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Racconti Trans

come diventai bisessuale

By 11 Maggio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Essendo il mio primo racconto che scrivo e di questo me ne scuso anticipatamente e siate clementi con le critiche che riceverò volentieri all’indirizzo e-mail qui a fine racconto. Come dicevo per essere la prima storia volevo iniziare dall’inizio di quando feci conoscenza con Simona che mi inizializzo alla bisessualità.
Avevo 25 anni e da poco concluso una storia con una ragazza dopo 2 anni che si stava insieme mi ritrovai solo ma libero di scelte che prima dovevo condividere e quell’anno giunti nei mesi estivi e alle loro temperature torride decisi le mie meritate ferie in montagna.
Prenotai all’agenzia viaggi una decina di giorni in val Badia dove trovai una vacanza che non mi sarei mai aspettato, mi ero organizzato degli itinerari di escursioni con guida essendo nuovi come posti volevo essere sicuro evitando spiacevoli inconvenienti.
Il giorno dopo del mio arrivo alla mattina presto avevo la prima escursione con un gruppetto formato da famiglie e coppie di fidanzati in tutto una 15 di persone, si partì con la guida per un’escursione giornaliera con pranzo in un rifugio.
La mattinata trascorse tranquillamente e via, via si faceva conoscenza tra i presenti, dopo pranzo mentre stavamo ridiscendendo un sentiero per il ritorno in albergo notai una ragazza che si era isolata dal gruppo e che si dava da fare con la macchina fotografica scattando foto a raffica, mi avvicinai e le chiesi se era appassionata di fotografia, domanda alquanto stupida visto l’attrezzatura che aveva e la mole di impegno che ci metteva.
Beh sai com’è, mi rispose. Sono una fotografa di professione e raccolgo del materiale per sfondi fotografici da utilizzare nei depliant per agenzie turistiche del luogo e cerco di unire l’utile al dilettevole, una rilassante vacanza mentre lavoro.
Mentre lei mi parlava io la stavo guardando incuriosito era una bella ragazza 1,75 capelli neri lunghi e un seno a coppa una quarta credo, per non parlare poi di quello splendido sedere che mamma la aveva fatto era una dolce visione che ti incantavi ammirandola.
Fu lei stessa che mi risvegliò dall’incantesimo scattandomi una foto in primo piano e con una risata disse. Mai visto una fotografa prima d’ora?
Si certo, è che però non tutte hanno uno sguardo magnetico che ti attrae.
Solo lo sguardo?
Mentre stavo per riaprire bocca mi sentii il piede che si bloccò in un so che cosa, solo dopo essere caduto a maiale per terra mi resi conto di essere inciampato in una radice che tagliava il sentiero diagonalmente.
La ragazza si precipitò ad aiutarmi a rialzare dicendo preoccupata se mi fossi fatto male.
La tranquillizzai subito dicendo che non mi ero fatto niente.
Sarà meglio che procedi avanti a me cosi eviti di cascare guardando altrove, mio caro, com’è che ti chiami….. io Simona e tu?
Stefano e sono qui per trascorrere alcuni giorni di meritato riposo tra verde, aria fine e ottimo cibo.
Trascorsi due giorni insieme a Simona e più stavo insieme a lei e più mi intrigava, aveva un qualcosa che non sapevo definire e comunque si rideva molto, si scherzava non mancavano le battute piccanti e allusive che lei si mostrava molto partecipe a conversazioni basate sul sesso.
La sera prima di salutarsi mi chiese se l’indomani mattina volessi accompagnarla ad uno studio fotografico distante una 50 di km dal posto che pernottavamo e fu con molto piacere che accettai.
La mattina seguente ci trovammo giù nella hall per uscire insieme e recarsi a questo studio dove lei lavorava.
Arrivati entrò e salutando un suo collega fece le presentazioni e quest’ultimo mi guardo con un sorrisetto sotto baffi molto allusivo a non so che, poi aggiunse rivolgendosi a Simona che lui usciva a metà mattinata e non sarebbe rientrato prima del giorno dopo e quindi quando avesse terminato il suo lavoro di chiudere lei lo studio.
Simona mi fece cenno di seguirla e entrando in un altro ufficio simile più a laboratorio con computer e altri strumenti per la fotografia digitale mi vece segno di accomodarmi vicino a lei che aveva bisogno di una mano.
Dopo un’ora che eravamo li assorti nel lavoro (più lei che io) cominciammo a sentire il caldo causa che li non c’era l’aria climatizzata e lei con semplicità si tirò su un po’ la gonna e si sbottono la camicia e con uno sguardo verso me disse, tranquillo qua non ci sono radici fuori dal terreno e la sedia ha i braccioli e lo schienale e fini la frase ridendo.
Da quel momento sudavo per la visione e non per il caldo, di quei seni tondi e quei capezzoli che pungevano il tessuto della camicia e potevo immaginare dando degli sguardi a quelle gambe come fosse sudata la sua fighetta e quanto mi sarebbe piaciuto infilarci la bocca per sentire il suo profumo.
Sentii nell’aria uno schioccare di dita e una voce che diceva. Sveglia figliolo, che c’è di tanto interessante da vedere insistentemente i miei seni? Spero che tu ormai sia stato con una donna e sappi come sono fatti. Ecco i miei sono più o meno come quelli di altre donne, non ci credi?
Oplà e si sbottono tutta la camicia mettendo in evidenza un seno da sballo.
In quel momento sentii il mio cazzo che diventò duro come il granito mostrando in evidenza il bozzolo sui pantaloni
Mi avvicinai a Simona e lei fece altrettanto incollandoci le labbra luna all’altro con le lingue che si intrecciavano, appoggiai la mia mano al suo seno sentendo i suoi capezzoli turgidi, lei intanto aveva slacciato la cintura e il lampo dei miei pantaloni e mi palpava il cazzo sopra gli slip.
Staccandomi da quella fantastica bocca la guardai negli occhi e lei prima che potessi fare altro mi prese per mano e mi porto su un’altra stanza adiacente dove c’era un divano. Non sarà comodo come un letto ma per il momento ci adatteremo e dicendo questa frase mi rimise la lingua in bocca e poi sul collo e scese hai capezzoli dove mi fece trasalire per come ci sapeva fare e piano scese ancora fino a che il suo viso non fosse davanti al mio uccello che pulsava impaziente di sentire le sue mani e la sua dolce bocca.
Mi sfilò i pantaloni ed estrasse fuori dagli slip il mio cazzo e cominciò a torturarlo, anzi ero torturato da quei possenti ma piccoli colpetti di lingua sia sul glande che lungo il tronco fino ad arrivare ai testicoli che martoriava con la bocca.
Solo dopo pochi istanti sento un calore che mi avvolse tutto il mio membro e un piacere da infarto, l’aveva preso tutto dentro la sua bocca fino a farselo arrivare alla gola.
Sentivo che non sarei resistito molto e gli sarei venuto in gola. Fermati ti supplico così mi fai sborrare subito.
Lei lentamente se lo fece uscire dalla bocca, il tempo di rilassarmi sento che freneticamente lo riprende in bocca e succhiandomelo con maestria mi porta fuori controllo della volontà di resistere, vengo, cazzo vengo tieni bevi e gli riverso in gola un mare di sperma che riversavo senza interruzione come se urinassi dopo che lei aveva ingoiato tutto e ripulito a fondo la mia cappella si distaccò dal mio uccello e rialzandosi si portò alla mia bocca e mi fece sentire il mio seme baciandomi.
Nel sentire il mio stesso seme mescolato alla sua saliva ebbi una piccola reazione come schifato, lei mi guardò e disse. Non ti piace? Peccato, non sai cosa ti perdi.
E fece l’atto di ritornare nell’altra stanza al suo lavoro quando io stupito la afferrai per un braccio e la portai a me dicendo, perché vai via, il gioco continua voglio vederti godere mentre ti lecco quella bella fighetta che sarà un lago e poi ”
No! Mi disse secca lei. Non ci sarà un seguito, ti ho calmato i tuo bollori e mi è piaciuto farlo se vuoi lo rifarò in seguito, ma ti prego non chiedermi di più, rovineresti una piccola amicizia.
Non riuscivo a capire, chiesi spiegazioni ma lei mi tappò la bocca con l’indice sussurrandomi. Vedremo in seguito, ora fammi finire il mio lavoro che si è fatto tardi.
Il pomeriggio lo passai a girare per il paese ma ero assorto per quanto era successo la mattina, lei che si era concessa facendomi in pompino con ingollo per poi fermarsi non volendo più continuare l’atto sessuale, Boh ‘. Dissi tra me e me, valle a capire le donne.
La sera si andò fuori per una cena organizzata tra tutti i componenti del gruppo e la guida, che ci portò in un locale dove facevano un’ottima carne sulla brace e devo dire che anche il vino era buono e tutti ne approfittammo per un bicchiere in più, che usciti dal locale si rideva e scherzava, io e Simona ci si scambiava frasi a doppio senso alludendo a quello che era successo la mattina ridendo come due imbecilli che dicono cazzate causa l’alcol.
Quando si prese l’ascensore per raggiungere le rispettive camere dell’albergo, io abbracciai Simona dandole un bacio che ricambiò appassionatamente, le dissi che vorrei trascorrere la notte con lei per riprendere il discorso di stamani.
No! Mio caro Stefano il discorso si è concluso magnificamente e non penso ci sia altro da aggiungere.
Cazzo; ma si può sapere cosa hai? Ti lasci baciare mi spogli mi fai un pompino che ricorderò fino a che campo e poi fai la ritrosa, non mi sembra tanto normale il tuo comportamento.
Lei con voce secca ed autoritaria e facendo riferimento perché voi uomini date tutto per scontato che una donna te la dia perché ti ha baciato e toccato.
No cara. Ribattei autoritario, qui non si parla di una pomiciata ma di un atto sessuale che abbiamo avuto e tu ci hai messo una passione e amore che neanche la mia ex in due anni mi ha dimostrato, poi improvvisamente sei cambiata è cambiato il tuo umore e ha cominciato ad impersonare la donna mistero.
Ha quelle parole lei mi guardava fissa come se mi interrogasse il pensiero, poi vidi una strana luce nei suoi occhi e un leggero sorriso sulle labbra per poi dire.
Ok, possiamo trascorrere la notte insieme e scopare come due ricci, però mio caro Stefano si và fino in fondo accettando le conseguenze ed esaudirai i miei voleri.
Cazzo, Simona ribattei con voce placata di sorpresa, che voleri saranno mai? Sei una mistres, bastava dirlo ti do il bacino della buonanotte e ciao a domani.
Ma che hai capito!?!? No, con me troverai solo amore e dolcezza, niente pratiche strane.
Entrammo in camera sua e li sentivo che non sarebbe stata una scopata come le altre ed avevo ragione, stavo sdraiandomi nel letto quando lei mi disse di spogliarmi, lo feci volentieri e frettolosamente non vedevo l’ora di tenerla tra le mia braccia per sentire il suo profumo.
Lei si tolse la camicia e mise in evidenza il suo seno che faceva svettare quei due piccoli ma turgidi capezzoli per poi posarsi sopra di me, la sua lingua si insinuava nella mia bocca come quella di un serpente, era molto più focosa rispetto alla mattina nel suo studio e non penso sia stato per il vino a cena, quello stava lasciando il suo flusso per dare spazio all’eccitazione alla voglia di consumare una notte di sesso.
Prese a stuzzicarmi i capezzoli con le dita e altrettanto ricambiavo, sentivo ora il suo alito sul petto e la lingua come una lama mi percorreva i pettorali per arrivare agli addominali solleticandomi fino ad arrivare al mio cazzo che ormai era sofferente da quella situazione e reclamava pace, una pace che avrebbe trovato poco dopo nella fantastica bocca di lei.
Sentivo le caldi pareti della bocca e la sensazione che percepiva la cappella con lo sbattere sull’ugola e tonsille fino ad avere dei piccoli coniati di vomito.
Come in mattinata sentivo l’orgasmo arrivare precocemente e la fermai dicendole, basta non lo riprendere più se lo fai ti uccido.
Ora mia cara voglio essere io a contraccambiarti il favore.
Sicuro di essere pronto, mi rispose.
Certo che sono sicuro è da stamattina che ne ero sicuro e voglioso di tintinnarti il clitoride e le tue labbra della tua passera.
Lei si tiro su e dandomi le spalle si tolse i jeans e lentamente si sfilo le mutandine nere di pizzo rimanendo con quel culetto che sembrava sospeso nell’aria una visione sublime.
Bene, disse lei con voce un po’ tradita dall’emozione volevi succhiarmi in clitoride e io ti accontento e girandosi verso di me vidi il suo volto con occhi dilatati e attenti alla mia reazione.
La mia reazione ci fu, eccome se reagii stupito vedendo che il suo clitoride era di ben 22 cm circa con due palle attaccate sotto.
Ho porca troia, cazzo tu sei un trans!!!!!!!
Zitto ora e ricordati che dovrai andare fino in fondo, se vuoi aspetterò un minuto per farti riprendere dallo shock.
Un minuto? Simona ti dispiace offrirmi da bere dal tuo frigo bar.
No! L’alcol fa male per l’erezione.
Quale erezione Simona, cazzo questo qua pretende un’erezione, mi dici cosa vuoi fare?
Come cosa voglio fare? Semplice voglio fare quello che desideravi tu stamattina e quello che desideravi fare poco prima che tu scoprissi che ero una trans.
Non avere paura e inibizioni e lasciati guidare, mi hai baciata e ti è piaciuto, i miei capezzoli e il seno ti hanno eccitato, la mia bocca ti ha fatto sborrare in 30 secondi, quindi la differenza tra una vera donna e me al momento non l’hai notata, sai dicono e ne sono convinta che alcuni trans sono più brave della donne e tu puoi averne certezza e di lasciarmi la possibilità di provare con te, però non posso obbligarti quindi decidi o resti o esci da questa camera e tutto sarà come se non fosse accaduto.
No! Mi dispiace Simona non c’è la faccio, presi i miei indumenti e dopo essermi rivestito ritornai in camera mia che ero ancora frastornato dall’accaduto.

Fine prima parte.
Per commenti, critiche e consigli scrivete a:
benkenoby_13@yahoo.it
Erano trascorsi due mesi da quella sera con Simona, nonostante fossi preso dal lavoro e impegni con gli amici nel tempo libero, non riuscivo a togliermi dalla mente l’immagine di lei, quegli occhi e il suo sorriso per non parlare di quel corpo magnetico che mi aveva attratto prima di scoprire il suo essere, metà maschio e metà femmina.
Nella mia famiglia ero cresciuto con dei principi morali riguardo al sesso, ricordo i miei nonni che erano eccessivamente rigidi avvolti da eccesso bigottismo, la parola gay per loro aveva lo stesso significato dalla parola peste,” per i miei era una malattia celebrale, se non uguale ad un male incurabile.
La mia fortuna è stata che crescendo in una città grande come Firenze e avendo un carattere ribelle mi imposi a quella rigida dottrina comportamentale che i miei volevano che avessi e iniziai a pretendere la mia libertà e indipendenza da i miei genitori con il raggiungimento della maggiore età e la chiamata al servizio di leva, (rompi cazzo” però utile per certi aspetti) mi ha reso molto più maturo e sfrontato nell’affrontare certe situazioni, come quella sessuale.
Ricordo la mia prima avventura con una prostituta che gli sono venuto in mano mentre mi infilava il preservativo, per poi in seguito maturando la mia esperienza con le donne”.non molte, diciamo poche ma buone, ho rotto argini e ponti della mia moralità impostami dai miei genitori, però rimanendo su quei binari della linea etero, minimamente avrei pensato a deragliare.
Una delle tante sere da bagordi in giro per i viali di Firenze notai che c’erano dei transessuali e dirigendomi verso loro mi accorsi che la mia curiosità percorreva parallela ad un senso di eccitazione e rallentai con l’auto per ammirare le loro forme e lineamenti, chi più o meno femminili.
Il mio pensiero andò diretto a Simona, il mio cazzo ebbe una scossa ed inizio di erezione, tornato a casa entrai subito sotto la doccia e sotto il getto dell’acqua tiepida cominciai a toccare il mio membro fino a farlo diventare duro e cominciai a masturbarmi, data la mia astinenza non ci volle molto a riversare fiotti di sperma e con una sola immagine eccitante nella mia testa”Simona.
Simona, mi appariva sempre, bastava che vedessi una bella ragazza e pensavo a lei, perfino l’ esse del supermercato me la faceva ricordare e non c’era atto sessuale sia autoerotismo o rapporti con ragazze che il mio pensiero non fosse diretto a lei.
Capii presto che l’unica cosa che dovevo fare per darmi pace era di rincontrarla e parlarci.
Parlarci? Ma chi vuoi prendere per il culo, tu vuoi qualcosa di più che parlare..”..Non vuoi ammettere che ti sei innamorato di lei”..benissimo, caro Stefano libertà di pensiero accolta a tuo favore. Ma non pensare che sia un semplice parlarci a risolvere il tuo problema, stronzo ipocrita.
Dissi queste parole di pensiero mentre mi riflettevo allo specchio e capii quale fosse la cosa giusta da fare.
Presi dei giorni di ferie e misi in marcia l’auto il mattino seguente in direzione di Brunico (BZ) dove Simona lavorava nello studio fotografico.
Arrivai a destinazione in tarda mattinata e causa pausa pranzo trovai lo studio chiuso, essendo affamato e stanco andai a cercare una trattoria e una pensione per il pernottamento, dove riposai un’oretta e dopo una tonificante doccia mi diressi di nuovo verso lo studio fotografico, erano le 16,30 ed era aperto, entrando fui accolto da il suo collega lo stesso dell’altra volta, dopo i saluti chiesi di Simona e il collega mi rispose con tono dispiaciuto che essa era in Svizzera per un servizio fotografico e non sarebbe rientrata prima del fine settimana.
Non mi sentivo così dispiaciuto da quando da ragazzo poco più 12enne morì Tagislao amico fedele a quattro zampe.
In quel periodo i cellulari non erano diffusi come ora, erano in pochi ad averlo e per la maggiore serviva solo per lavoro avendo solo la funzione di telefono.
Io non rientrando in quella categoria lasciai il mio numero di telefono sia di casa che del lavoro e ritornai come un cane bastonato all’albergo, dove sarei ripartito la mattina successiva per il rientro nella mia città.
Passò una decina di giorni quando un mio collega al lavoro mi chiamò dicendomi che mi volevano in portineria.
La ragazza al centralino mi disse che c’era una persona che mi voleva al telefono e avrebbe passato la comunicazione nella saletta di attesa.
Presi la cornetta e passata la comunicazione risposi, pronto!
Stefano?
Si, sono io.
Ciao, carissimo” Sono Simona,mi hanno riferito che mi hai cercata e sei venuto a trovarmi fino quassù, però ero fuori per lavoro e mi è dispiaciuto tantissimo”.. ma come mai sei venuto fin qua?
Ciao, Simona”..La mia visita era dovuta soltanto al fatto che volevo rivederti e parlare con te.
Alla faccia del cazzo, ti sei fatto tutti questi chilometri per vedermi e parlarmi? Mai avuto ammiratori e spasimanti che facessero tanta strada per me. Ti rammento anche che sono una trans’..te ne sei dimenticato e di come quella sera hai preso la tua decisione.
Ok, Simona. Quella sera mi sembrava un indiscutibile giusta decisione, ma in questo periodo trascorso non ne sono poi così tanto convinto come all’ora e vorrei discuterne con te.
Carissimo Stefano, Penso che ci sia poco da discutere, devi essere tu a sapere cosa vuoi da te stesso e comunque non pensare che ti rifiuti l’aiuto che mi chiedi, se vuoi la prossima settimana sarò a Bologna per una mostra di apparecchiatura fotografica e quindi ci possiamo incontrare li, con il vantaggio di risparmiarti un bel po’ di chilometri, che dici accetti?
Non vedo cos’altro potrei fare, risposi e continuando poi la conversazione su accordi e orari ci si salutò.
La sera stessa prenotai l’albergo a Bologna che mi aveva detto Simona lo stesso dove lei pernottava.
Arrivò finalmente il giorno fatidico che avrei incontrato quella ragazza che aveva scombussolato quello che erano i miei principi sessuali e arrivato all’albergo posato il bagaglio in camera mi recai diretto alla mostra.
Mentre giravo tra gli stand di espositori e davo sguardi veloci ai prodotti esposti cercavo di intravedere una sagoma conosciuta, anche se non c’era tantissima gente essendo forse di giorno feriale non riuscivo a vederla.
Ci volle un’oretta buona prima che mi sentissi dire”.Attento c’è una radice, e voltandomi di scatto rividi quel sorriso e quello sguardo che mai avevo scordato e che era sempre impresso nella mia mente.
Simona!>> Ciao carissima, che piacere rivederti, come stai?
>>Bene caro e tu? Mi sbaglio o abbiamo perso qualche chilo.
>>Non sbagli è che a casa si lavora ha buoni ritmi non è come stare in montagna, che è vero si cammina, ma però si mangia anche.
La conversazione durò pochi minuti a causa di interruzioni da parte degli espositori che davano delucidazioni sui prodotti e interpellavano anche me pensando che fossi del settore”io che di foto e apparecchiature non ne sapevo un’acca.
A metà pomeriggio si fece sentire la stanchezza e i piedi davano sintomi di dolore per quanto si camminava all’interno della mostra e così si prese la decisione di andarsene da qualche parte a bere qualcosa e chiacchierare in santa pace.
La serata trascorse velocemente e anche la cena in un locale rustico molto carino e separati da altri clienti in una saletta a luce soffusa, si parlo interrottamente tutto il tempo di tutti gli argomenti più possibili e immaginabili……..ma nessun riferimento al sesso e di quello che riguardava noi due, soprattutto me.
Si camminò fino a tarda notte per le vie dal centro come se si avesse il timore di rientrare in albergo, entrambi sapevamo che una volta dentro e davanti a una qualsiasi camera,sua o mia io personalmente dovevo prendere la decisione e forse lei aveva un timore quello di un mio secondo rifiuto.
Eravamo prossimi alla destinazione e lei fermandosi e fissandomi dritta negl’occhi mi disse con voce dolce:
>Hai notato che da stamattina da quando ci siamo incontrati non ci siamo mai baciati, abbiamo parlato di tutto e di più, però non hai accennato minimamente al motivo che sei venuto fino qui”..pensi di prenderti una decina di giorni? Io fra due giorni torno su e tu dovrai deciderti, da parte mia non riceverai nessuna insistenza e se vuoi possiamo rimanere solo amici ed incontrarsi ogni tanto, spesso capito anche a Firenze’.quindi passo a te la decisione e il tempo per riflettere.
No! Simona, io sono qui solo per te e per terminare quello che ho interrotto tre mesi fa, non mi importa quello che mi sentirò domani, ma voglio sapere se è questo il mio orientamento.
Conclusi la frase avvicinando le mie labbra elle sue dove potei sentire il suo sapore e le nostre lingue dandosi battaglia e dall’erezione istantanea che ebbi al momento scacciò quei minimi dubbi rimasti”se mai li avessi avuti.
Entrammo in camera sua che si era sempre con le labbra attaccate sentivo le nostre salive mescolandosi e senza rendermene conto mi trovai nudo col cazzo che sembrava una colonna di marmo, credo che sia stato la prima volta nella mia vita che lo vedevo cosi gonfio e duro.
Ma anche Simona doveva essere al massimo, sentivo il suo affanno e la sua lingua che roteava con maestria sul mio corpo fino a raggiungere la mia cappella e cominciando a torturarmi come sapeva fare lei, come la prima volta fui costretto a gridargli:>> fermati mi fai venire, non ora aspetta.
Fermarmi? Mi rispose lei, aggiungendo:>> ma se non ti ho fatto niente, ancora lo devo prendere in bocca del tutto.
E cosi dicendo, Simona cominciò a spogliarsi, ma questa volta non lo fece volgendomi le spalle come accadde quella sera, ma lo fece guardandomi in viso e tolto gli slip potei ammirare il suo gioiello, non era grosso di circonferenza ma esile e lungo quasi 20-22cm. Si avvicino di più a me e mi abbraccio facendomi sentire quel membro sul mio corpo e riprese a baciarmi.
Nel frattempo scostandomi e allungando timidamente la mia mano verso il suo membro lo strinsi delicatamente nel palmo e fu una sensazione inaspettata, sentivo quel coso duro e caldo che pulsava ritmicamente al respiro affannoso di lei.
Simona, staccandosi dalla mia bocca e raggiungendo il mio orecchio mi sussurrò:>> Visto bravo”.tranquillo non morde, eheh. Se poi vuoi dargli anche qualche bacino, lo accetta volentieri.
Specialmente la padrona”’..aggiunsi io e cominciai la discesa, prima tappa furono i capezzoli di cui andavo pazzo, mi piaceva la loro durezza e poi continuai a scendere sul ventre e li sentii Simona contorcersi sia per il piacere che per il solletico che le procuravo, fino a che non cominciai a sentire il profumo del suo sesso e una mano dolcemente si posò sulla mia testa e con dolce pressione mi guidò davanti a quello scettro, per un attimo esitai, ma la sua mano e la mia eccitazione e voglia di conoscere quel lato del sesso fece modo che mi trovai quel cazzo in bocca e presi a succhiarlo come se lo avessi già fatto altre volte e questa volta fu Simona a contorcersi e con il suo respiro gravoso dirmi di fermarmi che stava per venire.
Non so cosa mi prese in quel momento, sarà stata la forte eccitazione o il cominciare ad abbattere quelle barriere sul sesso etero, che rallentai e poi cominciai a pompare più velocemente e spingermi il suo cazzo fino in gola, come fece lei la prima volta con me e ora come non mai contraccambiavo quell’azione.
Anche lei concia della mia azione cominciò un movimento col suo bacino fino a che non sentii il suo corpo irrigidirsi e da li a poco accompagnato da un rantolo mi riversò il suo seme in bocca, non so quanti schizzi fece, ricordo soltanto che mi usciva dalla bocca e causa quest’ultima cominciai e deglutire con mia sorpresa per il sapore piacevole che aveva”Avevo fatto il mio primo pompino e con ingoio, mica poco.
Dopo essersi ripresa Simona mi guardò stupita con aria incredula dicendomi:>> Ho cazzo qui l’allievo sta superando il maestro, mai mi sarei aspettata un azione così, complimenti, però il gioco ora sale di livello, mio caro allievo e vediamo se sarai all’altezza.
Dette queste parole mi baciò leggermente sulle labbra per poi scendere verso il mio cazzo che era impaziente di alleggerirsi la zavorra che comprimeva all’interno dei testicoli che erano duri come palle da biliardo.
Cominciò a leccarmi lungo l’asta per finire a schiaffeggiarmi la cappella con la sua lingua fino a bagnarlo bene con la saliva, poco dopo smettendo prese dalla sua bocca un rivolo di saliva e lo portò in mezzo al suo culetto, da quel gesto capii quale fosse il mio prossimo esame.
Essendo rimasti fino ad ora in piedi, lei si portò vicino ad una poltrona e poggiando le mani alla spalliera e reclinarsi mi mostrò il suo culetto che si intravedeva l’orifizio dove io avrei goduto insieme a lei quella penetrazione.
Lei prendendo il mio membro se lo portò all’imboccatura dove esercitando una piccola pressione riuscii a metterci parzialmente dentro la mia cappella, ci fu un gridolino e una leggera ritrazione da parte sua dicendomi di fare piano di dargli il tempo al suo ano a dilatarsi.
Vedevo la sua schiena ricoperta in parte da quei capelli lunghi e neri, con un palmo della mano accarezzavo il suo seno e con l’altra sul suo fianco mi aiutavo a spingere piano, piano il mio sesso in quel caloroso buchetto, anche lei con lentezza mi veniva incontro fino a che il mio ventre non si trovò appiccicato ai suoi glutei e cominciai a muovermi facendo quasi uscire il mio cazzo per poi rinfilarlo tutto dentro.
La goduria di entrambi era ai massimi livelli, ora con una mano la stavo masturbando, il suo cazzo era ritornato duro, ma un presentimento mi fece capire che quel momento magico stava per finire, il massimo dell’eccitazione faceva avvicinare velocemente quello che sarebbe stato il mio orgasmo.
Simo, sto arrivando, vengo, vengooooo” si, siiiiiieccomi, od’dio mio comè bello scoparti, riversai un mare di sperma bollente nel suo intestino e anche lei mugolava di piacere e mi diceva frasi incitandomi a non smisi di masturbarla perché anche lei stava per avere il suo secondo orgasmo e così poco dopo sentivo nella mia mano il calore di quel nettare appiccicoso che poi mi portai alla mia bocca, mentre Simona stava contraendosi per il piacere che pervadeva il suo corpo.
In silenzio entrambi ci si sdraio sul letto i nostri respiri avevano ancora ritmi alti, dopo qualche minuto, il silenzio fu interrotto da Simona, che venendo col suo corpo sopra di me ricominciò a baciarmi e torturandomi i capezzoli, cominciai a ricambiarla fino a che l’eccitazione non si impossesso di noi nuovamente, poi girandoci automaticamente si diede inizio ad un eccitante 69.
Mentre mi godevo il mio cazzo nella bocca di lei e il suo nella mia bocca succhiavamo come matti, un dito di lei si appoggio delicatamente sul mio buchetto e cominciò una leggera pressione che benché fossi preoccupato per la mia integrità anale essendo vergine, sentivo un piacere elettrizzante percorrermi lo scroto e la mia eccitazione aumentava e via, via lei esercitava più pressione fino a che il suo dito era tutto dentro al mio culo dandomi un piacere mai provato prima.
Cominciai a godere e infilai il mio dito delicatamente nel suo buchetto imitando il suo movimento che aveva lei con me, ma non finiva li ben presto i diti nel mio orifizio divennero 2, poi 3, fino a quando non la sentii dire:>> Ok, mi sembra che sia dilatato bene per”’
Per cosa??? Risposi io con un’orribile presentimento. No! Mia cara mi dispiace ma tu quel coso non c’è l’ho metti li dentro, passi per i diti.
Mi senti arrivare un ceffone su un chiappa a mano aperta e una voce autoritaria che mi imponeva tale sodomizzazione, ebbi da discutere ma presto mi resi conto che la mia era una battaglia persa,il mio rifiuto non era per via della moralità, quella l’avevo dimenticata era la paura del dolore che avrei provato e lei questo lo sapeva.
Sapeva, la stronza che mi piaceva l’aveva notato quando mi massaggiava con il dito come sculettavo e che la mia reprensione era solo paura.
Stefano, mi disse:>> lo so che sei come un bambino alla sua prima ignizione e hai paura ma le punture servono per guarire e quindi vanno fatte e non rompere.
Ma, scusa. Ribattei:>> esistono anche farmaci per via orale.
Già, fatto prima e hai sempre la temperatura alta, mi rispose e giù un’altra pacca nel solito gluteo.
Dopo un breve riscaldamento passionale come lei sapeva fare mi trovai supino con lei che appoggiava con delicatezza il suo batacchio al mio bel culetto che ben presto sarebbe stato con atroce sofferenza sventrato. (se qualche lettore/ce pensa che sia stato esagerato’.non me ne frega un cazzo).
I primi sintomi di dolore cominciavano a farsi sentire e comunque erano sopportabili, però quando spinse di più che la cappella si fece spazio per entrare, anche se delicatamente, avverti una dolorosa fitta che urlai di dolore ritraendomi.
Calmo, mi diceva lei, respira profondamente e rilassati più che puoi, detto questo continuo a premere e con un leggero colpetto sentivo la sua cappella dentro ma sapevo che ancora c’è ne era di carne fuori che doveva entrare.
Ma come per magia mi ritrovai con buona parte del suo membro dentro me, c’erano ancora sintomi di dolore ma anche di piacere fino a quando con il mio cazzo duro in mano mi masturbavo godendo come una troia sia io che chi mi scopava con dolcezza maestria facendomi provare straordinarie sensazioni.
Ad entrambi l’orgasmo non si fece attendere fu Simona che aumentando il suo ritmo mi disse che stava venendo.
Cazzo Stefano, che bel culo che hai, non resisto più vengoooo, ti vengo dentro senti come è bello sentirsi pieno di calda crema.
Sembrava in preda a convulsioni, mi sbatteva con eccessiva foga fin a sentire le sue unghie nella mia pelle premere e graffiare come una gatta, sentivo che anch’io stavo per venire e anche lei se ne accorse e sfilandomi il cazzo dal mio culo e rigirandomi me lo prese il bocca e comincio a pompare per poi rigirarsi ancora fino ad assumere la posizione a 69, sentivo il profumo del suo sperma e preso in bocca il suo membro che cominciava ad ammosciarsi ma sempre sul tosto cominciai a pompare sentendo anche il sapore del mio culetto e anche se non potessi dire niente lei si accorse del mio ennesimo orgasmo che riversai nella sua bocca.
Ci si sveglio che erano le 7,30 del mattino eravamo abbracciati e sempre impiastricciati dalle nostre godute.
L’unico pensiero era quello di una doccia calda e di prepararsi anche se la voglia non c’era di ritornare tra gli stand della mostra.
Trascorsi con Simona altre due serate, una la si prese in più per trascorrerla in camera e sapete a fare cosa, non posso dire di aver fatto sesso con una donna, mah!!! Neanche con un uomo, lo definirei più un angelo che qualche redento moralista da lassù mi a fatto incontrare e che tutt’ora a distanza di 22 anni ci incontriamo, non siamo legati sentimentalmente lei ha una sua vita, privata vive e abita, non mi ricordo dove, so che è in Lombardia ed ha messo su un negozio di fotografia.
Lei non lo sa di questa pubblicazione, gli avevo accennato un qualcosa e”’quasi, quasi la chiamo al cellulare e la informo e magari ci fisso per il week-end e cosi ne parliamo”parliamo?

Benkenoby_13@yahoo.it

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