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Trio

Culattona III parte

By 23 Settembre 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Odio l’inverno, freddo, triste, come l’ultimo che ho appena trascorso, studiando come una pazza, per togliermi di mezzo due esami rognosi, che mi stavano mettendo in difficoltà, già sapete delle mie esperienze estreme che hanno messo a dura prova il mio culetto e che col vento in poppa ha fatto il pieno di cazzi, ma mi è rimasto l’amaro in bocca, si ho goduto come una vacca non lo nego, ma non mi sentivo completamente donna, ero stufa di aspettare il principe azzurro, l’uomo dei miei sogni per donarmi completamente a lui.
Ci voleva un cambiamento radicale, i tempi erano maturi ed ero incredibilmente determinata a far avverare i miei desideri e non di continuare a vivere nella fantasia, la darò al primo che passa e come dice una famosissima pubblicità, aspettavo un bellissimo ragazzo che con un bel sorriso mi dicesse ‘Buonasera’.
L’estate era alle porte e i miei genitori, avevano programmato di trascorrere le vacanze in Sardegna e avevano trovato, un incantevole appartamento inserito perfettamente tra le rocce, tutt’intorno, il paesaggio era aspro, selvaggio, al disotto, una piccola baia dalla sabbia finissima, bianchissima, il mare di un verde smeraldo cristallino, limpidissimo, era un’attrazione irresistibile una tentazione a spogliarsi e nuda, farsi subito un tuffo.
In quel luogo meraviglioso, solo due appartamenti immersi nel verde della macchia mediterranea, sul davanti un prato ben curato, in comune con i nostri vicini.
All’imbrunire sono scesa in spiaggia e visto che l’unico accesso era dalla nostra casa, si presentava deserta, mi sono seduta in riva al mare, finalmente rilassata e desiderosa di godermi un favoloso tramonto e la musica del mare, nel suo infrangere fragoroso sugli scogli a lato sulla scogliera.
Un dodici metri a vela è arrivato in rada e si ancorava a qualche decina di metri dalla riva, dal tender approdato in spiaggia, scendeva una coppia di colore, ad occhio di una quarantina d’anni, lui pantaloncini corti e maglietta variopinta dai colori caraibici, fisico atletico, dalla muscolatura nervosa, scattante, lei indossava una camicia bianca annodata in vita, pantaloni scuri arrotolati sui polpacci, con passo sicuro avanzava verso di me, a piedi nudi sulla spiaggia, che sembravano accarezzarne la rena bianca, il primo contatto è stato un tuffo al cuore, era bellissima, ‘ Bonsoir’, erano francesi, per mia fortuna lo parlo bene e si sono presentati, erano i nostri vicini.
Piacere sono Marie e lui e Jean Pierre.
Sì ma chiamami JP
Ciao io sono Carla
Abbiamo fatto subito amicizia e nei giorni che seguirono, passavamo sempre più tempo assieme, la mattina uscivano in barca ma la sera ci si ritrovava e spesso si cenava assieme, anche i miei genitori si sono dati da fare per rendere gradevole il soggiorno ai due stranieri.
Era una bella coppia e mi piacevano entrambi, JP era un bel fusto e che io lo guardassi sognante, non vi era dubbio, mi sembrò che anche lui mi rivolgesse qualche sguardo interessato e sentivo i sui occhi spogliarmi ed accarezzare il mio corpo.
L’unico cruccio, che dovevo fare da interprete anche a loro, oltre che ai miei genitori, ma non mi dispiaceva visto che cresceva l’amicizia e mi intrattenevo con JP ma soprattutto con Marie, tra noi si stava creando un bell’affiatamento e una grande complicità.
Da lei ho saputo che JP mi desiderava, non mi dispiaceva e trovavo in lui il fascino dell’uomo maturo, il fisico di un 46 enne asciutto, atletico, tanto da sembrare un ragazzo di trenta, come tra me e Marie c’era una forte attrazione, non era gelosa e una sera in confidenza mi disse che avremmo potuto organizzare una gita in barca, due o tre giorni per conoscerci meglio e lasciarci andare ai desideri.
Spudorata la sua richiesta, ora stava a me decidere.
Gli ho riposto da troia, raccontandogli la mia passione di prenderlo nel culo, della mia bisessualità, ma che se JP mi desiderava, doveva sverginarmi.
All’alba eravamo a bordo, euforici per quella gita di un paio di giorni in piena libertà, la rotta non era programmata, ma ci saremo fermati in ogni baia che meritava particolare attenzione, per la sua bellezza, per il mare cristallino , per i suoi colori.
Faceva molto caldo, il sole era già alto e Marie, si è tolta la maglietta, mostrandomi due seni fantastici, più grandi di quanto immaginassi, sono scesi i pantaloncini, sotto solo un perizoma rosso fuoco, contrastava meravigliosamente con la sua pelle scura, dovevate vedere come gli metteva in evidenza il sederino, alto, duro, perfetto.
Ho visto la donna che volevo, che ho sempre desiderato, la sua bellezza che ti avvolge ti rapisce, un fondoschiena mozzafiato, la bocca e un seno irresistibili, divina creatura dalle gambe chilometriche e dal corpo armonioso, un vero schianto.
Nonostante i suoi 41 anni, il suo corpo era fresco, sodo, la natura è stata clemente con lei, una donna fantastica.
Mi sono spogliata anch’io, ho levato il reggiseno, rimanendo in slip e tutte e due ci siamo coricate al sole, sapevo quale era lo scopo di quella gita ma l’imbarazzo era ancora alto e mi sentivo del tutto imbranata di fronte a quella coppia visibilmente disinibita, eppure non ero una santarellina.
La giornata è passata veloce, tra sguardi dolci, maliziosi, risa e grandi chiacchierate, JP nel ruolo del seduttore, mi ha corteggiato spudoratamente tutto il giorno, era scatenato.
Qualche allusione alla bellezza dei miei piccoli seni, al mio bel corpicino, mentre Marie sorrideva, una venere nera, bella come una dea.
Eliminati gli imbarazzi, consuetudini e paure, mi è bastato guardarla per capire che anche lei mi aspettava piena di desiderio.
Guardandomi negli occhi mi ha sbottonato l’abito, scoprendomi i seni, tremavo davanti a quella femmina affascinante, così sensuale, così sexy.
Si è avvicinata e le nostre labbra si sono accarezzate in un languido e tenero bacio, ora le lingue impazzite si attorcigliavano, si consumavano una sull’altra, frugandoci una nella bocca dell’altra, in un bacio lunghissimo e appassionato, ci stringevamo, avvinghiate ci accarezzavamo, con i seni uno contro l’altro, con la gamba tra le sue cosce come la sua tra le mie.
Le mie mani sotto la sua maglietta la accarezzavano mentre le sue tormentavano i miei capezzoli, pizzicandoli dolcemente.
Lentamente ci siamo spogliate, levandoci quel poco che avevamo addosso, rimanendo completamente nude davanti a JP che ci osservava eccitato.
Le carezze incessanti ci facevano gemere, sentivo la fica colare come le mie dita nel suo sesso sentivano quanto fosse bagnata anche Marie.
I suoi capezzoli, lunghi, grossi, molto scuri erano fonte di grande eccitazione e me ne sono impossessata, succhiandoli con avidità, la lingua ci passava e ripassava stimolandoli da far paura, duri come chiodi svettavano dritti e appuntiti.
JP non è rimasto insensibile ad uno spettacolo che doveva essere tremendamente eccitante, mi si è avvicinato e mi ha baciato sulla bocca, con le mani accarezzava e stringeva le mie natiche.
Marie gli ha sfilato gli slip e si è inchinata acchiappandolo tra le labbra carnose, era non del tutto in tiro, ma con un abile gioco di lingua e succhiandolo, l’erezione non si è fatta attendere e se lo spingeva in gola.
L’erezione di JP era possente, mai visto un cazzo così grosso e nero, pensare che tempo addietro avevo detto di avere incontrato un mostro, ma era un giocattolino messo a confronto.
Aveva un cazzo talmente lungo, grosso e nodoso, che lo guardavo incantata e super eccitata mi sono inchinata a dare aiuto a Marie.
Sorridendomi si è girata verso di me, porgendomi il suo cazzo, scappellato e duro come il marmo, l’ho stretto in mano e dopo averlo segato, anch’io ho iniziato a ciucciarlo con avidità, lo slinguavo dalla punta alle palle, per poi infilarmelo in bocca risucchiandolo in gola.
Immersi nel silenzio si sentiva solo lo sciacquettio delle nostre bocche affamate sul quel cazzo voglioso, delle nostre lingue che s’incontravano e che si risucchiavano, indugiavano sulla cappella, mentre ci accarezzava sulla testa, lo ingollavamo profondamente, succhiandolo con ingordigia, solo qualche gemito strozzato usciva dalle sue labbra.
La cappella era pronta ad esplodere, grossa, gonfia e nel giro di pochi minuti ci ha riempito le bocche di sborra e non solo, gli schizzi ci avevano ricoperto il viso sino ai capelli.
Quanta sborra colava dal viso di Marie, ma anche il mio non era da meno, lo sperma mi tappava un occhio, lo sentivo scivolare per le guance e sgocciolarmi sulle tette.
Avide ci siamo ripulite, risucchiando tutta la sborra che JP ci aveva schizzato in abbondanza, le lingue raspavano raccogliendo ogni stilla che incontravano per poi baciarci passandoci il seme di bocca in bocca.
JP era eccitato nel vederci lesbicare, troppo per continuare a guardarci, si è coricato e ha invitato Marie a cavalcarlo.
Si è messa cavalcioni su di lui e tenendogli il cazzo l’ho puntato sulla sua fichetta che lentamente si è lasciata penetrare sino in fondo.
Vedevo quel cazzone scomparire dentro la sua fica, era lei a muoversi con movimenti dolci e ritmati, sembrava ballare la danza del ventre, per come si agitava e spingeva cercando di sentirlo tutto dentro il suo pancino.
Si accarezzava i seni torcendosi i capezzoli e portandoseli alla bocca per succhiarli e stimolarli a colpetti di lingua, crescevano smisuratamente, turgidi e duri e godeva delle sue stesse slinguate, mentre il suo lento sali scendi su quel palo mi stava eccitando enormemente e aspettavo con ansia di ricevere per la prima volta lo stesso trattamento.
Guardavo estasiata il suo sederino che quando tornava indietro, sporgeva divinamente e con un pizzico di malizia ho infilato un dito nel suo culetto e lo agitavo avanti indietro e i suoi gemiti sono saliti più forti.
Spudoratamente ingorda, di cazzo e di fica, mi sono inchinata a leccare i loro sessi, mordicchiavo due testicoli gonfi, pieni di sperma, risalivo con la lingua sul palo fradicio del piacere di Marie e continuavo sino al suo buchetto, che cedeva facilmente allo stimolo della mia lingua.
Nel giro di dieci minuti, JP si è svuotato spingendo furiosamente nella figa di Marie, urlava, gemeva dandogli della troia, gli diceva, sei una gran puttana e continuava ad eruttare riempendola di sborra.
Ci siamo ritrovate una sopra l’altra, in uno splendido sessantanove, sentivo le sue labbra a ventosa sul clitoride succhiare con forza, mentre con la lingua lo stimolava, facendomi saltare, gemevo e mi contorcevo nel piacere.
La sua lingua andava da una parte all’altra, seguiva la fessura per fermarsi sul buchetto, sapeva che doveva essere ben preparato per ricevere JP, c’era il rischio che lo riducesse a brandelli e anche lei mi ha penetrato con le dita cercando di allargarlo il più possibile.
Ricambiavo succhiandogli il clitoride e con il dito la penetravo furiosamente, facendolo scorrere avanti e indietro facendola gridare come una vacca in calore.
l’aria era intrisa di un acuto profumo di femmine in calore, il ghiotto odorino che emanava la sua bella gnocca fradicia d’umori, mi trasformava in una vipera, avete presente come gli saetta la lingua e lo stesso trattamento lo riservavo al suo sesso, privo di peli, liscio e vellutato come un petalo di rosa.
Ho raccolto tutta la sborra che JP gli aveva scaricato dentro, cercavo il suo clitoride, lo stimolavo e la penetravo affondando la mia lingua nella sua fessura fradicia di saporosissimo nettare, esplose all’improvviso irrorandomi la bocca del suo dolcissimo miele.
Esausta ero sdraiata sul lettino e JP è salito su di me e ha colto il fiore, lacerandomi l’imene, mi ha preso teneramente, è stato attento, delicato, ma ho provato fitte di dolore, non tanto per la deflorazione dove ho perso solo qualche goccia di sangue, ma JP lo aveva tremendamente grosso per la mia fighetta stretta che a poco, a poco, si è dilatata avvolgendolo completamente, ora il piacere saliva e sbrodolavo, mi scopava piano, con dolcezza, scorreva completamente nella mia fica pigliandomi profondamente, sbattendomi sull’utero, alternava le spinte con baci in bocca e ciucciando i miei capezzoli.
Pulsione incontrollata, il piacere nel piacere, JP scivolava avanti e indietro nella fradicia fichetta e stavo già godendo quando Marie si è avvicinata a baciarmi appassionatamente, a mordicchiare i capezzoli che mi facevano male da quanto erano duri ed eccitati, facendomi provare un doppio e intenso appagamento dei sensi, ero al centro delle loro attenzioni.
Slinguate sulle tette, succhiava i capezzoli, li mordicchiava, regalandomi dei brividi che mi facevano sospirare e gridare, con lamenti di puro piacere.
JP non era del tutto soddisfatto, da me pretendeva qualcosa di più e ritiratosi dalla mia fichetta grondante di umori e qualche goccia di sangue mi disse: Voglio il tuo culetto.
Marie gli ha leccato il cazzo sporco del mio sangue, dei miei umori, ripulendolo completamente, ed insalivandolo per renderlo il più lubrificato possibile.
Mi ha fatto inginocchiare mettendo il mio culetto a novanta gradi, Marie con le mani mi teneva ben larghe le natiche e il mio ano ben dilatato dal suo continuo leccare, era ben esposto e pronto a ricevere il super cazzo.
La sua cappella, appoggiata sul buchetto premeva e cercavo di rilassarmi, per farlo cedere ed accoglierlo senza farmi rovinare.
Ho faticato e non poco ma il suo cazzo è sprofondato nel mio culetto come un ariete l’ha sfondato allargandosi la strada, ero col buco del culo completamente aperto con quel bestione che pompava furiosamente, per non sentirlo ci sarebbe voluto dell’anestetico, bruciava da non poterne più e la sofferenza era quasi insopportabile, lancinante, mi mancava il fiato, facendomi saltare, ma mi piaceva da morire, godevo nel dolore e lo incitavo a spingere più forte, sono venuta ululando dal piacere. Gli orgasmi si susseguivano senza darmi tregua.
Mi ha preso per i fianchi e mi faceva sentire sino in fondo tutti i suoi 30 cm di quel cazzone nero, entrava e usciva dal mio culetto senza nessuna difficoltà e non mi ero mai sentita così piena.
Urla rotte da gemiti, voci roche, che suggellavano orgasmi inconfessabili, corpi che sinuosi si agitavano si contorcevano, aggrovigliati, Marie davanti a me con le cosce aperte si faceva leccare la fica, dalle sue urla, probabilmente la stavo mangiando, gli mordevo il clitoride i suoi labbroni gonfi, oramai il mio stato di trance, sotto le possenti spinte di JP, mi lasciava insensibile e scordinata, maltrattando involontariamente il suo bel figone.
Ritmi vertiginosi, ora lenti, ora velocissimi a sollecitare il mio culetto, sentivo le palle spiaccicarsi sulla fica, ho pianto un po’, ma solo un po’, il resto, era solo piacere, puro, devastante, mi contorcevo come un indemoniata e sotto i suoi vigorosi colpi, urlavo.
JP era giunto al capolinea e tirato fuori il cazzo dal mio culo completamente aperto e sfondato dalla selvaggia penetrazione, si è avvicinato puntandomi la bocca, l’ho inghiottito, mentre la sua sborra sgorgava come una fontana, spruzzandomi con il suo getto, direttamente nella mia gola.
Marie, si è precipitata a baciarmi, assaporando lo sperma che mi era rimasto in bocca, slinguandomi profondamente.
In quei tre giorni di sesso ho fatto una bella cura ricostituente, dalla sborra ricevuta, un cocktail ormonale, sia JP, sia Marie erano venuti tantissimo sulla mia bocca e non mi sono mai tirata in dietro, ho bevuto tutto.
JP, mi ha sverginato, facendomi provare delle sensazioni forti, nuove, che mi hanno portato in paradiso, un esperienza fantastica, ma che dire, si è stato bello ma nel culo è tutta un’altra cosa.

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gio23@hotmail.it

Gio

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