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Racconti Trans

01 – il mio compagno

By 18 Settembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono passati quasi tre anni, un carissimo amico, gestore di un club privè a Milano mi chiama chiedendo la mia disponibilità a presentare, una domenica pomeriggio, una festa presto il suo locale, era da tempo che non prendevo un microfono in mano ma accettai comunque per fargli un favore.
Arrivo alla festa e presento ad una ad una le varie esibizioni, in un attimo di pausa mi accomodo su uno sgabello al banco del bar ed inizio a scambiare quattro parole con l’amica barman, mi si avvicina un uomo, carino sia di viso che di aspetto, dal fare molto gentile
‘Piacere io sono Fabrizio’
‘Piacere mio Julia’
‘Posso offrirti qualche cosa da bere?’
Basta un sorriso, bevo quasi sempre il solito, neanche due minuti dopo sul banco, vicino a me, il mio bicchiere di Pampero & Cola, lui ordina il suo drink e parliamo per qualche minuto, fino a quando il dj annuncia il termine della pausa
‘Scusami Fabrizio, a dopo, devo continuare’ deposito il mio bicchiere ancora mezzo pieno
‘A dopo Julia’
Torno a presentare le esibizioni, una dopo l’altra, finiti di esibirsi i vari artisti nelle loro performance BDSM raggiungo alla reception il gestore del locale, sono stata invitata fuori a cena da lui e da sua moglie. Torno per un attimo in sala, incrocio Fabrizio seduto ad un tavolino con qualche amico ed amico, lo saluto e vado a cena con i miei amici.
Sono passati più di tre mesi, vengo invitata ad un’altra festa dagli organizzatori di quella di Milano, questa volta nelle vicinanze di Padova, non mi viene chiesto di fare nessuna performance, solo la ospite, fra gli invitati ci sono anche il mio amico gestore del locale di Milano e la moglie. Passano loro a prendermi a casa mia, essendo sulla strada, insieme raggiungiamo il club privè, con un po’ di fatica, le indicazioni circa la strada non sono precise, il navigatore non riconosce l’indirizzo, ma riusciamo ad arrivarci.
Sono seduta con i miei amici e con altre persone, mi si avvicina Fabrizio
‘Ciao Julia, ti ricordi di me?’
‘Certo caro, ti vuoi sedere insieme a noi?’
Si accomoda e faccio le presentazioni, almeno di vista si conosceva già con qualcuno di loro. Restiamo soli lui ed io per qualche minuto, parlando, mi fa una corte molto educata, si accomoda con noi un suo amico, sono venuti nel locale insieme in macchina, arrivano entrambi dalla provincia di Bergamo. Intavoliamo una conversazione a tre, guardando nel contempo le varie esibizioni BDSM che si svolgono in vari punti della sala. L’amico, ultimo arrivato, ci propone di andare a fare un giro tutti e tre insieme nella zona privè. Ci soffermiamo a guardare in una stanza una donna impegnata con tre uomini, ci spostiamo da una stanza all’altra, guardando sempre l’interno, mentre guardo dallo spioncino un uomo che sta sodomizzando la propria partner sento due mani che mi sfiorano le gambe fasciate nelle autoreggenti, salirmi su fino alle natiche e soffermarsi, stringendomele fra le dita, è l’amico, Fabrizio è al mio fianco e sta guardando insieme a me nella stanza, l’amico mi sussurra all’orecchio
‘Che bel culo, ho voglia di aprirtelo’ – Gli sorrido – ‘Fabri entra nella prima stanza vuota che trovi’ ‘ dice all’amico
Fabrizio distoglie lo sguardo da dove era e si avvia alla ricerca di una stanza, entra, è vuota, appena varcata la tenda l’amico ha già i pantaloni slacciati ed il suo membro in mano
‘Succhiamelo porca’ invitandomi ad inginocchiarmi. Mi abbasso, le ginocchia sul pavimento, appoggio le mie mani sui suoi fianchi, apro la bocca e me lo lascio scivolare all’interno, chiudo le labbra ed inizio a pompargli il cazzo. Ne piccolo, ne grosso, nella media di tutti quelli che ho conosciuto nella mia esperienza di anni di vita ‘en femme’. Fabrizio è appoggiato alla parete, ci guarda, continuo nel mio pompino per qualche minuto, con un cenno della mano invito Fabrizio ad avvicinarsi, anche l’amico
‘Vieni, questa porca ha una bocca da urlo’
Si avvicina, si siede sul letto, si abbassa i pantaloni e le mutande, fino alle caviglie. Mi alzo, mi tolgo il vestito corto, nero, resto in reggiseno, perizoma, calze autoreggenti e scarpe. Un bel cazzo di 21 centimetri si presenta alla mia vista, mi abbasso piegandomi in avanti, lo prendo con una mano alla base e me lo porto alla bocca, è già gonfio di desiderio, mi spinge con una mano sulla nuca, facendomelo entrare fino in gola, mi reggo a mala pena sulle gambe, diritte, con la schiena arcuata completamente verso di lui, l’amico dietro alle mie spalle intanto si sta coprendo l’uccello con un preservativo
‘Brava così, ora te lo metto in culo’
Non posso parlare, sospiro e gemo vogliosa. Mi prende per i fianchi e con un colpo deciso me lo affonda dentro l’intestino. Spinge. Si muove. Mi monta. Continuo a succhiare l’altro cazzo.
‘Vengo, vengo, vengo’. Mi sta scopando da una decina di minuti. Lo sento uscire da dentro di me. Mi lascio andare appoggiando le ginocchia a terra, così sono più comoda a succhiare il cazzo.
‘Vado in bagno e poi a bere qualche cosa, ci vediamo di là’ l’amico ci saluta. Senza distogliermi dal mio pompino lo saluto con un cenno della mano.
‘Julia montami sopra’ mi invita. Levo le scarpe con il tacco, salgo sul letto e a gambe larghe mi impalo sui suoi 21 centimetri di uccello, mi monta da sola, accompagnata nei miei movimenti dalle sue mani sui miei fianchi, entra ed esce dal mio culo, cambia spesso ritmo, godo, anche lui
‘Brava Julia, così, che culo invitante’
‘E tu un bel cazzo, lo sento tutto’
‘Girati ora’
Mi metto a novanta gradi con la testa appoggiata sul materasso, mi entra dentro in quella posizione, mi monta con colpi decisi e profondi, lo sento quasi in gola, sto venendo, mi manca poco
‘Continua, non fermarti, scopami, sto venendo’
‘Si porca’
Penso di avere una grande fortuna, quella di avere l’orgasmo anale, Fabri sotto i miei incitamenti a scoparmi aumenta l’intensità, sento la testa esplodermi, le pareti interne del mio sfintere contrarsi per poi lasciarsi andare per un intenso ed interminabile orgasmo, continuo a respirare affannosamente mentre lui continua ad incularmi, mi sta scopando da circa un’ora
‘Si vengo anche io, ti voglio sborrare sulla schiena’
‘Si, si, fallo’
Si è tolto il preservativo, sento un caldo getto di sperma sulla schiena, poi un altro, un altro ancora, sento la schiena umida, le sue mani si appoggiano alle mie spalle, mi accarezza le fa scorrere dall’alto in basso, fino alle natiche, mi sta spalmando tutto il suo seme sulla mia pelle, mi massaggia a lungo.
La sensazione che ho sulla schiena mi procura un immenso piacere mentale. Mi rivesto, vado in bagno, mi rinfresco sul bidet solo mezzo alle gambe, lascio che il suo sperma si secchi sulla mia pelle, sotto la stoffa del mio vestito.
Raggiungo il resto della compagnia in sala, i miei amici mi fanno segno che è ora di andare, Fabrizio mi chiede il mio numero di telefono, lo scrivo su un foglietto preso al bar. A casa mi spoglio, mi sfioro la schiena, il suo sperma è ancora lì, incrostato fra i miei pori, apro l’acqua della doccia e mi abbandono ad un sonno profondo.
Da quella sera Fabri ed io ci vediamo spesso, anche tre volte al mese, sempre durante i week-end, si sobbarca quasi 100 chilometri in andata e altrettanti di ritorno per venire a prendermi, usciamo a cena, frequentiamo qualche club privè o altri locali. Non posso dire che lui ed io stiamo veramente insieme, ognuno dei due è libero di fare quello che vuole, anche con altri, ma quando è insieme a me, per me e per tutti quelli che ci conoscono, lui è il mio uomo e da tale si comporta. E’ da molto tempo che non usiamo il preservativo, conosce il mio corpo come se fosse casa sua, ed io il suo, la sua sborra la ricevo dappertutto, sul viso, in bocca ed in gola, la ingoio, dentro all’intestino, sulla pelle e ancora adesso adoro farmi massaggiare da lui facendomi spalmare il suo sperma su tutta la mia pelle. Domani è sabato. Mi farò fare un bel massaggio rilassante.

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