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Racconti Trans

Jessica

By 27 Ottobre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ finalmente arrivata l’estate,e con lei la canicola.
Devo uscire per fare qualche spesa e aspetto oziando che il caldo diminuisca.
Quando finalmente esco devo di fronte al portone un uomo in chiara difficoltà. Nonostante il caldo porta un vestito giacca e cravatta,penso sia un rappresentante,e fatica a respirare. Visto che nessuno si degna d’aiutarlo mi faccio avanti.
“Mi scusi si sente bene ?”
Ha il respiro tanto corto che non riesce quasi a parlare,l’unica cosa che fa &egrave mollare la valigetta che cade a terra.
“Ehi mi senti,devo chiamare il 118 ?”
Lai mi fa segno di no con la testa,&egrave fradicio di sudore e fatica a rimanere in piedi.
In quel momento esce dal portone Luca,un mio vicino che mi si avvicina.
“Ciao Marco serve aiuto.”
“Questo tra un po’ sbatte,dammi una mano che lo porto su da me,magari con l’aria condizionata si riprende un po’”
“Ma lo conosci ?” – mi chiede preoccupato.
“Mai visto,ma non posso lasciarlo qui che se sbatte non lo caga nessuno.”
Lo prendiamo sotto braccio e Luca prende la valigetta,saliamo con l’ascensore ed entriamo in casa mia.
Appena sistemo lo sconosciuto sul divano attacco il condizionatore facendo attenzione che l’aria fredda non gli arrivi addosso.
“Senti Marco ti servo ancora,ho un appuntamento e non vorrei tardare.”
“No Luca vai pure,e grazie per l’aiuto.”
“Figurati per così poco,solo stai attento,non si sa mai.”
Esce di casa salutandomi e richiudendo la porta e vado a vedere come sta quell’uomo.
“Allora va meglio ?”
“Si grazie,solo che ora devo andare,ho un appuntamento di lavoro.”
“Dove cazzo vuoi andare,come esci di qui sbatti per terra,lo capisci o devo farti un disegno ?”
Devo avere un tono parecchio incazzato perché si fa piccolo piccolo,come un mio alunno ripreso dopo averla combinata grossa.
“Beh in effetti non hai tutti i torti.” – mi dice quasi scusandosi.
“Vedo che l’hai capito,ora telefoni e disdici,poi ti fai una doccia,sei un lago di sudore e rischi solo di prenderti un malanno.”
Prende il cellulare e mi allontano,lo sento scusarsi con l’interlocutore,poi riattacca.
“Scusa non mi sono neanche presentato,mi chiamo Andrea.” – mi allunga la mano alzandosi in piedi.
“Piacere Marco,professione salvatore dei viandanti in difficoltà.”
Ci stringiamo la mano ridendo della mia battuta.
“Ti prendo due asciugamani per la doccia,non provare a dire che disturbi o cose del genere,hai bisogno di rinfrescarti e di toglierti quei vestiti.”
“Grazie,tu neanche mi conosci e sei così gentile,come posso sdebitarmi.”
“Semplice paghi la cena.” – gli rispondo con un sorriso.
Entra nel bagno e si fa la doccia,ci sta un buon quarto d’ora,segno che ne aveva proprio bisogno.
Quando esce ha un asciugamano sulla vita e mi mostra il suo corpo.
E’ ben fatto,non troppo muscoloso,ma neanche troppo magro,più o meno della mia statura,ma soprattutto &egrave tutto depilato. Penso subito che sia un gay,ma ha la fede al dito e ciò mi spiazza un pochino. Comunque non faccio nessun commento e attacco bottone.
“Allora ora stai meglio ?”
“Certo,mi ci voleva proprio,mi dici dove posso mettere ad asciugare i miei panni ?”
“Nell’asciugatrice,poi si stirano e sembri nuovo.”
Vado in bagno e raccolgo le sue cose mettendole nell’asciugatrice dopo aver tolto il portafoglio che gli porgo.
“Dimmi sei di Roma ?” – curioso come sono gli faccio il terzo grado.
Inizia a parlare ed &egrave un fiume in piena.
Mi dice che &egrave qui per lavoro,lui &egrave di Torino,e l’hanno mandato perché non c’era nessun altro disponibile. Lavora come responsabile del marketing per un’azienda del nord,&egrave sposato da qualche anno,ma non ha figli,ed &egrave la classica persona che ha dedicato tutta la vita al lavoro.
Però nonostante l’aspetto allegro,mi sembra un uomo molto infelice.
“Senti Andrea,c’&egrave qualche cosa che non hai mai fatto e che ti andrebbe di realizzare.”
“I sogni li abbiamo tutti,ma difficilmente li realizziamo.”
“Dimmi qualcosa di fattibile.”
“No &egrave una cosa privata,non penso che capiresti.”
“Dai,al limite mi metto a ridere.” – oramai non gli do scampo,deve cedere.
“Mi vergogno.” – si fa rosso,&egrave imbarazzato,ma non m’importa.
“E su,sei nudo in casa di uno sconosciuto,di cosa ti vuoi vergognare.”
“Mi piacerebbe essere donna per una sera.” – più che dirlo lo sussurra pianissimo.
“Fammi capire vorresti travestirti ?”
“Te l’avevo detto che non avresti capito,non &egrave facile spiegare certe cose.”
“Andrea se mi dai un’oretta realizzo il tuo sogno.” – lo dico serio,sentendomi un po’ come la Carrà quando faceva le sorprese.
“Non mi prendere per il culo,non lo sopporto.”
“Ti ho detto che mi serve un’ora,stai tranquillo che non voglio prenderti per i fondelli,ora sta a te decidere.”
Lui rimane in silenzio pensieroso,non sa che fare ed &egrave logico,quindi prendo in mano la situazione.
“Allora cominciamo dai piedi ?”
“Guarda mi hai convinto,solo non farmi diventare un mostro.”
“Tranquillo,non ne ho la minima intenzione.”
Vado nel bagno a prendere una trousse che Vittoria ha lasciato da me e mi metto all’opera.
Lo faccio sedere su una sedia in cucina per stare più libero di muovermi e penso a come truccarlo.
Gli faccio un breve pedicure prima di smaltargli le unghie,per fortuna ha i piedi piccoli e le mie scarpe dovrebbero andargli bene.
Poi passo alle mani dove applico delle unghia finte rosso fuoco.
Arrivo al viso e comincio con gli occhi. Guardandolo bene da vicino ha i lineamenti dolci,cosa che mi faciliterà e non poco,metto rimmel e ombretto azzurro dando il tocco finale con un eyeliner nero.
Poi do troppo fondotinta e lo tolgo,quando lo rimetto vado con la mano più leggera ed ottengo il risultato desiderato. Col phard indovino subito dose e posizione e finisco col rossetto in tinta con le unghie e con una matita per risaltare il contorno delle labbra.
Per tutto il tempo lui non parla,mentre io canticchio felice. Non so come finirà,ma mi sto preparando un bel bocconcino nel caso lui voglia andare fino in fondo.
Tiro fuori tre parrucche,una nera a caschetto,una bionda lunga e riccia e una rossa a taglio medio e liscia.
“Quale preferisci Andrea.”
E’ indeciso,poi prende quella rossa,la mia preferita.
Gliela metto,ha i capelli corti e non faccio fatica.
“Ora guardati.” – gli dico prendendo uno specchio.
Quando si vede sembra un bimbo in un negozio di giocattoli.
“Non riesco a crederci,sembro una donna.”
“E non abbiamo ancora finito,vieni di la che ti vesto.”
Mi segue in camera da letto,lui &egrave felice,io eccitato al massimo.
Lo faccio sedere sul letto per mettergli le tette finte che mi ha regalato Paula,poi prendo un completo nuovo,ancora nella scatola. Gli metto il reggiseno regolando bene le spalline,prendo gli slip in pizzo davanti e raso dietro e glieli porgo.
“Questi puoi metterli da solo.” – gli dico ridendo un po’.
Si alza e lascia cadere l’asciugamano mostrandomi un bel culo sodo,vorrei allungare la mano,ma mi trattengo,non &egrave il momento giusto.
Infila lo slip piano,con capisco se ha paura di rovinarli o se vuole gustare appieno quel momento.
“Posso guardarmi ?” – mi chiede timido.
“Non ancora,prima finiamo.”
Tiro fuori un paio di autoreggenti nere a rete che gli stanno a pennello fasciando quelle gambe per le quali sto impazzendo. Poi prendo un vestito viola leggero e abbastanza corto che gli sta un po’ stretto,ma &egrave il più grande che ho.
Finiamo con dei saldali in vernice nera,per fortuna ha il mio numero anche se coi tacchi alti ha qualche difficoltà a muoversi.
“Ora guardati.” – gli dico aprendo l’armadio e mettendolo di fronte allo specchio.
Adesso &egrave veramente in estasi. Si guarda a lungo girandosi spesso per vedersi in tutte le angolazioni possibile. In effetti &egrave veramente bello,sembra davvero una donna se non fosse per le mani,un po’ troppe tozze e per l’andatura incerta.
“Adesso ti devi battezzare con un nome femminile,scegliine uno,quello che ti più ti piace.”
“Non saprei,&egrave difficile su due piedi.”
“Dimmi un personaggio che ti piace.”
“Che so,l’altra sera ho rivisto Roger Rabbit.”
“Allora sarai Jessica,non avrai le sue forme,ma non sei niente male,non trovi.”
“Jessica,non &egrave che &egrave troppo da porca ?”
“E che ti frega,eppoi se decidi tu facciamo notte.” – rido e lui con me.
“Adesso usciamo,se non sbaglio mi devi una cena.”
“Ma vuoi che esca così ?” – &egrave in subbuglio per lamia proposta.
“Certo,poi ti porto in un posto dove nessuno avrà niente da dire,fidati.”
“Oramai ho imparato a fidarmi di te,dai andiamo.”
Gli faccio fare dei giri intorno al tavolo in salotto per fargli prendere confidenza coi tacchi e devo dire che si impratichisce in fretta,quindi usciamo di casa,dopo che gli ho dato una borsetta e prendiamo la mia macchina.
Andiamo in un ristorantino fuori dal centro frequentato da tutta l’ambiguità capitolina e da curiosi di passaggio. Fausto,il proprietario,&egrave un amico di Giorgio,il mio collega,e non ci fa aspettare per un tavolo.
Ceniamo con la dovuta calma,parlando del più e del meno come due vecchia amici,nessuno fa caso a noi e ciò tranquillizza Andrea che vedo sempre più felice.
Quando finiamo lo rivedo preoccupato.
“Che succede Jessica,qualcosa non va ?”
“No &egrave che ho pochi contanti e sulla carta di credito c’&egrave il mio vero nome.”
“Guardati intorno.” – gli dico ridendo. – “Secondo te tutte quelle vestite da donna lo sono realmente ?”
Lui si guarda intorno e sorridendo mi risponde.
“In effetti qualcuna &egrave proprio un mostro,vado a pagare e usciamo da qui.”
Andiamo insieme alla cassa dove Fausto striscia la sua carta senza nessun problema e ci avviamo alla macchina.
“Marco ti va di fare due passi anche se non so quanto reggerò su questi trampoli.”
“Certo così finiamo il discorso di prima.”
In realtà non c’&egrave nessun discorso da finire e camminiamo a braccetto cercando di non allontanarci troppo dal parcheggio.
Dopo una mezzora però crolla.
“Guarda non ce la faccio più a camminare. Non capisco come faccia mia moglie a tenere queste cose tutto il giorno ai piedi.”
“Va bene torniamo da me ?”
“Beh,non posso tornare al mio albergo vestito così.”
Mentre torniamo a casa non parla nessuno dei due.
La magia sta per finire e presto tornerà nei suoi abiti da manager.
Quando entriamo in casa l’aria &egrave tesa,quasi irrespirabile.
“Senti Marco,io non so come dirtelo,ma vedi….”
Non resisto più,gli prendo la testa fra le mani e lo bacio togliendogli il fiato.
Lui rimane fermo,poi sento le sue braccia che mi stringono a se.
Quando ci stacchiamo,abbassa gli occhi.
“Cosa c’&egrave,non dovevo farlo ?” – gli chiedo dolcemente.
“No &egrave che non sono mai stato con un uomo.”
“Ma adesso sei una donna vero ?”
“Si.”
“Allora stanotte sarai la mia donna,la mia Jessica e non aver paura,non potrei mai farti del male.”
“Mi devo fidare ancora di te,non &egrave vero ?”
“Ti ho mai delusa Jessica.” – lo chiamo col nome da donna per cercare d’immedesimarlo in quel ruolo e,alla fine,accetta.
“Vieni andiamo in camera,non te ne pentirai.”
Entriamo in camera mano nella mano,mi giro e bacio di nuovo quella creatura così indifesa.
Ho sempre avuto un debole per le trans,ma Jessica &egrave un qualcosa a parte però ho voglia di lei,per me adesso &egrave una donna e la tratterò come tale.
Faccio scivolare a terra il suo vestito e le metto una mano sulla schiena per farla sentire ancora più mia. Ma non resisto molto a non scendere più in basso,ed in breve ho la mano dentro lo slip.
Li tiro giù per muovermi meglio,sento fra le mani quella carne dura mentre il suo cazzo prende sempre più forma.
“Ora sdraiati,voglio leccarti per bene.” – le dico con lo sguardo carico di lussuria.
Jessica si toglie del tutto le mutandine e si mette a pancia sotto con le gambe leggermente aperte,e godo di quello spettacolo.
Non ho tempo per i preliminari,mi tuffo con la bocca in mezzo alle sue chiappe e lecco avidamente nel suo solco facendola gemere di piacere. Poi finalmente mi dedico al suo buchetto ,&egrave bellissimo nella sua verginità e lo penetro con la lingua. Lei apre sempre di più le gambe ora in preda al piacere che finora si era negata,la vedo mentre si masturba furiosamente e la lascio fare,&egrave meglio che venga prima che la possieda. Poco dopo arriva all’orgasmo,sborrando sulle lenzuola,ma non m’importa nulla.
“Scusami,non ho saputo trattenermi.” – mi dice quando si &egrave un po’ ripresa.
“Lascia stare,non &egrave niente,l’importante &egrave che tu goda.”
“E’ stato bellissimo,nessuno me lo aveva mai leccato,ma vai avanti,voglio provare tutto e sai cosa intendo.”
E’ quello che volevo sentirmi dire.
Le metto due cuscini sotto la pancia e prendo la vasellina da dentro il comodino.
Mi ungo bene il dito,poi comincio a girare intorno al suo ano.
Quando faccio entrare la prima parte del dito lei d’irrigidisce e mi fermo,ma subito si rilassa e continuo a penetrarla col dito. Inizio a sditalinarla piano mentre il suo respiro si fa sempre più affannato,quando raccolgo altro lubrificante con un secondo dito e ne faccio entrare due urla di piacere senza ritegno.
“Si Marco continua,godo e mi sento donna,fammi tua.”
Tiro fuori le dita e mi ungo la mazza ormai durissima.
Punto la cappella sullo sfintere e con dolcezza la faccio entrare.
Jessica si contrae di nuovo e le do un colpetto sulla chiappa per rilassarla. Come la sento pronta inizio a sodomizzarla piano,ma inesorabilmente il cazzo le entra tutto dentro fino a che i coglioni di entrambi non si toccano.
“Mi brucia,ma continua,&egrave bellissimo.”
“Certo che non mi fermo voglio farti godere come la mia donna.”
L’asta comincia a scorrere su e giù,la vasellina fa il suo dovere e lei non sente dolore mentre la scopo lento per non venire subito.
Tutta l’eccitazione accumulata mi fa un brutto scherzo e vengo quasi subito inondando le sue viscere col mio sperma.
Non riesco neanche a dire niente tanto &egrave improvviso il mio orgasmo,rimango dentro di lei fermo e senza fiato.
Ma lo stesso arrapamento non sgonfia il mio uccello che rimane duro,e come posso riprendo a pompare. Adesso scorre ancora meglio,il mio seme fa muovere il bastone dentro di lei senza alcuna resistenza.
Questa volta posso osare di più e la inculo con maggior vigore,il suo ano &egrave ormai dilatato e sente meglio il cazzo che ha dentro.
Ora &egrave un continuo gemere e sospirare,mentre le frasi che diciamo perdono il loro senso in quel rapporto che pare senza fine.
L’afferro per i fianchi o per le spalle per poter avere ancora più presa e sfondarla meglio,lei non vuole altro che il mio pene dentro il suo culo e lo vuole a lungo.
Quando sento che sto per venire di nuovo,scivolo un poco in basso e afferro il suo cazzo eretto.
Lo stringo fino a farle quasi male,poi inizio a masturbarlo e arriviamo insieme all’orgasmo in un mare di sperma.
“Si vieni ancora dentro,riempimi con la tua sborra.”
“Vengo,sto venendo,sii.”
Cado all’indietro mentre un rivolo del mio piacere scende lungo la sua coscia.
Ne prendo alcune gocce con la lingua e la bacio mentre mi sdraio al suo fianco.
Jessica pare insaziabile,appena può mette la mano suoi miei coglioni e prende a palparli eccitandomi moltissimo.
“Ma non ti basta mai ?”
“Stasera non mi basta niente,voglio farlo ancora.”
“Va bene,ma fammi respirare un attimo.”
Lei fa finta di non sentirmi e si abbassa fino ad avere il cazzo di fronte alla faccia.
Tira fuori la lingua e mi da una passata dalla base dei testicoli fino alla punta della mazza.
“Ma allora sei proprio una troietta ?” – le dico scherzosamente.
“Si perché ti dispiace.” – mi risponde da vamp.
Prende a leccarlo sempre più velocemente,ma non voglio essere solo passivo.
Mi alzo e la sistemo bene al centro del letto,poi le salgo sopra nel classico sessantanove.
Le accarezzo il membro mentre il mio sparisce nella sua bocca,poi faccio lo stesso col suo.
E’ chiaramente inesperta e ogni tanto mi fa male coi denti,ma ci mette una passione che raramente ho visto in una donna vera. Alterno colpi di bocca a quelli di una mano,l’altra &egrave da tempo sulle sue palle per eccitarla ancora di più.
Veniamo quasi insieme di nuovo,riempendo le rispettive bocche di sperma caldo,poi i nostri corpi scivolano fino a quando le labbra non si toccano per intrecciarsi l’un l’altra.
Adesso mi accendo una sigaretta,ci vuole una pausa per tutti e due e ci alziamo per bere qualcosa.
Facciamo l’amore tutta la notte,dentro vorrei farmi prendere,ma non oso dirlo chissà per quale motivo.
La mattina si alza e si riveste per tornare al lavoro,ci scambiamo i cellulari sapendo che difficilmente si potrà di nuovo creare la magia di quella notte.
Lo saluto sulla porta con un casto bacio sulla guancia e lo vedo sparire dalla mia vista affacciato alla finestra.
Però ricorderò sempre quello strano uomo,donna per una notte.

Chiunque voglia contattarmi per curiosità critiche o commenti &egrave libero di farlo.
Il mio indirizzo &egrave
blacklussury@gmail.com

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