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Trio

LA STRANA ESPERIENZA

By 20 Novembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono anni che frequento questo magnifico sito ed ho deciso di raccontare anch’io fatti, ribadisco fatti, che mi sono accaduti nell’arco della mia vita.
Ho ormai raggiunto 46 anni ma sono abbastanza in forma. Sposata con un marito, Carlo, che adoro e del quale sono ancora follemente innamorata come un tempo, due figli: un maschio ed una femmina; un corpo minuto e flessuoso: Riesco ancora ad indossare la taglia 44 ed ho una terza abbondante di seno tutt’altro che cadente. Capelli scuri a caschetto, viso dolce ma sensuale, labbra ben disegnate e gambe lunghe, affusolate e tornite, delle quali vado molto orgogliosa e ritengo che, insieme al mio lato B, siano il mio punto di forza.
Questa sono io: Alessandra è il mio nome!
Devo dire che provo piacere nel descrivermi; sono orgogliosa del mio corpo e più ancora di come resiste al passare degli anni.
****************
Questo racconto si riferisce ad eventi dell’anno 1995.
Allora avevo 32 anni e vivevo in una frazione in periferia di Arezzo. Mio marito era Amministratore Delegato di una Commerciale orafa ed io mi occupavo della casa. Avevo ancora i miei figli piccoli: Francesco aveva da poco compiuto 13 anni e Sara 9. Il tempo che dedicavo loro era molto e quindi non potevo svolgere altre attività. Peraltro mio marito guadagnava bene e quindi, anche finanziariamente, riuscivamo a cavarcela bene.
Non mi sentivo affatto sminuita da questa condizione di casalinga anzi, penso che in quel frangente fosse una condizione privilegiata rispetto a molte altre mie amiche o conoscenti.
Ma veniamo ai fatti. Con mio marito, allora, quasi tutti i fine settimana uscivamo per andare a ballare.
Dopo aver dato le istruzioni alla baby sitter ed esserci preparati di tutto punto, ci rechiamo a Firenze dove ci uniamo ad altre coppie di amici per divertirci in discoteca. A me piace molto mettermi in tiro, come si dice, e mi trucco con cura. Il mio abbigliamento poi, è sempre improntato alla massima eleganza: intimo sexy con mutandine e reggiseno in pizzo nero (ho la pelle bianchissima ed il nero è il colore che si abbina meglio con questa mia caratteristica), calze autoreggenti, una leggera camicetta ed una mini gonna non troppo corta. Il tutto poi, viene completato con scarpe dal tacco al spillo di 10 cm..
Completato questo rito, mi guardo allo specchio e mi beo di quanto sia eccitante ed appetitosa.
Mio marito poi, contribuisce a inorgoglirmi con i suoi commenti:
– Sei davvero una gran fica –
disse posizionato dietro di me mentre mi bacia sul collo e mi accarezza il seno da sopra la camicetta;
– ti scoperei qui, in piedi, tanto mi stai eccitando –
continua facendomi sentire il suo cazzo duro tra le mie natiche sode. Io rispondo a questa gradevole pressione, spingendo il mio culo contro la sua mazza dura; la sua mano scendeva sulla mia gonna sollevandola con trasporto e raggiunse le mie mutandine dopo avermi sfiorato le cosce velate dalle calze; raggiunto questo obiettivo, mi accarezza la fica da sopra il pizzo, saggiando quanto fosse calda; poi insinuandosi sotto la stoffa pregiata fece scorrere le sue dita tra le grandi labbra che si inumidiscono per l’eccitazione.
Infine, con grande dispiacere per quanto interrotto, ci decidiamo a partire.
Tutta la serata, fino anche alle tre del mattino, si svolge in balli, scherzi e battute; a conclusione della serata, andiamo tutti a prendere un cappuccino in un bar vicino all’aeroporto. Da lì, mio marito ed io prendiamo l’autostrada per tornare a casa.
Durante il rientro a casa, parliamo e ridendo di gusto, rievochiamo quanto accaduto durante la serata, sottolineando i momenti più divertenti e le battute più sagaci.
Una mattina di giugno, erano le due e mezzo, giunti in prossimità di un’area di sosta, mio marito rallenta e si ferma. A questa imprevista deviazione gli domando:
– perché ti fermi? ‘
– devo fare pipì – risponde prontamente.
Si avvicina al perimetro dell’area e, in prossimità di un albero, scarica la sua vescica.
Dopo più o meno un minuto, sale di nuovo in macchina e mi chiede:
– che ne diresti se ti scopassi qui, adesso? ‘ e così dicendo allunga le sue mani verso di me, accarezzandomi con passione.
Lietamente sorpresa da questa richiesta, mi lascio accarezzare il seno e le cosce, evitando di rispondergli. Le sue carezze si fanno più insistenti e la sua bocca si avvicina alla mia senza toccarla. La sua lingua scorre sulle mie labbra donandomi violente vibrazioni alla fica che si inumidisce e comincia a secernere il suo dolce succo. Poi si insinua dentro legandosi alla mia in un turbine di sensi.
– Ho paura –
gli dico eccitata da quelle carezze e dalla sua lingua in bocca.
– Di cosa hai paura ‘ mi chiede ‘ non c’è nessuno, siamo soli ed in macchina! –
continua baciandomi, sfiorandomi la pelle delle cosce sopra le autoreggenti e le mutandine ormai bagnate dei miei umori.
– E’ proprio perché siamo al buio che ho paura –
aggiungo rispondendo con tutto il mio corpo alle sue carezze.
– Dai non farti pregare, lo sento che ti piace e che sei eccitata proprio perché questa situazione è strana –
insiste infilando le sue dita sotto le mutandine raggiungendo il mio grondante bocciolo.
La sua lingua sfiora il mio seno dopo aver sbottonato la camicetta; inizia a girare intorno al capezzolo sinistro che si erge imperioso. Senza smettere un secondo di dedicarmi le sue attenzioni, preme il pulsante dello schienale che comincia ad abbassarsi.
Dentro di me sono combattuta tra l’eccitazione fortissima ed il timore di qualche brutto incontro. Non ho però alcuna intenzione di interrompere la piacevolissima sensazione che provo: un misto appunto, tra coinvolgente turbamento e paura.
– Sei bellissima ‘ sussurra attaccato al mio seno che freme sotto la sua lingua.
– Hoooooooooo! ‘ rispondo beneficiando di queste attenzioni.
Come se aspettasse questo mio momento di debolezza, le sue carezze diventano più decise. La mano tra le mie cosce si muove sapiente sulla mia clitoride, alternando scivolamenti tra le labbra ormai turgide e più che bagnate. La sua bocca alterna attenzioni ai miei seni, senza dimenticare le mie labbra.
– Non fermarti! ‘ bisbiglio in un alito di respiro affannoso.
Allungo la mia mano e, per la prima volta, stringo i suoi pantaloni all’altezza della patta. Il contatto evidenzia un cazzo duro come non sempre avevo sentito. Le mie dita fanno scorrere la cerniera verso il basso, e si insinuano all’interno trovando le sue mutande tese ed il glande che fuoriusciva umido. Slaccio i pantaloni e infilo la mia mano a brandire il suo membro vibrante e bollente.
Lui si è piegato e la sua bocca bacia la mia fica, stuzzicando insistentemente la clitoride umida e turgida. La lingua scende imperiosa tra le labbra grondanti, infilandosi dentro di me. Sento una scossa che mi pervade tutto il corpo e la mia mano comincia un lento su e giù sul suo cazzo che sta esplodendo.
I movimenti della mano seguono quelli della sua lingua che mi sta regalando un piacere violento e mi sta portando verso l’apice del piacere. Le sue mani si appropriano dei miei seni ormai liberi da reggiseno e stuzzicano i capezzoli duri.
Non resistendo più, scavalca la zona del cambio e mi sale sopra calandosi i pantaloni. Il suo cazzo è davvero duro e la sua punta scoperta paonazza per l’eccitazione. Baciandomi con trasporto, fa scivolare il suo randello tra le mie cosce, raggiungendo le mie grandi labbra. Evita accuratamente di penetrarmi e, leccandomi i seni, prende a farlo scivolare sulla mia fica: su e giù, donandomi un piacere fortissimo.
– Dammelo – sussurro con trasporto.
– Scopami, mettilo dentro – aggiungo impaziente.
– Non ancora – risponde – voglio tu esploda per la voglia di averlo dentro di te!
– Non resisto più – gli dico decisa – voglio venire!!
A questa mia preghiera, sento la sua cappella che si fa strada dentro di me. Sento la mia fica che si dilata per accoglierla e si contrae per il piacere. La notevole dimensione, da sola, mi regala spasmi violenti.
– Infilalo tutto, lo voglio tutto – ordino perentoria.
Non ricevo risposta né azioni in questo senso. Continua a restare nel mio vestibolo bollente, senza dare spinte decise per penetrarmi con tutti i suoi 20 cm. di carne bollente.
Allora, decisa ad averlo, metto le mie mani sulle sue natiche e, preparandomi con il bacino, spingo il suo culo verso di me mentre proietto il il mio monte di venere verso la verga turgida. Sento che mi entra tutta e mi sbatte sull’utero. Mi dilata aiutata dai miei e i suoi umori che colano sulle pareti della mia fica.
– Finalmente tutto dentro – esulto.
– Muoviti lentamente ma senza farlo uscire troppo ‘ aggiungo estasiata da quel va e vieni fantastico.
– Sei un diavolo – mi rimprovera – adesso non hai più paura he?
La scopata adesso è vera, il suo cazzo entra ed esce in modo deciso dalla mia fica regalandomi intenso piacere e facendomi avvicinare al culmine.
Si accorge che sto raggiungendo l’orgasmo ed allora rallenta, mi bacia i capezzoli diventati così duri che mi fanno male. Le sue mani sono sotto le mie natiche e mi spingono verso la sua verga tutta piantata nel mio corpo.
D’un tratto, sento un rumore all’esterno e mi blocco di colpo; così, quasi nuda, con il cazzo dentro di me e i seni al vento cerco di guardare fuori per vedere cosa sta accadendo.
– C’è qualcuno ‘ bisbiglio al suo orecchio.
– Ma no, cerca di tranquillizzarmi lui senza riuscirci.
Tento di ricompormi e, nonostante fossi ormai alle porte dell’orgasmo, di allontanarlo da me. Lui mi dissuade da questo mio intento e mi dice
– Si c’è un tizio che ormai da qualche minuto ci sta guardando.
– Cosa? ‘ chiedo infuriata – e tu non mi hai detto nulla.
– Sta solo godendosi lo spettacolo masturbandosi ‘
Così dicendo lui riprende a muoversi dentro di me che tentavo di dissuaderlo mentre cercavo di individuare il tizio all’esterno della macchina.
– Dai riprendiamo – mi prega
– non da fastidio anzi, mi eccita che possa godere nel vederci all’opera, eccitandosi con la vista del tuo corpo che gode – riprende tentando di riportarmi alla precedente eccitazione.
– No, dai smettiamo, non mi sento sicura e se’ –
– E se nulla ‘ mi interrompe riprendendo a scoparmi con maggiore foga e decisione.
– Hoooo! ‘ mi sfugge dal piacere.
Provo a concentrarmi di nuovo sul suo cazzo che mi penetra con un va e vieni superlativo e non trovo difficoltà a recuperare il mio precedente stato di eccitazione. Anzi, devo riconoscere che questo stato di oggetto di un voyeur, mi sta cominciando a piacere. Infatti, mentre godo intensamente, mi accorgo che sto cercando con la coda dell’occhio di individuare ancora il soggetto all’esterno, fino a quando lo intravedo. è a fianco a noi, vicino al finestrino con il suo arnese vicino al finestrino: notevole!
Come ho fatto a non vederlo prima. Probabilmente l’eccitazione mi aveva annebbiato i sensi; non vedevo e sentivo che il piacere che montava. Vedo la sua mano che si sega e il suo glande grosso, sproporzionato rispetto al resto del membro che è comunque ben oltre i 20 cm., lucido per la tensione.
– Hoooooooooooo, godo, ‘ ti prego ancora ‘ sospiro.
– Si sta masturbando – sussurro a Carlo, mio marito.
– Hai visto che bell’uccello? – chiede lui mentre continua nella sua opera di incremento del mio e del suo piacere.
– E’ come il tuo, mi pare – mento.
– Allora non l’hai visto bene ‘ continua ‘ è quasi il doppio del mio ‘ afferma perentorio entrando ed uscendo dal mio fiore grondante.
Lo sconosciuto si è probabilmente accorto che lo abbiamo visto e che non ci dispiace la sua presenza. Si avvicina ancora di più al finestrino, brandendo il cazzo con maggiore decisione. E’ davvero molto bello, diritto, lungo almeno 25 cm., con la cappella molto più grande del diametro del resto del pene: sembra un bellissimo fungo!!
Mentre mi sto eccitando nel guardarlo, sento Carlo armeggiare fino a quando sento lo zzzzzzzzzzzz del finestrino che si abbassa.
– Che fai – bisbiglio al suo orecchio mentre sto sentendo il mio cuore aumentare le pulsazioni e la fica contrarsi per il piacere inaspettato.
Non ricevo risposta. Sento una mano che mi sfiora delicatamente il seno, e non è di Carlo. Ne ricevo una scarica elettrica che incrementa ancora le pulsazioni in tutto il mio corpo. Senza neppure accorgermene, in modo inconscio, allungo la mano verso lo sconosciuto che mi offre la sua mazza turgida. Carlo incrementa il ritmo facendomi godere come non mai.
– Ancora, ancora ‘ scopami, sfondami – grido per questo incremento di ritmo e di piacere.
Sento che il mio piacere mi cola tra le natiche e raggiungo il cazzo del tizio: è bollente! Non mi sta nella mano tant’è grosso. Comincio a masturbarlo mentre Carlo sta per venire ed io con lui ed il tocco al membro dello sconosciuto che si è fatto più intraprendente e mi sta leccando il seno destro dedicando attenzioni particolari al capezzolo turgido e paonazzo.
D’un tratto Carlo rallenta e si ferma. Rimane tutto piantato nella mia fica ma si solleva da me, lasciando scoperto il mio corpo. A quel punto il ragazzo, avrà avuto si e no 20 anni, si trova gran parte del mio corpo a sua disposizione e ne approfitta. Si piega dal finestrino verso i miei seni e li lecca vorace. Titilla i capezzoli e mi accarezza sapiente tutto il corpo fremente.
Carlo riprende a scoparmi lentamente, lasciando allo sconosciuto il compito di dedicarsi alla parte superiore del mio corpo.
Nel frattempo mi sono accorta che ho abbandonato la presa del cazzo e lo cerco di nuovo, non riuscendo nell’intento. Carlo se ne accorge ed apre la portiera, per agevolare questo mio desiderio. Il ragazzo si posiziona accanto al nostro sedile, con la sua stupenda erezione in prossimità del mio viso. La mia mano corre a brandire quella magnifica arma del piacere e la stringe, riprendendo il movimento solo accennato poco prima. Non soddisfatta, me lo porto alle labbra. Il suo profumo delicato ma virile mi infiamma ancor di più e Carlo se ne accorge e ..
– Prendilo in bocca – sussurra.
– Fallo godere con noi – aggiunge morbosamente eccitato.
Eseguo senza farmelo ripetere. Fantastico! Mi riesce difficile prenderlo in bocca per quanto è grosso. Davvero notevole. Comincio a spompinarlo sulla punta e poco di più. La mia mano mi viene in aiuto, masturbandolo mentre la mia lingua lo solletica. Sento che sta godendo e che comincia a fuoriuscire il liquido lubrificante dalla sua sommità.
– Ti piace he! – esclama Carlo riferito al cazzo dello sconosciuto e conoscendo già la risposta anche a causa delle decise contrazioni del mio sesso intorno al suo cazzo.
– Sto per schizzare – aggiunge.
– No ti prego – riesco a dire mentre mi dedico a quel magnifico randello.
– Voglio godere ancora ‘ – insisto estasiata e rapita da questa magnifica e strana esperienza.
Mi accorgo di aver ormai perso ogni freno inibitorio. Carlo asseconda questa mio prepotente stato ed esce dalla mia fica sollevandosi e scendendo dall’auto.
Il ragazzo ne approfitta facendomi abbandonare le mie attenzioni orali sulla sua verga e riprende a leccarmi il seno. La sua mano scende verso il mio fiore violentemente turgido e lo accarezza all’esterno. Si dedica per un attimo alla mia clitoride ed io vengo senza alcun ritegno, urlando tutto il piacere accumulato.
– Scopami – riesco a dire mentre le contrazioni mi sconvolgono.
Il ragazzo volge un’occhiata verso Carlo cercando un assenso che tacitamente riceve e mi vien sopra.
– Quanto sei bella – afferma con una voce ancora da adolescente.
– Scopami prima che tutto finisca – ordino decisa al tizio.
Sento che il suo cazzo si strofina tra le mie labbra pulsanti per l’orgasmo ancora presente; glielo prendo in mano con decisione puntandolo verso il caldo ingresso bagnato. Lo appoggio sulla fica e lui, con un colpo delicato e deciso cerca di penetrarmi. Sono troppo stretta anche per le contrazioni ma insiste. Riesce a far entrare quella mostruosa cappella che mi riempie completamente la fica.
– Dai spingi, spingi – lo incito.
– E’ bellissimo, mi stai riempiendo ‘ continuo super eccitata.
– Che cazzo magnifico che hai. Sfondami ‘
Mi sta davvero sfondando, lo ha infilato tutto, credo. Mi sta facendo svenire dal piacere mentre si muove avanti e indietro, ogni volta spingendolo sempre più dentro. Sto per venire di nuovo. Con la mano chiamo Carlo perché mi offra il suo cazzo da succhiare. Non faccio in tempo a prenderlo in bocca che un fiotto caldo mi scende verso quel cazzo superlativo. Comincio a muovermi senza alcun ritegno mentre spompino la verga dura di Carlo.

– Sborratemi dentro, riempitemi tutta – imploro ad entrambi.
Il ragazzo, ormai prossimo a venire urla
– Sto ‘ per ‘ schizzare –
– Dentro, ti prego dentro ‘ gli chiedo con trasporto mentre porto all’orgasmo il cazzo di Carlo.
Sento dentro la fica che la consistenza della mazza dello sconosciuto cambia, si ingrossa ancora, vibra. Infine, mi sento inondata di una serie di spruzzi bollenti e violenti che mi fanno venire ancora. La mia bocca, reagendo a tanto piacere, succhia più avidamente il sesso di Carlo, fino a riceverne il suo caldo liquido mentre l’orgasmo è al massimo. Urla di piacere non identificabili, si intrecciano nella notte tiepida.
Per alcuni minuti continuo a tenere quella stupenda massa di carne dentro di me, la stringo con le contrazioni del mio orgasmo che sembra non finire. Piano piano, sento scemare dentro la fica l’erezione del ragazzo. Carlo mi è vicino e mi bacia teneramente, mentre lo sconosciuto mi accarezza i seni e le cosce. Continua a guardarmi con trasporto, incantato dal mio corpo appagato.
Dopo molti minuti, senza alcuna presentazione, ci salutiamo ed il ragazzo sparisce dalla nostra vista.
Carlo mi abbraccia stretta, dopo che mi sono ricomposta alla meglio.
– Ti amo – mi dice baciandomi con delicatezza.
Lo fisso intensamente, con gratitudine
– Ti amo tantissimo anch’io – .

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