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Racconti EroticiTrio

La prof universitaria – Ancora Andrea – La storia continua

By 17 Luglio 2023No Comments

Finita la festa di compleanno del figlio dell’ammiraglio Andrea (vedi La prof universitaria – Il regalo di compleanno), Cristina ed io rientrammo alla mia barca; era già tardi e avevamo deciso di dormire lì.
Si vedeva che lei era molto stanca, quindi non feci domande su quanto era accaduto, ci spogliammo e, sdraiati sulla cuccetta, ci addormentammo.
Ma l’indomani non le detti tregua, volevo assolutamente sapere cosa era successo tra lei ed Andrea la sera prima.

-“Allora ti decidi?” – le chiedo, sdraiandomi sul ponte accanto a lei che sta prendendo il sole.
-“A fare cosa?” – fa di rimando, alzando la testa e guardandomi.
-“A dirmi cosa è successo ieri sera, quando siete andati al motoscafo”.
-“Ma niente. Cosa vuoi che sia successo. Mi ha fatto vedere il motoscafo; un imbarcazione molto bella e curata” – dice riabbassando la testa.
-“E non ci ha provato con te? Da come ti guardava avrei giurato che ti sarebbe saltato addosso, appena soli”.
-“Ma no!! È stato molto gentile, ma niente di più”.
-“Guarda che ho notato come eri stanca e rilassata quando siete rientrati; la stessa espressione che hai dopo avere fatto sesso. E poi” – continuo – “ ho visto che stringevi qualcosa nella mano; scommetto che erano le tue mutandine”.
Lei rialza il viso e mi fissa seriamente negli occhi.
-“Prometti di non arrabbiarti, se ti racconto?”.
-“Giuro” – rispondo alzando la mano sinistra.
Lei si gira sulla schiena ed inizia a raccontare.
Intanto, mentre parla, io ammiro il suo corpo tonico, baciato dal sole: i seni, appena celati da due triangolini di stoffa fantasia, il ventre piatto, dove spicca un piccolo piercing luccicante vicino all’ombelico, il pube, dove un altro triangolino nero copre la piccola striscia di peluria che lo adorna.
Continua raccontare, con dovizia di particolari, ed io, ascoltando quello che lei ed il giovane Andrea avevano fatto, mi sto eccitando.
Sento che il pene si sta inturgidendo, tendendo la stoffa del costume.
Finito il racconto, si gira verso di me, appoggiandosi al gomito e mi guarda.
-“E questo è tutto. Allora?”
-“Allora niente, sono contento che tu abbia goduto così bene. Spero solo che non ci siano coinvolgimenti sentimentali”.
-“Ma che dici? È stata solo l’avventura di una notte e basta, ora sono qui con te, no?”.
Poi abbassa lo sguardo verso il mio ventre e comincia a ridere.
-“Certo che sei un bel porco. Io ti dico che un giovanotto di ventun anni si è scopato la tua donna e tu che fai? Ti ecciti!!”.
-“Certo.” – rispondo – “Mi eccita sapere che il ragazzo ti ha scopato e che tu hai goduto intensamente con lui”.
Ancora ridendo si rigira sul ventre.
Io comincio ad accarezzarle la schiena, giù fino all’inizio delle natiche.
-“Perché non scendiamo di sotto, in cabina, all’ombra? Il sole oggi è forte”.
-“Che intenzioni hai?” – chiede girandosi.
-“Beh, pensavo che potremmo bere qualcosa di fresco: qui fa un caldo tremendo”.
-“Oppure vuoi dare sfogo alla tua eccitazione?” – mi chiede maliziosa.
-“Guarda che ho notato che, ripensando ai fatti di ieri sera, ti sei eccitata anche tu; l’ho capito da come muovevi i fianchi e da come ti carezzavi le cosce”.
-“Hai ragione, ripensando a ciò che è accaduto, un po’, mi sono eccitata. Dai scendiamo”.
Appena entrati in cabina, la cingo da dietro, faccio salire le mani ad accarezzarle i seni, mentre le bacio e mordicchio il collo; la mia erezione le carezza il fondo schiena.
-“Mmmhhh sei proprio in calore; è stato il sole?” – mugola.
-“Lo sai che sei tu” – le dico, nascondendo il viso tra i suoi capelli e baciandole la nuca.
La rigiro e ci baciamo appassionatamente, mentre la faccio sdraiare sulla cuccetta, sporgendo le gambe.
Le mie mani afferrano i laccetti dello slippino e li sciolgono; tiro via il pezzetto di tessuto, mettendo a nudo la sua figa, già luccicante di umori.
Abbasso la testa tra le sue cosce e raggiungo la clitoride che comincio a leccare e succhiare.
-“Mmmhhh… Sììì cosììì… Sei un porco, ma come lecchi beneee…”.
Sotto le passate della mia lingua, la sua figa si bagna ancora di più e comincia a colare.
Bevo avidamente quel nettare, le apro le labbra e cerco di leccarlo sempre più nel fondo della sua vagina.
Sento che sta per venire, allora aumento il ritmo della lingua: dentro e fuori, succhio la clitoride, irrigidisco la lingua e scendo a leccare e penetrare il buchetto posteriore.
Comincia ad agitare i fianchi, spingendo la sua figa ed il culo, sempre più contro le mie labbra.
Cercando di non interrompere il cunniligus, salgo anch’io sulla cuccetta e mi metto capovolto sopra di lei, in posizione di 69, appoggiando il mio membro sul suo viso.
Lei capisce al volo e sento il calore delle sue labbra avvolgere la cappella.
Mentre io continuo il mio lavoro di lingua, lei si fa affondare il cazzo per intero, giù, fino a che sento la punta toccare la sua gola, poi lo estrae aspirando.
Il piacere che provo è tale che per un attimo smetto di leccarla.
-“Mmmuuummm…” – fa lei con la bocca piena e avvolgendomi le cosce attorno al viso, mi fa capire di riprendere.
Ricomincio a mangiare quella figa aperta e grondante finché, stringendo le cosce sul mio volto e agitando il bacino gode.
-“Aaahhh…Sììì… Ora… Sto godendooo…” – urla togliendosi il cazzo per respirare e un getto di umori m’inonda la bocca.
Mentre l’orgasmo le scema, riprende a succhiare il mio cazzo.
Basta poco, sono allo stremo e, godendo anch’io, le riverso in gola una bordata di sperma.
Mi accascio sulle sue cosce, stremato e, poi, a fatica mi giro stendendomi accanto a lei, che appoggia il viso sulla mia spalla.
-“Se sapere che andare con un altro ti eccita così tanto e ti rende così focoso, beh, credo che lo farò ancora” – mi fa ridacchiando.
“No cara, non ho la stoffa del cuckold, non mi eccita che tu vada con un altro, almeno non senza di me, mi eccita sentire che tu hai goduto così intensamente, anche se, ahimè, per mano, anzi per il cazzo, di un altro”.
-“Ok, la prossima volta t’invito” – e la sento sobbalzare dal ridere.

Da questo punto il racconto continuerà a due mani; Cristina racconterà le scene che la vedono protagonista senza di me, io, invece, narrerò quelle in cui sono presente.

Cristina

È un sabato mattina, Mauro è andato a fare un po’ di spese per il weekend che trascorreremo in barca, mentre io sto facendo un po’ di pulizie in cabina.
-“Cristina…” – qualcuno mi sta chiamando – “Cristina, ci sei?”.
Mi affaccio fuori della cabina e vedo Andrea sul pontile, che mi saluta con la mano.
-”Ciao Andrea” – lo saluto anch’io.
-“Ciao Cristina. Sei sola? Posso salire?”.
-“Sì a tutte e due” – rispondo.
Con un agile salto atterra sul ponte.
La prima cosa che fa è abbracciarmi e cercare di baciarmi sulle labbra.
Lo blocco mettendogli le mani sul petto e girando la testa.
-“Ehii, calma, che ti prende?”
-“Mi prende che da quella sera del mio compleanno, non riesco più a non pensarti. Mi sei entrata nella testa”.
-“Ma dai, non dire stupidaggini, per una volta che vuoi che sia”.
-“Quella volta per me è stata la più bella della mia vita; credo di amarti!!”.
-“Hei, piano con queste parolone. Amarti, bah, ma ti rendi conto? Tu hai venticinque anni meno di me, io tra poco sarò nella mezzetà, per quanto credi che possa durare il tuo amore? Fino ma quando non incontrerai una ragazza come te e te ne innamorerai sul serio. E poi,” – continuo – “io sono legata a Mauro e gli voglio bene veramente, non sarà per un’avventura di una sera che lo lascerò e non sono disponibile a diventare la tua amante segreta. È chiaro?”
Lui assume un espressione delusa e triste, gli occhi gli diventano lucidi.
Sono un po’ dispiaciuta di avergli dato una così cocente delusione, in fondo è un bravo ragazzo.
-“Senti Andrea,” – comincio a dirgli, carezzandogli un braccio – “io capisco che aver avuto un’avventura con una donna più grande di te, una MILF come si dice oggi, sia stata un’esperienza esaltante, ma ragiona, anche se io fossi disponibile, e non lo sono, dove ci porterebbe una relazione tra noi due? Sicuramente a niente di buono, ne per te ne per me. Pensa a cosa direbbe tuo padre. No, mio caro, è stato bello perché è durato una sera, lasciamo le cose come stanno e teniamoci questo bel ricordo dentro di noi” – e finisco la tirata stampandogli un bacione sulla guancia.
Lui sta per replicare, quando vedo Mauro che appare all’inizio del pontile.
-“Sta arrivando Mauro.” – gli dico – “Finiamola qui”.
-“Buongiorno Andrea, come va?” – lo saluta Mauro.
-“Buongiorno.” – risponde lui – “Sono qui per il weekend e sono venuto a vedere se eravate qui anche voi; volevo invitarvi per un’uscita in mare col nuovo motoscafo. Ne stavo giusto parlando con Cristina”.
-“Perché no? Tu sei d’accordo cara?”
-“Sì, mi sembra un’ottima idea” – rispondo.
-“Allora d’accordo.” – fa Andrea – “Partiamo domattina verso le 8.30, va bene? Mi occupo io della cambusa per il pranzo. Ok?”.
-“Mi sembra perfetto; che ne pensi?” – fa Mauro rivolgendosi a me.
Io faccio un segno di assenso: “Va bene” – rispondo.

Mauro

La mattina dopo, puntuale, Andrea viene a prenderci con il motoscafo, addirittura, al nostro pontile.
Lui pilota l’imbarcazione fuori dal porto e quando siamo abbastanza lontani da tutto gas, facendoci provare l’emozione della potenza dei motori, planando a più di 30 nodi sull’acqua.
In poco tempo raggiungiamo una caletta circondata da una cintura di scogli e una laguna interna di acqua limpida.
Getta l’ancora e toltosi la maglietta si tuffa, seguito, poco dopo, da Cristina, che come al solito indossa uno dei suoi micro bikini.
Si allontanano, nuotando, di una decina di metri e cominciano a scherzare, tirandosi l’acqua e poi passano a spingersi sott’acqua.
Entro anch’io in acqua e mi tuffo profondo e nuotando sotto cerco di risalire vicino a loro.
Vedo le loro gambe che si agitano e mentre risalgo vedo anche, chiaramente, che Andrea ha una mano tra le cosce di Cristina!!
Emergo e Cris mi mette le braccia intorno al collo e mi respinge sotto.
Quando riemergo inizia una battaglia a chi riesce a mandare sotto l’altro; non mancano i colpi bassi ed a un certo punto Cris riemerge ridendo, senza reggiseno e con le tette al vento, mentre Andrea sbandiera il suo trofeo.
Capendo che piega ha preso il gioco e tuffandomi sotto arrivo alle spalle di Andrea, afferro i suoi boxer e glieli sfilo dai piedi e lui girandosi mi mette davanti agli occhi il suo membro in piena erezione.
Risalgo con il mio trofeo mentre Andrea lotta con Cristina, strusciandosi sul suo corpo e approfittando per stringerle i seni.
Quando siamo stanchi nuotiamo verso la barca; Cris è la prima a salire offrendoci una visione in primo piano del suo culetto.
Andrea rimette i boxer, cercando di nascondere, senza riuscirci, la sua erezione e sale anche lui.
Il tessuto del suo costume è teso in avanti, lasciando poco spazio all’immaginazione e facendo ridere Cristina.
Cris decide che à inutile rimettere il reggiseno e resta a seni nudi.
-“Andiamo in un altro posto.” – ci dice Andrea – “Conosco un’insenatura dove a partire da mezzogiorno c’è l’ombra del promontorio, così possiamo stare al fresco per mangiare e riposarci un po’.
Accettiamo e lui si da’ da fare per salpare l’ancora.
-“Cristina, ti piacerebbe pilotare il motoscafo?” – domanda.
-“Certo,” – risponde lei con entusiasmo – “ma dovrai starmi vicino, è la prima volta con un’imbarcazione così potente”.
Per assistere Cristina lui si sistema dietro di lei e mentre le spiega come accelerare, decelerare e leggere la bussola per seguire la rotta,approfittando dei movimenti della barca, si struscia al suo didietro e le sentire tra le chiappe il suo bastone turgido.
Io, allungato sul divano a poppa, li guardo, inebetito nel vedere la scena di seduzione e non sapendo cosa fare; da una parte vorrei intervenire e dall’altra, vedere quel membro duro che solletica il culo della mia donna mi eccita.
Lei si china un po’ in avanti per leggere la bussola ed arcua la schiena offrendo ancor meglio il culetto; è evidente che il gioco le piace, forse, si sta eccitando anche lei ed io resto lì a guardarli.
È incredibile!!
La scena mi ha veramente eccitato e mentre comincio ad accarezzarmi il cazzo, nella mia mente vorrei che i due proseguano nel loro gioco.
Quando arriviamo all’insenatura siamo tutti e tre su di giri, ed è chiaro che stiamo pensando ad altro che a mangiare.
A conferma di ciò, gettata l’ancora, Cristina si volta e mi guarda intensamente.
Capisco che sta friggendo dalla voglia e, così, le faccio un cenno d’assenso con la testa.
Lei, allora, mettendo da parte ogni remora, lentamente si inginocchia, tira giù i boxer al ragazzo e con un rapido movimento lo fa scomparire tra le labbra ed inizia a fargli un pompino mentre con la mano lo sega.
La sorpresa di Andrea è tale che, quasi perde l’equilibrio; poi si riprende e mi guarda.
Io, intanto, tirato fuori il cazzo sto segandomi lentamente; gli faccio di sì con la testa, facendogli capire che ha il mio permesso ad andare avanti.
Lei, intanto, ingoia la verga fino in fondo, poi la estrae, lentamente ed io posso vedere le sue guance incavarsi, mentre lo succhia durante il movimento all’indietro.
Dopo qualche su e giù, lo estrae e subito si mette a giocare con la cappella, girandoci intorno con la lingua.
Vedo Andrea arcuarsi all’indietro e chiudere gli occhi; lo sta facendo impazzire di piacere!!
Il suo succhiare sta facendo impazzire anche me, ormai sento di essere prossimo all’orgasmo e sto per scoppiare.
Cristina riavvolge le labbra attorno al bastone e ricomincia il lavoro di su e giù.
Andrea è al limite, la bocca aperta a prendere aria, i fianchi che si agitano scomposti, sta per venire.
Lei se ne accorge e tirandolo fuori continua a segarlo, ora con colpi veloci.
-“Aaahhh… Sììì… Oraaaa… Vengoooo!!” – con un lungo gemito lui comincia a sborrare.
Tre, quattro lunghi getti di sborra finiscono sul viso e sulle tette di Cris.
Anch’io mi unisco al suo piacere sborrando copiosamente sul ponte.
Cristina continua a leccare cappella ed asta fino ripulirli completamente dalla sborra, poi si alza e, senza parlare, scavalca il parapetto e si tuffa in mare.
Quando risale mangiamo in silenzio, consci che qualcosa è cambiato nei nostri rapporti.
Cristina si sdraia accanto a me sul divano ed io la cingo alle spalle con un braccio, riaffermando, così, la mia posizione con lei.

Cristina

Devo dire che Andrea ci sa fare, per un ragazzo della sua età!!
Quel suo movimento continuo contro il mio culo, in sintonia con i movimenti della barca, mi aveva eccitato e quando ci siamo fermati, il mio unico desiderio, è stato che volevo farlo godere.
Mi è piaciuto dargli piacere, mi sono piaciuti i suoi schizzi sul mio viso, sul petto, mi è piaciuto il sapore del suo sperma, un sapore diverso da quello di Mauro, e mi è piaciuta la situazione intrigante ed erotica che ho provato di spompinarlo davanti a lui; forse è vero che sono un po’ esibizionista e… puttana!!
Ora siamo tutti un po’ imbarazzati.
Sono sul divano a poppa, distesa tra le braccia di Mauro, che sonnecchia, anzi penso proprio che dorma, a giudicare dal il suo respiro pesante.
Io continuo a sentire un formicolio nel ventre, provocato dal piacere che non sono riuscita ad avere e che neanche l’acqua fresca del mare ha calmato.
Andrea continua a guardarmi insistentemente, come se volesse dirmi qualcosa, poi si alza e mentre scende la scaletta della cabina, mi fa cenno di seguirlo.
Scivolo fuori dalle braccia di Mauro, lentamente, per non svegliarlo e scendo in cabina con lui.
Non faccio in tempo a scendere l’ultimo gradino che sento le sue braccia stringermi, mi fa voltare ed incolla le sue labbra alle mie.
Il bacio ardente che ci scambiamo, accentua il piacere che mi formicola nel ventre e mi lascio andare completamente a lui.
Continuando a baciarmi mi fa sdraiare sulla cuccetta.
Sento le sue mani che afferrano i bordi del tanga del costume e lo tirano verso il basso.
Lui segue il movimento e scendendo tra le mie cosce si trova davanti la figa, già umida di umori.
Ne approfitta subito e si fionda a leccarla e suggerne i succhi che ne escono.
Mi manca, quasi il respiro quando sento le sue labbra carezzevoli sulla clitoride.
-“Ooohhh…” – non riesco a trattenere un gemito quando la lingua calda mi esplora la piega, affondando un poco e scivolando poi di nuovo su sulla clitoride che carezza leggermente.
Il desiderio a lungo covato nel ventre, esplode e mi va volare verso l’apice del piacere.
-“Dai, cosìì… È bello… Ti voglio dentrooo… Fammi venireee…” – mi lamento.
Lui si ferma e si alza:
-“Girati” – mi ordina – “voglio prenderti da dietro”.
Obbedisco e mi giro mettendomi in ginocchio ed appoggiando il busto sul materasso della cuccetta.
Andrea s’inginocchia dietro di me e comincia a passare la punta dell’uccello lungo la piega della figa, bagnandola con i succhi abbondanti che ne fuoriescono e dopo lunghi attimi che mi fanno spasimare, lo spinge dentro, allargando le labbra luccicanti e penetrandomi fino in fondo.
-“Ooohhh sììì… Cosììì… Tutto dentrooo…” – gemo.

Mauro

Mi sveglio sentendo dei rumori che provengono dalla cabina.
Mi alzo e mi avvicino, affacciandomi di sotto.
La scena che si presenta ai miei occhi è incredibile ed altamente erotica.
Lei messa alla pecorina sul materasso della cuccetta, con lui che da dietro la sbatte in maniera quasi animalesca tenendola per i fianchi, con dei colpi possenti che schioccano contro le sue natiche, facendo entrare ed uscire quel cazzo lungo e sottile, dalla sua figa.
Cristina urla tutto il suo piacere e lui grugnisce all’unisono con lei.
-“Uuuaaaooo” – l’esclamazione mi sfugge dalle labbra.
Lei sentendo la mia voce gira la testa.
-“Vieni amore, voglio anche il tuo cazzo— Aaahhh… Daiii…” – m’invita guardandomi con gli occhi velati dal piacere.
Mi sdraio accanto a lei, girato e avvicino il mio membro alle sue labbra.
Lei non perde tempo, comincia a giocare con la lingua intorno alla cappella, poi lo prende in bocca, facendolo scivolare fino in fondo.
Dalla mia posizione vedo bene il lungo membro di Andrea entrare e uscire, avvolto dalle grandi labbra umide; sta sudando ed i lineamenti del suo viso sono tesi, si intuisce, bene, lo sforzo che sta facendo per trattenersi dal venire in quella figa calda che lo avviluppa come un guanto.
Continua a martellarla con colpi vigorosi e ad ogni spinta Cristina sobbalza ed il mio cazzo le entra dentro fino in fondo alla gola.
Andrea spinge, affondando la sua verga nel profondo, poi si ferma per gustare appieno la sensazione dei muscoli di lei che, come una mano, lo carezzano e lo stimolano.
Le sue mani sono artigliate alle chiappe, le stringe, le apre, si capisce bene che la curva di quel culetto gli appare bellissima e lo ingolosisce.
Si bagna abbondantemente il pollice con la saliva e lo passa lungo il solco tra le natiche.
Cerca e trova il buchino serrato, lo massaggia, riporta il dito alle labbra e lo bagna ancora, torna a massaggiare il buchino umettandolo di saliva, poi lentamente lo fa scivolare dentro.
Cristina sente quel contatto indiscreto, le piace ed inarca il fondo schiena cercando un contatto più profondo; anche se la sua mente è concentrata sul godimento, è ancora abbastanza lucida da poter immaginare le mire di Andrea.
Interrompe il pompino al mio cazzo e volge la testa verso di lui, che a ricominciato a pomparla, alternando le spinte con le penetrazioni anali del dito.
–“Hai mai fatto sesso anale?” – gli chiede Cristina.
Andrea scuote la testa.
-“Non farmi male” – e torna a voltarsi e a riprendere in bocca il mio cazzo.
-“Devi essere molto delicato, non devi farle male” – intervengo io.
–“Farò attenzione, e se sentirai male basterà dirlo e mi fermerò, ma ti prego, fammi provare. Sto impazzendo di desiderio per il tuo culetto” – fa lui sussurrandole all’orecchio.
Incapace di parlare ancora, Cristina annuisce e subito il dito di Andrea affonda nel suo forellino.
-“Ahi!!” – esclama, togliendosi di bocca il cazzo.
-“Fai attenzione, devi essere delicato, continua a massaggiarla e ad lubrificarla con la saliva; devi attendere che lei sia pronta, rilassata” – gli dico.
Lui annuisce, fa colare dell’altra saliva nel solco e prende a spanderla sul forellino riprendendo a massaggiarlo e a penetrarlo con cautela.
Va avanti così per un po’; le dita dentro di lei diventano due, una sopra l’altra, da dietro vedo la schiena di Cris percorsa da brividi.
-“Ora” – dice Cristina senza voltarsi.
Con cautela, Andrea toglie le dita dall’ano, ora parzialmente dilatato, si unge con cura l’uccello di saliva e lo appoggia alla corolla.
Alla prima spinta, vedo, che incontra un po’ di resistenza.
Si concentra e riprova, spinge ancora e di colpo l’anello elastico cede ed è dentro di lei!!
-“Aaahhh!!” – sospira lei.
–“Ti ho fatto male?” – fa Andrea con voce preoccupata.
–“No… continua. Fai piano ma continua” – bisbiglia, portando le mani dietro ed allargandosi le natiche per facilitare la penetrazione.
Incoraggiato, Andrea prosegue nella penetrazione.
Cris ha interrotto il suo pompino, concentrandosi solo sulla penetrazione anale.
Con lentezza, centimetro dopo centimetro, lui spinge scomparendo nella carne bollente, attento ad ogni reazione della donna.
Cristina trattiene il respiro sentendosi aprire.
Un mugolio prolungato le esce dalla gola invitando il ragazzo a proseguire:
-“Sììì… Cosììì… Vai fino in fondooo…”.
E Andrea lo fa.
Con un ultima spinta sprofonda nell’ano, ora ricettivo, che si apre e lei istintivamente spinge il bacino indietro fino a toccare il pube del ragazzo.
Lui si ferma un attimo, completamente piantato in lei, assaporando la sensazione di quell’antro caldo che lo massaggia con le sue contrazioni.
Poi si ritrae fino alla punta e affonda di nuovo; continua prendendo il ritmo dell’inculata.
–“È bello… È BELLOOO!! – grida lei, in preda alle sensazioni esaltanti provocate dal movimento del ragazzo.
Prende in mano il mio cazzo, lo imbocca e stringendogli intorno le labbra riprende il pompino interrotto.

Cristina, ora, sta provando sensazioni di puro piacere; l’effetto di sentirsi riempita completamente la inebria ed ansima aspettando il momento in cui arriverà l’orgasmo.
Vedo lo sfintere contrarsi attorno al cazzo di Andrea, che sussulta.
Vedo il volto di lei trasfigurare; gli occhi chiusi, il naso arricciato, le labbra semiaperte, tutto denota godimento.
E lui, lui non ce la fa più a resistere; stringe i denti per godersi fino in fondo la sensazione di quel culo che lo avvolge contraendosi.
–“Lasciati andare piccola, lasciatevi andare” – li incito io.
Andrea spinge per affondare dentro, completamente, nello spazio angusto, poi si arrende e gode, inondandole il retto e urlando il suo godimento.
Lei s’inarca, le sue urla si mescolano a quelle di lui mentre gode e spruzza la coperta con i liquidi del suo piacere.
Gli spruzzi sembra non vogliano finire mai e vedendoli, anch’io, senza toccarmi, vengo inondandole il viso di sperma.
Andrea si accascia sulla sua schiena ansimando.
-“Scansati, ora mi pesi” – fa lei, da sotto.
Lui si alza e senza una parola sale di sopra e sentiamo lo splash del suo tuffo.
Rimasti soli, siamo tutti e due silenziosi; il primo a parlare sono io.
-“Mi è piaciuto. Vederti godere così intensamente è stato anche per me un godimento immenso”.
Cristina mi ha abbraccia dolcemente, senza parlare ed io le chiedo:
-“Ti è piaciuto quel cazzo giovane e lungo che ti ha strapazzata, vero?”.
Lei solleva la testa e mi risponde seria:
-“È stato, davvero, un amante di prima categoria; ti dirò che con la sua sensibilità ho provato solo poco dolore e poi un immenso piacere, mi ha fatto veramente godere come poche volte in vita mia”.
Del resto l’avevo potuto vedere anch’io.

Dopo quella volta non abbiamo più avuto incontri, almeno a carattere sessuale, con Andrea.
Anche se non me lo ha mai confessato, credo che fare sesso con un ragazzo molto più giovane di lei e, soprattutto, come diceva lui, innamorato, l’avesse toccata profondamente ed avesse paura di lasciarsi coinvolgere sentimentalmente.

L’estate passò ed arrivò l’autunno e con esso la ripresa delle lezioni all’università.
Anche Andrea riprese gli studi; frequentava una nota università del Nord Italia.
Nei primi tempi, dopo la separazione, il telefono di Cristina squillava in continuazione, giorno e notte, lui non le dava tregua.
Poi, col tempo, le telefonate divennero sempre più rade.
Finché un giorno, circa tre mesi dopo, tornando dall’università, Cris mi dice:
-Oggi ha chiamato Andrea”.
-“Sai che novità” – penso io, ma taccio e resto ad ascoltarla.
-“Mi ha detto che ha conosciuto una ragazza che prende lo stesso autobus con lui per andare all’università.” – continua – “Hanno cominciato a frequentarsi e lui, ora crede, di essersi innamorato”.
-“Beh, penso che sia una cosa normale per un ragazzo così giovane” – rispondo – Sei triste?”.
-“Triste? No, però mi sarebbe piaciuto rivederlo.” – poi aggiunge – “Comunque mi ha detto che non verrà per le vacanze di Natale; vanno a sciare assieme”.
-“L’aquilotto ha preso il volo e non ha più bisogno di mamma aquila” – penso.
-“Non ti preoccupare, hai sempre me.” – le dico abbracciandola – O non ti basto più? – continuo, guardandola negli occhi.
-“Stupido” – e mi bacia.

Seguiranno altre storie.

I commenti e i suggerimenti sono ben accetti, scrivetemi pure a miziomoro@gmail.com

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