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Racconti erotici sull'IncestoTradimento

DIARIO DI UN FIGLIO DEGENERE E DEPRAVATO OSSESSIONATO DALL’INCESTO (parte 3)

By 3 Novembre 2021No Comments

Mia madre si è fiondata su mio padre come una furia, l’ha spinto con forza per allontanarlo da me che frignavo e mi lamentavo raggomitolato a terra. L’ho sentita urlare rabbiosa come una leonessa che difende il suo cucciolo e la cosa mi dava ulteriore piacere. Adesso era lei che lo colpiva con delle manate, lui imbestialito l’ha strattonata e spinta via poi le ha dato un ceffone tale da farle girare la testa e far schizzare gocce di sangue sulla credenza. Le ha urlato addosso insultandola, non ragionava più dalla rabbia, le ha detto di essere una troia, l’ha chiamata troia un sacco di volte poi ha aggiunto che era tutta colpa sua se io ero diventato così… Lei isterica gli ha urlato di andare via, di sparire, gli ha detto di non farsi mai più vedere; gli ha urlato che avrebbe chiamato la polizia, che lo avrebbe ammazzato con le sue mani, mentre io riprendevo ad eccitarmi e il cazzo mi faceva un male bestiale a indurirsi.

Si è chinata su di me, io a terra frignavo come un bambino, mi lamentavo biascicando che volevo morire (per rendere più melodrammatica la situazione), avevo il volto tumefatto e sanguinavo da naso e bocca. Lei era prodiga di attenzioni e visibilmente preoccupata e apprensiva. Il petto ansante le sollevava le belle tette che sbirciavo dalla scollatura, il cazzo si induriva sempre più procurando un dolore bestiale ma aumentava anche il piacere.

Per alzarmi e camminare mi appoggiavo a mia madre, mi ha sorretto per fare le scale e raggiungere la mia camera ma ho insistito piangendo per fare la doccia. Fingevo di delirare, farfugliavo frasi volutamente sconnesse e pronunciavo, come un lamento, il nome della mia ex.

Piangevo disperato dicendo che senza Elena avrei voluto morire. Dicendo che se non fossimo tornati insieme mi sarei tagliato la gola quel giorno stesso e l’ho detto fissando in faccia mia madre con uno sguardo alienato, facendole credere di essere convinto di averla presa per Elena. Lei ricambiava con uno sguardo terrorizzato e straziante, da diverse settimane le facevo credere che assumevo pillole per combattere la mia delirante depressione, sapeva quanto fossi fragile psicologicamente e quanto potessi davvero commettere qualunque pazzia perciò tremante e completamente spiazzata dalla situazione che si stava creando ha potuto solo assecondarmi…

Mi sono lasciato spogliare, mi piaceva sentire le sue dita sfiorarmi le parti del corpo tumefatte dai calci e pugni di mio padre.

“Oh figlio mio, guarda come ti ha combinato quel maledetto bastardo. Lo odio.” Ha detto, con un tono preoccupato e dispiaciuto.

Sì, brava mamma, devi odiarlo sempre di più, devi farlo sparire dalla tua vita. Dicevo tra me e me, intanto cresceva la mia eccitazione, il cazzo continuava a farsi più duro, pulsava e cresceva procurandomi un dolore allucinante ma si era fatto grosso come un mattarello e di questo ero felice perché mia madre mi stava abbassando il pigiama e, di lì a poco, se lo sarebbe trovato davanti, svettante come un palo e pronto per lei.

Sì, lo so, sono un porco e un depravato ma sono anche uno senza più leggi morali a cui sottostare. Mia madre è bella donna, ammirata da tanti uomini, perfino quando ci rintanavamo nei bagni o nella palestra della scuola a farci le seghe i miei compagni schizzavano sborra immaginando lei. Una bella donna che volevo quel giorno, nella doccia…

Ero addossato alla parete di piastrelle, non facevo che lamentarmi e ripetere il nome della mia ex rivolgendomi a mia madre. Lei era piegata davanti a me, mi aveva appena abbassato l’orlo del pigiama ed ecco il mio cazzo svelarsi pulsante, grosso e vigoroso davanti alla sua faccia. Ho sentito lei alitarci sopra, non era riuscita a trattenere un sussulto nel vedersi svettare d’improvviso la ragguardevole nerchia pulsante del figlio. Era il momento buono, finalmente.

“Elena… Oh Elena, sei tornata. Non lasciamoci mai più…”

Così farneticando mi sono afferrato il cazzo e con l’altra mano ho tenuto ferma la sua testa, avvicinandolo alle sue labbra.

“Mi fa male, baciamelo! Ti prego… brucia. Lecca… voglio sentire la tua lingua…”

Ho sentito le labbra di mia madre sfiorare la mia asta poi baciarla e leccarla, ha leccato prima timidamente poi la sua lingua partiva dalla base, violacea per il livido, e arrivava fino al glande turgido e carnoso.

“Sei fantastica Elena. Ohhh sì lecca, così…”

Quando la sua lingua passava sulla parte dolorante mi lasciavo scappare un gemito di dolore ma le dicevo di non smettere, mi piaceva troppo soffrire così. Il mio respiro si faceva sempre più ansante e sentivo il cazzo gonfio come se stesse per esplodermi, ho abbassato lo sguardo e ho visto uno scorcio delle sue grandi tette naturali dalla scollatura, quelle che avevano turbato i miei sogni e le fantasie fin dall’infanzia. Allora erano le tette di una bella, giovane mamma e adesso di una piacente signora 50enne in forma e arrapante. Ho aperto l’acqua della doccia che, in un attimo, ci ha inzuppato i vestiti, la sua maglia si era appiccicata alla pelle e la scollatura abbassata ancora di più mostrando due mammelle enormi che mi hanno fatto girare la testa.

Eccitato come una bestia le ho strappato i pantaloni elastici trovando una fica ammantata da una graziosa peluria su cui scrosciava l’acqua della doccia, volevo leccargliela ma dai dolori non riuscivo ad inginocchiarmi, ho frugato con due dita quella peluria poi le ho spinte nella fessura, le ho mosse con abilità procurandole un bel po’ di piacere che lei cercava di nascondere, ma il respiro sempre più ansante e i mugolii soffocati la tradivano, intanto la baciavo sul collo ma non mi sono fermato lì, sono arrivato coi baci alla sua bocca, le sue labbra erano schiuse e ho infilato la lingua, il piacere che le stavo dando con le dita in fica la stavano sciogliendo e il farle credere che io pensavo fosse un’altra la rendevano più arrendevole e meno “sporca”… ma la verità era che stavo limonando nella doccia con mia madre 50enne come fossimo due ragazzini!

Continua…

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