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Racconti EroticiTrio

Alessandra

By 8 Febbraio 2004Maggio 15th, 2020No Comments

La storia che vi sto per raccontare accadde all’inizio dell’estate di 6 o 7 anni fa. Non era un bel periodo della mia vita quello. Avevo ventiquattro anni e stavo facendo il servizio militare e a causa di questo la mia ragazza mi aveva lasciato e avevo anche perso il lavoro. Ero a casa in convalescenza per un piccolo intervento chirurgico. In quel periodo avevo iniziato a frequentare insieme agli amici di sempre altre persone sia ragazzi che ragazze, tra queste vi era Alessandra.

Alessandra non era la ragazza che si può definire una top model ma era molto carina, vent’anni bionda con gli occhi azzurri e un bel seno. Ho sempre subito il fascino delle bionde mi incuriosiva il sapere se anche nella loro intimità il colore era uguale ai capelli, e non ne facevo un mistero. Infatti a volte mentre si scherzava dicevo sempre che dopo le more le castane e le rosse dovevo assolutamente provare un bionda per chiudere il quadrato.

Una sera si era organizzato per andare alla inaugurazione di un pub all’aperto e dopo cena passarono a prendermi a casa mia Mattia ed Alessandra, non stavano insieme erano solo vicini di casa. Mattia aveva più o meno i miei stessi problemi anche lui sotto le armi e anche lui mollato dalla donna.

Andammo in questo pub insieme ad altre persone e la serata passò allegramente tra una risata e una birra ed un’altra ancora.

Alla fine di una barzelletta divertentissima mentre tutti ridevamo Alessandra mi poggiò la testa sulla spalla e mi disse che forse aveva bevuto troppo e che le girava la testa. ‘Mi accompagni a fare quattro passi cosi mi passa??’ mi chiese. Le dissi di si e ci incamminammo per il parco fuori dal pub poi ci sedemmo su una panchina, le chiesi se andava meglio e lei mi disse di si. Iniziammo a parlare del più e del meno e via via la conversazione si fece sempre più a doppio senso e sfruttando quella situazione provai a darle un bacio e lei non si tirò indietro. Pochi minuti dopo mi sentii chiamare da Mattia mi disse che stavano andando a ballare e se andavamo anche noi. Alessandra gli rispose che non si sentiva bene, che lei sarebbe rimasta ancora un po’ all’aria aperta e io conclusi dicendo che le avrei fatto compagnia e che dopo l’avrei riaccompagnata a casa. Mattia ci salutò e andò via. Rimanemmo per qualche minuto in assoluto silenzio poi ci fissammo negli occhi e iniziammo a ridere come due matti e subito dopo ci saltammo addosso reciprocamente. Mi resi conto però che quello non era il posto adatto e le proposi di andare in uno più tranquillo.

Prendemmo la macchina e ci dirigemmo nel classico posto dove vanno tutte le coppie del mio paese.

Ebbi appena il tempo di parcheggiare che subito Alessandra mi saltò addosso.

Ho sempre adorato la Uno per i suoi sedili che con un niente vanno giù e la trasformano in una alcova perfetta. Le tolsi la camicetta ed il reggiseno ed iniziai a palpeggiarle e succhiarle avidamente il seno poi lei mi tolse la camicia e mi slaccio i pantaloni, me lo tirò fuori e inizio a succhiarmelo prima piano poi sempre più veloce. Le dissi di aspettare un attimo e le tolsi prima i pantaloni poi gli slip. Finalmente avevo davanti agli occhi il suo pube biondo, talmente biondo che sembrava depilata, era stupendo il contrasto tra i suoi peli e il rossore delle sue labbra. Affondai la lingua nel suo pube, lei inizio a gemere e contemporaneamente tornò a succhiarmi il pene, poi si tolse dalla mia bocca mi sdraiò sul sedile e lentamente se lo infilò dentro. Aveva un ritmo incredibile, alle mie spinte seguivano le sue controspinte accompagnate da gemiti sempre più affannati, poi alzò la testa iniziò a tremare e si buttò a peso morto sopra di me. Mi guardava esausta e contenta del suo orgasmo poi capendo che non poteva essere cosi egoista tornò a succhiarmelo e finalmente anche io ebbi il mio sacrosanto orgasmo, le riempii la bocca di seme e lei con gusto lo ingoiò. Ci riposammo per un pò fumammo un paio di sigarette e poi riprendemmo a fottere. Prima a smorzacandela, poi nella posizione classica del missionario e le sue varianti poi a pecorina. Li mi venne in mente che forse si sarebbe potuto fare di più. ‘Alessandra senti’..’ le dissi ‘che ne dici se te lo metto dietro???’

La sua risposta fu cosi spontanea e cosi inaspettata che quasi venni al solo sentirla. ‘Magari che aspetti???’. Lentamente sfilai il pene ed infilai le mie dita nella sua vagina per prendere un po’ dei suoi umori per lubrificare l’orifizio anale, lentamente appoggiai il glande ed iniziai a spingere lei si lasciò scappare qualche lamento all’inizio poi iniziò a spingere anche lei e i lamenti diventarono dei piccoli gridi di dolore ma non si fermò. Appoggiò le mani sullo schienale del sedile posteriore per fare più forza e una volta entrato del tutto, incurante del dolore che provava, iniziò a pompare come prima. A me tirava un po’ e le dissi che era meglio se rallentava un attimo poi quando lo sfintere si era ormai abituato e dilatato iniziai a spingere io, le chiesi se le faceva male e lei mi disse che stava godendo da matti che il dolore non lo sentiva più. Eravamo entrambi un bagno di sudore, i vetri della macchina erano pieni di condensa. Prossimo all’orgasmo mi sfilai e lei mi disse ‘Maledetto perché ti sei tolto volevo sentire il tuo sperma dentro’ ma ormai ero fuori e mi mancavano pochissimi secondi per venire. Le dissi tutto d’un fiato ‘Vuoi sentire il mio sperma dentro di te????’ e senza aspettare la sua risposta le presi la testa per i capelli e la portai verso il membro, lei capi apri la bocca ed accolse il mio orgasmo che fu impetuoso e lungo. Ormai sfiniti e fatta una certa ora mi disse che si era fatto tardi ed era meglio se andavamo. Fumammo un’altra sigaretta e l’accompagnai a casa.

Il giorno dopo, nel pomeriggio venne a casa mia Mattia e mi disse che aveva gli inviti per l’inaugurazione di una discoteca sul mare. Prendemmo accordi e la sera andammo.

Durante la serata Mattia come se nulla fosse mi disse con estrema tranquillità ‘L’hai scopata ieri sera!!!!!’ ed io preso dal mio senso di cavalleria negai, lui invece con faccia furba e ridacchiante continuò ad affermare la sua tesi ed aggiunse ‘Ieri sera verso le quattro sono passato sotto casa tua e la macchina in giardino non c’era’ io mi misi a ridere ed a quel punto non potei più negare. ‘Pure io’ disse Mattia. ‘Come pure tu???’

‘Si, ieri sera prima di passare a casa tua le ho telefonato per prendere il caff&egrave insieme dopo cena, mia madre non c’era e cosi ””..una sveltina c’&egrave scappata’

‘Non ci credo’ gli dissi. ‘Fidati’ ribadì lui ‘Non &egrave la prima volta che la scopo’. Ci guardammo negli occhi per qualche secondo e insieme dicemmo ‘Che gran puttana’ e iniziammo a ridere come due matti. A quel punto decidemmo che dovevamo assolutamente scoparla insieme.

La settimana successiva eravamo di nuovo tutti insieme a ballare e dissi a Mattia ‘Si prova???’ Lui annui con la testa e cosi verso la metà della serata andammo da Alessandra e le dicemmo che stavamo morendo di caldo (ed era vero visto che era la serata di chiusura della discoteca ‘invernale’) e che volevamo andare via. Rispose che anche lei stava morendo dal caldo e che andava bene se fossimo andati via.

Eravamo in macchina diretti verso casa, mancavano ormai pochi chilometri e la serata sarebbe sfumata via se non veniva fuori un’idea. Lampo di genio ‘Mattia qui si crepa dal caldo e mi andrebbe un buon caff&egrave, dove stà un posto al fresco dove si può anche prendere un buon caff&egrave?????’ Gli dissi ‘ A quest’ora &egrave difficile che troviamo un bar aperto’ rispose lui. ‘E se andassimo a casa tua in campagna???’ dissi ancora io, ‘Lassù in collina si stà una favola adesso’. ‘Per me va bene’ disse Mattia, ‘Ale che fai vieni anche te o ti lasciamo a casa??’

‘Ragazzi qui fa caldo di brutto e poi un caff&egrave me lo bevo volentieri’ rispose lei.

Ci dirigemmo verso le colline dove Mattia ha un pezzo di terra con una casetta, dopo circa una mezz’ora arrivammo a destinazione.

‘Metti su il caff&egrave Ale??’ ‘Si ragazzi ci penso io’

Era caldo anche li. Fuori si stava bene ma dentro casa era caldissimo. Mi tolsi la camicia chiedendo scusa e facendo notare che la casa era un forno. Mattia mi assecondò e fece anche lui la stessa cosa dopo pochissimo.

‘Ragazzi avete ragione qui fa caldo davvero beati voi che vi potete mettere in libertà così facilmente, lo farei anche io’ disse Alessandra. ‘Fallo’ le dicemmo quasi in coro io e Mattia, ‘Ma mi vergogno un po” disse lei. ‘Guarda che non ci scandalizziamo mica, che vuoi che sia, facciamo finta che stai in costume anziché col reggiseno’ .

‘Il problema &egrave che non lo porto’ disse ridacchiando. Ridemmo anche noi.

‘Il caff&egrave sta uscendo il caff&egrave’ Alessandra si diresse verso il cucinino e dopo pochi minuti tornò con il caff&egrave, lo servì e noi lo bevemmo poi disse ‘Ragazzi qui fa caldo ma nel cucinino si muore’ ‘Me lo immagino’ disse Mattia. ‘Ragazzi scusate ma io stò morendo di caldo, del resto c’&egrave la parità dei diritti no???’ disse lei togliendosi via la polo rimanendo a seno nudo e con la minigonna jeans. Io e Mattia iniziammo a scherzare sulla sua situazione di seminudità, e lei rideva con noi. Io dissi che per solidarietà verso di lei per pareggiare il suo imbarazzo ci saremmo dovuti togliere i pantaloni e cosi facemmo. Continuavamo a ridere e a scherzare. La situazione si stava riscaldando ma eravamo molto titubanti sul da farsi, del resto eravamo giovani e non avevamo molta esperienza. Poi sempre sulla scia dello scherzo feci notare ad Alessandra che la faccenda non stava proprio in parità visto che noi stavamo in mutande e con una mezza erezione in atto. ‘E che dovrei fare???’ ci disse ‘Dovresti toglierti la gonna’ ribadì Mattia. Lei ci fissò seria e per un attimo credemmo di aver mandato tutto a puttane, ma poi sentimmo la zip della gonna che scorreva e dopo pochissimo la gonna giù in mezzo ai piedi di lei. ‘Fatto’ disse con aria seriosa ma divertita allo stesso tempo. Poi fece molto lentamente un giro su se stessa e disse ‘Come stò???’

‘Io devo andare al bagno’ disse Mattia e io e Alessandra iniziammo a prenderlo in giro dicendo che si andava a masturbare che non era abituato a certe situazioni. Appena la porta del bagno si chiuse mi avventai su Alessandra. Iniziammo a baciarci con una foga incredibile, poi lei mi disse ‘Ti desidero’. Questa frase aumentò in me l’eccitazione già grande per lo svolgersi della serata e per quello che speravo accadesse da li a poco. Ci sdraiammo per terra e tanta era la foga che le strappai via lo slip. Mi tirai su quel tanto che basta e glielo misi in bocca, iniziò a succhiare come solo lei sa fare, poi mi sentii all’improvviso la schiena ‘pesante’ era Mattia che uscito dal bagno aveva iniziato a scoparla senza dire nulla. E dall’aumento del ritmo della fellatio credo che la cosa le fu molto gradita. Ci spostammo dal pavimento al divano e ci scambiammo, io la scopavo e Mattia veniva succhiato. La cosa che mi ricordo più di tutte &egrave la faccia di Mattia e non fu facile trattenere le risate. Poi la feci mettere a pecorina con le ginocchia per terra ed i gomiti sul divano ed iniziai a scoparla da dietro mentre a Mattia continuava ad essere succhiato il pene. Ricordandomi della settimana precedente passai subito senza indugi alla sua sodomizzazione sotto gli occhi increduli di Mattia. Gli dissi di sdraiarsi seduto sul divano e lui lo fece e mantenendo la penetrazione anale lentamente io ed Alessandra ci alzammo con non poche difficoltà e riuscimmo cosi a far penetrare Alessandra anche da Mattia. Lei era talmente eccitata che era difficile tenerla, gemeva e a volte gridava. Mattia disse che anche lui voleva farle il culo, cosi cambiammo posizione e fu di nuovo sandwich. Venne e fu cosi intenso che quasi si mise a piangere o almeno questa fu la nostra impressione. Si sfilò da noi si sdraiò sul divano e prese a masturbarsi ossessivamente. Io e Mattia allora a turno la scopammo al massimo delle nostre forze dandoci il cambio ogni paio di minuti ed era bellissimo vedere il volto di Alessandra sfigurato dal piacere. Stavo per venire e credo anche Mattia cosi facemmo mettere seduta Alessandra che a turno mentre succhiava uno masturbava l’altro. Venimmo a distanza di pochi secondi l’uno dall’altro e irrorammo la bocca e il viso di Ale. Mattia andò in bagno a ricomporsi mentre io e Alessandra rimanemmo vicini sul divano senza dire una parola. Poi andammo in bagno insieme mentre Mattia provvedeva a risistemare la casa. Nel bagno la presi di nuovo la sistemai sopra un mobile e iniziai di nuovo a fotterla. ‘Nel culo mettimelo nel culo’ mi disse ancora e cosi feci, sembravamo due cani in calore. Mattia bussò alla porta ‘E’ tardi albeggia ragazzi dai’. Glielo misi in bocca ma sapevo benissimo che prima di venire sarebbe passato un bel pò di tempo cosi mi gustai la fellatio con calma per qualche minuto poi dissi ‘Dai Ale dobbiamo andare’.

Tornammo a casa e nel viaggio di ritorno non parlammo quasi mai, arrivati a destinazione ci salutò dicendo ‘Grazie della serata ragazzi &egrave stata stupenda ciao alla prossima’.

Io e Mattia andammo a fare colazione e non parlammo di questa storia per giorni.

La mia convalescenza finì dopo pochi giorni da quella sera e tornai in caserma. Quando mi congedai rividi Alessandra che nel frattempo si era fidanzata con un tipo anche abbastanza stronzo, così ci perdemmo di vista. Poi mi fidanzai io poi si fidanzò Mattia. La sua storia finì qualche tempo fa di pari passo alla mia. Mattia invece si &egrave sposato a settembre scorso.

La sera prima del suo matrimonio andai con altri amici a casa sua e c’era anche Alessandra. Mi sedetti vicino a lei e lei mise la sua mano nella mia ‘Quanto tempo &egrave passato vero???’ mi disse. Tenne la sua mano nella mia per tutta la sera poi mi chiese cosa avessimo organizzato per l’addio al celibato. ‘Praticamente nulla’ le dissi. ‘Peccato a vederci prima avremmo potuto organizzargliela noi la festa’ mi disse strizzando l’occhio e stringendomi la mano.

Alessandra Alessandra, non sei cambiata neanche un po’. Io posso solo dire che una donna che scopa come te non l’ho mai più trovata. Che gran puttana che sei ma ti voglio bene lo stesso

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