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Racconti EroticiTradimentoVoyeur

Da vergine a troietta in pochi giorni , seconda parte

By 22 Gennaio 2022No Comments

Sul letto parlavamo e ci sbaciucchiavamo accarezzandoci poi la voglia ci riprese.
Mi staccai, le misi il cazzo tra le tettine ed iniziai a muovermi avanti e dietro, poi le dissi :quando è in alto leccalo e succhialo. Fu un piacere vedere la sua boccuccia all’opera.
Sarei venuto volentieri così sborrandole in viso, ma c’era tempo per quello volevo completare la mia opera, volevo prima il suo culetto.
La feci girare a pancia in giù e misi un cuscino sotto la pancia .Era perfetto e quella rosetta scura al centro sembrava mi invitasse ad entrarci.
Piegandomi le sussurrai : voglio tutto di te, adesso mi prendo il tuo culetto
Lei: mi fai male?
Le dissi : non preoccuparti starò attento.
Iniziai ad accarezzarla con dolcezza con gesti lenti. Inizia dalla schiena per finire tra le sue cosce dopo essere passato dal culetto. Era rilassata ma trepida al seguito.
Poi mi dedicai ai suoi glutei facendo scorrere le dita in mezzo e allargandoli per portare all’aperto l’ano. Ero preparato, aiutandomi con un lubrificante naturale a cui attinsi a piene dita comincia ad allargare un poco la stretta apertura. Cristina aveva un respiro ansioso e mosse il culetto per quelle sollecitazioni che non aveva mai provato.
Le chiesi come si sentisse. Rispose: bene.
Le dissi : stai rilassata, ti piacerà.
Mettevo del gel lubrificante di tanto in tanto intorno al dito in modo che scorresse meglio; ripresi a farlo girare dentro al buchino.
Ci lavorai molto e poi spinsi più in profondità l’indice che con poca pressione superò l’anello anale e potè scorrere dentro il culo. Un leggero sobbalzo un suo oh e poi fu accolto in un religioso trepido silenzio. Muovevo il dito dentro e fuori e in modo circolare; preparai lo spazio per un secondo dito che seppur con un pò di fatica fu accolto . Le chiesi se sentisse male.
No
Entravo ed uscivo con le due dita , ne aggiunsi la terza e con le dita a cuneo le allargai, a sufficienza per il mio cazzo ,lo sfintere.
Era arrivato il momento; spalmai il lubrificante sul mio cazzo e ne misi una buona quantità nel e intorno all’ano.
Le dissi: adesso.
Poggiai il glande e spinsi con costanza senza strappi.
Lo sfintere cessò di colpo di resistere lasciando passare il mio cazzo. Cristina sentì il dolore della deflorazione e gridò cercando di sottrarsi all’avvenuta penetrazione.
Le dissi: resisti, sono dentro, adesso passa tutto.
Rimasi un po’ fermo per abitarla alla nuova penetrazione poi pian piano la inculai
Le dicevo :brava, sei bravissima, mentre il mio cazzo aumentava l’escursione nel suo culo.
Lei è appoggiata con il petto e con la testa sul lettino, non mi guarda. Le mie entrate sono sempre più veloci e profonde. Il sul culetto mi ha accolto tutto.
Metto una mano sotto lei e la masturbo. Gira il viso e ci baciamo. Continuo ad incularla e le dico di masturbarsi da sola.
Poi sento un brivido che mi arriva lungo la schiena al cervello. Sto per godere, non voglio rinviare il momento.
Le dico ti sto riempendo il culetto; ho le mani stretti ai suoi fianchi. Non so cosa mi scatta per la mente porto le mani sotto lei a prenderle le tettine ; le schiaccio e le sollevo il busto tirandola a me dando le ultime furiose spinte. Ora mi muovo a scatti cercando di entrare ogni volta fino in fondo al suo culo . Non mollo le sue tettine mentre con il viso poggiato sulla sua spalla e le labbra poggiate al collo sborro in quello stupendo culetto. Non mi mossi e rimasi fermo contro lei con il cazzo fermo sino a che non ebbi scaricato tutto il mio seme nel “mio” culo.
Poi mi misi al suo fianco e la baciavo contento : sono felice di essere stato il primo e anche lei mi sorrideva radiosa. Mi fece ancor più felice quando mi disse: sono contenta anche io
Furono momenti di coccole e lunghe pause di riposo poi mi tornò un’eccitazione più mentale che fisica.
Volevo ancora fare l’amore con lei e mi accorsi che anche lei voleva. Le toccavo la passera mentre lei mi teneva e masturbava il cazzo poi mi girai e le leccai la figa mentre lei faceva lo stesso con il mio cazzo.
Continuai fino a sentirla godere sulle mie labbra e poi fu il mio turno di godere, ma non volevo godere in quella posizione. Mi misi in ginocchio sul letto con il busto alto . La sua testolina bionda andava su e giù sul mio cazzo e su mia indicazione le sue mani mi toccavano i testicoli.
Non resistetti molto che le dissi: vengo. Non accennò a lasciare il cazzo dalla bocca ,avrebbe continuato a suggere tutto il mio sperma. La spinsi leggermente indietro facendola andare con il busto sul materasso; i suoi capelli biondi si sparsero intorno al viso e su quell’angelica immagine venni e mi lasciai andare. Il mio seme la colpì sulle tettine , sul viso e persino sui capelli. Questo “gesto” non le dette fastidio ; era una bellissima femmina a letto con il suo uomo.
Ero goduto e stravolto e mi chinai su lei baciandola sulle labbra; sei stupenda le dissi.
Ci mettemmo un po’ a lavarci e a rivestirci poi andammo all’auto per il ritorno a casa sua.
Mi teneva la mano sulla coscia mentre guidavo; era felice ed anch’io mi sentivo bene.
La sera dopo si presentò vestita come piaceva a me. Le chiesi :andiamo in un piano bar o preferisci se andiamo a casa mia?
Pudica abbassò gli occhi dicendo: andiamo prima a casa tua.
Aveva voglia ed anche io ne avevo tanta.
Mentre andavamo le presi la mano facendola mettere sul mio pacco e in breve il mio uccello si svegliò. Le dissi ridendo: perché non usi la bocca? Un sorriso sulle sue labbra e un luccichio nei suoi occhi; pochi secondi dopo aveva estratto il mio cazzo dai pantaloni e lo stava succhiando. Fu difficile guidare fino a casa
Sul letto facemmo di tutto: figa, culo, pompino e qualche bel giochino..
Mentre “combattevamo” sul letto le dissi: sei mia e fai tutto quello che ti chiedo perché sei la mia porcella?
Lei disse: non so perché faccio tutto quello che mi chiedi.
Ribadii: perché sei il mio amore e perché sei una porcella. Dopo essermi piazzato tra le sue gambe le sollevai mettendole sulle mie spalle e appoggiai la cappella al centro della passera dicendole: adesso ti faccio sentire come me lo hai fatto diventare duro; adesso ti chiavo e ti inculo. Lo feci :un pò nel culo , un pò in figa. Lei godeva ed io ero troppo eccitato e volevo venire.
Le chiesi: dove vuoi che venga in figa o in culo?
Lei :nella passera.
Io: ti sborro tutto dentro, ti piace il mio cazzo e affondavo sempre di più in quella figa meravigliosa, . Le succhiavo le tette mentre continuavo a fotterla intanto ero prossimo all’orgasmo e dissi :vengo.
Lei : si, fallo,; non era più la timida verginella e le sue parole lo dimostravano, oppure sotto l’influsso del cazzo perdeva il controllo?
Dopo pochi altri affondi la riempì di tutto il seme che avevo e mentre la riempivo sentivo che anche lei stava godendo.
Poi mollo glielo misi in bocca facendomelo ripulire; era una parte che doveva piacerle.
Restammo sul letto per un po’ e giunse l’ora di riportarla casa . Mi fermai vicino a casa sua nel posto dove ci incontravamo sempre. Fu un’altra occasione per farmi fare un pompino d’addio di quella bella serata. Se la cavò bene, anzi molto bene.
La sua bocca si godeva il mio cazzo, mentre la passera era visitata dalle mia dita; ansimava come una cagnetta in calore. Aveva buttato alle spalle anni di castità.
La sera successiva come entrò in auto mi trovò con il cazzo nudo, irto, che l’aspettava. Non disse nulla, solo un sorriso di sorpresa illuminò il viso ; un sorriso che rimase quando dopo avermi baciato con passione si dedicò a deliziarmi il cazzo con la sua boccuccia ed assaporò sino in fondo il mio sperma.
Era contenta ed anch’io lo ero.
Avevamo deciso di cenare insieme ed andammo in un ristorante molto carino. Fu una piacevolissima cena. C’era ancora tempi per un “salto” al piano bar.
Mentre eravamo alle prese con i nostri drink vidi al bancone un ragazzo. Il classico sfigato, vestito bene ma con zero chance di cuccare e mi venne una perversa idea.
Amore, mi ami?Ffaresti una cosa per me?
Si, perchè? Cosa vuoi?
Senza giri di parole le chiesi: faresti un pompino allo sfigato?
Mi guardò sorpresa :cosa? Chi? Glielo indicai.
Dai , prova , io ti sto vicino.
Non era tanto per la quale e dovetti faticare per convincerla.
A malincuore acconsentì. Le dissi vai avanti al bagno e aspetta
Parlai con lui; lo sfigato pensava fosse uno scherzo. Ci aveva visto e l’aveva notata ed il suo commento su Cristina fu più che lusinghiero, ma non credeva a quello che gli proponevo
Accettò di venire con me ai bagni quando gli dissi :cosa ti costa verificare che sia vero?
Andammo ai servizi; li conoscevo, erano comuni per uomini e donne. Un ingresso in comune e poi diversi allineati bagni. Cristina era di fianco l’ingresso principale e il suo viso non dava l’impressione che fosse contenta. Le dissi: lui è Aldo e la presi per mano. La portai all’ultimo bagno mentre lui ci seguiva. Aprii la porta e dissi: aspetto qui fuori.
Entrò prima Cristina, poi la porta si chiuse con loro dentro.
Io rimasi fuori; se fosse arrivato qualcuno mi avrebbe visto in attesa e non sarebbe venuto li. Stando vicino la porta e facendo attenzione sentivo cosa succedeva dentro.
Non parlavano . Sentii, forse, il rumore della cintura slacciarsi e il fruscio dei pantaloni di lui calarsi . Immaginai la scena di lui che si calava i pantaloni e gli slip alle ginocchia portando allo scoperto il cazzo già mezzo pronto e vedevo il suo viso ancora non convinto di quanto stesse avvenendo e poi dall’ incredulità passare al piacere quando lei piega la testa gli prende il cazzo con la mano e poi lo prende in bocca. Mi immaginavo lei che si sforzava di prendere il suo cazzo il più possibile in bocca e succhiarlo velocemente per finire in fretta .Guardavo l’orologio; ero curioso di sapere quanto sarebbe durato il pompino. Non potevo vedere, ma adesso immaginavo il viso gaudente di lui e le sue mani sulla testa di Cristina per dettare tempi. Se fossi stato al suo posto avrei fatto di tutto per farlo durare il maggior tempo possibile, ma poteva aver timore che lei si stancasse e lo lasciasse a mezza strada. Infatti fu un pompino veloce, dopo tre minuti lo sentii dire: vengo; il silenzio e un suo mugolio. Doveva essere venuto. Dove? In bocca? Per terra ?
Cristina aveva bevuto il suo sperma o no ?
Doveva essere ringalluzzito poiché poco dopo udii bene che le disse: vuoi scopare ? Ti piacerebbe.
Lei disse: no, hai già avuto troppo, gli accordi erano altri.
Sentii dei movimenti , si stava rivestendo. Tutto era durato meno dii sei minuti e per fortuna nessuno era venuto al bagno
Usci per primo lui e mi vide lì appoggiato che attendevo. Mi disse : grazie , adesso viene, e se ne andò.
Poi usci lei. Non disse nulla, ma era buia in volto. La presi per mano e tornammo all’auto per riaccompagnarla a casa.
Era un po’ giù. Comprensibile. La rassicurai, fui gentile e dolce e la ringraziai per quanto mi aveva dimostrato. Sentivo l’alito fresco della sua bocca. Doveva averla lavata bene, per fortuna. Ci limonai .
Si era ripresa . Passai del tempo per spiegarle il perché era stata importante per me quanto era successo e le dissi che un’altra più importante l’avrebbe aspettata la sera seguente. Dissi che sarebbe sta l’ultima. Con un tremolio negli occhi mi disse : l’ultima e poi basta davvero. Lo confermai. Era tornata ed essere abbastanza serena e felice di stare con me Accompagnandola a casa godetti di un altro suo pompino. Mi ero fermato nel solito posto dove mi aveva fatto il godurioso lavoretto. In cambio, questa volta avevo giocato con la lingua sulla sua passera e con le dita nel suo culetto portandola ad un piacevole dichiarato orgasmo.
Prima di lasciarci ci accordammo per la sera successiva; avevo già definito uno step successivo alla sua esperienza sessuale. Avrei accettato anche un suo no, ma volevo porla nella condizione di farla decidere.
Ripensai al nostro breve trascorso e a cosa l’attendesse
Primo giorno: limonata ed una veloce palpata alle pari intime
Secondo giorno: chiavata, inculata e pompino
Terzo giorno: come sopra
Quarto giorno: doppio pompino a me in auto ed a uno sconosciuto al piano bar.
Quinto giorno: domani a casa mia avrebbe scopato ed altro con uno che conoscevo bene . Era un compagno di calcio con un grosso cazzo e con una evidente indole da porco.
In cinque giorni da vergine timorata a puttanella. Non male eh.
Già due giorni prima avevo dato per scontato quanto sarebbe potuto accadere. Mi ero portato avanti e avevo parlato con Alfredo: un fisico tosto da mediano e un cazzo , almeno a riposo, visto in doccia, enorme. Lo conoscevo da tempo; spesso giocavamo insieme a calcio
Gli dissi che stavo facendo fare delle nuove esperienze ad un’amica ed avevo pensato a lui, ma che lei non lo sapeva.
Dopo che gli ebbi raccontato i trascorsi di Cristina si diede disponibile. Non gli avevo raccontato proprio tutto, ma il necessario per i miei fini.
La sera dopo siamo in casa mia; lo stiamo aspettando ma lei non lo sa. Cristina indossava una minigonna chiara a balze ed una camicetta bianca. Aveva i capelli sciolti e portava delle scarpe con tacchi che slanciano la sua figura.
Eravamo seduti sul letto e ci stavamo sbaciucchiando; intervallavamo i nostri baci bevendo uno spritz da me ben fatto, “caricato” bene. Cristina era sorridente ed accaldata anche per lo spritz.
Quando il citofono suonò Cristina sorpresa mi chiese chi potesse essere; dissi che non lo sapevo e risposi al citofono.
Le dissi: è Alfredo un mio caro amico, è passato a salutarmi. Cristina mi parve scocciata, ma non disse altro.
Quando aprii la porta ed Alfredo mi vide quasi non mi salutò preso come fu dalla presenza di Cristina. Con un sorriso disse: è veramente bella la tua amica.
Pensai che di ragazze cosi Alfredo ne avesse viste ed avute ben poche se non nessuna.
Riflettei su quanto sarebbe avvenuto. Adesso stava a me. Preparai un altro spritz per Alfredo e pian piano feci alzare la temperatura dell’ambiente cominciando a baciare e a toccare nel giusto modo Cristina che inizialmente era imbarazzata dalla presenza di Alfredo, ma poi da me “guidata” se lo dimenticò. Avevo comunque notato il suo imbarazzo mentre l’aiutavo a spogliarsi mi guardava forse aspettando che le dicessi di non farlo.
Tolse le scarpe e poi la camicetta restando con dei trasparenti slip rosa, non portava il reggiseno e le sue collinette furono subito preda della nostra vista e poi le tolsi io le mutandine e la strinsi a me . Mi distesi sul letto trascinandola con me e la baciavo mentre le pastrugnavo il culetto. Intanto alle sue spalle, non visto da lei , Alfredo si spogliava.
Petto ampio ,non alto, squadrato, gambe muscolose, ne grasso, ne magro, un vello nero ricciolo gli copriva il petto. In mezzo alle gambe gli pendeva il cazzo non era ancora pienamente eccitato, ma già a mezza strada si vedeva quanto fosse grosso.
Per me era la classica figura del maschio montatore.
Appena nudo si stese sul letto alle spalle di Cristina che sentì la sua presenza.
Mi disse: ma cosa fa? Ed io: lascialo fare e un mio amico; ricorda ieri al piano bar voglio farti provare nuove sensazioni
Lei: ma non voglio. La baciai e le parlai con convinzione e a lungo prima che con le lacrime agli occhi mi dicesse: va bene , ma è l’ultima volta prometti . Promisi.
Era bellissima , prima di alzarmi dal letto le sussurrai in un orecchio : fai tutto quello che vuole meno che dargli baci in bocca e non farti venire nella passera. A lui il giorno prima avevo detto: fa tutto quello che vuoi e se ti dice che non vuole non importa, fallo. Volevo vedere come avrebbe agito Cristina sotto le sue “pressioni”.
Sapendo cosa volevo da lei si girò sul letto verso Alfredo che intanto si stava masturbando ed il suo cazzo aveva preso una forma che non mi vergogno a dirlo fosse “altezzoso”, regale.
Guardo ambedue e dico: dai non c’è molto tempo. Mi siedo su una poltrona di fianco al letto , con la sigaretta accesa, aspettando con curiosità.
Si avvicinò a lei e disse: dai un bacino al tuo amore e le piegò con una mano il capo verso il cazzo. Fu il primo contatto di Cristina con Alfredo: un bacino sul cazzo.
Fu poi Alfredo a ricambiare; si stese tra le sue gambe e le leccò la figa fino a quando lei ebbe un primo orgasmo . Adesso Cristina era rilassata e “bagnata” e Alfredo si stese su lei e l’aprì. Questo è il corretto verbo perchè quel cazzo non solo entrò nella sua fighetta ma la aprì come fosse quella la sua prima volta. Le mani di Cristina andarono subito a cingere le spalle di lui ;quel cazzo in pochi secondi le aveva aperto figa e cervello.
Dopo questo normale inizio Alfredo si sposta e la fa sedere su lui.
Il cazzo entrò come un siluro in lei che si alzava ed abbassava appoggiandosi sui suoi testicoli
Cristina aveva il suo viso sconvolto dal piacere e dei oh oh accompagnavano i suoi movimenti. Le tette sobbalzavano ad ogni suo movimento tanto che Alfredo allungò le mani per prenderle.
Si vedeva che Alfredo impazzisse di piacere ;il suo cazzo era massaggiato dalla stretta figa di Cristina che gli dava molte piacevoli sensazioni. In un barlume di lucidità le chiese :posso venirti dentro?
Sembrò che queste parole risvegliassero Cristina dal torpore godurioso che stava vivendo.
Interruppe la cavalcata fermandosi seduta su lui con il cazzo dentro
Lui :baciami.
Lei: no. Lui mise la bocca su quella di lei che non riuscì a sottrarsi al bacio e fu costretta a subirlo.
Lui, ruvido: sei la mia troia, fai quello che voglio. Lei parve turbata guardò verso me che accennai a un si. Le confermavo che in quel momento fosse sua, la sua troia.
Non so se per rabbia , per sudditanza a me o per piacere si lasciò andare . Lo guardava con occhi indecifrabili mentre si faceva scopare o meglio lo scopava ;alzandosi portava a vista i suoi testicoli già pronti ad espellere lo sperma accumulato. Rimanendo in questa posizione, come le avevo insegnato, portò una mano in basso cingendo le palle e accarezzandole delicatamente, a bassa voce gli disse :si sono la tua troia . Alfredo sentì di poter svuotare tutto quello che era accumulato nei testicoli dentro la passerina di Cristina, ma non volle farlo subito e la spostò in avanti verso lui facendo uscire il cazzo. Il viso di Cristina raggiunse quello di Alfredo che con la lingua entrò nella bocca aperta di lei inducendola ad una lunga limonata.
Poi la spinse verso il basso facendola scivolare lungo il corpo ai suoi piedi facendole riprendere il cazzo in bocca, ma fu per poco.

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