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“Scusi, è ancora occupato?”.
“Ehm…sì…”
Enrico sentiva che quel pizzico di follia, che l’aveva portato ad essere in un camerino del centro commerciale, stava svanendo, soppiantato da pensieri più razionali e dal crescente imbarazzo di cui non riusciva a tenere più il controllo.
Continuava a chiedersi cosa gli fosse scattato in testa per ritrovarsi in quel posto, mentre controllava il telefono freneticamente. La sua parte razionale lo stava portando a pensare che lei non si sarebbe mai presentata. Del resto, solo una persona folle l’avrebbe fatto e Arianna non gli aveva mai dato l’impressione di esserlo sin dalla prima volta in cui avevano chattato qualche settimana prima.

“Ciao, sono Enrico…piacere”.
Quel giorno era un fantasma. Nessuna donna della chat (o quantomeno un nickname che facesse pensare alla presenza di una donna dall’altra parte dello schermo…) sembrava accorgersi di lui. Ne aveva contattate parecchie ma non era andato oltre qualche breve scambio di battute, dopo le quali non era scattata nessuna scintilla che avesse fatto desiderare a entrambi di proseguire la chiacchierata.
Enrico usava sempre il solito approccio: entrava in chat, scriveva a tappeto a tutte le donne presenti e poi attendeva. Dei giorni, come quello, a malapena riceveva un paio di risposte, altri invece erano addirittura troppe e faticava a parlare con tutte. Non aveva mai capito da cosa potesse dipendere: l’orario in cui chattava? Una predisposizione inconscia, magari data da una bella giornata di sole? Gli astri e i pianeti? Oppure dipendeva dal suo umore, se remissivo o pieno di energia, che traspariva dal suo approccio?
Mentre ragionava su queste dinamiche che non riusciva a spiegarsi, ricevette una risposta ad un messaggio mandato molti minuti prima. Anche in questo caso non fu molto entusiasta, immaginando che se il tempo di risposta fosse rimasto quello, la chiacchierata non sarebbe mai decollata.
Invece, dopo la prima, arrivò una raffica di notifiche dovute a una sequenza di messaggi:
“Ciao, io sono Arianna!”
“Scusa se non ho risposto prima, ma ero al telefono”
“E poi oggi che vi succede? Mi arrivano decine e decine di messaggi!”
….
Enrico fu subito colpito dalla spontaneità e vulcanicità della ragazza che gli mise allegria e suscitò in lui un’immediata simpatia. Col ritrovato entusiamo le rispose e subito ci fu sintonia tra i due, con scambi di battute che sembravano non finire mai.
Arianna sembrava diversa dalle ragazze con cui normalmente chiacchierava. Infatti dichiarò subito che era lì per “studiare” gli uomini con l’obiettivo di capire cosa stesse succedendo al suo compagno che, dopo anni di convivenza, sembrava essere diventato un altro. Confessò che il sospetto che lui la tradisse era forte.
Enrico non chattava esclusivamente con lo scopo di cercare un’avventura dal vivo ma non c’erano dubbi che stesse attraversando una fase piatta della sua convivenza che sembrava non prendere mai una direzione, nè verso un qualcosa di più importante, nè verso la rottura totale. Di sicuro era in cerca di nuovi stimoli ma non necessariamente incontri. A volte capitava che questi stimoli arrivassero attraverso lunghe chiacchierate, iniziate con discorsi “normali” e che si concludevano con una masturbazione da parte di entrambi, dopo che il coinvolgimento mentale dato dal crescendo della conversazione li aveva eccitati a tal punto. Gli piaceva che questo accadesse in modo naturale, senza forzature o come mero e istintivo sfogo fisico troppo diretto (quella che si potrebbe definire come una “sveltina” virtuale).
E la stessa situazione si stava prospettando nella conversazione con Arianna che, con la consueta spontaneità e naturalezza, si stava confidando sulle esperienze sessuali della coppia, contraccambiata da Enrico. La ragazza aveva sempre avuto un rapporto aperto col compagno, fatto di giochi e provocazioni sessuali anche in pubblico che rendevano molto eccitante il loro rapporto. Ma da qualche tempo lui era diventato freddo addirittura aveva rifiutato alcune proposte di Arianna dicendo di essere stanco, cosa mai accaduta in passato.
La conversazione stava quindi prendendo una piega pericolosa ed Enrico sentiva l’entusiasmo iniziale trasformarsi in emozioni più forti, col suo respiro che si faceva più profondo. Era stato colpito da quel dettaglio, su cui Arianna non si era neanche soffermata molto, del suo divertimento a provocare il compagno in luoghi pubblici. La ragazza infatti aveva toccato un argomento a cui Enrico era molto sensibile, la fantasia di fare sesso in luoghi pubblici. Negli ultimi mesi ci pensava sempre più spesso ed era il genere di video porno, rigorosamente amatoriali, che amava guardare: coppie che prima si riprendevano nelle corsie dei negozi di abbigliamento mentre facevano shopping e che poi entravano insieme in un camerino già fortemente eccitati e con l’intenzione di fare sesso. Enrico era attratto dalla trasgressione di quelle situazioni, con la presenza di persone al di là di una semplice tenda, gli annunci pubblicitari, la musica in sottofondo e il rischio di essere scoperti.
Fantasticando su queste situazioni e grazie alle sensazioni che Arianna gli stava procurando, si accorse di avere un’erezione. D’istinto, fece scivolare la mano sotto la tuta e, da sopra le mutande, strinse il suo membro. Mentre continuava a chattare con Arianna, con le unghie sfiorava la stoffa delle mutande lungo tutta l’asta, dalla base fino alla punta, sulla quale si soffermava girandoci intorno con le dita, fino a quando si accorse che le mutande si stavano bagnando in prossimità della punta del glande. Le stimolazioni con la mano, ma soprattutto il coinvolgimento mentale, l’avevano portato ad un livello di eccitazione decisamente alto. La vista di quella macchia sulla stoffa aumentò quella sensazione e, afferrando nella mano il suo membro che ora non era più all’interno delle mutande, lentamente iniziò a muoverla: questo movimento provocò l’uscita di altre gocce che spalmò con un dito su tutto il glande, cosa che generò in lui dei fremiti che gli fecero inarcare la schiena. Quel momento di piacere fu interrotto dalla doccia fredda del messaggio di Arianna che comunicava di doversi staccare a breve perchè il suo compagno stava rientrando a casa. Enrico non voleva che tutto finisse così, chissà se e quando si sarebbero incontrati nuovamente in chat visto che potevano collegarsi furtivamente solo quando non c’era nessuno in casa… Prese coraggio e, consapevole del rischio di una risposta negativa, disse ad Arianna che voleva rimanere in contatto con lei con una app di messaggistica, senza dover sperare di ritrovarla casualmente in chat. La ragazza, con la sua solità spontaneità, accettò l’invito dicendo che quella conversazione era stata molto utile per capire meglio il suo compagno. Si salutarono ed Enrico, col ritrovato entusiasmo del contatto ottenuto, continuò a darsi piacere immaginandosi in un camerino con Arianna finchè non venne in brevissimo tempo, ricoprendo la sua mano di sperma caldo che lentamente colò fino alla base del suo membro.
Nelle settimane successive i due si sentirono con regolarità e sempre più frequentemente, cercando di sfruttare qualsiasi momento in cui non avevano impegni di lavoro e di convivenza. Solo dopo alcuni giorni decisero di scambiarsi una foto. In fondo non era così importante, l’attrazione era soprattutto mentale e non avevano sentito il bisogno di vedersi a vicenda. Ad ogni modo, questo scambio rafforzò il rapporto perchè si piacquero anche fisicamente. Arianna aveva due occhi grandi che ipnotizzarono Enrico. L’ipnosi fu interrotta dalla vista altrettanto piacevole del seno (“Sarà una quarta” pensò..) esaltato da una scollatura al limite che la ragazza non si preoccupava di nascondere. Enrico le aveva inviato una foto recente, in cui emergeva il suo sorriso solare e la sua barba incolta con varie sfumature di colori, dalle tempie fino al mento, e un fisico in forma grazie alla palestra che finalmente era tornato a frequentare con regolarità dopo le chiusure per la pandemia.
Tuttavia Enrico pensava che la curiosità di Arianna si limitasse allo studio psicologico degli uomini, utile alla sua relazione, e quindi si frenava nel confessarle quanto fosse attratto da lei. Inoltre, il rapporto tra Arianna e il compagno stava peggiorando perchè lei aveva scoperto con certezza di essere stata tradita e quindi Enrico temeva di essere liquidato frettolosamente, immaginando che lei avesse già troppi pensieri per la sua storia in crisi.
Un giorno, però, Arianna risultò stranamente curiosa delle fantasie di Enrico, mentre di solito avveniva il contrario. Inoltre, non disdegnava battute e ammiccamenti ad ogni racconto di Enrico e lui capì che quella curiosità stava andando oltre lo studio del comportamento degli uomini. Decise quindi che era il momento giusto per confessarle la fantasia che da mesi gli ronzava in testa, dicendole come pensasse di continuo al sesso in luoghi pubblici e, quando Arianna gli chiese se l’avesse mai proposto alla compagna, lui confessò che era una trasgressione che aveva sempre immaginato con altre, possibilmente sconosciute. La risposta di Arianna “Interessante…” fu un assist che Enrico non volle farsi sfuggire e si sbottonò ulteriormente: “Se proprio vogliamo essere precisi, ultimamente la penso sempre con una stessa persona…” e rimase in attesa del messaggio di risposta, che non tardò ad arrivare: “Moooolto interessante….”.
Sentendosi arrosire sul viso per quello che stava per dire, Enrico rilanciò: “Non sai quante volte mi sono toccato ultimamente pensandoci”.
“Che spreco…” rispose lei.
L’asticella della conversazione si era decisamente alzata, forse Arianna voleva vendicarsi del compagno, forse lo studio psicologico le era sfuggito di mano e il terapeuta si stava invaghendo del paziente, ma di fatto si era completamente lasciata andare.
Enrico, reso audace dai messaggi di Arianna, disse una cosa che pensava realmente: “Io credo molto nel detto ogni lasciata è persa e nella vita ho già tanti rimpianti, per cui mi sono deciso ad agire maggiormente seguendo il mio istinto”. Fece passare qualche secondo e aggiunse: “Ti voglio vedere, ci penso da tantissimi giorni ormai!” Dopo qualche secondo senza risposta, e prima che ci ripensasse, rincarò la dose: “Vado al centro commerciale ora e ti aspetto lì. Chiudo la chat, mi preparo e vado. Voglio che tu mi raggiunga, voglio te…”. E chiuse la app.
Si sentiva accaldato, emozionato e impaurito di aver fatto il passo più lungo della gamba. Ma ormai aveva lanciato la bomba e, nonostante una curiosità irresistibile, riuscì a non aprire la app per tutto il tempo in cui si stava preparando. Una doccia veloce e poi indossò una camicia sopra un paio di jeans. E uscì.
Ed eccolo ora, passata l’euforia e la follia, seduto da solo in un camerino, con la gente in attesa fuori, e il telefono in mano in attesa di qualche segnale.
Appena entrato nel camerino, aprendo la app aveva trovato un messaggio di risposta: “Ma tu sei matto davvero..” seguito da tante emoticon con sorrisi e cuoricini. E poi: “Comunque non ci credo, mandami una foto per dimostrarmi che è vero”. Come aveva sperato, la curiosità di Arianna stava prendendo il sopravvento anche se capì che doveva essere stimolata e tranquillazzata. Assecondando la sua richiesta, scattò un selfie nel camerino, seguito da una faccina triste e dal messaggio “Eccomi tutto solo in questo squallido camerino, con le signore che si spazientiscono perchè non esco”.
Alla vista della foto, Arianna ebbe una vampata di calore. Aveva realizzato che Enrico faceva sul serio e doveva prendere una decisione. Da un lato si diceva che era una cosa totalmente assurda, non doveva neanche stare a ragionarci. Questi erano i pensieri buoni, l’angioletto che appare nei fumetti a dirti di non metterti in pericolo. Ma nei fumetti c’è sempre anche il diavoletto, in questo caso impersonato dai fremiti che sentiva nel basso ventre. Mentre era distratta da questi pensieri, si accorse che stava stringendo le gambe e aprendole ebbe la certezza di essere bagnata. Arrossì perchè aveva capito che desiderava farsi tentare e, proprio mentre lo stava realizzando, ricevette un altro messaggio, molto più diretto e concreto:“Sono nell’ultimo camerino di H&M, in fondo al corridoio”.
Arianna sentì una nuova fiammata percorrere tutto il suo corpo e sospirò. Ora o mai più, in fondo anche lei pensava che nella vita bisogna seguire l’istinto e, se ci avesse pensato troppo, probabilmente avrebbe rinunciato. Ma tutto il suo corpo, compresa la testa, ormai aveva deciso di andare. Esclamando “Vaffanculo stronzo!” indirizzato al suo compagno traditore, si mise un tubino molto aderente, color bronzo e che metteva in risalto la sua carnagione abbronzata, la scollatura e tutte le sue forme. Inoltre, era l’abito più comodo per la situazione su cui aveva iniziato a fantasticare, raggiunta la consapevolezza di andare al cento commerciale…
Col pizzico di razionalità che era sopravvissuto, decise di non dire nulla ad Enrico perchè voleva arrivare lì e dare un’occhiata in giro. Questo la faceva sentire più tranquilla e mitigare le mille paranoie che aveva in testa.
Infatti, durante il tragitto in macchina, seppur breve, fu pieno di pensieri contrastanti: e se incontro qualcuno che conosco nel centro commerciale? E se non lo trovo nel camerino, che figuraccia faccio, della disperata? Magari mi fa uno scherzo e mi filma…
Era un vortice di paranoie, ma di tanto in tanto tornava la lucidità e ripensava alla brava persona che aveva conosciuto da cui non si sarebbe aspettata scherzi, oltre al fatto che con la mascherina si sentiva più protetta e nascosta da eventuali riconoscimenti. Inoltre, era pur sempre in un luogo pubblico e seppure lui avesse fatto qualcosa contro la sua volontà, lei poteva uscire e sentirsi rassicurata dalla mole di gente intorno.
Una volta parcheggiata la macchina, con passo svelto arrivò nella zona dei camerini. Era il classico momento in cui ci si avvicina al traguardo e iniziano a tremare le gambe, ma nonostante tutto scrisse “Sono qui fuori”. Finalmente Enrico ebbe una boccata di ossigeno. Dopo i primi messaggi, il silenzio di Arianna era stato poco benaugurante e stava quasi per andarsene. Ma, visto che era l’ora di pranzo, i negozi si erano svuotati e nessuno era in fila per i camerini, quindi era rimasto ad aspettare ancora un po’.
Pochi secondi dopo aver inviato il messaggio, Arianna vide una fessura aprirsi dalla porta del camerino in fondo al corridoio. Percorse quei metri continuando a guardarsi intorno e, di fronte all’ingresso cercò di percepire, vanamente, chi potesse esserci all’interno. Ma ormai era arrivata al traguardo, ed entrò.
Appena dentro, panico! Le gambe le tremavano, il fiato era corto, un po’ per la fretta con cui dalla sua auto era arrivata al camerino, ma soprattutto perchè aveva superato il punto di non ritorno. Passarono alcuni secondi in cui nessuno dei due disse nulla ma si guardarono intensamente a vicenda negli occhi senza riuscire a parlare. Enrico era già senza mascherina e, avvicinandosi a Arianna, gliela sfilò per vederle il viso, sfiorandole il collo dietro le orecchie. Lei sorrise, anche per il gesto delicato a cui ormai si era disabituata vista la freddezza del compagno. Il ragazzo ora poteva finalmente osservare dal vivo la sua amica virtuale, cogliendo una serie di dettagli che in foto non aveva potuto notare. Fu colpito in particolare dalle sue unghie, lunghe ma molto curate, che subito immaginò percorrere la pelle del suo corpo.
Enrico, avendo passato molto tempo in quel camerino, si era eccitato dal momento in cui aveva capito che Arianna aveva accettato l’invito. Quell’attesa era sembrata infinita e aveva dovuto resistere dal voler accarezzarsi per placare quella voglia.
In quel momento, impazziva dalla curiosità se anche Arianna si fosse presentata eccitata allo stesso modo. Si avvicinò per baciarla e lei, in attesa di quel bacio dal momento in cui era entrata, chiuse gli occhi.
Allo stesso tempo sentì la mano di Enrico infilarsi tra le sue cosce, col vestito che si sollevava all’avanzare della mano verso la sua intimità. Arianna sorrise, pensando alla sorpresa che aveva riservato al suo amico speciale.
Più la mano saliva, più il bacio diventava appassionato, con le lingue che spingevano l’una contro l’altra intrecciandosi. Arianna aveva delle labbra carnose e molto morbide che Enrico mordicchiava di tanto in tanto e, ad ogni morso, sentiva le cosce della ragazza stringersi sulla sua mano. Non appena rilasciò la stretta, Enrico salì ulteriormente e, alla ricerca dell’elastico delle mutandine, scoprì con grande sorpresa che non le aveva indossate. Le sue dità sentirono subito il contatto con le grandi labbra della ragazza, incredibilmente bagnate. Il dito quindi iniziò a scorrere quasi in modo naturale tra di esse, quasi trasportato dalla pelle lubrificata e liscia, fresca di depilazione totale. I suoi movimenti erano lenti e percorrevano il solco per tutta la sua interezza, così da sentire come le labbra si schiudessero piano piano ad ogni passaggio. Arianna era immobile, anche la sua bocca si era fermata e subiva passivamente il bacio di Enrico, in attesa di essere penetrata e avere finalmente un sollievo da quel vortice di sensazioni. Per questo, anche grazie al fatto che il vestito si era ormai sollevato fino al bacino, potè allargare leggermente le gambe ed Enrico capì, accettandolo, l’invito. Al passaggio successivo, il suo dito medio si infilò tra quelle labbra gonfie e calde, e affondò al suo interno per tutta la sua lunghezza. Arianna ebbe un sussulto, che riuscì a frenare solo in un secondo momento, ricordando dove si trovasse.
Il dito iniziò a muoversi con ritmo, entrando e uscendo sempre più velocemente. Nel silenzio del camerino si poteva sentire il rumore dato dallo sfregamento e dalla quantità di umori che stavano bagnando il sesso di Arianna e che aumentavano ogni secondo che passava. La ragazza cercava sempre più insistentemente la bocca di Enrico per poter gemere senza essere sentita, o almeno così sperava. Si sentiva impazzire e la sua mano iniziò ad esplorare il corpo di Enrico, dapprima sulla schiena passando le unghie sopra la camicia dalle scapole fino alla cintura dei jeans. Arrivata a quel punto, la mano si infilò sotto la cintura e anche sotto gli slip di Enrico, e gli strinse un gluteo conficcandogli le unghie nella pelle. Enrico, eccitato ma allo stesso tempo leggermente dolorante per quel gesto, si spinse avanti istintivamente col bacino che si appoggio alla coscia di Arianna, la quale sentì la prepotente erezione che i jeans non riuscivano più a trattenere. Senza esitare, staccò la mano dal gluteo e, insieme all’altra, si posizionarono a slacciare frettolosamente la cintura di Enrico. Non appena la fibbia si allentò, sganciò il bottone del pantalone e impaziente infilò la mano all’interno, afferrando il membro duro e posizionato su un lato. Per la ragazza di trattò di una liberazione, poter stringere un cazzo così durò le permise di scaricare una parte di eccitazione che non riusciva più a controllare. Ma non aveva considerato che, come ad ogni azione corrisponde sempre una reazione, nel caso di Enrico la stretta fece aumentare l’intensità del suo movimento e, ad ogni penetrazione, Arianna si alzava in punta di piedi quasi sollevata dalla spinta ricevuta.
Sentiva di non resistere più a trattenere i gemiti e inoltre aveva una gran voglia di conoscere più da vicino quel membro su cui, senza farlo percepire a Enrico, aveva fantasticato da tempo. Con un gesto della mano spinse il polso di Enrico per farlo uscire da lei e, senza mollare la presa del suo membro con l’altra mano, si inginocchiò trovandosi davanti un cazzo del tutto eretto, con la punta già scoperta e pulsante di fronte alla sua bocca. Spostandosi per inginocchiarsi, vide un’ombra laterale muoversi e solo in quel momento si accorse che una delle pareti del camerino era totalmente specchiata. Se possibile, quella vista aumentò la sua eccitazione e, sollevando l’asta con la mano mentre si osservava allo specchio, appoggiò la lingua sui testicoli di Enrico e senza mai staccarla risalì lungo tutta l’asta. Dallo specchio, oltre a guardare se stessa, aveva piacere ad osservare gli sguardi di Enrico pieni di voglia. Arrivata sulla punta, con la lingua iniziò a girarci intorno per tutta la circonferenza, inumidendola fino a quando strinse le labbra e premette contro il glande, facendolo scivolare lentamente dentro la sua bocca che, stretta, lo avvolgeva. Enrico emise un gemito roco che a stento riuscì a trattenere da un urlo più forte e subito Arianna alzò gli occhi perchè stavolta voleva vederlo in modo diretto, senza la triangolazione dello specchio. La reazione del ragazzo la spinse ad affondare con la bocca, sempre molto stretta, fino a quanto riuscì a farne entrare, sentendo il glande che premeva in gola. Da quel momento, iniziò un movimento ritmato con la testa che portava la sua bocca dalla base alla punta continuamente. Fu anche aiutata dalle mani di Enrico che si sentì tra i capelli e che la accompagnavano in questi movimenti. Nel silenzio del camerino, era intenso il rumore dato dallo sfregamento della bocca su quel membro ormai completamente bagnato dalla saliva di Arianna e dal liquido di Enrico dovuto alla forte eccitazione.
Arianna, avendo le mani di Enrico sulla testa che la accompagnavano,si aggrappò con una mano ad un gluteo di Enrico mentre appoggiò l’altra sotto i suoi testicoli, massaggiandoli e stringendoli alternando un movimento con le unghie che andavano a sfiorare la pelle. Ogni volta che stringeva i testicoli, sentiva il cazzo di Enrico entrare nella sua bocca con maggiore foga, in pratica la stava penetrando tenendole la testa bloccata. L’unione di tutte le sensazioni che stava provando, fece aumentare il piacere di Enrico vorticosamente, tanto che sentì quasi arrivare l’orgasmo, cosa che voleva decisamente evitare, sia per continuare quell’avventura sia per non fare la figura di quello che veniva con pochi minuti di preliminari. Allentò la presa sulla testa di Arianna, liberandola, e fece scivolare il suo membro fuori dalla bocca. Arianna, con un movimento lento e sensuale, raccolse con un dito i liquidi che le erano colati ai lati della bocca e poi, guardando Enrico negli occhi, lo succhiò. Lui la aiutò ad alzarsi e subito la girò. Sollevò quel poco di tubino che ancora copriva il sedere di Arianna e, questa volta inginocchiandosi lui, le aprì le natiche con le mani trovandosi davanti un sesso gonfio di piacere e lucido dagli umori che lo ricoprivano. Si avvicinò a quel corpo voglioso e, tirando fuori la lingua, la appoggiò tra le labbra dando una leccata dalla parte inferiore a salire, percorrendole tutte. Arianna ebbe un fremito e si appoggiò alla parete con le mani, poi si girò a guardare allo specchio. Mentre sentiva quella lingua farsi sempre più audace aprendo le sue labbra e insinuandosi all’interno, dallo specchio si gustava il movimento della testa di Enrico di cui non riusciva a vedere il viso, tutto affondato tra le sue cosce. Le mani del ragazzo le stringevano le natiche, con i pollici che quasi si conficcavano nella pelle.
Dopo qualche minuto, che ad Arianna sembrò un’eternità, Enrico si alzò e, lasciando la ragazza nella stessa posizione, afferrò con una mano il suo membro appoggiando il glande tra le labbra, ora ancora più bagnate anche con la saliva. Arianna non desiderava altro che essere penetrata, in modo selvaggio e potente, ma Enrico non sembrava della stessa intenzione e sadicamente si divertì a farla impazzire di piacere, stronfinandola con la punta. Arianna cercava di spingere indietro il bacino per far sì che quel cazzo così duro sprofondasse dentro di lei ma Enrico indietreggiava per non permetterglielo. Non appena la ragazza smise di spingere, in segno di resa e in attesa passiva della decisione di Enrico, lo sentì sprofondare dentro in tutta la sua interezza con un movimento deciso e improvviso. Nello stesso momento, sentì la mano di Enrico coprirle la bocca un attimo prima che potesse urlare per quel piacere tanto atteso ma allo stesso tempo intenso e improvviso. Subito Arianna iniziò a succhiare il dito medio di Enrico, emettendo dei gemiti strozzati alternati ad un respiro affannoso, che andava allo stesso ritmo delle penetrazioni con cui Enrico la deliziava. Per poterlo ricevere meglio, Arianna allungò le braccia in avanti addosso alla parete del camerino, e questo le permise di spingersi più indietro col bacino e permettere al membro, se ne fosse stato possibile, di entrare ancora più dentro di lei. Una volta sistemata in quella posizione, si girò e si godette quella scena dallo specchio. Si vide sudata, era completamente piegata con la schiena parallela al pavimento, le gambe leggermente aperte e il sedere che spingeva verso l’alto. Del suo tubino era rimasto ben poco: la gonna era completamente tirata su, oltre il sedere. E il suo bel seno era ora raccolto in dall’altra mano di Enrico, che l’aveva fatto uscire dalla scollatura aggrappandocisi per tenerla immobilizzata.
Arianna sentiva che il suo piacere stava per esplodere e questo avvenne quando, insieme ad un aumento del ritmo nelle penetrazioni, Enrico si soffermò a giocare col suo capezzolo, tirandolo e stringendolo forte tra le dita. Sentì un calore aumentare in tutto il corpo e le gambe che tremavano sotto le spinte potenti di Enrico. Questo portò Arianna a dover trattenere ancora di più la voglia di urlare, mordendo il dito di Enrico fino a quando l’orgasmo non fu terminato. A quel punto, la sua bocca allentò la presa ed Enrico potè sfilare dalla bocca il dito martoriato col quale andò a dare sollievo al capezzolo che aveva stretto, bagnandolo e massaggiandolo delicatamente mentre ascoltava il respiro affannoso di Arianna nel silenzio del camerino.
Non appena la ragazza si fu ripresa da quell’emozione, lentamente si staccò dal corpo di Enrico e si girò verso di lui inginocchiandosi. Davanti ai suoi occhi si ergeva un cazzo statuario, completamente eretto e che puntava verso l’alto, totalmente bagnato dall’orgasmo di Arianna e che voleva ringraziare per il piacere che le aveva dato. Non attese molto, voleva sentire sulla sua lingua quel miscuglio di sapori e arrivare presto ad aggiungerne un altro, quello più gustoso per lei…
Enrico si rilassò a godersi la bocca e la lingua di Arianna completamente dedicate a dargli piacere. Lo faceva tenendo le labbra più strette possibili per avvolgere ogni centimetro della pelle. Questo sfregamento con le labbra aumentò il piacere di Enrico ed Arianna sentì la sua mano appoggiarsi sulla testa stringendole i capelli. Arianna, continuando a muovere la testa, portò una mano sulla parte dell’asta che rimaneva scoperta. Indietreggiò con la bocca fino ad avere solo la punta dentro, mentre la sua mano si muoveva veloce. All’aumentare del respirò di Enrico, staccò la bocca e sussurrò, mimando con le labbra e guardandolo negli occhi senza fermare la mano, “Sborrami sulle tette!”. Enrico, che era già vicino all’orgasmo, ebbe un’accelerazione ed un getto potente schizzò tra il petto e il collo di Arianna. Mentre questo iniziava a colare lentamente, i successivi arrivarono direttamente sul seno. Arianna sentì un piacevole calore sulla pelle e di istinto portò una mano sul petto iniziando a spalmare tutto il liquido sui suoi seni, girando intorno ai capezzoli su cui poco alla volta sentiva la pelle tirare man mano che si asciugava sulla sua pelle. A questi gesti, accompagnò quello della bocca che, golosa, si riportò sul membro di Enrico, ancora saldamente duro, a raccogliere con la lingua delle gocce che erano rimaste penzolanti sotto la punta, per poi farla affondare nuovamente in bocca succhiando tutto quello che era rimasto.
Quando ritenne che non era rimasto nulla, finalmente si alzò in piedi tirando su i jeans e le mutande di Enrico e, come a dare l’ultimo saluto alla fonte del suo piacere, afferrò il suo membro e lo infilò dentro le mutande baciando Enrico sulle labbra. Si guardò allo specchio per ricomporsi un minimo e notò una goccia di sperma sotto le labbra, che raccolse con un dito che poi succhiò, facendolo uscire lentamente dalla bocca stuzzicando il labbro inferiore con l’unghia. Poi sorrise a Enrico mandandogli un bacio, prima di coprire il suo viso con la mascherina ed uscire. Enrico, a metà tra l’incredulo e l’esausto, si sedette su uno sgabello posto nell’angolo e rimase qualche minuto a guardarsi nello specchio notando come avesse un sorriso stampato sul viso, quasi inebetito.
Anche Arianna, mentre camminava circondata da vetrine e luci sfavillanti, sotto la mascherina sorrideva e si leccava le labbra, sentendo ancora l’odore del corpo di Enrico. Arrivata in macchina tolse la mascherina, senza la quale potè chiaramente sentire dal suo petto il profumo forte e intenso dello sperma di Enrico che si era spalmato e, così come era successo a casa, si trovò a stringere le gambe mentre col naso inspirava prolungatamente ad ogni respiro. Inebriata da quel ritorno di piacere, si appoggiò allo schienale della macchina aprendo un po’ le gambe. Continuando a respirare intensamente, fece scivolare la mano tra le cosce e senza sorprendersi si scoprì di nuovo bagnata (o forse, non aveva mei smesso di esserlo per tutto il pomeriggio?). Non voleva giocare, voleva un piacere immediato, quasi a placare quel senso di eccitazione che non le passava. Il suo dito scivolò dentro con movimenti lenti per non dare nell’occhio, ma intensi e sempre più veloci, fino a quando raggiunse un nuovo orgasmo.
Mise in moto la macchina, ed uscendo dal parcheggio pensò: ora siamo pari, stronzo!

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