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Racconti Trans

04 – a me piace guardare

By 20 Settembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Una delle mie migliori amicizie è con Enzo, un uomo napoletano, quarantacinquenne, che abita a Verona in un quartiere ad una ventina di minuti da casa mia. Mi ha contatta la prima volta tramite uno dei miei annunci su un portale di incontri, nel web, da subito mi era sembrato una persona simpatica ed interessante, che valeva la pena di conoscere. Ci siamo scambiati per lungo tempo una serie di email, mi aveva spesso invitata a casa sua, ma con una scusa o l’altra rimandavo sempre ad una volta successiva. Non si perdeva d’animo e, senza alcuna insistenza, ha saputo aspettare il momento opportuno.
Non vedo Fabri, il mio uomo da un paio di settimane, ne lui ne altri, diciamo che ho voglia di fare sesso, è da più di quindici giorni che non ho un uccello fra le mani. Sono al mio PC, in messenger, c’è collegato anche Enzo
‘Ciao Julia, cosa fai di bello?’
‘Niente, sono a casa, pensavo di mettermi in sala fra un po’ e vedere un po’ di televisione, dopo aver cenato’
‘Se ti invito a bere qualche cosa sul Lago ci vieni?’
‘Ma si dai perché no? Facciamo verso le 21,30? Così ho il tempo per prepararmi’
‘A me va bene’
Ci mettiamo d’accordo sul luogo dell’appuntamento.
Mangio qualche cosa di veloce, mi preparo, indossando qualche cosa di sexy, mi piace essere sempre sensuale quando devo scopare e stasera avrei senz’altro scopato con Enzo, con la voglia che ho, meglio lui del primo che passa.
Mi controllo, intimo e autoreggenti a posto, indosso un vestito a caso e vado all’appuntamento. Enzo è già li che mi aspetta, scende dalla macchina, resto sorpresa, avevo visto alcune sue foto, quelle che mi aveva mostrato, è un uomo carino, capello riccio sul lungo, brizzolato, ma non mi aspettavo della sua altezza, in piedi sui miei tacchi, neanche troppo alti, mi arriva a mala pena all’altezza del mio mento. Non importa, per quello che lo conoscevo, anche se tramite internet, è una persona piacevole. Salgo sulla sua auto e andiamo verso il lago. Parcheggia l’auto e dopo una breve passeggiata a piedi ci accomodiamo in un locale, posto su una terrazza con vista sul porticciolo, le luci illuminano il pontile e l’acqua del lago. Mentre camminavamo verso il locale mi veniva da sorridere per la differenza di altezza. Nonostante questo Enzo si stava dimostrando per quello che già conoscevo, una persona allegra, simpatica, molto socievole. Quando chattavamo mi mostrò anche un paio di sue foto, nudo, che mettevano in evidenza la sua dotazione, che sembrava di tutto rispetto. Sono curiosa, gli chiedo se quello che avevo visto in foto era veramente il suo. Sorride e mi dice di si. Racconta anche di una sua relazione con una trans meridionale, non operata, che abita a Milano. Mi sorprende e mi incuriosisce quando mi dice
‘A me piace guardare’
‘Spiegati meglio’
‘Mi piace scopare ma mi piace soprattutto vedere altri che scopano, soprattutto trav o trans’
Stavo bevendo il mio solito Pampero & Cola. Appena finito mi chiede se volevo rimanere lì o andare da qualche altra parte
‘Dove ti piacerebbe andare?’ gli chiedo
‘Ti piace farti scopare all’aria aperta?’
‘Diciamo che preferisco farlo più comoda, ma se la situazione è eccitante non mi tiro di certo indietro’
Si alza sorridendo. Va a pagare il conto, usciamo e torniamo in macchina. Sono curiosa di capire cosa ha in mente. Dopo neanche cinque minuti di strada si ferma. Scendiamo di nuovo, siamo vicini ad una spiaggia. E’ deserto, non c’è proprio nessuno. Camminiamo per altri cinque, dieci, minuti al massimo, sto attenta a non rompere i tacchi fra i sassi del lungolago. L’acqua è vicina a noi, a pochi passi, si appoggia ad un enorme masso con la schiena
‘Vuoi vedere se quello in foto è proprio il mio?’
‘Si’
Lo tira fuori dai pantaloni. Si è proprio il suo, non è lungo ma molto largo in circonferenza, con una cappella gonfia. Mi inginocchio, lo prendo in bocca qualche minuto. Mi fa alzare, mi appoggio al masso con le mani, alzo la mia gonna, stretta, sopra i fianchi, allargo il più possibile le gambe in modo di abbassare il mio baricentro. Si mette il preservativo e me lo mette in culo. Mi fa un po’ male, sia per la larghezza ma soprattutto perché non ero ancora umida del tutto. Mi monta e viene dopo pochi minuti.
‘Mi piacerebbe guardarti mentre sei inculata da altri’ mi dice subito dopo essere venuto, mentre si sistemava i pantaloni. ‘Hai mai scopato con qualcuno conosciuto in un parcheggio o in un luogo di incontri?’
‘Nei parcheggi è da anni che non ci vado, con gente conosciuta solo cinque minuti prima si, in qualche club privè’ gli rispondo tranquillamente, mentre stiamo tornando alla macchina.
‘Hai fretta di tornare a casa?’
‘No perché’
‘Andiamo in un posto, se non ti va ce ne andiamo, va bene?’
‘Ok’
In macchina dopo pochi minuti raggiungiamo Desenzano, si dirige verso la zona artigianale. Cnosco quel posto, ci andavo anni prima quando abitavo da quelle parti. Iniziamo a girare fra i vari capannoni, qualche macchina ci si avvicina, rallenta, ci guarda, riparte. Si avvicina un fuoristrada bianco, si ferma, ci fissa senza parlare.
‘Julia ti piace quello? Ti faresti scopare da lui?’
‘Ha importanza se mi piace o no? Siamo qui per farmi scopare da qualcuno mentre tu mi guardi, o no?’
‘Si ma non voglio che tu ti faccia scopare da uno che non ti piace, solo per farmi contento’
‘Enzo, lui o un vibratore non fa differenza. La cosa eccita anche me’ abbasso il finestrino e saluto l’uomo sul fuoristrada ‘Ciao, dove andiamo?’ diretta.
‘Seguitemi’ sorridendo
Lo seguiamo, prosegue per strade lontane dal centro artigianale. Si ferma in una zona buia, lontana dalla strada principale. Scende dalla sua auto. Scendiamo anche noi, Enzo mi segue in silenzio
‘Tiralo fuori’ sono decisa, eccitata, mi sento come una puttana
Non se lo fa ripetere due volte, lo tira fuori, un uccello nella normalità. Mi alzo nuovamente la gonna per non impedire i miei movimenti, faccio un passo verso di lui, mi inginocchio ed inizio a fargli un pompino. Enzo è in piedi vicino a me, ci guarda, ha il suo cazzo in mano, si sta facendo una sega, lenta.
‘Hai un preservativo?’ chiedo all’uomo che me lo ha appena messo in bocca
‘No, lì ho finiti’
‘Enzo prendine uno dalla mia borsa’ va e lo prende, intanto continuo nel mio pompino allo sconosciuto, con le mani appoggiate ai suoi fianchi. Mi passa il preservativo, lo tolgo dall’involucro e lo infilo sull’uccello dell’uomo. Mi appoggio con le mani al cofano del suo fuoristrada, allargo le gambe, mi entra nel culo e inizia a scoparmi. Enzo continua a farsi una sega, vicino a me. Viene, mi sborra sulle calze. Lo sconosciuto continua a montarmi, viene anche lui. Mi sistemo la gonna, mi giro e, mentre lui si sta ancora pulendo l’uccello, lo saluto con un cenno della mano, cerca di parlarmi ma io continuo per la mia strada. Con un cenno della testa faccio segno ad Enzo di tornare in macchina, sul mio viso ho un sorriso beffardo da mignatta. Enzo me lo fa notare mentre ingrana la retromarcia. Rido. Lo sconosciuto è ancora in piedi, allibito del mio comportamento, da ‘una botta e via’.
‘La cosa peggiore degli uomini è che ci trattano, me o donne comprese, come delle zoccole, contenti ad essere loro a darti una botta e poi a sparire, ma se tu ti comporti come loro restano di merda come quello lì’ la mia filosofia
Prende l’autostrada per tornare verso la mia macchina, gli tocco l’uccello, è ancora duro. Si ferma in un’area di sosta, dietro il capanno dei bagni pubblici gli prendo ancora il suo cazzo prima in bocca e dopo in culo, una scopata di dieci minuti. Viene. Enzo è così, un bel cazzo grosso, non dura tantissimo, ma è capace di venire anche cinque volte una dopo l’altra.
Torniamo alla mia macchina
‘Spero di vederti ancora, Julia’
‘Certo che ci vedremo ancora, trova qualcuno in internet che mi scopi davanti a te, se in casa però è meglio’
Ci salutiamo.

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