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OrgiaRacconti Trans

GANG LATTEX TRANSEX BAND

By 18 Luglio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

A parte Sally che aveva contattato me e Marina che aveva proposto la cosa anche a Felipe, non avremo conosciuto nessuno delle transex che avrebbero partecipato all’orgia. Era una sorta di festa in lattex: trionfo di materiale appiccicoso e duro, sexy e eccitante. Sally mi consegnò il mio vestito un paio di giorni prima: ‘Portalo, facci un giro per casa, indossalo, dovrai essere a tuo agio qua dentro!’ mi disse mostrandomi una tuta di lattex che copriva tutto il corpo centrale, la testa per mezzo di un cappuccio e solo una porzione minore di braccia e gambe. La indossai. Era una sensazione strana, calda e opprimente ma anche sexy. Sul culo c’era un’apertura ampia all’altezza della fessura. ‘Stai bene…fatti vedere…le maniche sono propro corte..ma ok…cammina! Così…ora mettiti in ginocchio..bravo..così..come ti senti?’
Sally indossava una camicetta a fiori che a stento tratteneva le zinne gonfie, un cappello di jeans e grossi occhiali oro. Andava di fretta, ma voleva essere sicura che per la festa tutto sarebbe andato liscio. Era dai tempi della gang-bang per Carnevale che non eravamo di nuovo coinvolti in un’orgia. ‘..va bene…credo…’ dissi.
‘Ok. Sabato pomeriggio, passerò a prenderti con Marina, fatti trovare vestito così, passeremo dal garage, monterai nella bauliera e andremo fuori città. Intesi?’ e mi afferrò la faccia, dagli occhiali dorati a specchio vedevo il mio volto stretto nella morsa di Sally, le sue mani che mi stringevano forte. Annuii e lei mi mollò uno schiaffetto leggero. ‘A sabato!…’ fece uscendo dalla porta così come era entrata pochi minuti prima. Mi tenni la tuta indosso e feci come mi aveva ordinato: passeggiai per casa, andai carponi, bevvi dell’acqua attraverso la maschera che lasciava ampi spazi agli occhi e alla bocca e aveva 2 fori sul naso. Non era male, anzi mi eccitava.
Il sabato arrivò.
Sally mi mandò un messaggio affinch&egrave scendessi nei sottosuoli dello stabile. Mi vestii e indossai un pesante cappotto fino alle gambe, un cappello a larga tesa e infilai l’ascensore. Sotto c’era solo il ragionier F. che parcheggiava la Citroen nel garage, aspettai che avesse finito e poi andai al mio box auto. La Mercedes di Marina attendeva. ‘Muoviti, stupido!’ mi apostrofò Sally quando finalmente mi feci vedere. Mi mollò un calcio nel culo e mi gridò in faccia: ‘Spicciati coglione, togliti questo cappotto ed entra nel bagagliaio.!’ Marina aprì dietro e vidi Felipe che giaceva sul fondo, le mani legate con una tuta simile alla mia addosso. Mi fece spazio. ‘Legalo!’ ordinò Sally e Marina mi mise dei ferri corti ai polsi. Mi sdraiai nel vano dietro con Felipe, per fortuna lo spazio era molto in quella Mercedes anni ’60 e Felipe era minuto. La bauliera si chiuse e partimmo.
Facemmo molta strada. Dentro si stava stretti e contorti, sudavo e Felipe piagnucolava per via del dolore alla schiena, era in quella posizione da 1 ora prima di me. Sentivo Marina e Sally ridere e scherzare davanti.
Finalmente dopo un breve tragitto in una zona non asfaltata con grosse buche che ci avevano fatto sobbalzare e sbattere la testa, la Mercedes si fermò. Marina aprì il portabagagli e ci fece mettere in ginocchio con la schiena a 90′ e la testa fuori. Ci trovavamo in campagna, il cielo era grigio ma non faceva freddo. Alla nostra sinistra notammo una scalinata piuttosto lunga che portava ad una porta bianca grane. Una villa a 2 piani. Sally e Marina ci fecero. ‘Forza! Inizia la festa…entreremo e sarete ospiti delle nostre amiche, ci divertiremo con voi tutta la sera, vi useremo come cani da riporto, pompinari, culi da sventrare schiavetti ubbidienti…pronti?’ Annuimmo eccitati. Sally indossava una tuta di lattex rossa che faceva risaltare i suoi capelli biondi, gli occhi grandi e la bocca rossa pure lei di fiammante rossetto. Marina aveva un completo nero. Cacciarono fuori i loro cazzi che conoscevamo bene e dal bagagliaio della Mercedes ci ordinarono di ciucciarli. La posizione era scomoda, in ginocchio, instabili, con poca possibilità di muoverci, ma le nostre bocche fra la maschera di lattex trovarono comunque la strada e ci ritrovammo a spompinare i falli delle nostre amiche. Mentre facevamo quel lavoretto di bocca a Sally e Marina, delle figure anche quelle in tute apparvero via via attorno alla Mercedes. Transex nascosti da completi gialli, neri, rossi presero a ridere e fare battute su di noi che lavoravamo di bocca. Vedevo a malapena i loro fisici impegnato a succhiare il cazzo di Sally ma sapevo che ben presto sarei stato in loro dominio.
Io e Felipe andammo avanti a succhiare i cazzi delle due transex stretti nella bauliera. Quindi Marina ci fece segno di scendere. Con le mani legate non era facile, ma le altre transex si fecero attorno a noi e ci dettero un aiuto a forza di tirate, scapaccioni, urla, grida. A terra però c’era del fango e erba bagnata. Finimmo con i piedi nudi sul fango e poi a calci nel culo fummo buttati a terra. L’erba era fredda, ma non avemmo modo di fare molto, alcune delle figure in tuta ci sollevarono e ci spinsero verso la casa. Prima della rampa di scale c’era un piccolo pezzo con ghiaia bianca. INGINOCCHIATEVI STRONZI E CAMMINATE CARPONI SUI SASSI urlò Sally. Ci buttarono a terra e spinti da pedate nel culo ci fecero andare verso la rampa di scale, quindi ancora in ginocchio, puniti, picchiati, incitati a fatica facemmo quelle scale con le mani legate, i movimenti goffi e le botte delle transex.
In cima, prima di entrare, le transex si disposero in fila di fronte alla porta: SU PRIMA DI ENTRARE UN BEL SALUTO AD OGNUNO DI NOI!! fece Sally e le transex tirarono fuori i loro uccelli e ce li sventolarono in faccia. Sudati, sporchi, picchiati guardavamo quei 6 cazzi che penzolavano. Alcuni bianchi, altri neri. Lunghi e corti, massicci e più fini spuntavano dalle tute colorate. I loro proprietari ridevano appoggiati alla larga porta e aspettavano.
Fu Sally a prendermi la testa e a ficcare la mia bocca sul cazzo nero della prima. La mia gola accolse quel randello ancora moscio, ma ben presto divenne duro e quando accadde fui spinto verso il successivo. Anche Felipe succhiava dalla parte opposta della fila. Tute colorare, risate, volti allegri sotto le maschere. Sudore, cazzi in bocca, pelle liscia, urla, mani che ci premevano verso quei sessi. Un cazzo dopo l’altro, succhiavamo e baciavamo e quelle ce li sbattevano sulla tuta, sul collo, sulla bocca, sul volto coperto dalla maschera. Il suono delle loro verghe sul lattex era inebriante, un martellare morbido ed eccitante. Ciucciavamo quei cazzi ma sentivamo tutto. Nessuna delle transex venne in quella occasione, volevano evidentemente preservarsi per il ‘dopo’. Marina ci fece segno di alzarci e seguirla. Dentro la villa c’era un ampio ingresso e una grossa sala con alcuni divanetti e oggetti sparsi in giro. Non facemmo in tempo a vedere niente perch&egrave Marina ci spinse di sopra. ANDIAMO A PULIRVI! NON PENSATE MICA DI STARE IN CASA CON LE TUTE SPORCHE DI FANGO? DI SOPRA CAPRONI, MUOVETEVI!!
ci condusse di sopra assieme ad una transex con la tuta gialla e nera. Seguimmo i loro culi con la testa china fino ad un locale doccia. A terra c’era un bocchettone per l’acqua come quello dei pompieri. Le mattonelle erano bagnate e fredde ma Marina ci spinse in fondo. ‘Fermi lì, schiavi! Adesso vi puliamo il lordume!’ prese il bocchettone ma l’amica la fermò. ‘Aspetta!voglio fare una cosa…’ ci raggiunse e disse di inginocchiarci. Quindi quando fummo ai suoi piedi con la faccia rivolta a lei, si prese l’uccello fra le mani e iniziò a pisciarci addosso, un fiotto caldo, giallo, forte. Ci colpì la tuta e poi il volto. La pioggia dorata rimbalzava sulla tuta e sul lattex con un suono acuto. Ci colpì anche la bocca, gli occhi. ‘Ehi…si fa così…’ fece Marina e ci raggiunse anche lei. Si tirò fuori il cazzo e prese la bocca di Felipe fra le mani, la mise all’altezza giusta per il suo getto e poi sputò un fiotto di piscia gialla dentro la sua bocca aperta. Felipe raccolse tutto e bevve come doveva essere abituato a fare da tempo con quel cazzo evidentemente.
Lei finì di pisciare schizzandolo ovunque e spingendo anche me verso la direzione del fiotto. Quindi si allontanò prese il boccaglio in mano e sparò l’acqua verso di noi. La forza del liquido freddo ci fece cappottare a terra, sulle piastrelle e Marina infierì a lungo lavandoci tutto con l’acqua.
Quando ebbe finito disse:
‘Datevi una sistemata e scendete di sotto, abbiamo una gran voglia di scoparci i vostri culi stanotte!’ e ci mollò ad entrambi uno schiaffo. Anche la compagna fece lo stesso e poi ci lasciarono.
(to be continued)(per critiche suggerimenti, commenti: dorfett@alice.it)

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