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Trio

Cristina e il capo – Ottava parte

By 18 Novembre 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Era passato più di un anno e mezzo dall’ultima volta che Cristina aveva assecondato le manie del capo, praticamente dalla volta in cui 3 neri le avevano letteralmente rotto il culo e lei aveva dovuto farsi medicare al pronto soccorso e poi aveva deciso di denunciare l’accaduto. Il capo allora decise che avrebbe smesso di procurare a Cristina quegli appuntamenti e avrebbe rinunciato per sempre a quei “giochi” ormai divenuti troppo estremi per lei. Ma come ogni Natale lui aveva comprato un regalino per il figlio di lei e la chiamò nel suo ufficio per consegnarglielo. Assieme al regalo le porse ufficialmente le scuse per tutti gli accadimenti di due anni prima. Lei accolse le scuse ma il discorso scivolò comunque sui ricordi di quegli avvenimenti accaduti e lui osò chiederle se mai lei aveva sentito che tutto quello che accadeva, eccezion fatta per quell’ultima volta con i neri, l’aveva mai davvero eccitata. In un impeto di sincerità Cristina ammise che il gioco le aveva preso la mano e che tutto sommato si era anche molto sentita coinvolta. Insomma piano piano il ricordo di quelle “acrobazie” entrò nella pelle e nei sensi di lei che cominciò ad avvertire una certa eccitazione e capì anche che comunque lui era sempre stato molto gentile, educato e tutto sommato anche un discreto amatore e le aveva fatto passare momenti di sesso molto esaltanti. Cominciò a sfregare le cosce l’una contro l’altra e chiese all’Ingegnere di chiudere la porta a chiave. Lui si alzò e chiuse la porta a chiave, ma poi chiese a lei se poteva allontanarsi un attimo per lavarsi le mani. In realtà chiamò al cellulare il collega che la prima volta aveva partecipato alla scopata con Cristina, poi rientrò. Una volta rientrato nello studio lei si lasciò andare allo sfregamento e cominciò a sentire l’eccitazione che cresceva. Lui tirò fuori il cazzo semi rigido dalla patta e Cristina disse

“Se mi fai godere come piace a me poi mi dedico a te”

Si sedette sul bordo della scrivania e prese il braccio di lui mettendoselo fra le cosce e cominciando il movimento che l’avrebbe portata all’orgasmo, orgasmo che non tardò a manifestarsi. Una volta goduto fece mettere lui nella posizione che prima aveva lei, gli sbottonò i calzoni e cominciò a pomparlo. Mentre lei si dava da fare col cazzo di lui tra le labbra e con la lingua che saettava sulla cappella che diventava sempre più turgida lui le diceva che l’aveva immaginata spesso e delle volte si era lasciato andare a fantasie su di lei, che era bellissima quando si concedeva a più uomini e le sue parole fecero sentire di nuovo Cristina come in quel periodo che lei credeva passato per sempre, cioè una troia ma eccitata all’idea di esserlo e dentro di se desiderava altre mani su di lei, ma non disse niente, continuando a succhiare e pompare il cazzo del capo. Quando il capo vide il suo collega aprire piano la porta e affacciarsi dentro cominciò a stimolare le fantasie di Cristina ricordando i momenti passati a tre e finalmente riuscì a strapparle un si quando chiese “lo rifaresti adesso, solo una volta per riprovare quelle sensazioni? Posso chiamare il mio collega dell’altra volta se vuoi” lei dopo due volte che lui glielo chiese disse che le sarebbe piaciuto provare un’altra volta, magari l’ultima ma che adesso era troppo tardi. Lui disse

“E’ già qui, ci sta guardando”

Si voltò e vide l’uomo sotto l’arco della porta che le sorrise gentile e entrò chiudendo la porta a chiave. Lei rimase paralizzata e l’uomo le si avvicinò, cazzo teso. Lei capì che non avrebbe detto di no e imboccò l’asta tesa e dura. Si sedette e la gonnellina grigia a quadri lasciava scoperte le cosce per una buona metà; lei guardò le sue cosce e si eccitò furiosamente all’idea che stava accadendo di nuovo e che si sentiva sexy e desiderabile da morire e porca come non mai. Alternava i due cazzi in bocca e i commenti dei due uomini erano gentili ma forti

“Una vera femmina”

“La tua bocca è una ventosa, sei straordinaria”

“Che pompe che sai fare”

“Una vera troia di classe!”

“Si vede che ami il cazzo”

Il capo si sedette alla sua poltrona e lei abbassando i collant sotto alle natiche si sedette su di lui infilando il cazzo nella figa e l’altro capì subito che il culo di lei non aspettava altro che un palo di carne che la aprisse. Bastò leccarla per poco ma avvenne una cosa nuova; il cazzo del capo scivolò dalla figa di lei e l’altro lo imboccò subito. Lei si voltò e vide questa scena e rimase senza fiato. Aveva sempre pensato che una scena del genere l’avrebbe disgustata ma invece si eccitò; l’altro la invitò ad aiutarlo e lei si inginocchiò a prendere l’asta del capo in mano mentre l’altro la leccava e succhiava. Poi toccò a lei e l’altro le diceva:

“Senti il tuo sapore?”

“Mmmmh” mugugnò lei e cedette definitivamente. Si sedette sul capo stavolta dandogli le spalle e l’altro leccava la figa e il cazzo. Ogni tanto il capo lo tirava fuori e lui lo imboccava, ma poi l’idea venne a lei: chiese a lui di sdraiarsi sulla scrivania e cominciò a leccargli il buco del culo mentre il capo la scopava da dietro e poi fece sedere di nuovo il capo sulla sedia e invitò l’altro a sedersi, aiutandolo a ficcarsi il cazzo su per il culo. Quando il su e giù divenne facile lei si inginocchiò a leccare le palle del capo e il suo cazzo che andava e veniva dal culo dell’altro e poi imboccò il cazzo dell’inculato stimolando con le dita le palle e l’ano del capo. L’uomo col cazzo in culo ora quasi urlava. Poi Cristina disse

“Ora lo voglio io, dai scendi”

L’altro si sollevò e lei ne prese il posto, ma in figa e dando il culo all’altro che la penetrò subito. La doppietta durò poco, forse un paio di minuti, ma Cristina ebbe un orgasmo molto violento che la sconvolse abbastanza da renderla poi preda dei due che alternativamente svuotarono le loro palle sul viso di lei che divenne la maschera di sperma che loro avevano già visto in altre occasioni.

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