolse la gonna e la camicetta e mi disse di sedermi a guardare, guai se mi fosse toccata, poi ponendosi al centro della stanza, dopo aver acceso dei faretti che la illuminavo, iniziò un lentissimo spogliarello seguendo la musica.
Ero ammaliata ma anche incuriosita in quanto da quello che avevo sentito prima (quando abbracciate ballavamo) mi aspettavo qualcosa di voluminoso ma anche ben sodo. La camicetta era volata via e la gonna cadde per terra, le sue mani lambivano tutte le parti del corpo, ma senza soffermarsi troppo, poi venne verso di me, allungò la mano sulla passerina e si accorse che ero tutta bagnata sorrise e tornò in mezzo, slacciò il reggiseno e due bellissime tette scoppiarono fuori, le aureole erano di notevoli dimensioni e i capezzoli sembravano due piccoli cazzi in erezione, si girò e fece scendere le mutandine scoprendo un poderoso culetto poi si girò e finalmente potei vedere la passerina.
Stupenda liscia senza un pelo e bella gonfia, aprì le cosce e iniziò un meraviglioso ditalino, cosa che tentai di fare anch’io ma bastò un’occhiata per farmi smettere. Si sdraiò per terra, allargò e alzò le gambe mettendo ben in mostra i suoi due buchini affamati, ansimava e mugolava, se io soffrivo lei non era da meno, mi guardò negli occhi e con un sorriso mi invitò a mettermi sopra di lei. Ora toccava a me farla soffrire, mi alzai e feci anch’io uno spogliarello con l’effetto di accelerare il movimento del suo dito.
– Guai a te se godi, &egrave tutto mio fra poco ti verrò sopra e potrai leccarmela come io farò con te.
Mi misi sopra il suo viso a gambe aperte e scesi lentamente verso il suo viso sino a quando sentii la sua lingua che iniziava a slapparmi, caddi rovinosamente sopra e affondai la lingua nella sua meravigliosa caverna, senza dimenticarmi di infilarle un dito nel culo.
Probabilmente eravamo tanto arrapate che bastarono pochi colpi di lingua per arrivare a uno stupendo orgasmo, rimanemmo ferme, con le rispettive lingue nelle nostre fighette per diverso tempo.
E’ bellissimo avere un cazzo in bocca e farlo soffrire sino a quando tu lo desideri, per poi farlo scoppiare e ingoiare tutto il suo nettare, ma &egrave estremamente meraviglioso poter gioire avendo la lingua impegnata a leccare una figa gonfia con un clitoride che sembrava un piccolo cazzo tanto era voluminoso, lo leccavo e lo succhiavo ma mi piaceva tanto anche guardarlo, non avevo mai visto un clitoride così grosso e lungo.
Poi la calma dopo la temperatura: eravamo una sopra l’altra, la sua lingua era ferma mentre le mani mi accarezzavano le natiche, io invece ero sempre più attratta da quel pistolino e più lo guardavo più la voglia aumentava, decisi di scendere e mi misi al suo fianco, volevo guardarla in viso e parlare prima però la baciai evitando di toccare il suo corpo,, cosa che invece non fece lei perché mi mise la sua mano sulla passerina e infilò il dito, la cosa mi piaceva ma volevo assolutamente parlare quindi mi staccai e andai a sedermi sul divano.
– Rosanna perché sei andata via, ho fatto qualcosa che non andava bene?
– No tesoro assolutamente nulla, desidero solamente parlare con te, vorrei conoscerti meglio
– Va bene, allora io mi siede sul divano e tu ti siedi mettendo la tua testolina sulle cosce, così potremo parlare e guardarci e ‘.
Naturalmente accettai e iniziammo a parlare. Prima cose futili, quali libri ti piacciono, che film vedi, vai a teatro ecc. ecc. poi stringemmo sulla sfera personale.
Alla mia domanda se era o era stata sposata, notai un po’ di incertezza e titubanza, in pratica mi spiegò che stava per sposarsi ma a una settimana dal matrimonio lui le fece arrivare una lettera che non se la sentiva di sposarla e di dimenticarsi di lui e che quando avesse letto la lettera lui non era più in città ma avendo accettato un lavoro all’estero non lo avrebbe potuto trovare.
Da allora (circa 10 anni fa) non ha più voluto saperne degli uomini e si era data tutta allo studio e al lavoro. Era uscita dalla casa dei genitori andando ad abitare da sola, qualche volta aveva avuto delle brevi e inutili storie che non avevano prodotto niente, poi l’incontro, durante una vacanza con una signora di Torino che viaggiava da sola e che casualmente l’agenzia, previo accordi, le aveva messo in camera con lei.
Praticamente si erano conosciute in aeroporto a Roma iniziando la conoscenza parlando del più e del mano, guarda caso erano riuscite ad avere un posto in aereo classico, finestrino corridoio, quindi di tutta tranquillità e all’arrivo erano come si fossero conosciute da sempre.
La prima notte &egrave stata un po’ difficoltosa, chi doveva andare in bagno per prima, chi spegneva la luce per dormire ecc. ecc.
Passati due giorni e due notti, le due si erano conosciute ed affiatate, avevano iniziato a consigliarsi su cosa mettere alla sera, e questo per due donne era un meraviglioso indice di gradimento, che non vale naturalmente per gli uomini. E qui il caso diede loro una mano a conoscerci meglio, ovvero l’agenzia aveva organizzato la classica serata con danze locali normalmente inutili e noiose, ma questa volta erano veramente interessanti,
Danze tribali di tribù primitive che volevano significare l’entrata nella vista delle vergini, la danza non aveva niente di scandaloso, ma altamente erotica.
La luce molto bassa, le musiche dolci e suadenti il cibo e il vino aiutarono a rendere il tutto estremamente caldo erano vicinissime, sedute su un piccole divano in fondo alla sala, e a una scena molto ma molto spinta le nostre mani, casualmente, vennero a contatto e i nostri visi si voltarono l’uno verso l’altro e un sorriso colmo di carica erotica fece scattare o accendere la fiamma.
Le due mani non si staccarono per tutta la serata e a ogni scena si stringevano sempre di più, e si lasciarono solo alla fine della rappresentazione per applaudire. Quando la serata finì, soliti convenevoli con il resto del gruppo e arrivederci a domani, noi due andammo in camera e come al solito mentre una usava il bagno, l’altra preparava quello che sarebbe servito l’indomani.
Quando l’amica uscì dal bagno, notai che aveva messo un pigiama nuovo, blusa corta e pantaloncino molto attillato, il tutto color rosa e maledettamente trasparente, sentii un brivido percorrermi la schiena, non mi era mai capitato nel vedere una donna (tante volte mi capitava, ma solo quando alla sera vedevo qualche filmino porno, poi finisce sempre che mi masturbavo) lei notò il mio sguardo e sorridendomi mi chiese se mi piaceva, cosa le risposi, tu o il pigiama, arrossì come una bambina scoperta a rubare le caramelle, ma non proferì parola.
Andai in bagno, feci tutto con calma pensando che forse si sarebbe addormentata, mi misi il mio solito pigiama, ma volutamente non mi misi le mutandine , quando tornai in camera lei era ancora sveglia, mi sdraiai iniziando a leggere ma non riuscivo a capire niente di quello che leggevo, la mia mente era altrove e il suo profumo mi eccitava maledettamente,
– scusa Ursula posso farti una domanda un po’ particolare
– certo, non ci sono problemi
– non ti capita mai di vedere qualche film un po’ spinto?
– Certo, abbastanza spesso
– Ma sono film televisivi o cassette o ‘.
– Intendi dire se mi piace vedere film porno?
– Sì, ma non avevo il coraggio di chiedertelo
– Non ci sono problemi, perché a te non &egrave mai capitato?
– S’, diverse volte, ho un’amica che ha una videoteca e quindi senza andarci me li porta a casa lei
– No, io non ho problemi, vado di persona e me li scelgo
– Che tipo di film preferisci?
– Preferisco quelli in bianco e nero tipo vecchio dove si vedono scene strane, anche se sono girate non proprio bene, contengono una carica erotica vera e a parte gli uomini che non possono fingere l’orgasmo anche le donne danno l’impressione che godano veramente e questo mi turba piacevolmente
– Vuoi dire che quando hai finito di vederli ti masturbi
Ebbi un attimo di esitazione, la guardai negli occhi e sorridendole le risposi di sì e che non restava un caso isolato perché a quel punto rivedevo il film e prima che finisce avevo avuto diversi altri orgasmi, con la coda dell’occhio vidi che le sue gambe si muovevano come quando io ho voglia e le stringo.
Ci fu un attimo di silenzio poi ‘
– non ti era mai capitato di farlo con un’altra donna
– non mai, alcune volte ci pensavo ma mi era mai capitata l’occasione giusta.
– Quindi quella fu la prima volta
– Certo, &egrave vero che lo avevo visto diverse volte nei filmini e che la cosa mi attirava sempre di più, ma fisicamente non lo avevo mai fatto e non avrei saputo nemmeno come iniziare.
– Ma poi la storia &egrave continuata?
– Non troppo, purtroppo abitiamo troppo lontano; si ci scriviamo &egrave bello, ma mai come quando ci si vede due o tre volte l’anno, scusa ma tu lo hai sempre fatto oppure ‘
– La prima volta che mi &egrave capitato &egrave stato con una collega di lavoro, eravamo fuori Milano per una grossa riunione a Torino, quella sera avevamo mangiato e bevuto bene, eravamo allegre e un po’ su di giri,, quando siamo rientrate in albergo, mi ha detto di andare in camera sua che doveva darmi il giornale che le avevo prestato, appena entrate accese la luce e dopo aver chiuso la porta mi abbracciò e mi baciò, forse era l’effetto della serata,, forse era troppo tempo che non facevo l’amore (con un uomo) forse, forse, fatto sta che ho risposto alla sua lingua infuocata e in pochi secondi ci trovammo nude e le nostre mani correvano sui nostri corpi o dentro le nostre passerine.
– Ma a parte l’eccitazione del momento, ti &egrave piaciuto?
– Sicuramente, tanto che la storia &egrave andata avanti per tanto tempo
– Vi vedete ancora
– No, non ci vediamo più, perché se per te lei &egrave un po’ lontana, per me &egrave peggio perché ora abita in America
– Non ti scrive?
– Certo, e quel che &egrave peggio &egrave che la porcina mi manda anche foto con qualche amica mentre si baciano o mentre la fotte con un fallo artificiale.
Le sue gambe si muovevano sempre più freneticamente ma anche le mie non stavano ferme.
Si girò verso di me e dopo avermi fatto allargare le gambe mi infilò il dito iniziando la danza. Non tentai nemmeno di resistere, ero troppo calda e mi abbandonai alle sue mani e alla sua lingua, chiusi gli occhi e volai in un paradiso meraviglioso.
Dopo avermi fatto godere, mi costrinse a mettermi in ginocchio davanti a lei, che allargò le cosce e con le dita sii aprì al massimo la passerina invitandomi a leccargliela.
– Rosanna lecca forte, fammi godere più che puoi, poi ti farò provare un giochino nuovo.
– Anche se non me lo chiedeva, lo avrei fatto, dovevo restituirle tutta la tensione che mi aveva procurato, appoggiai una mano sul ventre e strinsi fra le dite il clitoride sino a farla urlare per il dolore, le infilai un dito nel culo e cominciai a leccargliela, fermandosi appena mi accorgevo che stava venendo
– Amore basta, non riesco a resistere, finiscimi, fai quello che vuoi, ma ti prego fammi godere.
– Mi staccai da lei e facendola sdraiare sul tappeto le alzi le gambe verso l’alto, presi le sue mani e facendole mettere sulle gambe la costrinsi a tenerle ben diritte ma aperte al massimo, così mi ritrovai i suoi due buchini davanti ai miei occhi e iniziai a leccare senza smettere sino a quando gridando venne regalandomi tanto nettare da succhiare.
Abbandonai la bocca sulla sua figa, ricevendo continui fremiti piacevoli, ero veramente provata, avevo bisogno assoluto di ossigenarmi i polmoni ma non riuscivo a staccarmi da quella fonte di piacere, mi piaceva un mondo sentirla palpitare sulle mie labbra
– lascia che mi alzi Rosanna, vado a preparare un buon caff&egrave così riusciremo a riprendere fiato perché fra poco ti farò provare un giochino nuovo.
– Cosa vuoi farmi Ursula?
– Brava e io vengo a dirtelo, no tesoro dovrai scoprirlo da sola, ora gustiamoci il caff&egrave e lasciamo che i nostri occhi possano bearsi dei nostri corpi.
Più mi guardavo in giro e più mi convincevo che era un box ma una perfetta alcova, non mancava nulla, tutto era ben ordinato, se si toglieva la macchina, che peraltro non stonava, sembrava proprio una piccola cameretta per innamorati.
Beammo il caff&egrave gustandolo con tranquillità, Ursula nel frattempo che veniva pronto il caff&egrave, aveva acceso la televisione e inserito una cassetta porno che non lasciava dubbi, con una musica di sottofondo per niente male
– Rosanna quando &egrave stato l’ultima volta che hai fatto l’amore con tuo marito?
– Tesoro sono anni che non faccio più all’amore con lui, qualche volta quando ha voglia, senza tanti complimenti e preliminari entra, fa quello che deve fare,, viene, esce e si gira dall’altra parte e si riaddormenta, qualche volta reagisco e mi rifiuto e altre lascio tanto non mi fa né caldo né freddo.
– sentendo quello che dici, sono sempre più contenta della mia assoluta libertà.
– Sono d’accordo con te ma l’unica ragione per cui rimango &egrave mia figlia, voglio che si sposi e poi si vedrà, certo &egrave un sacrificio, ma una figlia &egrave sempre una figlia.
Scusa ma come ti &egrave venuta di farmi questa domanda, dopo tutto quello che abbiamo fatto.
– la domanda era pertinente, non volevo risvegliarti situazioni tristi e dolorose, volevo solo chiederti per poi farti ingolosire su un nuovo giochino che volevo fare con te.
– Tesoro non preoccuparti, purtroppo la situazione &egrave questa e non mi preoccupo, mi sono abituata anche se &egrave triste, unica cosa positiva &egrave che quando succede, la prima reazione &egrave quella di telefonare ad ALL per organizzare un pomeriggio nel ns. motel e ti assicuro che riesco a dimenticare come sono stata usata e donare e farmi donare tanto amore e meravigliosi orgasmi.
– Visto come ne parli mi stai facendo venire tanta curiosità, chissà forse un giorno potremo organizzare per vederci in tre.
– Ma &egrave meraviglioso, solo pensare alla tua proposta mi &egrave venuta una voglia pazzesca
– Bene, ora farai tutto quello che ti dico?
– Non aspetto altro, sarò la tua schiava, ordina ed io eseguirò con gioia
– Ora dovrai sdraiarti sul tappeto, poi allargherai braccia e gambe, ti legherò in modo che non potrai muoverti e per farti godere ancora di più ti benderò gli occhi così non saprai cosa ti farò, se non quando lo farò.
– Ursula sei meravigliosa, ti chiedo solo due cose.
– Dimmi, ti ascolto
– La prima che ho bisogno assoluto di fare pipì e la seconda se prima di iniziare posso baciarti come piace a me
– Mi prese per mano e mi accompagnò in bagno, mi fece sedere e rimase davanti a me in ginocchio per vedere il mio zampillo, poi mi fece alzare e mi lavò la passerina
– Grazie tesoro, ora però voglio baciarti a modo mio.
– Sono pronta Rosanna
Mi avvicinai sino a quando i nostri capezzoli furono a contatto e iniziai a sfregarmi contro, mi accorsi di aver centrato il problema, forse sarei riuscita a farle fare quello che volevo io, la baciai e lentamente feci scivolare la mano fra le sue cosce cercando di penetrarla, lei mi diede l’illusione della vittoria allargando le cosce, il dito entro sino in fondo, ma richiuse subito e staccandosi dalla mia bocca ‘
– no cara Rosanna, tu credevi di fregarmi, ma non ci sei riuscita e ora dovrò punirti.
Mi mise davanti al cofano della sua auto, mi allungò le gambe, mi fece appoggiare il seno sul cofano e legò le mani agli specchietti, mi alzò delicatamente il viso mettendomi un cuscino.
– così non dovrai sciupare il tuo bel visino e quando sentirai il desiderio di gridare potrai morderlo
– cosa vuoi farmi Ursula?
– Ora ti legherò anche le caviglie e ti benderò così dovrai indovinare dove sarò e cosa vorrò farti.
Non vedevo più niente e i capezzoli schiacciai contro il cofano mi provocavano un piacere immenso.
Sentii il suo profumo che si avvicinava ma non capivo cosa volesse farmi.
– sei bellissima in questa posizione, ora apri la bocca e succhia
il suo dito mi entrò, riconobbi il sapore della sua figa
– Ursula ma questo &egrave ..
– Certo tesoro l’ho appena tolto dalla figa e volevo che tu sentissi quanto sono bagnata
Lo succhiai avidamente come se dovessi fare un pompino, poi così come era (bello bagnato) me lo infilò nel culo per poi togliermelo subito
– ti prego Ursula rimettilo dentro e fammi godere.
Per tutta risposta il palmo della sua mano colpì il mio posteriore facendomi sobbalzare, non ebbi il tempo di pensare che un altro colpo mi arrivò sull’altra natica, pensavo che fosse finito perché mi stava accarezzando.
– Rosanna questo non &egrave che un assaggio ora sentirai più dolore che poi diventerà gioia e goduria.
– Sono pronta Ursula fai quello che vuoi.
Erano carezze e schiaffi che si abbatterono sulle mie natiche, il dolore cominciava a farsi sentire ma stranamente sentivo la passerina che stava bagnandosi, cercai il cuscino con la bocca e lo strinsi fra i denti così non avrei gridato. Era bellissimo, le natiche mi bruciavano ma io stavo godendo, riuscii ad avere tre orgasmi di fila ma avevo assoluto bisogno di essere penetrata, volevo essere riempita tutta.
Poi il silenzio, sentivo solo il rumore della sua lingua che mi leccava, una sensazione meravigliosa, le pelle che bruciava e la lingua che la calmava.
– ora puoi parlare, ti e piaciuto?
– Ursula &egrave stato meraviglioso, anche ALL mi picchia sulle natiche, ma forse ha paura di farmi male e sta troppo leggere, tu invece mi hai fatto sentire di essere stata dominata completamente, ma ti prego non resisto, mettimi dentro quello che vuoi ma sfondami, presto
– Allarga le cosce e fra poco ti sentirai in paradiso.
Non riuscivo a capire cosa era, era qualcosa che si era appoggiato alla figa e stava facendosi strada, cercai di stringermi contro quell’arnese.
– ora amore farò quello che vuoi, apri la bocca, fai un bel respiro.
Era un cazzo di notevoli dimensioni che stava sfondandomi e lei lo spingeva sino in fondo, non ebbi nemmeno il tempo di pensare che stavo già godendo, rimase ferma dentro di me per un tempo immenso, poi lentamente lo sfilò e quando uscì fece un rumore meraviglioso.
Mi slegò le caviglie e le mani senza togliermi la benda, mi fece mettere in ginocchio, sentii il sapore della mia figa sulle labbra, era il cazzo che voleva entrare
– succhia Rosanna, &egrave bellissimo mentre tu lo succhi mi sto facendo un ditalino mentre ti guardo.
Era vero, non potevo vedere, ma leccavo il pistolone come se fosse un cazzo vero, era ancora caldo e il sapore della mia figa era stupendo, ma quello che più mi eccitava era il rumore delle sue dita che entravano ed uscivano dalla sua passerina, sino a quando un grido di gioia esplose nell’aria, facendomi capire che stava godendo.
Era una situazione meravigliosa, avrei voluto guardarla, ma non potevo, sentivo il profumo della sua passerina nell’aria.
– Rosanna sei stata magnifica, credo di aver goduto più guardandoti che non per effetto delle mia mani, ora apri la bocca.
E io come un uccellino affamato obbedii, e sentii entrare le due dita umide dei suoi umori, leccai e succhiai dito per dito, non volevo perdere nemmeno un millimetro la gioia e la tensione era al massimo, finimmo tutte e due per terra abbracciate teneramente con le nostre bocche unite in un dolce bacio.
Era bellissimo, non avrei mai voluto muovermi da quella posizione,, anche se la figa reclamava più attenzione, era troppo dolce, sentivo i suoi battiti del cuore che sembravano rimbalzare dentro il mi petto, le sue mani che mi accarezzavano come se fossi stata una dea a cui rivolgersi, la musica che Ursula aveva messo faceva ora, con il silenzio, il suo effetto entrava nel cervello rendendolo vuoto e più disponibile. Chiunque mi avesse chiesto di fare qualsiasi cosa, l’avrei fatta.
Poi Ursula si alzò allungandomi una mano per aiutarmi ad alzarmi, ne fui molto contenta perché oltre ad essere un gesto di affetto, ne avevo bisogno in quanto avevo le gambe molli e non riuscivo a reggermi in modo decente, in compenso ero contenta di tutto quello che era successo.
– Ursula pensa a quanto sarà bello quando saremo in Namibia
– Amore, ma &egrave per questo che ti ho chiesto di vederci, volevo essere sicura di te, sai &egrave da quando ti ho conosciuta che pensavo a quanto sarebbe stato bello, ma avevo paura di sbagliarmi. Poi &egrave arrivata la gioia di essere state sorteggiate, ma anche il timore che a te non fosse interessato, ti assicuro Rosanna ho passato 15 giorni strani. Passavo dalla gioia immensa che mi faceva venire una voglia pazza e mi masturbavo pensando a te, per poi passare a giorni neri perché pensavo che non avresti voluto. Se la prima ipotesi, ovvero la gioia, fosse stata quella giusta avremmo fatto delle ferie stupende, ma se era la seconda ipotesi quella giusta avrei fatto le peggiori ferie, ti immagini la sofferenza vederti spogliare, fare la doccia, avere voglia di stringerti e non poterlo fare, ma non sarebbe stata la stessa cosa.
– – scusa Ursula (feci finta di non sapere nulla) ma anche loro sono come noi?
– Certo amore, quando andiamo in giro dormiamo sempre assieme, facendo a turno a chi sta in mezzo e ti garantisco che &egrave stupendo, alcune volte capita che Eleonora o Gaia trovino qualche bel fustone e in quel caso mentre la fortunata si fa pompare per bene le altre due si divertono da sole in attesa del ritorno, per farsi raccontare tutto quello che ha fatto e ti assicuro che &egrave meraviglioso ed eccitante, forse meglio che vedere un filmino porno.
– quindi vuoi dire che durante il nostro giro possiamo anche scambiarci fra noi o addirittura farlo tutte e quattro assieme?
– Rosanna, questo non me lo aspettavo da te.
– Scusami pensavo che mi sarebbe, o che ti sarebbe piaciuto
– Certo che mi piacerebbe ma non avevo il coraggio di dirtelo.
– Perfetto, allora domani visto che devo vedere Eleonora le dico cosa avremmo pensato, sono curiosa di sentire la sua opinione.
– No amore, non devi dire assolutamente nulla, le faremo una sorpresa, lasceremo che si arrovellino il cervello pensando a cosa potrebbe succedere tra noi sino a quando, dopo tre o quattro giorni, la inviteremo in camera nostra e con la scusa di fare quattro chiacchere faremo una bella ‘
– Sentivo la voglia che sprizzavano da tutti i pori, abbracciai Ursula stringendola forte al seno, poi dopo esserci rivestite salimmo in casa sua dove rimasi per il tempo di farle domande intime cose molto piccanti che rimisero in moto la mia voglia ma che cercai di nascondere per bene.
Poi, dopo aver bevuto l’ennesimo caff&egrave, ci salutammo con l’impegno che si saremmo risentite per organizzare un incontro tra tutto e quattro per definire tutta l’organizzazione logistica.
Tornando a casa, mentre ero seduta sul tram, mi veniva davanti gli occhi tutto il film della serata e la cosa mi mise di ottimo umore, ma anche con tanta voglia.
Il giorno dopo, mi spogliai di buona ora, ero allegra e avevo voglia di fare qualsiasi cosa e così mi misi a riassettare la casa.
Verso le dieci decisi di telefonare alle mie tre compagna di viaggi per scambiarci le ultime informazioni.
Dopo pranzo mio maritò andò con il suo amico a vedere la partita (a dire il vero chiese anche a me se volevo andare, ma non avevo voglia preferivo rimanere a casa) mia figlia, ricevette una telefonata dal suo bello e in pochi minuti sparì anche lei.
La pace regnava, il silenzio era stupendo, accesi la radio e mi sdraiai sul divano, chiusi gli occhi per poter ascoltare il mio CD preferito e lasciai che la mia mente vagasse libera e senza confini.
Stavo sognando il prossimo viaggio, che dalle prime informazioni risultava molto interessante, poi dopo aver conosciuto le mia compagne, tutto lasciava sperare essere un viaggio molto intrigante, quando lo squillo del telefono mi fece tornare sulla mia terra, era Eleonora.
– ciao Rosanna come stai?
– Grazie tutto bene, qual buon vento?
– Cosa stai facendo di bello?
– Non sto facendo niente, assolutamente niente, i miei sono usciti e io mi sono sdraiata sul divano e mentre ascolto della buona musica pensavo al nostro viaggio
– Che combinazione, stavo facendo la stessa cosa, solo che io non sono sul divano ma sul letto.
– Sai che ieri mi sono vista con Ursula abbiamo passato qualche ora assieme e abbiamo avuto il tempo di conoscerci meglio
– Sì, lo so, mi ha telefonata ieri sera e mi ha stupita, perché solitamente non molto ciarliera, sembrava che avesse ingerito un chilo di peperoncini rossi, tanto era esuberante e spumeggiante.
– Abbiamo passato due/tre ore, abbiamo iniziato a parlare del viaggio per poi divagare a tutto campo.
– Non ti ha detto, che l’altro giorno, ha avuto un incontro con una nuova amica, conosciuta per caso, e che si sono divertite meravigliosamente
– No non mi ha detto niente (come faceva a dirmelo visto che ero io e più che parlare abbiamo goduto meravigliosamente
– No mi ha voluto raccontare molto, in quanto sarebbe stata più prodiga di particolari durante il viaggi in aereo, ma quel poco che mi ha detto, mi ha messo in una condizione particolare.
– Non capisco in quale condizione ti ha messo, cosa può averti raccontato per sconvolgerti.
– Mi ha descritto, nei minimi particolari, di una piccolissima parte di quello che hanno fatto e ti giuro ora che sono sdraiata e ci penso mi sembra di vivere la stessa scena.
– Vuoi dire che ti ha eccitata
– Certo tesoro, al momento non ci ho fatto caso, &egrave normale divertirsi ma ora che sono qua sdraiata con le tapparelle abbassate, ho appena fatto la doccia e non mi sono vestita ti giuro che ‘
– Penso di capirti, se rivivi la scena, anche se non hai vissuta personalmente penso che qualche brivido ti possa venire.
– A questo punto decisi di passare all’attacco (era rimasta solo lei da capire come la pensava, visto che con le altre due, oltre a aver capito avevo anche provato)
– Scusa Eleonora, non vorrei aver capito male, hai detto che sei sdraiata sul letto e senza vestiti?
– Certo amore tanto sono sola e posso permettermelo
– Se la cosa ti può interessare, anch’io sono sdraiata sul divano, tuta nuda e con un libro erotico in mano Rosanna ricordati di metterlo in valigia, così me lo farai leggere.
– Se vuoi, ti posso leggere qualche pagina, così vedi se ti può piacere (la trappola era scattata9
– Certo che puoi
Le dissi il titolo del libro e iniziai a leggere, cercai di parlare con un tono più dolce possibile e nei punti più caldi; rallentavo facendole capire che la cosa mi stava eccitando e per essere sicura dell’effetto emisi diversi sospiri.
– Rosanna &egrave bellissimo come leggi, sembra quasi un tuo racconto
– Potrebbe esserlo, non mi dispiacerebbe provare una situazione del genere
Dall’altra parte nessuna risposta, si sentivano solo dei gemiti soffocati
– Eleonora forse &egrave meglio che smetta, perché mi si annebbia la vista e non riesco più a tenere ferma la mano
– Rosanna, ti prego non fermarti, mi sto masturbando, &egrave bellissimo.
Decisi di passare all’ultima prova.
– Eleonora, se fossi lì con te, ti allargherei le cosce ti succhierei il dito bagnato dai tuoi umori e poi affonderei la lingua nella tua figa e non smetterei sino a farti esplodere.
– Sei una porca, sei riuscita a farmi venire, come se tu fossi veramente qui con me.
Penso che questo viaggi che stiamo organizzando nasca sotto una buona stessa, potremo godere delle meraviglie che la natura cii regala e forse potremo conoscerci meglio nel nostro profondo.
– credo che tu abbia ragione, forse sarà la volta buona che ognuno si liberi dei fantasmi nascosti nel cassetto o nell’armadio e torni a esprimere le sue voglie, i suoi desideri,, le sue pause, le sue aspirazioni in altre parole torni a essere se stesso.
– Sai, Eleonora ogni tanto ci penso a cosa mi sarei persa se quel mattino non fossi entrata in quell’agenzia; non era nella scaletta della giornata, forse sono stata attirata dalla pubblicità dell’Africa in generale, poi la voce dolce e suadente della signora che ti declamava le meraviglie del viaggio, una anche dal modo in cui tu ponevi le domande.
– Sono contenta anch’io, &egrave stata per ora, un incontro bello e che potrebbe .
– Ma ti rendi conto che mancavano solo dieci giorni alla partenza e poi avremo la felicità di vivere assieme per molti giorni.
– A proposito, tesoro, mi stavo dimenticando che mi ha chiamata l’agenzia per ritirare tutto il materiale compreso i biglietti aerei.
Uno squillo del mio telefonino ci interruppe, la salutai con l’impegno che ci saremmo risentite nei prossimi giorni.
Era mia figlia che mi avvisava che non sarebbe tornata per cena, perfetto avevo tutta la giornata per me,, senza nessuno che mi potesse rompere le scatole.
La prima cosa che feci fu di prepararmi un bel caff&egrave, e mentre lo sorseggiavo con gusto lasciai che la mia mente vagasse liberamente.
Avevo nella mente le ultime cose che sono successe e ripensandoci, un brivido di piacere mi percorse la schiena , poi tornai sulla terra e decisi di fare un elenco delle cose che avrei portato in viaggio.
Sicuramente avrei portato cose semplici, leggere, la macchina fotografica, la videocamera (magari sarei riuscita a filmare Ursula nelle nostra intimità, così lo avrei rivisto con All) mi ricordai di mettere anche un cappellino per il sole.
Rilessi con tutta calma tutto la lista e rimasi soddisfatta. Poi mi tornò alla mente che avrei potuto nascondere in valigia anche i due vibratori, visto come stavano le cose forse mi o ci sarebbero stati utili. Ero veramente soddisfatta, ma ero tesa, il preparare l’elenco mi aveva messo una voglia pazza di partire subito, ma visto che non era possibile, decisi di vestirmi e uscire.
Dato l’orario , erano le 13, mi fermai in pizzeria per un frugale pranzo e poi sarei andata per vetrine, entrai scelsi un tavolo in fondo (così) potevo controllare che entrava) ordinai e nell’attesa di essere servita mi guardai in giro.
Vicino a me un signore di mezza età che mangiava e nello stesso tempo leggevo il giornale, più in la marito e moglie, che probabilmente avevamo litigato, perché si ignoravano, verso la porta di entrata, una signora giovane con figlia (la signora era molto carina gonna cortissima e due belle gambe che potevano farmi venire qualche voglia) dalla parte opposta due ragazzi con le ragazze che ridevano e tra una barzelletta e l’altra riuscivano anche a mangiare.
La cosa più interessante era la solita cameriera che tutte le volte che la vedevo mi facevo accendere soprattutto perché aveva i capelli rossi.
Quante volte tornavo a casa e sognavo di poterla baciare e tutte le volte mi ripromettevo che la prossima volta avrei iniziato a parlare e chissà forse ci avremmo potuto conoscerci, ma immancabilmente non avevo il coraggio di iniziare un discorso, tranne che ordinare cosa volevo e sorriderle. Forse avrei dovuto andarci con ALL e la cosa avrebbe avuto sicuro successo, ma era troppo pericoloso, troppo vicino a casa mia.
Mi feci portare il caff&egrave e il conto e con tutta la mia voglia repressa,, dopo aver pagato, uscii rendendomi conto che se non prendevo l’iniziativa non sarei mai riuscita a fare nulla, alcune volte mi sembrava che mi sorridesse come per invitarmi a parlare (a parte il solito dialogo tra cameriera e cliente) altre volte avevo più coraggio ma non potevo perché ero con mio marito.
Misi la ricevuta in tasca e mi incamminai verso casa camminando lentamente e pensando che fra dieci giorni sarò in Africa con le mia amiche.
Arrivata in casa mi spogliai preparandomi per la notte, poi accesi la TV e mi misi sul divano per godermi un bel film ero irrequieta e non capito il perché, avrei dovuto essere contenta e invece sentivo che mi mancava qualcosa (non era All perché purtroppo mi ero abituata, anzi come dice lui mi ero resa conto che non vi era altra soluzione) mi alzai, andai in cucina e mi feci un caff&egrave, forse era quello che mi mancava.
Appena sentii il fischio della caffettiera mi versai il caff&egrave e senza zuccherarlo lo avvicinai alla labbra traendone un meraviglioso beneficio ma senza farmi passare lo stato di ansietà che invece. Poi un lampo mi fece capire il motivo del mio stato, cercai di focalizzare l’uscita dalla pizzeria quando ho chiesto il conto, quando ho pagato, quando ho messo via lo scontrino, e qui la luce sii accese. Ho fatto tutto tranne che ritirare lo scontrino e se non lo ho ritirato come fa a essere sulla scrivania?. Non ho mai creduto ai miracoli, ma al caso sì. Ovvero come ha fatto lo scontrino a essere finito sulla scrivania se io non l’ho preso? Vuol dire che qualcuno gentilmente me lo ha messo in tasca e se così fosse perché lo avrebbe fatto?
Semplice: bastava controllare lo scontrino che avevo messo sulla scrivania, mi avvicinai, il cuore mi batteva forte,, presi lo scontrino lo aprii e le gambe si fecero molli, molli e dovetti sedermi per non cadere. Bastava guardare lo scontrino che si capiva al suo interno vi era qualcosa. Non potevo guardare cosa vi era dentro, non riuscivo a stare diritta, le gambe non mi sorreggevano così decisi di andare sul divano ed aprirlo. Le mani mi tremavano, la fantasia galoppava, ma la mente non riusciva a realizzare.
Appena aperto un piccolo biglietto fece la sua comparsa, dopo le prime parole che lessi, gli occhi si offuscarono , lacrime di gioia stavano irrorando la pupilla, dovetti fermarmi, prendere un lungo respiro e iniziare di nuovo la lettura.
Ma cosa devo fare per farti capire che mi piaci immensamente, tutte le volte che ti vedo, mi chiedo il perché della tua tristezza, poi guardando il tuo compagno credo di capite il perché, ma allora, visto come mi guardi perché non ti fai avanti, perché non mi fai capire il tuo desiderio, oppure sono io che sto sognando e tu non ti sei mai accorta di me?.
A questo punto segue un numero di telefonino che per sicurezza memorizzo e straccio. Incredibile tutta la mia fatica per conoscerla e poi era lei che mi controllava. La mia felicità era al culmine ma non ebbe il tempo di gioirne perché sentii il rumore della chiave nelle porta e nascosi tutto dentro il reggiseno. Lui entrò, salutò, e dandomi la buonanotte si ritirò. Lasciai passare qualche minuto e poi tirai fuori il bigliettino per rileggerlo. Praticamente non avevo altra scelta,, dovevo chiamarla e come se avessi preso una pastiglia per il mal di testa, mi sentii leggera ed allegra. Nascosi il biglietto e andai a dormire. Al mattino, al risveglio, naturalmente non ricordavo più nulla, iniziai a realizzare quando arrivai in ufficio e la prima cosa che mi venne in mente era quella di telefonarle, ma fortunatamente mi ricordai che era lunedì e che erano solo le 8.30, quindi non feci nulla e aspettai.
Nel pomeriggio, visto che in ufficio vi era una calma incredibile feci il numero e chiamai.
– pronto chi parla?
– Scusi, ma lei chi cerca?
– Spero di non sbagliare, e nel caso fosse mi scuso, sono Rosanna.
– Non la conosco, ma che le ha dato questo numero?
– Non vorrei sbagliarmi, ma le per caso non lavora alla pizzeria ‘?
– Certo, ma non capisco chi &egrave lei.
– ieri sono venuta da Voi e quando ho pagato, assieme allo scontrino ho trovato un biglietto con questo numero e quindi ho chiamato
– mi scusi, ora ho capito.
– La ringrazio, ma sono io che non ho capito (come dice All ‘la migliore difesa &egrave l’attacco)
– Non vorrei essere fraintesa, vorrei spiegarle cosa &egrave successo
– Sono pronta e curiosa di capire
– Vede signora, ogni volta che la vedo o da sola o con quel signore, che penso sia suo marito, mi sento una fitta al cuore, perché la vede sempre triste e non riesco a capire il perché.
– Scusa, se ti do del tu, ma forse la cosa ci aiuta a semplificare le cose, forse hai visto giusto, nel vedere la mia tristezza ma ‘.
– Hai ragione, non dovrei preoccuparmi, ma mi piaci e sono triste quando ti vedo in quelle condizioni
– &egrave vero, sono triste perché purtroppo il mio matrimonio &egrave fallito e non ho più tempo e spazio per rimettere a posto la situazione e quindi accetto quello che la natura mi porta.
– Ma allora se sei così triste, perché quando mi guardi vedo la gioia nei tuoi occhi
– Perché mi piaci ma non ho mai avuto il coraggio di fermarti
– Senti io oggi sono di turno di ripreso, perché non ci vediamo?
– Ma io lavoro, potrei essere libera dopo le quattro, e non ho troppo tempo.
– Non so dove abiti, ma penso sei vicina alla pizzeria e io abito alla porta accanto.
– Ma ti rendi conto che siamo due donne?
– Certo che lo so, e allora cosa vuol dire.
– Non so neppure come ti chiami e tu non sai come mi chiamo.
– Che tu non sappia ccome mi chiamo, &egrave vero, e te lo dico subito ‘valeria’, ma come ti chiami ti sbagli perché ho sentito quando lui ti chiama ‘Rosanna’
– Brava, i miei complimenti, visto come stanno le cose, possiamo vederci oggi dopo le quattro e mezza, potrei telefonarti e tu mi vieni a prendere sotto casa sua
– Perfetto aspetto la tua telefonata, tutto il tempo potrai fermarti sarà bello.
– Ciao Valeria a oggi pomeriggio
– Ciao Rosanna a oggi
Dopo aver chiuso la comunicazione cominciai ad elaborare il piano, avrei potuto uscire mezzora prima del mio orario, fermarmi da lei al massimo un’ora, così sarei arrivata a casa prima ancora dell’arrivo dei miei
– pronto, ciao Valeria, sono Rosanna
– Ciao, non ti aspettavo così presto
– Sono riuscita a prendermi un permesso di mezzora, domani recupero
– Allora ci vediamo davanti alla pizzeria
– OK arrivo
Presi i mezzi ed in q0 minuti arrivai, e lei era lì ad aspettarmi. Ci salutammo e ci dirigemmo verso casa sua.
Prendiamo l’ascensore 6′ piano, ci guardiamo ma nessuna delle due prende l’iniziativa del dialogo finch&egrave non scoppiamo a ridere come due ragazzine ma fortunatamente siamo arrivata al piano. Mi fa strada, apre la porta entriamo, mi prende per mano e ‘
– vieni ti faccio veder la casa, &egrave piccola ma essendo sola va più che bene.
– Così hai più tempo per divertirti e non devi essere schiava della casa.
La cucina &egrave piccola, la sala ben arredata, il bagno piccolo ma molto bello, la camera da letto era meravigliosa sembrava di quelle che si vedono sulle riviste specializzate con abbondanti tendaggi e luce soffusa.
– i miei complimenti Valeria, sembra veramente un piccolo nido, molto dolce intimo e con molta cura dei particolari.
– Rosanna vuoi un caff&egrave?
– Grazie Valeria, lo bevo volentieri
Mi fa accomodare sul divano, mentre lei si dirige in cucina, io la osservo e devo ammettere che ha un bel culettino, poi con il vestito leggero e essendo controluce si vede esattamente la linea e la casa oltre a piacermi mi rievoca un prurito della passerina senza accorgermene stringo le cosce, non so perché mi abbia voluto incontrare, ma so che la cosa mi sta creando una piacevole sensazione.
La guardo come si muove, sembra che voglia farmi eccitare, ma non vorrei illudermi, lei viene verso di me, il caff&egrave sul vassoio che fuma, e con il controsole che mette in evidenza il vapore del caff&egrave ma soprattutto disegna perfettamente la sua linea, forse sarà la voglia o la mia immaginazione ma mi sembra di vedere che sia senza mutandine i casi sono due o porta culotte larghe oppure &egrave senza e ha un boschetto bel folto.
Mi sorride, sembra che abbia gradito il modo con cui la stavo guardando, mi porge il caff&egrave e poi si siedesul divano.
– complimenti Valeria proprio buono
– sorride, ringrazia,, prende la mia tazzina, si alza ritornando verso la cucina, ha una camminata leggere sembra che al posto di camminare, voglia sfiorare il pavimento, e la vista &egrave sempre più accattivante, sembra che faccia apposta per provocarmi
– Rosanna vieni anche tu in cucina, &egrave un po’ stretta, ma mentre lavoro la caffettiera possiamo parlare e conoscerci meglio.
La cosa mi piacque molto e la raggiunsi.
– scusa Valeria, non vorrei essere curiosa ma volevo chiederti se sei sposata.
– Non sei curiosa e la domanda non mi dà fastidio, no non sono stata sposata, da ragazzina ho avuto diverse avventure, ma non avevo nessuna voglia di legarmi,, volevo solo divertirmi senza problemi sentimentali poi andando avanti la voglia di accasarmi, se prima era debole ora &egrave diventata assente completamente.
– Ma non senti quanto torni a casa, la voglia di abbracciare o di essere abbracciata da qualcuno?
– No cara, ho diversi amici ed amiche con cui mi ritrovo e passiamo giornate e serate meravigliose.
– Quanto vai a letto non senti il desiderio di ‘
– Certo Rosanna, e forse più di quello che tu pensi, e visto che succede molto spesso, mi alzo vado in salottino accendo la TV, inserisco una bella cassetta porno e lascio che le mie mani vadano dove meglio credono, ma ti assicuro che sono più le volte che le mie mani sono occupate su un altro corpo e altre mani sul mio.
– Sono d’accordo con te, la mia &egrave stata una domanda provocatoria, volevo solo essere sicura di aver pensato bene.
– Perché, cosa avevi pensato di me?
– Ero sicura che eri allegra, spirito libero,, e senza peli sulla lingua
– Da cosa hai dedotto tutto questo?
– Semplice, da come parli, da come ti comporti, da come cammini
– Quindi devo pensare, visto che &egrave molto tempo che ti vedo venire in pizzeria con tuo marito,, che mi stavi osservando oppure &egrave tuo marito che mi osservava?
– Non so cosa osservasse lui e la cosa non mi interessa visti i nostri rapporti
– Scusami, non sapevo che eri in brutte condizioni
– Figurati, niente di male, lui &egrave libero di fare quello che vuole e io pure
– Quindi vivete sotto lo stesso tetto, magari nello stesso letto, ma senza fare nulla.
– Brava, hai indovinato, ogni tanto, ma proprio ogni tanto lui mi cerca e se sono in buona lascio che entri, tanto faccio in tempo a contare sino a 10 che &egrave già tutto finito, si gira e buonanotte.
– Ma allora vuol dire che per te il sesso &egrave finito e non ti interessa più?
– Sbagliato ho una mia vita sessuale intensa e meravigliosa,, magari quando ci saremo conosciute meglio te ne parlerò e magari ti farò conoscere All
– E chi sarebbe All?
– All era un collega di lavoro e ora &egrave il mio amante segreto e ti assicuro che quando ci vediamo una volta la settimana durante la pausa pranzo, scoppiano le scintille,, e quando ci rifugiamo nel nostro motel sono 3 ore intense senza mai fermarsi e senza mai ripetersi.
– Vuoi dire che sapete variare ogni volta e renderlo sempre interessante?
– Te l’ho detto, cerchiamo di conoscerci meglio, e poi se lo vorrai te lo farò conoscere e magari potremo ‘
– Visto che continui a dirmi che dobbiamo conoscerci meglio, chiudi gli occhi e non aprirli sino a quando te lo dirò io
– Va bene Valeria, sono pronta
Chiusi gli occhi e le mie orecchie percepirono dei fruscii, poi la sentii avvicinarsi e un profumo di donna arrivò alle mie narici, poi lo scoppio. Due mani presero il mio viso e una bocca si posò sulla mia mentre una lingua forzava per entrare, abbandonai ogni resistenza e lasciai che la sua lingua si introducesse per dialogare con la mia.
Quello che ti può dare un bacio di donna &egrave immenso, &egrave tenero, sensuale, delicato, certo la prima volta che lo fai rimani allibita, quasi sconvolta, ma &egrave una frazione di secondo, il tempo di pensare a cosa hai fatto, e sei subito pronta a rifarlo a quel che &egrave peggio e che cominci a capire quanto tempo hai perso a non averlo fatto prima.
– Rosanna non ti muovere torno subito, vado in camera in cambio, così sarò più libera.
Lei sparì, ma la mia voglia non sparì anzi ero in un stato che avrei fatto qualsiasi cosa pur di godere.
Ero talmente assorto nei miei pensieri che non mi accorsi che Valeria era tornata, si mise davanti a me, e la mia passerina vibrò solo a vederla.
Pantaloncini corti di raso, che mettevano in risalto il gonfiore della sua figa, con camicetta di raso senza reggiseno e capezzoli pronti a essere leccati
– Valeria, sei bellissima, sento la testa che mi gira.
– Lei venne vivino, prese la mia testa, e la schiacciò contro il suo ventre: un profumo intenso di sesso colpì le mie narici facendomi stringere le cosce, le passai le mani sul suo culetto e la strinsi forte.
– Non so quanto tempo siamo rimasti in quella posizione sentivo la mia passerina che reclamava più attenzione mi alzi e prendendo l’iniziativa l’abbracciai, mentre sfregavo il mio ventre contro il suo.
– Rosanna vieni, andiamo in camera,, forse , visto lo stato in cui siamo il letto ci permetterà di essere più comode.
– Mi prese per mano e docilmente mi lasciai condurre dove lei voleva e dove volevo anch’io, mi fece sedere sul letto dicendomi di non muovermi.
– Lei mi mise davanti a me, dietro di lei vi era uno specchio e dal soffietto due lampade la illuminavano tutta, una musica orientale accompagnò i suoi movimenti
– Rosanna voglio danzare con te, voglio che tu mi desideri, farò tutto quello che vuoi, ma non potrai muoverti da dove sei e non potrai toccarti.
Non riuscivo a aprire la bocca, tanto ero tesa, mi feci un cenno con la testa per dirle che avevo capito, e un grosso sorriso illuminò (se ce ne fosse stato bisogno) il suo viso, le sue mani iniziarono a muoversi, seguendo la musica e il suo corpo, i bottoni della camicetta si aprirono lentamente facendo intravedere un seno di buone misure e molto sodo, poi le braccia si aprirono e due tette fecero la loro comparsa, strinsi le cosce per allontanare la voglia, con un piccolo tocco la camicetta cadde a terra e iniziò una danza più sfrenata il seno ballava con lei, le sue mani lo presero e le sue dita iniziarono a stringere i capezzoli, lo specchio mi rimandava la dolce visione del suo culo.
Cercando di non fermi capire, cominciai a muovere le cosce, sentivo le mutandine bagnate che si erano inserite nel mio dolce taglio, e stavo per godere senza nemmeno toccarmi.
Ma l’esplosione dell’orgasmo tardava a venire, ci pensò, incautamente lei quando iniziò a sfilarsi i pantaloncini che una volta ceduti a terra vennero usati a modo di tappeto, si sdraiò su di loro e spalancò le cosce mettendo in piena luce una stupenda e gonfia figa, e a quanto vista chiusi gli occhi lasciai che l’orgasmo mi raggiungesse e riuscii a godere senza che lei se ne accorgesse.
Come per incanto, comparve sulla scena una valigetta rossa forse quando ho chiuso gli occhi lei l’aveva presa, la aprì e una bella raccolta di vibratori entrarono nei giochi, ne prese uno (dimensioni notevoli nero e pieno di vene) se lo mise in bocca e poi lo puntò diritto nella figa e lentamente lo fece entrare sino in fondo (mi sembrava che entrasse dentro il mio corpo) poi inarcò le reni prese un altro vibratore color carne, di dimensioni più piccole, e lo affondò nel culo, chiuse le cosce iniziando a giocherellare con i capezzoli e muovendo il bacino come se stesse fottendo.
– Rosanna, ora devi scendere dal letto e dovrai spogliarti davanti a me. Non aspettavo altro, finalmente la passerina avrebbe preso una boccata di aria, cominciai a togliermi la camicetta, poi la gonna rimanendo in mutandine e reggiseno, iniziai a accarezzarmi in modo voglioso facendo saltare per aria prima il reggiseno e poi le mutandine, andai verso di lei e dopo aver spalancato al massimo le cosce iniziai a scendere verso il suo viso, Valeria fece uscire la lingua pronta a leccarmela, ma volevo renderle il supplizio che lei mi aveva dato prima.
Lasciai che la punta della lingua sfiorasse la figa e tornai in piedi iniziando a infilarmi il dito per farmi un ditalino.
– dai Rosanna masturbati, &egrave meraviglioso, ti prego non fermarti.
Senza parlare, tolsi il dito e lo posi sulle sue labbra che si spalancarono e avidamente iniziarono a succhiarlo, provocandomi delle vibrazioni alla schiena. Malgrado la mia buona volontà di resistere sentivo che stavo crollando, decisamente lei era più esperta riusciva a dominarsi.
Questa volta la discesa fu rapida, atterrai sulla sua lingua che dopo avermi sfiorato il clitoride entrò dentro facendomi godere, era meraviglioso non avevo mai provato un orgasmo così stupendo, la lingua, incurante che io avessi goduto, continuava a slapparmi e non tardò molto che ebbi un altro orgasmo, che mi fece piegare le gambe e mi adagiai sopra di lei, il silenzio era perfetto e permetteva di pensare e sognare. Ma la porcina aveva ancora voglia, le sue mani divaricarono le mie cosce e la sua lingua iniziò a correre dal buco del culo alla figa, il mio corpo iniziò a fremere mi tuffai sulla sua figa iniziando a leccargliela, mentre il dito la esplorava il suo interno, lasciai che si riscaldasse bene e poi le affondai la lingua e feci sparire il dito nel suo magnifico culetto.
Valeria stava godendo, ma anch’io non riuscivo più a trattenermi, cercai di farle capire che anch’io desideravo il suo dito nel culo, lei capì e mi penetrò provocandomi un immediato orgasmo che le fece aprire al massimo le cosce e venne anche lei.
Avevo il cuore che sembrava volesse scoppiare e restammo in quella posizione per diverso tempo, mi sembrava di sognare, ma il suono di un pendolo mi fece trasalire, mi alzai delicatamente e allungai la mano per aiutarla, ci guardammo negli occhi e un magnifico sorriso suggellò il nostro primo incontro.
– Valeria,, dovrai scusarmi ma si &egrave fatto tarsi e non voglio destare sospetti.
– Non ti preoccupare, ti capisco, vedrai che potremo organizzare ancora e magari con più tempo.
– Certo amore, e magari in tre, così ti farò conoscere All
– Sei sicura che poi non sarai gelosa?
– No tesoro, non sarò gelosa, sarà meraviglioso vedere All tra le tue braccia o tra le tue cosce sicuramente vi sarò vicina, in modo di potervi vedere bene e mi masturberò cos’ quando verrete sarò pronta a buttarmi sui vostri corpi e farò tutto quello che mi direte di fare
– Solo al pensiero mi &egrave venuta voglia di ricominciare anche perché sono anni che non ho più contatto con uomini e da come me lo hai descritto sono sicura che non &egrave un maschilista egoista.
Dopo essermi rivestita ci salutammo con un dolcissimo bacio e dandoci un appuntamento telefonico per l’indomani.
Per tutto il tempo di ritorno pensavo a quanto &egrave avvenuto in questo ultimo periodo, per molto tempo avevo sognato di fare questi incontri, ma erano rimasti solo sogni e voglie che facevano scaturire solo dei grandi ditalini, mentre in pochissimi giorni ho avuto la possibilità di incontrare non una sola ma una sequenza di cinque donne e tutto per una curiosità di un probabile viaggio, cosa dire? Mi viene in mente il motto di All ‘mai dire mai’.
Arrivai a casa e con mia grande sorpresa non era ancora arrivato nessuno.
Mi spogliai e andai in bagno per lavarmi, sentii le cosce tutte appiccicate, sentivo il profumo della mia figa e la voglia ritornò, ma non potevo, se qualcuno arrivata era troppo pericoloso, quindi mi lavai e tornai in cucina per preparare la cena.
Quando mi svegliai all’indomani tutto mi era più chiaro avrei telefonato ad All e gli avrei spiegato tutto quello che mi era capitato, e le avrei anche detto della decisione di andare in Namibia, a dire il vero, ero io che all’inizio ero titubante mentre lui mi spingeva a decidermi ad andare. Arrivata in ufficio trovai un mare di corrispondenza da sbrigare e mi buttai a capofitto dimenticandomi di tutto, poi verso le 12 mi ha telefonato Alll, mi ha chiesto se avevo deciso per le ferie e dopo avergli detto che ero decisa a partire, anche se avevo trovato molte resistenze in casa, anzi quando avevo espresso l’idea sia mio marito che mia figlia erano d’accordo anzi erano loro a spingermi (forse lo facevano per farsi grandi tanto sapevano che non sarei stata capace di decidere) ma questa volta li avevo stupiti, abbiamo parlato di noi e delle sue ferie (anche lui &egrave in partenza) e di quando saremmo tornati, ci siamo promessi di raccontarci tutto quello che avremmo fatto, nulla escluso (il bello con All e&egrave che si può e si deve sempre dire tutto, in quanto, se esiste un segreto non può esistere la fiducia e la comprensione, anzi qualsiasi situazione che si &egrave vissuta può essere una gioia doppie di poterla raccontar e al tuo amore godi nel momento che la vivi in diretta e la rigodi quando la racconti al tuo amore. Nel pomeriggio ho ricevuta una telefonata dalle mie 3 nuove compagne di viaggio e ci siamo accordate per vederti nel fine settimana (Gaia ha sottolineato che non avremmo potuto fare niente perché le altre non sapevano quanto era avvenuto fra noi) cos’ avremmo sistemato tutti i piani di volo e le ultime cose che avevamo ancora da decidere.
Alle 17 sono uscita e con mio stupore ho trovato Valeria ad aspettarmi, credo di aver provato un tuffo al cuore (non come lo posso provare quando vedo All) mai mi sarei aspettava di vedermela lì ad aspettarmi.
– ciao bellissima come stai?
– Cosa ci fai qui Valeria?
– Oggi sono di riposo, e allora ho deciso che volevo rivederti,, ti spiace?
– Anzi sono contentissima, solo che ho poco tempo perché devo andare al supermercato a fare la spesa.
– Se vuoi, visto che sono venuta con la turbo (una vecchia 500 scassata) così quello che risparmi con i mezi sarà tempo che ci potremo dedicare a noi.
– Magnifico Valeria andiamo
Durante il tragitto parlammo di tutto come se fossimo vecchie amiche, avevo notato che aveva una bela camicetta , non portava reggiseno, gonna cortissima e ci avrei scommesso che non aveva le mutandine ma feci finta di niente.
In un lampo arrivammo al super, venne con me e avendo la lista pronta perdemmo pochissimo tempo,, tutto questo a favore della nostra sosta in auto.
Non conoscendo la zona mi chiese dove potevamo andare, il mio primo pensiero (visto che avevo una voglia pazza di baciarla) era di andare nel mio box ma la scartai sarebbe stato troppo pericoloso e decisi di andare dietro le mura del cimitero (non &egrave romantico ma data l’ora non ci sono rompiscatole).
Dopo esserci trovate un posto ci mettemmo a parlare per poterci conoscere meglio certo il vedere quelle gambe, la gonnellina corta, la camicetta che elargiva la vista del suo magnifico seno era sempre più difficile concentrarsi questo valeva per me, ma anche per lei.
Ma come sempre, per me &egrave difficile prendere l’iniziativa e così fu lei che sii avvicinò baciandomi con tanto ardore, sentivo la sua lingua che cercava la mia e mi abbandonai lasciandomi cullare da questa dolcissima situazione.
Le sua mani stavano vagando sul mio corpo e io non riuscivo a muovermi , volevo contraccambiare ma ero come paralizzata (nel senso buono della parola) sentivo le mutandine che si stavano bagnando, finalmente presi il coraggio e attaccai, mi staccai da lei, la feci sistemare come volevo io e la baciai, rimase allibita forse non si aspettava la mia reazione.
Finalmente ero riuscita a prendere il comando, lei si era adagiata al sedile e si lasciava fare tutto, mentre la baciavo mi ricordai del mio pensiero (quando pensavo che sotto la gonna non avesse le mutandine) e andai subito al controllo, mentre con un braccio le tenevo la testa e la baciavo l’altra mano andò sulle gambe facendole aprire lei docilmente le aprì e io mi introdussi lentamente prima le accarezzai le ginocchia poi salii sino a raggiungere il dolce nido e qui ebbi la conferma del mio pensiero.
Era senza mutandine (quindi la porcina non mi era venuta a prendere per parlare ma per ‘) le feci aprire ancora di più le cosce ed entrai con due dita sino in fondo, la sua lingua si fermò, il respiro sii fece più forte poi si staccò dalla mia bocca e gridò con tutto il fiato che stava godendo.
La sensazione di sentire che le tue mani possano far godere un’altra persona &egrave meravigliosa, non importa se sia uomo o donna.
Valeria mi prese la testa, non prima di essersi slacciata la camicetta e mi costrinse a succhiarle i capezzoli che ebbero l’effetto di una chiave nella porta ovvero fecero aprire di nuovo le gambe e la mia mano tornò libera di trapanare quella vogliosa figa, il suo bacino si spostò più in giù sul sedile dandomi il modo di infilarle il pollice nella figa e un dito nel culo, si muoveva come se avesse un cazzo dentro e venne come prima con un gran grido liberatorio.
Naturalmente visto che il tempo era veramente poco, dissi a Valeria dii scusarmi ma dovevo essere a casa presto, soprattutto per non destare sospetti. Lei mi capì, si ricompose e dopo avermi dato un bacio sulla guancia ripartimmo.
Nel tragitto parlammo di tante cose, e fra le tante mi ricordai di dirle che a fine settimana sarei partita per le ferie con altre tre mia amiche.
– come mai non con tuo marito?
Le spiegai la mia situazione familiare e uno strano sorriso comparve sul suo viso.
– perché ridi?
– Rido perché &egrave uguale alla mia situazione con la differenza che io ho potuto dare un taglio netto per la semplice ragione che non abbiamo avuto figli.
– &egrave vero, in un certo senso sei stata fortunata
– Forse,, &egrave vero che tu sei costretta, o comunque hai deciso di accettare questa situazione, ma &egrave anche pur vero che un figlio ti regala momenti meravigliosi.
– Hai ragione, se non avessi avuto mia figlia, mi sarei separata da molto tempo, forse sarei stata più libera, non avrei avuto tante tribolazioni ma anche tanta felicità che mi ha regalato.
– Quindi parti e quando torni?
– Parto sabato prossimo e rientro dopo 15 giorni
– Io chiudo il negozio fra 10 giorni e riapro a fine mese.
– Se vuoi ci possiamo risentire quando torni e magari organizziamo una bella serata.
Bloccò la macchina e mi stampò un bacio facendomi diventare rossa.
– scusami ma non avevo il coraggio di chiedertelo ma lo desideravo con tutto il mio corpo.
Arrivati davanti a casa mia ci salutammo molto formalmente, dandoci appuntamento a fine mese, con un’abbraccio e un casto bacio.
Passai in portineria, ritirai la posta e mi diressi verso le scale, ripensando a tutto quello che avevo fatto nella giornata e al ricordo di tutto quello che era avvenuto, sentii dei brividi. Cercai di non pensarci concentrandomi su cosa dovevo fare, ma una volta entrata in casa dovetti ascoltare la voce che proveniva dal mio punto ancora infuocato (visto che avevo fatto godere Valeria ma non avevo avuto la stessa possibilità). Lasciando sul tavolo tutto quello che avevo mi diressi in camera, aprì il mio cassetto segreto: lui era l’ che mi sorrideva sembrava che vibrasse dalla gioia, lo presi in mano con tanto amore e lo depositai sul letto. Iniziai un lento e sensuale spogliarello che aumentò la voglia sino a ritrovarmi nuda, mi distesi sul letto aprii le gambe presi per mano il mio lui e dopo averlo ben lubrificato con la bocca lo introdussi sino in fondo alla mia passerina, chiusi le cosce, rimanendo completamente ferma. Lo sentivo bene, cercai di stringere più possibile le cosce, poi non riuscendo più a resistere accesi il vibratore e partii per un viaggio meraviglioso rimanendo con gli occhi chiusi per assaporare meglio la mia gioia.
Un suono strano arrivò alle mie orecchie, impiegai un po’ di tempo per realizzare che era il telefono, allungai la mano e risposi.
– ciao amore sono Ursula, come stai?
– Ciao, tutto bene grazie, sei pronta?
– Certo che sono pronta, la valigia &egrave fatta, i biglietti aerei li ho ritirati e se la cosa ti fa piacere sono riuscita ad avere l’ultima fila centrale e quindi 4 posti tutti vicini,, così possiamo restate unite e magari scambiarci i posti come vogliamo.
– Amore, ma &egrave meraviglioso, sono sicura che sarà un viaggio stupendo, a me mancano solamente le pellicole e poi sono pronta.
– Ora ti lascio perché devo avvisare anche Gaia ed Eleonora
– Ciao tesoro, salutami la tua passerina
– Grazie amore non mancherò di salutartela con le mie mani, se la vedi salutami la tua e dille che farà gli straordinari.
Chiusi il telefono e mi alzi, non volevo perché mi ero venuta ancora voglia e lui era ancora dentro di me, ma avevo troppe cose da fare e rinuncia, tanto fra 3 giorni e poi per 15 giorni avrebbe fatto gli straordinari, quindi un piccolo sacrificio, anzi mi sarei caricata ancora di più.
Riposi il mio amico nella sua custodia ricordandomi che avrei dovuto trovare una bella sistemazione in valigia perché sicuramente mi sarebbe servito, mi misi la vestaglia e canticchiando preparai la cena.
Mancava solo un giorno alla partenza, ero veramente in ansia, era la prima volta che andavo in ferie da sola e questo da solo giuditifcava la mia ansia, la mia emozione, se poi vi aggiungevo con che tipo di compagnia andavo e il luogo sicuramente magico, penso che si possa comprendere il mio stato.
La domenica mattina, mio marito, mi accompagnò all’aereoporto così ebbe modo di conoscere le altre compagne di viaggio, poi un saluto ai parenti e ci ritrovammo finalmente sole, dopo aver espletato le formalità di rito ci ritrovammo con le sole borse in mano, ci guardammo negli occhi solo per pochi secondi poi ci fu un grido liberatorio e ci abbracciamo in silenzio.
Una volta salite sull’aereo prendemmo posto sistemando i nostri a mano e mettemmo le borse sotto il sedile, e visto che per Eleonora era il battesimo dell’aria cercammo di distrarla il più possibile, ma il decollo fu così dolce che non ci furono drammi, né preoccupazioni, dopo poco tempo, visto che erano le 22.30 ci servirono un frugale pasto che calmò il nostro appetito.
I nostri umori erano alti, la voglia di vivere questa avventura spegneva qualsiasi timore, il pasto e il vino fecero aumentare l’allegria e tra una battuta e una barzelletta arrivarono le 23,30 circa. Il personale di bordo ci aveva liberato dei fastidiosi vassoi dandoci, inoltre, coperte e cuscini per la notte e visto che eravamo all’ultima fila potemmo rovesciare tutto lo schienale così avrebbe assomigliato più a un divano che a un letto ma questo era quella che si poteva avere.
Le luci si spensero, rimasero accesi solo qualche video personale che emanavano una luce tenue, ma che non dava fastidio, io ero seduta sulla prima poltrona, poi accanto a me vi era Uursula la quale aveva a fianco Gaia che a sua volta aveva Eleonora, mi misi la coperta addosso e la stess cosa fecero le altre.
Forse per il silenzio (tranne il rumore dei reattori) o per il vino bevuto sentivo le palpebre chiudersi, mi girai verso Ursula chiedendole se aveva bisogno di andare in bagno. Grazie tesoro, così poi non ti disturbo più, si alzò mettendomi davanti al naso il suo bel culetto coperto da una minigonna di seta che le disegnava perfettamente i contorni (se fossimo state in casa le avrei alzato la gonna e le avrei dato una bella pacca sul culo ma lì dove eravamo non si poteva), chiusi gli occhi sognando quello che avremmo potuto fare tutte le notti prossime. Mi girai verso Eleonora e Gaia e vidi che dormivano profondamente, chissà cosa facevano le loro mani sotto le coperte, con il buoi che vi era potevo solo immaginare.
Una mano si posò sulla mia spalla facendomi tornare alla realtà.
– scusami tesoro, ti ho svegliata?
– No Gaia, avevo gli occhi chiusi sognavo, ma non dormivo
– Allora adesso mi siedo , mi sistemo la coperta perché con la mini sento un’aria un po’ freddino, e poi mi racconti cosa sognavi.
Gaia si sistemò, volle che la mia coperta coprisse tutte e due e sopra ci mise la sua, poi si avvicinò mi prese la mano stringendola forte e posando le sue labbra sul lobo del mio orecchio mi diede un bacio.
– ora sono pronta ad ascoltarti
Iniziai a raccontarle quello che stavo sognando, cercai di non farcire il sogno con molti particolari perché sentivo il desiderio che aumentava. Decisamente la situazione e il luogo portavano ad essere languide. Le sue dita si erano intrufolate nella mia passerina, un piacere immenso che faceva aumentare la voglia e senza accorgermene il sogno si stava allargando nei piccanti particolari.
La sentii muoversi e la sua gamba venne contro la mia (pensai che sarebbe stato meraviglioso se anche l’altra gamba si fosse aperta e se io avessi potuto posare la mia mano sul suo nido) solo al pensiero sentii dei fremiti lungo la schiena e la passerina che si bagnava.
La pressione della sua mano sulla mia si allentò (visto che aveva gli occhi chiusi, ma non sapevo se dormiva o se era sveglia, temevo che l’allentamento fosse il segnale del suo imminente sonno e la cosa mi lasciò con la bocca amara, avrei sperato in qualche cosa di meglio) ma invece prese la mia mano e se la portò sul ventre per poi lasciarla libera, rimasi per alcuni minuti ferma nella stessa posizione conbattuta se proseguire o stare ferma e addormentarci ma la voglia ebbe il sopravvento.
Feci scivolare, lentamente, la mano verso il suo nido non trovai ostacoli (la porcina quando era andata in bagno, sapendo cosa voleva, si era tolta le mutadine) al punto tale che mi ritrovai subito ai bordi del suo boschetto, la mano scese e trovò la sua voragine già aperta e bagnata.
Posai la mia testa sulla sua spalla, ricevendo un bacio in fronte, poi la bocca si spostò verso il mio orecchio e ‘
– quanto ci hai messo per capire cosa volevo, ora che sei arrivata, ti prego fammi godere il più lentamente possibile.
Girandomi meglio verso di lei, senza parlare, le feci capire di lasciarsi andare, e per tutta risposta sentii le gambe aprirsi al massimo e il suo bacino che veniva incontro al mi dito.
Le accarezzai le grandi labbra, sentivo il suo respiro farsi sempre più pesante, senza fatica il dito andò sino in fondo poi loo tolsi per rientrare con due sino ad arrivare con tutte e quattro le dita facendola esplodere in un silenzioso orgasmo.
Rimasi dentro di lei per tanto tempo, il suo respiro si stava facendo normale, ma mi bastò tentare di uscire perché le sue cosce si chiudessero come una cassaforte e trattenendomi dentro iniziò a muovere il bacino come se avesse un cazzo dentro e venne per la seconda volta.
E’ stato meraviglioso, mi avvicinai al suo orecchio, le diedi un colpo di lingua e le dissi:
– ora tieni le cosce ben chiuse e non ti muovere, lascia dentro il dito, così potrò sognare ed eccitarmi.
Sgranò gli occhi, non aveva capito cosa volevo fare.
– ti ho detto di tenere le cosce ben chiuse e non ti devi muovere, io mi sto slacciando i pantaloni così potrò masturbarmi mentre una parte di me &egrave dentro il tuo corpo.
Un sorriso luminoso mi stampò su quel bel visino e con la testa mi fece cenno di aver capito, divaricai le cosce ed iniziai un dolcissimo ditalino, lei si avvicinò al mio orecchio e accese ancora di più la mia voglia.
– forza amore godi, pensa a quante cose potremo fare sotto la tenda, sentii la mia figa come si muove sta sognando la tua lingua, dai porca godi fammi sentire la tua gioia (tra una parola e l’altra la sua lingua mi entrava nell’orecchio dandomi degli stupendi brividi).
Le feci capire, dando un’affondo del dito nella sua passerina, che stato arrivando, e la sua mano comparve sulla mia figa accelerando il movimento della mia e esplosi in un orgasmo splendido.
La calma e il silenzio regnavano, sentivo solo il battere dei nostri cuori, non esiste goduria migliore di una cosa fatta in segreto con la paura di essere scoperta. La tensione e la stanchezza ebbero il sopravvento e ci addormentammo come due ghiri, svegliandoci poco prima dell’arrivo. Fortunatamente mi ricordai cosa era successo e prima di togliermi la coperta, riuscii a ricompormi; anche Eleonora ed Ursula erano sveglie e si stavano stiracchiando e al pensiero che forse anche loro avevano fatto quello che avevamo fatto noi mi sentii più languida e contenta.
Atterraggio perfetto e l’africa anzi la Namibia ci accolse a braccia aperte, solita routine ritiro bagagli, controllo passaporti e poi finalmente incontro con il rappresentante l’agenzia con cui avevamo stipulato il contratto, sistemazione dei bagagli e poi via verso l’albergo. Albergo molto carino in centro della città, camere belle e vista migliore. Il nostro uomo che ci ha prelevato dall’aereoporto ci dà appuntamento con il nostro accompagnatore/autista fra un’ora, quindi decidiamo di farci una bella doccia, così potremo smaltire le tossine di una notte in aereo.
Alle 11 in punto siamo pronte ed attendiamo il nostro uomo, che non si fa aspettare, puntuale come un’orologio svizzero si presenta salutandosi con un ciao e un benvenuti in Namibia.
Originale della Namibia, circa 35/40 anni, altezza circa 1.70 corporatura robusta, nero come il carbone con due occhi stupendi, cose fossero due fari di una macchina in una notte da lupi. Molto ben curato nel vestiario e nella persona (come sempre controllo le unghie che a mio parere denotano la pulizia di una persona e sono ben curate); unico nel un nome difficoltoso che lui allegramente traduce in un Mario, con ampia nostra soddisfazione.
Carichiamo tutti i nostri bagagli, anzi il suo aiutante (un ragazzo sempre bello nero, molto giovano max 18/20 anni) si incarica di sistemare il tutto dentro il minibus. Mario e il suo boy (nome sempre impossibile e lo chiameremo Gianni) davanti a noi quattro dietro con tanto spazio e iniziamo questa, speriamo, bellissimi avventura.
Usciamo dalla città, dirigendoci verso la prima tappa ovvero un museo a cielo aperto, la compagnia sembra allegra, cerchiamo di fare amicizia con Mario ed Gianni e ascoltiamo con molta attenzione tutte le informazioni che ci regalano, natuaralmente oltre alla storia locale siamo interessate anche alla vita delle persone, in pratica passiamo 2 ore molto interessanti e senza accorgersi ci troviamo al museo.
Mario ci precede e Gianni chiude la fila inizia indicare i posti più interessanti illustrandoci la vita che si svolgeva a quell’epoca, come vivevano, cosa facevano, come mangiavano ecc. ecc.
Gianni era sempre vicino, ci guardava con occhi strani e sorrideva sempre, per la verità guardava volentieri Eleonora, anche perché aveva pantaloni attillatissimi che facevano pensare a quanto di buono vi era dentro e una maglietta in cui il suo contenuto era ben visibile.
Ero attentissima a tutto quello che Mario ci illustrava ma ero anche attenta e curiosa sui movimenti di Gianni, visto che dovevamo rimanere assiene per 2 settimane, era meglio capire bene.
Ci avvicinammo a una specie di grossa buca recintata e ci disponemmo in cerchio, al mio fianco, a sinistra e a destra le mie compagne e davanti a noi Mario e Gianni. Mario iniziò a spiegare quello che rappresentava, in altra parole la vita in un piccolo campo ecc. ecc. Eleonora per meglio vedere si appoggiò spingendosi verso il buco, alla balaustra e così facendo mise in mostra il suo bel balcone rigoglioso, Gianni che era dalla parte opposta la stava mangiando con gli occhi e la cosa era sicuramente di suo ineresse anche perché i suoi pantaloni stavano esibendo un notevole rigonfiamento e data la giovan&egrave età era logico ma il volume del rigonfiamento era piuttosto consistente e di riflesso la mia passerina iniziò a agitarsi.
Cercai di allentare lo sguardo a quel rigonfiamento ma la voglia stava aumentando anche perché la passerina era a digiuno da molto tempo di cazzi veri, di mani, lingue, vibratori non mancavano, ma quel coso, di cui potevo immaginare le dimensioni, mi stava mettendo molto appetito. La visita finì e vista l’ora ci dirigemmo verso il ristorante, dove pranzammo tutti assieme e guarda caso Eleonora capitò davanti a Giannni e praticamente i suoi occhi rimasero incollati sulla sua scollatura. La cosa mi eccitava ma vista la posizione non riuscivo a vedere se il coso si era gonfiato, decisi di passare all’attacco.
– scusa Mario, mi puoi indicare dove sono i bagni?
– Gianni accompagna la signora al bagno e rimani lì ad aspettarla
– Grazie Mario
Mi alzai assieme a Gianni e vidi la sua eccitazione in modo inequivocabile, mi accompagnò senza parlare (anche perché il ragazzo, oltre a sembrare timido) parlava poco e capiva peggio l’inglese) entrai in bagno, lasciando la porta accostata, mi alzai la gonna, sfilai le mutandine e avvicinandomi alla porta mi accorsi che Gianni stava cercando di guardare dentro, senza farmi accorgere allargai le cosce e iniziai a masturbarmi (mi stavo eccitando tremendamente ma dovevo resistere perché lo scopo non era di godere ma di vedere cosa avrebbero fatto Gianni).
Cercai di aprire la porta in modo che lui mi vedess cosa mi stavo facendo, ma che non potesse vedere che io riuscivo a vederlo.
Il piccolo aprì i pantaloni e dopo essersi assicurato che non vi era nessuno fece uscire uno splendido esemplare di cazzo (dovetti respirare profondamente per non scoppiare). Bello, nero come l’ebano, discreta la dimensione e la lunghezza se lo pose nella mano e iniziò a farsi una segna, io ero arrivato al massimo resistenza ma speravo di resistere ancora ma il piccolo emise un gemito e uno schizzo formidabile uscì dal suo pistolone e malgrado la volontà di non godere a quella vista ebbi un orgasmo stupendo. Mi ricomposi, feci scorrere l’acqua, un colpetto di tosse e uscì dal bagno come se nulla fosse successo, Gianni si era sistemato alla meglio e non si era accorto che per terra vi erano i segni del suo giochino manuale,, feci finta di non vederlo e torniamo con gli altri.
Iniziammo a parlare del prossimo posto che saremmo andati e tutto tornò normale, riprendemmo il pulmino e partimmo. Avevamo da fare circa 100 km,, visto che il posto non mancava ognuno di noi si scelse un posto bello largo con sé ci fosse venuta la voglia di fare un pisolino (visto che lo stomaco era pieno e che il caldo si faceva sentire sarebbe stato normale) io mi misi in fondo, allungai le gambe mettendole in grembo, al contatto con la stoffa ebbi un sussulto, nella fretta di uscire non mi ero messa le mutandine che erano rimaste in tasca.
Allargai le cosce chiuse gli occhi e lasciai che le mani raggiungessero il boschetto, mi accarezzai lentamente e la voglia tornò più di prima , ma forse il cibo, la macchina e il caldo stavano facendo il suo effetto e i addormentai.
Fortunatamente mi risvegliai prima che il pulmino si fermasse e quindi mi ricomposi e scesi per andare a visitare un altro sito, molto bello e interessante.
Mentre Mario spiegava, cercai con gli occhi dove era finito Gianni ma non lo trovai, lasciai perdere e mi dedicai alla storia che descriveva Mario, una strana miscela di storia ed avventura molto intrigante.. Certo come primo giorno fu un po’ massacrante ma non eravamo venute in Namibia per prendere il sole e quindi dovevamo abituarci.
Alla sera arrivammo in un piccolo alberghetto, molto carino, solita trafila per i bagagli e le nostre camere erano vicine, quella di Mario era in fondo al corridoio mentre quella di Gianni era nel sottotetto, e se durante la notte avessimo avuto bisogno bastava premere il campanello e lui sarebbe arrivato subito. Io ed Ursula prendemmo possesso della nostra camera come fecere anche Gaia ed Eleonora dandoci un’or stabilita per la cena, buttai la borsa e la macchina fotografica, le chiusi se voleva fare la doccia prima lei.
– no tesoro perché non la facciamo assieme, così possiamo aiutarci e perdiamo meno tempo che potremo utilizzare per altre cose.
– Hai ragione, ottima idea.
In pochi secondi eravamo nude con l’acqua che scorreva piacevolmente sui nostri corpi sudati, presi il sapone, la feci girare di schiena e la lavai (non mi ricordavo che aveva un bel culetto tondo) soffermandosi nei punti più delicati, poi le passai davanti e feci la stessa cosa di prima,.
Avevo appena attaccato a insaponarle il collo e il seno che lei mi prese il viso tra le mani e attirandomi contro il suo corpo mi baciò affondandomi la lingua sulla bocca cercando disperatamente la mia. Fu un bacio lunghissimo e tenero, avevo le gambe che mi tremavano, i suo ginocchio premeva contro le mie cosce per farmele aprire, cosa che avvenne immediatamente e le nostre fighe si sentivano sfregare. Mi staccai dalla sua bocca e scesi sul seno prendendo in bocca i capezzoli, Ursula cominciò a ansimare, si appoggiò alla parete offrendosi il suo fiore pronto, senza staccarmi dal seno la penetrai con le dita facendola godere subito.
– amore &egrave stato bellissimo, ma non sperare che ti renda il favore, dovrai soffrire sino a quando andremo a dormire e forse troverai una sorpresa. Tentai in tutti i modi di farmi dire cosa era la sorpresa ma fu irremovibile.
Finimmo di lavarci, ci vestimmo e scendemmo per raggiungere le altre e andare a cena. Mario era lì che ci aspettava, e tutti e cinque andammo al ristorante. Luce soffusa, musica di sottofondo, vista sul parco, posto al tavolo lasciando a capotavola Mario, così avremmo potuto farle qualche domanda per la giornata di domani.
– scusa Mario, perché Gianni non &egrave con noi?
– Non vi preoccupate lui mangia dopo, perché &egrave andato a pulire il pulmino e sarà così tutte le prossime sere.
La cena era ottima, la compagnia era buona, tutto sommato sembrava che la vacanza aveva preso la giusta piega, tempestammo il nostro uomo di mille domande, le più svariate, anche curiose e fuori luogo come quella della mia socia di camera che disse:
– scusa Mario , cosa ci può fare alla sera dopo cena in questa posto?
– Tutto e niente, ovvero, possiamo sederci fuori a ammirare la luna, le stelle e magari dialogare su tutto quello che si vuole, oppure con una chitarra strimpellare dolci melodie, oppure ammirare la bellezza dal cielo in assoluto silenzio,, oppure camminare avendo come luce la sola luna.
Tutto bello e romantico, ma data la stanchezza del viaggio e pensando alla tappa di domani, molto impegnativa, decisi che sarei rimasta ancora poco e poi sarei andata a letto. Anch’io sono d’accordo con te disse Ursula e visto che prima era stata una cosa veloce, la cosa mi fece piacere, Eleonora e Gaia, invece sarebbero rimaste ancora un po’.
Salutammo tutti e al chiaro di luna ci incamminammo verso la nostra camera, il buio ci avvolgeva, unico rumore, oltre a quello degli animali notturni, erano i nostri passi sul sentiero. Presi per mano Ursula, che rispose con una stretta molto significativa, mi fermai, l’abbracciai e affondai la lingua nella sua bocca, fu un bacio tenerissimo e meraviglioso. Le nostre bocche non si staccarono mentre le mani cercavano avidamente ogni angolo dei nostri corpi. Ursula era riuscita ad arrivare prima di me al punto dolce rendendosi conto di quanto ero eccitata, scostò il lembo delle mutandine e senza fatica,, visto come ero bagnata, introdusse il ditone nella mia passerina, chiusi le cosce come per poterla rendere prigioniera dentro il mio paradiso e iniziai la danza come se avessi un cazzo dentro. Un rumore di rami rotti ci fece sussultare, facendosi ricomporre, mano nella mano mi mettemmo a scrutare nel buoi, silenzio assoluto, i nostri occhi si erano abituati al buoi e riuscivamo a distinguere bene quello che ci circondava.
Mi avvicinai all’orecchio di Ursula, dicendogli che avevo visto due occhi brillare, proprio davanti a noi, facemmo finta di non aver visto e ci incamminammo vero il bungalow, una volta arrivati dissi che avevo un piano per scoprire chi era.
– Ursula ora tu ti siedi sul dondolo e piano piano di allarghi le gambe e cerchi di masturbarti, mentre io farò finta di entrare in camera, poi uscirò dalla finestra del bagno e cercherò di andare alle spalle del padrone di quegli occhi.
La cosa le piaceva, anzi le aveva messo addosso una bella voglia, visto come stava strapazzando la sua passserina, forse il pensiero che qualcuno stava guardando cosa faceva la eccitava ancora di più.
Facendo un giro largo cercai di andare dietro alle spalle degli occhi misteriosi, cercavo di non fare rumore mentre le mie orecchie erano tese a captare qualsiasi rumore che non era quello di animali o vento. Mi stava colpendo uno strano rumore come di qualcuno che faceva fatica a respirare oppure un animale che annusava la strada, mi diressi, con cautela dove pensavo provenisse, i miei occhi scrutavano il buoi, le ombre sino a quando mi parve di vedere una figura umana.
La sua posizione era vicina al bungalow e sembrava che stesse guardando cosa sta succedendo sul dondolo (Ursula a cosce aperte, senza mutandine incurante di tutto si stava masturbando meravigliosamente) mi avvicinai e cominciai a capire che era un uomo, perfettamente mimetizzato nell’ambiente tanto era nero, senza far rumore cercai di avvicinarmi in modo di capire chi poteva essere,, la cosa cominciava a piacermi, soprattutto perché avevo scoperto che aveva i pantaloncini abbassati, aveva il pene in erezione e si stava masturbando, la passerina ebbe un brivido ma cercai di non ascoltarla, mi avvicinai ancora di più e a quel punto riconobbi il padrone di quella stupenda mazz. Era Gianni, probabilmente abituato a sbirciare nei bungalow per poi darsi al solitario. Arrivai dietro alla sue spalle, era tanto impegnato che non si accorse, gli misi una mano sulla bocca e con l’altra presi possesso di quello stupendo arnese da tortura, cercò di divincolarsi ma gli feci cambiare idea prendendogli le palle e stringendole forte e gli sussurrai all’orecchio:
– Gianni, fra pocoo ti tolgo la mano dalla bocca se provi a gridare ti schiaccio le palle così potrai urlare ma di dolore, se invece stai zitto ti prometto che ti farò passare una notte stupenda e visto che sei giovane e forse ancora vergine, ti inizierò ai piaceri del corpo. Mosse la testa in senso affermativo, mollai la presa sulla bocca e gli andai davanti, senza mollare la presa sul cazzo, gli sorrisi e affondai la lingua su quella labbra carnose. Il piccolo non aveva mai baciato nessuno, non sapeva cosa fare (la cosa mi fece eccitare ancora di più), mentre cercavo di fargli capire come fare iniziai a masturbarlo, non capiva più niente, cercava di respirare solo con il naso perché la bocca era occupata dalla mia lingua, avevo la figa che scoppiava dalla voglia di essere infilata da quella mazza, ma cercavo di resistere, poi mi accorsi che il piccolo stava venendo, gli diedi una stretta forte che lo fece sobbalzare e se lo prese in mano dal dolore.
– Gianni ora ti rimetti a posto i pantaloni e vieni con me dalla mia amica e vedrai che questa notte tii faremo imparare tante cose.
– Farò tutto quello che volete voi, ma ti prego signora non devi dire nulla a Mario perché altrimenti non mi fa lavorare più con lui.
– Stai tranquillo, tu fai quello che ti diremo e vedrai che ti insegneremo tante cose.
Dopo avergli dato un bacio sulle labbra lo presi per mano e ci dirigemmo verso la mia bella porcina che incurante di tutto era sempre con le cosce aperte intenta a sditallinarsi, era tanto concentrata che non si accorse del nostro arrivo.
Sentendo il rumore dei nostri piedi sul legno aprì gli occhi, anzi gli spalancò e
– ma cosd ci fate voi qui, scusa amore ma non eri andata a cercare cosa erano i rumore che sentivamo?
– Certo tesoro e come vedi ti ho portato quello che faceva quei rumori
– Vuoi dire che era Gianni che si muoveva?
– No., tesoro Gianni era fermo, era la sua mano che scorreva sulla sua asta e la sua bocca aperta emetteva suoni di goduria.
Gli occhi di Ursula si accesero di libidine.
– ma allora vuoi dire che ‘
– io non dico niente, ora entriamo e chidiamo a chiave, tiriamo le tende e iniziamo a giocare, ma questa volta giochiamo in tre.
– Tesoro, sei stata magnifica, come prima nottee in Namibia mi sembra che si preseni bene.
Un secondo dopo eravamo tutti e tre dentro la camera e nessuno poteva vederci,, prima io e Ursula baciammo Giannni mentre il suo arnese (ero ansiosa di vedere la faccia di Ursula quando lo avrebbe visto al naturale) premeva contro i nostri corpi facendoci salire la temperatura.
Tolsi Gianni dalla braccia di Ursulla e visto che il bungalow aveva un palo in mezzo alla stanza lo feci appoggiare, lui mii guardò e ..
Scusa signorina perché io non posso stare con voi?
Senza parlare mi tolsi la cintura dei pantaloni, gli feci mettere le mani dietro al palo e lo legai nel frattempo Ursula ancora più eccitata dal mio lavoro si era denudata e si stava accarezzando il seno ,gli andai vicino e ‘
– amore ora faremo vedere al nostro amico come siamo fatte, cosa sappiamo fare
– Mi denudai anch’io, le presi la mano e ci avvicinammo al nostro amico.
Potevamo andare anche molto vicino tanto le mani erano legate, strofinammo i nostri seni contro il suo corpo, senza toccare la sua asta, poi le girammo dietro e mettemmo le nostre passerine vicine alle sue mani, dandogli la possibilità di sentire come eravamo bagnate.
– vi prego slegatemi, voglio toccarvi, vi prego sto morendo, Senza aprire bocca tornammo sul davanti, lasciai lei che a gambe larghe si stava masturbando, mentre io slacciai i pantaloni di Gianni e con un po’ di fatica feci uscire la bestia.
Ursula alla vista di quel palo nodoso ebbe un meraviglioso orgasmo, ma non contenta volle che Gianni si eccitasse ancora di pù, mi infilai le dita nella figa e poi le misi nella sua bocca, mentre con l’altra mano mi masturbava, il piccolo leccava e succhiava le dita era pronto a godere. Il suo bacino si muoveva come se stesse chiamando, tolsi la mano, lasciando a bocca aperta con gli occhi che imploravano di proseguire.
– ora piccolo, sei pronto a fare tutto quello che voglio?
– Signorina, la prego farò qualsiasi cosa che mi dite, per favore mi sleghi, almeno posso masturbarmi.
– Uursula va dietro Gianni, lascia che ti tocchi la passerina, mentre io gli tolgo i pantaloni e le mutande. Poi verrò dietro di te e mentre lo terrò fermo tu gli toglierai la camicia.
Lo slegai tenendogli le mani e ci ritrovammo il nostro piccolo nudo con la sua stupenda erezione e di nuovo legato al palooooo, misi Ursula davanti a Gianni le feci aprire le cosce in modo che la punta dell’aasta fosse vicina alla figa poi io passai dietro presi i seni strizzandoglieli inziando a premere il mio ventro contro il suo culo, che andando avanti incontro il palo che con un po’ di fatica entrò (solo la punta) nella sua figa.
Avevo a disposizione due corpi, potevo fare di loro quello che volevo, abbandonaii seni e facendole aprire ancora di più le cosce, le infilai il dito nel culo che per reazione scattò in avanti impalandosi da sola. Sentivo la testa di quel cazzo attraverso la sottile parete che lo divideva dal mio dito, Ursula nonriusciva più a fermarsi si stava affondando su quello stupendo cazzo, mentre io ero riuscita a metterle due dita nel suo ano ormai al massimo della dilatazione.
Cercavo di capire per quanto tempo i due sarebbero riusciti a resistere, anzi per la verità mi interessava solamente che Gianni non godesse, doveva resistere e soffrire, solo io potevo dargli il permesso a sborrare,, ma non era ancora arrivato il momento. Ursula invece era arrivata al capolinea, si vedeva che bastavano ancora pochi colpi e poi le sarebbe arrivato l’orgasmo, fu a quel punto che mi ricordai come si doveva fare per non fare godere Gianni, gli misi due dita attorno al glande e schiacciai forte.
Il poverino emise un grido di dolore e scattò fuori dalla figa, ottimo lavoro con un colpo presi due piccioni riusciii a fermare sia Gianni che Ursula. La poverina non riusciva a fermarsi e continuò con le due dita a darsi il piacere mentre io cercavo di consolare il piccolo. Mi si accese una lampadina : tolsi le dita di Ursula dalla figa e ‘.
– fermati tesoro, ora fai quello che ti dico e vedrai che sarai contenta, ora io mi sdraierò sul tappeto tu verrai sopra di me con la testa nella mia figa così potremo leccarcela e nello stesso momento Gianni di verrà dietro e te lo infilerà nel culo.
Non feci in tempo a sdraiarmi che avevo sopra la mia bocca una stupenda figa tutta bagnata che cominciai a leccare e nello stesso momento sentii la lingua di Ursula che entrava nella mia passerina mentre vedevo un nodoso cazzo che si avvicinava al culo di Uursula, senza smettere di leccargliela, con la manii cercai di aprire le natiche e feci avvicinare la testa al lbuchino cercando di aiutarlo ad entrare, Decisamente, malgrado la dimensione, Ursula era al massimo dell’eccitazione perché il cazzo si presentò alla porta e questa si spalancò ingoiandolo tutto sino in fondo. Capii quanto le piaceva perché la sua lingua prese una velocità incredibile sulla mia figa e in pochissimi minuti godemmo tutti e tre assieme.
Era meraviglioso, sentivo la lingua di Ursula che continuava a leccarmi, mentre vedevo il cazzo di Gianni che stava uscendo dal nido, sembrava non finisse mai tanto era lungo, finalmente vidi ricomparire il glande che cadde sul mio viso, me lo portai in bocca e succhiai le ultime gocce di sperme per poi lasciarlo libero.
Gianni cadde sul tappeto come unn guerriero ferito, forse era la sua prima esperienza, e se così fosse stato gli rimaneva ancora da provare l’entrata principale. Sia io che Ursula lo aiutammo ad alzarsi e rivestirsi, gli infilammo le mutande e il cazzo ebbe un forte risveglio, gli demmo un bacio sulla punta e ‘
– ora vai Gianni per questa sera basta, abbiamo ancora a disposizioni diverse notti e ti promettiamo che sapremo farti godere sempre di più, a patto che tutto rimanga segreto, non una parola con nessuno altrimenti ‘
Anche se a malincuore il piccolo obbedì, certo vedere andare via un cazzo in perfetta e stupenda erezione era un peccato ma meglio un piccolo sacrificio che rimanere a secco i prossimi giorni. Dopo essere uscito, abbracciai Ursula con un lungo e dolce bacio, poi andammo sotto la doccia senza soffermarci sui nostri punti deboli, per poi coricarci e partire in un dolce sonno:
Al mattimo belle fresche e pimpanti raggiungemmo Eleonora e Gaia, altrettanto pimpanti e andammo a fare colazione, dove trovammo solo Mario intento a preparare il giro.
– ciao Mario, tutto bene, come mai sei solo? (Mi stavo preoccupando per Gianni)
– Gianni ha già mangiato e in questo momento sta mettendo le vostre valigie sul pulmino, stamane quando mi ha svegliato sembrava uno che avesse vinto la lotteria, ma qui non esiste, si vede che ha dromito bene o avrà sognato qualcosa di buono.
Lanciai un’occhiata di soddisfazione a Ursula che me lo restituì tutta contenta. La giornata prometteva bene vi erano in programm diversi posti da vedere, tutti molto interessanti, parte nelle riserva e parte lungo un fiume per visitare grotte in cui avremmo potuto ammirare delle antiche pitture rupestri; avremmo fatto un picnici attorno alle 13.30 in mezzo alla riserva per finire alla sera in una grande radura dove avremmo mangiato sotto il cielo stellato e dormito in campo-tenda (tende fisse x 2 persone).
Durante la giornata tutto andò bene i contatti con Mario e Gianni sempre formali ma molto allegri, io ero impegnatissima a fare foto (la mia seconda passione , la prima naturalmente fare sesso).
Durante il picnic ebbi modo di incrociare gli occhi di Gianni e li vidi allegri, naturalmente feci finta di niente pur continuando a parlare con lui, al mio fianco Eleonora stava parlando con Ursula, mentre Gaia, di fronte a me, mi sembrava imbronciata.
– Gaia, mi sembri preoccupata, qualcosa non va?
– No, sono preoccupata perché la macchina fotografica mi fa dei brutti scherzi
– Vuoi che dia un’occhiata?
– Se non ti spiace, se sarei contenta, solo che &egrave sul pulmino.
– Chiediamo a Mario le chiavi ed ci andiamo
Mario chiamò Gianni per accompagnarci e andammo tutte e tre al pulmino, salimmo solo io e Gaia, presi la macchina fotografica, controllai e ‘
– tesoro, per forza non funziona bene, ha la batteria quasi scarica, non ti preoccupare ne ho una di scorta, poi alla prima città che troveremo ripristiniamo la scorta.
Mentre stavo cambiando la pila intravidi Gianni che salito sul pulmino ci stava osservando, allungai una mano sulle gambe di gaia che mi guardò allibita.
– tesoro, ascoltami fai quello che ti dico e non te ne pentirai, ora io ti bacio, lasciati andare come se fossimo sole.
– Rosanna ho una voglia paurosa, certo che farò tutto quello che vuoi
– Ti piacerebbe vedere e assaggiare un cazzo di dimensioni notevoli
– amore i vibratori sono in valigia
– no tesoro, non parlo di vibratori, ma di un cazzo in carne e ossa e che ossa
– non penserai a quel ragazzino per caso?
– Amore, si dà il caso che quello non &egrave più tanto ragazzino e quello che &egrave meglio possiede unìasta che sembra ebano
– Ma tu come fai a saperlo?
– Non abbiamo tempo da perdere, poi dopo durante il viaggio ti spiegherò tutto
– Va bene fai tu, dimmi cosa devo fare
– Ora io lo chiamo, con la scusa che abbiamo bisogno di lui e quando sarà qui davanti a noi ti solleverai la gonna al resto ci penso io tu collabora e ti farò assaggiare qualcosa di naturale.
– Gianni puoi venire qui per favore?
– Vengo subito signora.
Quando il ragazzo arrivò davanti a noi sgranò gli occhi Gaia la gonna alzata, mettendo in mostra le sue belle mutandine rosse, dove era posata la macchina fotografica in cui io stavo armeggiando e guarda casa con una sola mano in quanto l’altra era fra le sue cosce.
Lo stupore del suo viso era niente al confronto del gonfiore che si vedeva tra i suoi pantaloni, allungai la mano feci scendere la cerniera e un palo di ebano comparve agli occhi di Gaia
– Rosanna ma &egrave stupendo, mai visto un cazzo così lungo e grosso
Mi alzai andaii dietro a Gianni e gli passai la lingue sulle orecchie mentre le mie mani presero possesso di quello strument o di tortura e piacere e lo portarono alla portata della bocca di Gaia che senza perdere tempo iniziò a leccarglielo per poi infilarselo tutto in bocca, beh proprio tutto no altrimenti sarebbe morta soffocata, iniiiiziando a succhiarlo mentre io con la mano libera mi stavo masturbando,
Gaia era partita, succhiava con tutta la sua forza e quando Gianni venne sgranò gli occhi ma non perse neppure una goccia di quel nettare, ingoiò sino all’ultima goccia e ripassò il glande con la lingua per pulirlo bene.
– Gianni ora devi ricomporti, silenzio assoluto e questa notte vieni a trovarmi nella mia tenda e ti farò trovare un’altra sorpresa.
Mi guardò e con un sorriso stupendo scappò, non prima di averci fatto scendere e poi chiudere il pulmino.
Tutto questo avvenne in pochissimo tempo così che gli altri non si accorsero della nostra mancanza. Il viaggio proseguì, volle cambiare posto, con la scusa che se aveva ancora bisogno per la macchina, non avrebbe perso tempo, e visto che nessuno poteva sospettare si accomodò.
– Rosanna non posso dormire con te questa notte? Morirei al solo pensiero che tu possa avere fra le mani quel gingillo e io solo un vibratore.
– Gaia io non posso far niente, basta che tu ti metti d’accordo con Ursula e per me va benissimo.
Alla prima fermata del pulmino, visi che andò verso Ursula e si misero a confabulare mentre io ascoltavo tutto quello che Mario ci spiegava, in questo momento non pensavo altro che capire tutto ciò che diceva e tramutare le mie sensazioni in foto.
In questa grotta si potevano ammirare dei grafiti vecchissimi che illustravano la storia e la vita di quel popolo, si potevano vedere benissimo scene di caccia, scene familiari, di preghiere pagane, erano veramente anche nella loro semplicità di tratto, molto eloquenti, gli uomini delle tribù erano raffigurati sempre con lancia o altro attrezzo per la caccia in mano, non si vedevano situazioni familiari, le donne erano sempre in gruppo tra loro o con i figli.
Rimasi colpita dalla raffigurazione dei loro peni, molto lunghi e sempre pendenti, tranne quando tornavano dalla caccia con i trofei nelle mani, in questo caso i peni erano perfettamente in erezione, quindi voleva dire che si aspettavano il premio naturale per la buona caccia.
Facendo un raffronto attuale, mi dissi che se avevo fatto delle belle foto, anch’io forse, questa sera avrei avuto un premio e da come vidi Gaia tornare verso di me ebbi la certezza anche senza che lei parlasse. In effetti si era accordata con Ursula di scambiarsi le camere così come si era deciso fra noi prima della partenza. Naturalmente non le aveva detto il vero motivo, ma forse Uursula voleva passare la notte con Eleonora e questo a me andava benissimo perché faceva parte del mio piano, ovvero avere, a rotazione, la possibilità di cambiare ogni sera la compagna.
Proseguimmo nel nostro giro andando in un’altra riserva o meglio parco, dove gli animali erano liberi così come dovrebbero essere in tutto il mondo. La seconda giornata era stata veramente interessante avevamo fatto il pieno di natura, e poi avremmo potuto avere, nella serata, un altro pieno di natura e questo, almeno per me, era importante e solo pensare cosa avevo in testa, un brivido mi percorse la schiena andando a finire tra le cosce.
Dopo aver cenato ci sedemmo tutti assiene fuori all’aperto illuminati da torce e dalla luna, Mario come sempre ci illustrò il giro di domani, eravamo tutte attente in quanto la giornata si presentava con delle notevoli difficoltà, ma la cosa non ci spaventava in quanto la voglia di vedere superava l’eventuale stanchezza o eventuali difficoltà. Naturalmente Gianni era presente e Ursula stava vagando con gli occhi, era alla ricerca, le feci capire di smetterla e di non preoccuparsi, doveva solo capire bene quello che Mario ci stava dicendo.
La serata etra meravigliosa e tutto invogliava al silenzio restammo ancora un po’ ad ammirare la volta stellata poi Uursula, per prima, disse che andava a dormire poco dopo anche Eleonora e Gaia si decisero a ritirarsi mentre io ero attirata su quello che sarebbe successo fra poco ma nello stesso tempo ero tropo ammaliata dallo spettacolo che vedevo sopra la mia testa.
Dei rumori di passi mi fecere tornare sulla terra, riguardai in giro ma non vidi nessuno, allora decisi di andare a dormire.
Camminavo lentamente verso la nostra tenda (ultima della fila) una luce tenue proveniva dalla finestrella rendendo ancora più suggestiva la scena, mi avvicinai senza farmi sentire e guardai dentro.
Ursula, con un meraviglioso baby doll, in mezzo alla tenda stava danzando da sola, occhiu chiusi mani che vagavano nell’aria per poi posarsi sul suo corpo in un modo molto eloquente, sembrava stesse danzando per eccitarsi o per eccitare qualcuno, ma era totalmente sola o probabilmente si stava preparando per la festa che le avevo organizzato. Rimasi fuori in attesa dell’arrivo di Gianni, che non si fece attendere perché sentii dei passi e voltandomi visi i suoi due occhini accesi che i scrutavano. Gli feci cenno di stare zitto e di non muoversi dopodiché entrai in tenda e feci spegnere le luci e chiudere le finestrelle.
– Rosanna, allora &egrave venuto?
– Certo amore, avevi dei dubbi?
– Sono tesa e nervosa aiutami a calmarmi.
La presi tra le braccia e la baciai lasciando che le mie mani andassero a stuzzicare il suo paradiso.
– ora esco, prendo per mano Gianni e entro quando sarò entrata devi chiudere bene la tenda e a quell punto tu potrai accendere le candele e ‘
Senza più parlare uscii, presi per mano Gianni lo attirai contro il mio corpo e lo bacia (volevo capire a che punto era) eravamo un corpo unico e il suo cazzo premeva maledettamente contro la mia passerina. Mi staccai da lui avvisandolo che doveva fare tutto quello che gli avrei detto e se così sarà vedrai che sarà ancora meglio della sera precedente.
Mi guardò negli occhi e senza parlare vidi il suo assenso, quindi entrammo.
Era tutto buoi sentimmo le cerniere della tenda scorrere e dei passi avvicinarsi a noi, poi un gemito di Gianni e una mano di Uursula sulla mia passerina.
– meraviglioso la mie mani stranno stringendo un cazzo pronto all’uso e una passerina già pronta e bella bagnata
– la sorpresa &egrave stata bella, ma ora devi accendere le candele
– OK tesoro ti lascio solo per un’istante
Sentivo una strano fuscio, ma non vedevo le candele accendersi, non capivo cosa stesse cambiando tranne un altro gemito di Gianni.
Poi la luce delle candele illuminò la scena lasciandomi a bocca aperta, Gianni a gambe aperte, i pantaloni calati a terra e il cazzo tutto teso fuori delle mutande.
– Rosanna &egrave meraviglioso, non ho mai visto una bestia di queste dimensioni
– Capirai meglio quando lo sentirai in fondo alla tua passerina e ti accorgerai che un pezzo rimane fuori
– Rosanna posso prenderlo in bocca?
– Certo tesoro, ma attenta non devi farlo venire, anzi io direi che se lo spogliamo sarà ancora più bello.
In pochi secondi Gianni si trovò nudo con la sua proboscide pronta all’uso,, naturalmente lo lasciammo lì in piedi e ci spogliammo anche noi.
– Rosanna lasciani le mutadine voglio che Gianni me le strappi, come se volesse violentarmi.
Probabilmente era quello che voleva anche lui,, visto come gli si erano accesi gli occhi.
La scena che seguì era meravigliosa, nemmeno due attori consumati avrebbero potuto fare meglio, Gianni, saltando come un canguro (aveva i pantaloni che gli bloccavano i movimenti) saltò sulla preda, una mano sulla bocca l’altra sul corpo obbligò la poveretta a mettersi alla pecorina (da come Uursula si dimenava mi pareva che cominciasse ad avere paura, forse pensava di aver sbagliato ma ora era troppo tardi) con un colpo deciso le strappò le mutandine poi con le mani divaricò i glutei infilò il cazzo nella figa per poi toglietlo tutto bagnato dirigendolo verso il culo.
– Gianni di prego non farlo, &egrave troppo grosso mi farai male
Il piccolo era diventato grande, senza ascoltarla divaricò al massino le natiche e presentò il cazzo ben bagnato alla porta posteriore e senza esitazione, con un colpo secco entrò, per fortuna Uursula riuscì a non gridare perché altrimenti l’avrebbero sentita per tutto il campo.
La scena era meravigliosa, le unghie di Gianni stavano lasciando i segni sui glutei e ogni colpo che dava sembrava l’ultimo, io ero eccitatissima, mi tolsi le mutandine e mi sedetti a gambe larghe davanti la bocca di Ursula che non si fece scappare l’occasione e iniziò a leccarmela fino a quando affondò la lingua sino in fondo facendomi capire che stava venendo, così come Gianni che scaricò tutto il suo nettare nel culo di Ursula e chiaramente quella vista non riuscì più a trattenermi ed ebbi un meraviglioso orgasmo. Avevo gli occhi chiusi e stavo assaporando tutto quello che era avvenuto, quando mi sentii coperta, Uursula si era sdraiata sul mio corpo e mi stava accarezzando il seno ma quello che mi stupì era Gianni che era ancora dentro di lei.
– rosanna &egrave meraviglioso , sento il cazzo che si sta svegliando
– amore vieni più in suu così potrò baciarti, ma fai piano così non ti uscirà
– non preoccuparti non può uscire &egrave tanto lungo che mi sembra di sentirmelo in gola
Vidi un lampo negli occhi di Gianni e forse lui vide il mio desiderio di sentirlo anch’io dentro
– no Gianni, ti prego non uscire, fermati, ho che bello, torna dentro, spingi fino in fondo, tii prego non uscire mi fai moriere.
Ma, con un grosso rumore,, il cazzo fi Gianni era uscito e svettava prepotente e pronto a colpire, lui senza parlare, fece accomodare meglio Ursula sul mio corpo, poi prese le nostre gambe facendole aprire al massimo e quel punto capii cosa voleva fare, presi il viso di Ursula e affondai la lingua nella sua bocca le nostre lingue si stavano attorcigliando, aprì gli occhi nello stesso momento che Gianni stava scendendo verso i nostri corpi, la lingua di Ursula si fermò di colpo e capì che l’aveva inculata ancora, ogni colpo che le dava sti ritrasmetteva sulla mia figa dandomi delle meravigliose vibrazioni.
– Pompa Gianni, non fermartim sfondami, più fortr, più forte, no cazzo non uscire stavo venendo o si che bello Rosanna me lo sta infilando nella figa, dai Gianni picchia forte fammi sentire il cazzo fino in fondo.
Stavo godendo anch’io anche se nessuno mi toccava con le mani, ma godevo perché le palle sbattevano contro la passerina, ogni colpo che dava dentro la figa di Ursula era come se lo desse anche a me.
– bravo Gianni, esci pure così ritorni nel mio culo. Ma la sorpresa fu grande sentii quel trapano entrare nella mia figa, cercai di spingermi in fuori più possibile in modo di aiutarlo a entrare sino in fondo.
– Dai Gianni chiava anche lei, ne ha bisogno, l’abbiamo trascurata, Rosanna &egrave bellissimo vederti &egrave come se lo avessi dentro anch’io.
Stavo godendo ma quel porco fece uscire la sua asta dalla mia tana, per mettersi in ginocchio davanti a noi.
Io e Ursula ci guardammo negli occhi e come fossimo state una sola persona ci avvicinammo a quell’asta stupenda prendendola in mano per poi iniziai a leccarlo, mentre io prendevo in bocca il glande, lei la leccava le palle per poi scambiarci le posizioni.
Ora era nella nostre mani potevamo decidere quando era ora dii farlo godere, era lui a gemere e a implorare di farlo godere, delle nostre mani due erano impegnate a tenere l’asta ma le altre due erano impegnate a giocherellare con le passerine.
Più Gianni implorava di farlo godere più noi ci fermava mantenendo l’asta senza muoverla.
Poi ricordandomi, che una volta Ursula mi disse che aveva un grosso desiderio ovvero di poter far godere un’uomo e succhiare tutto il suo nettare o meglio ancora farlo venire con la bocca e ingoiare il tutto.
La guardai negli occhi, lei capì che era arrivato il suo momento, fece sdraiare Gianni e si mise sopra lui nella posizione del 69 e iniziò a far sparire il cazzo nella bocca, naturalmente lasciandone fuori una grossa porzione, mentre lui iniziò a aprirgli le labbra iniziando a leccarla.
La scena era troppo eccitante, quell’asta che entrava e usciva dalla bocca di Ursula, mi faceva impazzire, le mie mani giocavano con la passerina e i capezzoli, non volevo godere,, dovevo resistere, lo avrei fatto dopo che loro erano venuti.
Quando mi accorsi che i due stavano arrivando, mi avvicinai, accarezzai il culo di Ursula che iniziò a dimenarsi a quel punto infilai il dito nel suo culo e la piccola esplose in bocca a Gianni che a sua volta sborrò in bocca a Ursula che bevve avidamente senza farne uscire una goccia, Nel contempo accellerai il mio ditalino e venni immediatamente. Ursula mi tolse il cazzo dalla bocca, porgendomelo in modo che potessii ripulirlo, lo succhiai ma non uscì neppure una goccia, sentivo solamente il suo sapore acro addolcito dalla saliva di Ursula, poi lei mi venne vicina e senza dire niente mi baciò.
Il piccolo era sdraiato occhi chiusi il guerriero era complemente a riposo, guardai l’orologio e mi accorsi che era passata la mezzanotte, lo aiutai a rialzarmi e nel compiere questo gesto comparve una grossa goccia di sperma sulla punta del glande, mi affrettai a prenderlo in bocca e fui premiata perché sulla lunghezza di quell’asta era rimasto ancora un po’ di nettare che provvidi a ingurgitare, poi lo aiutai a rivestire e lo feci uscire in silenzio.
Quando fummo rimaste sole ci guardammo e Uursula mi disse.
– grazie tesoro, avevi ragione, &egrave stata un’esperienza meravigliosa, mi sembrava di soffocare ma ho ingoiato tutto e ho goduto più per effetto di quel getto in gola che per la sua lingua che mi lappava.
Una bella e veloce doccia e poi andammo a dormire ma nelle braccia dell’altra. Il mattino dopo, tutti belli freschi, eravamo pronti a una nuova avventura e questa volta molto interessante sarebbero stati 3 giorni di completo deserto.
Mario sempre allegro e Gianni più taciturno iniziarono a mettere i bagagli sul pulmino, poi andammo tutti a far colazione.
Ursula mangiava con un’appetito straordinario sembrava dovesse recuperare delle fatiche di Ercole. La stessa cosa, guarda caso, era anche per Gianni e quel che era peggio anche per Eleonora e Gaia.
Per quanto riguarda i primi due lo sapevo perché avevo partecipato al consumo di energie ma per le altre due mi stupii, anche perché solitamente mangiavano poco, vuoi dire che anche loro si erano date da fare? Ma in tal caso con chi?
Prima di salire sul pulmino mi avvicinai a Gaia e le dissi se voleva cambiare posto perché avevo voglia di parlare un po’ con lei,
– anch’io ho voglia di parlare con te, ma non voglio assolutamente che le altre se ne abbiano a male.
– Non preoccuparti ci penso io
– Ragazze, oggi mi metto io dietro con Gaia, così possiamo scambiarci qualche parere e da domani, ogni giorni, ci scambieremo posto e compagna
La proposta ebbe un effetto talmente positivo che mi stupì ma che presi con altrettanta allegria.
Una volta caricati tutti i bagagli partimmo alla volta della prima tappa e come sempre Gianni si mise a fianco di Mario. Il tragitto inizialmente, sarebbe stato piuttosto monotono e avrebbe favorito il dialogo tra me e Gaia e fu proprio lei ad iniziare.
– scusa Rosanna sbaglio o ieri sera vi siete date da fare?
– No tesoro non sbagli &egrave stato meraviglioso, anzi dovremmo cambiare compagna ogni sera
– Noi ieri sera avevamo iniziato a giocare e la temperatura si stava innalzando, quando abbiamo sentito dei rumori che provenivano dall’esterno, e curiose di capire cosa potesse essere, abbiamo spento la luce e mentre Eleonora, illuminata solo dalla torcia, aveva continuato a spogliarsi davanti alla finestrella, io ero sgusciata fuori così come ero cio&egrave a dorso nudo ma con i pantaloni, ebbi le precauzione di uscire dalla parte posteriore, così avrei capito meglio da dove provenire i rumori.
– Scusa ma che rumori erano?
– Non riuscivamo a capire, sembrava qualcuno che si avvicinava o che si muoveva attorno alla tenda per vedere cosa succedeva al suo interno
– Ma non avevi paura che potesse essere un animale?
– Certo, ma mi ero portata la pila quindi se fosse stato un animale, alla luce della torcia, sarebbe scappato non poteva essere certo un animale grosso, poi visto che Eleonora lo teneva occupato facendo vedere forse lo avrei scoperto.
– Mi stai facendo morire di curiosità
– Una volta uscita, al buio con la torcia in mano, girai attorno alla tenda, e vidi un’ombra e visto che non era un animale la cosa mi calmò; cercando di non respirare e muovermi in silenzio riuscii ad andare vicino sino a scoprire che cosa era.
– Non temermi sulle spine, era qualcuno del campo?
– Certo era la cameriera, ti ricorsi di quella bella ragazzina che serviva le bevande?
– Sì ricorso benissimo, l’avevo osservata perché aveva un modo di camminare che metteva in risalto un bellissimo culetto
– Brava, proprio quella, praticamente era intenta a guardare cosa stesse facendo Eleonora visto che aveva alzata la gonna e si stava masturbando.
La cosa cominciava a stuzzicarmi, anche perché conoscendo bene le mie amiche, potevo immaginare cosa avranno combinato poi.
– praticamente le sono arrivata alle spalle, le misi una mano sulla bocca e con l’altra la tenevo contro il mio corpo, poi le sussurrai all’orecchio di non gridare spingendola piano piano verso l’ingresso della tenda.
Eleonora sentendo il mio fischio (lo avevamo deciso prima di uscire) aprì la cerniera della tenda per farmi entrare e lo stupore si stampò sul suo viso, la ragazza (chiamiamola Nadia per comodità) abbassò la testa, non poteva diventare rossa perché il colore nero della pelle non lo permetteva,, ma si vedeva che era frastornata, l’ammirammo con occhi vogliosi, piccola non più di 1.65, seno prosperoso, gambe stupende a sostegno di un culetto stupendo.
Così come eravamo io e Eleonora la prendemmo in mezzo diventando un corpo unico. Nadia seppure in un italiano faticoso riuscì a dire:
– scusate non volevo, ma quando ho visto la luce accese non ho saputo resistere e vedendo quello che facevate sono rimasta bloccata.
– Non mi sembravi troppo bloccata, visto che ti stavi masturbando
– Purtroppo qui da noi &egrave normale, i nostri corpi iniziano ad avere desideri molto giovani, non possiamo soddisfarlo come fate voi, ma possiamo farlo da sole o con le amiche, e non nego che non sia bello ma qualche volta vorremmo sentirci donne come madre natura vuole.
Ci siamo guardate in faccia restando a bocca aperta, ma con un gran desiderio (almeno da parte mia) di renderla più felice possibile, Eleonora era ancora sulle nuvole era in piedi mezza nuda e non riusciva a decidere cosa fare.
– scusa Nadia, visto quello che stavi facendo, devo dedurre che ti piaceva quelloo che la mia amica sii faceva.
– Certo, mi sembrava di capire che le piaceva molto, voglio dire non come noi che quando lo facciamo &egrave perché non riusciamo più a resistere.
– Ma allora quando lo fai con le tue amiche cosa provi?
– Sicuramente bello, ma quando abbiamo finito ci resta dentro una grande voglia
– Ti piacerebbe se ti insegnassimo qualcosa di uovo?
– Sì, ma ho vergogna, non so cosa devo fare
– Non preoccuparti, fidati e lasciati guidare
Presi Eleonora fra le bracia e la baciai, vidi che Nadia ci guardava, iniziai a sollevarle la maglietta, mi staccai dalla sua bocca solo per il tempo necessario a sfilarla dalla testa poi ripresi a baciarla mentre le mie mani le accarezzavano il suo bel posteriore, poi feci scivolare verso il basso le mutandine e un po’ con le mani e un po’ con i piedi riuscii a sfilarle completamente.
Con la coda dell’occhio vedevo che Nadia non era più ferma, ma si stava accarezzando, decisi allora di tentare il colpo,
Mi staccai dalla bocca di Eleonora, che per la verità non mi sembrò proprio d’accordo, la feci girare in modo che Nnadia la vedesse tutta nuda con i suoi seni molto duri e il boschetto folto.
A quella vista non riuscì più a trattenersi, divaricò le cosce, alzò la gonna e comparve la sua passerina (era senza mutandine) ricoperta da un bosco tutto riccioluto, iniziando a masturbarsi.
Mi staccai da Eleonora andai verso lei, le tolsi le mani e mi infilai le sue dita in bocca succhiando il suo dolce nettare, mentre Eleonora, che era rimasta impalata a bocca aperta venne verso di noi, si appoggiò a Nadia mettendole le mani sul seno facendo uscire dalla bocca un gridolino di gioia, poi si staccò e prese a armeggiare con il maglione che sfilò mettendo in mostra due piccoli seni ma con dei capezzoli sproporzionati che io presi a leccare mentre lei fece scivolare la gonna per terra, scoprendo che era senza mutandine. Finalmente Nadia era nuda e completamente nelle nostre mani, la spingemmo verso il letto facendola sdraiare e mentre Eleonora si occupava delle sue tettine io le allargai le cosce e mi tuffai sulla sua passerina iniziando a leccargliela: un sapore meraviglioso arrivò alla mia lingua, un sapore dolciastro e forte, le aprii le labbra e succhiai il clitoride (non avevo mai visto un clitoride così grosso e lungo, sembrava un piccolo cazzo), lo succhiavo con lo stesso desiderio che si succhia il cazzo e sempre pronta a ricevere, in gola, il dolce nettare, in questo caso non ci fu nessuna esplosione ma la gioia di sentire le sue mani sulla mia testa che la premevano contro la sua figa mi fece capire che la piccola stava vendendo, accellerai i colpi di lingua e le cosce si chiusero attorno al mio collo imprigionandomi mentre il suo bacino iniziò a muoversi come se avesse avvuto dentro di sé un bel cazzo e non una, seppure abile lingua.
Eleonora, quando sentii che la piccola stava godendo spostò il mio viso e mi leccò la lebbra, poi mi fece cenno di spostarmi per poi tuffarsi lei fra le cosce di Nadia ricominciammo a leccarla. Decisamente la piccola era a digiuno da molto tempo perché dopo poco aprì di nuovo le cosce in modo che la lingua di Eleonora potesse lavorare sino in fondo, poi si prese i capezzoli fra le dita e li strinse mentre io mi misi a cavallo sulla sua boocca e scesi lentamente verso la lingua pronta a leccarmela.

non sapeva leccarla bene, ma quella lingua così ruvida mi procurò un’orgasmo mai provato prima.
– Rosane, sai che solo a pensarlo, sono tutta bagnata
– Ci credo, Gaia, lo sono anch’io ma ti assicuro che anche noi abbiamo avuto visite, però era un uomo e se ti racconto cosa abbiamo fatto, sono sicura che non riuscirai più a trattenerti e dovrai masturbarti.
Iniziai così a racontare per filo e per segno, tutto quello che avevamo fatto e a ogni particolare che le dicevo, vedevo le sue gambe aprirsi e la sua mano che andava inesorabilmente verso la sua passerina sino a quando infilò tutto il dito e venne.
Alla prima tappa scendemmo tutto per la famosa sosta idrica, solo che non vi erano bagni a disposizione ma solo degli arbusti dietro i quali dovevanmo fare i propri bisogni.
– vedo che avete dei timori, disse Mario, purtroppo il prossimo punto dove faremo il pranzo &egrave molto distante quindi dovete avere pazienza e arrangiarvi: non preoccuparvi, come potete vedere tranne qualche piccolo animale nessuno può vedervi, naturalmente io e Gianni ci volteremo dall’alltra parte.
Logicamente nessuna di noi aveva problemi, anche perché era stato messo in preventivo e poi vi erano le piccole dune che ci proteggevano da sguardi indiscreti quali sguardi indiscreti se eravamo nel deserto.
Mario e Gianni, mentre noi eravamo impegnate stavano preparando uno spuntino a base dii t&egrave e biscotti, poi dopo la sosta ritornammo ai nostri posti e riportammo.
La giornata era stupenda il panoramo ancora meglio non riuscivo a pensare a niente, tanto ero occupata ad ammirare tutte le meraviglie che la natura ci regalava. In lontananza si vedeva della polvere alzarsi verso il cielo, non poteva che essere una carovana di dromedari la cosa mi entusiasmò perché sarebbe stata fonte di foto bellissime.
Man mano che ci avvicinavamo si riusciva a distinguere gli animali e le persone, erano sicuramente dei nomadi, una piccola tribù che si spostava in cerca di cibo e acqua. Quando fummo vicini, Mario si fermò, spiegandoci alcune cose elementari per non disturbarli e magari con un po’ di fortuna avremmo anche potuto fotografarli al loro avvicinarsi, Mario si scostò da noi, andandogli incontro, lui salutò per primo e loro risposero con ampi gesti delle mani, poi un vecchio alzò la mano e fece dei gesti strani, non riuscivamo a capire cosa volesse dire o fare, ma la risposta non tardò a venire.
Lentamente si mossero, facendo un cerchio perfetto, e lasciando un entrata, quasi fosse la porta di casa e il vecchio, che non si era messo in cerchio, entrò andando nel mezzo del cerchio, fece sdraiare il suo dromedario e scese, arrivato a terra si inginocchiò sulla sabbia come se volesse pregare, il silenzio era totale, solo il vento aveva il coraggio di disturbare.
Poi si alzò, e nello stesso momento tutta la tribù fece le stesse mosse del capo formndo con gli animali un cerchio perfetto con le persone al suo interno.
Il nostro silenzio fu totale, nessuno fiatava, nessuno fotografava la scena era troppo bella e qualsiasi cosa avessimo fatto avremmo potuto sciupare questo incantesimo. Un beduino uscì dal cerchio passando dalla porta venendo verso di noi e Mario gli andò incontro, arrivati uno di fronte all’altro si scambiarono i saluti iniziando a parlare per poi salutarsi ancora per dirigersi, ognuno, verso il proprio gruppo.
– ragazze siamo stati fortunati, quella che vedete &egrave una vecchia tribù che vive secondo le vecchie usanze loro si fermeranno in questo posto per circa 1 mese ora monteranno le tende, in modo che le donne possano preparare ‘la casa’ inn modo decoroso e pronte ad ospitare i propri mariti e familiari. Noi non possiamo entrare nel loro cerchio, ma possiamo piantare le tende qui fuori e questa sera siamo invitati dal grande capo a una festa di matrimonio.
La cosa ci mise addosso una strana eccitazione, sembravamo dei bambini a cui avevamo promesso dei dolci se facevamo i bravi.
Mentre Gianni preparava dei panini come picnic Mario andò a confermare che avevamo accettato l’invito per questa sera, e visto che il sito dove dovevamo vedere dei disegni rupestri era vicino, disse a loro che avremmo lasciato lì il pulmino e che saremmo andati a piedi a visitarlo. Vedemmo Mario tornare verso di noi attorniato da una banda di bandini che saltavano attorno a lui.
Dopo aver mangiato, Mario e Gianni sistemeranno i tavoli, tirarono fuori le tre tende e ci fecero cenno che potevamo partire.
– scusa Mario, non conviene montare la tenda ora, e non dopo quando torniamo?
– Certo la cosa &egrave logica, mai il vecchio mi ha

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