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Racconti Trans

INCONTRO AL PARCO

By 20 Aprile 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

INCONTRO AL PARCO

Avevo 18 anni e in bicicletta mi recavo a casa di amici in centro, eravamo a Milano in una sera di primavera inoltrata, in bici si poteva tagliare il percorso passando dal parco, era il parco del cimitero monumentale; in quel periodo era frequentato da prostitute e trans e forse anche per quello che mi piaceva attraversarlo, mi venne incontro una splendida creatura che mi costrinse a fermarmi e cominciò a toccarmi i capelli, diceva che fossi molto carino e che se ci fossimo appartati mi avrebbe fatto uno sconto, io le spiegavo che non ne avevo voglia e che non pagavo per prestazioni sessuali, intanto la sua mano strigeva la mia coscia. era un donnone, alto almeno 1m 80, con due belle tette sorrette da un reggiseno a balconcino con i capezzoli che facevano capolino, un gonnellino che non arrivava più giù delle natiche, delle calze nere con auto reggenti e delle mani lunghe e sfilate. mentre continuavo a negarmi la sua mano attraverso i jeans si era impossessata del mio cazzo ormai di marmo, mi disse che l’avrei pagata solo se mi fosse piaciuto e che con il pisello in quelle condizioni non avrei potuto dire di no; mi convinse.
Il suo appartamentino era nella strada di fronte e con lei accanto spingendo la bici in pochi minuti arrivammo.
Era un monolocale ben arredato, pulito e profumato, mi fece accomodare sul divanetto e mi chiese se avessi voluto bere qualcosa; io ero eccitatissimo, la sua voce era sensuale, anche se grossa, le dissi che avrei bevuto ciò che avrebbe bevuto lei e fu così che riempii due bicchieri di rum scuro. io in effetti non bevevo, ma dopo averle augurato salute lo trangugiai in un sol fiato.
Ora ero io che cercavo il suo corpo, mi avvicinai e strigendola a me le baciai il collo mentre le mani scesero sul suo maestoso culo, era sodo e sporgente, con la bocca scesi sul seno e leccai avidamente prima uno e poi l’altro capezzolo, lei mi carezzava i capelli lunghi e ricci e mi incitava ad andare avanti a toccare, le tolsi il top e il reggiseno mentre lei si toglieva il gonnellino rimanendo in autoreggenti slip e reggiseno, mi allontanai per guardarla meglio: era uno schianto, bellissima, giunonica.
Mi spinse sul divanetto e cominciò a spogliarmi, mi tolse la tshirt graffiandomi il petto ancora glabro mordendomi i capezzoli irti, slacciò la cintura e lentamente abbasso i jeans con gli slip rimanendo a pochi cm dal mio cazzo eretto, un bel cazzo diceva, 18/19 cm, nodoso ma delicato, non grosso. lo imboccò tutto senza mani, se lo tenne non so quanto, tutto in bocca, quando lo estrasse fece un rumore come di tappo, e se lo ingoiò nuovamente, andò avanti qualche minuto, fino a quando le chiesi di stendersi che anch’io volevo baciarla e leccarla. la feci sedere sul divanetto al mio posto e mi inginocchiai tra le sue gambe, presi gli slip dai lati e cominciai lentamente a farli scivolare giù dai fianchi, volevo scoprirla lentamente, gustarmi piano piano quella delizia. cominciarono a spuntare i peli pubici ma qualcosa non quadrava, tra le gambe c’era troppo spessore, cominciai a dubitare, tremavo, ma non volevo tornare indietro, la guardai negli occhi e lei mi disse di non aver paura, le diedi retta e continuai, abbassi completamente gli slip e trovai tra le sue gambe ben nascosto un cazzo bellissimo, ancora molle ma bello, delicato.
Ci riguardammo negli occhi con aria di sfida, di dolce sfida, lei aveva capito che io non ero cosciente del fatto che fosse un trans, la mia inesperienza non mi aveva permesso di capirlo, ma ormai non mi importava, volevo vedere fin dove si poteva arrivare, fino a che punto mi sarei spinto.
Lo presi in mano e cominciai a segarlo piano, lentamente, lo sentivo crescere in mano, non era poi così male; in effetti se le donne ne vanno matte un motivo ci deve pur essere. lei volle baciarmi, scoprii poi da adulto che non è una pratica usuale tra le prostitute, ci baciammo appassionatamente per qualche minuto mentre le nostre mani si rincorrevano per tutto il corpo, ci segavamo a vicenda ed era veramente piacevole, mi disse di stendermi sul divano, così feci. lei si alzò e si diresse dietro una porta, tornò con in mano un vasetto e una bustina, poggiò tutto sul tavolino e si posizionò al mio fianco, mi baciò dappertutto fino a tornare a imboccare il cazzo ormai paonazzo dal turgore. mi fece un pompino meraviglioso, quando sentiva che ero prossimo a venire lo stringeva alla base e soffiava sul glande. andò avanti non sò quanto, finchè non si alzò e fece alzare anche me, aprì la bustina e tirò fuori un preservativo che mise tra le labbra e con professionalità lo trasferì sul mio cazzo, si mise sul divano a pecorina porgendomi il vasetto chiedendomi di lubrificarla e di scoparla. ubbidì senza fiatare passai due dita nel vasetto e le passai tra le sue chiappe, mi disse di infilarle le dita dentro il culo e così feci, ne infilai prima due poi tre finchè non poggiai il cazzo e non lo spinsi piano tutto dentro.
Era un paradiso, morbido, caldo, mi muovevo piano uscivo quasi del tutto per rispingerlo ancora dentro, il ritmo aumentava e con il ritmo la nostra eccitazione, lei ansimava, mi diceva che ero bravo che la stvo facendo morire di piacere, il mio godimento aumentava e sentivo lo sperma salirmi dalle palle, i colpi erano sempre più forti, io spingevo e lei si masturbava, mi chiedeva di spingere che saremmo venuti insieme, il ritmo aumentava fino a sentire il rumore delle nostre pelli che schioccavano, un rantolo usciva dalla sua bocca segno che stava venendo, aumentai ancora il movimento e sborrai violentemente procurandomi un piacere mai provato fino ad allora; anche lei venne copiosamente tra le sue mani ansimando e sbuffando.
Mi accasciai sulla sua schiena prima di rigirami esausto sul divano, eravamo completamente bagnati e stanchi, ma soddisfatti, il trucco era sparso sul suo viso, la pelle era madida di sudore e il cazzo gocciolante le pendeva tra le gambe, io stavo con il preservativo pieno di sborra ma ancora con il cazzo quasi moscio dentro, ci guardammo e scoppiammo in una fragorosa risata.
Mi guardò con gli occhi sgranati e dolcemente mi chiese se mi fosse piaciuto, la guardai le feci l’occhiolino e le dissi – NO! altrimenti devo pagarti! – scoppiammo nuovamente in una risata e ci andammo dare una rifrescata.
Fù la mia prima esperienza con un trans, non l’ultima…

josegon

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