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Racconti Trans

Trans Lake

By 22 Luglio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono ricordi di tanto tempo fa. Quando la società italiana non conosceva troppo la realtà delle trans.

Oggi, grazie alle recenti notizie, le trans sono diventate (ben per loro) un soggetto sociale reale. All’epoca vivevano in una sorta di limbo, di clandestinità, quasi non esistessero. Ed invece esistevano. Eccome. Ed erano tante. Tantissime.

Le brasiliane erano la minoranza. La maggior parte di loro erano italiane. I luoghi comuni su queste creature sono infiniti. E chi pensa che siano delle macchine da sesso non sa quanto sbaglia. Sono mercenarie per ovvi motivi sociali ma il loro io più intimo è quello di una donna (quando gli ormoni femminili sono a palla) o di uomo (quando gli ormoni sono in calo). E chi crede che non si possa con loro avere rapporti diversi da quello comune (pagare) sbaglia.

Ve lo dice uno che di trans se ne è fatte più di un centinaio e con qualcuna di loro è riuscito pure ad avere un rapporto di ‘amicizia’ e dialogo. Il fatto semmai è che sono pazze come dei cavalli. E questo è legato al loro stato chimico, ma anche sentimentale.

La storia che vi voglio raccontare oggi è vera e reale. Vi farà capire gli sbalzi umorali di queste creature, i loro eccessi e le loro contraddizioni.

Agosto. La mia ragazza era partita per le vacanze. Io dovevo restare tutto il mese a lavorare. Un po’ mi giravano. Mi sarei accontentato di qualche tuffo nella piscina comunale, o di qualche pomeriggio nei laghetti intorno alla città. Intorno alla mia città ce ne sono tantissimi di laghetti. E di tutti i tipi. Facili da raggiungere, nascosti nel bosco, per le famiglie, per fare nudismo…etc. Quel pomeriggio caldissimo mi orientai per un laghetto semisconosciuto, perso in mezzo al bosco. Era un laghetto minuscolo, pulito e poco frequentato. C’ero già stato in quel laghetto con la mia ragazza e avevo potuto notare dei movimenti interessanti: nudisti, guardoni, esibizionisti. Lei, nella sua ingenua visione del mondo, non aveva notato niente di niente.

Quindi arrivavo in quel laghetto con una sorta di eccitazione e curiosità. Mi ero attrezzato: panini, bevande fresche e qualcosa da leggere e l’immancabile walkman. Era quasi mezzogiorno quando arrivai al laghetto. In quel momento risultava completamente deserto, quindi mi recai nella zona che reputavo la più comoda. Ottima esposizione al sole con alberi che comunque garantivano ombra nelle ore più calde, discesa in acqua facile facile e dei bei cespugli che riparavano alle spalle. Stesi l’asciugamano, sistemai la roba all’ombra, mi spogliai (lasciandomi comunque il costume)…e via steso al sole come una lucertola.

Dopo una mezz’oretta di pace assoluta sentii il parlottare di due uomini alle mie spalle. Due amiconi che giravano per i boschi. Si soffermarono un attimo a guardare (forse erano due guardoni) e proseguirono sempre parlottando. Silenzio di nuovo. Giornata fiacca? Pazienza mi sarei goduto il laghetto da solo.

Dall’alto del viottolo che conduceva al lago, sentii voci femminili cantelinanti che imprecavano per i disagi della camminata e del caldo. Erano lontane ma riuscivo a distinguere che erano due donne con un canino bianco che abbaiava continuamente. Risero sguaiatamente non so per che cosa. Dopo di che scomparvero in mezzo ai cespugli che circondavano il lago forse alla ricerca di un luogo ideale in cui fermarsi. Le voci si avvicinavano verso di me ma sull’altra sponda del lago. Quando ad un tratto mi spuntarono quasi davanti in una bella spiaggetta che quasi volevo occupare io. Ora le vedevo meglio. E le sentivo meglio!!! Erano due trans.

Una mora, alta, carnagione olivastra vestita tutta di bianco. L’altra rossa (tinta) di capelli con un corpo un po’ più massiccio e due enormi tette. Il piccolo cane bianco abbaiante si lanciò subito in acqua tra le grida stridule e sguaiate della sua padrona (la rossa). Avevano con sé due poltroncine pieghevoli che sistemarono al sole una accanto all’altra. Io, dal canto mio, dissimulavo disinteresse, tanto che mi girai a bocconi per evitare di stare a fissarle come un maniaco. Loro continuarono, nel loro rumoroso parlare, a sistemarsi per la giornata. Fino a quando, finalmente, ci fu silenzio. Si risentivano finalmente cantare le cicale e nient’altro.

Mi addormentai e non so dopo quanto tempo mi svegliai completamente sudato. Mi rifugiai all’ombra e bevvi un po’ di acqua fresca. Mi misi seduto all’ombra, ovviamente rivolto verso il lago. Protetto dagli occhiali da sole lanciai lo sguardo verso le due trans che se ne stavano sedute sulle loro poltroncine a tette all’aria. La mora aveva un corpo davvero bello, tonico, abbronzato, con due tette proporzionate alla sua figura e lo slip bianco risaltava meravigliosamente. La rossa, come avevo già potuto immaginare, aveva delle tette enormi (palesemente finte), un po’ di pancetta, cosce grosse. Intanto il lago si andava animando. Alcuni uomini, anche di età avanzata, si muovevano nei viottoli dietro le trans, quasi tutti seminudi che mostravano il loro uccello in direzione delle due. La scena si faceva eccitante. La cosa in sé, mi sembrava davvero stupida. Solo perché sono delle trans necessariamente dovevano essere affamate di sesso?

Ed infatti, la rossa, accorgendosi di quello che succedeva alle sue spalle, si alzò e cominciò ad urlare in malo modo nei confronti degli esibizionisti e, chinatasi a raccogliere dei sassi, glieli lanciò nella loro direzione. Dopo un po’ di questo putiferio si ristabilì la calma. Ovviamente i guardoni esibizionisti non mollarono l’osso ma si spostarono solamente in posizioni più nascoste. Il caldo era davvero esagerato e allora mi decisi di buttarmi in acqua.

Come entrai in acqua la mora mi urlò: ‘Scusa…scusa…ma si può fare il bagno? E’ pulito? E’ sicuro?…’. Le risposi positivamente (visto che ero già in acqua!!!). Per tutta risposta si alzò dalla sedia, si slaccio il costume e completamente nuda, piano piano, cercò di entrare in acqua. Era davvero bella e tra le sue gambe pendeva un bell’uccello a riposo. Rimasi come folgorato nel vederla.

Con dei trans c’ero già stato (a pagamento, ovviamente), quindi potevo apprezzarne la bellezza. Entrò in acqua e volgendosi nei confronti dell’amica la esortò a farsi un bagno pure lei. La rossa, rimase un attimo perplessa, dopo di che in un lampo si tolse il costume e si lanciò, con meno esitazione della mora in acqua. Era operata. Non aveva il cazzo. All’epoca ne esistevano di più di trans operate. Il ‘mercato’ era diverso e chi era trans era trans perché voleva essere femmina. Oggi le trans tendono a mantenere il loro lato maschile visto che il ‘mercato’ richiede quello. Ma di trans ‘femminili’ oggi se ne vedono sempre meno. Anzi. La maggior parte hanno dei fisici da pugile con dei cazzi da paura.

Uscii dall’acqua e mi sedetti sull’asciugamano godendomi lo spettacolo delle due che sguazzavano nell’acqua. La mora, mentre nuotava a dorso, esibiva ‘l’albero maestro’, mentre l’amica si rinfrescava le tette massaggiandosele con l’acqua fresca. Lo spettacolo era notevole. E gli uomini nascosti dietro i cespugli, sporgendosi dai loro nascondigli, esibivano i loro uccelli masturbandosi ferocemente. Le due a questo punto sembravano cominciare quasi a giocare con quella situazione, tanto che la rossa si avvicino all’altra e saltandole sopra cominciò a simulare una scopata con tanto di gridolini e lamenti (ovviamente falsi). L’effetto fu devastante e sulla riva del laghetto si presentarono in serie quattro uomini seminudi a cazzo eretto, che masturbandosi lentamente, sollecitavano le trans a proseguire lo spettacolo.

‘Dai…buttati in acqua…sei timido?’ – mi disse la mora rivolgendosi a me mentre con l’acqua alle ginocchia si stava smanettando l’uccello che cominciava a prendere vita. Gli uomini mi guardarono, invidiosi, e con gesti eloquenti mi invitavano ad accogliere la gentile richiesta. Non ebbi il coraggio di togliermi il costume ma mi tuffai in acqua e con poche bracciate raggiunsi la zona dove stavano in ammollo le mie nuove amiche. Come arrivai mi furono addosso. La rossa quasi mi soffocò con le sue tettone mentre la mora (bellissima vista da vicino) si occupò di togliermi il costume. Cominciammo a sguazzare nell’acqua vicinissimi, quasi abbracciati, e ci toccavamo vicendevolmente eccitandoci. Mi baciavano nelle orecchie, il petto, mentre a turno si impossessavano del mio uccello sbattendolo a pelo d’acqua. Anche io mi davo da fare leccando le tette ora ad una ora all’altra e penetrandogli il culo con le dita ad entrambe. La mora era eccitata e si masturbava l’uccello esibendolo agli uomini che a cinque metri di distanza ci guardavano con occhi eccitatissimi. Nessuno di loro, visto che non avevano niente per asciugarsi e visto che probabilmente dovevano tornare a casa dalle loro mogli (eh eh eh), osava entrare in acqua. Ci sollecitavano a raggiungerli sulla riva sbattendosi il cazzo.

La rossa ad un certo punto si staccò da noi, e con fare da troia, si diresse verso di loro. Come fu a riva la misero in mezzo e, fattala sedere sulla sedia, gli fecero succhiare i loro cazzi. Lei, a cosce larghe, si penetrava la (finta) passera. Io e la mora intanto osservavamo la scena continuando a toccarci vicendevolmente. Eravamo davvero eccitati. Lei girò lo sguardo nei miei occhi e, senza dire nulla, mi infilò la lingua in bocca. Non avevo mai baciato una trans. Anzi l’idea mi faceva un certo schifo. Ma lei era davvero bella, con due occhioni da cerbiatta, e se non fosse stato per quell’uccello duro che le pendeva dalle gambe, poteva essere scambiata per una bellissima donna. Quando ci staccammo da quel bacio lungo e profondo, osservandomi negli occhi, mi prese per la testa e mi disse con tono roco ed eccitante: ‘Succhiamelo!!!’. Lei se lo afferrò dalla base e spingendomi la testa verso il basso, mi obbligò a chinarmi in ginocchio nell’acqua e me lo affondò in bocca.

Con lo sguardo completamente strabico intanto cercavo di vedere cosa succedeva sulla riva. Gli uomini stavano facendo la ‘festa’ alla rossa che incitava i maschi a scoparla più forte. Uno si era steso sul loro asciugamano e la scopava davanti, un altro la pompava ritmicamente dal dietro. Gli altri due, più anziani e con uccelli già meno grossi e duri, si limitavano a masturbarsi vicino alla faccia della trans.

La mora ad un certo punto si stacco da me e con un incedere tipo ‘Venere che esce dalle acque’ uscì dall’acqua lasciandomi in ginocchio a bocca aperta. Andò a piazzarsi di fronte alla sua amica e si fece succhiare il cazzo. Lì per lì ci rimasi un po’ male di essere stato mollato così bruscamente. Ma capii solo dopo che il gioco duro doveva ancora iniziare.

L’acqua fredda a contatto col cazzo e l’impegno che avevo messo nel fare il pompino alla mora avevano avuto l’effetto collaterale di farmi abbassare un po’ l’erezione. Mentre tutti stavano impazzendo sulla riva io ero ancora in ammollo nell’acqua. Decisi allora di fare il mio ingresso nel gruppo uscendo dall’acqua completamente nudo e in stato di semi erezione. Rispetto ai corpi degli altri li mio sembrava quello di una statua greca (avendo circa una ventina di anni in meno di loro!!!) e l’arrivo in mezzo a loro catalizzò l’attenzione di tutti quanti, tranne della mora che continuò a farsi succhiare dalla rossa. I due uomini più anziani si dedicarono alle mie chiappe e al mio culo. Quello che inculava la rossa, staccandosi da lei, si rivolse inginocchiandosi verso di me ingoiandomi completamente il cazzo.

Io e la mora ci guardavamo con un’aria di promessa reciproca del tipo ‘è te che voglio scopare non questi qua’…ed infatti era tutta una preparazione. La mora si stacco dall’amica e facendosi largo tra i maschi che cercavano di toccarla, leccarla e baciarla, mi prese per un braccio e mi portò qualche metro più in là…vicino ad un albero dove, aprendo bene le gambe e piegandosi a pecora, mi invitò a scoparla. Le appuntai velocemente il cazzo al culo e la penetrai profondamente, rimanendo subito fermo per paura di venire subito.

Gli uomini rimasti ‘disoccupati’ temporaneamente si avvicinarono subito a noi e si dedicarono, con sommo gusto, al mio culo e alle tette e al cazzo della mia amica mora. Uno si piazzò sotto di noi leccando le palle e i cazzi che passavano vicini alla sua bocca. L’altro si divertiva, masturbandosi, a torturare le bellissime tette della trans.

Era l’ora di sborrare. Si sentiva dai gemiti di tutti quanti. La mora, per l’ennesima volta, si staccò da me di scatto (che palle però!!!) e andò a raggiungere la sua amica. Si sdraiarono sull’asciugamano e ci sollecitarono con le loro voci da trans a ricoprirle di sborra. Ci mettemmo tutti quanti in circolo intorno ai loro corpi nudi con la mora che furiosamente si sbatteva il cazzo per sborrare anche lei.

E infatti fu la prima. Due getti violenti di sborra la ricoprirono fino alle tette. Fu il segnale. Cominciammo a sborrare tutti quanti colpendo le due trans che sembravano in estasi. Io cercai di dedicare i miei schizzi solo alla mora ma la rossa velocemente alzo la testa e mi ingoiò il cazzo ancora pulsante e ripulendomelo per bene.

Gli altri, una volta sborrato, scomparvero lentamente e silenziosamente tra i cespugli. Noi tre, esausti dopo un sesso così vertiginoso, ci accasciammo uno accanto all’altro finché la mora, ridendo sguaiatamente, si alzò ed urlando come una pazza si lanciò in acqua. Aveva davvero tantissima energia. Noi altri due, un po’ più lentamente la seguimmo.

Facemmo un bel bagno per ripulirci di tutti i liquidi che ci ricoprivano. Provai a cercare di avere un dialogo (soprattutto con la mora di cui mi stavo quasi innamorando) , a sapere come rintracciarle, almeno come si chiamavano ma la conversazione era davvero scarsa. E anzi alla fine, quasi infastidite dalla mia presenza, raccattarono la loro roba, il cane e se ne andarono.

Strane le trans!!! Quasi più strane delle donne.

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