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Racconti Trans

Passione Trans

By 19 Febbraio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Era il venti di febbraio del 2008, quando decisi di prendermi una pausa dopo un lungo periodo di lavoro.
Un vecchio amico d’infanzia mi mise a disposizione casa sua a Roma, e visto i miei trascorsi da studente nella capitale, accettai volentieri.
Dopo due ore di viaggio, imboccai l’uscita Roma sud e mi diressi sulla Tuscolana. Seguendo le istruzioni alla lettera di Marco mi trovai in pochi minuti d’avanti casa sua. Salgo le scale per arrivare al terzo piano di cui lui è interamente il proprietario, e mi rivolto come da lui consigliato ad Andrè l’affittuaria di uno dei suoi appartamenti. Busso al campanello e la porta si apre presentandomi una fantastica mulatta, alta almeno 1,80 occhi verdi, capelli biondi e lunghi e un fisico che mi toglie la parola. A stento riesco a dirle ciao, ma lei mi prende in contropiede salutandomi affettuosamente. Sapeva del mio arrivo in quanto Marco l’aveva preventivamente avvisata.
Dopo i convenevoli di casa mi chiede se desidero un caffè, ero stanco ma decido di accettare.
Cominciamo a scambiare due parole e le racconto qualche storielle simpatiche di me e di Marco. Lei, invece, mi racconta di quando a soli diciotto anni è arrivo in Italia, e di ha cominciato a fare i lavori più disparati per vivere.
Quello che mi incuriosì in particolar modo fu il suo attuale lavoro da estetista e massaggiatrice tantrica..
Le confesso il fatti di non esser mai andato da un estetista, e di non aver mai fatto dei massaggi. Ma visto che volevo passare una settimana di relax le chiedo se è disponibile per un appuntamento, e lei si offri più che volentieri per una pulizia del viso, e un messaggio total relax.
Visto l’ora la salutai scambiandoci i numeri e tornai a casa per uno spuntino e una sana dormita.
Il giorno dopo mi svegliai con calma, e uscii per un po’ di shopping, pranzo al volo e rientro verso le sei a casa. Mentre chiudo la porta sento il cellulare squillare, rispondo ed era Andrè, che con tono stizzita ma amichevole mi dice che non ero ancora da lei
Le spiego di essere appena rincasato, il tempo di sistemarmi e sarei subito da lei.
Mi accendo una sigaretta, bevo un bicchiere di vino e poco dopo mi presento a casa sua, mi accoglie in modo molto amichevole, eppure ci siamo appena conosciuti, scambiamo due parole e mi fa accomodare nel suo studio.
L’ambiente è accogliente, con dei giochi di luci particolari, mi tolgo la camicia come consigliato, e lei butta un’occhiata al mio fisico, anche se non particolarmente atletico, ma sembra interessata.
Si mette subito a lavoro e dopo la pulizia del viso mi chiede, in modo insistente, se volessi allentare la tensione con un massaggio fatto con oli naturali, e accettare più che volentieri.
Mi porta un asciugamano e mi dice che in quel caso è d’obbligo spogliarsi tutto, esce dalla stanza lasciando solo per spogliami. Nudo e con solo l’asciugamano mi sdraio sul lettino, quel caldo e quella situazione cominciano a eccitarmi.
Poco dopo Andrè entra in stanza, alza un pò il volume della musica, abbassa le luci e accende delle candele profumate. Mi spiega che tutti i sensi devono lavorare per ottenere un relax completo.
Comincia a massaggiarmi la schiena spargendo dell’olio, le sue mani si muovo a un ritmo piacevole e sento tutta la tensione che si scarica. In quel momento mi sentivo libero e leggero, mi sembrava di poter volare.
A un tratto, Andrè alza l’asciugamano dicendomi che anche i glutei hanno bisogno di scaricare la tensione nervosa facendomi i complimenti per il mio fondoschiena.
Sento andare via tutta la tensione, ora le sue mani scivolano sulle gambe, sui glutei e sensualmente sulla mia schiena. I sui massaggi cominciano a incentrarsi sul mio fondoschiena totalmente rilassato, sento scendere l’olio sul mio orifizio, cerco di nascondere il mio imbarazzo mentre schiaccio col mio peso il mio pene duro sul lettino, come se dovessi domarlo.
Andrè, vedendomi così, mi rassicura, dopo avermi visto rilassato e disteso a innervosito e imbarazzato, mi dicendo che è più che normale questa situazione.
Sentendo queste parole mi rilasso e la sua mano scivola mio orifizio.
Mi lascio andare in un gemito liberatorio la sua voci mi sussurra se mi piace questa sensazione, il mio lungo e smorzato si le da il via libera.
Ora le sue mani ricoperte di olio, le sento toccarmi liberamente, allento la pressione del mio copro e con una mano risistemo il mio pene voglioso.
A un tratto scivola il suo dito dentro l’ano, le mie mani afferrarono con forza il bordo del lettino e pronunciai un lungo continua.
Da quel momento lei era la mia padrona sapeva di avere il controllo su di me e poteva farmi qualsiasi cosa.
Dopo avermi masturbato e allargato bene l’ano, mi disse di alzami e seguirla. Intontito e disorientato lo feci, non detti assolutamente pese al fatto che ero nudo e con la mia mazza di diciotto centimetri pronta a esplodere. La guardavo quasi ipnotizzato, mentre lei con grande stupore, vide il mio pene con l’inguine completamente depilato.
Mi fece i complimenti, la ringraziai con un mezzo sorriso, dicendo che ero più a mio agio senza peli pubici, ma lei mi contro rispose, allontanandosi da me e aprendo la porta, dicendo che si riferiva al mio pene.
La seguii ed entrai nella sua stanza, il profumo di pulito e di oli profumati rendevano il tutto eccitante, mi poggiai sul letto, mentre lei si sbottonava la camicia bianca e se la sfilava in modo elegante e da porno star.
Si girò verso di me facendo cadere la camicia a terra e il suo seno prorompente contenuto in un reggiseno di pizzo faceva volare i miei desideri più osceni.
Si avvicinava con passo da modella, facendo sollevare la sua gonnellina corta sopra il ginocchio mettendo in risaltare le sue lunghe gambe mulatte che finivano su due scarpe a decolté con tacchi vertiginosi.
Affondo i suoi seni sul mio viso, le mie mani quasi impazzite cercavano di sganciare il suo reggino, lei allungò la sua mano tra i seni e li liberò, che visione meravigliosa alti e duri come il marmo.
Comincia a passare la lingua all’impazzata, avido e voglioso di leccarli tutti, ma la sua quinta misura mi avrebbe sfiancato. Attaccai i sui turgidi capezzoli a colpi di lingua e dolci morsi, comincia a sentire i sui gemiti, e con voce eccitata mi diceva di continuare.
Quanto li desideravo, accarezzavano i seni e la mia lingua si alternava ora su un capezzolo ora su un altro duri e pieni di voglia. Le mie mani scivolavano sui fianchi toccando la sua liscia pelle color terra della passione.
Andrè si ritrasse un attimo allungando la mano sul comodino e si cosparse il corpo di olio, le dissi di avvicinarsi, volevo essere io l’artefice di questo capolavoro ma lei non volle. Le sue mani scorrevano dolcemente sui seni ormai unti.
Si slacciò la gonna e la fece scivolare ai suoi piedi. Alzò la gamba poggiandola sul letto, sbattendomi in faccia il suo perizoma, li capi che il gioco era tutt’altro.
Tra le sue gambe pendevano due grosse palle e a fatica si nascondeva un enorme membro nero.
Dentro di me si liberò un senso di piacere, ora tutto cambierà non sarò più lo stesso dopo stanotte.
Allungai le mani e liberai il suo intimo, accolsi il suo membro, ancora moscio, con due mani non riuscivo a tenerlo tutto.
Apri la bocca e infilai la sua cappella, quasi mi fosse naturale e comincia a spompinarla, volevo essere il migliore volevo farla godere, le volevo regalare una pompa perfetta.
Lei gemeva sempre di più e le sue mani mi spingevano la testa verso il suo membro che diventava sempre più duro e con fatica la mia bocca conteneva la sua cappella.
Assaporavo tutto di lei, le mie labbra sfioravano la pelle morbida, mentre la lingua le lucidava bene la cappella. Con una mano le lavoravo il bastone mentre con l’altra le massaggiavo dolcemente le sue lisce palle.
Come godeva, le sue parole tralasciavano capire il suo massimo eccitamento.
Mi spinse la testa per staccami, come d’improvviso, e mi fece sdraiare sul letto, sali sopra di me e cominciammo una fantastica 69.
Come prese il mio fallo in bocca per la prima volta volevo quasi esplodere, se lo lavorava come una maestra, e io le lavoravo il suo. Poi passai a leccarle le palle ne misi una in bocca e cercavo di risucchiare dentro anche l’altra ma non ci riuscivo. Come le liberai, lei alzò il bacino e puntò la sua mazza dura lunga almeno 25cm nella mia bocca e con colpi di bacino cercava di affondarla fin dentro il mio stomaco. Dovetti fermarla ma lei ormai era come impazzita, eccitata, vogliosa di sesso”””.
Mi chiese di girare di schiena, impugnò un tubetto di lubrificante e lo sparse sul mio orifizio.
Gli dissi di essere vergine, lei mi sussurrò di non preoccuparmi e che sarei diventato la sua puttana””’
Sentii la pressione della sua cappella, cercavo di non contrastarla per non farmi male e in poco la sua mazza era in parte dentro di me. Si muoveva dolcemente ma sentivo la sua rabbia, voleva sfondarmi ma cercava di non farmi male. Dopo pochi minuti di movimento di bacino, il mio ano era allargato e lei cominciò a spingere sempre di più. Si alternavano momenti di dolore a quelli di immenso piacere, e mi lasciai completamente andare, le ripetevo solo di spingere perché volevo essere sfondato”’.’
Lei cominciò un ritmo più veloce e in poco sentivo la pressione delle sue palle sul mio culo ormai aperto.
Ancora ne mancava per entrare tutto, ma dentro di me era al capolinea, era troppo lungo non sarei riuscito ad accoglierlo tutto dentro di me.
Godeva, e mi urlava che ero la sua puttana, io le rispondevo gemendo di si.
Il mio pene si gonfiava e si rilassava quasi in modo incontrollabile. Non riuscivo a capire se ero arrivato o era il lubrificante che era scivolato su di lui.
Poco dopo mi fece alzare dicendomi di volermi fare a pecorina, e che avrei dovuto guardare le sue palle mentre sbattevano sul mio culo. Le obbedii immediatamente, il suo cazzo entro nel mio ano ormai allargato e cominciò una nuova samba di piacere. Era vero!!!!! Impazzivo a guardare il suo cazzo che mi sbatteva come una prostituta alle prime armi.
Dopo oltre venti minuti, mi liberò da quella morsa di piacere, mi accascia sul letto e mi girai, lei era pronta ma io non avevo capito, mi alzo entrambe le gambe e si inginocchiò di fronte a me. Fece scivolare il suo membro sotto di me in cerca del mio ano, voleva farmi guardandomi in faccia, la aiutai allungando la mano per condurre dentro di me il suo pene.
Cominciò a sbattermi e i suoi occhi verdi mi guardavano fisso nei miei, allungai le mie mani sul seno, lei fece scivolare le sue sul mio membro e cominciò a masturbarmi. Bastarono pochi secondi che esplose in uno zampillio impazzito di sperma, fiotti continui sul mio petto, sul letto, sulla mia bocca. La prima volta che saggiavo il mio sperma, lei si avvicinò e cominciò a leccarlo tutto quando arrivò alle mie labbra si fece strada dentro con la lingua, tutto in una bacio appassionato. Il mio sperma era dolce e caldo,un sapore mai provato”’.
Sfilò il suo enorme palo e cominciò a masturbarsi, mi buttai con la bocca sulla sua cappella e lei esplose in un urlo di piacere e passione le vene del suo membro si gonfiarono d’improvviso e arrivo come un’eruzione, non riuscivo a trattenere il suo sperma in bocca, in parte lo ingoiavo ma in parte usciva fuori dalla mia bocca. Sembrava non finire, più si masturbava e gemeva e più sperma mi riempiva, sembrava interminabile. Il mio pisello si era già indurito nuovamente e quando finì di venire ero ormai esausto, il suo sperma copriva le mie labbra e scivolava sul petto fin sopra il pene e le palle.
Mi distesi sul letto e lei in ginocchio d’avanti a me si, chinò per poggiare le sue labbra sulle mie. Anche lei era vogliosa del suo sperma caldo ed afrodisiaco.
Ora sdraiata al mio fianco la sua mano giocava col mio membro. Ci guardavamo, non una parola, solo sguardi e mezzi sorrisi e si girò dandomi le spalle’..Io mi affiancai col mio petto cosparso del suo e del mio sperma e avvicinai la mia mazza al suo buco. La sua dolce mano le guidò dentro e nonostante fosse appena umido entrò liberamente. Stavo impazzendo, cominciai ad affondare colpo su colpo e lei si dimenava in movimenti di puro piacere. Diedi libertà alla mia voce, che si faceva sempre più forte fino a quando non esplosi nuovamente ma dentro di lei. Non volevo fermami ma questa volta non avevo più forze.
Sfilai il mio pene ormai moscio, mentre scorreva dal suo buco il mio sperma e come per istinto affondai la mia faccia avidamente leccando il suo ano e il mio seme.
Poco dopo mi ricomposi affianco a lei accarezzavo i suoi capelli, la sua pelle, ascoltavo il battito del cuore che andava a rilassarsi, rendevo mio il suo profumo mio””..

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