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Racconti sull'AutoerotismoTrio

After Live

By 19 Agosto 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Seduti, in tre. Sul divano della nostra saletta. Nudi. A fumare. Avevamo finito un live, avevamo smontato l’impianto, erano le 4 di notte. O di mattina.
Il primo round era finito. lo avevamo aspettato, io e Ilary, nude, sul divano. Quando era entrato si era spogliato anche lui in due secondi; giusto il tempo di slacciarsi i pantaloni e potevamo vedere ogni centimetro della sua pelle.
Quel suo profumo inebriante che emana e che ha sempre ema-nato lui. quel profumo da uomo, da maschio che ti fa capire quanto ti può possedere, e come. Il suo pene, già quasi comple-tamente eretto senza essere nemmeno toccato. Entrambe lo mangiavamo con gli occhi. Le luci erano già spente e c’era una semi oscurità alleviata solo dalle lucine di Natale che aveva appeso alle pale del lampadario (ci si arrangia come si può, an-che nelle notti d’estate).
Una Menabrea era aperta sul tavolo di plastica vicino al divano, forse l’avevo aperta io ma non me ne ricordavo, avevo troppa birra nel corpo. Si sedette sul divano in mezzo a noi.
“Ciao ragazze.’
“Ciaaaaaao.” gli abbiamo risposto entrambe insieme.
“Dai, datemi un bacio!”
Si gira verso di me, quello era un vero bacio! Si gira verso di lei, fa lo stesso. La sua mano destra tra le mie gambe, la sinistra tra quelle di Ilary. Ero già bagnata, non vedevo l’ora di dare inizio alle “danze”. La situazione mi eccitava non poco. Aveva potere nelle mani, con quelle dita era in grado di farci bagnare, raggiungere l’orgasmo e venire in 5 minuti.
Allargo le gambe per dargli più agio, Ilary mi imita, avvicino la faccia alla sua, ci baciamo davanti a quel ragazzo che proba-bilmente non ci vede già più dal godimento.
Le nostre due mani unite gli stanno facendo una lenta sega in-tanto. Poi si alza dal divano:
“Tocca Ilary godere, vero?” Gli faccio io.
Lei intanto si è già seduta a gambe aperte, inizio a leccargliela lentamente mentre con un dito le stimolo il clitoride, ogni tanto mi alzo e mi sposto verso di lei, a baciarla. Di me si occupa lui, non so come facciamo a starci su un divano così piccolo, ma già stiamo godendo tutti e tre. Lui intanto continua il lavoro da solo, mentre appoggia il suo pene alla mia apertura e continua la sega, e sento la sua presenza, il suo respiro. La prima a venire è proprio Ilary, continuo un po’ a penetrarla con un dito mentre con l’altra mano le stuzzico i capezzoli già rigidi. Ci baciamo tutti e tre, insieme, poi cambiamo posizione, entrambi af-fondano la testa tra le mie gambe mentre io affondo la mano tra i capelli di lui, perché mi viene più facile stringerli dato che sono più corti di quelli di Ilary. Poi lui si alza e mentre lei con-tinua a leccare si appoggia all’apertura, spinge, forza, entra, ini-zia affondi ritmici e regolari, vuole farmi venire, velocemente e bene. Potrei resistere ancora un po’ ma lo guardo, vedo il go-dimento sul suo viso, lo stesso che è sul mio probabilmente. Si avvicina a me mentre Ilary continua a leccare ‘Ti amo’ sussurra, piano, all’orecchio. Vengo, non posso fare altro. Passa un minuto, esce, viene anche lui su di me mentre Ilary lecca ogni traccia di sperma dal mio corpo e anche dal suo membro.
Seduti, in tre, su quel divano. A cercare di ritrovare i battiti re-golari e il respiro non ansimante. Mentre tutti e tre fumiamo una sigaretta con il posacenere per terra pieno di mozziconi. Camel, Marlboro, Marlboro. Odore di fumo ovunque. E di sesso, tanto tanto sesso. La Menabrea è finita, mi alzo a prenderne un’altra. Apro Sergio, porto la birra agli altri sul divano improvvisando un balletto cantando “Por un beso de la Flaca…” che mi era rimasta in testa da quando l’avevamo suonata qualche ora prima. Mi siedo in mezzo a loro e bevo passandola prima a uno poi all’altra. Erano le 4 passate, di notte. O di mattina. Il primo round era finito.
Tutti e tre non ne avevamo ancora abbastanza, si vedeva dalle nostre occhiate e dai nostri sorrisi.
Prendo io l’iniziativa, bevo l’ultimo goccio di birra ancora ri-masto e mi faccio spazio come posso sul divano. Voglio una 69. Ma con Ilary. Sono piccola ma ce la posso fare, ci sto, lui è in piedi davanti al divano, ci osserva, dà un’occhiata al suo membro, ha capito che voglio fare. Non resiste alla vista, mi ha già detto che una 69 lesbo lo farebbe impazzire. A maggior ra-gione voglio farlo, e mi tuffo nell’apertura che mi aspetta, anco-ra bagnata dagli umori precedenti, già pronta per accoglierne di nuovi da un nuovo orgasmo. Il suo sapore è diverso dallo sperma ovviamente. Più acido, più forte, più acre, ma ha la stessa consistenza del fluido bianco che quella sera non avevo ancora assaggiato, e ne avevo molta voglia. Non mi curavo del tempo che passava, volevo solo farla godere sotto la mia lingua e le mie dita che intanto entravano dentro di lei, di scatto, per poi uscire, ed entrare di nuovo. Lei faceva lo stesso con me, fa-cendomi godere. Finalmente lui si decise a partecipare, dato che il suo membro non ce la faceva più ad aspettare. Ci spostiamo dalla nostra posizione, si china su Ilary a leccare ciò che prima stavo leccando io, che mi sposto a baciare la ragazza, e poi arrivo al membro che stava aspettando. Lo osservo, l’ho già visto molte volte eppure ogni volta mi sembra di riscoprirlo, con qualche vena che si nota, più scura delle altre, con quella larghezza. Chiudo gli occhi mentre la mia mano lo stringe e la mia bocca lo accoglie. Su e giù ritmico, da lento a più veloce fino a che lui mi prende con una mano i capelli e imposta un suo ritmo, che mi piace. Continuo a tenere gli occhi chiusi, in modo da concentrarmi di più, e cercare di farlo godere al meglio, anche se non è ancora venuto il momento degli orgasmi. I nostri cambi di posizione sono piuttosto lenti ed impacciati a causa del poco spazio di cui disponiamo, ma intanto ci osserviamo e sorridiamo reciprocamente. è lui ora che si sdraia sul divano comodamente, mi trascina sopra di sé, la mia schiena sopra il suo petto, le nostre facce vicine che ansimano e respirano allo stesso ritmo, la mia apertura vicino al suo membro. Ilary si sta dando alla pazza gioia su di noi, ha entrambi alla stessa portata, sceglie prima uno e poi l’altro da far godere, mentre è occupata su di me io continuo la sega al ragazzo su cui sono comodamente sdraiata, la sua mano arriva intanto alla mia seconda apertura, inizia a stimolarlo intorno, mi giro verso di lui, ci baciamo. ‘Ti amo’ mi sussurra di nuovo nell’orecchio, in un modo quasi impercettibile ma perfettamente comprensibile. A quelle parole lo bacio con foga, mentre le sue dita entrano in tutte e due le aperture. Chiudo gli occhi, getto la testa all’indietro appoggiata completamente a lui, la bocca aperta per riuscire a trarre più aria, mentre mi bacia sul collo. Ilary intanto si è spostata quasi su di me e riprendiamo a baciarci tutti insieme mentre le dita del ragazzo continuano ad entrare ed uscire con violenza e velocemente dentro di me da entrambe le aperture. Mi stacco da entrambe le loro bocche, mi si bocca il respiro per quella frazione di secondo in cui sto per venire. Giusto il tempo di farmi ritrovare il respiro e tutti e due lecchiamo l’apertura di Ilary mentre due dita, una mia e una sua, entrano contemporaneamente in lei con velocità per farla venire, cosa che avviene prima che le nostre lingue e le nostre dita fossero stanche del lavoro. Ora manca solo a uno l’apice del godimento, e questa volta tocca a me l’onore, finalmente. Mi sistemo bene sul divano, lui in piedi di fronte a me. Prendo il membro, non è tempo di convenevoli, apro la bocca, lo lascio entrare, incomincio il mio ritmico e amato su e giù, mentre le sue mani vagano sul mio corpo e su quello di Ilary di fianco a me. Viene, nella mia bocca il sapore dello sperma si espande di nuovo come fosse la prima volta. Lo guardai e lo ringraziai con gli occhi mentre mentalmente gli dissi ‘Ti amo’. Ci sedemmo poi, sfiniti, sul divano, dividendoci una sola sigaretta e osser-vando i disegni del fumo nell’aria ci addormentammo.

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