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Trio

io e i colleghi

By 4 Dicembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

 

 

  Per lavoro devo andare a sistemare il PC nell’ufficio di Lucrezia, una donna di quasi quarant’anni non proprio bellissima ma abbastanza carina, forse un po’ troppo truccata per i miei gusti ma pur sempre una donna. La conosco da poco e non ci ho parlato molto con lei, non da l’aria di essere una libertina, ma quel giorno devo ricredermi.

  Per sistemarle il computer devo mettermi in ginocchio sotto la sua enorme scrivania, dove sto benissimo assieme alle sue gambe, visto che lei non può allontanarsi dal lavoro poiché deve firmare dei documenti importanti. Lucrezia però è agitata, non riesce a star ferma spostando le gambe un po’ di qua e un po’ di là. Non immagina che odore di figa mi arriva in faccia ad ogni suo movimento, eccitandomi. Dopo abbondanti dieci minuti di sgambettio finalmente si ferma … a gambe aperte davanti a me, mettendo in bella mostra il boschetto che è la sua fighetta, non porta le mutandine, ho sbagliato tutto su di lei.

   Distolgo subito lo sguardo dalla stupenda visione cercando di concentrarmi sul lavoro da finire, ma la mia minchia batte fortissimo nei pantaloni. Lucrezia vuole farmi impazzire, con la sedia si avvicina alla mia faccia aprendo di più le gambe e facendo alzare la gonna quel tanto da farmi intravedere il taglio della figa.

   Mi lecco le labbra immaginando il magnifico sapore della passera bagnata, non resisto più. Finisco in tutta velocità il lavoro che mi hanno ordinato di fare, esco da sotto la scrivania e prendo la donna per le ginocchia, divaricandole il più possibile e fiondandomi a leccarle il boschetto ruvido. Lei scivola leggermente in avanti con il culo porgendomi meglio la vagina: inizio a leccarla con molta maestria e lentezza, entrando con la lingua tra le labbra a sfiorarle bene il clitoride e la passera, poi infilandola all’interno per muoverla prima piano poi velocemente.

   Lucrezia geme fortissimo, ho paura che ci scoprano, ma non riesco a fermarmi eccitato dal sapore buonissimo del liquido dolce e leggermente denso della sua fighetta. Il mio cazzo turgido vuole fottere a più non posso, faccio piegare la donna sul tavolo a gambe aperte, prendo la minchia appoggiandola al buchetto della figa che sento stretto attorno alla mia cappella durissima e bella grossa. Devo far forza per entrare di getto con i miei diciannove centimetri di verga, allungati da anni di massaggi prostatici, finendole dentro fino alle palle. Lei urla, bloccandosi per il dolore che le procuro, sento la sua passera calda stretta attorno al mio membro sempre più duro, l’eccitazione aumenta facendomi trapanare Lucrezia con forza, senza pensare alla porta a vetri da cui gli altri possono vederci.

   Sento la sua figa bagnarsi sotto i miei colpi man mano sempre più potenti, sta per godere e aumento il ritmo per venire assieme a lei, ma quando la donna gode con un urlo liberatorio io non riesco a liberarmi le palle.

   Tolgo il pisello dalla figa per piantarglielo nel culo, devo sborrare.

   – Ti farò male ma non stringere il culo, fa come se dovessi cagare quando senti spingere dentro il cazzo.

   Appoggio la cappella e inizio a spingerlo dentro con lentezza, Lucrezia fa come le ho detto e il cazzo entra con fatica ma senza provocarle sanguinamento. Attendo qualche minuto fermo dentro di lei per farle calmare il dolore e, quando sento le pareti più tranquille, inizio a muovermi avanti e indietro lentamente aumentando la spinta ad ogni affondo.

   Come la figa anche il buco del culo della donna è strettino ma giusto per accarezzare alla perfezione il mio pisello turgido, il caldo delle sue viscere mi fa eccitare tantissimo assieme ai mugolii di lei che ulula di piacere; fortunatamente la pesante scrivania non si muove, facendo da fermo e intrappolando Lucrezia tra il tavolo e me che continuo a sbatterla. Mancano pochi colpi per farmi venire, quando nella stanza arriva un collega della cagna sotto di me, Roberto. Ci conosciamo da tempo e sa della mia passione sessuale; capendo subito la scena, chiude la porta a vetri alle sue spalle, si avvicina a noi abbassandosi in modo di poter guardare bene lo scenario.

   – Togli il cazzo da lei e aiutami a togliere tutto dalla scrivania, vedrai come gode con due uomini come noi che la trapanano. Lucrezia ha proprio la faccia da puttanella.

   Faccio come dice Roberto; chiudo l’ufficio a chiave per non essere disturbati mentre godiamo e anche se ci vedono attraverso la vetrata non ci importa. Il cazzo, ormai quasi molle dallo spavento preso poco prima, fa un po’ fatica a tornare su; Roberto si siede sulla scrivania, afferra la donna e con l’aiuto della mano le infila il cazzo nel culo, Lucrezia geme ed io mi eccito di nuovo guardando la scena davanti a me. Mi avvicino ai due e infilo il palo nella passera di lei, prendendo il ritmo di Roberto. La scopiamo da subito velocemente nel culo e nella figa contemporaneamente. Lei gode saltellando sui nostri cazzi sempre più turgidi; la sua figa, più stretta di prima, è un lago gocciolante sul pavimento; non ho avuto il tempo di vedere il cazzo di Roberto ma, da come la sento stretta, immagino sia ancora più grosso del mio.

   Con un urlo liberatorio Roberto sborra nel culo di Lucrezia che è paonazza in viso, chiedo in un sussurro all’uomo di lasciarle dentro il cazzo fino a quando, dopo pochi affondi, scoppio anch’io di goduria nella figa. Lucrezia mi scarica sul cazzo tutto il suo godimento pochi istanti dopo.

   Nell’ufficio della donna c’è un bagno dove possiamo pulirci tutti e tre assieme, restando per un po’ mezzi nudi.

   Rimango allibito quando Roberto mi si avvicina sussurrandomi all’orecchio:

   – Bellissimo cazzo, me lo fai succhiare? Ti prego.

   Lo guardo con occhi sgranati con il palo ancora in mano che ha un sussulto d’eccitazione. Pensieroso, decido di accettare.

   – Prendilo, vediamo come lo sai succhiare, ma vedi di farmi godere o lo sentirai in culo – gli dico con un misto di eccitazione e vergogna.

   Io che mi eccito al pensiero di farmelo succhiare da un uomo? E che addirittura mi piace l’idea di inculare un uomo! Cazzo, che mi sta capitando?

   Roberto non se lo fa ripetere due volte, già in ginocchio si avvinghia al mio membro, baciandomi la cappella e sfiorandomi il buchino e il glande con la lingua. Mi fa impazzire! É proprio vero che un uomo succhia meglio di una donna. Roberto è magnifico sul mio cazzo, lo risucchia in bocca accarezzandolo con le labbra e la lingua senza lasciarne libero un solo millimetro. Con la punta della lingua sfiora le palle, ciucciando il membro che prende tutto in bocca fino in gola, procurandomi un’eccitazione così forte da dovermi appoggiare al lavandino per reggermi in piedi; Roberto è talmente bravo che sembra mi succhi la forza! Il cazzo, a contatto con la sua lingua che lo accarezza delicatamente nei punti più sensibili, mi pulsa fortissimo fino a farmi godere copiosamente nella sua calda bocca. Sborro così forte da sentirmi mancare, mi gira la testa e devo sedermi sul pavimento appoggiando la testa al muro. Che magnificenza Roberto! Davvero un pompino degno di tale nome, mai provato un’eccitazione simile.

 

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