Skip to main content

A:”Beh fratellino, ti è piaciuta la magia?”
Rimasi lì a guardarla a bocca aperta, esausto e con il sudore che imperlava il mio corpo.
Anna aveva stava facendo quel classico sorrisetto che una donna fa quando sa che ha fatto perdere la testa al proprio partner.
A:”beh hai perso la parola?”
L:”non ho le forze di risponderti sorellona”
Lei rise ancora è si abbassó a raccogliere la camicia. Dopodiché cominció a riabbottonarla guardandomi e, probabilmente, cercando di carpire la soddisfazione nei miei occhi.

Arrivó all’ultimo bottone, si avvicinò a me e mi diede un bacio sulla fronte.
Fatto ciò, si avvicinò alla porta.
A:”dai sbrigati che potrebbe arrivare qualcuno”.
Presi la mia roba da terra e iniziai a rivestirmi.
Quando alzai lo sguardo lei era già andata via.
Andai in bagno e mi diedi una sciacquata.
Quel sogno era finito.

Mi ripresentai alla festa poco dopo. Tutto era uguale. Renzo e i suoi amici erano in un angolo alla soglia del coma etilico, i parenti nell’angolo opposto parlava no animatamente tra di loro e i bambini giocavano fuori.
Uscì a fumarmi una sigaretta (i miei genitori sapevano di quel mio vizio).
Uscì la e mi misi in un angolo in modo da non mandare il fumo in faccia ai bambini e li vidi di nuovo Anna.

Mi fulminò subito con lo sguardo. Avevo capito: ero stato un suo sfogo per quel poco tempo che era durato e ora si era stufato del suo giocattolo.
Finì velocemente la sigaretta e tornai, sconsolato, alla festa.
Mamma mi vide e mi chiese: “Luca che succede?”
L:”niente mamma lascia stare”

Passó un’altra ora e la festa fu quasi al termine.
Io ero ancora lì in mezzo ai miei parenti a rispondere in maniera sconnessa a quell’età e a quella domanda quasi senza capire realmente cosa mi stavano chiedendo.
In quel momento arrivó Anna:”mamma la festa è quasi finita e Renzo come sempre non è in condizione di stare in piedi, è un problema se Luca rimanesse a darmi una mano a mettere a posto e poi te lo rispedisco a casa?”.
M:”no nessun problema, occhio solo che ora è un po’ scazzato”.
A:”quindi mi dai una mano?”.
Il suo tono non era aggressivo ma il suo sguardo era molto severo nei miei confronti.
Sapevo che, essendo di solito molto disponibile, non potevo rifiutare senza destare sospetti.
L:”va bene basta che non ci mettiamo molto”.
Anna se ne andò senza neanche ringraziarmi.

Poco dopo gli invitati andarono via e, tolta la famiglia di Anna, rimasi solo io.
Iniziai subito a pulire l’angolo occupato da me e dai miei parenti mentre fuori rimasero i due figli di Anna a giocare.
A:”vado a mettere Renzo a letto”.
Continuava a trattarmi con freddezza. Prese suo marito di peso e lo porto su.
Avrei potuto darle una mano ma ero troppo incazzato per farlo. Giocattolo si ma pure schiavo no.

Tornó dopo un buon quarto d’ora.
A:”Grazie per la mano eh, vedo che sei proprio un cavaliere”
L:”se vuoi smetto anche di pulire”.
Lei si infuriò, l’unica cosa che le fece tenere basso il tono della voce fu la vicinanza della taverna al cortile dove c’erano i suoi figli.
A:”fammi capire ragazzino, una ti fa quello che ti ho fatto e questo è il ringraziamento?”.
Decisi di rispondere a tono.
L:”beh dato che io sono stato usato come un giocattolo direi che sei tu quella in debito e non in contrario!”.
A:”cosa??”. Aveva gli occhi fuori dalle orbite “e chi ti avrebbe usato come un giocattolo scusa?”.
L:”mah, appena hai finito te ne sei scappata. E appena mi hai rivista alla festa mi hai guardato male. Direi che quello usato sono io!”.
A:”sei proprio un idiota! Me ne sono andata via prima per non far avere sospetti a nessuno, e ti guardavo male perché quando sei sceso ti si leggeva in faccia che eri appena venuto. Era per coprirti!”.
Rimasi di sasso.
A:”cosa pensi? Se avessi voluto fare una pompa a qualcuno avrei optato per un collega mica per mio fratello. L’ho fatto perché provo qualcosa per te e perché so che tu provi lo stesso per me”.

Avevo frainteso tutto. Non avevo parole per farglielo capire e non riuscì a dire neanche un semplice “scusa”.
Come capitava spesso lei me lo lesse negli occhi e i suoi lineamenti si fecero più sereni.
Mi passó la mano tra i capelli e disse:”dai fa niente, è solo un fraintendimento”.
Si guardó intorno e, dopo essere stata sicura che nessuno potesse vederci, mi bació con passione.
I nostri corpi tornarono a diventare una cosa sola e le nostre li vie ritornarono a fare la guerra che avevano messo in pausa poco prima nei piani di sopra della casa.
Iniziammo a strisciarci l’uno all’altra e ricominciammo ad esplorare i nostri corpi.
A:”mmm, non qua”e si staccó.
Mi guardó negli occhi e mi sorrise, quindi andò dai figli e ci parló per pochi minuti.
Quando tornó da me gli urló:” allora io e lo zio andiamo su a mettere a posto tutto, se avete bisogno di qualcosa citofonate che dobbiamo chiudere le porte per non svegliare papà”.
Quindi mi fece cenno di seguirla.

Andammo diretti senza fiatare al secondo piano. Stare dietro di lei nelle scale era stupendo. Quel suo sculettare era ipnotico e subito il sangue si trasferì dal cervello al basso ventre.
Arrivammo al secondo piano e feci per andare in camera.
A:”fermo!”.
Mi girai a guardarla sorpreso.
A:”la camera dei bambini è proprio sopra la nostra camera da letto. Se facessimo rumore con il letto sveglieremmo Renzo”.
Rimasi basito. Quelle parole mi avevano fatto capire che mia sorella voleva scopare con me.
A:”vieni qui”.
Mi portó dentro lo sgabuzzino.
Era piccolo ma, steingendoci, potevamo starci entrambi.
A:”chiudi la porta, così se facciamo rumore ne passa di meno”.
Eseguì e lei accese una luce che si trovava lì dentro.
A:”da fuori non la vedranno tranquillo”.
La mia sorellona aveva pensato a tutto.

Finiti i preparativi mi mise le braccia intorno al collo e ricominció quel bacio che avevamo appena interrotto.
Quel bacio fu strepitoso. Ci assaggiammo con gusto e trasporto. Tornai ad esplorare il suo corpo con le mani. Iniziai dal culo, poi sali ai fianchi, passai solo il seno e arrivai al suo viso. Lo premetti più forte contro il mio e ad Anna scappo un gemito.
Quel separarsi delle nostre bocche mi portó a scendere e a baciarle il collo. Lei piegó un po’ il capo e mi facilitò il compito. Le mie mani tornarono a scendere e si misero sul seno.
Anche le mani di Anna decisero di andare in esplorazione del mio corpo. Passarono dal mio viso alla mia schiena, quell’andirivieni sul mio dorso mi faceva sentire delle sceniche di passione che arrivarono dritte al cervello. Poi scesero ancora arrivando il mio sedere. Fatte delle poderose palpate ai miei glutei risalirono impossessandosi della mia maglietta che in un istante mi fu tolta.

La bocca famelica di Anna si riprese la scena. Scese sul mio collo lasciandomi dei morsi che mi and arino in estasi e inizió a scendere bestia i miei addominali.
Le sue mani tornarono sul mio posteriore e lei, ingoiata da quella situazione, iniziò a passare la lingua sulla porta dei miei jeans.
La fermai.
L:”io ho già goduto ora tocca a te”.
Lei mi guardò che faccia sorpresa.
La presi e la feci mettere su un mobile che era lì nello sgabuzzino.

Mi staccai mi levai velocemente i jeans e le mutande e le dissi:”fammi vedere come ti togli i vestiti”.
Lei sembrò eccitarsi di quel mio prendere in mano la situazione.
Sfodero subito il suo sguardo eccitato e inizió con lentezza e sensualità a sbottonare la camicia. Arrivó all’ultimo bottone.
Portó le mani al seno e iniziò a giocarci senza farlo uscire.
Scese con le mani e andò ai pantaloni gli slacció e alzò le gambe unendole. In un attimo mi ritrovai con sua parte inferiore del corpo nuda.
Quando decise di abbassare le gambe lo fece aprendole.

Io ero lì con il mio pene in mano a guardare mia sorella stesa a gambe aperte. Il suo fiore era davanti ai miei occhi aperto e già bagnato.
Non resistetti un attimo di più. Mi ci fiondai sopra con la bocca e subito la mia lingua inizió a leccarla. Inizia con le piccole labbra , le laccavo, le prendevo in bocca e le succhiavo.
Ad Anna questo trattamento piaceva e me lo dimostrò con le mani che andarono a perdersi nei miei capelli.
Finito con le labbra la mia lingua andò sul suo clitoride. Iniziai con qualche leccata lenta. La sorellona apprezzó e non poco e un primo gemito me lo confermó.
A:” ahhhh, si fratellino, più veloceeee”.
Aunentai il ritmo delle laccate.
Iniziai a giocare con il clito. Alternai dei giri intorno con la lingua e delle succhiate.
Anna urlava frasi sconnesse. Urlava così forte chee chiunque si fosse trovato su quel piano avrebbe potuto sentirci ma a nessuno dei due questo sembrava importare.
L’importante per me in quel momento era farla godere e niente e nessuno avrebbe potuto fare in modo di impedirmelo.

La pressione sulla mia testa aumentò segno che mia sorella era quasi al limite. Smisi di leccare e inizia a fare un autentico pompino al clitoride di Anna che nel frattempo era uscito tutto fuori.
A:”Dio mio siiii, non me la leccavano da tempoooo, cazzo Luca, godo, godo, godooooo”.
Feci appena in tempo a mettere la lingua nel buco della vagina di mi sorella che un getto fortissimo invase la mia bocca.
In quel momento il citofono squilló. In poco tempo riuscimmo a vestirci e a scendere al pino sotto.
Anna, ancora stravolta e con la cima is abbottonata male scese dai figli io ne approfittai per andare a vedere se Renzo era ancora svenuto.

Uscito dalla stanza incrociai Anna che stava salendo.
Mi fece cenno che avevo ancora del liquidò sulla faccia e io in risposta le fece capire che i bottoni della camicia erano messi male.
Scoppiammo a ridere.
A:”Gianni e Lorenzo stanno mettendo a posto sotto e saranno qui a momenti. Mi sa che non possiamo più fare nulla.”
L:”tranquilla quello che volevo fare l’ho fatto”.
Lei mi bacio con amore.

Arrivarono poco dopo i suoi figli e dovetti andare con Anna che “per ingraziarmi” mi accompagnò fino al portone.

A:”ciao fratellino, grazie di tutto”.
L:”figurati, se hai bisogno basta chiamarmi”.
Da fuori sembrava parlassimo delle pulizie ma entrambi sapevamo che ci riferivamo ad altro.
Ci baciammo sulle guance e mi sussurró all’orecchio:”quello di oggi è il più grande orgasmo che abbia mai avuto e hai usato solo la lingua. Non vedo l’ora di provare altro”. Si staccò e mi fece l’occhiolino in maniera provocante.
La guardai e sottovoce le risposi:”hai visto sorellona? Anche la mi lingua fa le magie”.
Scoppiammo a ridere.

Continua…

12

Leave a Reply