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Racconti di DominazioneRacconti Trans

OMAGGIO AI LETTORI

By 13 Ottobre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

La condanna era di 2 anni più sei mesi. Prima revisione prevista dopo un anno di prigione. Avevo fatto una rapina e mi avevano beccato. Dopo il processo mi prelevarono da una cella comune in polizia e mi condussero su un autobus assieme ad altri 7 detenuti. Tre erano neri, piuttosto grossi che sghignazzavano fra di loro. Due ispanici con facce da tagliatori di teste, un asiatico con l’aspetto di un frocio e un tipo mulatto dal corpo esile. Sedevo dietro la guardia, quella gente non mi piaceva per nulla. Dopo essere usciti dalla città ci fermammo in un grosso carcere e gli ispanici furono fatti scendere, riprendemmo la via. I neri ridevano e cantavano pezzi rap improvvisando fra loro. L’asiatico si guardava attorno impaurito, il mulatto dormiva ed io cercai di imitarlo. Prendemmo una strada nel deserto sotto un sole implacabile e corremmo per più di un’ora. I neri presero a protestare per il caldo e per pisciare. La guardia disse loro di fare meno casino. Non ci fermammo. Dopo ancora venti minuti giungemmo al penitenziario. Ci fecero scendere e ci divisero: i neri da una parte, noi altri dall’altra. Ci condussero a un blocco. Il cancello si aprì lentamente e fummo spinti dentro. La porta si richiuse. Buio. Ero in prigione, merda, pensai. Si accesero due forti luci. Una voce ci ordinò di spogliarci e passare nel metal detector. Ci denudammo. Il mulatto andò per primo, io per secondo poi l’asiatico che si teneva le mani sul pacco. Una volta oltre il metal detector ci vennero incontro due agenti donna. Cio&egrave erano donne? Ebbi un colpo. Sembravano donne ma non lo erano, si trattava infatti di due transex, era evidente! Rimasi di sasso. Il cinese si nascose dietro un tavolo. Il mulatto invece disse:
‘Salve, come va?’
‘Ciao Mal, prendi la divisa e mettiti seduto da quella parte!’ disse la prima, gambe lunghe, petto gonfio, grande volto spigoloso, occhi truccati pesantemente, capelli biondi raccolti dietro.
‘Tu, stronzetto! Cosa diavolo fai?’ urlò l’altra, una nera più bassa, culo grande, un seno enorme che era contenuto a malapena dalla divisa. Perché entrambe le transex indossavano divise da polizia penitenziaria, di pelle, molto aderenti: gonna fino al ginocchio, calze nere di seta, scarpe nere basse, giacca di pelle e cappello di pelle in testa. Quindi si avventò sul cinese, lo prese per il collo e lo fece camminare svelto piegandolo verso il basso mentre quello si lamentava, poi lo scaraventò contro il muro. ‘Indossa la divisa e poi siediti, capito?’ e gli mollò uno scapaccione fortissimo. Il cinese aveva le lacrime agli occhi. La bionda venne verso di me. Io nudo allargai le braccia e dissi:
‘Ai suoi ordini agente!’
‘Non fare lo stronzetto, rivolgiti a me con l’appellati di Signora!’
‘Sì, Signora..’
‘Vestiti e siediti.’
Obbedii.
Ci dettero delle schede da compilare e una penna.
‘Svelti. Non scrivete cazzate o la prima notte qui la passerete in isolamento e gonfi di botte’ disse la nera, aveva una voce profonda e dura, occhi scuri di fuoco, metteva paura. Mal compilò il suo in pochi minuti. Erano molte domande, personali: malattie, denti marci, carie, farmaci usati, droghe, malattie mentali in famiglia, rapporti omosessuali, se eravamo stati sposati, figli, ecc. nella parte riguardante il sesso veniva chiesto di tutto. Il cinese procedeva lento, fece un paio di domande per capire cosa rispondere. Alla terza la nera gli mollò un ceffone che lo fece rigirare. ‘Scrivi e basta, scemo o ti riempio di botte, non abbiamo tempo da perdere qui.’
‘Posso essere accompagnato in cella?’ chiese Mal. La bionda gli mollò uno scapaccione. ‘Zitto tu, tornerai dai tuoi amichetti quando abbiamo finito!’
Nei fogli si chiedeva se avevo avuto rapporti promiscui, orgie, sadomaso, se ero vergine analmente!
‘Perch&egrave tutte queste domande sessuali?’ chiesi. Mal scoppiò a ridere. La nera mi si parò davanti. Mi dette uno schiaffo.
‘…ma..cazzo…’
Altro schiaffo. Più forte.
‘..ma non ci potete trattare così…’
due schiaffi di seguito. Violenti.
‘Zitto. Qui non conti un cazzo, sei solo un buco di culo a nostra disposizione. Da quello che scriverà il Direttore su di te dipende da come ti comporti, se obbedisci uscirai, se fai lo stronzo, ci finirai i tuoi giorni.
Volevo replicare, ma avevo la faccia gonfia. Mal rideva di gusto. Il cinese piangeva lunghe lacrime.
‘Rispondi e chiudi la bocca!’
‘Sì..’
Altro schiaffo.
‘Sì, Signora.’
Risposi alle domande. Il cinese non ce la faceva. La bionda gli prese i capelli e li tirò. Quello gridò di dolore. ‘Questo qui non resisterà un giorno….finirà in pasto a qualche nero che lo farà diventare un subslave in una notte…’ ‘Ah ‘ rise la nera ‘ diventerà carne da macello, nella merda della prigione…’
Consegnammo gli schedari e ci condussero in una stanza.
‘Sedetevi e aspettate.’ disse la bionda, quindi uscirono. Avevo voglia di chiedere a Mal del posto, ma lui si appisolò quasi subito.
Mi ritrovai a riflettere mentre il cinese piangeva lacrimoni tirando su col naso. Dove cazzo ero finito? Transex che menavano, minacciavano e poi e poi quella prigione, che razza di posto era?
Rimuginai a lungo su dove fossi capitato e la mia sorte.
Passarono lunghi minuti, quindi le due guardie tornarono. Entrarono di botto tenendo i nostri test in mano. Vennero dirette da me.
‘Ehi tu! Alzati!’ rimasi sorpreso, interdetto. La nera mi afferrò per il bavero della giacca da prigione e mi tirò su.
‘In piedi, stronzo! E rispondici: qui hai scritto che sei vergine analmente, &egrave vero?’
‘..ehm..cio&egrave cosa..’
la bionda mi afferrò le palle e le strinse. Urlai di dolore.
‘Vedi di rispondere la verità o ti sbattiamo in isolamento per un mese!’
‘Sì…ahi…signora…’
‘Allora &egrave vero o ha scritto una cazzata?’
‘…ehm
la nera mi tirò un ceffone: E’ VERO O NO? Urlò sul mio volto pietrificato.
‘…sì…sì…signora…’
‘Cazzo, non ci credo ancora…
‘Lo giuri? Guarda, adesso verifichiamo…se non &egrave vero ti spacco il culo con mio manganello’ gridò la bionda e mi mostrò il suo arnese sbattendo il manganello che teneva in mano sul petto.
‘…lo giuro…signora…&egrave vero….perch&egrave dovrei…’
La nera mi mollò. Sorrise e guardo la compare. ‘Se dice il vero abbiamo il nostro regala per il Direttore!’
‘…e quanto gli paicerà…’ fece la bionda.
Mi trascinarono fuori dalla stanza mentre Mal sorrideva sarcastico.
‘…cosa diavolo pensate di fare…’ dissi mentre mi spintonavano fuori.
‘Silenzio, stronzetto. Adesso verifichiamo e se dici il vero, se sei vergine nel culo, ci servirai per questa sera…’
‘..ma cosa?’
mi beccai un colpo alla testa col manganello.
‘Zitto! Cesso! Zitto! – e altro colpo – ‘..ti ho già detto che tu non conti un cazzo sei solo un numero e un culo di nostra proprietà…..se vuoi uscire da qui integro obbedisci e zitto! – altro colpo di manganello ‘ se però dici il falso…ti spacco la testa a calci!’
Mi portarono in una stanza. ‘spogliati!’ gridò la nera.
Mi spogliai. ‘Siediti su quell’affare. Spicciati!’ si trattava di una poltrona da ginecologo. Mi sedetti e misi le gambe nelle aste di ferro come fanno le donne dal ginecologo appunto. Ero nudo. La bionda prese dei guanti di lattice e li indossò. Mi colpì il culo. ‘IN alto, coglione!’ ubbidii. ‘….vediamo…allora…’ mi ficcò un dito nel culo. Urlai. ‘Sembra stretto…’ spinse ancora il suo lungo dito dentro. ‘…forse dice la verità…’ ‘Guarda bene…non voglio certo fare una brutta figura col Direttore..’ la bionda spinse ancora. Urlai. Mi presi un ceffone. ‘ZITTO!’ faceva male. Ero vergine sul serio. Cosa volevano queste pazze?
‘Direi di sì, Stella…questo &egrave vergine come una ragazzina…’
Si batterono il cinque. ‘Cazzo abbiamo un regalo!’
‘..cosa…volete dire?’ chiesi.
Mi presi un ceffone da tutte e due. La nera mi colpì talmente forte che mi uscì del sangue dal naso.
‘Zitttooooooooooooo….o ti spacco la faccia! Tu sarai il nostro regalo di compleanno per il Direttore!! gradirà un bianco da sverginare…’
‘Ma ioooo…’ piagnucolai e mi presi un cieffone, la nera mi tirò i capelli. ‘Rivestiti e seguimi…sei capitato a fagiolo………..stasera sarai il pezzo grosso della festa!’ disse facendomi rabbrividire di paura.
Cosa mi attendeva in quella prigione?
*
Fui spintonato fuori da quella sorta di infermeria, feci in tempo a scorgere Mal e il cinese che ricevevano coperte, una tazza, una ciotola colorata e materiale per igiene personale da una transex piuttosto slanciata con tratti asiatici sul volto, anche lei in divisa da guardia della prigione e mi fecero sedere in una stanza. ‘Aspettaci qui e silenzio! Disse la nera indicando anche una telecamera in alto a destra. Nella stanza c’era un letto con coperte, una tv e una sedia sulla quale ero seduto a rimuginare sul mio futuro. Regalo per il Direttore? La mia verginità anale? Cazzo volevano da me. Aspettai in silenzio. Le due tornarono dopo qualche minuto, avevano alcuni oggetti in mano e sembravano eccitate. ‘Che culo! Un vergine proprio oggi…non potevamo essere più fortunate..’ fece la bionda. ‘Ma cosa c’entro io? Cosa volete da me? Non potete trattarmi così…!’ protestai. La nera mi fulminò con gli occhi. Mi caricò sbattendomi a terra. Mi tenne la testa premuta sul pavimento freddo e mi mollò un calcio nelle costole da tenermi senza fiato qualche secondo. Rantolai dal dolore e quella mi teneva sotto. TI HO DETTO DI STARE ZITTO COGLIONE!!!!LA TUA SITUAZIONE NON CAMBIERA’ DI UNA VIRGOLA CHE TU LO VOGLIA O NO!!!!gridò la nera. La bionda mi colpì al culo. Faceva male. Mi venne da piangere. Forse dovevo solo stare zitto ed ubbidire come volevano loro o avrei preso solo botte.
A fatica min tirai su dopo che quella mi ebbe mollato.
‘Scusate…’ dissi alla fine, dolorante al petto.
‘Scusate?’
‘…..scusate signore….’
‘Bene, adesso rimettiamoci a lavoro. Alla festa mancano 6 ore…dobbiamo prepararti e renderti presentabile per il regalo….per prima cosa riprendi fiato, bevi e mangia qualcosa…leggero…frutta e yogurt…poi ti porteremo a fare la doccia..e dopo…clistere…’
‘Clistere? Per cosa?’ e subito mi resi conto che era meglio stare zitto, perché la nera mi mollò due schiaffi in piena faccia dolorosissimi.
‘…scusi..signora…’ dissi alla fine.
‘Vuoi che diamo il tuo culo in regalo al direttore e che sia sporco della tua merda?’
atterrito scossi la testa.
‘Inoltre dobbiamo depilarti il culo…quei peli sono un orrore…e legarti…ecc…’
Stavo per dire qualcosa…legarmi? Ma memore delle botte rimasi zitto.
‘Ok. Ora andiamo. Mangia. Puoi guardare la tv se vuoi…ma non fare cazzate o metterti ad urlare o piangere o cose del genere….che dici? – fece rivolta alla collega ‘ gli diamo la pasticchina allora? Starà più buono?’
‘Sì, andiamo sul sicuro…non voglio crisi…dagliene una ora e poi vediamo stasera se &egrave ilc aso di bissare…’
la nera mi dette una pasticca rossa. ‘Ingoia!’
Avevo timore, ma pensai. Queste stasera mi fanno la festa….di sicuro non posso evitarlo e non voglio altre botte….se questa pasticca mi stordisce tanto meglio….così la presi e la mandai giù. Mi lasciarono acqua, frutta e yogurt da succhiare. Mangiai una banana e dell’uva. Non mangiavo frutta fresca da mesi, era ottima. Mi sedetti sul letto e accesi la tv. Ultime ore di un condannato allo sverginamento pensai ghignando. Avevo paura. Avrei sentito di certo un dolore tremendo e poi cosa volevano farmi?legarmi?
Ero ansioso e preoccupato. La tv mi distrasse lo yogurt alla vaniglia era buonissimo, lo terminai tutto. Quindi mi appisolai un poco.
*
Mi svegliò la bionda che entrò nella stanza.
‘Vedo che hai dormito…bene…meglio che sei fresco…tutto ok?’ mi chiese.
Ero frastornato e la fissai un poco. Era alta, imponente e la divisa la slanciava e la faceva sembrare più aggressiva, le gambe lunghe troneggiavano, i capelli biondi acceso raccolti dietro erano molto beli. Ripensai a quello che mi attendeva alla sera, ebbi paura, ma allo stesso tempo mi sentivo in pace, tranquillo, rilassato.
‘Ah, vedo che la pasticca ha fatto effetto..bene…i bizzosi non ci servono….’
mi ricordai della pillola rossa e forse quel senso di benessere che provavo era dipendente da quello. Mi sentivo anche in forma, ma non drogato che, mi sentivo lucido.
‘Adesso la doccia…lavati bene ovunque….e sopratutto al culo….ma muoviti…devo depilarti….sai che palle….’
mi condusse alle doccie e sotto il getto caldo mi sentii veramente bene.
Mi pulii tutto e la guardia mi dette un balsamo da passarmi sul corpo e nella zona del culo specificatamente e poi mi aiutò ad asciugarmi. ‘Stenditi sul letto e culo in aria..’ disse e io feci.
Mi passò del gel sulla zona dell’ano e poi iniziò a radermi. Non provai fastidio, anzi era piacevole quel tocco di rasoio leggero.
‘Ho finito…passati il balsamo…non brucerà..’ e feci quanto mi ordinò.
Entrò la nera con una pompetta in mano e un cannellino in un recipiente.
‘Voltati. Prendi le gambe sotto le ginocchia con el mani e apri il culo!’ ordinò. Eseguii. Non avevo timore.
‘Che dici? Lo leghiamo?’
‘…penso di no…non importa..non farà male questo…e poi starai fermo, vero?’ mi disse la bionda strizzandomi l’occhio grosso, truccato di verde, azzurro, rosso.
‘…no signora…’
‘Vedi come &egrave collaborativo adesso?’
‘Vedo. Iniziamo. 0.50? basteranno?’
‘Quando hai cagato l’ultima volta, coglioncello?’
‘La mattina prima del viaggio..’
‘Ok, basteranno…’
mi ficcarono la cannuccia nel culo, il balsamo favorì l’inserimento. Poi pomparono liquido caldo. Strinsi gli occhi. All’inizio era piacevole quell’affare nel culo e il liquido, ma ben presto sentii che la pancia si gonfiava e mi doleva.
Resistetti mentre le due perfide ridevano pompando il mio culo con clistere.
Quindi mollai la presa delle gambe e dissi che volevo andare in bagno.
‘No, fermo, dobbiamo finire, adesso non serve!’ e la nera mi mollò un ceffone e mi prese le gambe e le alzò lei in una presa dura, mentre la bionda riprendeva a pompare. Provai a dibattermi ma la nera mi tenne fermo: FERMO SCEMO, VUOI CHE TI LEGHI?? mi minacciò con lo sguardo e capii subito che non era aria. Meglio continuare a star zitti e prendersi il clistere. Pomparono e sentivo caldo alla pancia e voglia di evacuare. Ma quelle spinsero tutto il contenitore e poi tolsero la pompetta. Feci per alzarmi ma la nera mi tenne giù: ADESSO DEVO PASSARE 15 MINUTI perché FACCIA EFFETTO. NON PUOI ALZARTI ANCORA. Sadica sorrise. Pensai che non ce l’avrei mai fatta. La pancia gorgogliava e sentivo che stava per scoppiare. Volevo alzarmi, ma sapevo che avrei preso solo botte, così mi distesi e chiusi gli occhi. Dopo alcuni minuti di sofferenza atroce con la pancia che stava per esplodermi, mi calmai e mi sentii meglio. Il dolore era calato e il corpo si rilassò. Le due transex presero a parlare fra loro della festa della sera ma io tornai ad appisolarmi come prima.
*
due schiaffetti della bionda mi rianimarono.
‘Ok, adesso se vuoi puoi anche andare….’ e mi indicò un cesso in fondo alla stanza.
Invece di correre mi trattenni sul lettino.
‘Vedi Cara? Adesso &egrave più rilassato….sarà un bel regalino per il Direttore….vedrai che sarà contenta e ci ringrazierà…’ disse la nera ‘Sì, lo penso anche io…ho bisogno di qualche giorno di ferie….voglio andare al mare e rilassarmi ne ho bisogno…e poi quando rientriamo….che dici? Ci prendiamo un nuovo manzo?uno slave diverso?’ ‘oh, vediamo cara…non saprei…in effetti &egrave venuta pure l’ora di cambiare….e se ci prendessimo lui alla riffa?’ ascoltavo le parole ma non capivo bene di cosa parlassero, quei termini..boh…
‘Dici bellezza? Ma non so…&egrave pure carino…e poi…come si affezionano i bianchi a noi guardie….non ci sono pari…sono dei cagnolini servizievoli e devoti….ma dopo stasera avrà il culo distrutto…!’ disse la nera ridendo. A quelle parole rabbrividii e mi alzai per correre al cesso.
*
Dopo che mi fui svuotato un paio di volte e che la nera ebbe controllato minacciandomi con lo sguardo, mi ordinarono di ripulirmi ben bene.
Mi riportarono nella stanza con la tv.
‘Riposa. Torneremo noi per prepararti per stasera. Ricorda che ti controlliamo. Vuoi un’altra pillola rossa?’
‘…ehmmm sì, grazie Signora..’ dissi.
‘Ok, ma prendila solo fra un ora, non subito.’
‘Sì..’
la nera mi dette un colpo sulla testa, ma non troppo forte.
‘..scusi…sì, signora…’
*
Quando tornarono, due ore dopo, stavo molto bene, in forze e rilassato. Avevo preso la pillola rossa e mi sentivo quasi allegro, ma sempre presente, mai offuscato, non si trattava di droga duqnue, ma di tranquillanti che infondevano benessere.
‘Adesso ti mettiamo queste. – fece la nera agitando delle manette per polsi e per le gambe – Più tardi, dopo la cena e la torta ti porteremo di là….ti sei comportato bene fino ad adesso, fai che tutto fili liscio fino alla fine e quando tornerai dall’ospedale e noi dalle ferie, avrai la tua ricompensa…’
‘Che ospedale?’ chiesi allarmato.
‘Zitto!’ fece la nera mettendomi delle cavilliere ai piedi, ci sistemò un asse di metallo nel mezzo in modo che le mie gambe fossero divaricate. Non erano strette alle caviglie, anzi avevo molto gioco, ma certo non potevo unire le gambe in nessun modo.
‘Non preoccuparti. Il Direttore ti sfonderà il culo stasera, ma una settimana in ospedale e starai subito meglio…. – disse la bionda sghignazzando ‘ abbiamo il miglior centro per la cura dei culi sfondati del Mondo qua dentro!’
‘..cosa?’ ma mi fermai subito, non volevo botte e poi avevo capito che quella sera avrei perso la mia verginità anale. Avrei dovuto mentire su quel foglio! Ma cazzo chi si aspettava una sortita del genere?
Mi fissarono anche le manette ai polsi, anche quelle leggere, ma poi le unirono assieme con le braccia premute sul petto. Avevo le gambe divaricate e legate, le braccia strinte al petto. Nudo. Potevo muovere le mani e non soffrivo, ma ero prigioniero. Steso sul letto mi misi a guardare la tv dopo che loro se ne erano andate.
*
Passarono un paio d’ore. Legato, nudo, i miei pensieri in testa, passavo dalla paura all’eccitazione. Non sapevo cosa aspettarmi anche se un’idea me l’ero fatta. Qualcuno mi avrebbe inculato a sangue. La cosa mi impauriva ma mi sentivo sereno, tranquillo.
La bionda entrò nella stanza:
‘Come va?’
‘MI pare bene signora…’
‘Ok, meglio così…ancora qualche minuto…poi veniamo a prenderti. Devi andare in bagno?’
‘No, signora.’
‘Meglio…fammi sentire…’ e mi ficcò una mano sul pacco e poi mi tastò lo scroto. Si allungò sul solco nel culo con un dito, mi sfiorò un poco, giocò col dito e poi lo fece entrare piano. Non lo sentii neppure bene tanto scivolava dentro. Il balsamo aveva fatto effetto evidentemente. Spinse il dito dentro e questa volto lo sentii bene.
‘Ok, &egrave liscio e pronto. Sarai la sorpresa della festa e poi il Direttore la festa la farà a te…ti spaccherà il culo..’
‘Mi farà male signora?’ chiesi.
‘Cerro che ti farà male! Ma ti piacerà anche vedrai…’ e mi strizzò l’occhio bistrato. Mi dette un piccolo bacio sulla fronte e scomparve.
*
Passò altro tempo, non saprei dire quanto, mi sentivo rilassato e tranquillo. Quindi le due guardie transex rientrarono. Erano eccitate, la nera portava con sé un grosso palo di legno piuttosto lungo e massiccio.
‘Eccoci verginetto nostro: &egrave arrivato il tuo momento!’
Mi presero le gambe e le fissarono al palo da un lato, quindi fecero altrettanto con le braccia. Così mi ritrovai legato a quel palo con le braccia alzate sopra la mia testa e le gambe, divaricate dall’asta, fissate dalla parte opposta.
‘Così va benissimo!’ disse una
‘Perfetto! Pare un trofeo di caccia!’
‘…aspetta un attimo: e la nostra dedica?’ fece la bionda. Poi dalla tasca cavò un rossetto e si abbassò su di me. Sul mio petto scrisse qualcosa usando il cosmetico. Riuscii a leggere HAPPY BIRTHDAY e poi mi alzò il culo, anche lì scrisse qualcosa ma non potevo certo leggerlo.
‘Oh adesso &egrave perfetto!’ fece la bionda e la nera le dette un bacio sulla bocca. Rimasero così la bionda transex alta e slanciata e la nera, più basso e più in carne a baciarsi sopra di me che ero fissato con delle catene ad un palo e delle scritte col rossetto sul corpo e sul culo.
Alzarono il palo prendendolo alle due estremità. Mi sollevarono ed io mi ritrovai sospeso nel vuoto fissato ad un palo.
A quel modo mi condussero fuori dalla stanza.
Dopo un paio di corridoi dove incrociammo altre guardie transex che applaudivano e ridevano(qualcuna mi colpì anche al culo)giungemmo in una grossa stanza con le luci abbassate, molte persone sparse su divani, letti, cuscini, ecc. e il nostro ingresso fu accolto con applausi ed urla. Al centro una transex nera alta più di un metro e novanta. Allargò le braccia e urlò:
‘Che regalo &egrave mai questo? Di che si tratta?’
‘Carissima, abbiamo trovato proprio oggi un vergine che &egrave entrato nel carcere, non ce ne capitano poi tanti di questi tempi…e abbiamo pensato che fosse un bel regalino per te…cosa ne pensi?’
dissero le due guardie. La transex, il Direttore supponevo, si avvicinò a me e mi scrutò. Legato al palo ero sotto di lei e la vidi bene. Bella, un volto luminoso e sensuale, femminile in ogni parte: labbra carnose e nere luccicanti, zigomi alti, occhi scuri e profondi, capelli lunghi color avorio le cadevano sulle spalle, una pelle liscia e sensuale, da pantera di un nero perfetto. Le curve del suo corpo erano evidenziate da un vestito nero a rete sui fianchi, arrivava fino a sopra i ginocchi, le gambe lunghe, sode, forti e belle terminavano in piedi con tacchi vertiginosi. Era la creatura più bella che avessi visto dal vivo. Sorrise, accigliata:
‘E’ veramente vergine?’
‘Verificato!’ affermò la nera.
‘…beh…’
‘cosa te ne pare, Direttore?’
‘..cosa ne penso?’
‘..sì..’
fece una pausa mi guardò. Sorrise maliziosa. Bella, slanciata, prepotente. Regale.
‘…penso che stasera….stasera mi sfonderò questo culo bianco vergine davanti a voi…’
applausi, urla e fischi.
Detti uno sguardo attorno. Molte transex bianche, nere e mulatte, asiatiche e europee. Attorno uomini nudi che servivano cocktail o agitavano ventagli ritti accanto a guardie.
‘WuuuuuuHHH!!!!!!!!!!!!!! per il Direttore AUGURIIIIIIIIII’ fece la bionda e fui issato in aria.
Mi feci un giro attaccato al palo in mezzo alla stanza, perché tutti mi vedessero. Fui toccato e spinto, tirato per i capelli e insultato. Quindi mi misero al centro della stanza. Due guardie mi sistemarono. Il palo fu fissato a dei ganci al soffitto, le braccia rimasero legate ad esso, mentre le gambe furono momentaneamente liberate per poi essere strette di nuovo in collari e fissate al soffitto. In quel modo ero supino nel vuoto, legato mani e piedi al soffitto, il culo esposto allo sguardo di sfida e di piacere della Direttrice. Il suo volto era veramente bello, le labbra turgide e vellutate mi sorridevano, e quel sorriso era carico di sfida e di piacere. La pelle sotto le maglie del vestito era di un nero ambrato. Si fece silenzio nella sala e lei si slacciò il vestito con calma. Se lo tolse e il suo corpo esplose nella sua bellezza quasi finta. Due tette sode, perfette, con capezzoli neri e gonfi spuntarono come fiori in un campo. Mammelle nere belle e massicce facevano mostra di sé, orgogliose e meravigliose. Il busto era quello di una donna alta, il ventre sexy con un diamante all’ombelico che luccicava. Le gambe erano quelle di una pantera. Indossava delle mutandine di pelle nera. Le abbassò e il suo cazzo cadde fuori con un tonfo di carne che mi impaurì. Appena lo vidi non ci credetti. Anche da moscio era un serpente nero. Massiccio, grosso, una cappella tanta, una verga nera che faceva impressione. Capii subito che avrei sentito molto male, pensai che quel cazzo non sarebbe mai potuto entrare nel mio culo stretto. Lei era sorridente ed imperiosa. Fece un gesto schioccando le dita con un braccio alzato e nel silenzio della stanza in attesa, un prigioniero corse da lei. Veloce si inginocchiò di fronte a lei e senza che la Direttrice dovesse dire qualcosa prese il cazzo di quella fra le mani e iniziò a spompinarlo. Come facesse a prendere in bocca quella bestia che fin dai primi slinguamente si era ingrossato non so, ma ci riusciva, quel prigioniero bianco aveva in bocca quel serpente nero e lo sbocchinava come forse era ormai abituato a fare. Lei lo afferrò per i capelli, staccò la sua verga dalla bocca del poveretto e gli ordinò di tenerla aperta, quindi ci sputò dentro e rificcò la bocca del servo sul cazzo. Quello riprese a spompinare, ma lei lo fermò di nuovo e gli indicò le mie parti basse. Quello capì al volo e sputò sul mio culo esposto. Sentii la saliva di quello con gli umori del cazzo della Direttrice che mi centravano. Riprese il pompino e ogni tanto si fermava e sputava contro il mio culo. Forse per inumidirlo. Erano sputi grossi, carichi di saliva e umori. Il rumore delle labbra del prigioniero sul cazzo mostruoso della transex era impressionante e anche il rumore della saliva che mi colpiva. Ero stordito e legato. Sentivo gli sguardi delle persone intorno. Transex, prigionieri con le tute della prigione, occhi truccati e pesanti su quella scena. Al centro della stanza, della festa, fra tutti quegli sconosciuti io ero legato al soffitto, una transex con un cazzo equino si faceva fare un pompino da un detenuto in ginocchio, gli sparava la verga massiccia in bocca e lo scopava mentre quello succhiava il grosso cazzo.
Quando lo fermava quel servo sputava saliva e umori sul mio ano dilatato.
Tuttavia per quanto fossi terrorizzato dall’idea di quel grosso uccello che a poco mi avrebbe sfondato il culo, mi sentivo bene, le pillole facevano effetto, sudavo e tremavo ma non avevo paura.
Il pompino andò avanti ancora.
Succhiava il servo in ginocchio. Lunghe succhiate profonde, avvolgeva il cazzo nelle sue labbra e poi la Direttrice lo infilava meglio in gola. Spingeva. Gemeva. Ancora sputi, ancora urla dalla folla.
Io ero legato ma sereno.
Ad un certo punto la Direttrice fece un gesto con le mani e il detenuto smise di succhiarla. Si rivolse a me:
‘Adesso mi scopo questo culo vergine!’ urlò.
Tutti applaudirono e iniziarono a intonare Happy Birthday alla Direttrice. Lei afferrò le cinghie che mi tenevano al palo e le tirò con forza. Il suo seno magnifico oscurò la luce sopra di me. Da sotto la vedevo bella e lontana, austera e sexy. Occhi misteriosi, volto di donna, labbra sensuali, capelli curati. Sorrideva. Mi fissò:
‘Adesso ti spacco il culo, stronzo bianco del cazzo….fammi gli auguri, stronzetto…’
‘…augur ‘ feci per dire ma un colpo violentò mi forzò il culo. Sentii malissimo e urlai di dolore. Era solo la punta ma era grossa. Molto grossa. Lei tirò le corde a sé. Spinse e colpì di nuovo. Doloreeee.una lacerazione, un corpo grosso ed estraneo che violava il mio sfintere. Sentivo la saliva sul mio culo che faceva penetrare quel grosso uccello. Spinta. Doloreeeeeeeeeeeeee….entrò. Un colpo. Mi tolse il fiato. Era solo la cappella, ma come era dannatamente grossa!!! gli umori e la saliva dello schiavo facero effetto perché sentii andare avanti quel corpo nero. Spinta. Dentro. Più a fondo. Urlaii. Applausi. Urla. Spinta. Colpo. Doloreeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee. Spinta. Urlaii ero senza fianto. Lacrime. Lacerazione. Un dolore fortissimo. Come aperto in due. La Direttrice spinse con rabbia, con forza, con mestiere e penetrò! Dentro. Tutto. TUTTO QUEL CAZZZO ENORMEEEEEEEEEEEE. Urlai, piansi, provai a muovermi, ma ero implato! Ero preso da lei, da quel cazzzo gigante. Infilzato. Fermo. Solo lei poteva muoversi e lo fece lentamente. Mi tolse il fiato. Pensai di perdere i sensi. Il dolore era tremendo. Non potevo resisterei sarei morto. Quel cazzo mi montò piano. Lento. Implacabile. Mi possiede. Mi ha. Sono suo. La Direttrice e il suo cazzone gigante. Mi sento venire meno. Respiro a fatica. Ma le pillole rosse evidentemente mi tengono su. Resisto. Tutto attorno &egrave grida, incitamento. SFONDAGLI IL CULO. ROMPILO. RIEMPILO. FATTELO. SPACCAGLI IL CULO BIANCO. Quel cose mi prende tutto. Lei si muove ancora piano, ma sta prendendo ritmo. Spinge e fotte. Mi prende e aumenta i colpi. Prima piano poi più forte. Più forte. Più forte. Ancora. Ancora. Prende ritrmo. Io respiro col naso. Sento ancora le urla, sento quel cazzone che mi sfonda. Sento un dolore fortissimo al culo, deve essere rotto. Sento caldo. Sento sangue e caldo al culo. Ma quella spinge. Il suo cazzo extralarge mi sfonda e mi tiene a se. Colpisce. Spinge, &egrave forte, &egrave donna, &egrave transex. Mi scopa. Sento caldo e respiro col naso. Ma sento o inizio a sentire anche del piacere. Un piacere coperto dal dolore di quella inculata del mio sverginamento, ma sento anche piacere. Lei spinge. I suoi seni enormi e perfetti ballano sopra di me. Spinge. Colpisce. Le cinghie sbattono. Dolore e piacere. Dolore fortissimo e piacere. Le urla, le grida. Respiro col naso e le pillole rosse mi tengono su. Godo di quel cazzone nel culo. Mi spinge e mi penetra, lo sento tutto dentro e nel dolore c’&egrave un piacere forte, sento le cinghie che sbattono lei che mi sbatte. Calore al culo, ma anche piacere. Piacere profondo. Respiro col naso e godo di quel cazzo nel culo. Lei spinge, ormai &egrave una furia. Urla di piacere col suo seno materno, grosso, nero, spinge a fondo quel cazzone extralarge che si ritrova. Spinge e mi incula. &egrave bello e doloroso assieme. Mi incula con forza. La sento. Mi sente. Respiro col naso e godo. Godo. Godo forte. Lei spinge. Mi penetra, urla di rabbia e piacere. Io urlo di dolore e godere. Urlo pure io. Applausi. Grida. Lei spinge. Cinghie che sbattono quell’enorme affare nel culo.
Perso i sensi.
Mi risvegliai in un ospedale. Ero rintontito e messo supino su un letto pulito. Durante il sonno avevo bagnato il cuscino. Alzai un poco la testa e mi guardai in giro. Alla mia destra c’era un mulatto posto nella mia stessa posizione supina, culo in aria, come anche io avevo. E sulla mia sinistra un tipetto con tratti asiatici. Provai ad allungarmi per vedere il resto del reparto, ma ero legato al letto!
‘Lascia perdere…ti farai male..’ disse il mulatto.
‘Dopo quando passano le infermiere e fatti slegare…ma resta come sei, culo in aria, ti hanno ricucito e ..e..’
‘Che cosa? – feci ‘ come mi hanno ricucito?’
‘Sì, il culetto… – intervenne quello sulla sinistra ‘ dove credi di essere?’
‘io…io…’
‘Sei nel reparto culi rotti!!’ rise il mulatto.
‘Qui si curano gli incerti del mestiere….sei nuovo di qui immagino….?’
‘Sì, cio&egrave…io…
‘E’ appena arrivato….ha scritto che era vergine e lo hanno dato in pasto al Direttore!!’ dice il mulatto.
‘Cazzo! E quella se l’&egrave sverginato?!!!con quel cazzo gigantesco??!!!’
‘Pare di sì, a giudicare dal risultato….
‘…sì…sì…’ piagnucolo io. Sento ancora male al culo.
‘Oh cazzo….ti ha sventrato…’
‘puoi giurarci!!’ dico affranto. ‘Mi ha spaccato il culo…’
‘Se non saresti qui…anche noi…e tutti gli altri qui…’ fa il cinese indicando in giro con la mano libera.
‘Ma non preoccuparti. Questo &egrave il miglior reparto del carcere. I dottori sono bravissimi e specializzati in questi interventi. Ti rimettono a posto il buco del culo in pochi giorni. Vedrai fra una settimana starai meglio…’
‘..e voi?perch&egrave siete qui?’
‘Fanculo!cazzi miei..stronzo!’ fa il mulatto.
Il cinese mi guarda. Annuisce.
‘Lo hanno violentato sotto le docce. Capita spesso qui. Qualche bull che può fare queste cose..’
‘Fanculo, fottiti stronzetto!!’ fa il mulatto.
‘…gli hanno sfondato il culo in quattro. Rotto. Ma ritornerà in forma vedrai…come te del resto…’
‘Dici? Mi fa male…’
‘Oh, tranquillo…’
‘E tu?’
‘Io?Oh….io….vedi….tu sei nuovo….capirai…senza protezione qui…senza che sei lo schiavo di qualche guardia…qui finisci nei bassifondi della prigione….senza protezione vedi ‘ e si mette a piangere come una ragazzina, culo in aria – ‘.finisce che tutti possono fare qualsiasi cosa su di te….e dei tipi…’ piange non finisce la frase.
‘Oh piantala! – fa il mulatto ‘ sta dicendo che qualche bull l’ha presa e gli ha ficcato un bastone fin su per il culo, per poco non la uccide lo stronzo….&egrave viva per miracolo quella checca…’ grida.
SILENZIO!!!!!! fa una voce da lontano.
Siamo tutti e tre a culo in aria, tutti vittime di stupri. Io sverginato, questi vittime di bull??
Chiedo informazioni e scopro che il carcere &egrave nelle mani delle guardie che fanno ciò he volgliono ai prigionieri. Se li dividono. Ne prendono uno o due a loro servizio, permanente. Quelli sono gli schiavi, la maggioranza. Poi ci sono quelli senza protezione come il cinesino. Fottuti stando alle parole del mulatto. Senza protezione, no schiavi di qualche guardia voleva dire essere in balia di tutti. I bull in priciapal modo. I bull erano quelli che scopavano le guardie(o venivano scopati, ovvio)e che avevano mano libera in prigione.
‘E come si diventa schiavi?’ chiesi. Non volevo certo finire come il cinese. Si trovava nel reparto da più di un mese, aveva rischiato la vita.
‘C’&egrave una riffa dei nuovi arrivati. Le guardie scelgono la carne nuova. Se qualcuna ti prende sei salvo. Meglio essere schiavo che come quello stronzo là!’ fece il mulatto indicando il cinese che piangeva a dirotto.
‘E se non vieni scelto?’
‘Fai di essere scelto, stronzetto o non campi qua dentro!’
‘Ma?’
‘Hai altri 2 tentativi di riffa, ma se non vieni scelto finisci fra le bestie, fra i senza protezione…nei casini…’
‘E tu non sei protetto?’
‘….lo ero….ma la mia padrona &egrave stata trasferita e quando dei bull a cui avevo pestato i piedi in passato…per via di scommesse….mi hanno preso e violentato. Quegli stronzi!’
Mi fornì altri ragguagli sulla prigione. Agghiaccianti. Essere schiavo era duro e umiliante, ma essere senza protezione era peggio. Gente picchiata a sangue per scherzo. Violenze nei bagni. Accoltellamenti. Roba pesante e crudele.
Venne un’infermiera transex, ci fece delle iniezioni. Ci fece inghiottire delle vitamine e tranquillati. Chiesi di essere slegato. Lo fece.
‘Ma rimani in questa posizione. Capito? Non muoverti!ok? Il dottor K.ha fatto il bel lavoro. Guarirai presto!’ disse mentre osservava il mio buco del culo rimesso a posto dal dottore.
‘Ti sei preso un bel cazzo per essere la prima volta!’
‘….puoi dirlo…’ fece il mulatto
‘Zitto tu!pensa a trovarti una padrona o la prossima volta quelli di ammazzano come un cane! – disse l’infermiera ‘ era nera, pelle lucida, capelli biondi vaporosi, tinti. Volto spigoloso e occhi piccolissimi. Ma carina. Mani curate. Indossava la divisa da infermiera. Lattex gonna e lattex la divisa, bianca, bordi neri, cifre rosse. Era sexy e profumava di donna. – e…e come &egrave stata?’
‘…ecco…ecco….io….beh….era un cazzo enorme. Enorme. Gigante non so come &egrave entrato dentro. Ero legato, mi ha sfondato il culo. &egrave stato violento e crudele. Ma forte. Era un cazzo….beh….cavolo….beh….incredibile….una bestia di cazzo…’
la transex ride e anche il mulatto. Il cinesino ha smesso di piangere per fortuna. Continuo:
‘Insomma….mi ha scopato e sverginato. Pensavo di morire…dicevo adesso….muoio…cazzo…ero troppo…e nel mio culo!poi ha preso a spingere e ragazzi…..insomma…era qualcosa….un palo!un paaallllooooooo cazzoooo….una roba…’
tutti ridono e ascoltano. La transex ride e mi invita a continuare.
‘….roba che pareva un treno. Avevo quel fottuto palo nero nel culo. Sverginato di botto da quel mandingo!era una roba incredibile….e……insomma dopo un po’ di quello spingere e sventrarmi ho sentito piacere….un gran piacere….una roba indescrivibile….mi stava spezzando in due…quel cazzo enorme mi violentava e sentivo anche piacere….una cosa….dolore e piacere..quel cazzo in culo….cazzo…..io….io….’ mi misi le mani in faccia e mi venne da piangere.
(PER COMMENTI O SUGGERIMENTI: dorfett@alice.it)

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