Skip to main content
Racconti Trans

Banconota falsa

By 15 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

‘mentre cammino sento il forellino che urla di un dolore lancinante, una mistura di liquidi corporei gocciola dall’ano, a stento trattenuta dai muscoli dello sfintere duramente messi alla prova, sulla lingua il sapore acre e profumato di mille getti di sperma bollente, il corpo mi duole in vari punti ma mi sento per la prima volta appagato.

Tutto &egrave cominciato dall’ennesimo litigio con Alessia, la mia ‘dolce’ metà, una ragazza tanto affascinante quanto gelosa, di una gelosia patologica che ormai non mi fa più respirare.

Ieri sera usciamo per andare ad un wine bar molto trendy, una folla eterogenea di belli e ricchi ci fa da contorno, non facciamo neanche in tempo ad entrare che cominciano le ben note intemperanze di Alessia, la moltitudine di gambe e scolli al vento fa si che la nostra serata finisca ancor prima di cominciare.

In un attimo siamo sotto casa sua a strepitare perché il mio sguardo si &egrave posato dove non doveva, stasera però &egrave diverso, sono mesi che andiamo avanti così &egrave ho deciso di darle un vero motivo per lamentarsi.

La cosa divertente &egrave che la mia donna non sa che ormai da un bel po’ le mie seghe sono coadiuvate da immagini di belle trans, e non parlo di trans molto femminili e dal cazzetto moscio che si limitano a subire passivamente gli assalti di maschioni arrapati, ma di splendide femmine dotate di arnesi ben più grandi e tosti del mio che inculano e si fanno sbocchinare da ragazzoni palestrati e avidi di carne!

Insomma per quanto possa sembrare paradossale, l’ultima cosa di cui Alessia deve preoccuparsi sono i bei figoni che ho adocchiato al wine bar.

Dopo una lite furiosa più da parte sua che mia, tronco la discussione e dopo averla accompagnata tra lacrime e bronci vari, mi fiondo in birreria per fare il pieno, mi riempio come un otre e dopo aver abbondantemente svuotato la vescica decido che &egrave ora che i miei sogni erotici diventino realtà.

Salgo in macchina e come un missile, un po’ondeggiante a causa dei fumi dell’alcool, mi dirigo in zona trans, faccio un paio di giri massaggiandomi il pacco, già in tiro, e osservando quelle creature enigmatiche ed eccitanti, infine mi decido per una stangona bionda, dal corpo affusolato, indossa uno spolverino bianco lungo fino alle caviglie e sotto un completino intimo nero di pizzo fatto da una coulotte molto arrapate che ostenta i glutei scultorei ed un reggiseno a balconcino di una taglia in meno del seno prepotente, la signorina calza stivali di pelle lucida con tacco a spillo vertiginoso ed ha un viso da porcina attraente e vizioso, le labbra carnose fanno immaginare chissà quali delizie e gli occhi azzurri sono degni di una principessa.

Mi affianco con la macchina e la statuaria passeggiatrice mi mostra le terga perfette alzandosi lo spolverino e piegandosi a 90′.

Lo spettacolo &egrave entusiasmante e il cazzo mi si fa di roccia in un istante, ma quello che mi interessa davvero &egrave la dotazione ed &egrave su quella che chiedo lumi.

La trans dice di chiamarsi Luna (nome oltremodo adatto con quel culo da infarto che si ritrova) e, con una voce roca ma molto, molto sensuale mi dice che ci divertiremo perché in quanto ad arnese non teme rivali nella zona, e per convincermi fa fare capolino dall’alto elastico della roulotte, ad una cappella rosea e smisurata.

La salivazione mi si azzera, una parte di me vorrebbe scappare, ma l’istinto mi guida nell’accettare l’offerta e far salire la superdotata baldracca nell’auto per una notte di sesso sfrenato e perverso.

Ci accordiamo per il prezzo e ci avviamo verso il suo ‘buco’, così lo chiama, non &egrave molto distante dal posto dove batte, il quartiere &egrave tutt’altro che tranquillizzante, mi fa lasciare la macchina in un angusto spazio di fronte a una porta metallica e lì entriamo, trovando un vano piuttosto squallido arredato da un letto a due piazze con un copriletto liso, un tavolino e una sedia.

Per prima cosa si fa pagare, dopodiché mi dice di spogliarmi, lei si toglie lo spolverino e rimane in completo intimo e stivali, si accorge subito che sono un po’ titubante così mi slaccia la patta e mi tira fuori il cazzo, comincia a segarmi lentamente, l’azione della sua mano mi regala brividi di piacere, nel frattempo si tocca il pube presumibilmente per indurire il bastone che nasconde tra le gambe.

Quando ritiene che il momento sia giunto, dopo aver armeggiato un po’ tra le gambe, si abbassa leggermente la coulotte e tira fuori un cazzo maestoso, 25 cm di lunghezza e almeno 5 di diametro, leggermente ricurvo verso l’alto, con una cappella leggermente più larga dell’asta, rosea e profumata del seme che ha già versato nel corso della serata.

Senza dire una sola parola mi afferra per la nuca e mi spinge decisa la testa verso quel serpente enorme, cerco di opporre resistenza, ma le ultime remore, le ultime resistenze della mia virilità sono state sfiancate dall’odore pungente di quel cazzo superbo, e man mano che la mia bocca ci si avvicina, quell’aroma mi stordisce sempre di più, così apro per bene la bocca e lo accolgo nelle mie calde fauci, il sapore &egrave sorprendente, scopro immediatamente che una delle cose del mondo che mi piace di più &egrave succhiare il cazzo, ora che ho cominciato non smetterò più, la sua mano sulla nuca che spinge aritmicamente mi eccita da morire e mi smanetto l’uccello con foga, stando ben attento a non giungere troppo vicino all’orgasmo, voglio che duri.

La troia gode del trattamento che le riservo, si vede che sono un ciucciacazzi di talento, la sento mugolare, mentre la pressione che esercita sul mio capo diventa via via più forte, sta cercando di spararmi quell’attrezzo tutto intero fino in gola, l’odore ormai mi riempie completamente le narici, &egrave un odore di sudore, sperma e peli, muschioso e fragrante, starei per sempre con la testa fra le sue cosce, prende a spingere sempre di più e sempre più velocemente finch&egrave dei conati mi impediscono di godermi ancora quella splendida mazza in gola e la spingo per farla uscire.

Il viado comincia a deridermi, mi dice che sono un finto pompinaro, una proietta da quattro soldi, che non riesco neanche a prenderle tutto l’uccello in bocca, la cosa mi provoca un fremito di piacere, e per compiacerla le ingoio i ciglioni aspirando e comincio a passarle un dito sulle pliche dell’ano, in un attimo, il dito viene letteralmente fagocitato dalla voragine che ha al posto del buco del culo, la troia comincia a mugolare mi passa la mano tra icapelli furiosamente facendomi anche male e comincia a sbattermi quella sberla di cazzo sul viso, come per frustarmi, facendo imbizzarrire il mio membro già in erezione, grosse gocce di liquido vischioso mi colano dal glande, mentre Luna tirandomi i capelli, mi obbliga a spalancare di nuovo la bocca e comincia a fottermela con una foga inusitata tentando di soffocarmi a colpi di cazzo.

Mentre mi scopa la bocca una mano scivola lungo la mia schiena per fermarsi all’altezza del buchetto, senza darmi il tempo di reagire, mi schiaffa il medio su per il culo, ho un sobbalzo dovuto al bruciore che mi pervade le pareti rettali, ma &egrave un attimo e sono subito in sintonia con il suo movimento avanti e indietro nel mio retto.

Pian piano passa a due dita, poi a tre, tre dita nel culo non mi sembrano piacevolissime, e, sebbene non veda l’ora di essere deflorato, le dimensioni del suo membro mi preoccupano non poco, a un certo punto, con uno sforzo vigoroso riesco a divincolarmi e a fare uscire quel serpente nodoso dal mio esofago dove era praticamente riuscito ad arrivare, devo respirare un attimo, mentre mi assesto, la cazzuta mignatta prende la borsetta presumibilmente per prendere i preservativi e lì accade l’irreparabile.

Luna, con lo sguardo ben allenato, si accorge che la banconota che le ho dato &egrave falsa e me la sbatte in faccia, cerco di giustificarmi, di spiegarle che non ne avevo idea e che me la deve aver rifilata qualche negoziante bastardo ma non sente ragioni, comincia a strepitare come un’aquila e le sue urla fanno comparire come per incanto un gigantesco nero dall’aspetto tutt’altro che tranquillizzante, l’uomo si chiama Leon, senza dire una parola mi torce un braccio costringendomi col viso sul letto e prende il portafogli dalla tasca posteriore dei jeans.

Non so come sarebbe andata se avessi avuto altri soldi, forse mi avrebbe semplicemente mandato a fare in culo (in senso figurato, s’intende) o forse no, fatto sta che soldi non ne avevo e il negrone, incazzatissimo decise di farmela pagare.

In un attimo si sfila la tuta bisunta che indossa e mette in mostra un cazzone gigantesco, con le venature bene in mostra e un glande grosso come una pallina da tennis, roseo in aperto contrasto col colore cioccolato che domina la sua pelle.

Mi afferra per le spalle e mi butta sul pavimento, poi mi abbassa i pantaloni con forza lasciando del tutto indifeso il mio culetto piccolo e sodo.

In un attimo mi fa scoprire con tutta l’energia di cui &egrave capace cosa vuol dire farsi sfondare il buco del culo!

Il porco mi tiene il viso schiacciato sul pavimento con una mano che mi pressa la testa, mi costringe così ad inarcare la schiena come una vacca in calore per permettere la sodomizzazione, sento l’elastico dei boxer che mi stringe appena al di sotto della curva delle natiche, la troia inveisce contro di me aizzando il suo compare a farmi una bella festa, in un attimo avverto una mano divaricarmi senza nessuna pietà le natiche e una leggera pressione sul forellino, poi comincia la festa.

L’energumeno mi pianta almeno i tre quarti di quella sproporzionata mazza nelle budella con un energico colpo di reni e senza pietà comincia a stantuffare come un toro da monta, il mondo intorno a me collassa in un orgia di dolore, lo scorrere di quel cazzo gigantesco mi infiamma le pareti anali, provocandomi un bruciore feroce che non riesco a sopportare, contemporaneamente le dimensioni di quel membro sono tali da farmi sentire invaso da un palo della luce, non so cosa fare per alleviare quella tortura e comincio a gridare, a implorare pietà, a piangere come un vitello.

Luna, per niente impressionata, ride sguaiatamente alla vista di quella violenta sodomizzazione, e, infastidita dal baccano che sto provocando, mi prende per i capelli tirandomi il viso all’altezza del suo inguine, dove il suo attrezzo, non gigantesco come quello che mi sta ripassando l’intestino retto, ma di dimensioni pur sempre ragguardevoli, mi attende in uno stato di poderosa erezione, mi tappa il naso con due dita e appena apro la bocca per respirare me lo pianta dentro e comincia a fare su e giù per un minuto buono, quasi soffocandomi!

I due si muovono con notevole sincronizzazione, e pur in preda a lancinanti sofferenze anali, mi rendo conto che il mio corpo segue i movimenti dei due assecondandoli di buon grado!

Ci metto un po’ ad accorgermene ma dopo qualche minuto di pompaggio, mi rendo conto che il mio culo si &egrave ben lubrificato e il dolore, pur non scomparendo del tutto, sta facendo spazio ad un calore avvolgente, a una sensazione di piacevole benessere, di lussurioso riempimento, l’uccello, che si era rintanato tra le pieghe del prepuzio, ricomincia a fare capolino, sgocciolando fiotti di calda sborra, mi piace, non vorrei che smettessero mai, mi sento una lurida cagna in pasto ad una muta di lupi affamati, comincio a spingere le terga verso Leon per fare entrare sempre di più quello splendido cazzo nelle mie viscere, lo so non dovrei mostrare di godere così tanto, i due potrebbero ulteriormente indispettirsi, ma l’odore del bastone di Luna e il trapanamento di Leon mi hanno portato, seppur ancora dolorante, alla soglia di un’estasi godereccia come non miera mai successo in passato.

Le mie mani scorrono sul corpo lussureggiante di Luna, le stringono il seno florido, corrono alle natiche sode, si infiltrano nel suo fondatissimo culo, godo come un maiale, non smettete mai!

Inculami, dammi quel cazzone fino all’intestino, si siiiii’.

I due ci provano evidentemente gusto, visto che lavorano di buona lena, Luna, sempre tirandomi per i capelli, mi sbatte sul letto a pancia in su, si siede sulla mia faccia e mi ripianta il ghiacciolo in bocca, mentre mi divarica le gambe per esporre al cazzone di Leon il mio povero buchetto.

Mi immagino cosa penserebbe Alessia, sempre un po’ freddino nei nostri rapporti di quel baccanale perverso.

Il culetto anestetizzato dall’uscita improvvisa del suo grosso ospite viene nuovamente traumatizzato dall’ingresso frontale, ma &egrave solo un attimo, appena Leon comincia a pompare non resisto e comincio ad agitarmi come una vacca da monta.

Il palo di Leon entre sempre più in profondità ed io avverto i prodromi di una sborrata colossale nelle contrazioni muscolari che mi avvolgono, in breve vengo senza neanche toccarmi come un fiume irrefrenabile, enormi gocce di sperma fuoriescono dal mio cazzo in tiro e vengono raccolte da Luna che me le spalma sul viso e in bocca mentre continua a chiamarmi la gola.

Nel frattempo le mie contrazioni anali hanno fatto effetto pure sul mastodontico bastone di Leon, che, mentre sono ancora in preda alle ultime convulsioni orgasmiche, sfila il suo attrezzo dal mio retto ormai sfigurato, e, dopo aver spostato Luna, che comincia a masturbarsi forsennatamente, me lo pianta giù per la gola, inondandomi con una sborrata epocale che in parte riesco, felice a deglutire, e in parte devo sputare, con la mandibola ancora slogata e la bocca allagata dal seme del nero, vengo costretto ad accogliere l’eiaculazione, quasi ugualmente abbondante di Luna, la quale strapita come un’arpia mentre gode facendomi rizzare ancora il cazzo, evidentemente non ancora soddisfatto.

I due notano la mia erezione e per punirmi mi strizzano le palle e l’uccello provocandomi però, non una reazione di dolore, ma un piacere ancora più imtenso e sublime, che mi porta ad un altro sconvolgente orgasmo, così, insoddisfatti per le mie reazioni, decidono di esprimere tutto il loro disprezzo tappandomi ancora il naso e scaricandomi in bocca tutto l’abbondante contenuto delle loro vesciche.

Ma anche quello mi eccita, e sebbene il non sentire più quel grosso tarellone ben piantato nelle mie viscere, mi faccia sentire svuotato, comincio a masturbarmi per venire quasi immediatamente.

Così raccolgo dal cazzo le gocce di sperma e le ingoio mentre i due continuano a pisciarmi addosso, e non contento, riprendo a turno i due cazzoni in bocca, ormai ben allenato, ripulendoli di tutti i succhi e gli umori che li impregnano, alla fine esausto mi accascio sul pavimento, ho goduto come mai in vita mia e so che le mie abitudini sessuali sono cambiate per sempre!

I due decidono di lasciarmi andare, ma per punirmi, mi buttano le chiavi dell’auto in un tombino costringendomi ad una lunga scarpinata, così con il culo rotto ed impregnato di succhi misti al sangue della feroce introduzione e la bocca sazia di sperma e di piscio, mi incammino lentamente verso casa, consapevole che domani tornerò!

Leave a Reply