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L’amico di famiglia 2

By 29 Settembre 2023No Comments

«Oh, Enzo! Finalmente! E’ un po’ che sei sparito! Sei passato a bere un bianchino coi vecchi amici?» Chiese Mario, vedendolo entrare nel solito bar.
«Hai una faccia come un gatto che ha pappato un canarino!» Lo stuzzicò Giulio.
«Ahahah, perché mi dici così?» «Perché hai la faccia più contenta del solito, ecco perché! Una vincita o una nuova da sbattere?»
«Potrei dirti tutte e due le cose: ieri mi sono sbattuto bene bene una che conosco da quando era bambina e sulla quale ho sempre fatto… pensieri…» Enzo strizzò l’occhio, con sorriso complice.
«E alla fine sei riuscita a fartela? Sei il solito marpione!» e scoppiarono a ridere.
«Ma racconta: come l’hai convinta, alla fine, a starci?»
«Io non l’ho convinta! Diciamo che è stato in marito a offrirmela… che non me l’aspettavo -figuratevi!- e lei tutta contenta, c’è stata!»
«Ma davanti al marito????» Chiese Mario con tono incredulo.
«Sì sì! Anzi: siccome è anche un po’ buliccio, alla fine me lo ha succhiato…»
«Ma dai! Racconta: come li hai conosciuti?»
Enzo si sistemò meglio al tavolino: «Lei è una donna che conosco da quando era bambina e mi attizzava già da ragazza.
Poi i casi della vita: si fidanza, si sposa, divorzia, si risposa… Io sempre a pensare a come dev’esser bello sbattermela, ma lascio sempre perdere.
Poi qualche giorno fa la incontro, mi presenta il marito e gli dice che sono una specie di zio e mi invitano a cena a casa loro.
Arrivo e lei ha un abitino leggero come una nuvola; io la guardo, sempre immaginandomela nuda e con il culo pieno col mio cazzo e il marito mi fa: “ti piace, eh?” Io non avevo voglia di litigare e dico che sì ma insomma è una bella donna… e lui che ride e che le dice di sedersi sulle mie ginocchia e poi a me di sentire quanto la pelle delle sue cosce sia liscia… ed a salire sempre di più…
Alla fine arrivo alla fica che era già nuda, socchiusa e bagnata e lei si alza, si sfila il vestito e mi fa una pompa con l’ingoio mentre lui ci guarda e si sega.
Beh, poi me la chiavo, finalmente, me la inculo e alla fine mi faccio ripulire il cazzo dal maritino…»
«Ma dai, Enzo, non raccontar cazzate! Ti stai inventando tutto!!!» Sbottò Giulio.
«Ma manco per idea! Tutto vero!»
«Non ci credo!»
«Vuoi farci una scommessa su?» «Che scommessa?»
«Cento euro che vieni con me e guardi mentre la chiavo… e quando ho finito io, se vuoi, te la chiavi anche tu! Domani pomeriggio!
Se non succede quello che ho detto, domani sera ci vediamo qui e ti do cento… anzi! Duecento euro! Ti va???»
Si accordarono con una stretta di mano.
Il pomeriggio seguente, mentre andavano a casa della coppia, Giulio gli disse: «Ma chi è, questa troia che hai sottomano?»
Enzo provò a schernirsi, ma poi: «Magari la ricordi anche tu: ricordi Arturo, il nostro capo?»
«Quello stronzo! Certo che lo ricordo! Bastardo, che voglia di… Ma lui che c’entra?»
«E’ la figlia…» «Ma chi, dici… Marica, la figlia di quel bastardo?»
«Proprio lei!» «Ma no, non ci credo! Mi stai dicendo che ti chiavi la figlia di Arturo,., che eravate anche mezzi amici e che, sopratutto, me la fai chiavare a me???»
«Non solo chiavare: puoi farci tutto quello che vuoi, lei non dirà mai di no!
Lei e il marito sono miei schiavi… Guarda: queste sono le loro chiavi di casa ed io posso andare e venire come e con chi voglio!»
Entrati in casa, vennero accolti da Marica, in un altro leggerissimo abitino che la velava appena: «Zio Enzo, Luca non è ancora tornato, spero che per te e per il tuo amico non sia un problema»
«Opporcaputtana! -sbottò Giulio- Ma sei davvero tu, la Marica, la figlia di capo Arturo…»
E lei annuì, con un sorriso.
«Enzo, non resisto! Posso sbattermela io per primo?»
L’uomo accettò e Giulio volle subito inculare la donna: «Sai, avrei tanto voluto farlo a tuo padre… ma tu sei moooolto meglio!» E dopo poco le sborrò nel retto.
Poi Giulio si riposò, godendosi lo spettacolo di Enzo che la chiavava con lenti, lunghi colpi e con lei che, sdraiata sulla schiena, gli teneva le caviglie sulle spalle, prendendosi ogni millimetro del valido cazzo del maturo amico di suo padre.
Ogni tanto l’uomo si divertiva a sfilarlo e piantarglielo nel culo, già aperto e scivoloso della sborra di Giulio ed il cambio era molto facilitata dalla posizione con la quale si stava godendo la giovane.
L’amico guardava, rapito, ed avrebbe voluto andare a darsi una sciacquata all’uccello, ma era troppo rapito dalla situazione.
Alla fine trovò una soluzione e lo mise in bocca a Marica, che senza dire neanche “bah!” cominciò a lecarglielo, lustrarglielo e ppoi ad aspirarglielo in bocca fino alla gola, facendoglielo indurire nuovamente.
«Va’, che sei proprio una gran puttana! Non sai quanto mi piace fotterti come l’ultima delle puttane, sapendo che sei la figlia di quel bastardo di Arturo che era un capo di merda!»
«Eddai, povera piccola! -celiò Enzo- Non vedi che sta cercando di far perdonare la famiglia? Ama fare la troia, vedi com’è contenta?
Adesso che la vedo alle prese con due cazzi, magari la divido con altri, alla stessa maniera… Vuoi mica metterglielo in fica?»
Giulio, ormai prossimo a sborrare di nuovo, grugnì annuendo e allora fecero un rapido scambio per cui Enzo si fece lustrare il cazzi, mentre Giulio si scaricava nella comoda fica di Marica.
Alla fine, anche Enzo depositò il suo seme in bocca alla giovane, obbligandola ad ingoiarlo tutto, dopo di che si ricomposero e, prima di uscire, Enzo salutò Marica con una potente manata sul culo.

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