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Racconti Trans

HO DIMENTICATO ANNA

By 2 Febbraio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Dopo più di dieci anni di fidanzamento, dopo quasi sette anni di convivenza, dopo innumerevoli progetti per il nostro futuro, dopo i discorsi su figli, famiglia e vecchiaia, che avremmo trascorso ovviamente insieme, Anna mi ha lasciato.

Lo ha fatto con la risolutezza che è prerogativa sola di una donna sicura di quel che sta facendo, di una donna che non tornerà sulle sue decisioni, una risolutezza che è, forse, solo di Anna.

Per me è stata una doccia fredda, non mi aspettavo un simile epilogo alla nostra storia ma, si sa, gli uomini sono insensibili a certi segnali, o forse sono insensibile io.

Così l’ho vista andarsene, senza troppe spiegazioni, conscio che fosse inutile parlare, conscio che la decisione non fosse discutibile, perfettamente consapevole che non ci saremmo più rivisti.

Soffrivo molto, mi sentivo svuotato e benché non mi lasciassi morire sul divano ma uscissi con gli amici e mi dedicassi a mille attività, non riuscivo a non pensare a lei in tutti i momenti della giornata,

Ho conosciuto altre donne ma al mio sguardo andavano bene solo per riempire il letto lasciato vuoto da Anna.

Dovevo trovare il modo di cancellarla dalla mente e così ho pensato che realizzare il sogno erotico che aveva accompagnato tutta la mia vita sessualmente matura potesse essere la panacea dei miei mali.

Ho consultato diversi siti di Escort fino a trovare Daniela, una bionda alta 1 metro e 75, lineamenti dolcissimi, un seno prosperoso ma non esagerato (sicuramente rifatto, ma ugualmente fantastico) ma soprattutto gambe e culo da favola!

Ho telefonato al numero indicato nell’annuncio e dopo pochi squilli Daniela risponde; una voce profonda e sensuale trasporta immediatamente la mia fantasia in un vortice di passione e il mio desiderio cresce a dismisura fino a provocarmi un’erezione inaspettata. Ci accordiamo per il venerdì seguente, per trascorrere un pomeriggio insieme, fatto di passione e di sesso che si preannunciava divino. L’investimento economico era decisamente considerevole per le mie finanze ma ero profondamente convinto che ne sarebbe valsa la pena.

Ho trascorso i giorni seguenti in trepidante attesa e finalmente venerdì arriva; avevo preso una giornata di ferie dal lavoro e ho dedicato la mattinata a me stesso cercando, forse per la prima volta in vita mia, di rendermi il più possibile desiderabile. L’ho fatto più per me che per lei, mi gratificava pensare che potesse essere piacevole la mia compagnia e che non fosse per lei solo un impegno professionale.

Alle 15 sono puntuale davanti al portone del palazzo dove vive e lavora Daniela. Uno squillo al cellulare e sento scattare la serratura elettrica. Entro nell’atrio del palazzo e mi dirigo verso uno dei due ascensori, premo il pulsante del quarto piano e dopo un tempo che par essere interminabile le porte della cabina si aprono; davanti a me, sulla sinistra, una porta appena accostata. Con il cuore in gola mi dirigo verso l’uscio e, chiedendo permesso con una voce tanto flebile da non riconoscerla come mia, entro nell’appartamento.

Da un’altra stanza Daniela mi dice di chiudere la porta e di mettermi comodo sul divano che sarebbe arrivata subito. Il salotto è arredato con gusto, senza eccessi, ma io sono troppo agitato per riuscire a fissare i particolari in mente. L’attesa è breve, sento di nuovo la voce di Daniela, mi giro e la vedo apparire dalla porta che in seguito scopro portare nella camera da letto. Mi si blocca il respiro e mi sembra di essere paralizzato: indossa una minigonna nera, o blu scuro, plissettata non eccessivamente corta e una camicetta color crema con i primi bottoni aperti a mostrare il generoso decollétee, le gambe sono fasciate da autoreggenti color crema e ai piedi porta delle scarpe scure con un tacco vertiginoso. Dalla camicetta si intravede in trasparenza un reggipetto a balconcino color malva. La pettinatura è diversa dalla foto dell’annuncio: i capelli più corti e un po’ disordinati la rendono, se possibile, ancora più bella.

Io non riesco a parlare, mi si avvicina e si siede al mio fianco: senza dire più nulla mi accarezza dolcemente il viso fino a che non mi rilasso e riesco almeno a salutarla. Saranno stati pochi secondi ma mi sono sembrate ore. Chiacchieriamo un poco del più e del meno e lentamente riesce a mettermi a mio agio, la sua voce è ancora più sensuale che al telefono e sento il mio “fratellino” pulsare nei pantaloni in cerca di libertà.

Daniela si allontana un attimo per preparare qualcosa da bere e io ne approfitto per cercare di riordinarmi le idee. Ritorna con due Bellini: non è la mia passione ma in quel momento ho per la testa ben altro …

Continuiamo a parlare un po’: i discorsi si fanno sempre più piccanti e noi siamo sempre più vicini fino a che le nostre labbra si incontrano. E’ una sensazione meravigliosa, ha saputo farmi bramare quel momento come non mai e ha lasciato che accadesse quando ero al massimo del desiderio. Tutto avviene con la massima naturalezza tanto da farmi scordare completamente che si tratti di sesso a pagamento. Siamo due amanti che si desiderano, niente più e niente meno.

Ci tocchiamo, prima quasi timidamente poi in modo sempre più sfacciato; lascia che io le sbottoni la camicetta e, facendo scivolare in basso il reggiseno, liberi le sue tette meravigliose mentre lei, quasi per sbaglio, dapprima sfiora il mio uccello per poi massaggiarlo insistentemente attraverso il tessuto dei pantaloni. Mi getto a leccare avidamente i suoi capezzoli rosa mentre Daniela mi slaccia la cintura e infila una mano nei miei boxer a cercare il cazzo che mi sta esplodendo. Il contatto con la sua mano mi procura un brivido intenso tanto che penso di venire immediatamente. Fortunatamente non accade e cerco in ogni modo far calare l’eccitazione che mi sta facendo pulsare il cervello oltre che l’uccello.

Non so in che modo ma mi ritrovo completamente nudo, seduto sul divano, e Daniela è inginocchiata tra la mie gambe e mi sta baciando con dolcezza il cazzo. Sono sul punto di venire ma è abilissima a tenermi in bilico e il desiderio di provare finalmente il piacere che sento consumarmi dentro si scontra con la voglia che quel momento duri all’infinito. Mi tratta con dolcezza e lascia che la tensione cali un poco per dare inizio al pompino più incredibile della mia vita. La sua bocca è vellutata e sembra calzare alla perfezione sul mio uccello, mi lecca tutto intorno la base della cappella procurandomi dei violenti brividi di piacere per poi affondare tutto in gola massaggiandomi  il glande tra lingua e palato mentre con una mano mi stuzzica e mi accarezza i testicoli. Non so dire quanto sia durato, può essere un minuto o un’ora, poco importa, so che è stato l’orgasmo più violento della mia vita, con innumerevoli spasmi che si sono susseguiti per momenti interminabili, accompagnati dalla sensazione di aver emesso litri di sperma.

Daniela lascia che le venga in bocca ingoiando tutto come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Sono ancora confuso e intontito dal piacere che mi ha sconvolto corpo e mente quando la vedo in piedi davanti a me: si è tolta la camicetta e il reggiseno è ancora abbassato sotto le sue bellissime tette. Lo sguardo si posa sulla minigonna che appare sollevata sul davanti, la scosto leggermente ed ecco il sogno di una vita diventare realtà: davanti i miei occhi un cazzo magnifico, lungo almeno una ventina di centimetri e di diametro piuttosto considerevole, almeno quattro centimetri direi, se non di più. Dritto e duro come il marmo sembra sfidarmi, sembra prendersi gioco di me, irridendo quella spavalderia che fino al giorno prima pensavo poter sfoggiare davanti a quella tanto agognata visione.

Sono come impietrito, attratto e terrorizzato da quel pezzo di carne che con tanta irriverenza punta verso il mio volto. Daniela lascia che le ammiri l’uccello a lungo poi, comprendendo la mia esitazione, mi afferra dolcemente una mano e la posa sul membro. Il primo contatto è subito piacevole, la carne viva e pulsante mi comunica una sensazione positiva e si desta in me la voglia di procurare piacere a quella donna meravigliosa che ho di fronte. Donna dico, perché, nonostante il maestoso uccello che ho tra le mani, Daniela è assolutamente una donna,  e che donna!

Inizio a segare lentamente il meraviglioso cazzo della mia amante che mi lascia prendere confidenza con quell’oggetto per me nuovo e misterioso prima di invitarmi a prenderlo in bocca. Pensavo che mi sarei tuffato a capofitto a fare il mio primo pompino ma la realtà delle cose è molto diversa dall’immaginazione. E’ solo grazie alla delicatezza e alla pazienza di Daniela che mi faccio poco a poco coraggio e avvicino la bocca al suo uccello: l’odore acre del suo sesso misto al profumo della sua pelle mi riempie le narici e, dopo un primo istante di disorientamento, lo trovo inebriante e sensuale. Le bacio la cappella: mi piace e decido di provare a leccarla. Ha un buon sapore e così ingoio tutta la mazza fino alle palle. Alzo gli occhi a cercare il suo viso e vedo che mi sorride. Comincio così il mio primo pompino; sento Daniela  emettere delle risatine strozzate, immagino per la mia goffaggine nel mettere in pratica l’arte in cui lei è maestra. Non mi perdo d’animo e cerco di ripetere tutte le cose meravigliose che la sua bocca ha fatto sul mio uccello. Mi piace sentire la bocca piena del suo sesso, sentire le pulsazioni del suo cazzo sul palato mi procura una nuova e poderosa erezione.

Quando sento le risatine compiaciute di Daniela trasformarsi prima in sospiri e poi in veri e propri gemiti di piacere capisco che i miei sforzi sarebbero stati premiati. Continuo il mio lavoro con ancor più convinzione, lecco tutta l’asta per poi affondare la mazza per intero nella bocca riuscendo ormai a soffocare facilmente gli urti di vomito che mi procura quell’arnese accarezzandomi la gola. Succhio con voracità alternando golose leccate alla cappella ormai paonazza a brevi masturbazioni  fino a sentire le mani di Daniela che spingono gentilmente la mia testa invitandomi a gustare il suo orgasmo. Ormai non provo nessuna remora e accolgo con estremo piacere il suo uccello in bocca. Sento il cazzo pulsare, il suo corpo irrigidirsi e finalmente riversa nella mia gola una copiosa sborrata che cerco invano di ingoiare interamente. Caldi fiotti di sperma mi riempiono la bocca procurandomi un piacere che mi trascina sull’orlo di un nuovo orgasmo. Aspetto che gli ultimi strascichi dell’orgasmo di Daniela si plachino e mi dedico alla pulizia del suo uccello leccando e succhiando con il desiderio di non smettere mai; avevo regalato il primo orgasmo alla mia amante ma non volevo certo fermarmi  qui!

Mi alzo e ci baciamo con passione scambiandoci i resti del nostro piacere.

E’ sempre Daniela a prendere l’iniziativa: mi prende per mano e mi accompagna in camera da letto dove comincia a togliersi i pochi indumenti che ancora indossa movendosi in modo molto arrapante, regalandomi uno spettacolo difficile da dimenticare. Sono io a chiederle di tenere calze e scarpe e lei accondiscende con un sorriso. Capisce immediatamente cosa desidero e si siede sul letto porgendomi il piede destro che afferro prontamente facendole sollevare la gamba fino a vedere il tondo del suo stupendo culo. Comincio baciando la scarpa per passare immediatamente alla porzione di piede scoperta, mi sposto sulla gamba annusando la sua pelle e baciandola attraverso il velo delle calze, salgo lungo la coscia fino a giungere all’inguine e ai coglioni che succhio appassionatamente strappandole un gemito gratificante. La faccio sdraiare in posizione prona con il culo leggermente sollevato con un cuscino: la vista è a dir poco meravigliosa, non resisto un solo istante e mi tuffo a baciare e leccare quelle chiappe fantastiche, tonde e sode che sembrano di una statua greca. Con le mani aperte le dilato quel tanto che basta per vedere la rosellina dell’ano e inizio a leccare la linea di separazione avvicinandomi lentamente al buchetto. Il profumo del suo culo e la vista che mi offre mi coinvolgono totalmente procurandomi un’erezione poderosa. Mi sento il cazzo scoppiare dalla voglia ma cerco di concentrarmi su Daniela ignorando la voglia incontenibile di toccarmi.

Quando la lingua accarezza leggera il forellino un brivido percorre la schiena della mia amante incitandomi a continuare. Mi faccio così più audace, le leccate diventano profonde quasi a voler succhiare gli umori del suo buco, mi insinuo con la lingua dentro di lei che mi aiuta spingendo il bacino verso l’alto. Sono completamente preso, mi gusto il suo sapore e il suo odore come se fosse l’unica mia linfa vitale.

La penetro con un dito, poi con due, mentre le lecco e le massaggio lo scroto. Ancora una volta è lei a guidare le danze porgendomi un preservativo e chiedendomi di scoparla. Si mette in ginocchio sul letto con la faccia sul cuscino porgendomi il suo culo da sogno; il mio uccello sembra vivere di vita propria e si avvicina quasi autonomamente al suo orifizio. La penetrazione è lenta anche se devo frenarmi per non impalarla in un sol colpo: una piccola spinta e la cappella viola la resistenza del suo sfintere. Daniela si irrigidisce leggermente, solo un istante quasi impercettibile ed è di nuovo pronta ad accogliermi. Spingo piano e mi godo la sensazione del suo retto che avvolge come un guanto la mia mazza. Il suo respiro si fa più pesante e poco a poco mi ritrovo completamente dentro di lei, con le palle che poggiano sul suo culo.

Resto fermo così alcuni istanti accarezzandole le chiappe e i fianchi in attesa che la mia eccitazione cali almeno un po’ per permettermi di muovermi senza venire subito. Lo sfilo quasi completamente fino a lasciare dentro solo la cappella per poi gustarmi un’altra penetrazione lenta e profonda, non voglio perdermi nulla di questa meravigliosa inculata. Il suo antro caldo e stretto sembra fatto apposta per accogliere il mio uccello e i suoi muscoli mi massaggiano senza sosta procurandomi un piacere che mai avevo provato.

Assesto qualche colpo più deciso ma mi ferma quasi subito, mi fa sedere su una poltrona senza braccioli accanto al letto e mi si siede in braccio, la schiena poggiata al mio petto, impalandosi fino ai coglioni. Mi lascia il tempo di assaporare questa nuova posizione prima di iniziare a muoversi mentre io con una mano la cingo in vita e con l’altra inizio a segarla. Si muove con maestria regalandomi sensazioni incredibili, solleva e abbassa il culo, ora velocemente con piccoli movimenti, ora più lentamente ma con movimenti più ampi, rotea il bacino e si muove leggermente avanti e indietro mandandomi letteralmente in orbita. Sono costantemente sull’orlo di un orgasmo e la voglia di sborrare mi fa scoppiare la testa.

Quando sono ormai convinto di non poter più resistere, Daniela si ferma con il mio cazzo completamente dentro e torcendo il collo per guardarmi in faccia mi chiede dolcemente se lo voglio; vengo colto da panico improvviso e vorrei dire di no, di continuare così ma resto sorpreso sentendomi sussurrare un timido si, sorpreso come se non fossi io a parlare.

Daniela mi sorride e mi assicura che sarà bellissimo, che se farò come mi dice saprà farmi godere come mai nella mia vita. Lentamente si sfila il mio uccello dal culo, mi prende la mano e mi fa sdraiare supino sul letto mettendomi alcuni cuscini sotto il fondoschiena. Prende dal comodino un vasetto di crema e tenendomi le gambe ben sollevate ne spalma una discreta quantità sul mio buco vergine mentre con l’altra mano mi accarezza le palle e il cazzo ormai un po’ ammosciato. Mi massaggia a lungo l’ano poi lentamente prova a penetrarmi con un dito e un brivido mi scuote ma non provo nessun dolore. Prende ancora una noce di crema e con il dito la fa entrare nel culo; quasi non mi accorgo che le dita diventano prima due e in seguito tre. Mi scopa con le dita a lungo accarezzandomi l’uccello e i coglioni e io fremo di piacere nell’attesa di prendere il suo cazzo dentro.

Daniela indossa un preservativo, mi solleva le gambe e le fa poggiare sulle sue spalle e senza spingere appoggia la cappella sul mio buchino. Un misto di desiderio e di paura mi pervade, la voglio dentro di me ma il suo cazzo mi sembra veramente troppo grosso. Daniela spinge leggermente e istintivamente contraggo i muscoli: lei se ne rende conto immediatamente,  si ferma e mi accarezza il petto e il viso, si china su di me e mi bacia dicendomi di stare tranquillo, di lasciare fare a lei e non avrei sentito dolore ma solo un grande piacere. Attende che mi rilassi un poco e ricomincia a spingere, questa volta con più decisione, e sento distintamente la sua grossa, bellissima cappella violare l’anello del mio sfintere. Provo un po’ di dolore ma niente di insopportabile. Daniela resta ferma qualche istante con solo la cappella dentro poi ricomincia a spingere lentamente; il dolore è quasi scomparso e mi concentro sulle sensazioni che mi provoca il suo uccello che si fa strada dentro di me. Lo sento sempre più in fondo,  continua a entrare, sembra non finire mai fino a che non sento il suo pube appoggiarsi ai miei coglioni. Avvicina il suo viso al mio dicendomi che adesso sarebbe cominciata l’esperienza più indimenticabile della mia vita e così dicendo inizia a muoversi lentamente, dapprima solo roteando il bacino e in seguito spingendo leggermente avanti e indietro. Mano a mano che mi abituo alla presenza del suo cazzo sento crescere l’eccitazione e comincio a provare piacere vero. I miei sospiri diventano gemiti quando Daniela inizia a fottermi più forte; la incito a continuare, voglio sentirla dentro di me, voglio sentire la sua vita scorrermi dentro, mi piace da impazzire sentirmi suo in quel modo.

Il mio uccello trova nuovo vigore e lei comincia a segarlo al ritmo dell’inculata. Mi sembra di impazzire, Daniela ha un cazzo divino e io vorrei  gridarle di scoparmi più forte, di aprirmi in due, di sfondarmi senza pietà. Ormai sento il suo uccello entrare e uscire dal culo senza alcuna difficoltà, alterna movimenti dolci e leggeri a colpi profondi e violenti e ad ogni affondo mi sento sul punto di esplodere.

Sento il suo cazzo pulsare più velocemente e con più forza e capisco che il momento è arrivato; Daniela aumenta il ritmo della mia sega mentre viene con l’uccello piantato profondamente dentro di me. La visione della sua smorfia di piacere fa esplodere quasi immediatamente anche il mio orgasmo. Le contrazioni dei miei muscoli si oppongono alle ultime pulsazioni del suo uccello e non riesco a trattenere un grugnito di piacere. Resta così dentro di me per alcuni minuti e sento il suo cazzo diminuire di dimensione mentre cerco di riavermi dal più lungo e intenso orgasmo della mia vita.

Restiamo un poco abbracciati sul letto ma ormai sono le 19 e il mio tempo è finito. Ci rivestiamo e prima di uscire lascio i soldi nel vaso che mi ha indicato. Mi accompagna alla porta e mentre sto per uscire mi scappa un “Ti amo”: Daniela non risponde, mi dona solo un sorriso e un casto bacio prima di chiudere la porta alle mie spalle.

Sono passati più di sei mesi, non ho più rivisto Daniela e la mia vita è continuata come prima, tra amici e fidanzate di una notte ma non ho scordato quelle 4 ore meravigliose trascorse insieme.

La cura ha funzionato, ho dimenticato Anna ma, ironia della sorte, non soffro più per un amore che ho perduto ma soffro, e molto più, per un amore che non posso avere.

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