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Trio

In crociera

By 15 Giugno 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Scritto in collaborazione con Reby

La grande nave da crociera si era appena staccata dal molo, le luci del ponte si riflettevano nelle acque nere del porto, Rebecca stette sul ponte ad osservare le luci della città che si allontanavano piano, erano anni che sognava una vacanza del genere, amava il mare e quando il suo ragazzo le aveva proposto una crociera di due settimane, aveva accettato immediatamente, erano anni che sognava di fare una crociera, ma per un motivo o per un altro, non era mai riuscita a partire, adesso aveva finito gli esami della sessione estiva, il suo ragazzo era riuscito ad avere le ferie, e potevano godersi quella vacanza a lungo sognata, mentre era immersa nei suoi pensieri senti due mani posarsi sulle sue spalle, si girò piano e vide Giorgio il suo ragazzo, si spostò indietro appoggiandosi a lui;
-Vieni Rebecca, dobbiamo preparaci per la cena-, lui si incamminò tenendole la mano, Rebecca diede un ultimo sguardo al mare notturno e lo seguì.
La cabina che avevano preso non aveva niente da invidiare a una suite di albergo, Rebecca voleva fare una doccia prima di andare a cena, si liberò in fretta dei vestiti che indossava, Giorgio stette a guardarla mentre si esibiva in quello strip involontario, il suo ragazzo le diceva sempre che era una bellezza da copertina, alta 1,70, con due seni sodi quarta misura su una vita stretta, i capelli biondo miele lunghi sulle spalle, incorniciavano un viso dai lineamenti delicati in cui spiccavano due grandi occhi luminosi color caffè, le settimane che aveva trascorso in spiaggia prima di partire avevano donato alla sua pelle un delicato colore bronzeo, una sapiente rotazione dei costumi ogni giorno, le aveva evitato antiestetici segni bianchi sul corpo, si sottrasse ridendo alle mani di Giorgio che voleva tirarla sul grande letto al centro della stanza;
-Dopo, adesso voglio prepararmi per la prima cena sulla nave-
Lui la lasciò andare, iniziando a spogliarsi, Rebecca si infilò sotto la doccia, il contatto con l’acqua le portò via la stanchezza della giornata, uscì lasciando che Giorgio entrasse, non aveva ancora disfatto i bagagli, aprì le varie valigie per scegliere cosa mettere, aveva portato un vasto assortimento di vestiti, iniziò a frugare, tirò fuori un abito nero con un ampia scollatura, prese un paio di calze nere velate che aveva portato, un tanga nero, diede un occhiata critica al tutto e si ritenne soddisfatta, iniziò a vestirsi, Giorgio era uscito dalla doccia e stava fermo a guardarla;
-Perché non ti vesti?-, chiese Rebecca
-Dopo, è più divertente vedere te che ti vesti-, fù la serafica risposta.
Lusingata dall’apprezzamento del suo ragazzo Rebecca iniziò a vestirsi con studiata lentezza, il tanga risalì piano le sue gambe andando a coprire il suo sesso depilato, piano arrotolò una calza nelle mani infilandovi il piede, stese piano la gamba verso Giorgio, lasciando che il tessuto andasse a coprire la pelle, quando la gamba fu tesa verso di lui, abbassò la testa dando un bacio al suo piedino, Rebecca rise divertita, continuò lo spettacolo infilando anche l’altra calza, quando finì portò le sue mani dietro la schiena girando su se stessa, per farsi ammirare, Giorgio le lanciò un bacio sulla punta delle dita, lei prese il vestito e lo infilò lasciandoselo cadere addosso, l’ampia scollatura non le permetteva di mettere il reggiseno, i suoi capezzoli premevano sulla stoffa leggera, lasciando un piccolo rigonfiamento, prese dalla valigia un paio di scarpe con un tacco sottile e le indossò, le sue caviglie sottili venivano esaltate da quelle scarpe, sistemo i capelli sciolti sulle spalle, il biondo risaltava sul vestito nero, si girò verso Giorgio;
-Come stò?- chiese civettuola;
-Da infarto- fù la risposta, -dobbiamo proprio andarci a cena? Io inizierei a spogliarti adesso…-
-Sbrigati-, fu la risposta di Rebecca, comunque era contenta di fare quell’effetto al suo ragazzo.
Giorgio si preparò in un lampo, quindi si diressero verso il ristorante.
La sala era illuminata a giorno, quando entrarono Rebecca diede un occhiata in giro, vide moltissime giovani coppie, ricordò che l’agenzia di viaggi le aveva detto che sarebbe stata una crociera romantica, quello era il motivo di così tante coppie, mentre si avvicinavano al loro tavolo videro alcuni membri dell’equipaggio, si era informata prima sul significato delle strisce sulle maniche, era il capitano con due ufficiali, Si meravigliò nel vedere il capitano, le sembrava giovane, non dimostrava più di quarant’anni, alto almeno 1.80, un fisico atletico, nel viso le ricordava Richard Gere, le sembrò un uomo estremamente affascinante, sorvolò completamente sugli ufficiali che erano con lui, si sedettero al loro tavolo, erano vicino al tavolo del capitano, Rebecca guardò con invidia le coppie che erano al tavolo del capitano, si chiese se ci sarebbe andata anche lei.
La cena fù ottima, dopo la cena passarono nel salone dove c’era uno spettacolo, la serata trascorse rapida, senza accorgersene avevano fatto l’una, la stanchezza della giornata si faceva sentire, Giorgio e Rebecca si ritirarono nella loro cabina, quando arrivarono avrebbero voluto fare sesso, ma la stanchezza decise per loro, si addormentarono come un sasso.
Nonostante la stanchezza Rebecca si svegliò verso le sette, l’eccitazione della vacanza non la faceva dormire, cercò di svegliare il suo ragazzo, ma ottenne solo dei grugniti,si alzò, voleva fare qualcosa, ma si rese conto che era effettivamente molto presto, prese il dépliant con l’organizzazione della crociera per cercare qualcosa da fare, vide che la palestra della nave apriva a quell’ora, anche se era presto decise di andarci, si sarebbe scaricata un po’.
La palestra era ben attrezzata, si diresse verso lo spogliatoio, indossata la maglietta è un paio di pantaloncini stava per uscire, sentì delle persone che entravano in palestra, ”sarà qualcuno che non riesce a dormire come me”, pensò, uscì dallo spogliatoio, non erano due passeggeri, vide che era il capitano della nave con un altro uomo, evidentemente ne approfittava per mantenersi in forma, gli uomini non si erano accorti che ci fosse qualcuno, Rebecca restò in disparte, a guardarli, il capitano calamitava il suo sguardo, adesso che aveva solo una maglietta poteva vedere i muscoli delle braccia mentre preparava un bilanciere, i pettorali si indovinavano sotto la maglietta, Rebecca si ritrovò a stringere le gambe, si stava eccitando solo a guardarlo, si sentiva una ragazzina, ma continuò a spiare l’uomo, sentiva le sue mutandine farsi umide, rimase senza farsi vedere senza accorgersene la sua mano si era infilata dentro i suoi pantaloncini, quando le sue dita sfiorarono il clitoride, si rese conto di quello che stava facendo, ma ormai si era eccitata troppo per fermarsi, iniziò a muovere le sue dita sul clitoride, sentiva le sue mutandine farsi sempre più umide, un grande calore si andava sviluppando dentro di lei, si morse le labbra per non gridare, stava per raggiungere l’orgasmo, mosse ancora più freneticamente le dita sul clitoride, sentì l’orgasmo arrivare, una scossa la percorse tutta, sentì le gambe mancarle, e si appoggiò alla cosa più vicina a lei, era la rastrelliera dei bilancieri vuoti, come si appoggiò ne fece cadere uno, il rumore metallico rimbombò per tutto il locale, ancora ansimante Rebecca non rispose, i due uomini si avvicinarono dove si trovava;
-Cosa succede? Sta bene?-, Rebecca non rispose, una rapida occhiata rivelò ai due uomini la macchia di bagnato che i suoi umori avevano lasciato sui pantaloncini, il suo viso rosso per l’orgasmo adesso era diventato rosso per l’imbarazzo,
-Comandante, credo che la signorina abbia bisogno di aiuto-, aveva parlato l’altro uomo, la sua voce era profonda,

-Hai ragione, credo di sapere che genere di aiuto ci vorrebbe-, il tono del comandante si era fatto più basso, il suo sguardo indugiava sul corpo di Rebecca, -sarà meglio spostarci, venga…-, la sua mano si posò sul braccio di Rebecca, il contatto con l’uomo le diede un brivido, si lasciò guidare, si fermarono davanti a una porta con scritto ‘Riservato’, il comandante aprì con una tessera magnetica, la fecero entrare, la stanza aveva solo alcuni armadietti e delle panche dove sedersi per cambiarsi, sentì chiudersi la porta alle sue spalle;
-Così non ci disturba nessuno-
Il comandante si avvicinò a lei, poteva sentire l’odore della sua pelle accaldata, la sua fica si inumidì nuovamente, le mani dell’uomo si infilarono sotto la sua maglietta, risalendo fino a trovare il suo seno costretto nel reggiseno, Rebecca sospiro sotto le sue carezze, le mani dell’atro uomo si stavano armeggiando con la chiusura del reggiseno, il suo seno si trovò libero, le mani del capitano iniziarono a giocare con i suoi capezzoli, che reagirono inturgidendosi, la sua maglietta le venne sfilata lasciando il suo seno in vista, la testa del capitano si chinò andando a succhiare i suoi capezzoli, lei ansimava mentre la lingua dell’uomo avvolgeva i suoi capezzoli, per poi leccarli, le mani dell’altro uomo aveva preso il bordo dei suoi pantaloncini abbassandoli piano, adesso era nuda in balia dei due uomini, sentì l’altro uomo appoggiarsi dietro di lei la sua bocca stava baciando il suo collo mentre le sue mani, scendevano ad esplorare il suo sesso, le sue dita passarono nel solco della sua fessura bagnata, sentiva il suo cazzo duro appoggiato al suo culo attraverso la stoffa dei pantaloni, la sua eccitazione era salita.
Rebecca si staccò dai due uomini, chinandosi tra di loro, le sue mani armeggiarono con la chiusura dei loro pantaloni, tirò fuori i loro cazzi che già si stavano indurendo, li strinse tra le mani iniziando a carezzarli, erano caldi al tocco, avvicinò le labbra iniziando a dare piccoli bacini sulla punta, la sua lingua iniziò a muoversi sulla superficie di quelle aste, a tratti faceva sparire nella sua bocca uno di quei cazzi succhiandolo avidamente, sentiva quei cazzi diventare sempre più duri nella sua bocca, li ingoiava fino a sentire che toccavano il palato, per poi tirarli fuori e leccarli golosa.
Gli uomini la fecero sdraiare su una panca, il capitano si chinò in mezzo alle sue gambe, la sua lingua iniziò a leccare la sua fessura per tutta la sua lunghezza, l’atro uomo aveva infilato nuovamente il suo cazzo nella sua bocca iniziando a muovere il bacino come se stesse scopandola, Rebecca sentila la lingua del capitano dare rapidi colpetti al suo clitoride per poi stringerlo tra le labbra succhiandolo, sentiva la sua vagina bruciare dall’eccitazione;
-…dentro… o voglio dentro…- ansimò rituffando si a succhiare il cazzo che aveva in bocca, il capitano la guardò con uno sguardo languido, le tenne le gambe puntando il suo cazzo sulla sua apertura, iniziò a spingere penetrandola piano, Rebecca sentiva il cazzo entrare dentro di lei, il calore della sua vagina si fondeva con il calore del cazzo facendola sciogliere, si sentiva riempire, strinse le sue gambe intorno all’uomo per sentirlo di più, l’uomo iniziò a scoparla con forza, facendola sussultare ogni volta che affondava dentro di lei, lei sentiva le sue palle sbatterle sul culo ad ogni affondo, il calore dentro si fece insopportabile, l’orgasmo la colse di sorpresa, strinse le gambe intorno all’uomo e succhiò più forte il cazzo che aveva in bocca, avrebbe urlato se la sua bocca non fosse stata impegnata.
I due uomini uscirono da dentro di lei, la fecero mettere carponi sulla panca, l’uomo che aveva succhiato si posizionò dietro di lei penetrandola con un colpo secco, gli umori della sua vagina fecero da lubrificante facendolo entrare senza problemi, l’uomo iniziò a dare grandi colpi di reni tenendola per i fianchi, il comandante le posizionò il cazzo, lucido dei suoi umori, davanti alla bocca, rebecca iniziò a leccarlo, sentiva il sapore della sua fica assieme al sapore del cazzo dell’uomo, la cosa la faceva eccitare, leccava tutta la superficie ripulendolo per bene, se lo fece scivolare tra le labbra succhiandolo, ad ogni colpo nella sua fica il cazzo le toccava quasi la gola, si sentiva riempita completamente, stava godendo senza ritegno, i due uomini continuarono a scoparla ancora a lungo, l’uomo che la scopava accelerò il ritmo, Rebecca sentì un liquido caldo invaderle la fica, l’uomo se ne era venuto dentro di lei, l’uomo continuò a muoversi dentro di lei, Rebecca sentì il cazzo ritirarsi, e un liquido caldo bagnarle le cosce, stava colando sperma dalla fica, uno schizzo caldo la colpi in gola facendola quasi soffocare, tirò fuori il cazzo dalla bocca, ricevendo altri schizzi sul viso, quando finì lei imboccò il cazzo succhiandolo per ripulirlo, anche l’altro uomo le porse il cazzo, lei diligentemente ripulì tutto;
-Sei stata fantastica-, le disse il comandante entrando nella doccia li vicino, mentre i due uomini si lavavano si guardò allo specchio, macchie bianche le impiastricciavano il viso, guardò tra le sue gambe e vide due strisce di sperma colarle dalla fica, si buttò sotto la doccia anche lei.
Mentre si stava rivestendo la mano del comandante si posò sul suo culo carezzandolo, lei si girò sorridendogli;
-Dovremo occuparcene la prossima volta-
Rebecca sentì una fitta di eccitazione percorrerla, la crociera era appena cominciata.

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Ancora percorsa dai brividi dell’orgasmo, e eccitata per le parole del comandante Rebecca si recò nella sua cabina, Giorgio si era appena svegliato, era ancora seduto sul letto;
-Buongiorno amore, ho ordinato la colazione, tra poco la portano-
Rebecca si avvicinò sedendosi sul letto, gli mise le braccia intorno al collo dandogli uno schioccante bacio sulle labbra;
-Ricordi cosa abbiamo detto prima di partire per questa vacanza?-
-A cosa ti riferisci?-
-A quando dicevamo che sarebbe stato stuzzicante, guardarci in giro-
Giorgio fece una faccia incuriosita, la conversazione stava facendosi interessante, aveva detto a Rebecca che durante la vacanza sarebbe stato divertente esplorare nuovi orizzonti, e conoscere altre persone, ma lei era sembrata infastidita, quindi non aveva insistito. Adesso, però, era lei a riprendere quel discorso;
-Hai conosciuto qualcuno di interessante?-, Giorgio cercò di mantenere il tono di voce neutro, ma la sua voce tradiva un certo nervosismo, Rebecca porto la sua mano sul suo sesso ancora coperto dal lenzuolo, iniziando a carezzarlo con movimenti circolari, Giorgio ebbe un sussulto, penso che quello era un colpo basso, ma aspettò che lei parlasse;
-Hai visto il Comandante? Non ti sembra un tipo interessante?-
-Non è il mio tipo, ti piace?-
-Si-, il tono della voce di Rebecca si era fatto più profondo, Giorgio sentiva il suo cazzo farsi sempre più duro, non sapeva se per effetto delle sue carezze, o per effetto delle sue parole;
-Ti piacerebbe provarci?-, anche il tono di Giorgio si era fatto più eccitato, lei non rispose, tirò via il lenzuolo scoprendo il cazzo di Giorgio che adesso svettava verso l’alto, si chinò a dargli alcuni bacini sulla punta, Giorgio sussultò;
-A te dispiacerebbe?- pronunciata la domanda si chinò a succhiarlo, Giorgio pensò che era veramente sleale, vederla succhiare il suo cazzo, e pensare che ci provava con il Comandante, lo faceva eccitare come non gli era mai successo, capì che la cosa lo avrebbe solo fatto eccitare;
-No amore, saresti la mia troietta…-
Rebecca smise di succhiare, la sua mano continuava a stringere il suo cazzo in una lenta sega, lo guardò con i suoi grandi occhi color caffè, la sua voce si era fatta roca per l’eccitazione, e iniziò a raccontargli cosa fosse successo poco prima.
Giorgio la ascoltava stupito, non riusciva a credere che la sua dolce Rebecca si fosse comportata così da troia, quando gli descrisse le sensazione che aveva provato, con un cazzo in fica e uno in bocca, se ne venne, il suo cazzo schizzò un getto verso l’alto, Rebecca smise di parlare, si chinò a imboccarlo ricevendo in bocca il resto dell’eiaculazione, quando sentì che aveva finito riprese il racconto, aveva appena finito quando bussarono alla porta;
-Chi è?-
-La colazione signori-
Il cameriere entrò e poso il vassoio con la colazione, e li lasciò soli, Rebecca prese una brioche, aspettando la reazione di Giorgio, lui si avvicinò,la sua mano si posò sulla sua guancia in una carezza, passò il suo dito all’orlo della sua bocca e le mostrò una goccia di sperma che le era colata dalla bocca, si guardarono tutti e due negli occhi per un lungo istante, poi scoppiarono a ridere.
Quando finirono di fare colazione si guardarono con aria interrogativa;
-Che facciamo stamattina?-, tutti e due avevano l’impressione che le vacanze avessero preso una piega inaspettata, e volevano approfittarne.
-Io direi di andare in piscina, ci guardiamo intorno e poi decidiamo-, Rebecca approvò, scelse il suo bichini rosso, spiccava sulla sua pelle, gli slip sgambati slanciavano ancora di più le sue gambe, non le piacevano quelli con i laccetti, legò i suoi capelli in una coda, il suo viso risultava ancora più luminoso, prima di partire aveva comprato un paio di pantofole da bagno con un leggero tacco, annodò un pareo intorno alla vita ed era pronta.
Giorgio impiegò anche meno a prepararsi, indossò i boxer, e una camicia aperta, era pronto, Rebecca carezzò il suo torace, le piaceva il fisico del suo fidanzato.
Quando arrivarono alla grande piscina della nave si guardarono in giro, c’era già molta gente,
Si guardarono intorno, adesso vedeva le cose in maniera diversa, non stavano guardando delle coppie, stavano studiando delle prede, Rebecca si sedette sulla sdraio, Giorgio si sedette accanto a lei;
-Mi spalmi l’olio?-
Rebecca si era messa sdraiata sulla pancia, Giorgio fece cadere un po d’olio sulla sua pelle, poi iniziò a massaggiarla con movimenti circolari,dopo qualche minuto di massaggio, si chinò a sussurrare all’orecchio di Rebecca;
-Guarda quella brunetta…-, Lei spostò lo sguardo nella direzione indicata da lui, a qualche metro da loro una ragazza dai capelli neri prendeva il sole, studiò il suo corpo, era molto graziosa, non era molto alta, ma aveva un fisico perfettamente proporzionato, il viso era quasi da ragazzina, avrebbe voluto vedere i suoi occhi, ma erano nascosti dagli occhiali scuri;
-Carina, vuoi provarci con lei?- il suo tono era tra il curioso e l’eccitato, stavano esplorando un territorio nuovo,
-Potremmo anche provarci assieme, che ne dici?-, lei lo guardò negli occhi, non lo faceva così maiale, guardò nuovamente la ragazza, adesso si immaginava a carezzarla, e a farsi carezzare da lei, senza pensarci strinse le gambe, il pensiero l’aveva eccitata, la loro preda si era alzata e si apprestava a tuffarsi, Giorgio si tuffo dietro di lei, andandole addosso ‘casualmente’, le fece inghiottire un po’ d’acqua, la aiutò a uscire dalla piscina, Rebecca si avvicinò a loro premurosa;
-Giorgio, ma cosa hai combinato, scusalo, alle volte non guarda quello che fa-, la ragazza girò il viso verso di lei, due grandi occhi verdi illuminavano il suo viso, le piaceva;
-Ciao, io sono Rebecca, quello che ti ha quasi affogato e Giorgio, il mio ragazzo…-
-Io sono Sara- rispose piano la ragazza;
-Il tuo ragazzo non cè?-, chiese Rebecca. Lo sguardo di Sara si rabbuiò un attimo;
-No, sono da sola-
Rebecca e Giorgio la coinvolsero in una conversazione, Sara sulle prime era molto sulle sue, ma piano piano iniziava ad aprirsi con loro, soprattutto Rebecca aveva il dono di saper parlare alle persone, in poco tempo Sara le confidò che si era lasciata con il ragazzo prima di partire, e lei era partita da sola.
Giorgio continuava a guardare Sara con occhi ammirati, la ragazza distoglieva lo sguardo troppo rapidamente ogni volta che i loro occhi si incontravano, le piaceva essere ammirata, ma allo stesso tempo si sentiva un intrusa a causa di Rebecca;
-Giorgio, io vado in cabina a prendere la crema per le labbra, lo lasciata là…-
Rebecca aveva cercato una scusa per lasciarli soli, Sara stette a guardarla mentre si allontanava, il suo sguardo si girò verso Giorgio, il suo sguardo la turbava,
-La giornata si sta facendo calda, Sara dovresti mettere dell’olio, dai sdraiati che te lo spalmo io…-
Sara avrebbe voluto rifiutare quella proposta, ma non trovò la forza di dire di no, Giorgio aveva preso già l’olio, la sua mano le indicava la sdraio, lei si coricò arrendendosi.
Le mani di Giorgio iniziarono a massaggiarla, le sue mani si muovevano lente sulla sua pelle, arrivando a carezzarle i fianchi, il movimento delle mani, lento e sensuale eccitava la donna.
Sarasenti le dita dell’uomo armeggiare un attimo con la chiusura del reggiseno, la chiusura cedette, lei si girò allarmata;
-Impacciava..-
La risposta di Giorgio, venne seguita dal movimento delle mani, Sara si adagiò nuovamente, trovava rilassante ed eccitante il suo tocco, le mani continuavano ad indugiare sui fianchi, nello scendere dalle sue spalle, le mani seguirono la curva del suo corpo scivolando sotto il suo corpo, e andando a carezzare i suoi seni, Sara trasalì, non riuscì a girarsi, le labbra di Giorgio si posarono sul suo collo, era stretta in una morsa sensuale, le labbra sul collo le davano piccoli brividi, mentre le dita avevano raggiunto i capezzoli stringendoli delicatamente, una fitta al basso ventre le fece contrarre le gambe, non credeva di eccitarsi cosi con uno sconosciuto.
-Vogliamo andare in un posto un po’ più appartato…-
Il tono di Giorgio si era fatto più caldo e profondo, Sara combatté per non alzarsi e seguirlo subito, fù Rebecca a farla desistere, il suo ritorno la bloccò, Giorgio rimase con le mani sotto il suo corpo a carezzare il suo seno finché lei arrivò;
Giorgio le rivolse uno sguardo di disapprovazione, Rebecca capì di essere arrivata al momento sbagliato;
-Senti è quasi ora di pranzo, andiamo a cambiarci? Sara tu in che cabina sei?-
-La 312-
-Ma è due cabine dopo la nostra, vieni con noi?-
Sara la guardò un attimo, andare in cabina era una buona idea, le mani di Giorgio l’avevano fatta eccitare, nell’intimità della sua cabina avrebbe potuto dare un po di sollievo alla sua fichetta, al solo pensiero strinse leggermente le gambe, allacciò il reggiseno e si alzò, il metro e settanta di Rebecca svettava su di lei, ma come bellezza non sfigurava affatto, si avviarono verso le cabine.
Appena arrivati, Sara armeggiò con la porta della sua cabina, non vedeva l’ora di essere sola, finalmente la porta si aprì, stava per entrare quando due mani si posarono sulle sue spalle nude, si girò di scatto, Giorgio si era avvicinato a lei quasi abbracciandola, stava per dire qualcosa, ma lui la spinse dolcemente dentro, lei si girò trovandosi di fronte a lui, il suo seno toccava il suo torace, l’odore della sua pelle le riempiva le narici, non disse niente mentre le dita dell’uomo sganciavano il suo reggiseno, lei si alzò sulle punte dei piedi cercando la sua bocca, la sua lingua cercò quella di Giorgio, il reggiseno restò appeso al suo collo, i suoi capezzoli adesso si strofinavano su di lui, li sentì inturgidirsi, si strofinò ancora più forte contro di lui, le mani dell’uomo carezzavano i suoi fianchi, mentre la sua lingua invadeva la sua bocca avvinghiandosi alla sua, lei abbracciò la sua gamba con la sua strofinando il suo sesso sulla sua gamba, l’eccitazione che aveva dentro era salita ancora, aprì gli occhi per trascinarlo sul letto, lo sguardo compiaciuto di Rebecca li osservava, si sentì imbarazzata, l’aveva completamente dimenticata, avrebbe voluto staccarsi da Giorgio per cercare una difesa, ma Rebecca scivolò nella cabina chiudendo la porta dietro di lei.
Si avvicinò ai due ancora abbracciati, le sue mani si posarono sul corpo di Giorgio sfilando la camicia aperta, Sara la guardò mentre spogliava l’uomo, le mani di Giorgio continuavano a carezzare il suo corpo, si trovò abbracciata tra i due fidanzati, le loro mani carezzavano il suo corpo, l’eccitazione, non ancora scemata, ricominciò a salire, il tocco di Rebecca era morbido, Giorgio occupò nuovamente la sua bocca con la sua lingua, lei si abbandonò alle loro carezze, la fecero sdraiare sul letto.
Le mani di Sara cercarono i boxer dell’uomo, le sue dita scivolarono dentro stringendo il suo cazzo, lo tirò fuori già duro, e iniziò a carezzarlo piano, guardandolo con desiderio, Rebecca le stava sfilando gli slip del costume, le sue dita percorsero la sua fessura in una lenta carezza, un dito le scivolò dentro strappandole un sospiro di piacere, il dito iniziò un lento ditalino;
-Succhialo, che aspetti?-
Sara accolse l’invito di Rebecca, la sua bocca si avvicinò al cazzo che stava carezzando, tirò fuori la lingua iniziando a leccarlo piano sulla punta, iniziò a percorrere superficie dell’asta sentendone la consistenza, le sue labbra carezzavano l’asta per tutta la sua lunghezza, scendendo fino a leccare le palle dell’uomo, guardò il viso di Giorgio, contratto in una smorfia di piacere, la sua lingua cercava di avvolgere la punta del cazzo insalivandolo, l’uomo le spinse il cazzo sulle labbra, lei aprì la bocca lasciando che le entrasse dentro, era duro e caldo, la sua lingua cercava li leccarlo dentro la bocca, Giorgio muoveva il bacino facendoglielo scorrere tra le labbra serrate, ad ogni affondo dell’uomo il cazzo toccava ora il palato, ora cercava di arrivare alla gola, Sara lo sentiva pulsare nella sua bocca, e succhiava con forza.
Tra le sue gambe Rebecca aveva portato la sua bocca sulla sua fica, dava piccoli succhiotti al clitoride, alternandoli a rapide leccate, la fica di Sara palpitava a quel trattamento, Rebecca leccava gli umori che colavano, affondando la lingua dentro di lei, come fosse un piccolo cazzo, poi andava nuovamente con la lingua a titillare il clitoride, il corpo di Sara si dimenava sotto la sua bocca.
Rebecca si staccò dalla sua fica e si spostò, con un sorriso lascivo guardò Sara e Giorgio;
-Dai scopala, non vedi come è eccitata…-
Giorgio tolse il suo cazzo dalla bocca della ragazza, si mise tra le sue gambe, Rebecca prese il suo cazzo stringendolo nella sua mano, lo carezzò, guardò Sara e lo guidò verso la sua fessura, quando lo fece entrare lo lasciò, l’uomo stette a guardare il viso di Sara, gli occhi lucidi per il piacere, e affondò dentro di lei con un colpo secco, gli umori della vagina lo fecero entrare fino in fondo senza attrito, le pareto della fica si strinsero intorno al suo cazzo serrandolo in una morbida carezza.
Giorgio cominciò a scoparla con grandi colpi, affondava dentro di lei strappandole urletti di piacere,
Rebecca non stette a guardare, la sua bocca si poso sul seno della ragazza iniziando a leccare e succhiare i capezzoli turgidi, sentiva la ragazza fremere sotto i colpi del fidanzato, continuando a succhiarle i capezzoli fece scendere la sua mano fino al suo clitoride, le sue dita stimolavano il suo bottoncino, contribuendo ad aumentare il suo godimento.
Sara diede un urlo, inarcò la schiena, l’azione dei due amanti aveva fatto arrivare violento un orgasmo, il suo corpo fu scosso da sussulti di piacere, in preda al piacere afferrò la testa di Rebecca, tirandola verso di se, la sua bocca cercò la sua, la baciò selvaggiamente, succhiando con forza la sua lingua e stringendola a sé, le sue braccia si stringevano attorno al suo corpo, i capezzoli di Rebecca si strofinavano sui suoi, Giorgio smise di scoparla, Sara lo guardò con sguardo interrogativo, lui la fece girare carponi, il suo culo in alto, si posizionò dietro di lei e la penetrò, il cazzo riprese a martellare la sua fica facendola ansimare forte, sentiva il palo di carne scavarle dentro ad ogni affondo, la sua vagina bruciava per il piacere che riceveva, sentiva i suoi umori colarle sulle gambe.
Rebecca non restò inattiva, si insinuò sotto di Sara, la sua testa si trovò tra le sue gambe, vedeva il cazzo di Giorgio entrare e uscire dalla sua fica, la sua lingua iniziò a leccare la Fica di stara, andando dal clitoride fino a leccare il cazzo che la scopava.
Sara ansimava dal piacere, la fica di Rebecca era davanti al suo viso, senza pensarci iniziò a leccarla, Rebecca sussultò, le due donne iniziarono un furioso sessantanove, Sara muoveva la sua lingua sulla fica mossa dalle spinte che Giorgio dava alla sua fica, non credeva di poter godere così a lungo, succhiava la fica che aveva nella bocca con una foga di cui non si credeva capace, i succhi di Rebecca le riempivano la bocca, e lei inghiottiva tutto.
Rebecca sentiva la lingua di Sara sulla sua fica, era eccitata dalla situazione, voleva far godere il fidanzato, ma adesso sentiva la sua fica bruciarle per il piacere, ogni succhiata al suo clitoride la faceva tremare, un ultimo succhiotto più forte la fece sussultare, l’orgasmo era arrivato improvviso, si attaccò al clitoride di Sara per non gridare dal piacere, succhiò forte, sentì il corpo di Sara tremare nuovamente dal piacere, i suoi umori le riempirono la bocca, erano venute quasi simultaneamente, sentì il corpo di Sara adagiarsi sul suo, le erano mancate le forze, le mani di Giorgio tenevano sollevato il suo bacino, mentre continuava ad affondare dentro di lei, le contrazioni della vagina si trasmettevano al suo cazzo, sentiva vicino anche per lui l’orgasmo, la lingua di Rebecca indugiava sulle sue palle, uscì dalla fica nel momento in cui se ne veniva, lunghi schizzi di sperma colpirono il viso di Rebecca, lei aprì la bocca per farlo venire dentro, lunghe strisce bianche sie erano formate sul suo viso, Sara si giro e la vide, la sua lingua iniziò a leccare il viso della donna raccogliendo le tracce del piacere, le loro lingue si scambiavano filamenti biancastri in un lungo bacio lascivo.
Giorgio e Rebecca abbracciarono Sara tenendola stretta in mezzo a loro, era la loro prima conquista.

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demos29@libero.it Racconto scritto in collaborazione con Reby

Si era fatto tardi, Giorgio e Rebecca si rivestirono lasciando Sara ancora distesa sul letto.
Appena giunti nella loro cabina si guardarono negli occhi, la loro complicità aumentava ad ogni momento, si scambiarono un lungo bacio, la sciando che le loro lingue si intrecciassero.
Si staccarono lentamente, Rebecca fece cadere a terra il reggiseno del suo costume, stava per abbassare gli slip, ma le mani di Giorgio la anticiparono, amava spogliarla, sfilò piano gli slip inginocchiandosi davanti a lei, il sesso di Rebecca gli apparve davanti al viso, lui depositò un bacio sul suo clitoride, facendola rabbrividire;
-Dai smettila, dobbiamo prepararci…-
Restò ferma davanti a lui contraddicendo le sue parole, Giorgio ne approfittò per muovere la sua lingua sul suo clitoride, Rebecca lo tolse a malincuore, si diresse verso il bagno per fare una doccia prima di andare a cena.
Giorgio la guardò camminare, si spogliò anche lui seguendola nella doccia, lei se lo trovò dietro che la abbracciava, mentre l’acqua iniziava a scorrere sui loro corpi;
-Ti amo porcellina…-
Rebecca girò la testa per porgere la sua bocca per un bacio, stettero ancora nella doccia, più a carezzarsi che a lavarsi, finalmente uscirono.
Volevano recarsi alla discoteca della nave dopo cena, Giorgio si vestì subito, Rebecca scelse tra gli abiti che si era portata, mentre guardava i suoi vestiti indecisa su quale mettere, Giorgio le porse un perizoma nero;
-Metti questo…-, lei lo guardò con un sorriso birichino;
-Soltanto questo?-
-Staresti benissimo, avresti tutti gli sguardi addosso, gli uomini allupati, e le donne invidiose, e qualcuna pure allupata-
Lei indossò il perizoma ridendo, quanto erano cambiati in soli due giorni, le fantasie che si erano confidati nei due anni in cui erano stati insieme, le stavano finalmente vivendo, lei cercò di indossare il reggiseno, ma Giorgio continuava a levarglielo, alla fine decise di fare senza, si fece scivolare addosso un corto abito di seta nero, la seta scivolò sul suo corpo come una carezza, i suoi seni puntuti fermarono la stoffa sul davanti tendendola, la profonda scollatura arrivava quasi a mostrare i suoi capezzoli, stette a pensare se mettere le calze o no, guardò giù, le sue gambe abbronzate già risaltavano naturalmente sotto il vestito, Giorgio le porse un paio di scarpe aperte con il tacco sottile, lei le indossò e allacciò la fibbietta, le sue gambe vennero slanciate ancora di più, indossò un cerchietto nero che teneva i capelli sciolti tirati indietro, il suo viso risultava ancora più luminoso, lei passò un filo di rossetto lucido sulle labbra, che sembrarono ancora più morbide e carnose, quando ebbe finito fece una piroetta su se stessa;
-Come sto?-
-Una dea-
Uscirono per recarsi a cena, bussarono alla porta della cabina di Sara, sperando che fosse pronta, la porta si aprì quasi subito, Sara arrossì quando li vide, il suo pensiero andò a quanto avevano fatto poco prima, vergogna e eccitazione si mischiavano nella sua mente;
-Sei pronta? Dovevamo andare a cena assieme-
La voce di Rebecca era dolce, Sara si tranquillizzò, era quasi pronta, aveva indossato un mini abito rosso che la fasciava, i capelli neri erano raccolti in una treccia che le dava un aria da adolescente, le gambe inguainate in paio di calze velate, i tacchi alti la slanciavano, Giorgio pensò che era una vera bambolina, tenendole a braccetto si diressero verso il ristorante.
Appena entrati il metre si avvicinò a loro, quando chiesero il loro tavolo;
-Il comandante vi ha invitati al suo tavolo questa sera-
-Veramente saremmo con la nostra amica…-, Giorgio, non voleva lasciare Sara da sola dopo averla invitata, il metre, controllò la sua lista;
-Non ci sono problemi, anche la signorina può venire con voi-
I tre si guardarono una attimo, poi seguirono il metre che già si stava avviando verso il tavolo del comandante.
Quando arrivarono il Comandante si alzò per accoglierli, Rebecca arrossì leggermente quando Lui le bacio la mano fissandola negli occhi, salutò con la stessa galanteria Sara, che apparve leggermente imbarazzata, il comandante e Giorgio si scambiarono una vigorosa stretta di mano, si sedettero al tavolo.
Oltre al comandante c’erano gli ufficiali, compreso quello che già Rebecca conosceva, è un altra decina di passeggeri, tutti a coppie, l’unica da sola era Sara, che venne fatta sedere tra due ufficiali.
-Sa comandante, questa mattina stavo dicendo al mio fidanzato che ci siamo incontrati in palestra-
Rebecca aveva subito voluto mettere in chiaro che con Giorgio aveva una complicità completa, il comandante la guardò sorpreso, si girò verso l’uomo incuriosito;
-Le ha detto dell’esercizio che abbiamo fatto?-
-Si comandante, niente di meglio per iniziare una giornata, dopotutto se non si approfitta delle vacanze…-, la sua mano cercò quella di Rebecca stringendola, lei rivolse un occhiata complice ai due uomini, il comandante sembrò stupito della loro intesa,
La cena proseguì, Sara si trovava a proprio agio tra i due uomini con cui era seduta, Giorgio e Rebecca sembravano due fidanzatini, anche se lei lanciava occhiate furtive al comandante.
Quando la cena finì tutti iniziarono ad allontanarsi, Sara li salutò, i due uomini accanto a lei avevano insistito per accompagnarla alla discoteca della nave, nel salutarla Rebecca pensò che quella sera non avrebbe dormito da sola, il pensiero la fece eccitare.
Il comandante stava parlando con Giorgio, i due sembravano trovarsi bene assieme;
-…il vostro rapporto è veramente unico…-
-Di casa stavate parlando?-, Rebecca si intromise nella conversazione, incuriosita;
-Stavo dicendo al comandante che in questa vacanza abbiamo deciso di dare sfogo alle nostre fantasie-, Giorgio fece seguire le sue parole da un bacio sul braccio di Rebecca.
-A questo proposito le volevo chiedere una cosa….-
Il comandante e Giorgio lasciarono Rebecca allontanandosi di qualche metro, parlottarono tra loro per qualche minuto sottovoce.
Quando finirono di parlare Giorgio tornò da Rebecca con un sorriso enigmatico, la prese sottobraccio e si avviò;
-Cosa ti ha detto?-
La curiosità traspariva dalla voce di Rebecca,
-Niente, sarà una sorpresa-
-Dai, dimmi qualcosa…-
-No. Sarà una sorpresa-
Rebecca non riuscì a farsi dire nient’altro, si recò con Giorgio alla discoteca, quando arrivarono, Lei cercò con lo sguardo Sara, non la vide da nessuna parte, pensò che se voleva cercarla doveva guardare nella sua cabina.
Rebecca si lanciò nelle danze seguita da Giorgio, i suoi movimenti erano sensuali, il suo sguardo continuava a vagare in giro, cercando un indizio per capire cosa Giorgio e il comandante si fossero detti, ma non riuscì a cogliere niente.
Ballarono per alcune ore, poi Giorgio le chiese se voleva tornare in cabina, lei pensò che lì avrebbe trovato qualcosa, eccitata seguì Giorgio fino alla cabina, quando entrò e vide che era vuota fù quasi delusa, la sua ecciatzione era altissima, e ne fece le spese Giorgio che dovette soddisfarla tutta la notte.
La mattina li colse addormentati, distrutti per la notte che avevano passato, Giorgio si alzò per primo, Rebecca continuò a dormire, dopo aver fatto una doccia si vesti, come dovesse uscire, e ordinò la colazione in attesa che Rebecca si svegliasse.
Il profumo del caffè svegliò Rebecca, si mise a sedere sul letto fissando il fidanzato;
-Perché ti vestito così?-
-Aspettavo che ti svegliassi, la nave è attraccata in una delle isole della zona, ripartirà questa sera, volevo portarti a fare un giro-
Rebecca fece colazione, l’idea di scendere a terra per qualche ora le sorrideva, ne avrebbe approfittato per comprare qual cartolina, fece una doccia veloce, quando uscì dal bagno vide che Giorgio le aveva preparato dei vestiti ed era uscito, c’era una minigonna di Jeans, e una maglietta senza maniche, lei si asciugò, si allacciò un reggiseno bianco molto semplice, un paio di mutandine di cotone , e indossò i vestiti, si sentiva comoda, legò i capelli in una coda, mentre indossava un paio di scarpe aperte rientrò Giorgio;
-Sei fantastica, se sei pronta andiamo, ho chiamato un taxi, e tra qualche minuto arriva-
Quando arrivarono sul ponte, Rebecca vide che sulla nave era rimasta pochissima gente, anche il personale era di meno, evidentemente tutti avevano approfittato dell’opportunità di scendere qualche ora.
Il taxi arrivò subito, Giorgio lesse un indirizzo su un foglietto, doveva essersi informato su dove andare, dopo qualche minuto arrivarono in una piazzetta, scesero davanti a un bar, accanto c’era un negozio, Rebecca iniziò a scegliere delle cartoline, mentre Giorgio ordinava da bere.
Trascorsero circa un ora così, quando ebbero finito di scrivere le cartoline Giorgio si alzò,
-Vieni, andiamo-
-Dove?-
-A vedere un posto…-
Giorgio si infilò in una delle strade laterali, seguito da Rebecca, camminarono per qualche minuto, finché arrivarono davanti a una casa stile coloniale, Rebecca restò stupita quando vide Giorgio suonare al campanello, non sapeva che conoscesse qualcuno lì, La porta si aprì, una stupenda mulatta venne ad aprire, Rebecca non poté fare a meno di ammirare il suo corpo armonioso, alta quanto lei, un seno terza misura, e due lunghe gambe, senza dire niente la ragazza li fece entrare precedendoli, il suo sedere sodo era fasciato da una gonna aderente, entrarono in una stanza in penombra, un grande divano occupava il centro della stanza.
Rebecca si accorse di che Giorgio non era più accanto a lei, si girò a cercarlo, era rimasto vicino alla porta,
-Cosa…-
Le mani della mulatta si erano posate sulle sue spalle, il tocco caldo la fece rabbrividire per l’eccitazione, le mani della ragazza si mossero piano fino a raggiungere il bordo della sua maglietta, afferrò i lembi e la tirò verso l’alto, Rebecca la lasciò fare, il suo seno avvolto nella stoffa bianca del reggiseno apparve alla vista, le dita della ragazza slacciarono la chiusura liberandolo, i capezzoli scuri apparvero già dritti, Rebecca si sentiva eccitata, cosa aveva preparato Giorgio?
Si girò verso la ragazza, i loro visi si trovarono vicini, Rebecca avvicinò le labbra a quelle della ragazza, mordicchiandole, lei non si sottrasse a quel gioco, le sue mani si posarono sui suoi seni carezzandoli, le dita stringevano i capezzoli in un lieve pizzicotto, le loro lingue iniziarono a toccarsi, Rebecca sentiva il sapore della ragazza nella sua bocca, la sensazione la faceva eccitare, sentiva le sue mutandine farsi umide dall’eccitazione, cercò Giorgio con lo sguardo per farlo partecipare.
Stava per chiamarlo, quando da un altra entrata vide due uomini entrare, nella penombra non li riconobbe subito, poi vide che uno era il comandante della nave, e un altro uomo che lei non conosceva, guardò interrogativa Giorgio che non diceva nulla, la mulatta approfittò del suo smarrimento per abbassare la zip della sua gonna, la fece scivolare ai suoi piedi, restando chinata davanti a lei, le sue mani afferrarono il bordo delle sue mutandine tirandole giù.
Non le aveva ancora tolte completamente che la sua lingua iniziò a muoversi lenta sul suo clitoride, un lungo sospiro di piacere uscì dalla bocca di Rebecca, le sue mani si posarono sulla testa della ragazza.
Non si accorse che i due uomini si erano avvicinati a lei, le loro mani si posarono sul suo corpo iniziando a carezzarla piano, la bocca del comandante di uni alla sua, la sua lingua penetrò nella sua bocca e andando a intrecciarsi con la sua, Rebecca si abbandonò a quel gioco, la bocca dell’altro uomo si stava dedicando a succhiare i suoi capezzoli, li sentiva turgidi ogni volta che li succhiava, la ragazza si staccò dalla sua fica, lasciandola ai due uomini, la seguì con la coda dell’occhio, vide che si avvicinava al suo fidanzato, non riuscì a vedere altro, i due uomini la sdraiarono sul divano , il comandante stava davanti a lei occupandole la vista, l’altro uomo si chinò in mezzo alle sue gambe, la sua lingua iniziò a percorrere l’apertura della sua fica, gli umori della sua eccitazione ormai la bagnavano abbondantemente, l’uomo li raccoglieva golosamente ad ogni passata della lingua, quando iniziò a succhiarle il clitoride, Rebecca ebbe un sussulto, il comandante aveva slacciato i suoi pantaloni, il suo cazzo semi dritto stava davanti alla sua bocca, lei iniziò a leccarlo come fosse un gelato, faceva scorrere la sua lingua per tutta la lunghezza dell’asta, scendendo fino a succhiare le palle, lo sentiva diventare duro, lo imboccò accogliendolo in bocca, la sua testa iniziò a muoversi massaggiandolo con le labbra, l’asta diventava sempre più dura, adesso Rebecca la sentiva sbatterle sul palato ogni volta che la imboccava.
La lingua che si muoveva sulla sua fica le procurava un grande piacere, rapido e improvviso un orgasmo la colse, strinse le gambe sulla testa dell’uomo, il suo corpo fu scosso da un fremito, succhiò con più forza il cazzo che aveva in bocca, l’uomo continuò a leccare e succhiare finché sentì il suo corpo calmarsi, quando lei si rilassò allargò le sue gambe, Rebecca sentì qualcosa di duro e caldo strofinarsi sulla sua fica, abbassò lo sguardo per guardare l’attimo in cui l’uomo sarebbe entrato dentro di lei, la sua mano stringeva il cazzo del comandante, carezzandolo con un lento movimento, l’uomo spinse piano in avanti , Rebecca sentiva il cazzo duro e caldo farsi strada dentro di lei, il fatto che non conoscesse l’uomo che la stava per scopare la eccitava in maniera strana, il suo sguardo si alzò cercando Giorgio.
Lo vide in fondo alla stanza, la mulatta era inginocchiata in mezzo alle sue gambe, la sua bocca si muoveva lenta sul suo cazzo dritto, Rebecca lo vedeva sparire tra quelle labbra scure, per poi vederlo apparire lucido di saliva, vide che Giorgio puntava qualcosa verso di lei, realizzò che la stava filmando mentre si dava ai due uomini, si sentì una vera troia, sorridendo verso la videocamera fece entrare nuovamente il cazzo nella sua bocca, spalancò ancora di più le gambe perché si vedesse meglio il cazzo che la stava scopando, lo sentiva scorrere dentro di lei affondando sempre di più, il corpo dell’uomo sbatteva sul suo bacino ad ogni affondo, ogni colpo la faceva sussultare, voleva che l’uomo si sbrigasse per sentire dentro il cazzo del comandante, dal canto suo il comandante sembrava trovarsi benissimo nella sua bocca, il suo bacino si muoveva piano spingendo il suo cazzo fino alla gola di Rebecca, lei assaporava quelle sensazioni, godeva dei due cazzi che aveva a disposizione, ma ancora di più godeva nel fare la troia per il suo fidanzato, voleva che lui godesse nel guardarla.
Continuarono a scoparla per un tempo che le parve infinito, l’uomo che la scopava aumentò improvvisamente il ritmo della sua scopata, Rebecca sentì il suo seme riversarsi dentro la sua vagina, il calore di quel liquido la fece venire un altra volta, adesso avrebbe sentito dentro il comandante, l’uomo uscì dalla sua fica, Rebecca sentiva il suo sperma colarle fuori, il comandante tolse il suo cazzo dalla sua bocca, anche Giorgio si avvicinò al gruppo, la fecero mettere piegata sul divano, il suo culo era alzato, lei si aspettava che la penetrassero da dietro, invece sentì un dito entrarle nel culo, trasalì a quel movimento, e si girò con aria interrogativa;
-Ti avevo detto che la prossima volta mi sarei occupato del tuo culetto…-
Rebecca avrebbe voluto dire qualcosa, ma il cazzo che l’aveva scopata poco prima le occupò la bocca con forza, lei si trovò a succhiare quel cazzo che prima era dentro di lei, il sapore dello sperma si mischiava a quello della sua vagina, l’odore di sesso riempiva le sue narici, il dito nel suo culo si muoveva con un movimento rotatorio, ma adesso lei aveva rilassato i muscoli, per assecondare quel movimento.
Rebecca sentì qualcosa di viscido che veniva appoggiato al suo buchino, e subito dopo un dito scivolarle dentro, era un lubrificante, continuarono a prepararle il buchino, vide che Giorgio continuava a filmare tutta la scena, la mulatta era inginocchiata accanto a lui, la sua lingua continuava a leccare il suo cazzo dritto.
-Bene. Sei pronta, preparati…-
Rebecca si attaccò al cazzo che stava succhiando, sporse il suo culo ancora di più, la paura di farsi male era sparita, era rimasta solo l’eccitazione per il nuovo gioco, quando sentì il cazzo del comandante appoggiarsi al suo buchino, smise di succhiare, il cazzo pulsava nella sua bocca.
L’uomo iniziò a spingere, Rebecca sentiva il suo culo fare resistenza, cercò di rilassare i muscoli, quasi temette di farsi male, sentì il suo culo cedere, la punta del cazzo entrò dentro di lei, fu stupita nel non sentire dolore, solo una sensazione di fastidio, Giorgio fece un cenno alla ragazza, lei docilmente si infilò sotto Rebecca, la sua lingua iniziò a carezzare il suo clitoride, Il comandante iniziò ad affondare dentro di lei, si ritraeva e rientrava, ogni volta guadagnando spazio, Rebecca si sentiva invasa da un palo, la sensazione di fastidio si fondeva con il piacere che le veniva dal clitoride, succhiò con forza il cazzo che aveva in bocca, muovendo la sua lingua in modo frenetico, finalmente sentì il corpo del comandante toccare il suo, era entrato tutto dentro, lei sentiva il suo cazzo che le occupava lo stomaco, l’uomo stette qualche istante fermo, poi iniziò a muoversi dentro di lei, Rebecca sentiva il cazzo scorrerle nell’intestino, era una sensazione di pieno e di vuoto, non sapeva come descriverla, godeva e basta, il suo sguardo cercava Giorgio.
Lui accanto a lei filmava la sua inculata.
Tutto stava ruotando attorno a Rebecca, la ragazza sotto di lei continuava a leccare e succhiare il suo clitoride, il comandante continuava ad affondare dentro il suo culo con grandi colpi, il cazzo che aveva in bocca le finiva in gola ad ogni affondo, Rebecca si abbandonava alle sensazioni che il suo corpo le regalava, le sembrava di esistere solo per godere, un grande calore le salì dentro, sentì l’orgasmo nascere dentro di lei, ma non capiva da dove nasceva, il suo corpo fu percorso da una scarica improvvisa di piacere, le gambe non la ressero, sarebbe caduta se non fosse stata sul divano, gli spasmi di piacere si trasmettevano al cazzo che la inculava, un getto caldo le invase l’intestino, il comandante si svuotò dentro di lei, lei sentiva il suo orgasmo proseguire, si lasciò cadere di lato sul divano il suo respiro era affannoso, le forze le mancavano.
La mulatta strinse nelle sue mani il cazzo di Giorgio e dell’altro uomo, le sue mani si muovevano veloci attorno a essi, li sentiva pulsare nelle sue mani, aumento il ritmo di quella sega, i due uomini se ne vennero, lei indirizzò i loro schizzi addosso al corpo di Rebecca, quando finirono si chinò davanti a loro imboccandoli e ripulendoli.
-Sei stata grande amore-
Giorgio spense la videocamera e si sedette accanto a lei.

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Rebecca riprese fiato, il comandante e l’altro uomo erano usciti dalla stanza, si sentiva l’acqua della doccia scorrere, Giorgio seduto accanto a lei la stava guardando, la mulatta si era seduta vicino a loro due, e stava carezzando le sue gambe, si toccò i lunghi capelli biondi, li senti appiccicati, gli schizzi erano arrivati fino ai suoi capelli, fu la mulatta a rompere il silenzio;
-Io mi chiamo Anya. Conoscete Massimo da molto?-
Il suo Italiano era chiaro è fluente, solo una inflessione strana faceva capire che era straniera, Massimo era il comandante della nave;
-Un paio di giorni, tu da quanto lo conosci?-
-Quasi sei anni-
-Posso chiederti come vi siete conosciuti?-, Rebecca si era fatta curiosa, la ragazza la guardò un attimo, poi….
-Io lavoravo sulla sua nave. Finiti gli studi avevo fatto domanda di assunzione nella compagnia che possiede la nave di Massimo, ero facilitata dal fatto che mio padre per lavoro aveva sempre girato il mondo e parlavo quattro lingue, cosi mi assunsero in prova.
Era il mio primo imbarco, ero molto emozionata, il mio compito era di provvedere alle esigenze dei clienti, fargli avere i dettagli del viaggio, organizzare gite quando si arrivava in porto, tutte queste cose.
Quando mi imbarcai mi presentai al comandante, mi ero messa l’uniforme della compagnia, avevo passato la mattinata a prepararmi, la gonna con la camicia che costituivano la mia uniforme mi piaceva, la gonna soprattutto mi fasciava il sedere facendolo risaltare, ci tenevo a fare bella figura, la camicia era tesa dal mio seno, come avete potuto vedere ho una terza, allora a diciannove anni, stava ancora più su, legai i capelli in una coda, quando mi guardai allo specchio mi sentivo molto sexy e professionale, ci tenevo a fare una buona impressione.
Quando ero arrivata non avevo ancora visto Massimo, quando entrai mi colpì subito, la sua somiglianza con Richard Gere, lo rendeva molto affascinante, non dimostrava neanche i suoi quarant’anni, allora non lo sapevo, ma era il comandante più giovane della flotta, lui mi mise subito a mio agio, mi diede il benvenuto, e mi parlò delle mie mansioni a bordo.
Sarà stata la mia giovane età, o la sua voce calda, ma mentre mi parlava mi sentivo già le mutandine bagnate, se ci avesse provato non avrei certo resistito, invece fu molto professionale, dopo circa una decina di minuti mi congedò dicendomi da chi dovevo presentarmi.
Ero giovane e presi il mio lavoro con entusiasmo, le prime settimane, non avevo un minuto libero, il mio capo era molto disponibile, e sapeva insegnare le cose, ben presto diventai molto pratica, e cominciai ad avere più tempo libero.
Ogni volta che incontravo Massimo, speravo che si accorgesse di me, ma lui sembrava indifferente, mi ritrovai a civettare come quando ero al liceo, ma sembrava che non avessi speranze.
Erano passati un paio di mesi, ormai ero già alla mia quarta crociera, e mi ero integrata con l’equipaggio, qualcuno ci aveva anche provato con me, ma io mi ero intestardita con Massimo, e quindi mi ero fatta la fama di ragazza riservata, avevamo appena finito una crociera, e il capo macchinista ci lasciava per andare in pensione, con mia sorpresa fui invitata alla cena che offrì per salutarci.
C’era quasi tutto l’equipaggio, fu una bella serata, io mi ero messa in ghingheri, volevo farmi notare da Massimo, avevo indossato una minigonna azzurra con una maglietta scollata bianca, avevo messo un reggiseno a balconcino che faceva sembrare ancora più grande il mio seno, una maglietta scollata lo metteva in bella vista, le mie gambe veniva slanciate da un paio di scarpe aperte con il tacco a spillo.
Quando mi videro, molti dei miei colleghi iniziarono a farmi una corte spietata, io riuscii a tenerli a bada, alla cena riuscii a sedermi accanto a Massimo, quando mi vide sembro accorgersi di me per la prima volta, avevo fatto effetto, per tutta la cena lui non mi staccò gli occhi di dosso, io ero al settimo cielo, senza accorgermene bevvi molto più di quanto ero abituata, quando la cena finì, faticavo a reggermi, Massimo fù molto carino, e si offerse di accompagnarmi, io pensavo che lui volesse provarci, e ne fui molto felice, ma quando fummo in macchina mi addormentai.
Mi svegliai nel mio letto la mattina dopo con un forte mal di testa, ero nuda nel letto, ma ero da sola, massimo mi aveva spogliato e mi aveva messo a dormire, ci rimasi molto male, ma quando vidi massimo mi accorsi che il suo comportamento nei miei confronti era cambiato, mi faceva una corte discreta, in fin dei conti era il mio capo, sulla nave c’erano poche occasioni per restare da soli, iniziai a studiare i suoi orari, mi accorsi che la mattina presto ne approfittava per andare in palestra, quando ancora i passeggeri erano a dormire, decisi di seguirlo.
Lo seguii per qualche giorno, non avevo in mente niente di preciso, mi sentivo una stupida, mi limitavo a fare degli esercizi mentre lui si allenava, senza avere il coraggio di farmi avanti,quando stavo per rinunciarci riuscii nel mio intento.
Mi ero alzata tardi, lui passava davanti alla mia cabina per andare in palestra, ero uscita di corsa avevo fatto pochi metri, quando mi accorsi di avere lasciato l’asciugamano in cabina, ritornai indietro a prenderlo, la porta rimase aperta, non sono mai stata molto ordinata, l’asciugamano era finito sotto il letto, mentre mi ero chinata per prenderlo, sentii una mano posarsi sul mio culo che era in bella mostra, cacciai un urlo e mi girai, era Massimo, era passato proprio allora, ed era entrato;
-Comandante, cosa…- balbettai, Lui mi guardò con uno sguardo che mi fece sciogliere, non disse niente, io mi ero alzata, e adesso ero davanti a lui, i nostri corpi si sfioravano, sentivo l’odore della sua pelle, era come un afrodisiaco, rimasi a fissarlo negli occhi senza dire niente, il suo sguardo sembrava che mi prendesse in giro, d’impulso mi protesi verso di lui, incollando la mia bocca alla sua, iniziai a frugare nella sua bocca con la mia lingua, le mani di Massimo si posarono sui miei fianchi muovendosi in una languida carezza, lui spinse la porta con un piede chiudendola, sempre avvinghiata a lui mi ritrovai sul letto.
Massimo afferrò la mia maglietta sfilandomela, le mie mani corsero a slacciare il mio reggiseno, mi sembrava che mi soffocasse, il mio seno apparve davanti a lui, le sue mani afferrarono i pantaloncini e gli slip sfilandomeli, rimasi nuda davanti a lui, mi sentivo la fica come se colasse, si abbassò in mezzo alle mie gambe iniziando a leccarmi, la sua lingua indugiava sul mio clitoride, facendomi ansimare, lo sentivo percorrere tutta la mia fessura, facendomi rabbrividire.
Finalmente, era da tanto che sognavo quel momento, la mia eccitazione sfociò in un orgasmo, me ne venni riempiendogli la bocca dei miei succhi, temetti di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma lui iniziò a leccare golosamente tutti i miei umori facendomi godere nuovamente, ero completamente partita, cercai di toccare il suo cazzo, ma era troppo lontano, Massimo si staccò da me e si spogliò, la visione del suo corpo nudo mi fece bagnare ulteriormente, si sdraiò accanto a me avvicinando il suo cazzo alla mia bocca, la sua testa sparì nuovamente in mezzo alle mie gambe, finimmo avvinghiati in un sessantanove.
Iniziai a succhiare il suo cazzo facendomelo scivolare fino alla gola, la mia lingua ci girava intorno, sentivo la sua consistenza nella mia bocca, nel mentre la sua lingua continuava a leccare la mia fica, a tratti afferrava il mio clitoride succhiandolo, e facendomi sussultare, io pompavo con foga il suo cazzo, volevo sentirlo fino alle tonsille.
Massimo si staccò da me, e si mise in mezzo alle mie gambe, vedevo il suo cazzo duro, lucido della mia saliva, lo sentii mentre lo strofinava sulla mia fessura, la cosa mi faceva impazzire, lo volevo sentire dentro;
-Dai, mettilo dentro, che aspetti…-
Con un colpo di reni lo infilò dentro la mia vagina, mi sentii invadere, era caldissimo, diedi un urlo di piacere, e strinsi le mie gambe intorno al suo corpo, Massimo iniziò a muoversi dentro di me, dapprima piano, tirandolo fuori per poi infilarlo di colpo, ad ogni suo affondo urlavo, mi sentivo la vagina in fiamme, lui iniziò a muoversi sempre più veloce, io mi stringevo a lui, stavo godendo, non so quanto tempo stette a pomparmi, quando esplosi in un orgasmo mi strinsi a lui graffiandogli anche la schiena, mi sentivo la fica palpitare tanto avevo goduto, lui uscì da dentro di me, il suo sesso era paonazzo, mi chinai iniziando a leccarlo, il sapore della mia vagina era mischiato al suo, io leccavo tutta la sua lunghezza, mi piaceva, volevo che godesse anche lui, iniziai a muovere la testa facendomelo scorrere in bocca, ad ogni colpo di lingua lo sentivo fremere nella mia bocca, intensificai il movimento della mia testa, uno schizzo mi colpi la gola facendomi tossire, lo tirai fuori ricevendo gli altri schizzi sulla faccia e sui capelli, quando finì me lo succhiai golosa, ripulendolo.
Con Massimo iniziammo a scopare ad ogni occasione, fino ad allora avevo fatto sesso con i miei coetanei, tanto entusiasmo ma irruenti, Massimo mi insegno a godere in modi nuovi, adorava leccarmela, facendomi impazzire, mi fece anche provare il sesso anale, fu molto delicato, non facendomi sentire dolore, iniziai a goderci fin dalla prima volta.
Il lavoro sulla nave continuava a darmi soddisfazioni, analizzando le liste dei passeggeri mi accorsi di un fatto strano, ad ogni viaggio c’era un gruppo anomalo di passeggeri, non era numeroso, ma comunque c’era ad ogni crociera, questo gruppo occupava sempre lo stesso gruppo di cabine, e usavano alcuni saloni del casinò e della discoteca per feste private, questo non era strano, ma loro li usavano per tutta la crociera.
Pensai che ci fosse qualcosa di strano, e volli parlarne a Massimo, solo dopo realizzai che se fosse stato qualcosa di illegale Massimo sarebbe stato coinvolto.
Quando lo raggiunsi gli esposi i miei dubbi, gli feci vedere le liste, e il fatto che occupassero alcuni saloni, lui mi fece parlare, mentre mi ascoltava sorrideva ironico, quando finii parlo lui;
-Grazie Anya, per aver parlato con me di questa cosa, sono contento che tu prenda il tuo lavoro sul serio, e ti sia accorta di una cosa anomala, ma io ero già al corrente della cosa.
Vedi Anya, ad ogni viaggio, noi ospitiamo un gruppo particolare di passeggeri, che tra l’altro pagano per il servizio.
Un mio amico, è proprietario di un club privè, sai cosè, vero?-, io annuii, -Qualche anno fa mi stava dicendo delle difficoltà che ci sono ad organizzare delle vacanze per scambisti, non tanto per trovare le persone, quanto a pubblicizzare la cosa, di solito i luoghi di villeggiatura non vedono di buon occhio queste cose.
Il giorno dopo io continuai a pensare a quello che mi aveva detto, allora ero secondo su questa nave, conoscevo uno dei vicepresidenti della compagnia, e gli parlai di quello che mi aveva detto il mio amico.
Nacque l’idea di riservare una parte della nave per farne un privè, la cosa viene pubblicizzata nei club privè, dove i clienti comprano il pacchetto, fanno la crociera normale, e inoltre hanno delle salette riservate organizzate come privè, dove gli altri passeggeri non entrano, e sanno che le persone che sono là hanno i loro stessi gusti.
All’inizio sembrava una stronzata, poi abbiamo avuto una marea di prenotazioni, io ci guadagnai il comando della nave, visto che il comandante di allora doveva andare in pensione.
Una parte del personale, selezionato per la discrezione, sa del gruppo, adesso lo sai anche tu, confido che saprai che la discrezione è fondamentale in certe cose-
Io stavo digerendo la notizia, all’inizio ero stupita, quando finì il discorso ero turbata, mi sentivo una vaga eccitazione.
Continuavo la relazione con Massimo, con il mio lavoro era stato uno scherzo individuare chi fossero i passeggeri ‘particolari’, ero curiosa di vedere che tipo di persone fossero, in un paio di giorni li avevo individuati tutti, erano persone normalissime, carine, ma non eccessivamente, ma il fatto che fossero scambisti, me li faceva apparire sotto una luce diversa. Cercavo di immaginarmeli mentre erano impegnati in una mega ammucchiata, più di una volta dovetti usare le dita per calmarmi.
Un altra cosa che notai fù che alle volte Massimo spariva la sera, prestai attenzione a dove andasse, e notai che le volte che spariva andava in quello che io chiamavo ormai il privè, usciva dopo alcune ore, fu così che una volta dopo aver fatto sesso gli chiesi di portami;
-Massimo, ho visto che tu vai nel privè alle volte-
-Si alcune volte ci sono persone che conosco, e mi invitano. è una cosa interessante-
-Perché non porti anche me?-
-Non so… Mi sembri un po’ giovane, anche se nessuno ti costringerebbe a fare niente, potresti essere a disagio, e poi far sentire a disagio i passeggeri-
-Se ci sarai tu non mi sentirò a disagio. A te piacerebbe vedermi scopata davanti a te?-
-Saresti una vera troietta. Chiederò se posso portare una persona, ma non ti prometto niente-
Trascorsero un paio di giorni, poi Massimo riprese il discorso;
-Anya sei sempre dell’idea di voler venire con me nel privè?-
-Certo, la cosa mi fa eccitare tantissimo-
-Ho parlato con i passeggeri, quando gli ho detto che tu vorresti partecipare sono stati entusiasti, soprattutto gli uomini, forse non te ne sarai accorta, ma riscuoti parecchio successo tra i maschietti, anche le donne si sono dette entusiaste della cosa, spero che per te non sia un problema. Comunque nessuno ti costringerà a fare niente-
L’idea che delle donne volessero fare sesso con me mi faceva eccitare ancora di più, avevo avuto qualche esperienza con una compagna di scuola, ma non eravamo andate aldilà di qualche bacetto e qualche carezza, ma adesso sarebbe stato diverso.
Accettai, Massimo ne era sicuro, aveva già detto che mi avrebbe portata l’indomani, era la giornata perfetta, il giorno dopo non dovevamo attraccare, quindi avrei avuto una giornata tranquilla.
La sera mi preparai con cura, volevo essere perfetta, avevo notato che quando andavano nel privè le donne erano vestite in abito da sera, avevo un abito da sera che mi ero portata per ogni evenienza, ma ancora non avevo avuto modo di indossare, quella mi parve l’occasione adatta.
Misi uno slippino rosa sgambato, con un ricamo davanti, non indossai il reggiseno, pensavo che non mi sarebbe servito, l’abito che avevo era nero, lungo, lasciava la mia schiena scoperta, un grande spacco laterale lasciava vedere la mia gamba ad ogni passo, misi un paio di scarpe aperte con il tacco a spillo, la mia passione, e pettinai i capelli in uno chignon, due piccoli orecchini di perle completavano il tutto, quando fini mi guardai allo specchio, mi sembrava di essere a posto per la serata.
Mi avviai verso il casinò, i miei colleghi dell’equipaggio mi fecero i complimenti per come ero vestita, dovevo averli colpiti, al casinò Massimo mi stava aspettando, quando mi vide mi venne incontro;
-Sei bellissima Anya. Farai impazzire tutti, uomini e donne-
Il suo complimento mi fece arrossire, lui non s e ne accorse, mi porse il suo braccio e ci avviammo verso l’ingresso.
Non era mai entrata nei locali riservati, non erano arredati diversamente dal salone, solo le luci erano più soffuse, quando entrammo mi sentii addosso gli occhi di tutti, sapevo che si trattava di solo sette coppie, e sapevo anche chi erano, cosi come loro sapevano chi ero io, ma ugualmente mi sentii sotto esame, mentre ci avvicinavamo al bar, le coppie si avvicinarono, le donne erano molto belle ed eleganti nei loro abiti da sera, anche gli uomini mi sembrarono molto gradevoli, Massimo iniziò a presentarmi a loro, furono molto gentili e cordiali, il mio sguardo nervoso andò al bar, dove c’era uno dell’equipaggio, Massimo si accorse del mio disagio;
-Non preoccuparti Anya, il personale di bordo che presta servizio qui e fidato e discreto-, ricordai che io avevo scoperto questi passeggeri per caso, ma era da molto che le crociere venivano fatte, quindi la loro discrezione era assoluta, questo mi tranquillizzò.
La serata iniziò a scorrere abbastanza noiosa, io mi aspettavo chissà che cosa, ma le persone conversavano, bevevano, qualcuno ballava, ma erano tutte cose che si facevano anche negli altri saloni, iniziavo a essere delusa, Massimo mi invitò a ballare, in quel momento c’era un lento, Mi strinsi a Massimo mentre mi facevo cullare dalla musica, mentre ero abbracciata a lui, sentii una mano posarsi sulle mie spalle, trasali e mi girai, era una delle donne che si era avvicinata a noi, era una bionda con due grandi occhi azzurri, mi sorrise mentre si stringeva a me, sentii il suo seno attraverso il tessuto che premeva sulla mia schiena, la sua bocca depositò un bacio sul mio collo scoperto, un brivido mi percorse, mi strinsi a Massimo, la mano dalle mie spalle scese fino a infilarsi nella scollatura del mio vestito, la sentii cercare il mio capezzolo mentre le sue labbra continuavano a baciare il mio collo.
Spinsi il mio corpo per aderire meglio al suo, anche l’altra mano si infilò nella mia scollatura giocando con l’altro capezzolo, girai la testa porgendo la mia bocca alla donna, la sua lingua iniziò a massaggiare piano le mie labbra, Massimo mi lasciò, mi ritrovai tra la braccia di quella donna, chiusi gli occhi abbandonandomi ai suoi baci, mentre la sua lingua iniziava a intrecciarsi con la mia sentii altre mani che toccavano il mio corpo, aprii gli occhi e vidi che un altra donna si era avvicinata a noi, aveva iniziato a slacciare il mio vestito che scivolò a terra, le mani delle due donne adesso toccavano la mia pelle, i miei seni si stavano strofinando sul petto della bionda, i miei capezzoli venivano carezzati dalla seta del suo vestito, mentre le labbra dell’altra donna passavano lievi sulla mia schiena, brividi di piacere percorrevano il mio corpo.
Le mani della donna alle mie spalle, abbassarono le mie mutandine ormai umide, ero al centro dell’attenzione, adesso mi trovavo nuda tra di loro, due uomini si avvicinarono a noi, presero le mie mani posandole sui loro cazzi già duri, che avevano tirato fuori dai pantaloni, il mio sguardo cercò Massimo, cercavo la sua approvazione, lui mi rivolse un sorriso lascivo, era il suo invito a lasciarmi andare, non aspettavo altro, mi chinai tra i due uomini, le mie mani carezzavano i loro cazzi duri, stetti a guardare, mentre li sentivo caldi e pulsanti, iniziai a leccarli, dapprima piano, dando piccoli colpi di lingua, poi sempre più velocemente, fino a ingoiarli completamente, mi piaceva sentirli dentro la mia bocca, sentivo la mia fica colare dall’eccitazione, mentre stavo dedicandomi ai due uomini, vidi altri cazzi duri puntare al mio viso, anche gli altri uomini si erano avvicinati, e volevano assaggiare la mia bocca.
Massimo era poco lontano, una donna dai capelli neri, era china tra le sue gambe intenta a succhiare il suo cazzo, mi sentii in competizione, iniziai a succhiare quei cazzi duri che puntavano verso di me, ingoiavo e pompavo passando da uno all’altro, mi muovevo freneticamente, il sapore di quegli uomini si mischiava nella mia bocca.
Una delle donne si insinuò sotto di me, la sua lingua iniziò a leccare la mia fica, sentivo la sua lingua muoversi mentre i miei umori le colavano in bocca, la situazione era troppo per me, mi sciolsi in un primo orgasmo, la donna raccolse tutti i miei umori, le mani degli uomini toccavano ogni centimetro del mio corpo, mentre io continuavo a succhiarli, due braccia forti mi sollevarono, mi ritrovai seduta su uno dei divanetti della sala, uno degli uomini era tra le mie gambe, il suo cazzo duro, puntò verso la mia fica, penetrandomi, entrò di colpo fino alle palle, lo sentivo mentre mi riempiva, ad ogni affondo sbatteva sul mio culo, un cazzo spinse sulle mie labbra, mi trovai a succhiare mentre venivo scopata, era una sensazione nuova, ma piacevole, la mia troiaggine stava venendo fuori, i colpi che ricevevo mi facevano godere, Un orgasmo improvviso mi colse, mi agitai sotto i colpi che ricevevo, strinsi le mie gambe attorno all’uomo che mi scopava, lo sentii contrarsi, il suo sperma si mischiò ai miei umori che colavano dalla mia fica, sentivo un rivolo che usciva e mi bagnava fino al mio buchino, la cosa faceva aumentare il mio godimento.
Succhiai con più forza il cazzo che avevo in bocca, da quel momento gli uomini si alternarono nella mia fica, persi la cognizione del tempo, il mio corpo era solo teso a raggiungere il massimo piacere, ricevetti uno schizzo in bocca, cercai di ingoiare tutto, ma già un altro cazzo prendeva il suo posto, una delle donne si era avvicinata, e adesso la sua lingua leccava i miei capezzoli, mentre la sua mano titillava il mio clitoride, io ansimavo dal piacere, solo ogni tanto toglievo il cazzo che avevo in bocca per chiedere che mi scopassero ancora di più.
Uno degli uomini si sedette sul divano, venni fatta sedere su di lui, mi calai sul suo cazzo duro impalandomi, iniziai a muovermi, lasciandomi calare con forza su di lui, ero riuscita a prendere in bocca un altro di quei cazzi che mi circondavano, ero in pieno delirio, mentre continuavo a cavalcare l’uomo seduto, qualcuno iniziò a leccare il mio culetto, non mi girai neanche, la cosa mi piaceva, succhiai più forte il cazzo che avevo in bocca, le lingua venne presto sostituita da un dito che si faceva strada nel mio buchino, le dita divennero due, poi sentii qualcosa di più grosso spingere per entrare, per un attimo ebbi paura, poi nel pieno del delirio, mi fermai sporgendo il culo, sentii che spingeva ancora di più, la mia fica piena rendeva la cosa difficoltosa, poi sentii il mio culo cedere, un palo duro mi invase strappandomi un urlo, ancora adesso non so se era dolore o piacere, l’uomo iniziò a muoversi dentro il mio culo, sentivo i due cazzi che si toccavano dentro di me, adesso non mi muovevo, i miei movimenti erano dati dai colpi che ricevevo, mi mancava il fito, sentivo il culo e la fica bruciarmi, cercai il cazzo che stavo succhiando prendendolo in bocca, adesso ero completamente riempita, ero una bambola nelle loro mani, sentivo un unico incontenibile orgasmo percorrer il mio corpo.
Penso che tutti gli uomini presenti vennero dentro di me, non mi ricordo più, ricordo solo quanto godetti, finita la serata Massimo mi riaccompagnò in cabina, ero distrutta, il giorno dopo dormii fino a tardi.
Dopo quella volta partecipai altre volte a quelle serate, mi piacevano, finché ad una crociera conobbi Frank, doveva dirigere la filiale della compagnia in questo porto, e visto che conosceva Massimo aveva deciso di venire in nave, quando massimo ci presentò sentii una scintilla, lui mi fece una corte spietata, io capii che mi ero innamorata, volevo essere sincere con lui e gli dissi della mia relazione con Massimo, e delle mie serate al privè, lui mi stupì, era un appassionato di sesso di gruppo, passammo la crociera insieme, coinvolgendo Massimo, quando sbarcò mi chiese se volevo sposarlo, io accettai, chiesi di essere trasferita a terra, Massimo mi appoggiò, parlando con il vicepresidente che conosceva, e io venni trasferita a terra.
Ogni tanto Massimo passa da noi, e passiamo splendide serate, ieri ci ha telefonato dicendoci che voleva preparare una sorpresa a una persona, e noi abbiamo accettato con entusiasmo.
Questo è tutto.

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Scritto in collaborazione con Reby

Ci ha telefonato dicendo che voleva preparare una cosa particolare per una coppia, che eravate voi, quindi mi chiedevo da quanto tempo vi conoscevate….-
-L’abbiamo conosciuto in questa crociera, è stata una cosa fortuita…- Giorgio e Rebecca le raccontarono cosa era successo in quei giorni di vacanza, la ragazza li stette a sentire in silenzio fino a quando smisero di parlare.
-Beh, vi state sicuramente regalando una vacanza particolare. Massimo e Frank hanno lasciato libera la doccia, gli asciugamani sono nel mobiletto del bagno. Io vado a raggiungerli-
Li lasciò da soli, Giorgio e Rebecca si diressero verso il bagno, Rebecca si infilò sotto la doccia, l’acqua le lavava via la stanchezza dell’amplesso di poco prima, si sentì rigenerata, uscì lasciando il posto al fidanzato, si asciugò e rimise i vestiti che aveva prima, le sue mutandine erano ancora bagnate dei suoi umori, prima di indossarle le annusò, l’odore della sua fica le riempì le narici.
Finito di vestirsi asciugò i lunghi capelli biondi, mentre Giorgio finiva di asciugarsi e vestirsi.
Si erano appena rivestiti quando entrò il comandante, in mano aveva tre bicchieri, la superficie era appannata, ne porse uno ciascuno a Giorgio e Rebecca, che accettarono con piacere;
-Alla vostra…-, disse alzando il bicchiere, anche loro risposero al brindisi, finito di bere Massimo si rivolse a Rebecca;
-Piaciuta la sorpresa che abbiamo organizzato con il tuo fidanzato?-
-Molto, lui non mi aveva detto niente-
-Adesso cosa fate?-
-Ritorniamo a bordo, è stata una mattinata stancante-
-Bene ci rivedremo questa sera, io resto ancora qualche ora-
Rebecca e Giorgio salutarono Anya e Frank, ringraziandoli per l’ospitalità, e si avviarono verso la nave, rimasero in silenzio per un po”.
-Che ne pensi di quello che ha detto Anya?-, Il tono di Rebecca era incuriosito;
-Di cosa?-
-Del fatto che una parte dei passeggeri sta facendo una crociera come in club privè-
-Devo dire che è una cosa particolare, non lo avrei immaginato, sicuramente si divertiranno-
-Secondo te chi sono-
-Possiamo chiederlo al comandante, anche se mi sembra di essere indiscreto-
-Ti piacerebbe se partecipassimo?- Il tono di Rebecca era tra l’eccitato e l’incuriosito, i suoi occhi brillavano mentre fissava Giorgio;
-Potrebbe essere un idea…-, si guardarono con un sorriso complice;
-Intanto appena arriviamo sulla nave possiamo guardare questa-
Giorgio aveva indicato la video camera, Rebecca sentì una fitta alla vagina, nel pensare che tutto il suo amplesso era stato registrato, e pensare che Giorgio neanche voleva portarla la videocamera.
Appena tornati sulla nave si diressero verso la loro cabina, Rebecca era impaziente di vedere la cassetta, mentre si avviavano, videro una figura sbracciarsi e chiamarli;
-Ehi… Rebecca, Giorgio… Sono qui-
Aguzzarono la vista, e riconobbero Sara, il suo corpo era coperto da un piccolo costume nero, quando si avvicinò li saluto entusiasta;
-Ciao, vi ho cercato ma non vi ho visto. Volevo ringraziarvi per ieri sera…-
-Ma noi non abbiamo fatto niente…-
-Si invece, se non mi aveste fatto venire a cena con voi, sarei rimasta in cabina a piangermi addosso, invece grazie a voi ho conosciuto Dario e Tony. Ieri sera ho passato una nottata incredibile, volevo ringraziarvi, ma non vi ho visto-
-Siamo scesi a terra…-
-Si, Giorgio mi ha preparato una sorpresa, una piacevole sorpresa-
-Sono indiscreta se chiedo di che si tratta?-
Rebecca e Giorgio si fissarono, poi Rebecca si rivolse a Sara con un tono malizioso;
-No, se vuoi vedere di cosa si tratta, puoi venire con noi-,
-Certo, andiamo adesso?-
I tre si diressero verso la cabina, appena entrati Giorgio collegò la videocamera al televisore, Rebecca e Sara si erano sedute sul letto, Giorgio accese la videocamera e si sedette accanto a loro.
Le prime immagini mostravano Rebecca sola nella stanza, appena entrarono i due uomini Sara sussultò, aveva riconosciuto il comandante, le immagini iniziavano a farsi sempre più calde, adesso mostravano Rebecca impegnata a soddisfare i due uomini, Sara si girò a guardare Giorgio, vide che la sua mano si era infilata sotto la gonna di Rebecca, e i suoi pantaloni mostravano un rigonfiamento, che la mano di Rebecca carezzava.
Mentre sullo schermo scorrevano le immagini,Sara sentiva l’eccitazione farsi strada dentro di lei, la sua mano aveva iniziato a carezzare il suo clitoride attraverso la stoffa del costume, i due se ne accorsero, la mano di Rebecca si era insinuata sotto gli slip di Sara, lei la lasciò fare, le sue dita cercarono la sua fessura infilandovisi, la fica di Sara era bagnata dall’eccitazione, iniziò a muovere le sue dita toccando il suo clitoride, accanto a loro Giorgio slacciò il reggiseno di Sara, la sua lingua iniziò a muoversi sui suoi capezzoli passando da uno all’altro, Sara li lasciava fare, guardava affascinata le immagini sullo schermo, il viso di Rebecca trasfigurato dal piacere, sembrava che la fissasse,.
Rebecca si inginocchiò davanti a lei, la sua testa si tuffò tra le sue gambe iniziando leccare il suo clitoride, gli umori che colavano bagnavano la bocca di Rebecca, lei leccava infilando la sua lingua a fondo, Sara si era chinata verso i pantaloni di Giorgio, le sue mani avevano tirato fuori il suo cazzo già duro iniziando a succhiarlo, la sua lingua cercava di avvolgerlo, sentiva la lingua di Rebecca muoversi frenetica sul suo clitoride, l’eccitazione saliva dentro di lei, il suo sguardo era fisso sulle immagini che continuavano a scorrere, nel vedere Rebecca che accoglieva i due cazzi contemporaneamente se ne venne, Rebecca leccò golosa i succhi del suo piacere.
Rebecca si spostò accanto a Sara, la sua lingua iniziò a leccare il cazzo di Giorgio, le due ragazze si passavano l’asta nelle loro bocche, succhiando alternativamente, dopo un paio di minuti di quel doppio lavoro Giorgio spruzzò nella bocca di Sara, lei strinse le labbra inghiottendo tutto, quando sentì che gli schizzi erano finiti, aspirò con forza e pompò un altro paio di volte, ripulendo tutto.
Rimasero su letto a vedere la fine del filmato, quando finì Sara commentò;
-Incredibile, mi sarebbe piaciuto esserci, spero che la prossima volta mi inviterete-
Rebecca e Giorgio si guardarono un attimo, i loro sguardi esprimevano la stessa domanda, ‘potevano dirle del privè sulla nave?’.
-Rebecca, parliamo al comandante anche di Sara?-
-Di cosa dovete parlargli?-
-Di una cosa che abbiamo saputo, per adesso non possiamo dirti di più, ma se va bene ti diremo tutto-
Sara accettò la loro spiegazione, si ritirarono nelle loro cabine, era stata una giornata piena.
Verso sera la nave si stava preparando a salpare, quando furono usciti dal porto Giorgio e Rebecca si recarono a cena, cercarono Massimo, ma non lo videro, doveva ancora essere occupato con le manovre della nave.
Dopo cena, mentre erano al bar videro Massimo, aspettarono che fosse solo e si avvicinarono;
-La mia coppia di viaggiatori preferita, come va’?-
-Bene, volevamo chiedere una cosa. Anya ci ha parlato di un gruppo di passeggeri particolari…-
-…e vi chiedevate se si potesse partecipare-, Massimo li aveva prevenuti, stettero un attimo in silenzio, pensando di aver esagerato;
-Non lo so, dovrei chiedere. Però siete fortunati, in questo viaggio cè un mio amico, chiederò e vi faccio sapere-
-Senti, volevo chiederti se eventualmente potrebbe venire anche Sara…-
-La brunetta che era con voi l’altra sera?-
-Si proprio lei-
-Chiederò. Ma non vi garantisco niente, saranno loro a decidere, in fin dei conti pagano per la loro privacy. Vorranno sapere chi siete, domani mattina andate in piscina, in questo modo faccio prima a dirgli chi siete-
-Grazie-
Giorgio e Rebecca guardò il comandante recarsi verso una delle porte del salone, e sparire dietro di essa, adesso potevano solo aspettare, si recarono alla discoteca, ma erano troppo nervosi rimasero per poco e si ritirarono nella loro cabina.
La mattina dopo erano già svegli di buon ora, aspettarono che fossero almeno le otto, poi si recarono da Sara;
-Ma cosa fate in piedi a quest’ora?-
-Dai Sara metti il costume che andiamo in piscina-
-Adesso? Ma non ci sarà nessuno-
-Meglio, così stiamo tranquilli-
Giorgio e Rebecca stavano aspettando che Sara si preparasse, lei li guardò, poi decise che al massimo avrebbe dormito in piscina, indossò il costume e li seguì.
Quando arrivarono non c’era nessuno, Sara si sdraiò su uno dei lettini, Giorgio e Rebecca si tuffarono facendo qualche bracciata, poi la imitarono, la piscina iniziò a popolarsi lentamente, verso la tarda mattinata il comandante si avvicinò, le ragazze si erano addormentate, Giorgio si alzò per non disturbarle e si diresse verso il comandante.
-Ieri sera ho parlato con il mio amico, ne hanno parlato tra di loro, non hanno voluto vedere chi eravate, si fidano della descrizione che gli ho dato, vi invitano per questa sera, l’invito vale anche per Sara-
-Bene, vado a dirlo alle ragazze-
Eccitato si avvicinò ai lettini, scosse piano le ragazze che aprirono gli occhi, Rebecca si mise subito a sedere, impaziente di sapere la risposta, Sara invece li guardo pigramente;
-Sara dobbiamo dirti una cosa…-, rapidamente la misero al corrente del privè sulla nave, adesso Sara si era svegliata completamente, la sua attenzione era al massimo, come anche il suo stupore;
-Cavolo non avrei mai pensato una cosa del genere…-
-E non è tutto, abbiamo chiesto se potevamo partecipare a qualche serata, è il gruppo ha accettato, ci hanno invitati per questa sera…-
-Cavolo ragazzi, avete deciso di darci dentro…-
-L’invito è esteso anche a te, se vuoi venire…-
Il viso di Sara assunse un espressione sorpresa, era senza parole, temendo di avere sbagliato Rebecca la rassicurò;
-Non preoccuparti, diremo che non te la sentivi, scusa se non te l’abbiamo chiesto prima…-
-No, no, voglio venire, e che mi avete colto di sorpresa. Ma al diavolo, sono in vacanza, sarà un esperienza nuova-, stette un attimo in silenzio -certo che con voi non ci si annoia-
Trascorsero il resto della mattinata a parlare della imminente serata, dopo pranzo si recarono nelle loro cabine.
Nel tardo pomeriggio Giorgio lasciò Rebecca in cabina, senza dirle dove andava, tornò dopo qualche ora, Rebecca stava facendo una doccia per prepararsi, tra poco sarebbero andati a cena, e dopo avrebbero avuto una serata particolare.
Giorgio era appena rientrato,posò il grande pacco che aveva portato sotto il letto, aveva appena finito che Rebecca uscì dalla doccia, l’abbronzatura dorata della sua pelle metteva in risalto il suo corpo;
-Dove sei stato?-
-Poi te lo dico-
Giorgio si spogliò per fare una doccia anche lui, Rebecca finiva di asciugare i lunghi capelli biondi, perse tempo per acconciarli,quando ebbe finito aprì l’armadio per scegliere cosa mettere, voleva essere elegante, indossò un paio di slip con un leggero ricamo e un reggiseno in tinta, poi iniziò a esaminare i vestiti con aria critica, ne scartò alcuni, non si accorse che Giorgio era uscito dalla doccia e la guardava;
-Cosa fai?-
-Sto scegliendo un vestito, tu quale dici che dovrei mettere?-
Alzò due vestiti da sera eleganti, uno nero corto, e uno rosso più lungo, Giorgio li guardò con aria critica;
-Secondo me dovresti mettere questo-
Così dicendo porse a Rebecca il pacco che aveva portato, Rebecca lo prese e lo aprì, tirando fuori un abito lungo color aragosta, la seta era morbidissima al tatto, lo aveva visto sulla boutique della nave il giorno prima, e Giorgio era andato a comprarglielo.
Si butto tra le braccia del fidanzato stampandogli un grande bacio sulle labbra;
-Sei un tesoro. è Magnifico…-
-Guarda meglio nella scatola, non è finita-
Rebecca osservò un altro pacchetto, lo aprì, un paio di sandali aperti con un tacco a spillo altissimo, e tempestati di cristalli swarozki, completavano il vestito, rimase a bocca aperta, osservò meglio il vestito, aveva una lunga scollatura sulla schiena, slacciò il reggiseno e se lo fece scivolare addosso, la seta drappeggiò il suo corpo tendendosi sul suo seno, lo spacco laterale mostrava la sua gamba abbronzata ogni volta che faceva un passo, indossò le scarpe osservando il risultato allo specchio, la schiena era nuda fin quasi al sedere, i capelli, che aveva acconciato alti, la lasciavano in vista.
Vide riflesso il suo fidanzato che la guardava con desiderio, si girò verso di lui;
-Sei sicuro di voler andare?-,
-è tu?-
-Si-, La sua voce non tradiva incertezza, solo eccitazione;
-Bene, allora finisco di prepararmi-
Giorgio indossò un completo scuro con una camicia bianca, stava per mettere una cravatta, ma Rebecca gliela tolse slacciandogli la camicia;
-Stai benissimo così-
Uscirono dalla cabina, bussarono alla porta di Sara, che aprì subito, anche lei era pronta, vestita con un abito scuro, con una profonda scollatura che metteva in vista il suo seno, il capelli le cadevano morbidi intorno al viso.
Tutti e tre si recarono a cena, a causa del nervosismo mangiarono pochissimo tutti e tre, finalmente la cena finì, il tempo sembrava non passare mai, quando videro avvicinare il comandante tirarono un sospiro di sollievo, finalmente sarebbero andati nella saletta riservata.
-Salve, Rebecca, Sara… Siete bellissime, sarete le più ammirate, vogliamo andare?-
Tesi e nervosi lo seguirono verso le salette riservate, il comandante aprì la porta e li fece entrare, di rimo acchito restarono quasi delusi, le salette erano una copia del casinò della nave, piccoli divani dove sedersi, una musica soft si diffondeva per gli ambienti, appena entrati tutti gli sguardi furono su di loro, stettero un lungo istante sotto esame, ne approfittarono per osservare le persone nella sala, videro sette coppie, ma non sapevano se erano tutte, altri persone, uomini e donne erano sparsi per la sala, sembravano di età tra i venticinque e i quarant’anni, le donne erano molto eleganti, evidentemente non volevano sfigurare nel confronto con le nuove arrivate, gli uomini avevano un aspetto simpatico.
Un uomo di circa quarant’anni si fece loro incontro;
-Ciao Massimo, loro sono i tuoi amici?-
-Rebecca, Sara, vi presento Claudio, lui è Giorgio-
Massimo fece rapidamente le presentazioni, Claudio era simpatico, e sapeva far sciogliere la tensione, li guidò nel locale presentandoli alle altre persone presenti, tutti furono cordiali, mettendoli a proprio agio, iniziarono a scambiare qualche parola, dopo qualche minuto si sentivano a proprio agio, mentre Giorgio e Rebecca parlavano con una coppia si avvicinò Claudio;
-Giorgio, questa sera avevamo in programma un gioco, volevamo chiederti se volevi partecipare…-
-Di cosa si tratta?-
-Un gioco di carte, solo che la posta è particolare…-
-Cioè?-
-Ognuno dei giocatori mette come posta la propria donna. Ti va di partecipare? Ad uno dei tavoli manca un giocatore-
-Rebecca, vuoi essere la mia posta?-
Rebecca lo guardò, l’idea di essere giocata a carte la faceva eccitare, lo fissò con uno sguardo languido;
-Certo-
-Bene noi ci stiamo, Rebecca vogliamo chiedere anche a Sara?-
-Mi sa che la vostra amica ha già trovato compagnia-, le parole di Claudio furono accompagnate da un cenno degli occhi, si girarono e videro Sara scherzare con due uomini.
-Bene vogliamo accomodarci al tavolo verde?-
Giorgio e Rebecca seguirono Claudio nella saletta vicina, c’erano alcuni tavoli, tutti per quattro giocatori, Claudio li accompagnò ad un tavolo dove mancava il quarto, e li presentò, i tre uomini seduti erano simpatici, con uno sguardo malandrino, non dovevano avere più di quarant’anni, dietro ciascuno di loro c’era una donna, le donne erano carine, ma in Rebecca spiccava in mezzo a loro, quando Giorgio si sedette, le donne sorrisero cordiali, gli uomini invece squadrarono Rebecca con sguardo concupiscente, Claudio attiro l’attenzione battendo le mani;
-Questa sera abbiamo una nuova coppia, ricordo le regole a loro beneficio, si gioca a Blak Jack, vince sarà chi si aggiudica più mani su dieci, la sua compagna sarà a disposizione del vincitore, per la serata, e il suo compagno non potrà toccarla, le signore sono d’accordo con il regolamento?-
Un ‘SI’ risuonò nel salone
-Bene signori, potete giocare-
-La carta più alta tiene il banco-
Aveva parlato uno degli uomini al tavolo, distribuendo una carta ciascuno, quando Giorgio girò la sua vide che aveva un cinque, uno degli uomini pescò un re, il banco era assegnato.
La prima mano vide Giorgio fare 21, mentre già pensava di aver vinto la mano il banco chiamò quattro carte eguagliando il suo punteggio;
-21, vince il banco-, era il vantaggio del banco.
Continuarono a giocare, Giorgio vinse una mano, due uomini avevano già vinto tre mani, lui solo una, e restava solo una mano, ormai era chiaro che lui non avrebbe vinto, all’ultimo giro, l’uomo che aveva vinto due mani si aggiudicò la terza, i tre erano in parità;
-In caso di parità cosa si fa?-, chiese Giorgio
-Dipende, se la signorina è d’accordo possiamo riscuotere il premio tutti e tre, altrimenti possiamo fare uno spareggio…-
Gli sguardi si fissarono su Rebecca, anche le donne stavano aspettando una sua risposta, lei guardò il suo fidanzato, ;
-Posso Giorgio?-
-Se vuoi, si-
Rebecca guardò nuovamente i tre uomini, poi assentì in silenzio.
I tre che avevano vinto si avvicinarono a Rebecca, lei guardò un attimo Giorgio, vide che la sconfitta lo aveva abbattuto, diede a Giorgio un fugace bacio, i tre uomini la portarono verso uno dei divanetti che c’erano nella sala, nella luce soffusa della sala i capelli biondi e il vestito di Rebecca spiccavano, suo malgrado Giorgio si avvicinò per guardarla mentre i vincitori prendevano il loro premio.
I tre uomini non avevano certo fretta, le loro mani iniziarono a carezzare il corpo di Rebecca, si muovevano piano sulla sua pelle insinuandosi sotto il tessuto morbido, Rebecca si stava abbandonando alle loro carezze, uno degli uomini si era appoggiato alla sua schiena iniziando a baciare il suo collo scoperto, lei chinò il capo di lato per favorire la sua manovra, la lingua dell’uomo percorse piano il suo collo fino a solleticarle l’orecchio, davanti a lei uno degli altri due aveva risalito la sua gamba dallo spacco del vestito, la sua mano adesso spostava il bordo dei suoi slip già bagnati, e carezzava il suo clitoride, la lingua dell’altro uomo aveva cercato la sua bocca, le loro linguae si intrecciavano, Rebecca massaggiava piano quella lingua nella sua bocca.
Una delle donne che erano in palio assieme a Rebecca si avvicinò a Giorgio;
-Certo che la tua ragazza è proprio bella-
-Già, sono io che sono un incapace al gioco…-
-Non prendertela, hanno voluto farti uno scherzo…-
-In che senso?-
-I tre che hanno vinto sono dei professionisti, girano i vari casinò giocando, e vincono. Qui ogni tanto fanno uno scherzo hai nuovi arrivati, dubito che li avresti potuti battere-
Giorgio guardò Rebecca, a cui avevano sfilato l’abito, il suo corpo abbronzato adesso era coperto solo dallo slippino, le mani degli uomini toccavano ogni cm della sua pelle, il suo respiro era affannoso, anche le sue mani cercavano i tre uomini;
-Comunque meriti un premio di consolazione-
La donna accanto a Giorgio aveva posato la sua mano in mezzo alle sue gambe, il cazzo di Giorgio, già duro, sussultò, le dita abili della donna slacciarono i suoi pantaloni, tirandolo fuori, la donna iniziò a muovere la mano in una lenta carezza, lo sguardo di Giorgio ritornò su Rebecca.
Adesso i tre uomini avevano tirato fuori i loro cazzi, Rebecca era inginocchiata in mezzo a loro, le sue mani stringevano quei cazzi che puntavano al suo viso, con la lingua dava piccoli colpi sulla punta alternandoli nella sua bocca, i tre premevano verso di lei, lei faceva scivolare quei cazzi nella sua bocca, ingoiandoli fin quasi alla base, muoveva veloce la testa per poi passare ad un altro, Giorgio poteva vedere quei cazzi lucidi di saliva sparire nella sua bocca, mentre lei muoveva rapida la testa.
La donna accanto a lui si era chinata davanti a lui, Giorgio sussultò quando lei passò la sua lingua sul suo cazzo, la sua mente era concentrata su Rebecca, ma il suo corpo reagiva alla bocca esperta della donna.
I tre uomini avevano fatto sedere Rebecca sul divanetto, uno di loro era chinato davanti a lei, la sua testa spariva tra le sue gambe, Rebecca succhiava il cazzo di uno mentre l’altro succhiava i suoi seni, sentiva la lingua dell’uomo muoversi veloce sul suo clitoride, intrufolarsi dentro la sua fica, per poi scendere fino a solleticarle il culetto, risalendo leccava goloso gli umori che colavano dalla sua fica, l’eccitazione di Rebecca era salita, si sentiva prossima a raggiungere l’orgasmo, ma non voleva raggiungerlo, adorava le sensazioni che il suo corpo le dava prima di esplodere per il piacere, l’uomo che succhiava i suoi seni si staccò porgendole il suo cazzo da succhiare, lei cercò di infilarlo nella sua bocca assieme all’altro, poi iniziò a succhiarli alternativamente, le sue guance si incavavano ad ogni risucchio, i suoi occhi luccicavano nella penombra.
L’uomo tra le gambe di Rebecca aveva smesso di leccarla, adesso puntava il suo cazzo duro verso la sua fica bagnata, spinse piano entrando dentro, Rebecca sentì il cazzo occupare la sua vagina, il calore che sentiva si fondeva con il calore del cazzo che la penetrava, l’uomo entrò fino a toccare il bacino di Rebecca, poi iniziò a muoversi dentro di lei, affondava i suoi colpi con forza, facendola sussultare, la vagina lubrificata dai liquidi che erano colati fino a poco prima avvolgeva l’asta stringendola in una calda morsa.
Rebecca strinse le labbra attorno al cazzo che stava succhiando, il suo corpo fu percorso da una scossa elettrica, l’orgasmo che aveva cercato di rimandare la colse improvviso e violento, l’uomo che la scopava, sentì la sua vagina contrarsi attorno al suo cazzo, gli spasmi dell’orgasmo continuarono, l’uomo se ne venne con un grugnito riempiendo la sua fica, continuò a pomparla mentre la riempiva, lo sperma si mischiava ai liquidi vaginali colando fino al buchino di Rebecca.
Giorgio la guardava mentre la donna succhiava il suo cazzo duro, il suo sguardo si incrociò con quello di Rebecca, quasi se ne venne guardandola, osservò Rebecca cambiare posizione.
Rebecca si girò, uno egli uomini si posizionò dietro di lei, con un colpo secco penetrò la sua vagina, strappandole un urletto, un cazzo duro occupò la sua bocca, zittendola, la sua mano si strinse attorno al cazzo dell’uomo che era venuto dentro di lei, iniziò a carezzarlo in una lenta sega, voleva che tornasse duro, l’uomo dietro di lei la stava scopando con grandi colpi di reni, ad ogni affondo il cazzo che aveva in bocca le arrivava quasi fino alla gola, la sua mano si muoveva veloce, sentiva il cazzo che stava di nuovo acquistando consistenza, lasciò il cazzo che stava succhiando e lo imboccò, sentì sulla lingua il sapore dello sperma misto ai suoi umori, la sua lingua si muoveva attorno all’asta, lo sentiva diventare sempre più duro nella sua bocca, dietro di lei l’uomo continuava a pomparla tenendola per i fianchi, il suo sguardo vagò un attimo per la sala, i divanetti erano occupati da coppie o gruppi.
Rebecca si sentì invadere da un liquido caldo, l’uomo che la stava scopando se ne era venuto dentro di lei, lo senti uscire da dentro di lei, l’ultimo che non l’aveva ancora scopata si posizionò per prendere il suo posto, Rebecca pregustava la sensazione che avrebbe dato alla sua fica, l’uomo strusciò il suo cazzo sulla sua vagina, poi premette sul suo buchino, Rebecca si irrigidì un attimo, poi rilassò i muscoli, anche se l’aveva fatto solo due giorni prima, voleva riprovare quelle strane sensazioni che la penetrazione anale le aveva dato, l’uomo spinse con forza, il buchino fece resistenza, Rebecca strinse i denti, Stava per dirgli di smettere, quando sentì il suo culo cedere, la punta entrò , il cazzo dell’uomo era stretto dal muscolo.
L’uomo iniziò ad affondare piano, ritraendosi per poi rientrare un po di più, Rebecca sentiva il suo intestino invaso da quel palo duro, ad ogni affondo le sembrava che qualcosa occupasse tutto il suo stomaco, la sua mano corse al suo clitoride iniziando a masturbarsi furiosamente, dolore e piacere si accavallava nella sua mente, si ritrovò nuovamente la bocca occupata dal cazzo di uno degli uomini, l’uomo iniziò a muovere il bacino scopandola nella bocca, lei si concentrava sul cazzo che le sfondava il culo, adesso era entrato tutto dentro, si sentiva aprire in due, le sue dita si muovevano veloci sul suo clitoride mentre succhiava il cazzo che aveva in bocca.
L’uomo che la inculava aveva iniziato a muoversi dentro di lei, usciva piano per poi riannodare dentro di lei, ad ogni affondo le mancava il fiato, l’uomo aumento piano il ritmo, ad ogni colpo si abituava a sentirsi invasa, le sensazioni del clitoride stavano passando anche al suo culo, Rebecca sentiva un grande fuoco bruciarle dentro, non capiva se partiva dalla vagina, o se era il cazzo che la sfondava, il suo corpo era percorso da mille scosse elettriche.
Rebecca sentì il suo corpo trafitto da mille aghi, un nuovo orgasmo era salito dentro di lei, le gambe non la ressero, si accasciò sul divano, sfilandosi dall’uomo che la inculava, l’uomo si sedette sul divano facendola salire sopra di lui, Rebecca si lasciò cadere in grembo all’uomo, il suo cazzo entrò dentro la sua fica riempendola, e sensazioni di piacere continuavano ad inseguirsi, Rebecca stava godendo con tutto il corpo, si dimenava sopra l’uomo cavalcandolo scompostamente, uno degli altri due si posizionò dietro di lei, l’uomo che la scopava le tenne le natiche spalancate, il cazzo dell’uomo si appoggiò al suo culo, ancora dilatato per la penetrazione precedente, il cazzo entrò nel suo culo riempiendola, Rebecca urlò quando si sentì riempire, poi si avvinghiò all’uomo sotto di lei, l’altro uomo iniziò ad affondare i suoi colpi, a Rebecca sembrava che i due cazzi le occupassero tutto lo stomaco, si rilassò lasciando che i due uomini la riempissero.
Giorgio continuava a guardare la scena, quasi non badava alla donna che stava succhiando il suo cazzo, la sua attenzione era presa da Rebecca, il vederla presa trai due uomini lo eccitava, ma al tempo stesso avrebbe voluto che fosse solo sua, vide i due uomini uscire da dentro Rebecca, i loro cazzi duri puntavano verso di lei, presero a menarli furiosamente schizzando addosso a Rebecca, il suo corpo fu segnato da lunghe strisce bianche, quando finirono lei li attirò a se succhiandoli fino a ripulirli completamente.
Nel vedere la scena Giorgio se ne venne nella bocca della donna che lo stava succhiando, la donna strinse le sue labbra accogliendo gli schizzi nella sua bocca, i tre uomini avevano salutato Rebecca, lui lasciò la donna avvicinandosi alla fidanzata;
-Come stai tesoro?-, chiese premuroso
-Stanca, ma …woww-
Entrambi si misero a ridere, con lo sguardo cercarono Sara, la intravidero in fondo alla sala, due uomini erano su di lei;
-Anche Sara si sta divertendo-

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Rimasero a guardare i gruppi che si erano formati nella sala, Rebecca riprendeva fiato, le loro vacanze erano molto diverse da come le avevano immaginate, più divertenti ma diverse.
In fondo alla sala diversi uomini si avvicendavano attorno a Sara, Rebecca si strinse a Giorgio.
-Allora, cosa vi è parso della nostra serata?-
Claudio era apparso davanti a loro, dall’aspetto doveva essersi divertito anche lui;
-Un po’ mi è dispiaciuto perdere la partita, ma a Rebecca no.-
-Spero non te la sia presa, era solo uno scherzo, comunque volevo dirvi che siete i benvenuti per tutta la crociera, Massimo vi darà il passi, se volete venire ancora-
-Penso che adesso ci ritireremo, si è fatto tardi…-
-Che distratto, lì ci sono alcune cabine dove potete fare una doccia, buonanotte-
Claudio si congedò, Rebecca si alzò stancamente dirigendosi verso le cabine che aveva indicato Claudio, Giorgio prese il suo vestito e la seguì.
Rebecca lasciò che l’acqua della doccia lavasse le tracce della serata, l’acqua tiepida che le scorreva addosso la rigenerava, Giorgio la raggiunse sotto l’acqua, stettero abbracciati lasciando che l’acqua scorresse su di loro, quando uscirono parte della stanchezza era scivolata via, mentre si rivestivano sentirono bussare;
-Ragazzi ci siete? Sono Sara-
-Entra, ci stiamo vestendo-
Sara entrò nella cabina, il viso affaticato, e gli occhi lucidi, anche il suo copro recava tracce della serata appena trascorsa;
-Ragazzi che serata. Mi hanno distrutta, se mi aspettate vengo con voi…-
Giorgio e Rebecca annuirono, lei entrò nella doccia, Sara restò nella doccia a lungo, quando usci si vestì e uscirono.
Giorgio e Rebecca dormirono come sassi fino a tardi, furono svegliati da un bussare insistente alla porta, prima sperarono che, chiunque fosse, vedendo che nessuno rispondeva se ne andasse, poi Giorgio si alzò andando ad aprire.
-Buongiorno, non mi dite che siete ancora a letto…-
-Prima che bussassi si, adesso no-
Sara era già vestita, e non si fece smontare dalla faccia addormentata di Giorgio, sembrava eccitata;
-Sono già le dieci, stamattina siamo attraccati in una delle isole più belle che ci siano da queste parti, non volete scendere? Dai che almeno compriamo qualche ricordo…-
La faccia di Giorgio non mostrava alcun entusiasmo, Rebecca invece si mise a sedere in mezzo al letto, la notizia sembrava interessarla;
-Dai Giorgio vestiamoci e scendiamo…-
Alle parole fece seguire i fatti, si alzò dirigendosi verso il bagno;
-Se avete voglia scendete voi, io resto a dormire-
Rebecca non insistette, quando faceva così rischiava di diventare insopportabile, meglio scendere a terra con Sara, uscì dalla doccia dopo pochissimo, indossò un paio di slip bianchi, su cui mise una gonna leggera, velocemente indossò il reggiseno e una maglietta, era pronta, rivolse un ultimo invito a Giorgio;
-Allora sei deciso a non venire?-
-Si-, fu la laconica risposta.
Sara e Rebecca scesero a terra, diversi taxi aspettavano sul molo, ne presero uno e si fecero accompagnare al centro del paese, il paese era veramente pittoresco, le ragazze iniziarono a girare senza meta osservando gli scorci e fermandosi in quasi tutti i negozietti, passarono in questo modo buona parte della mattinata.
Quando finirono di fare compere si accorsero che era l’una passata, nel loro girovagare senza meta si erano infilate in un dedalo di viuzze, e adesso non sapevano dove erano, si guardarono un po’ intorno cercando qualche indizio che indicasse loro la strada, ma dovettero rinunciare, continuarono a camminare ancora per un po’, addentrandosi ancora di più nei vicoli, vista l’ora in giro non si vedeva nessuno, mentre continuavano a camminare videro che arrivava un ragazzino, leste lo chiamarono, questi si girò sorpreso, si guardò intorno come ad assicurarsi che parlassero con lui, poi si avvicinò;
-Scusa, sai dirci come si arriva al porto?-, l’inglese di Sara era Stentato, ma chiaro, il ragazzino la guardò con aria interrogativa.
-Non credo che parli inglese, e l’italiano neanche a provarci…-
Rebecca ebbe un idea, prese un foglietto dalla borsa, e con la penna scarabocchiò una barca mostrando il risultato al ragazzino, questi sorrise, aveva capito, la prese per mano portandola davanti a una strada, e indicando con la mano un generico sempre dritto.
Sara e Rebecca si avviarono nella direzione indicata, dapprima pensarono di essersi sbagliate, poi il tipico odore di mare le colse, si stavano avvicinando, nel girare l’ultima curva si trovarono davanti un molo di legno, a cui erano affiancate diverse baracche di legno, alcune barche erano sulla spiaggia, accanto al molo;
-Ma dove siamo capitate?-
-Credo di aver capito, il ragazzo pensava che noi volessimo venire qui, dove ci sono i pescatori, il porto con la nave deve essere da qualche altra parte-
-Già che siamo qui, chiediamo indicazioni, se hanno un telefono chiamiamo un taxi e torniamo alla nave-
-Speriamo che parlino inglese o sarà dura farsi capire-
Sara e Rebecca girarono per le baracche cercando qualcuno, ma le trovarono vuote, cominciavano a preoccuparsi, finalmente videro del movimento da un capannone, si diressero speranzose verso il movimento che avevano visto.
Quando arrivarono videro che era una specie di officina, l’aspetto non era dei migliori, si fecero coraggio e bussarono, dall’interno sentirono una specie di ringhio, fece capolino un uomo, la pelle bruciata dal sole, i lineamenti affilati, non si poteva dire che fosse una bellezza, ma aveva un che di selvaggio che attirava, l’uomo borbottò qualcosa che le ragazze non capirono, Sara provò a spiegarsi in Inglese, l’uomo le guardò interrogativo;
-Mi sa che non sarà facile capirci-
-Voia taliana-
Sara e Rebecca si girarono verso la voce che aveva parlato, un altro uomo era apparso simile al primo ma di aspetto molto più gradevole, il torso nudo mostrava un fisico asciutto e muscoloso, l’uomo si avvicinò a loro riprendendo a parlare;
-Io marinaio era, conosceva marinaio taliano che imparato me taliano, che vole?-
Sara e Rebecca s guardarono, almeno sarebbero riuscite a farsi capire;
-Vorremmo chiamare un taxi per tornare al porto, potete farci telefonare?-
-Noi no ha telefono, Torna meo fratello noi porta co machina-
Sara si chino verso Rebecca parlando piano;
-Non credevo che qualcuno potesse parlare una lingua straniera peggio di come io parlo inglese-, Rebecca sorrise, tutte e due si girarono sentendo dei passi dietro di loro.
Altri due uomini si erano avvicinati sentendo parlare, adesso Sara e Rebecca erano al centro dei quattro uomini, gli uomini si scambiarono alcune parole nella loro lingua, i loro sguardi andavano verso le due ragazze, che ascoltavano incuriosite, una grande risata sembrò concludere il discorso che stavano facendo, Sara si era stretta a Rebecca;
-Secondo te cosa stanno dicendo?-
-Non ho capito, ma guardavano verso di noi, non vorrei che avessero cattive intenzioni…-
-Già, nessuno sa che siamo qui, comunque i due che sono arrivati adesso non ti sembrano carini?-
-Ti sembra il caso di pensare a questo?-
-Se ci provano tu cosa fai?-
-Non lo so, quello che abbiamo visto per primo ha un non so che mi attira…-
Nel fare questi discorsi le due ragazze si erano rilassate, Sara trasalì quando sentì una mano posarsi sul suo culo, si girò e vide uno degli uomini che le sorrideva con un espressione eccitata, girarono lo sguardo, e videro gli altri uomini fermi, come in attesa di una loro reazione, si davano di gomito come dei ragazzini che avevano appena fatto una marachella.
Sara guardò Rebecca, le due ragazze si scambiarono uno sguardo complice, si girò verso l’uomo e allungò la mano carezzandolo in mezzo alle gambe, fu come se avessero dato loro il permesso di giocare, l’uomo dietro di Sara aveva poggiato le sue mani sulle sue spalle e adesso scendeva verso il suo seno, in una sensuale carezza, la leggere stoffa della sua maglietta non era certo un ostacolo, le mani dell’uomo scesero fino al bordo della maglietta risalendo sulla sua pelle, Sara ebbe un fremito di eccitazione a quella carezza, le mani dell’uomo arrivarono al bordo del reggiseno infilandosi dentro le coppe, le mani si strinsero sui seni sodi facendola gemere, vicino a lei Rebecca era attorniata da due uomini che stavano palpando il suo corpo, le mani di uno dei due erano infilate sotto l’ampia gonna, si indovinava che aveva già raggiunto le sue mutandine, gli uomini avevano tirato fuori i loro cazzi, e le mani di Rebecca si erano strette attorno a quelle aste iniziando a carezzarle in una sega, le mani dell’altro uomo stavano sfilando la sua maglietta, scoprendo il reggiseno giallo della ragazza, le dita si mossero leste a slacciare la chiusura lasciando uscire le sue tette abbronzate, l’uomo si chinò prendendo in bocca un capezzolo e iniziando a succhiarlo vorace, le mani di Rebecca si muovevano con più velocità sulle aste che stringeva.
Sara era stata fatta sedere sul tavolo li accanto, uno dei due uomini aveva tolto la sua camicetta, e con una mano stringeva i suoi capezzoli, aveva tirato fuori il suo cazzo già duro puntandolo verso la donna, Sara si adagiò sul tavolo portandosi con la bocca all’altezza di quel cazzo duro, tirò fuori la lingua iniziando a leccare la cappella violacea, l’uomo grugniva di piacere sotto i colpi della sua lingua, l’altro uomo si era messo tra le sue gambe, le sue mani avevano sollevato la corta gonna sopra la vita, le sue mani tozze avevano tirato giù le sue mutandine, le mutandine presentavano una piccola macchia di bagnato al centro, l’uomo la osservò e poi fece una battuta con il suo amico, posate le mutandine si mise a leccare la fica di Sara, lei sussultò quando la sua lingua rugosa toccò il suo clitoride, l’uomo muoveva la lingua su tutta la sua fica, riuscendola a infilare dentro, le sensazioni che gli dava accendeva la sua eccitazione, Sara ingoiò il cazzo che stava leccando, iniziando a succhiarlo con forza, nella foga spingeva il bacino contro il viso dell’uomo per farsi meglio leccare.
Rebecca si era chinata tra i due uomini che la carezzavano, la sua gonna era finita su un mobiletto, e le mutandine l’avevano seguita presto, inginocchiata tra i due uomini, imboccava alternativamente i loro cazzi, la sua lingua avvolgeva le loro cappelle, prima di scendere fino a leccare le palle, gli uomini carezzavano la sua testa bionda, mostrando la loro approvazione, i movimenti della sua lingua sulle loro aste faceva gemere i due uomini, ad ogni loro gemito, Rebecca aumentava il ritmo delle sue leccate, voleva farli eccitare al parossismo.
Sara si trovava adesso prona sul tavolo, dietro di lei, uno dei due uomini, stava per infilare il suo cazzo duro nella sua fica bagnata, l’altro uomo continuava ad occupare la sua bocca, lei aveva poggiato una gamba sul tavolo, l’uomo dietro di lei affondò nella sua fica con un colpo secco, che le strappò un gemito di piacere, l’uomo davanti a lei ne approfittò per spingere il suo cazzo più a fondo nella sua gola facendola quasi soffocare, l’uomo dietro di lei stava affondando i suoi colpi con forza, ad ogni colpo spingeva il corpo di Sara facendole arrivare il cazzo che stava succhiando in fondo alla gola, adesso non doveva neanche muoversi, strinse le labbra attorno all’asta, lasciando che i due uomini la facessero godere.
Rebecca smise un attimo di succhiare i due uomini, uno dei due si sedette sulla sedia che era nella stanza, con un cenno fece avvicinare Rebecca, lei salì a cavalcioni dell’uomo, questi puntò la sua asta verso la sua fessura, Rebecca si calò piano, sentiva il palo caldo farsi strada dentro di lei, mentre sentiva il cazzo che entrava, il suo pensiero andò al fidanzato, avrebbe voluto che fosse lì a vedere quanto era troia, e magari filmarla con la videocamera per poi potersi rivedere.
Si era seduta completamente sull’uomo, le sue mani stringevano i suoi seni giocando con i suoi capezzoli, Rebecca iniziò a muoversi sull’uomo facendo scorrere il suo cazzo dentro di lei, il suo bacino si muoveva veloce, ad ogni affondo sentiva il calore dell’asta crescere, una mano prese la sua testa girandola, l’altro uomo non voleva essere lasciato da parte, spinse il suo cazzo verso la sua bocca, lei aprì le labbra accogliendolo, adesso sincronizzava i suoi movimenti tra i due uomini, essere usata da quegli sconosciuti le dava una sensazione di strana euforia, il suo corpo godeva di quelle sensazioni, le mani dell’uomo su cui era seduta le stringevano il culo attirandola verso di se ad ogni affondo.
I due uomini che scopavano Sara si erano dati il cambio, adesso lei stava succhiando il cazzo che l’aveva scopata fino a poco prima, gli umori abbondanti della sua fica si sentivano sul cazzo dell’uomo, la sua mano si era portata sul suo clitoride, e si muoveva frenetica aumentando le sensazioni di piacere, questo fece eccitare ancora di più i due uomini, che aumentarono il ritmo dei loro colpi, sentiva il loro bacino dell’uomo sbattere sul suo culo, un colpo più forte la fece sussultare sentì il suo corpo sciogliersi in un orgasmo con una mano si tenne al cazzo che stava succhiando, il suo corpo tremava, mentre veniva percorso dalle ondate di piacere.
Uno degli uomini disse qualcosa, e gli altri risero, doveva aver proposto qualcosa di spiritoso per loro, gli uomini smisero di scoparle, e avvicinarono Sara e Rebecca mettendole sedute al centro del capannone, i quattro uomini si posizionarono davanti a loro i loro membri dritti e lucidi puntavano verso i loro volti, si avvicinarono strofinandoli sui volti delle ragazze, Sara e Rebecca tesero le mani stringendo quei membri e iniziando a segarli, le loro lingue iniziarono a saettare sulle cappelle ormai violacee, gli uomini grugnivano di piacere dicendo incomprensibili parole di incoraggiamento, le aste lucide sparivano nelle loro bocche, mentre le mani si muovevano frenetiche.
Uno degli uomini se ne venne con un rantolo, schizzando sulle due ragazze, come per un segnale anche gli altri tre schizzarono il loro liquido bianco, lunghe strisce si crearono sui visi delle ragazze sedute a terra, le loro lingue corsero sulle aste ripulendole dagli ultimi residui, quando finirono si guardarono in faccia, i volti striati, Rebecca aprì la bocca offrendo la sua lingua all’amica, le loro bocche si unirono in un bacio lascivo, lo sperma sulle loro lingue si mischiava in quell’intreccio di lingue, gli uomini le guardavano ancora eccitati.
Quando finirono, gli uomini le portarono sul retro, con un tubo di gomma fecero una doccia sommaria che lavò via le strisce bianche dai loro corpi, quando finirono si rivestirono.
Si erano appena vestite che un il rumore di un motore si sentì davanti al capannone;
-Meo fratello… ora noia porta a nave-
Un uomo di circa trent’anni apparve alla porta, gli altri gli si rivolsero indicando le ragazze, stettero a parlare qualche minuto, quando finirono di parlare l’uomo guardava con invidia gli amici e con desiderio le ragazze;
-Mi sa che gli hanno raccontato quello che abbiamo fatto, e lui avrebbe voluto esserci…-
-Che ne dici di dargli un contentino?-
-Perché no. Abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno…-
Senza dire niente, le ragazze si avvicinarono al nuovo arrivato, Sara lo spinse su una sedia, l’uomo parve stupito, Rebecca si inginocchiò davanti a lui tirando fuori il suo membro dai pantaloni, al solo tocco delle mani iniziò a prendere consistenze, Sara si inginocchiò accanto all’amica, le loro lingue iniziarono a saettare sulla superficie del cazzo che avevano davanti, nel leccarlo le loro lingue si sfioravano e si intrecciavano, l’uomo si teneva alla sedia lasciando che le donne facessero quello che volevano, le ragazze imboccarono il cazzo passandoselo l’una con l’altra, gli uomini vedevano sparire l’asta nelle loro bocche, quella che non imboccava, scendeva con la lingua fino a lambire le palle dell’uomo, impiegarono pochissimo a portarlo all’orgasmo, quando sentirono che stava per venirsene Sara spinse il cazzo tutto nella sua bocca lasciando che schizzasse dentro, lo succhiò ingoiando tutto, l’uomo si contorceva sulla sedia non credendo a quello che gli capitava, quando le ragazze si alzarono, l’uomo stava ancora ansimando, gli indicarono la macchina, questi si alzò e si tirò su i pantaloni, poi le fece salire e le accompagnò.

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Impiegarono circa mezz’ora per arrivare alla nave, la macchina fece completamente il giro dell’isola, senza accorgersene era arrivate dalla parte opposta, l’autista continuava a parlare per tutto il tragitto, ma Sara e Rebecca non capivano cosa diceva, limitandosi ad annuire ogni tanto.
Quando arrivarono sul molo non c’era quasi nessuno, i taxi erano spariti, videro che Giorgio e il comandante erano ai piedi della scaletta, e rimasero sorpresi quando le videro scendere dalla macchina sgangherata che si fermò davanti a loro.
Le ragazze rivolsero loro un sorriso disarmante, riempiendo le braccia di Giorgio dei pacchetti che avevano comprato, l’autista fece un cenno con il braccio salutandole senza che loro capissero e ripartì, loro agitarono la mano salutandolo;
-Ma dove siete state? La nave tra un po’ parte. E chi era quel tipo-
Il tono di Giorgio era di rimprovero, e anche lo sguardo del comandante era di disapprovazione, come due scolarette prese in fallo salirono la scaletta in silenzio precedendoli, i due uomini non fecero in tempo a dire altro, Giorgio le seguì con i pacchetti che gli avevano dato.
Dopo qualche minuto arrivò alla sua cabina, la porta era aperta e le ragazze lo stavano aspettando, lui cercò di riprendere il discorso che aveva iniziato, ma Rebecca gli si avvicinò abbracciandolo, e gli diede un bacino sulla guancia;
-Amore, ci siamo perse, e quel tipo è stato così gentile da darci un passaggio, avevamo chiesto come ritornare al porto, ma ci hanno indicato la strada sbagliata e siamo finite dall’altra parte dell’isola…-
Mentre parlava lo fissava con i suoi occhi color caffè, e un sorriso di scuse, sapeva che Giorgio era incapace di resistere a quella sua espressione, e lei ne abusava spudoratamente.
Borbottando Giorgio posò i pacchetti sul letto, le ragazze lo ignorarono immediatamente iniziando a dividersi i vari pacchi, Rebecca frugò tra i pacchi e ne porse uno al fidanzato;
-Ecco questo è per te, poi dici che non ti penso…-
Giorgio prese il pacco con un espressione colpevole per averla rimproverata, quando lo aprì vide che c’era una camicia di lino della sua misura, Rebecca aspettava una sua reazione, lui si chinò a baciarla, le loro lingue si intrecciarono nelle loro bocche , Giorgio sentì qualcosa di strano;
-Che hai combinato sull’isola-
Rebecca gli raccontò tutto quello che aveva fatto con Sara, quando finì l’espressione di Giorgio era cupa,
-Ti rendi conto di quello che avete combinato?-
-Scusa, non volevamo fare sesso, ma quelli insistevano…-
-Non è questo, se quelli avessero veramente insistito, adesso voi due potreste essere in fondo alla baia, non avete pensato che potevate finire male?-
Rebecca e Sara si guardarono in volto, solo adesso avevano realizzato di aver corso un grosso rischio, erano diventate leggermente pallide, Giorgio capì di averle spaventate e si pentì di aver parlato in quel modo;
-Su, non è successo niente, la prossima volta prestate attenzione a cosa fate, e a dove andate-
Abbracciò Rebecca stringendola forte, Sara restò un attimo in disparte, poi le braccia di Rebecca la strinsero.
La nave era ripartita, il mare era calmo vistò che la luce sarebbe durata ancora qualche ora Giorgio propose di andare in piscina per rilassarsi, le ragazze accettarono subito, e dopo pochi minuti erano già con i loro costumi che si avviavano.
La piscina era ancora piena di gente, si sdraiarono sulle sdraio godendosi gli ultimi raggi di sole, si erano appena rilassati che videro avvicinarsi una donna verso di loro, lo sguardo di Giorgio la studiò, non era alta quanto la sua fidanzata, ma aveva un bel fisico, pieno nei punti giusti, e un volto simpatico, cercò di ricordare se la conoscevano, ma non ci riuscì;
-Salve-
La donna si era fermata proprio davanti a loro, Giorgio dovette ammettere che era una bella donna;
-Desidera?-
Il suo tono era interrogativo, Sara e Rebecca la stavano guardando con curiosità, anche loro non davano segno di conoscerla;
-Mi chiamo Marina, sono qui con il gruppo di Claudio, vi ho visto l’altra sera…-, adesso stavano realizzando, era una delle persone del privè, non avevano conosciuto tutti i partecipanti della crociera, i tre si fecero più attenti;
-Stiamo organizzando una serata a tema, e volevamo sapere se volete partecipare…-
-Tu che ne dici Rebecca?-
-Non mi sono spiegata, la serata è a tema, ma è una serata per sole donne, i maschietti non sono ammessi, se non con le opportune eccezioni, io stavo invitando le ragazze-
L’espressione di Giorgio si fece contrariata, Sara fù subito interessata;
-Qual’è il tema della serata?-
-Faremo una specie di pigiama party, e durante la serata ci saranno alcuni giochini, ci farebbe piacere se voi veniste-
-Rebecca dai, vieni anche tu, non mi fare andare da sola-
Rebecca si girò verso il fidanzato, il suo sguardo interrogativo aspettava una risposta, Giorgio non voleva che lei si perdesse la serata, e le annuì, con un sorriso Rebecca si rivolse alla donna;
-Allora vengo anch’io, come si svolge la serata?-
-Abbiamo organizzato un buffet nel salone, ci cambiamo nelle cabine della zona riservata, e poi vedrete voi…-, la donna assunse un tono malizioso, -di solito in queste occasioni sfoggiamo le nostre mise più intriganti… Allora il salone sarà aperto tra un paio di ore, vi aspettiamo-
Mentre la donna si allontanava le ragazze si alzarono eccitate;
-Dove andate?-
-Non hai sentito, ci saranno mise intriganti, andiamo a scegliere quello che indosseremo-
Lasciarono Giorgio da solo che scuoteva la testa, ma non rimase solo a lungo, due dei giocatori della sera prima si avvicinarono;
-Salve, spero tu non ce l’abbia con noi-
-No, ero un po’ irritato, ma alla fine era uno scherzo…-
-Hanno invitato le ragazze alla festa di stasera?-
-Si, non ho capito quali erano le eccezioni della serata. Voi ne sapete qualcosa?-
-A volte in queste serate solo donne invitano qualche uomo, ma ce poco da essere contenti, lo fanno per divertirsi alle sue spalle. Se invitano te pensaci bene prima di accettare, potrebbe non piacerti-
-Potreste spiegarvi meglio?-
-Ti faccio un esempio, a me piace leccare la fica, lo adoro, e la mia ragazza lo sà, mi avevano invitato a una di queste serate solo donne, io ero tutto eccitato, mi hanno fatto leccare fiche per tutta la sera, alla fine avevo la lingua che non la sentivo più, e quando ho smesso a prendermi in giro, ‘ma come? Non ti piaceva?’, le donne quando sono assieme sanno essere terribili-
-Non mi sembra terribile-
-Lo è se tutte quelle donne lo fanno assieme, comunque, visto che le ragazze stanno per conto loro volevamo dirti se volevi venire con noi, ci facciamo una partita a carte e tiriamo tardi, ci giochiamo gli aperitivi-
-D’accordo,anche se non credo di avere speranze di vincere-
Gli uomini risero tra loro, si lasciarono dandosi appuntamento per più tardi, Giorgio si guardò intorno, oramai la giornata volgeva al termine, decise di raggiungere Rebecca in cabina, almeno sarebbero stati insieme qualche minuto.
Quando arrivò, la sua fidanzata stava controllando alcuni capi, riconobbe la piccola sottoveste di seta nera che indossava qualche volta, accanto erano posate alcune calze autoreggenti, un pao di pantofoline con tacco a spillo erano per terra, quando lo sentì entrare Rebecca ne approfittò per chiedere il suo parere;
-Avevo pensato di mettere questa con le calze, tu cosa ne pensi? Secondo te sono meglio quelle nere o queste più chiare?-
-Quelle nere, anche se staresti benissimo anche senza calze, soprattutto adesso che hai le gambe abbronzate, con la sottoveste nera staresti benissimo-
-Forse hai ragione, che dici, metto gli slip neri o questi rossi?-
Entrambi gli indumenti erano molto eleganti, sembravano fatti per far risaltare le lunghe gambe di Rebecca, piccoli ricami creavano un effetto trasparenza sul davanti, mentre il tessuto si riduceva dietro andando a separare i globi del suo sedere;
-Nero, meglio tutto in tinta, e poi sei bionda, crea contrasto-
-Grazie Amore, domani ti racconto tutto quello che è successo…-
Rebecca indossò una delle sue gonne e una maglietta, mise i vestiti scelti in una borsa e si avviò a chiamare Sara, dopo qualche minuto erano già al salone.
Quando entrarono una sorridente Marina le accolse, videro che indossava un corpino trasparente che sosteneva due calze nere, su due tacchi a spillo, stava molto bene;
-Benvenute ragazze, andate a cambiarvi, tra non molto saremo tutte-
Rebecca e Sara andarono verso le cabine, nella cabina fecero una veloce doccia, Rebecca ne approfittò per raccogliere i capelli biondi in alto, lasciando cadere una ciocca a lato del viso, indossò gli slip tendendo bene il ricamo sul davanti, poi si lasciò scivolare addosso la camicia da notte, la seta carezzò la sua pelle restando tesa sul suo seno nudo, le pantofoline che aveva portato slanciarono le sue gambe ancora di più.
Sara aveva indossato un paio di slip bianchi, con solo un piccolo fiocco sul bordo, aveva indossato una corta vestaglietta trasparente, che lasciava i suoi seni nudi in trasparenza, contrariamente a Rebecca aveva indossato due autoreggenti bianche, le gambe diritte ne uscivano valorizzate, anche lei aveva portato un paio di scarpe con tacco alto, si guardarono e uscirono nel salone.
Adesso le luci erano soffuse, contrariamente alla prima volta che erano state lì non c’era personale della nave, in un angolo faceva bella mostra un abbondante buffet, si guardarono intorno, era un vero trionfo dell’intimo, Rebecca prese nota mentalmente di comprare alcune cose che aveva visto, adesso che non c’erano uomini poterono guardare meglio le donne, molte si avvicinarono per presentarsi, le ragazze si trovarono subito a loro agio, era una serata veramente rilassante.
Mentre stavano finendo di mangiare al buffet, Marina era salita sulla pedana al centro della sala, e stava richiamando la loro attenzione, quando tutte le donne ebbero fatto silenzio marina parlò;
-Grazie a tutte per aver partecipato a questa serata riservata solo a noi femminucce, avevamo invitato anche alcuni maschietti, ma hanno declinato l’invito-, Marina fece una pausa, mentre una risata riempiva la sala, come se avesse detto qualcosa di estremamente spiritoso, Rebecca e Sara si guardarono senza capire, appena il brusio della risata finì, Marina riprese a parlare;
-Quindi abbiamo deciso che questa sera saremo noi a dare spettacolo, faremo una gara di strip, ma visto che non abbiamo un maschietto, la cosa sarà un po’ più complicata, dovrete far eccitare una delle presenti con una esibizione di lap dance. Siamo tutte d’accordo?-
-SII- gridarono entusiaste le donne, anche Sara e Rebecca si unirono a loro, ma avevano deciso che non avrebbero partecipato;
-Chi si vuole cimentare nella gara deve scegliere la donna che vorrà fare eccitare, vince chi riesce a far bagnare di più la sua partner, le partner saranno a disposizione della ballerina per tutta la serata, Via alla competizione-
Sara e Rebecca si misero di lato per fare spazio, erano curiose di vedere questa gara singolare, mentre si sistemavano una donna bruna di circa trent’anni apparve davanti a Sara, era alta quanto Rebecca, solo il seno era più grande di almeno una taglia, e veniva messo ancora di più in risalto da un bustino che ne strizzava la vita, il bustino faceva anche da reggicalze per un paio di calze nere, un rossetto carminio rendeva invitanti le sue labbra, porse la mano a Sara
-Vuoi?-
Sara si lasciò guidare dalla donna in mezzo alla pista, mentre Rebecca la guardava incuriosita, accanto a loro altre coppie si erano formate, la gara sarebbe stata lunga.
La prima coppia era salita sulla pedana al centro della pista, erano due brunette minute, una delle due aveva iniziato a spogliarsi muovendosi in modo molto sensuale, i suoi movimenti non avevano niente da invidiare a quelli di una ballerina di lap dance, Rebecca la guardava affascinata assieme alle altre spettatrici, anche l’altra donna partecipava al gioco carezzando la ballerina.
Rebecca sentiva le sue mutandine bagnarsi, non credeva di eccitarsi guardando due donne, il suo sguardo era fisso sulle figure al centro del palco, sentiva la sua gola farsi secca, doversi per non portarsi una mano in mezzo alle gambe, mentre continuava a fissare affascinata le due donne sentì due labbra posarsi sul suo collo, il tocco la fece trasalire, si girò di scatto, una donna dai capelli neri le stava sorridendo, il viso regolare aveva un espressione dolce, le labbra rosse sembravano un invito, indossava un negligé trasparente rosa, Rebecca restò un attimo interdetta, poi la donna la cinse con le sue braccia, lei non si sottrasse a quell’abbraccio, ma anzi si abbandonò, il tocco della pelle della sconosciuta era caldo e vellutato, le sue mani si erano strette sotto i suoi seni e poggiando i suoi sulla schiena di Rebecca, mentre la stringeva baciava piano il suo collo.
Rebeccasentiva le sue mutandine farsi sempre più umide, se avesse partecipato alla gara sarebbe stata lei la vincitrice, aveva voglia di fare di più, la donna sembrò leggerle nel pensiero;
-Vuoi che ci allontaniamo?-
La sua voce era un sussurro, Rebecca annuì e la seguì, si diressero verso una delle porte che erano in fondo ala salone entrando in una delle cabine annesse al salone, un letto invitante occupava il centro della stanza, quando furono sole la donna si avvicinò a Rebecca incollando le sue labbra alle sue, Rebecca lasciò che la sua lingua entrasse nella sua bocca, il tocco della sconosciuta era delicato, le loro lingue si intrecciavano piano nelle loro bocche mentre le loro mani adesso esploravano i loro corpi, la sottoveste di Rebecca finì su una sedia lì vicino la donna si chinò davanti a lei afferrando il lembo dei suoi slip, li tirò giù piano lasciando che il sesso di Rebecca apparisse a poco a poco;
-Sei bellissima-
Il commento della donna fece eccitare ancora di più Rebecca, adesso voleva che lei affondasse la sua bocca in mezzo alle sue gambe, lei la fece sedere sul letto ma invece di avvicinarsi a lei aprì il piccolo frigo bar della cabina e ne tirò fuori una bottiglia di spumante;
-Per brindare al nostro incontro-
Le spiegò mentre apriva la bottiglia;
-Prendo i bicchieri-, disse Rebecca facendo la mossa di alzarsi;
-Non servono- la bloccò l’altra donna,
Rebecca vide la donna chinarsi davanti a lei, non capiva cosa volesse fare, lei appoggiò la sua bocca sulla sua fica, il contatto fece provare un brivido di piacere a Rebecca, poi versò lo spumante sul corpo di Rebecca lasciando che scivolasse fino alla sua fica bevendolo, il contatto con il liquido freddo era starno ma piacevole, la lingua che si muoveva a raccogliere il liquido le procurava piacere, la donna si staccò da lei e la guardò;
-Vuoi bere anche tu?-
Rebecca non se lo fece ripetere, slacciò il negligé della donna scoprendo il suo corpo, si chino in mezzo alle sue gambe versando il liquido freddo e bevendolo, la donna era eccitata quanto lei, i suoi umori si mischiavano con lo spumante, Berlo procurava contrazioni di piacere in fondo alla vagina di Rebecca, che continuò a bere finché il liquido finì, quando la bottiglia fù vuota la lasciò cadere, e si tuffò tra le gambe della donna, iniziò a muovere la sua lingua freneticamente sul clitoride , i mugolii che sentiva le procuravano piacere, insinuò la sua lingua dentro la fica della donna come fosse un piccolo cazzo, come se volesse possederla, la donna si contorceva sotto di lei, Rebecca continuò con più foga.
La donna riuscì a girarsi senza far staccare Rebecca, e si trovarono avvinghiate in un furioso sessantanove, adesso Rebecca sentiva la lingua dell’altra scavare dentro la sua fica grondante di umori, la sentiva muoversi sulla sua vagina fino a raggiungere il suo buchino per affondarvi, e poi ripartire fino a solleticare il suo clitoride, le sensazioni di piacere si rincorrevano nel suo corpo:
Rebecca senti la sua bocca riempirsi degli umori della donna che aveva avuto un orgasmo, ma non smise di leccarla e carezzarla, anche Rebecca sentì l’orgasmo nascere dentro, tutto il suo corpo fu scosso dai brividi di piacere, lei affondò ancora di più la bocca nella fica dell’altra.
Continuarono a baciarsi e carezzarsi a lungo, i loro corpi si intrecciavano sul letto cercando nuove posizioni che donassero loro piacere, Rebecca aveva perso il conto degli orgasmi avuti, alla fine stanche e sfinite si abbracciarono sul lettone scambiandosi un bacio sensuale, e poi si addormentarono.

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Rebecca si svegliò cercando di ricordare dove era, la testa le girava, ricordò quello che aveva fatto prima di addormentarsi, tutto lo spumante bevuto le stava facendo effetto adesso, la donna accanto a lei continuava a dormire, si soffermò ancora a guardarla, era proprio una bella donna, le calze che indossava si erano abbassate a mezza gamba, la cosa la rendeva più sensuale, un pensiero attraversò la mente di Rebecca, Giorgio, chissà cosa stava facendo, il pensiero del suo fidanzato le fece venire voglia di averlo tra le sue braccia, la serata era stata divertente, ma adesso ne sentiva la mancanza.
Prese la sottoveste che indossava quando era arrivata e se la fece scivolare addosso, posò un furtivo bacio sulla fronte della sua amante occasionale, e uscì, lo specchio del corridoio le rimandò la sua immagine, aveva l’aria stanca, ma il suo aspetto era sempre magnifico, istintivamente si passò la mano sui lunghi capelli biondi, dandogli una sistemata, quando arrivò nel salone vide che c’erano poche donne, tutte intente a scambiarsi languide carezze, le altre dovevano essere nelle varie cabine, cercò Sara con lo sguardo ma non la vide, doveva essersi appartata con la ragazza che l’aveva scelta per il gioco, si avvicinò al tavolo del buffet per bere qualcosa, il tavolo era ancora mezzo pieno, prese una bottiglia e riempi un bicchiere, butto tutto giù di colpo, si sentì avvampare, aveva preso un super alcolico, il liquido le bruciò la gola, e quasi immediatamente sentì le guance diventare rosse.
Si sedette su uno dei divanetti ormai vuoti della sala, Rebecca si sentiva le gambe molli, diede un occhiata distratta all’orologio, le due erano passate da un pezzo, il suo pensiero andò nuovamente al fidanzato, in qual momento avrebbe voluto averlo tra le braccia, per sentirlo ed essere sua, decise di raggiungerlo in cabina, così sarebbero stati assieme.
Appena Rebecca si alzò sentì la testa girarle, dovette tenersi per non cadere, quella sera aveva bevuto troppo, attese qualche attimo per riprendersi e si avviò.
Nel corridoio della nave la luce soffusa indicava che ormai i passeggeri erano andati a letto, Rebecca percorse un corridoio prima di rendersi conto che era uscita solo con la sottoveste di seta nera, non aveva neanche indossato gli slip, la cosa unita all’alcol che aveva bevuta invece di spaventarla la rendeva euforica, si ritrovò a pensare a cosa avrebbe pensato un passeggero che l’avesse vista così vestita, o meglio svestita.
Con la mente annebbiata continuò a camminare, ad un certo punto le sembrò di essere arrivata, ma si trovò davanti a una scaletta, doveva essere andata dritta invece di svoltare verso la sua cabina, si girò e ritornò sui suoi passi, i corridoi che stava percorrendo le sembravano diversi da prima, ma non ci fece caso.
Quando ebbe percorso tutto il corridoio Rebecca trovò una nuova porta, cominciava ad essere confusa, in fondo al corridoio vide un ascensore, decise di prenderlo, almeno sarebbe arrivata al ponte dove c’era la sua cabina, e da lì si sarebbe saputa orientare.
Quando Rebecca entrò nell’ascensore restò un attimo interdetta, la pulsantiera non era come quella dell’ascensore che prendeva di solito, erano indicati ponti che lei non ricordava, mentre cercava di capire quale pulsante premere, l’ascensore si mosse, era stato chiamato da qualcuno, ‘meno male’, pensò, almeno avrebbe chiesto informazioni.
L’ascensore continuò a scendere, quando si fermò, e la porta si aprì apparvero due uomini con una tuta da meccanico, che la guardarono con uno sguardo meravigliato, e stupito, sulle prime Rebecca non capì dove era, e soprattutto, perché quegli uomini continuavano a fissarla con la bocca aperta.
-Salve, mi potete dire dové il ponte alloggi, credo di essermi persa…-
La sua voce era resa impastata dall’alcol, non ricordava di essere vestita solo con una sottoveste, che a malapena le copriva il culetto, e non aveva indossato gli slip.
-Effettivamente signorina, questa e la sala macchine, lei ha preso uno degli ascensori di servizio-
-Ma io volevo andare agli alloggi…-
-lei deve essere entrata nella parte della nave riservata all’equipaggio, e lì ha preso questo ascensore…-
Rebecca emise una risatina, alle parole dell’uomo, era ancora un po’ brilla, fece per muoversi fuori dall’ascensore, ma barcollò e dovette tenersi alla porta, gli uomini non si muovevano, non era uno spettacolo che vedevano tutti i giorni, e volevano che durasse il più a lungo possibile;
-Ma io devo andare da Giorgio, voi sapete dové?-
nel dire queste parole era quasi caduta per terra, questa volta uno degli uomini la tenne, per evitarle la caduta;
-Se vuole la accompagniamo al ponte passeggeri…-
-Davvero fareste questo per me? Che carini…-
Rebecca cercò di tenersi in piedi da sola, ma barcollò nuovamente, nel chinarsi la sottoveste si era alzata scoprendo il suo magnifico culo, lei si rialzò aggrappandosi all’uomo più vicino, ma la sottoveste rimase alzata.
L’uomo non resistette a un simile spettacolo, la sua mano posò sul culo di Rebecca, lei si girò rivolgendogli un sorriso divertito, ancora eccitata dal pensiero di andare dal suo fidanzato, stava trovando un nuovo motivo di libidine nell’offrirsi agli sguardi dei due uomini, l’uomo incoraggiato dal suo sorriso, mosse la sua mano in un lento massaggio sulla rotondità del suo fondoschiena;
-Sei birichino, sai?-
il tono della sua voce suonava allegro, l’alcol ancora le scorreva nelle vene, l’uomo davanti a lei si girò per capire di cosa stesse parlando la ragazza, il suo sguardo vide la mano del collega che si muoveva sotto la stoffa della sottoveste, rimase per un lungo attimo interdetto, quasi aspettandosi una reazione inconsulta da parte di Rebecca, lei rivolse il suo sorriso anche a lui;
-Anche tu sei birichino come lui?-
Il tono con cui aveva pronunciato le parole, unito al sorriso, era un invito fin troppo chiaro, L’uomo posò la su mano sul collo di Rebecca scostando i lunghi capelli biondi, la sua bocca andò a posare un bacio sul collo, mentre le sue mani si la tenevano per le spalle, l’altro uomo aveva infilato la sua mano in mezzo alle gambe di Rebecca andando a carezzare la sua fessura, si stupì di trovarla già bagnata, il suo dito indugiò a lungo, entrandole dentro, e strappandole un sospiro roco, il pensiero di Giorgio le stava passando dalla mente, adesso aveva due nuovi giocattoli con cui dilettarsi, le sue mani si posarono sulle palle dell’uomo che aveva di fronte appoggiandosi, si chinò in avanti aprendo leggermente le gambe, e lasciando che l’uomo dietro di lei potesse toccare il suo sesso a suo piacimento.
L’uomo davanti a lei aprì la zip dei pantaloni, senza smettere di mordicchiare il collo di Rebecca, il suo cazzo già duro usci prepotente puntando verso la ragazza, la mano di Rebecca si strinse intorno all’asta, quasi a saggiarne la consistenza, dopo averla stretta iniziò a muoverla in una lenta carezza, dietro di lei l’altro uomo aveva smesso di frugare nella sua fica con le dita e si era chinato dietro di lei, la sua testa si era insinuata in mezzo alle sue gambe, la sua lingua si muoveva sulla sua fessura facendo aumentare l’eccitazione di Rebecca, lei muoveva la mano intorno all’asta con un movimento circolare, allargò ancora di più le gambe, per sentire meglio la lingua in mezzo alle sue gambe, poi si chinò in avanti portando la bocca all’altezza dell’asta, tirò fuori la lingua, cominciando a dare piccole leccatine sulla punta, muoveva la lingua saettano sul glande, l’uomo le carezzava la testa, mentre l’altro le divorava la fica, insistendo sul clitoride, Rebecca aprì la bocca ingoiando il cazzo duro che stava leccando, adesso lo pompava con foga, dietro di lei l’uomo aveva smesso di leccare la sua fica, e aveva tirato fuori il suo cazzo.
Rebecca sentì qualcosa di duro strofinarsi sulla sua apertura, poi lo sentì entrare dentro di lei, succhiò con più foga il cazzo che aveva in bocca.
Il cazzo dentro di lei aveva occupato tutta la sua vagina, Rebecca ne percepiva il calore, l’uomo iniziò a muoversi piano dentro di lei facendo scorrere l’asta nella vagina bagnata, per poi riaffondare con forza, ad ogni colpo Rebecca sentiva il cazzo che aveva in bocca arrivarle fino alla gola, i colpi che riceveva faceva salire la sua eccitazione oltre misura, lasciandola senza fiato, il suo piacere aumentava, dovette tenersi all’uomo che aveva davanti per non cadere sotto le spinte dell’altro.
I due uomini la portarono nell’angolo vicino, facendola sdraiare su una vecchia coperta, quando fu sdraiata le porsero i loro attrezzi da succhiare, lei li guardò, poi iniziò a farli sparire nella sua bocca alternandoli, una mano raggiunse il suo clitoride iniziando a carezzarlo, mentre un altra mano stava carezzando il suo seno stringendone piano i capezzoli e facendola mugolare.
Ben presto la vestaglietta finì per terra, ormai impacciava, uno degli uomini aveva penetrato Rebecca e adesso la scopava con grandi colpi di reni, l’atro continuava ad occupare la sua bocca, che continuava a succhiare senza sosta, il calore dentro di lei continuava a salire, un orgasmo lento sgorgò dentro di lei, ovattato dall’alcol che ancora faceva sentire i suoi effetti, Rebecca avrebbe voluto abbandonarsi, ma i suoi amanti non erano d’accordo, il palo che la penetrava continuava la sua azione facendola sobbalzare, anche il cazzo nella sua bocca si muoveva indipendentemente da lei, le sensazioni di piacere si accavallavano e si inseguivano nel suo cervello, l’eccitazione riprese a salire dentro di lei, l’odore dei due uomini agiva come un afrodisiaco, la sua mano si strinse attorno al cazzo che aveva nella bocca, iniziando a carezzarlo, la sua test iniziò a muoversi per sentirlo meglio, Rebecca muoveva la lingua attorno all’asta avvolgendola ogni volta che lo tirava fuori, sentiva la sua vagina stingersi attorno all’asta che la penetrava accentuando la sensazione di sfregamento, l’uomo che la stava scopando le alzò le gambe appoggiandosele sulle spalle, adesso con il sedere alzato sentiva il cazzo duro affondare ancora di più dentro di lei.
Con un cenno i due uomini si scambiarono di posto, la misero carponi, e l’uomo che l’aveva scopata stava davanti a lei, mentre l’altro era passato dietro, lo sentì entrare con un colpo secco, e questi iniziò a scoparla con colpi veloci, facendola dondolare ad ogni colpo, l’altro le spinse il cazzo in bocca, lei aprì la bocca ingoiandolo, sentiva il sapore della sua fica sul cazzo che occupava la sua bocca, lei percorreva con la lingua la superficie dell’asta, il movimento della sua lingua faceva mugolare l’uomo, che le carezzava i lunghi capelli.
Rebecca sentiva che l’eccitazione dentro di lei continuava a salire, era prossima a venirsene, la sua mano andò a carezzarsi il clitoride, voleva accelerare il suo piacere, le bastò poco, e se ne venne nuovamente, il suo corpo era scosso da brividi di piacere, l’uomo che la stava scopando venne trascinato dal suo orgasmo, e se ne venne inondandola con lunghi schizzi dentro la sua vagina, era rimasto l’uomo che occupava la sua bocca, eccitato dai suoi fremiti di piacere, l’aveva messa in ginocchio, e la scopava nella bocca, la mano di Rebecca era stretta attorno al suo cazzo duro, e accompagnava le sue succhiate a una sensuale sega, dopo qualche minuto una schizzo caldo la colpì in gola, facendola quasi soffocare, lei tirò fuori il cazzo duro dalla sua bocca, ricevendo gli altri schizzi sul viso, dove lasciarono lunghe strisce bianche che andavano fino ai suoi capelli, quando l’uomo finì, lei continuò a succhiare fino a quando lo senti perdere consistenza nella sua bocca.
Adesso era stanza, l’alcol e gli orgasmi avuti l’avevano stremata, ebbe la tentazione di addormentarsi lì dove si trovava, i due uomini l’aiutarono a rimettersi la sottoveste, poi l’accompagnarono fino al ponte alloggi, lasciandola nel corridoio che portava alla sua cabina.
Quando bussò, Giorgio non rispose, lei insistette, poi aprì la porta, ed entrò, il suo fidanzato non c’era, stanca e assonnata si buttò sul letto addormentandosi di colpo.

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L’odore di caffè svegliò Rebecca, aprì gli occhi e li richiuse subito, la luce del sole già alto le dava fastidio, un grande mal di testa era il postumo della sera prima;
-Buon giorno, come stai questa mattina?-
Non si era accorta che ci fosse Giorgio, il suo fidanzato, lo cercò nella stanza, era davanti a lei che le porgeva una tazzina, Rebecca la prese e bevve il caffè che conteneva, quando finì il suo sguardo scese sul suo corpo, era nuda e sotto le lenzuola, le tracce di sperma erano ancora presentii sulle sue gambe e sul suo viso, quanto era successo le tornava alla mente a poco a poco, Giorgio aspetto che gli porgesse la tazzina, prima di parlare;
-Sembra che ieri sera sia stata una notte movimentata, sono troppo curioso se ti chiedo cosa hai fatto?-
Il tono non era di rimprovero, lasciava trapelare curiosità, Rebecca chiuse un attimo gli occhi cercando di scacciare il dolore che le attraversava la testa, poi raccolse le idee, e raccontò a Giorgio della sera prima, e di come si fosse ubriacata, finendo alla sala macchine, dove aveva scopato con due sconosciuti, alla fine si ricordò che non lo aveva trovato in cabina, e fu presa da curiosità;
-Tu piuttosto, dove eri eri stanotte, non ti ho trovato in camera…-
-Fatti una doccia, poi ti racconto-
Rebecca si alzò, la testa continuava a farle male, entrò nella doccia e aprì l’acqua, il getto tiepido la colpi in pieno, stette sotto l’acqua immobile, lasciando che la stanchezza le scivolasse addosso, il fidanzato iniziò a massaggiarla con la spugna lavandola, le piaceva il tocco delicato che aveva, lasciò che lui la lavasse, e poi uscì.
Adesso che si era lavata si sentiva rigenerata, legò un asciugamano sui capelli bagnati, stringendosi il morbido accappatoio si sedette sul letto, Giorgio le mise davanti il vassoio della colazione, il mal di testa era passato, addentò un cornetto con appetito;
-Allora che hai fatto ieri notte?-
LA SERATA DI GIORGIO
Quando tu sei andata via ho preso appuntamento con i tre con cui avevo giocato a carte l’altra sera, niente di impegnativo, siamo andati nel salone e abbiamo fatto una partita, niente di impegnativo, una partita a scala quaranta, bevendo qualche birra, verso le dieci siamo andati al salo ne delle feste, per finire la serata, mentre eravamo là. Facevamo quello che fanno sempre gli uomini quando sono assieme, guadavamo le donne che c’erano, in particolare abbiamo visto che c’era una mora, capelli lunghi, avrà avuto venticinque anni, bassina, ma con un fisico ad anforetta, con un culetto tondo e sodo, le gambe erano fasciate da due calze nere trasparenti, aveva un vestitino rosso con una scollatura che mostrava il seno, un vero bocconcino, stava assieme ad un tizio, mentre bevevamo una birra, uno dei ragazzi mi ha dato di gomito;
-Ehi Giorgio, hai visto la morettina, è già la seconda volta che ti guarda-
-Ma sei sicuro?, qui siamo in quattro, come fai a dire che guarda me, e non uno di voi…-
-Giorgio, hai scordato cosa facciamo per vivere. Sapere cosa guarda, e dove guarda una persona e fondamentale nel nostro lavoro, e ti dico che quella stava guardando te…-
-Ti dirò di più,- incalzò l’altro uomo ‘ il suo accompagnatore deve essere molto geloso, ho visto che dopo aver guardato te, controlla che lui non se ne sia accorto, e poi guarda come si è seduta, e messa in modo che tu possa osservarla bene…-
-Forse avete ragione, mi sa che vado al bar ha prendere qualcosa…-
Mi avviai piano verso il bancone, effettivamente lo sguardo della morettina, mi seguì fino a quando io mi misi accanto a lei, quando mi girai per osservarla, lei si affrettò a bere nel suo bicchiere.
Ordinai un the freddo, e stetti un attimo vicino a lei, nel prendere il bicchiere, le sfiorai la mano che teneva sul bancone, lei non fece niente per toglierla, il suo accompagnatore si girò e lei ritirò la mano di scatto urtandolo;
-E stai attenta cretina!-
L’uomo si era rivolto alla ragazza con fare molto sgarbato, mi stette subito antipatico, lo sguardo che la ragazza mi rivolse era mortificato, ritornai al tavolo con gli altri.
-Quel tipo mi sta già antipatico, rivolgersi in quel modo alla propria donna…-
-Che ha fatto?-
-Lei lo ha urtato, e lui la rimproverata davanti a tutti, un vero deficiente…-
-Un vero gentleman, non ce che dire…-
Mentre parlavano vidi la ragazza che si dirigeva verso il bagno, lasciai i ragazzi senza dire una parola, e mi affrettai a seguirla, la raggiunsi appena prima che lei entrasse nel bagno delle donne, quando entrai le toccai la spalla, lei si girò verso di me con gli occhi lucidi, il suo viso era molto grazioso, sembrava una ragazzina imbronciata;
-Ciao, io mi chiamo Giorgio…-
-Ciao, io sono Luisa, ho visto che sei solo..-
la sua voce era molto dolce, anche se tradiva un certo timore, la sua frase lasciava aperte diverse strade;
-Si questa sera sono solo, tu sei sola?-
La mia era una domanda inutile, sapevo che era accompagnata, lei lanciò un occhiata in direzione della sala;
-Purtroppo no-
Decisi di lanciarmi, al massimo rimediavo un ceffone, avvicinai la mia faccia alla sua e sfiorai la sue labbra, erano dolcissime, lei non si sottrasse;
-Peccato…-, mormorai.
Luisa si incollò alle mie labbra infilandomi la sua lingua nella bocca, mi baciò con una frenesia di cui non la credevo capace, la strinsi a me intrecciando la mia lingua con la sua.
Stemmo avvinghiati per alcuni lunghi istanti, poi lei si ritrasse;
-Scusami, non dovevo, puoi lasciarmi sistemare? Devo tornare di là…-
S ichiuse ne bagno delle donne, a nulla valsero le mie insistenze per farla uscire, scoraggiato ritornai dai ragazzi.
-Allora Giorgio…-
-Già, cosa è successo? Perché torni da solo?-
Raccontai che probabilmente Luisa aveva paura del suo accompagnatore, e non voleva allontanarsi troppo a lungo, anche se avrebbe voluto lasciarsi andare.
I ragazzi stettero in silenzio per qualche minuto, vedemmo uscire Luisa dal bagno, era splendida, non come te Rebecca, ma splendida.
Uno dei ragazzi si alzò senza dire una parola e si recò al banco, stette qualche minuto vicino al compagno di Luisa, poi lo vedemmo che attaccava bottone con lui, e parlavano per qualche minuto, non capivamo quali fossero le sue intenzioni, dopo qualche minuto lo vedemmo tornare;
-Cari signori, il cavaliere di Luisa ci farà l’onore di farci compagnia per una partita, visto che ci manca il quarto…-
lo guardammo, noi eravamo già quattro, quel tizio sarebbe stato il quinto, ma lui continuò;
-…visto che Giorgio è stanco e ci lascia…-
Ci guardammo con un sorriso complice, e scoppiammo a ridere.
-Quanto durerà la partita?-
chiesi per farmi un idea di quanto tempo riuscivano a darmi;
-Tutta la notte, faremo un bel tira e molla, e lo terremo tutta la notte al tavolo da gioco, mi dispiace di non poterlo pelare, ma il comandante non ne sarebbe contento, gli vinceremo solo quanto basta a pagare da bere-
Era sicuro di se, e non poteva essere altrimenti, visto che tutti è tre erano professionisti del gioco.
Ci avvicinammo a Luisa e il suo accompagnatore, che si chiamava Sergio, tutti assieme ci recammo in una saletta vicino, e furono tirate fuori le carte, stetti a guardare alcune mani, che videro Sergio vincitore, Luisa iniziò subito a dare segni di insofferenza, quindi sbadigliando;
-Io ho sonno, me ne andrei in cabina-
il suo tono era leggermente interrogativo, come capii dopo era succube di Sergio, e gli chiedeva il permesso ogni volta che doveva fare qualcosa, Sergio dal canto suo era di buon umore, era convinto di aver trovato i polli della situazione, e quindi acconsentì con un grugnito, aspettai che Luisa si allontanasse, e alla mano successiva li salutai e mi allontanai.
Luisa aspettava nel corridoio fuori dalla sala, visibilmente nervosa, ma da ragazza intelligente aveva capito che io mi stavo sganciando dal gruppo.
Senza dire una parola ci avviammo assieme, lei si strinse addosso a me, facendomi sentire il suo profumo, -affrettammo il passo;
-Andiamo nella mia cabina?-
-No preferisco la mia, dopo avrei troppa paura di incontrare Sergio quando ritorno-
fu così che ci avviammo verso la sua cabina, quando arrivammo non feci neanche in tempo a chiudere la porta, Luisa mi si buttò addosso, incollando le sue labbra alle mie, questa volta potemmo procedere con calma, lei iniziò a succhiare la mia lingua come fosse un gelato, iniziai a muovere le mie mani sul suo corpo, an
dai a stringere i suoi seni da sopra il vestito, erano come li avevo immaginati, tondi e sodi, cercai la chiusura del suo vestito e la feci calare subito, poi armeggiai con la chiusura del reggiseno, Luisa si staccò un attimo da me abbassando le spalline del vestito e togliendo il reggiseno, adesso vedevo il so seno in tutto il suo splendore, le areole dei capezzoli spiccavano piccole e scure, con due punte che si ergevano turgide, non resistetti e mi chinai a succhiare quelle dolci colline, Luisa tirò indietro il capo sospirando forte, le sue dita mi strinsero i capelli tirandoli, io succhiavo i capezzoli con forza alternandoli nella mia bocca.
Luisa mi trascinò sul letto, con un movimento veloce fece scivolare il suo vestito per terra, indossava di un piccolo slip nero, e due calze autoreggenti nere, che valorizzavano le sue gambe, lasciai i suoi capezzoli, scendendo fino a trovare i suoi slip, non glie li tolsi neanche, li scostai iniziando a baciare e leccare il suo sesso già bagnato, mi piaceva affondare la mia lingua dentro di lei cercando i suoi umori che cominciavano a uscire abbondanti, Luisa si contorceva sotto i colpi della mia lingua, mugolando di piacere, la sentivo fremere di piacere, quando iniziai a succhiare il suo clitoride, lei mi prese i capelli spingendomi la testa in mezzo alle sue gambe, le sue gambe si strinsero intorno al mio corpo, e dopo qualche minuto la sentii venirsene nella mia bocca.
Quando si ebbe ripresa dall’orgasmo mi guardò con gli occhi ancora carichi di desiderio, le sue dita iniziarono ad armeggiare con i miei vestiti, in pochi attimi mi ritrovai nudo, con un movimento improvviso mi spinse sul letto, si chinò su di me baciandomi, poi si staccò dalla mia bocca e iniziò a percorrere il mio corpo con la sua lingua, il suo tocco era eccitante, vidi la sua testa arrivare sopra il mio cazzo, mentre i suoi capelli mi carezzavano la pelle, ero già eccitato, quando toccò il mio cazzo dritto, ebbi un brivido nella schiena, poi iniziò a baciare piano la cappella, tirando fuori la lingua per dare piccole leccatine, le sue labbra avevano un tocco vellutato, quando iniziò a scendere con la lingua fino a leccare le palle, temetti di venirmene immediatamente, ma riuscii a resistere, allora lei s lo fece scivolare i bocca iniziando a pomparmi con foga, succhiava e leccava nella sua bocca, riusciva a muovere la lingua intorno all’asta mentre lo faceva scorrere, per poi ingoiarlo fino in fondo, era una cosa incredibile, non riuscii a resistere me ne venni nella sua bocca, lei non lo tirò fuori, ma fece in modo di inghiottire tutto, non ne fece uscire neanche una goccia, quando finii venne accanto a me, la sua gamba si posò sulle mie, con la mano stringeva il mio cazzo che stava perdendo consistenza, carezzandolo, mi guardò con un sorriso;
-Adesso avremo più tempo-
Restammo abbracciati per una decina di minuti, poi Luisa ripresa a carezzarmi il cazzo, era molto sensuale, non ci misi molto a reagire alle sue carezze, lei lo riprese in bocca ricominciando a succhiare, io mi girai in modo da avere la sua fica davanti alla mia bocca, inizia a leccare con foga, cercando di tenere il ritmo con i suoi succhiotti, sentivo la sua fica bagnarsi e la mia lingua riempirsi dei suoi umori, aumentai il ritmo delle mie leccate, volevo farla venire nuovamente, sentivo il suo corpo agitarsi sotto i miei colpi di lingua, mentre io godevo dei suoi succhiotti.
Luisa smise di succhiarmi, e si girò salendomi sopra, non disse niente, ma capii che adesso voleva sentirmi dentro, non chiedevo altro, lei strinse il cazzo nella sua mano puntandoselo in mezzo alle gambe, sentii la sua fessura bagnata appoggiarsi sulla punta per poi lasciarsi calare, mi sentii stringere da una stretta delicata e calda, lei iniziò a muoversi piano, facendolo scorrere dentro di se, sentivo la morbida carezza della sua vagina, toccai i suoi seni carezzandoli e indugiando sui suoi capezzoli, lei si muoveva sempre più veloce su di me, iniziando a ruotare il bacino per sentirmi meglio, mi faceva impazzire.
Luisa cambiò nuovamente posizione, si sfilò da me mettendosi carponi e incitandomi a entrarle dentro, mi misi dietro di lei penetrandola con un colpo secco, i suoi umori la lubrificavano, entrai senza difficoltà, iniziai a muovermi dentro di lei velocemente, ad ogni colpo la sentivo sobbalzare, mi chinai su di lei, che girò la testa offrendomi la sua lingua, stetti a scoparla per un tempo che sembrò infinito, ad un certo punto sentii il corpo di Luisa fremere, se ne venne mentre continuavo a possederla, i tremiti del suo orgasmo si trasmettevano al mio cazzo dentro di lei, non so come fece, ma si girò con me che continuavo a scoparla, adesso era sdraiata di schiena, mentre la penetravo potevo vedere il suo sguardo eccitato, lei strinse le sue gambe attorno alla mia vita, la carezza delle sue calze sulla pelle mi diede il colpo di grazia, me ne venni dentro di lei inondandola, quando finii, restai dentro di lei sentendo il calore e la morbidezza del suo corpo.
Restammo abbracciati, per parecchio tempo, mi disse che Sergio era suo marito, e che quella crociera doveva essere un tentativo di riavvicinarsi, ma non stava funzionando, poi vidi che si era fatto molto tardi, non so quanto ancora lo avrebbero tenuto a giocare a carte, quindi la salutai e venni in cabina.
Quando sono entrato ti ho trovata sul letto, la sottoveste macchiata e tu che russavi, ti ho spogliata e ti ho messo a letto, poi mi sono addormentato anch’io.

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Rebecca finì di mangiare il cornetto che aveva in mano, aveva ascoltato con attenzione la narrazione della notte appena trascorsa, anche Giorgio aveva avuto una notte mica male;
-Non le hai dato appuntamento per rivederla?-, la voce non esprimeva gelosia, solo curiosità;
-No, ne lei mi ha chiesto niente, credo di essere stato il capriccio di una notte, sono stato un oggetto sessuale-
Tutti e due scoppiarono a ridere, mentre ridevano Giorgio si avvicinò a Rebecca e la bacio teneramente;
-E questo perché?-
-Per quello che hai detto prima, che ti sono mancato questa notte…-
stettero abbracciati sul letto per lungo tempo, poi si alzarono, era già tarda mattinata, decisero di recarsi in piscina, era un po’ il salotto della nave, un modo per vedere tutti.
Rebecca indossò uno dei suoi bichini, Giorgio i boxer e la camicia, erano appena giunti sul ponte, che incontrarono Marina che come loro era appena arrivata, li salutò calorosamente, poi si allontanò, si erano appena sdraiati sulle sedie che arrivarono i tre giocatori, dopo aver salutato Rebecca subito si rivolsero a Giorgio, volevano sapere come era andata la serata;
-Benissimo, volevo ringraziarvi per aver tenuto lontano Sergio, a proposito, come è andata la partita?-
-Come ti avevamo detto, gli abbiamo vinto i soldi delle consumazioni, ogni volta che voleva andarsene, lasciavamo che vincesse qualche mano, così era invogliato a restare, lo abbiamo tenuto fino alle cinque, poi abbiamo pensato che potesse bastare, mi pare che fosse sufficiente-
-Perfetto, io sono andato via alle quattro passate. Oggi avete qualche programma particolare?-
-Riposo assoluto, la nave farà sosta alla prossima isola e ripartirà domani, cè una festa così andremo ad assistere, vi consiglio di andarci, non è male-
-Grazie, ci penseremo-
Rimasero seduti a prendere il sole per un po’, quando giunse mezzogiorno decisero di alzarsi, videro in che stavano attraccando in un isola, quello che riuscivano a vedere del paese era carino, rimasero qualche istante a guardare, poi si recarono in cabina.
-Cosa dici Giorgio, scendiamo questa sera? Il paese sembra carino-
-Va bene, in fin dei conti siamo in vacanza, vedere qualcosa di diverso dalla nave non sarà male-
Presa questa decisione si recarono a pranzo, trascorsero il resto del pomeriggio in estremo relax, Videro Sara di sfuggita, li salutò e poi tornò a dormire, si ripromisero di farsi raccontare cosa era successo durante la gara, la sera prima.
Ormai stava facendo sera, si recarono nella loro cabina a prepararsi, Giorgio indossò un paio di pantaloni di lino e una camicia, il suo fisico si era abbronzato, e adesso si notava, Rebecca prese una gonna bianca, scelse un tanga bianco trasparente sul davanti, quando lo indossò, il tessuto separò i due globi perfetti del suo culo, indossò la gonna, che le cascò addosso perfettamente, il bianco del tessuto faceva risaltare la doratura delle sue gambe, fece per mettere il reggiseno, mentre stava per allacciarlo, girò il viso verso Giorgio, rivolgendogli uno sguardo interrogativo, lui scosse piano la testa, lei lasciò cadere l’indumento sul letto, prese la camicia azzurra che aveva scelto e la indossò, lasciò slacciati i primo bottoni, e legò i lembi della camicia sotto i seni, lasciando scoperta la vita, i bottoni aperti mostravano una generosa porzione del suo seno, il nodo del tessuto, sembrava stare li a indicare dove guardare, perso sotto la curva dei suoi seni.
L’aria della sera era leggera, quando scesero a terra videro che buona parte dei passeggeri stava scendendo a terra per partecipare alla festa, Giorgio e Rebecca si mescolarono alla folla di persone che passeggiava per le vie del paese, camminarono piano fino a giungere a un piccolo ristorante che dava sulla spiaggia, non avevano ancora cenato, quindi decisero di cenare lì.
Il locale era carino, erano seduti ad un tavolo da dove si godeva la vista della spiaggia, la luna che si rifletteva nel mare creava uno splendido effetto, Giorgio e Rebecca si sentivano come all’inizio del loro fidanzamento, la serata trascorse lenta e piacevole, quando uscirono ripresero a comminare senza meta.
Invece di dirigersi verso il paese se ne allontanavano, senza accorgersene si ritrovarono in spiaggia, Rebecca tolse i sandali che aveva indossato, ridendo corse verso il bagnasciuga, lasciando che l’acqua le bagnasse i piedi;
-Dai, vieni…-
Giorgio tolse le sue scarpe, e la raggiunse sul bagnasciuga, prendendola tra le braccia, si unirono in un lungo bacio, poi iniziarono a passeggiare tenendosi per mano, in lontananza sentivano la musica della festa, le luci illuminavano il paese riflettendosi sul mare, rimasero a passeggiare a lungo, arrivarono fino al limite della spiaggia, adesso i suoni della festa giungevano come un brusio in lontananza, si fermarono a guardare la luna che si specchiava nel mare.
Giorgio lasciò la mano di Rebecca e fece qualche passo indietro, lei si girò verso di lui curiosa, Giorgio stava ammirando la sua fidanzata, la tenue luce della luna disegnava il suo profilo, il suo volto era in ombra, e solo i suoi occhi brillavano, mentre una leggera brezza muoveva la sua gonna, quasi rendendola eterea.
-Sei bellissima…-
Giorgio si avvicinò alla fidanzata tendendole le mano, le loro labbra si unirono in un tenero bacio, mentre si stringevano le loro lingue iniziavano ad inseguirsi nelle loro bocche, era come se non si amassero da anni, le loro mani si stringevano mentre le lingue esploravano le loro bocche, Rebecca succhiò piano quella di Giorgio, cercando, poi, di avvolgerla con la sua.
Le mani di Giorgio lasciarono le sue, risalendo lungo il suo corpo, si fermò quando le sue mani furono piene dei suoi seni, iniziò a carezzarli piano da sopra il tessuto, Rebecca spostò piano il corpo per lasciare spazio alla sua mano, le dita giocarono piano con il nodo sotto i seni, la stoffa si sciolse lasciando la camicia chiusa da un solo bottone, anche questo lasciò andare il tessuto, adesso i seni di Rebecca erano liberi, la lieve brezza che arrivava dal mare sfiorava i capezzoli facendoli indurire, piano Giorgio chinò la testa andando a succhiare un capezzolo, il contatto della sua bocca con la pelle del seno fu salutato da un gemito di piacere, Rebecca posò le sue mani sulla testa dell’uomo, carezzandolo, lui succhiò con più forza il capezzolo che aveva in bocca, la sua lingua cercò di avvolgerlo prima di leccarlo nuovamente.
La bocca di Giorgio risalì verso il collo della fidanzata, baciandola voluttuosamente, le mani di Rebecca scesero a cercare il bordo dei pantaloni del fidanzato, riuscì a infilare dentro una mano andando a carezzare il suo cazzo che già si induriva, questa volta toccò all’uomo sussultare sotto il tocco vellutato di quella carezza.
Ormai presi dal desiderio, si spostarono verso la fine della spiaggia, dove c’era un rado tappeto erboso, si lasciarono cadere per terra, Giorgio sollevò la gonna della fidanzata, la sua testa sparì tra le sue gambe, scostò il tessuto umido del tanga, e tuffò la sua lingua in quella fessura profumata, iniziando a leccare furiosamente, Rebecca ansimava sotto i colpi veloci della lingua, sentiva la lingua frugarle dentro, mentre un dito malandrino si insinuava nel suo culetto facendola sobbalzare, contemporaneamente le labbra dell’uomo si serrarono sul clitoride succhiando con forza.
Rebecca si sentiva bruciare dall’eccitazione, voleva sentire il cazzo di Giorgio, cercò di spostarsi, ma l’uomo la tenne forte per le gambe, insistendo con la lingua sul suo clitoride, lei si abbandonò a quel tocco venendosene nella sua bocca, lui percepì sulla sua lingua gli umori che colavano, e li leccava goloso, quando il corpo della donna ebbe cessato di muoversi scosso dall’orgasmo, si alzò, slacciò piano i suoi pantaloni, e tirò fuori il suo cazzo già duro, Rebecca lo vide stagliarsi nella penombra, la sua mano si allungò a cercarlo, lo strinse carezzandolo, lui si avvicinò al suo viso, adesso l’asta tesa era vicino al volto della donna, lei tirò fuori la lingua iniziando a leccarlo, le piaceva sentirne il sapore, spingerlo al massimo dell’eccitazione fino a sentirlo durissimo e caldo nella sua bocca, la sua lingua iniziò a leccare la cappella cercando di avvolgerla, per poi scendere veloce fino alla base, insinuarsi sulle palle e poi ripercorrendo la lunghezza in senso inverso, mentre lo sentiva vibrare sotto la sua lingua, aprì la bocca facendolo scorrere tra le sue labbra, mosse la testa facendolo scivolare fin quasi alla gola, poi lo tirava fuori dando un grande succhiotto, per poi inghiottirlo nuovamente, adesso era Giorgio che mugolava sotto il tocco di Rebecca.
La lasciò continuare per qualche minuto, poi si fece forza e lasciò la sua bocca, si mise in mezzo alle sue gambe, sfilò il tanga ormai zuppo, e puntò verso la sua fichetta, si guardarono un attimo negli occhi, tutti e due bruciavano di desiderio, entrò dentro di lei con un movimento deciso, Rebecca diede un urletto di piacere, poi lo strinse forte avvolgendolo con le sue gambe, lei sentiva quel palo duro e caldo dentro di lei, avrebbe voluto che lo spingesse più a fondo, Giorgio inizio a muoversi con gesti decisi, tirava fuori il suo cazzo per poi affondarlo di colpo, la vagina di Rebecca lo stringeva come una guaina, ne percepiva il calore, gli spasmi di piacere della sua donna, in quel momento si stavano sentendo uniti come non mai.
Rebecca adesso ansimava forte, tra un sospiro e l’altro incitava il fidanzato a possederla ancora di più, lui eccitato dalle sue parole accentuava il suo movimento, ruotando il bacino quando era dentro di lei, facendola urlare di piacere ancora di più, il corpo di Rebecca venne percorso da una scarica di elettricità, un orgasmo fortissimo scosse il suo corpo, si strinse a Giorgio, mentre un urlo le usciva dalla gola, l’uomo continuava a muoversi dentro di lei accentuando le sue sensazioni di piacere, Poteva sentire il suo orgasmo dagli spasmi della vagina intorno al suo cazzo che ancora la penetrava, Rebecca ancora stava urlando di piacere, quando Giorgio uscì dalla sua fica.
Delicatamente la fece girare, Rebecca si mise carponi, ancora ansimante, il corpo percorso dagli ultimi fremiti di quell’orgasmo incredibile, Giorgio sollevò la sua gonna sulla sua schiena, la sua lingua andò a solleticare il suo buchino, Rebecca provò una nuova scossa, sia abbandonò a quelle nuove ondate di piacere, Giorgio insalivava il buchetto abbondantemente, infilando la lingua dentro, e sentendola fremere, quando ebbe insalivato infilò dentro un dito, Rebecca contrasse i muscoli stringendoli intorno al dito, per poi rilassarsi, il fidanzato continuò a muovere il dito per poi aggiungerne un altro e ruotarli piano, Rebecca sentiva che si stava nuovamente eccitando, non era solo un fatto fisico, parte del suo piacere era dato dal fatto che non stava facendo solo sesso, faceva l’amore.
Giorgio tolse le dita e avvicinò il suo cazzo al buchino di Rebecca, e premette, lei rilassò i muscoli per permettergli di entrare, lui spinse un po’ , sentì che il buco cedeva, allora spinse ancora entrando dentro, il suo ingresso fu salutato dal sospiro di piacere di Rebecca, Giorgio iniziò a spingere piano, il suo cazzo entrava invadendo la sua fidanzata.
Rebecca si sentiva aprire, ma non sentiva dolore, sentiva la strana sensazione di piacere che le dava la sodomia, ma quella volta la sensazione era diversa, sentiva un maggiore piacere, mentre il palo caldo affondava dentro di lei, adesso il corpo del fidanzato toccava il suo, stettero un lungo attimo fermi, poi Giorgio iniziò a muoversi, lei sentiva il cazzo scorrere dentro di lei, strofinandosi sul suo buchetto, le sembrava quasi di sentirlo in fica, il ritmo dei colpi iniziò ad aumentare, adesso lo sentiva affondare con forza dentro di lei, ogni affondo le toglieva il fiato, la sua mano corse al suo clitoride, voleva avere un altro orgasmo prima che Giorgio e ne venisse.
Adesso i due amanti sentivano l’uno il piacere dell’altro, Giorgio aumentò il ritmo dei suoi colpi chinandosi in avanti a carezzare i seni di Rebecca, lei girò la testa cercando la sua bocca, quando sentì qualcosa di caldo invaderle l’intestino, le dita sul suo clitoride fecero nascere il suo orgasmo, lei si accasciò in avanti, mentre il suo fidanzato cadeva accanto a lei abbracciandola, unirono nuovamente le loro labbra, lasciando che il piacere fluisse dai loro corpi.

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Rimasero abbracciati sulla spiaggia, la musica della festa che si sentiva in lontananza era l’unica cosa che rompeva il rumore della notte.
Dopo un po’ Rebecca si alzò, fece scivolare i vestiti per terra rimanendo nuda sotto la luce della luna, piano si avvicinò all’acqua bagnandosi, quando era già in acqua si girò verso Giorgio;
-Dai… vieni anche tu, l’acqua non è fredda…-
Giorgio si spogliò velocemente e la raggiunse, rimasero in acqua per qualche minuto, poi si asciugarono sulla spiaggia, si rivestirono in silenzio, non avevano più bisogno di parole, e tenendosi per mano, si avviarono verso il villaggio.
Quando arrivarono la festa era al suo culmine, si confusero tra la folla, lasciandosi trascinare dalla folla, rimasero tutta la sera assieme, paghi l’uno dell’altra.
Quando ritornarono sulla nave era ormai notte fonda, o meglio si avvicinava l’alba, entrambi si addormentarono stanchi ma felici di essere assieme.
La crociera procedeva, i giorni si sgranavano lenti, Giorgio e Rebecca si recarono ancora qualche altra volta nel privè della nave, la loro complicità cresceva, Sara qualche volta li prendeva in giro per come facevano i fidanzatini, ma una volta che parlando da sola con Rebecca, espresse la sua invidia per il loro rapporto, e per come sapevano stare bene insieme.
Quella mattina Giorgio e Rebecca erano sul bordo della piscina, era diventato il loro punto di ritrovo, Sara era andata con loro, e adesso era nell’acqua che scherzava con uno dei passeggeri, la tristezza, Rebecca era appena uscita dall’acqua, e il suo corpo era striato da piccole goccioline, che la rendeva più sensuale;
-Giorgio, tra due giorni la crociera finirà…-
Il tono della sua voce sembrava deluso, Giorgio lasciò il giornale che stava leggendo;
-Beh,sapevamo che sarebbe finita, non possiamo certo dire che non cè l’aspettavamo…-
-Lo so, ma mi mancherà tutto questo, Sara…, il privè…, Massimo…-
-Niente ci vieta di approfittare di questi cambiamenti quando saremo a casa, dovremo solo essere più discreti…-
Gli occhi color caffè di Rebecca fissarono Giorgio per un attimo, un sorriso si allargò sul suo viso;
-Non era questo, credo che quello che mi mancherà di più sarà questa atmosfera, qui siamo più rilassati, è come essere su un altro mondo…-
Giorgio non fece in tempo a rispondere, Sara era uscita dall’acqua e si era avvicinata;
-Ragazzi che musi lunghi. La vacanza sta finendo godiamocela prima di ritornare alla noia di tutti i giorni. Cosa contate di fare in questi ultimi due giorni?-
L’esuberanza di Sara, li aveva riportati al fatto che la crociera era quasi finita;
-Hai ragione Sara, godiamocela in queste ultime ore-
Ormai era giunta sera, Rebecca era nella cabina ha fare una doccia, Giorgio era sparito nel pomeriggio, di solito quando spariva aveva qualcosa in mente, mentre l’acqua scorreva sul suo corpo ripensò al pomeriggio passato assieme ad Anya, il ricordo le fece correre la mano in mezzo alle gambe, iniziò a carezzarsi piano, pigramente, la sensazione che provava era piacevole, ma la sentiva distante, continuò piano a carezzarsi, il rumore della porta che si apriva la fece smettere;
-Giorgio sei tu?-
-Si amore…-
Rebecca chiuse l’acqua ed uscì, il suo corpo nudo apparve davanti al fidanzato, che rimase a guardarla, amava guardarla mentre compiva piccoli gesti quotidiani, il bianco dell’asciugamano creava contrasto con la sua pelle abbronzata facendola risaltare, lei lo fissò;
-Cosa guardi?-
-La donna più bella del mondo…-
-Scemo.. dove sei stato?-
-Ho prenotato una saletta per noi, questa sera ceneremo da soli, senza confusione, in fin dei conti le vacanze stanno per finire…-
Rebecca finì di asciugarsi, Giorgio si infilò nella doccia, scelse con cura come vestirsi, prese uno slip nero ricamato che ancora non aveva avuto occasione di indossare, e lo infilò, stette indecisa se indossare o meno le calze, guardò critica le gambe, l’abbronzatura le dava una doratura uniforme, decise di non metterle, il reggiseno a balconcino che indossò faceva il paio con gli slip, le coppe evidenziando ancora di più la sua terza misura, stette a rimirarsi allo specchio per qualche secondo, poi scelse tra gli abiti che aveva portato, ne scartò alcuni, poi prese un abito corto nero, se lo fece scivolare addosso, tessuto si tese sul davanti, la generosa scollatura mostrava parte del suo seno, mentre la schiena veniva lasciata nuda, lego i capelli in alto, mettendo in evidenza il collo, un leggero velo di rossetto rese le sue labbra più sensuali, stava finendo di prepararsi quando sentì due labbra posarsi sul suo collo, Giorgio era uscito dalla doccia e la stava osservando;
-Dai vestiti anche tu…-
Si spostò allontanandosi da lui, anche il suo fidanzato si vestì, prima di uscire Rebecca indossò un paio di scarpe aperte con un tacco alto e sottile, che faceva risaltare le sue caviglie sottili.
Giorgio aveva fatto riservare per loro due una piccola saletta, l’atmosfera era molto intima e rilassata, la cena fu ottima, quando finirono, Giorgio prese la bottiglia di spumante che era nel secchiello del ghiaccio accanto al tavolo, e iniziò ad aprirla, quando ormai stava per togliere il tappo posò la bottiglia e si avvicinò a Rebecca, dal taschino della sua giacca prese un fazzoletto, Rebecca lo riconobbe, glielo aveva regalato lei tempo prima, si avvicinò a lei e senza dire una parola arrotolò il fazzoletto posandoglielo sugli occhi, Rebecca fu sorpresa da quella manovra, ma non disse niente, lasciò che lui la bendasse.
Adesso che era bendata Giorgio aprì ola bottiglia, Rebecca sentì il rumore del liquido che si versava nei bicchieri, Giorgio le mise un bicchiere in mano, e lo toccò con quello che aveva lui, il tintinnio dei due bicchieri fu l’unico rumore che si sentì;
-A te Rebecca…-
Rebecca accostò il bicchiere alle labbra, mentre beveva sentì due labbra posarsi sulla sua schiena nuda, rabbrividì un attimo, posò il bicchiere e si girò togliendo la benda per cercare le labbra di Giorgio.
Rimase sorpresa quando vide Massimo dietro di lei, si girò a cercare il suo fidanzato, che stava ancora davanti a lei, il bicchiere in mano rivolto verso di lei in un muto brindisi, Sara era accanto a lui, non fece in tempo a dire niente, le mani di massimo si erano posate sulle sue spalle,iniziando a scendere verso il suo seno, e insinuandosi dentro la sua scollatura.
Giorgio aveva posato il bicchiere, e si era avvicinato a lei assieme a Sara, Rebecca si trovò in mezzo a loro tre, le loro mani iniziarono a carezzare il suo corpo, mentre le labbra di Sara andavano a cercare le sue, lei accolse la sua lingua dentro la sua bocca, intrecciandola con la sua.
Le dita di massimo aprirono la chiusura del suo vestito, mentre Giorgio dava piccoli bacini al suo collo, Rebecca sentiva il suo corpo percorso da brividi, stava eccitandosi, Massimo, dietro di lei, insinuò le mani dentro il suo vestito ormai slacciato, iniziò a carezzare i suoi seni, tirandoli fuori dalle coppe del reggiseno, lei succhiò con più forza la lingua di Sara, le mani di Giorgio fecero abbassare le spalline del suo vestito, lei abbassò le braccia, lasciando che scivolasse a terra.
Anche il vestito di Sara finì per terra, era coperta solo da un piccolo slip rosso, le mani di Rebecca si insinuarono dentro lo slip, le sue dita passarono sulla fessura bagnata di Sara, iniziando un lento ditalino.
Stettero cosi allacciati per qualche minuto, poi si sciolsero, Rebecca si ritrovò abbracciata a Massimo, le mani dell’uomo avevano slacciato il suo reggiseno, lasciando liberi i suoi seni e si era chinato a leccare i sui capezzoli, Rebecca spostò la testa indietro, come a favorire la sua manovra, massimo prendeva in bocca i capezzoli succhiandoli, si alternava ora su uno ora su l’altro, mentre sentiva i sospiri di piacere della donna.
Le sue mani scesero lungo i suoi fianchi andando a cercare il bordo dei suoi slip, quando li ebbe presi si abbassò piano, passando la sua lingua sul corpo di Rebecca, e abbassandoli piano, il suo sesso apparve piano davanti al viso dell’uomo, che affondò la lingua nella fessura bagnata.
Rebecca posò le mani sulla testa di massimo premendola sulla sua fica, la lingua si insinuò nella fessura muovendosi veloce, quando passò sul suo clitoride Rebecca sentì come una scossa, si lasciò cadere sulla sedia vicino a lei, sporgendo il bacino, Massimo iniziò a muovere la lingua con più velocità, scendeva fino al suo buchino, per poi risalire a cercare il suo clitoride, succhiandolo avidamente, l’eccitazione della donna saliva, bagnando la lingua che la leccava con i succhi che adesso la bagnavano abbondantemente.
Accanto a loro Sara si era chinata davanti a Giorgio, tirandogli fuori il cazzo duro, e aveva iniziato a succhiarlo, Rebecca vedeva l’asta entrare nella sua bocca e uscirne lucida e bagnata dala sua saliva, le guance incavate di Sara le mostravano la foga con la quale succhiava, la sua eccitazione raggiunse l’apice guardando quello spettacolo, con un gridolino se ne venne nella bocca di Massimo, che continuò a leccarla finché la sentì calmare.
Adesso con la mente più lucida Rebecca spogliò Massimo, tolse la camicia mordicchiandogli i capezzoli, mentre le sue dita aprivano i suoi pantaloni, lo fece sedere togliendogli i pantaloni, le sue mani scoprirono il suo sesso duro, mentre con una mano finiva di spogliarlo, con l’altra carezzava l’asta che svettava davanti a lei, finalmente poté dedicarsi all’uomo.
Tirò fuori la lingua iniziando a dargli piccole leccatine sulla punta, poi iniziò a scendere verso le sue palle, percorrendo la superficie del cazzo con le labbra e la lingua, la sua lingua si insinuò leccando le palle gonfie, Rebecca sentiva l’asta fremere ad ogni tocco della sua lingua, ripercorse la superficie con la lingua il cazzo fino alla punta, le sue labbra si schiusero facendolo scivolare tra le sue labbra, scese con la testa fino a sentirlo toccare la sua gola, si fermò un istante per poi iniziare a pompare , dapprima lentamente, poi aumentò il ritmo, mentre la sua mano accompagnava il movimento ritmico.
Non continuò a lungo, aveva voglia di sentirlo dentro, smise di succhiarlo, senza far spostare massimo dalla sedia si mi se sopra di lui calandosi lentamente sul cazzo duro, quando lo sentì farsi strada dentro di lei ebbe quasi un orgasmo, si calò fino ad accoglierlo tutto dentro, la sua vagina si avvolgeva stretta attorno all’asta, le sue mani cinsero il suo collo, Iniziò a muovere il bacino facendolo scorrere dentro di se, Rebecca sentiva un grande calore salirle dentro, mentre si muoveva sopra massimo, la sua bocca andò a cercare quella dell’uomo, intrecciando la lingua con la sua.
Accanto a lei Giorgio si era messo dietro Sara e adesso la stava scopando con grandi colpi di reni, la ragazza si era spostata piano vicino a Rebecca, la sua mano aveva iniziato a carezzarla, mentre cavalcava Massimo.
Rebecca si sfilò da sopra Massimo girandosi verso saran, si chinò a cercare la sua bocca, Massimo la penetrò da dietro, affondando con forza dentro di lei, le ragazze sentivano i colpi che l’altra riceveva, le loro lingue si intrecciavamo mentre le loro mani indugiavano sul corpo dell’amica.
Giorgio aveva tirato fuori il cazzo dalla fica di Sara, lo strofinò sul suo buchino, Sara capì le sue intenzioni, si tenne a Rebecca mentre spingeva in fuori il culo offrendoglielo, Giorgio appoggiò il suo cazzo sul forellino e spinse, Sara si irrigidì un secondo per poi rilassarsi, la sua bocca strinse la lingua di Rebecca, mentre Giorgio guadagnava spazio dentro di lei, sentiva il cazzo caldo farsi strada dentro piano piano, ad ogni affondo sentiva il respiro mancarle, dovette lasciare la lingua di Rebecca, mentre ansimava, Giorgio iniziò a muoversi dentro di lei con foga, sbattendo contro il suo culo ad ogni affondo.
Massimo vide che Giorgio inculava Sara e uscì dalla fica di Rebecca, puntando al suo forellino, Rebecca lo precedette, si infilò sotto la sua amica andando a cercare la sua fica, e affondò dentro la sua lingua, Massimo osservò per qualche istante quel sessantanove, poi si mise davanti a Rebecca alzandole le gambe, puntò deciso il suo cazzo verso il buchino della donna, che non si oppose, le mani di Sara le tenevano le gambe favorendo la penetrazione, poi iniziò a muovere la sua lingua sulla fica dell’amica, scendendo fino a leccare l’asta che entrava e usciva dal culo.
Stettero allacciati in quella posizione tutti e quattro, Rebecca aveva preso in bocca il clitoride di Sara succhiandolo con forza, Sara inarcò la schiena, l’orgasmo la percorse come una frustata, il suo corpo tremò percorso dagli spasmi del piacere, massimo uscì rapido dal culo di Rebecca venendosene con lunghi schizzi sul viso di Sara, non aveva resistito allo spettacolo.
Giorgio uscì da dentro Sara e affondò con forza nel culo di Rebecca strappandole un gemito, iniziò a pompare con forza mentre Sara iniziava a leccare il suo clitoride, Rebecca sdraiata di schiena strinse le sue gambe attorno al fidanzato, quasi a trattenerlo dentro di se, e poi esplose in un orgasmo lunghissimo, prolungato dagli affondi che Giorgio continuava a dare, continuò a pomparla finché se ne venne dentro di lei, quando ebbe finito si baciarono come due fidanzatini…
Trascorsero il resto della serata assieme a Massimo e Sara, era un po’ una serata di commiato, quando si separarono era quasi l’alba.
Trascorsero la giornata successiva quasi sempre da soli loro due, verso sera ne approfittarono per salutare le persone che avevano conosciuto, Claudio diede loro il suo biglietto da visita, lo conservarono, non avevano ancora deciso se quella sarebbe rimasta una esperienza isolata, o se era l’inizio di un qualcosa altro, ben presto la giornata finì.
Rebecca si girò verso Giorgio, lui stava chiudendo l’ultima valigia, le sembrava strano che quel viaggio incredibile fosse già finito, diede un ultima occhiata distratta alla cabina, non avevano dimenticato niente;
-Sei pronta? Tra un po’ scenderemo a terra, e poi via verso l’aeroporto-
-Si, sono pronta. Solo avrei voluto che questa crociera continuasse ancora per un po’-
-Tra un po’ verranno a prendere le valigie, andiamo a salutare Massimo-
Si avviarono verso il ponte, Il comandante stava salutando i passeggeri, quando li vide si avvicinò;
-Allora ragazzi, questa vacanza è finita…-
-Già, volevamo salutarti, chissà quando ci rivedremo…-
-Chissà… Io sono sempre su questa nave, magari alla vostra prossima vacanza, o magari quando vado in vacanza io e verrò in Italia…-
Rebecca lo abbracciò, e gli diede un fugace bacio, Giorgio gli strinse la mano, e si separarono, dal ponte videro Sara che li salutava dal molo, era già scesa e adesso li aspettava, avrebbero fatto il viaggio di ritorno assieme.
La mano di Giorgio si posò sulle spalle di Rebecca, lei lo guardò un istante e lo cinse alla vita con un braccio, lentamente si avviarono per scendere.

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