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Racconti Trans

Barcellona

By 19 Aprile 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Era una mattina piovosa, ma per cinquanta ragazzi era anche la più bella della loro vita. Erano le sette in stazione dei pullman, e gli studenti stavano caricando i loro bagagli. Destinazione Barcellona. Il protagonista della storia che sto per raccontarvi si chiama Marco. è un ragazzo di diciotto anni, alto, bel fisico, capelli lunghi e mori con un bel viso. Piaceva, ma non gli era mai interessato molto delle sue compagne di scuola, aveva sempre avuto relazione con ragazze di fuori, spesso di altre città, e spesso molto più grandi. E questo era quello che sapevano un po’ tutti, che chiunque poteva vedere o conoscere. C’era però, anche una parte nascosta ai più, più intima, più perversa, che aveva deciso di trascinare in quei giorni di libertà. Aveva la passione del travestimento, amava indossare abiti femminile, molto provocanti e sexy. A letto era d’indole sottomessa e spesso giocava in CAM con persone che non conosceva per niente. Molto spesso con uomini. Ma ripeto, tutto questo era un segreto e per lui era sacro. Non parlava mai di sesso con nessuno, non sopportava che qualcuno mettesse in dubbio la sua eterosessualità e mai ne aveva dati dubbi. La prima sera a Barcellona i ragazzi si divisero nelle stanze, erano perlopiù triple, ma Marco finì in una doppia con un ragazzo con il quale aveva condiviso parecchi momenti a scuola. Si chiamava Alessio, anche lui alto e magro, fisico scolpito, capelli corti e mori. La serata trascorse nella solita baldoria delle gite. Alcool, fumo, un po’ di sesso, ma raccontiamo quella di Marco. Finita la cena, si chiuse in camera per lavarsi e prepararsi, il programma era di fare una passeggiata per vedere se c’era qualche locale dove potersi divertire. Era solo, il suo compagno era rimasto fuori in camere di altra gente. Iniziò a lavarsi e profumarsi. Adorava fare la doccia e ci mise parecchi minuti. Nel rivestirsi gli capitò tra le mani la sacca che conteneva i suoi oggetti personali. Decise di provarli e tirò fuori un perizoma, un vestitino e iniziò a vestirsi da donna. Voleva anche truccarsi, ma non aveva tanto tempo. Si guardò qualche minuto allo specchio e dopo aver dato un’ultima triste occhiata all’orologio, si cambiò per uscire. Trovarono una discoteca frequentata da studenti di tutta Europa. C’erano inglesi, francesi, tedeschi, e tutti della loro età. Non ci volle molto per trovare qualche ragazza carina. In più con l’alcool tutti passarono una bella serata. Una ragazza in particolare, probabilmente tedesca, aveva eccitato Marco. Aveva un bellissimo vestitino bianco e si era strusciata sul suo cazzo per più di un quarto d’ora. L’aveva invogliato parecchio, ma alla proposta di fare un giro si lasciarono e non si rividero più. Il povero Marco ora aveva una bestia tra le gambe e non sapeva come calmarla. Verso le tre il locale iniziava a svuotarsi e i ragazzi decisero di tornare in camera. Chi presto, chi tardi, un po’ tutti andarono a dormire. Durante la notte Alessio si svegliò, sentiva delle voci, era la voce di Marco, accese la luce e se lo trovò di fianco che parlava nel sonno. Forse perché appena sveglio, forse per la paura di non sapere cos’era, ma ancora non aveva capito cosa diceva.
-Mamma quanto è grosso! Si. Si, vieni qua che te lo lecco. Dai. Tutto in bocca. Siiiii!!!
Ancora non riusciva a inquadrare bene la situazione, era perplesso, sul punto di svegliarlo. Allungò la mano verso la sua spalla.
-Siii! Vienimi in bocca. Sborra. Voglio succhiarla tutta. Dai! Si!
Forse aveva capito, ma non capiva il motivo. Stava sognando di fare un pompino, ma perché? Poi Marco iniziò a muovere anche le mani, le alzò e se le portò davanti alla bocca come se stesse impugnando qualcosa e iniziò a gemere. Stava facendo proprio un pompino nel sonno. Alessio era un po’ scioccato. Non avrebbe più ripreso a dormire, anche perché il suo amico stava pian piano alzando sempre più la voce. Per curiosità e per eccitazione si alzò dal letto girandogli intorno. si tolse le mutande e salì piano sul letto. Posizionò il cazzo eretto davanti alla sua bocca, prese le sue mani e delicatamente le portò sul suo membro. Le mani da prima rigide, a contatto con il pisello divennero più sciolte e poco dopo iniziò a segarlo. Marco continuava a dormire, ma Alessio stava già bene per quel lavoretto. La posizione era però molto scomoda e innaturale e Marco aprì gli occhi. In quella stanza tutto si fermò. Marco vide come prima cosa quel grosso cazzo tra le mani, le palle che dondolavano e le cosce depilate intorno al suo petto. Poi vide Alessio che con una faccia un po’ rimbambita dal sonno interrotto e un po’ goduriosa per il lavoro lo fissava. Ci pensò un attimo, era situazione troppo strana.
-Non lo dirai a nessuno vero?
-Dipende da te.
Marco da quella risposta era un po’ impaurito ma ancora più eccitato. Forse aveva trovato una persona con cui divertirsi in quella gita. Una persona reale e porca come lui. Riprese a segarlo mentre con una mano gli massaggiava i testicoli. Era bravo a masturbare, ci sapeva fare, e pochi minuti dopo Alessio si riprese in mano il cazzo e finì di masturbarsi venendosi sulla pancia.

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