La seguente opera è puramente di fantasia , tutti i personaggi e i nomi presenti sono casuali. Se ti piace il racconto e vuoi lasciare commenti , suggerimenti o critiche scrivimi a red.writer@hotmail.com o lascia un commento sotto.
Tornare in palestra era stato senza alcun dubbio un vero toccasana. Da mesi ormai, l’esercizio fisico costante era tornato a far parte attivamente della mia vità e i risultati non avevano tardato ad arrivare; oltre ai chili persi potevo nuovamente vantare un fisico quantomeno decente.
La spinta a riprendere era venuta da più parti , ma senza dubbio l’invito più insistente era stato quello di mia moglie Sara che in più occasioni mi aveva punzecchiato sul fatto di essermi lasciato un po’ andare.
Mia moglie d’altro canto era una donna molto curata che sua volta amava tenersi in forma frequentando regolarmente corsi di yoga e facendo jogging.
Minuta per natura, non superava il metro e 63, con l’immancabile coda i capelli biondi che ne incorniciavano un volto da adolescente dimostrava meno dei suoi 32 anni. Quando l’avevo vista per la prima volta , quasi dieci anni prima non mi aveva colpito immediatamente , ma poi mi era bastato parlarle per qualche minuto per cambiare idea e rimanere affascinato dal suo sguardo deciso e sensuale con i suoi grandi occhi chiari e profondi; spiccatamente estroversa, indipendente e portata alla socializzazione era una donna che sapeva quello che voleva; in molti avevano cercato di tenerle testa in più di un’occasione, me compreso, ma la sua determinazione era proverbiale, quando voleva una cosa la otteneva. Attituduni che l’avevano portata anni dopo a rilevare e gestire insieme alla sorella il bar di famiglia quando il padre aveva deciso di ritirarsi per la meritata pensione.
La ripresa dell’attività fisica non era stata semplice all’inizio, quello che mi mancava maggiormente era la voglia di faticare; le cose erano cambiate quanto avevo conosciuto Maxime , un ragazzo italofancese di qualche anno piu giovane di me che frequentava assiduamente la palestra da anni.
Inizialmente i nostri incontri erano occasionali e occasionali i nostri scambi di battute, poi però, complice una concordanza di orari, con il tempo la conoscenza si era approfondita e dopo un po’ si è trasformata in una sorta di amicizia, al punto di arrivare ad organizzarsi per allenarsi insieme con una certa regolarità; Maxime era riuscito in breve a trasmettermi una certa passione per l’esercizio fisico attraverso il perseguimento di obiettivi semplici ma concreti sprondandomi a dare il meglio di me ogni volta che mi straiavo su una panca o correvo su un tapis roulant.
In più di un’occcasione non avevo potuto fare a meno di provare una certa ammirazione per il fisico scolpito del ragazzo, provandone una certa invidia; non esageratamente sviluppata la sua muscolatura era però ben tornita , risultato di anni di esercizio costante e di un alimentazione controllata.
Alla soglia dei suoi 34 anni, Maxime, aveva raggiunto un equilibrio nella sua vità piuttosto movimentata , decidendo definitvamente di non cercare in alcun modo di farsi una famiglia ne di avere una parner fissa; uno spirito libero come amava definirsi, e poi, come in più occcasioni tendeva a sottolinerare, perchè legarsi a una singola persona quando il mondo era pieno di occasioni; così, durante una delle nostre sessioni di allenamento, mi aveva confidato che in occasione dei suoi numerosi viaggi di lavoro in giro per il paese non perdeva occasione di divertirsi qua e la, in altre parole scoparsi ragazze qua è la, in molti casi anche donne sposate che amavano la trasgressione del tradimento e che a suo dire erano le migliori in termini di prestazione, con una certa esitazione iniziale mi aveva anche confidato che in alcuni casi aveva esteso questi incontri anche a uomini, per provare qualcosa di diverso aveva detto e pur preferendo le donne la cosa non gli era dispiaciuta affatto.
Devo dire che non essendo bigotto, e avendo sempre avuto una fervida immaginazione sessuale che mi aveva sempre predisposto all’apertura mentale, la cosa non mi aveva sconvolto affatto, anzi in un certo senso uno stile di vita del genere, cosi diverso dal mio, mi incuriosiva parecchio e così le occasioni di parlare della cosa erano aumentate di pari passi con la mia curiosità a riguardo.
Una sera dopo aver bevuto un paio birre insieme in un vicino locale dopo l’allenamento, mentre ci apprestavamo a recuperare le nostre macchine al parcheggio, Maxime mi aveva chiesto se avessi voluto vedere qualche foto di uno dei suoi incontri di cui mi parlava di tanto in tanto.
La richiesta mi aveva preso un po’ alla sprovvista , ma l’esitazione era durata un attimo e la mia vena voyeristica aveva avuto il sopravvento.
Nella prima di queste immagini compariva il mezzo busto di una donna sulla quarantina con un viso rotondo leggermente paffuto, molto ben truccata con grossi orecchini dorati era seduta a un tavolo di un ristorante mentre sorrideva alla camera: la camicetta elegante blu, sbottonata, poco celava le morbite rotodità di un seno che si presumeva prosperoso; nelle foto successive la donna compariva insieme a Maxime mentre visitavano le vie di un centro città come una normale coppia, in alcune occasioni o due si erano fatti fotografare mano nella mano; poi le foto si interrompevano e venivano sostituite da un video. L’inquadratura si apriva su una stanza di albergo in cui la donna compariva di fronte alla telecamera in piedi davanti al letto: scalza, teneva i lunghi capelli neri ricci raccolti sopra la testa atteggiandosi a musa e danzando lentamente per poi iniziare un lento spogliarello a favore dell’osservatore.
In breve la donna aveva rimosso la parte superiore del suo vestito e aveva slacciato il reggiseno di pizzo nero rilasciando il grosso seno che ora appariva in tutta la sua maestosità: leggermente cascante viste le dimensioni e l’età non più giovanissima , presentava delle grosse areole scure con al centro capezzoli turgidi indice inequivocabile di eccitazione, poco sotto in corrispondenza dell’ombelico e giù fino alla linea della gonna era presente una vistosa cicatrice probabilmente riconducibile a un parto cesareo.
“ Ti piace ?” era stato il commento della donna una volta avvolto e sollevato il seno con entrambe le mani.
“ Adoro le tue tette “ era stata la risposta pronta di Maxime, alchè la donna aveva proseguito la sua lenta rimozione dei vestiti, nello specifico aveva rimosso la gonna per poi ruotare e mettere in vista il suo sedere completamente scoperto attraverso il quale passava la sottile linea del perizoma; il sedere come la restante parte del corpo era piuttosto morbido , non eccessivamente grasso ma pur sempre vistoso.
Il video terminava con l’ultima inquadratura della donna che sfilato il perizoma si mostrava frontalmente nella sua completa nudità: in corrispondenza del pube era chiaramente visibile un folto pelo nero.
La visione di questo video mi aveva decisamente eccitato; stavo per chiedere qualcosa riguardo alla donna , ma Maxime quasi leggendomi nella mente mi aveva anticipato.
“Questa è Isabella, sposata con tre figli, il marito la scopa poco , mentre io lo faccio regolarmente ogni volta che mi trovo dalle sue parti “.
“ E non hai pura che vi possano scoprire ?” avevo replicato.
“ Se una donna vuole metterti le corna non ce nulla che tu possa fare, quindi tanto vale godersela, e poi è improbabile che ci scoprano, ogni volta che scopiamo , il marito è a casa a curare i figli e pensa che la moglie sia a casa di parenti ”.
Quella frase iniziale mi aveva colpito a fondo, seppur nella consapevolezza generale, di base non avevo mai pensato a un eventualità che mi riguardasse direttamente, eppure….
I miei pensieri furono nuovamente interrotti da Maxime che mi invitava a dare un occhio alle foto successive.
La foto foto successiva ritraeva l’immagine riflessa di Maxime a torso nudo in piedi davanti uno specchio a parete, inginocchiata di spalle ai suoi piedi stava Isabella con la testa posizionata in corrispondenza del pube del ragazzo , Maxime impugnava con una mano il cellulare per tenere l’inquadratura , mentre l’altra era appoggiata sulla testa della donna.
La scena aveva un che di maestoso, ricordarva un’immagine mitologica con Maxime nella veste di un un guerriero e Isabella di una schiava ai suoi piedi: il volto del ragazzo mostrava un leggero sorriso palesamdp i segni di apprezzamento del lavoro che si poteva intuire essere in corso. Di nuovo la mia attenzione si sposto sul culo burroso della donna poggiato sulle piante dei piedi; pur essendo totalmente diverso dal culo piccolo e sodo di mia moglie aveva un che di invitante e estermamente erotico.
“Adora succhiarmi il cazzo ” fu il commento di Maxime mentre indulgevo sull’immagine.
“Me lo ha succhiato praticamente ovunque, ogni votlta che la riaccompagno a casa prima di salutarci mi fa un pompino perchè dice vuole sentire il mio sapore ancora per un po’ e vuole tenermi le palle vuote per evitare che scopi con altre”
La battuta mi strappò un sorriso , e di nuovo provai un pizzico di invidia per Maxime. Farsi succhiare il cazzo regolarmente non era cosa da tutti, nel mio caso sfortunatamente Sara non ne era appassionata , lo aveva fatto nei primi anni della nostra storia , ma poi le prestazioni erano diventate eccezionali , al contrario io adoravo praticarle sesso orale e non perdevo occasione di farlo.
Scorsi l’immagine successiva, di nuovo un’immagine riflessa nello specchio, Isabella abbracciava da dietro il corpo nudo del ragazzo; il suo volto spuntava dalla sua spalla sinistra e ne baciava il collo; la mano destra della donna lambiva la parte esterna del pettorale del ragazzo , mentre la mano sinistra ne impugnava saldamente il membro eretto quasi ad offrirlo a un ipotetico spettatore.
Non era la prima volta che vedevo Maxime nudo , in alcune occasioni mi era capitato di intravederne la figura negli spogliatoi al termine delle sessioni in palestra, ma i nostri armadietti erano distanti e ovviamente non mi ero mai soffermato a osservarne le parti intime. Tra le cosce muscolose del ragazzo spuntava il suo cazzo in piena erezione; un cazzo tozzo non particolarmente lungo, ma decisamente consistente in termini di circonferenza, la forma era fortemente arcuata verso l’alto e terminava con un grosso glande gonfio, la pelle del prepuzio era assente indice di un intervento di circoncisione, al di sotto del membro in bella vista vista stavano un paio di grossi testicoli contratti nella sacca scrotale. Il membro era particolmente evidente sia per il contrasto tra la piccola mano smaltata della donna che lo afferrava, sia per il fatto che come per le restanti parti del corpo, Maxime era completamente depilato. Un altro particolare colpì la mia attenzione: l’anello nuziale sull’anulare della mano che teneva saldamente il cazzo di Maxime.
Ormai la visione delle immagini mi aveva alquanto eccitato, e ne avrei volentieri continuato la visione, mi sembrava però inopportuno farlo, così con un certo sforzo porsi il cellulare a Maxime indicando che il tempo a disposizione era finito e che avrei dovuto tornare a casa.
Con una certa spontaneita mi usci dalla bocca un “complimenti”; nel momento stesso in cui la parola mi uscii di bocca compresi che poteva essere interpretata in due modi: il riferimento poteva essere alla situazione in generale o nello specifico dell’ultima immagine alle dimensioni del suo cazzo.
Maxime mi levò dall’impaccio con una battuta:“per fare grandi imprese servono strumenti eccezionali” per poi sorridere e salutarmi prima di allontanarsi in direzione della sua macchina.
Mentre mi accingevo a rientrare a casa, non potevo fare a meno di ripensare a quanto avevo appena visto, l’eccitazione era ancora molto forte mentre rivivevo le immagini guidando; mi capitava saltuariamente di vedere materiale pornografico in rete, ma in questo caso la cosa era diversa, era tutto vero e c’era passione e trasgressione , c’era inoltre qualcos’altro che in quel momento non riuscivo a cogliere ma che mi turbava profondamente accrescendo un’eccitazione mista a disagio.
Ormai sulla soglia di casa pensai di sfuttare a pieno il mio stato emotivo facendo sesso con mia moglie; era da un po’ di tempo che i nostri rapporti sessuali si erano diradati , e seppur mantenendo una forte attrazione nei suoi confronti, adorarvo letteralmente il suo corpo ,da un po’ la consuetudine era subentrata anche nella nostra relazione. Questa serà però mi sentivo particolarmente predisposto a dare il meglio di me e con trepidazione inserii la chiave nella toppa della porta di casa.
Una volta dentro mi ritrovai nel salotto buio per poi ricordare con sgomento che giorno fosse ; già, era martedì, uno dei giorni della settimana in cui mia moglie usciva con gli amici; la libertà di poter frequentare liberamente il suo gruppo di amicizie era stato uno delle condizioni imprescindibili al suo si, quando le avevo chiesto di sposarmi quasi tre anni prima.
Nei primi anni della nostra storia , spesso mi univo anche io a queste uscite di gruppo, poi però avendo un carattere introverso, quasi opposto a quello di mia moglie col tempo mi ero limitato ad alcune uscite occasionali, di solito quelle in cui erano presenti amici comuni o in occasioni particolari.
Di amici mia moglie del resto ne aveva tanti , dagli ex compagni di scuola , al gruppo di yoga , al gruppo di avventori regolari del bar, in qualche caso eccezionalmente organizzava anche alcune escursioni nel fine settimana quando non lavorava.
Devo dire che passare intere serate da solo in casa a guardare qualche serie su Netflix non mi faceva impazzire, ma sapevo benissimo che se avessi fatto pesare la cosa l’argomento sarebbe sfociato in una discussione, d’altra parte da tempo mi ero abituato alla cosa al punto che ormai non mi infastidiva più di tanto; con Sara era cosi, prendere o lasciare e per mia moglie avrei fatto questo ed altro.
Decisi di provare a distrarmi pensando ad altro, ma immagini di quanto visto si accavallavano nella mia mente e l’eccitazione non passava mentre mi dedicavo a controllare la posta del lavoro sul portatile; dopo un po’ pensai di masturbarmi per alleviare la tensione , ma no, volevo fare sesso , sentire il calore della vagina di mia moglie che avvolgeva il mio sesso duro e avrei aspettato il tempo necessario, sperando di trovare Sara in vena al suo rientro.
Alla fine mi sdraiai sul divano e accesi la televisione; di nuovo la cosa non funzionò, i pensieri tornavano a Maxime e la sua amante intenti a scopare come ricci alla faccia di tutte le convenzioni; in realtà, quanto ora stavo visualizzando nella mia mente non lo avevo visto d’avvero, ma la mia immaginazione aveva ormai preso il sopravvento e potevo distintamente vedere i due sul letto proprio davanti a me, avvinghiati e intenti in un amplesso bestiale: la donna a carponi con il ragazzo che da dietro, con le mani saldamente piantate ai bordi del sul suo culo massiccio, la possedeva con colpi decisi, facendole dimenticare qualunque altra cosa al mondo.
Chiusi gli occhi per un istante e questa volta le immagini cambiarono repentinamente: all’improvviso non era più la coppia a fare sesso, ma mia moglie Sara; a cavalcioni su qualcuno a cui non potevo o forse inconsciamente non volevo dare un volto; la vedevo gemere mentre si impalava sul cazzo dell’uomo e lo incitava a scoparla, vedevo il suo corpo esile con il seno appena accennato fremere dal piacere ogni volta che dopo essersi sollevata tornava a riabbassarsi raggiungendo il massimo della penetrazione, potevo sentire perfino il classico suono dello scorrere dell’asta dura dell’uomo nella passera fradicia di mia moglie.
Non era la prima volta che fantasticavo in quel modo su Sara, ma era accaduto raramente e nel contesto di fantasie più articolate dove io stesso avevo rapporti con altre partner, poteva essere per esempio la fantasia di fare sesso con una coppia di amici o con lei e un’altra donna; ora invece l’attenzione era tutta su di lei e sul piacere che provava nell’essere posseduta in quel modo.
Il tempo passava e il rientro di Sara per la prima volta mi sembrava procrastinarsi all’infinito; non ero certo preoccupato, l’abitudine aveva cancellato da tempo quella sensazione, ma ora la volevo a casa, non fuori con gli amici o con chiunque altro. Per un po’ provai un po’ di gelosia mista a una profonda inquietudine, gelosia per cosa mi domandai subito dopo; non ero mai stato geloso altrimenti non mi sarei mai messo con Sara e non avrei certo iniziato ad esserlo adesso sulla base di qualche fantasia.
Alla fine l’attesa ebbe fine, sentii distintamente il rumore della porta di entrata che si apriva e finalmente vidi mia moglie in carne ed ossa comparire davanti ai miei occhi. Essendo in maggio inoltrato, Sara indossava un mini abito scuro che bene si addiceva ai suoi colori naturali e che ne fasciava il corpo alla perfezione, il trucco sugli occhi appena accennato ne esaltava l’azzurro intenso.
“Ancora sveglio” esordì mentre avvicinandosi al divano si sfilava i sandali neri con tacco che le facevano guadagnare quei preziosi centimetri per renderla più alta.
Provai a dissimulare il piacere per il suo arrivo: “Non potevo fare a meno di vederti prima di dormire“ risposi; la frase aveva ovviamente una sfumatura ironica, ma dietro al tono scherzoso mai come quella sera stavo dicendo la verità.
Nel mentre Sara si era lasciata cadere sul lato opposto del divano e aveva steso le gambe nella mia direzione. Non mi lasciai sfuggire l’occasione, afferrai i suoi piedi tra le mani e cominciai a massaggiarli; sapevo che adorava la cosa e con un po’ di fortuna e maestria avrei potuto anche farla eccitare nonostante la stanchezza: il fiore tatuato sulla caviglia destra risaliva lungo il polpaccio e accresceva la sensualità delle sue gambe ben tornite; Sara sapeva di avere gambe e piedi molto belli e pur dichiarando di non comprendere l’interesse generalizzato per le estremità femminili tipica di molti uomini, non perdeva occasione di ostentarli ad ogni occasione con gonne corte e sandali di ogni tipo che ne mettevano in risalto la forma arcuata del piede con dita piccole e la caviglia sottile; da qualche tempo indossava anche la cavigliera dorata che le avevo regalato in occasione del suo compleanno.
La vidi rilassarsi ulteriormente poggiando la testa sul cuscino per godersi a fondo il massaggio; lentamente iniziai a muovere le mani verso l’alto lungo i polpacci per poi con un movimento fluido passare alle cosce; sapevo che se fossi riuscito a raggiungere le sue zone erogene in prossimità del suo sesso il gioco sarebbe stato fatto.
Ormai prossimo alla meta con la chiara visione delle suoi slip che a breve avevo intenzione di rimuovere, mi ritrovai all’improvviso la sua mano ad arrestare e allontanare dolcemente la mia dall’area tanto agognata. Rialzando lo sguardo incrociai i suo grandi occhi penetranti che mi fissavano.
“ Sono stanca , ho bisogno di fare una doccia e andare a letto, domani devo dare il cambio a Chiara alle nove ” fu il suo commento lapidario.
Chiara era la sorella maggiore con cui condivideva la gestione del bar.
Il disappunto che provai fu consistente, ormai c’ero quasi riuscito, provai un’ondata di frustrazione mista a rabbia, avrei voluto insistere per dissuaderla, ma non ne ebbi la possibilità, perchè poco dopo, mia moglie si era alzata dal divano, mi aveva dato un rapido bacio sulle labbra e con decisione si era diretta verso il bagno chiudendo la porta dietro di se.
Rimasi seduto per qualche minuto imbambolato con uno sguardo da bambino imbronciato determinato ad ottenere il suo scopo. Provai a pensare a qualcosa che potesse volgere la situazione a mio favore, ma non mi venne in mente nulla di preciso cosi mi risolsi a fare la prima cosa che mi passava per la testa, ossia infilarmi nel letto completamente nudo nella speranza che la cosa avrebbe potuto cambiare la situazione una volta che Sara mi avesse raggiunto.
Una decina di minuti più tardi, sdraiato nel letto e coperto parzialmente dalle lenzuola, percepii nell’aria il profumo del docciaschiuma e vidi la sua siluette entrare nella stanza da letto illuminata dalla luce fioca che proveniva dall’esterno della finestra aperta; indossava il leggero vestito da notte; senza tacchi e con i capelli biondi sciolti sembrava una fata da fiaba.
La vidi infilarsi sotto il lenzuolo e a quel punto pensai che avrei dovuto agire , altrimenti a breve si sarebbe addormentata.
Girandomi verso di lei, avvicinai il mio corpo al suo, lasciando che il mio pene rigido e libero da impedimenti premesse sulla sua gamba nuda. Per un attimo non accadde nulla e pensai che la stanchezza era tale da averla fatta addormentare sul colpo, poi però percepii la sua piccola mano posizionarsi sul mio torace compiere una lenta rotazione e lentamente scendere verso il basso.
Mi girai supino in modo da agevolare il movimento e abbassai il lenzuolo per scoprire completamente il mio corpo. A quel punto sentii distintamente il tocco leggero delle sue dita raggiungere e passare sopra il mio pene sfiorandolo e facendolo sobbalzare per poi superarlo e fermarsi sui testicoli; con delicatezza la sua mano si strinse sullo scroto applicando una piccola pressione alla base.
Adoravo il modo in cui mia moglie era in grado di stimolarmi con le mani , in questo era senza dubbio una maestra, probabilmente era una dote naturale o forse nel suo passato qualcuno le aveva insegnato a usarle in quel modo.
In breve la sua attenzione si spostò sul mio membro, e un ritmico su e giù con indice e pollice lungo l’asta divenne la mia sublime tortura.
Ruotando il corpo senza mollare la presa, avvicinò il suo visoal mio, per poi sussurrarmi all’orecchio:
“ Come mai cosi eccitato questa sera ?
Non pensavo che mi avrebbe chiesto qualcosa in questo momento, ero completamente rilassato e dedito alla sensazione che stavo provando, non risposi subito; avrei voluto raccontarle l’esito della mia serata con Maxime , delle foto e i video; di Maxime lei sapeva poco se non che avevo un nuovo amico con il quale frequentavo la palestra.
Mi risolsi a raccontare solo una parte della verità, quella in cui Maxime e le sue avventure non comparivano.
“ Ho pensato molto a te , e ho fantasticato su di te”
“E cosa hai fantasticato?” mi chiese aumentando leggermente la frequenza con cui mi stava masturbando
Passarono alcuni secondi , non sapevo se lasciarmi andare completamente a raccontarle in turbinio di fantasie che avevano contraddistinto le ore precedenti , alla fine me ne uscii con:
“ Ho fantasticato di vederti godere “
Di nuovo mi trattenni dal proseguire, una parte di me temeva a lasciarsi andare perchè non sapevo come Sara avrebbe preso la cosa
Sara però non parve mollare il colpo e aumentando la pressione sul mio pene riprese:
“ Come stavo godendo ?”
Mi stavo avvicinando al limite , e a questo punto smisi di preoccuparmi di qualunque implicazione
“ Ho immaginato di vederti scopare con un altro”
Sara rallentò per un attimo il movimento sul mio membro per poi riprenderlo nuovamente.
“ E come stavamo scopando?” mi chiese
“ Lo stavi cavalcando , stavi cavalcando il suo cazzo”
Quanto accadde poi avvenne tutto rapidamente , in modo irreversibile.
La bocca di Sara si avvicinò ulteriormente al mio orecchio prima di sussurrarmi in modo sensuale con voce roca:
“Adoro cavalcare un bel cazzo che mi faccia godere e sentirmi femmina fino in fondo”
Non avevo mai sentito Sara dire una cosa del genere e oltretutto con quella naturalezza , fu come il detonare di una bomba, vidi chiaramente mia moglie impalarsi sul cazzo di Maxime mentre lui la afferrava per i fianchi penetrandola completamente.
Nell’attimo successivo il mio cazzo letteralmente esplose e io mi lasciai andare a un urlo liberatorio: lunghi schizzi di sperma proruppero dalla punta del mio pene come un vulcano in eruzione volando nell’aria per poi ricadere sul mio corpo: sul torace sulla spalla e perfino sul mento.
Quando mi ripresi da uno degli orgasmi più intensi mai avuti, senti il tocco delle labbra di mia moglie sulla guancia che mi baciava e mi augurava la buona notte.
Disteso sul letto senza forze, coperto dal mio stesso sperma e accarezzato dalla brezza della notte mi addormentai quasi istantaneamente.
Frequento le spiagge dei fiumi , ne vedo e ne combino di tutti i colori , mai successo nulla di…
Se i tuoi racconti sono fantasie , non far di ognio erba un fascio , c'è chi pubblica vicende reali…
Non preoccuparti: se saranno al livello di questo saranno perfette.
Ti ringrazio! A dire il vero stavo proprio pensando di scrivere altre storie. Spero di non deludere le tue aspettative.
Grazie Rebis!