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Gli amori di Antonella (parte undicesima)

By 3 Gennaio 2022No Comments

Mentre mia moglie si era presa due giorni di vacanza col suo fidanzato, la mia amante si era trasferita un paio di giorni da noi. Il marito era via per lavoro e non si fidava a lasciarla sola a casa dato che era incinta di 8 mesi, così mia moglie che era anche una sua cara amica, si era offerta di ospitarla da noi, salvo poi lasciarci soli nel reciproco interesse.
Era sabato mattina, mi svegliai presto e scesi al bar sotto casa a prendere due cornetti, poi preparai in casa un cappuccino e portai la colazione a letto a Martina. La svegliai con un bacio e lei mi guardò stupita. “Che bravo” disse “anche la colazione a letto…ma tratti così anche la zoccola?”
“Che buoni i cornetti…questo più piccolino è quello che ho fatto io a mio marito con te ieri sera, l’altro è quello che ti sta facendo tua moglie adesso…e cominciò a ridere”
Le feci notare che più o meno le dimensioni erano le stesse…ma non si convinse. Facemmo colazione in camera, anche perché non dovevamo farci vedere da mio figlio (3 anni) che avrei dovuto portare dai nonni e non volevo raccontasse qualcosa di inappropriato. La versione ufficiale doveva essere che io dovevo andare a una fiera e sua madre mi accompagnava.
Quindi lasciai Martina in camera e andai a svegliare mio figlio che si alzò in fretta senza fare i capricci dato che gli piaceva andare dai nonni che abitavano in campagna e poteva stare più libero in mezzo al verde e agli animali. Soprattutto però gli piaceva essere viziato e coccolato.
Feci più in fretta che potevo, quando tornai Martina era ancora a letto con in dosso solo un paio di slip, sdraiata e con un cuscino sotto le gambe. Aveva le caviglie gonfie e non si sentiva benissimo, la battaglia della sera precedente, nella sua condizione, si faceva sentire. Mi chiese se potevo accompagnarla in bagno, aveva avuto un capogiro ma doveva urgentemente fare pipì. L’accompagnai volentieri e assistei alla minzione come la sera precedente e anche questa volta usai la mia lingua per pulirla a dovere, ma questa volta lo feci volontariamente, non mi era stato imposto come la sera precedente.
“Ah…allora ti piace porcellino” esclamò sorpresa “Devo inventarmi qualche altra cosa per umiliarti…”
La riaccompagnai in camera, mi spogliai anch’io e mi misi vicino a lei. Non era il caso di una penetrazione, ma un po’ di sesso orale si poteva fare. Avevamo appena iniziato a esplorare con la nostra lingua i nostri corpi che squillò il telefono. Era mia moglie che voleva sapere come andavano le cose. Lei aveva scopato tutta la notte, ma stamani aveva un po’ di nausea, forse non aveva digerito la cena…si fece passare Martina e le chiese se mi ero comportato bene. Rispose: “Si, ho domato tuo marito è diventato un cagnolino ubbidiente, mi sta dando delle soddisfazioni, e tu con Marco come va?”
“Benissimo, mi monta a ripetizione…adesso andiamo a farci un giro, almeno riprende fiato…però…che zoccole che siamo vero Marty?”
“Parla per te” si risentì Martina “io lo sono per colpa di tuo marito. Se ti avesse lasciato e si fosse messo con me, io starei solo con lui”
“Ehi, buona signorina, Andrea è mio e non te lo mollo, al massimo te lo presto…” e incominciarono a ridere entrambe.
Chiusa la telefonata, riprendemmo le nostre effusioni…accarezzavo il pancione della mia amante, era tremendamente sexy, ma lei si fece di nuovo seria.
“Se penso a quanto sarebbe stato bello se qui nella pancia ci fosse stato un figlio tuo e adesso fossimo qui a fantasticare sul futuro della nostra prole. Perché non hai voluto se dici di amarmi? Perché sei voluto rimanere con una che ti tradisce di continuo e non ha nessun rispetto per te?”
Pensai che non c’era una risposta a tutto questo o forse era troppo difficile spiegarlo, così rimasi in silenzio e comunque fu lei a far cadere il discorso, si accorse dei profondi graffi che mi aveva fatto sulla schiena la sera prima.
“Cazzo…ci sono andata pesante ieri sera” disse. Poi, dopo un attimo di silenzio aggiunse: “Però te lo sei meritato, lo sai vero?”
“Si, mia signora…lo so, infatti non ho protestato”
“Bravo, vedo che ci capiamo…adesso cerca di darmi piacere…il guinzaglio è ancora a portata di mano e potrei usarlo come frusta…”
Ubbidii, le baciai i piedini e le massaggiai i polpacci, poi avvicinai le mie labbra alle sue cosce, la baciai e gustai il profumo della sua pelle morbida e fresca…aveva 10 anni più di Antonella ma non si notava affatto.
Le tolsi gli slip e continuai a salire con le mie labbra lungo le sue cosce, avvertii il solletico dei suoi peli pubici sulla faccia, non erano particolarmente folti, ma ero abituato alla fighetta depilata di mia moglie e provai una sensazione diversa e comunque piacevole…tranne quando qualcuno mi finiva in bocca…e allora era un po’ fastidioso.
“Dai cagnolino lecca…” mi incitò lei e io non me lo feci ripetere due volte. Tirò su le ginocchia in modo di rendere più facile l’operazione e io mi tuffai fra le sue cosce, mentre con una mano le accarezzavo il pancione e con l’altra cercavo i capezzoli turgidi.
La stimolai a lungo con la lingua, infine mi aiutai anche con due dita per andare a stuzzicarla internamente e infine riuscii a farla esplodere in un orgasmo intenso.
Lei era appagata mentre io, stanco ed eccitato mi sdraiai accanto a lei, chiusi gli occhi mentre lei mi diceva: “Sei stato bravo, ti darò un premio…anche se non lo meriti”.
Sentii le sue labbra sopra al mio membro, poi la lingua che correva lungo l’asta fino alle palle che prese a leccare avidamente. Si fermò all’improvviso e mi disse: “Forse hai ragione, dovremmo depilarci entrambi…solo che devo trovare una giustificazione per mio marito…non capirebbe dato che lui lì non ci mette mai bocca…”
Riprese da dove aveva interrotto e fu bravissima, come sempre, al pari di mia moglie che aveva una esperienza di gran lunga maggiore. L’avvisai che stavo venendo, giusto per correttezza, ma sapevo che mi avrebbe fatto sfogare in bocca come sempre, avrebbe ingoiato e poi avrebbe pulito bene tutto. Però negli ultimi tempi era diventata molto dominante e non era il caso di prendersi troppe libertà. Mi amava e mi odiava allo stesso tempo, mi faceva male e poi, dopo due minuti era pronta a darmi piacere.
Il resto della giornata passò a farci coccole e a subire i suoi morsi quando le tornava in mente che non avevo voluto lasciare mia moglie per lei…ma fu comunque bellissimo.
Desideravo possederla, ma avevo rispetto per la sua condizione, era bello comunque averla vicino…però…cominciava a mancarmi mia moglie. Nonostante tutto, nonostante l’amore e la rabbia di Martina, l’eccitazione che mi provocava il suo pancione, il suo atteggiamento dominante e il bene che sinceramente le volevo…mi mancava quella zoccola che era in giro col suo amante. Non vedevo l’ora di averla di nuovo tra le mie braccia.
Finalmente la domenica pomeriggio Marco la riaccompagnò a casa, anche prima del previsto. Tutto bene fra loro, ma Antonella non si era sentita bene e aveva preferito rientrare già nel primo pomeriggio.
Quando rientrò io e Martina eravamo a giocare sul letto entrambi nudi…si affacciò sulla porta e si scusò dell’improvvisata. Le chiedemmo di entrare e sedersi con noi sul letto, la baciai appassionatamente e le dissi che mi era mancata, al che mi rispose: “Amore anche a me, non sono stata bene e avrei voluto averti vicino”. Martina schiumava di rabbia ma cercava di non darlo a vedere, poi rivolta a me: “Dai, adesso lasciaci sole, tua moglie deve raccontarmi le sue scopate”.
Ma Antonella corresse: “Ehi santerellina, voglio sapere anche delle tue…non credo siate stati qui a guardarvi tutto il tempo”.
Capii che era meglio lasciarle alle loro confidenze.
Più tardi, mentre Antonella era in bagno, Martina mi venne vicino e mi fulminò con lo sguardo: “Non pensare che io abbia finito con te, più tua moglie ti mette le corna…e in questi giorni mi ha raccontato che ha fatto cose da vera zoccola…più mi viene voglia di farti male. Martedì mattina alle 8 ti voglio sotto casa mia, appena mio marito esce tu sali e preparati all’umiliazione e al dolore…ti odio quasi quanto ti amo e sai che il mio amore per te è immenso”
Chissà cosa aveva in mente…però glielo dovevo…
Avevo voglia di fare l’amore con mia moglie, ma non dovevo trascurare Martina…farlo con entrambe?…magari. In fondo ognuna sapeva dell’altra, ma non so perché non siamo mai arrivati a questo. Il massimo è stato quando quella sera ho baciato entrambe con un bacio appassionato, mentre io e mia moglie ci coccolavamo Martina (la mia amante e la sua migliore amica) sul divano.
Al momento di andare a dormire, per togliere qualsiasi elemento di contrasto, hanno deciso di dormire assieme loro mentre io sono dovuto andare nella camera degli ospiti. Però non era giusto…quando i fidanzati di mia moglie dormivano da noi andavano a letto con lei, però in fondo io quella sera avrei voluto mia moglie, non la mia amante.
Arrivammo al lunedì, io andai via presto salutando entrambe con un bacio e una battuta: “Porcelline, chissà cosa avete fatto stanotte?”
Rispose mia moglie: “Quanto sei stupido…abbiamo dormito e ci siamo disintossicate da tutto il cazzo che abbiamo preso in questi giorni…è vero ci siamo un po’ accarezzate e coccolate, ma solo perché ci vogliamo bene come amiche…non siamo lesbiche e non ci interessa la figa”
Ma davvero Martina era così amica di mia moglie?
Tornai a casa la sera, Massimo (il marito di Martina) era venuto a riprenderla nel pomeriggio, ma né io né Antonella eravamo in casa. Ci telefonò più tardi per ringraziarci di esserci presi cura della sua donna…se avesse saputo come me ne ero preso cura io…anzi…più che altro come lei si era presa cura di me…I graffi sulla schiena mi facevano ancora male.
Finalmente potei andare a letto con mia moglie e fu bellissimo come lo era sempre quando lei tornava da me dopo le sue trasgressioni, o almeno…lo fu finché durò…Antonella non stava bene, sembrava aver superato i suoi problemi di stomaco invece…forse la cena pesante, il sesso intenso appena dopo o chissà cosa…meglio consultare il medico.
La mattina seguente, qualche minuto prima delle 8, ero davanti a casa di Martina, parcheggiato in modo che non potessi essere notato, ma in modo da vedere il cancello da cui sarebbe uscito suo marito con l’auto.
Alle 8 e 2 minuti Massimo uscì. Stavo per suonare il campanello, ma mi accorsi che il cancellino del giardino era aperto e così anche il portone di casa. Entrai e subito una voce chiese se ero io. Risposi di si. Mi disse di raggiungerla in camera e la trovai a letto nuda appena coperta da un lenzuolo. Mi avvicinai a lei e la baciai, ma lei mi allontanò dicendo:
“Spogliati bastardo e vieni qui da me a fare il cagnolino…o lo fai solo per tua moglie? Non ti metto il collare, ma mi tengo il guinzaglio a portata di mano…ho visto che come frusta funziona…”
Mi avvicinai di nuovo, questa volta sembrò gradire il mio bacio, finché non si trasformò in un morso che mi fece gridare: “Cazzo, Martina, mi hai fatto male…”
“E tu quanto ne hai fatto e quanto continui a farne a me?”
Poi mi guardò con uno sguardo voluttuoso e mi disse: “Adesso devi adorarmi e darmi piacere, se vuoi che ti perdoni…e soprattutto…devi ubbidire”.
Sollevai il lenzuolo e iniziai a baciarle i piedi per poi salire verso le caviglie che quella mattina non erano gonfie come le ricordavo, le accarezzai i polpacci con le mani e con la lingua e continuai a salire sempre più su.
“Bravo cagnolino” mi disse Martina “adesso dovrai accarezzare anche la mia patatina, ma ti avverto…prima che tu arrivassi ho fatto sesso con Massimo e la figa è ancora piena di sperma…dovrai pulirla a dovere…”
“Alzai la testa e le urlai: “Ma sei matta? Io non faccio queste cose!”
Mi colpì col guinzaglio come fosse una frusta…ma non molto forte, non mi fece male, però mi disse decisa: “Bene, come vuoi, però non ci vedremo più, anzi dirò a mio marito che mentre ero da voi tu mi hai importunato, così metteremo fine anche alla nostra amicizia”.
Rimasi un po’ interdetto, ma cercai di parlarle con calma: “Amore perché mi fai questo? Io non ti ho mai costretto a fare niente che non ti andasse di fare”
I suoi occhi si riempirono di odio: “Sai quante volte sono stata umiliata da te? Quando mi hai fatto capire che non valgo nemmeno quanto quella puttana che hai sposato? E sai quante notti mi sono addormentata piangendo per il desiderio di averti accanto a me? Avrei fatto le cose più porche per te…avrei accettato di farmi scopare anche da altri se a te faceva piacere…e sai che non sono il tipo”
Poi continuò: “Tu non vali nemmeno la decima parte di mio marito come uomo e come padre di famiglia e non avrei nessun diritto di tradirlo…ma non riesco a liberarmi di te che magari ti vanti pure di farlo cornuto…voglio che in qualche modo tu ti sottometta anche a lui…e so che lo farai perché malgrado tutto anche tu non puoi fare a meno di me”.
Si avvicinò e mi baciò, poi prese la mia testa e la spinse verso il suo pube. Non opposi resistenza e feci tutto quello che mi aveva chiesto, non fu poi così disgustoso. Quindi le infilai due dita nella figa, raccolsi i suoi umori e gli ultimi residui di sperma poi le avvicinai alle sue labbra e le leccammo assieme, poi ci abbandonammo ad un bacio intenso. Lei mi fece sdraiare, salì sopra di me e facemmo l’amore finché anche il mio sperma si riversò dentro di lei…
Non sarebbe più successo per un po’, la settimana successiva fu ricoverata con urgenza in ospedale….la piccola Sara aveva deciso di nascere prima del tempo (che si fosse stufata di essere costantemente innaffiata dello sperma mio e di suo padre?).

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