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Trio

La piscina, la ramazza e una moglie perversa

By 29 Giugno 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Eravamo in vacanza in una cittadina balneare del centro italia. Era l’inizio di giugno, avevamo una settimana a disposizione. Per sei giorni eravamo stati a prendere il sole nella piscina dell’albergo, visto che la spiaggia non era granché e anche il mare era poco invitante, con l’acqua gelida e la sabbia non troppo pulita. Stavamo sdraiati a prendere il sole praticamente tutto il giorno, mangiavamo al bar e ci riposavamo all’ombra sotto il porticato senza allontanarci troppo dal bordo della vasca. Conoscevamo ormai tutti i camerieri e le cameriere che si alternavano nei turni del bar. Una cameriera mi colpiva particolarmente, un aspetto austero lunghi capelli neri raccolti in una treccia, vestiva con un top bianco d’ordinanza e una gonna nera al ginocchio. Era una bella donna, magra con le forme abbondanti al posto giusto, molto femminile ma anche molto decisa e spiccia nei modi. Ti guardava con noncuranza, quasi con scherno mentre prendeva le ordinazioni. Ciò che però mi aveva colpito di più era lo strano rapporto che si era creato tra lei e Patrizia. Era cominciato il primo giorno. La cameriera aveva portato a Patrizia un cocktail, servendoglielo sul bordo della piscina. Avvenne un incidente, mia moglie si era voltata bruscamente a un mio richiamo urtando il bicchiere il cui contenuto era andato a riversarsi sulla gonna della cameriera. La donna aveva fulminato mia moglie con lo sguardo. Patrizia la guardava intimidita e interdetta. Si era alzata sulla sdraio di scatto e il reggiseno slacciato del costume era rimasto sul cuscino. Si copriva le tette con le mani e guardava con un espressione indecifrabile la cameriera. Quest’ultima disse qualcosa, io non capii perché ero lontano. Vidi Patrizia sgranare gli occhi, poi la cameriera che afferrava il reggiseno del costume rimasto sulla sedia e con quello si ripuliva la gonna, lanciandolo poi addosso a Patrizia quando ebbe finito. Da quel giorno ogni volta che lei era di turno Patrizia si trasformava. Io le ordinavo cocktail in continuazione per osservare quello che succedeva e mia moglie beveva e perdeva la testa. Cominciò a riportare i bicchieri al banco. La cameriera non la degnava di un sorriso, anzi le diceva cose che io non sentivo, essendo lontano. Pian piano cominciò a riportare qualche bicchiere vuoto dai tavoli vicini quando andava a riconsegnare i nostri. L’ultimo giorno vidi la cameriera darle in mano una spugna sorridendo beffardamente. Patrizia prese lo straccio e cominciò a ripulire i tavoli, così in costume da bagno scarpe da zoccola e occhiali da 300 euro. Quando tornò al bancone la cameriera fece un cenno e le indicò di seguirla nel retro bar. Passarono minuti interminabili, durante i quali sentii il cazzo che mi si imbarzottiva alquanto. Poi mia moglie ricomparve, in mano un secchio e una ramazza. La cameriera la scortò fino ai bagni e le dette delle indicazioni che da lontano non potevo sentire. Patrizia rimase nei bagni per più di un ora, mentre la cameriera continuava a servire al bar. Quindi la vidi uscire con guanti e ramazza, sudata e trasandata, i capelli legati con uno straccio. Si avvicinò al bar e riconsegnò l’armamentario alla cameriera, sotto gli sguardi increduli e divertiti degli avventori che si erano gustati tutta la scena. Vidi mia moglie avviarsi a testa bassa verso i bungalow, la raggiunsi e insieme in totale silenzio tornammo nella nostra camera e ci sedemmo sul letto. Quel giorno era il penultimo della nostra vacanza ed era anche il mio compleanno. Io mi sentivo in trance, chiesi a Patrizia cosa voleva fare per la serata, dovevamo andare a festeggiare. Ma Patrizia era nervosa. Le chiesi se voleva uscire, mi disse che preferiva restare in albergo, me lo dise con gli occhi bassi. Era strana, sembrava triste. Non so perché le chiesi a bruciapelo se per il mio compleanno voleva farmi un regalo speciale. Lei mi chiese cosa volessi…senza pensarci le dissi che volevo scoparmi la cameriera. La sua reazione mi lasciò senza fiato. La mia era una battuta, non mi ero mai sognato di chiedere veramente una cosa del genere, anche perché mai Patrizia, gelosa com’era , me l’avrebbe concessa. Insomma mia moglie mi tirò uno schiaffone fortissimo in pieno volto. Io caddi in ginocchio. ‘Sei un porco!!’, mi gridò in faccia, poi mi sputò addosso. Io ero a terra, la guardavo stupito e terrorizzato. Mi sentivo strano, la guardavo dal basso, con un piede mi spinse sul pavimento, poi si inginocchiò su di me e mi fissò senza dire niente. Mi affondò il ginocchio nello stomaco. C’era un silenzio terrificante, mi faceva male, ma non so perché non riuscivo a dire nulla. Poi parlò, era evidentemente ubriachissima. Mi disse che il suo regalo era questo, che io dovevo praticamente portarla dalla cameriera e pregarla di stare con lei, pagandola o come volevo, ma io alla cameriera non l’avrei dovuta toccare. Al massimo mi avrebbe scopato Patrizia. Io non dovevo neanche sfiorare l’altra donna. Mentre mi diceva queste parole sentivo il cazzo indurirsi, mi pulsava da farmi male mentre un languore mi cresceva dentro. Mi misi addosso qualcosa e uscii dirigendomi verso il bar dell’albergo. Mi avvicinai alla cameriera. Lei mi sorrise con un espressione molto dolce che mi sbalordì. Le dissi quello che era succeso, la battuta che avevo fatto, mia mogle che mi aveva picchiato, quello che mia moglie aveva deciso che sarebbe stato il regalo del mio compleanno: farla scopare con lei. La cameriera mi guardò per niente impressionata da ciò che avevo detto. Mi disse di portargli mia moglie a casa e mi dette l’indirizzo. Mi disse di sbrigarmi, in mezz’ora dovevo essere all’idirizzo che mi aveva dato o non mi avrebbe aperto la porta. Tornai al bungalow e riferii a mia moglie. La casa sembrava distante e non conoscevamo la zona. Patrizia si buttò addosso un pareo io mi vestii alla meno peggio e ci catapultammo in macchina. Giungemmo trafelati all’indirizzo, sbagliai strada qualche volta e vidi Patrizia che cercava di dissimulare un nervosismo evidente. La cameriera ci aspettava sulla porta e ci fece entrare. Si avvicinò a mia moglie, che abbassò gli occhi immediatamente. ‘Puttana’, le disse con un ringhio. Mi intimò quindi di portarla sul letto nella stanza accanto e preparargliela. Entrammo nell’altro ambiente, io portai Patrizia accanto al letto e cominciai a spogliarla. Era eccitatisima. Respirava affannosamente. La spinsi nuda sul giaciglio, la misi a quattro zampe, col culo all’aria e la faccia schiacciata sul materasso. Le sfiorai la fica depilata poi ci infilai due dita. Dentro c’era la lava fusa. Mia moglie afferrò con i denti il copriletto. Poi cominciò a strofinarci sopra la faccia e la lingua. Era impazzita, non l’avevo mai vista così. Sentimmo un rumore e ci girammo. La cameriera era entrata. Era vestita con una divisa da cameriera sexy, lunghe calze nere e tacchi alti. In mano aveva una collana di palline anali piuttosto grandi. Non credevo ce ne fossero così grandi. Giocherellava con le palline e guardava mia moglie che aveva smesso di contorcersi e la fissava con gli occhi di un cucciolo impaurito, ma con una faccia da allupata incredibile. Io mi spostai. Lei andò dietro mia moglie e cominciò a infilarle le palline nel culo ficcandogliele prima ad una a una nella fica. Patrizia gemeva come una cagnetta, sussultando ogni volta che una pallina le entrava nel buchino. Ne contai otto, la faccia di mia moglie diventava ad ogni pallina un pò più rossa e tesa. All’ottava era paonazza non ne poteva più. La cameriera a quel punto la afferrò per i capelli con una mano, con l’altra le assestò due schiaffoni incredibili. Patrizia stava ancora col culo all’aria, il cordone delle palline le sporgeva dal culo con attaccato in cima un anello. La cameriera le infisse le unghie nel culo. Gliele infisse davvero. Strinse per una trentina di secondi, Patrizia gridava, vidi alcune gocce di sangue che sgorgavano dalla chiappa. Io stavo per intervenire, mi sembrava troppo. Ma successe qualcosa che mi bloccò. La cameriera avvicinò il viso a quello di mia moglie, continuando a stringere la chiappa. Mia moglie le si avventò sulla bocca baciandola con passione, mugolandole di farle tutto, che per favore doveva farle tutto, che si scusava per avere buttato il cocktail, che le avrebbe pulito il cesso per sempre. Di usarla, sfondarla regalarla a chi voleva. Io ero senza fiato. La cameriera era completamente vestita, ma ordinò a me di spogliarmi e mettermi sul letto a pancia in su. Si avvicinò e mi sputò in faccia. Poi cominciò a schiaffeggiarmi, con calma, senza troppa forza ma metodicamente. Intanto insultava me e mia moglie, diceva che eravamo due pervertiti del cazzo, stronzi pieni di soldi, e che ora dovevamo stare a sua disposizione, che io dovevo portargliela quando voleva, che l’avrebbe fatta scopare per bene dai suoi amici e io avrei assistito e avrei ripulito i cazzi dopo che le avrebbero sborrato dentro. Il cazzo mi diventò duro da scoppiare, volevo che mi facesse tutto. ‘Vieni puttana’, disse a mia moglie tirandole la fica verso di me. Me la mise sopra e le fece infilare il cazzo dentro. Poi cominciò a spingermela contro. ‘ Puttana devi venire solo sfregandoti’, le disse, ‘ il porco non deve sborrare”. Mia mogle cominciò a strusciare e premere sul clitoride, dopo una trentina di secondi cominciai a sentirne le contrazioni. Cominciò a venire urlando. Nello stesso momento la cameriera afferrò l’anello che le sporgeva dal culo e cominciò a sfilarle le palline con regolarità e decisione. Il viso di mia moglie si trasfigurò. Era una maschera oscena, sono sicuro che non mi vedeva nemmeno, tirava fuori la lingua e grugniva, il coloritò era scuro, quasi violaceo, gli occhi le si erano girati nelle orbite e dalla bocca le colava un filo di bava. L’orgasmo di mia moglie durò un tempo interminabile, poi finalmente finì e lei mi si accasciò sfinita addoso. La cameriera la allontanò da me con un calcio facendola rotolare per terra. Quindi ci intimò di andarcene, ma che avremmo lasciato lì i vestiti. Di ritornare l’indomani, che l’ultimo giorno lo avremmo trascorso lì e che io sarei stato inculato. Doveva avvertire un paio di amici. Via, smammare. Ce lo urlò stringendo minacciosamente in mano il pesante cordone di palline. Io e mia moglie scappammo terrorizzati. Ci infilammo in macchina. Cominiai a guidare, completamente nudo. Sentivo il culo sudato che mi si appiccicava al sedile. Patrizia non parlava. Io non ero venuto e avevo il cazzo che mi doleva da quanto era duro. La sentivo respirare regolarmente. La guardai, la sua faccia esprimeva una soddisfazione profonda, mi appariva lontana, distante, ancora una volta sembrava che neanche mi vedesse. ‘Accosta’, mi disse. Mi posteggiai sul ciglio della strada. Era notte e la strada era deserta. ‘Girati contro lo sportello’, mi disse, ‘e alza il culo’. Io mi girai, lei cominciò a infilarmi dentro un dito. Due pazzi. Stavamo nudi sul ciglio della strada, io e mia moglie, lei mi ficcava un dito dietro l’altro nel culo. Io stavo colla faccia attaccata al finestrino chiuso e mi sentivo una troia inculata da dietro, una puttana porca, pensavo, mentre il cazzo sembrava esplodermi. Poi successe una cosa bellissima. Cominciai a sentire scariche di piacere che dal buco del culo mi risalivano la schiena esplodendomi nel cervello. Dopo qualche secondo interminabile e indimenticabile venni, così, senza che lei neanche mi sfiorasse il cazzo. Venni col culo, un orgasmo così forte da diventare doloroso, mentre mia moglie mi pompava dentro quattro dita e io mi ci spingevo contro come un forsennato. Restammo un paio di minuti in quella posizione. Lei tenne la mano dentro di me. Poi ci staccammo, io mi rimisi sul sedile sentendomi bruciare il culo contro il tessuto. Una sensazione che quasi me lo faceva indurire di nuovo. ‘Andiamo’, disse Patrizia guardando fisso di fronte a se, ‘ voglio andare a letto subito e svegliarmi presto. Lei ci aspetta alle 7 per le pulizie, e io voglio che ci sia il tempo per farti inculare’. Partii a razzo, inutile dire che il cazzo a quelle parole mi si rizzò del tutto….

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