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Trio

L’adultera

By 7 Aprile 2006Dicembre 16th, 2019One Comment

Da un po’ Francesca seguitava ad essere imbronciata e sembrava non andarle nulla per il verso giusto. Sposati da soli tre mesi il suo umore iniziava a preoccuparmi. Almeno nei primi tempi mi sarei aspettato un atteggiamento diverso dalla ragazza cui avevo messo l’anello al dito. Per la noia ed i litigi ci sarebbe stato tempo in futuro. Amando il rischio non ci pensai due volte a chiederle di sposarmi senza neppure farmi sfiorare dall’idea di un periodo pre-matrimoniale di convivenza per testare a fondo la nostra affinità di coppia. Essendo davvero una bella fichetta bionda di quelle che al passaggio richiamano l’attenzione dei maschi non volevo lasciarmela sfuggire. Confidando che la sua naturale bellezza e la sua calda sensualità mi facessero superare eventuali capricci o incaponamenti tipici del suo caratterino da segno dell’ariete. Viziata dalla famiglia di origine, abituata alle notti brave in disco, a svegliarsi dopo il mezzogiorno e a non fare quasi nulla in casa, potevo aspettarmi che la vita matrimoniale con lei non sarebbe stata tutta rose e fiori. Ma, come dicevo, amando il rischio non me ne curai minimamente e Francesca acconsentì immediatamente alla proposta che la maggior parte delle ragazze vuol sentirsi fare. Così cercando di raddrizzare quella che mi pareva diventare ogni giorno di più una barca senza timone ricorsi ai regali. Volli far perno sulla sua vanità femminile. Comprarle qualche capo abbastanza spinto da farla sentire assolutamente desiderabile e preda ambita. Mi eccitava saperla bramata da altri maschi e mostrar loro il più possibile del corpo nudo di mia moglie. Una voglia morbosa che da sempre accompagnava i miei sogni erotici. Le presi un top in cotone leggero di colore nero che le lasciasse ben scoperto il pancino e con una scollatura profonda a balconcino da metterle in mostra ed in risalto il seno. In mezzo un tessuto in nylon color fum&egrave disegnava e contornava le tette sino alla base del top. Una mini in pelle attillata e bassa in vita con un lungo spacco sul fianco a mostrare la coscia sino all’inguine. Un paio di stivaletti scuri sempre in pelle con tacco alto e a punta numero quarantadue per renderle confortevole l’avvolgimento del suo piede non piccolo. Un paio di collant scuri con apertura a strappo nel mezzo per essere utilizzati anche senza mutandine con entrambi i suoi buchetti liberabili in un attimo per qualsiasi necessità. Come prevedibile il regalo le fece tornare subito il buon umore lasciandola però a bocca aperta una volta indossato e rimirato allo specchio ‘Ma, Alberto … Non sembro un po’ .. zoccola conciata così ?’ ‘.. E che problemi ti fai ? Secondo me lo farai tirare a tutti … ‘ le risposi abbracciandola da dietro mentre le piazzavo una mano sotto la spacca baciandola sul collo voluttuosamante. ‘Ohhhh … lo sai che non sono fatta di ferro …. ‘ ‘Ah-ha … alludi alla mia mano qui sotto … o ai tagazzi che ti verrebbero dietro ?’ la provocai morbosamente eccitato dall’abbigliamento da troietta che le avevo scelto io stesso. Ma decise di lasciarmi nel dubbio non rispondendo. ‘Vuoi davvero .. Uhmm .. che esca di casa conciata in questo modo ?’ chiese lei girandosi per poi spingermi a sedere e accavallando le gambe sulle mie ginocchia. ‘Ti sistemo io a te, bello ….’ aggiunse senza aspettare repliche e pungendomi con uno sguardo tagliente ed allusivo. Il campanello improvviso mi tolse da una situazione che mi stava sfuggendo di mano e mi spinse ad essere ancora più ardito. ‘Deve essere l’idraulico … ‘ ‘Ok. Vai tu ad aprire. Io me ne sto in salotto … ‘ le proposi lasciandola di stucco ‘Vestita così … ?’ ‘Vediamo se ci prova …. ‘ ‘E se ci prova ?? …. ‘ ‘Sei tu a condurre il gioco, Francy …. ‘ ‘Il water si &egrave otturato perch&egrave mi &egrave scivolato dentro un tampax che si &egrave staccato dalla cosina … te lo ho detto, vero ?!’ ‘Sei tu a condurre il gioco … ‘ le ripetei perversamente. Si staccò da me bagnandomi le labbra con la punta della lingua e prese a sculettare verso la porta regalandomi un ultimo sorriso beffardo mentre scivolavo in salotto. La mia imprevedibilità le aveva ridato il buon umore ed il piacere di avermi al suo fianco. Ed era anche un banco di prova per il futuro che ci attendeva. Ora si sentiva libera dai vincoli, senza nessuna costrizione per esternare la sua naturale sensualità repressa dal matrimonio. Il gioco che avevo preparato lo avrebbe proseguito solo lei. E solo lei avrebbe deciso se porsi dei limiti o andare oltre. Rischiare tutto per non rischiare di perderla altrimenti. Era pericolosissimo ma tremendamente eccitante. Dalla mia postazione in salotto potevo controllare ciò che avveniva in bagno semplicemente mantenendo la porta socchiusa e senza tradire la mia presenza. Avvertivo aumentare le pulsazioni ma volevo comunque andare sino in fondo. ‘Buongiorno … sono l’idraulico … &egrave in bagno l’otturazione ?’ salutò l’uomo deliziato palesemente dalla visione che si ritrovava davanti. ‘Buongiorno .. Si, se mi segue faccio strada … ‘ rispose con tono gradevole per l’impressione fatta la mia consorte. Sculettando contenutamente rispetto a quanto aveva fatto con me qualche istante prima ma incapace di evitarlo del tutto per sua abitudine condusse l’idraulico verso il bagno. L’uomo doveva essere sulla cinquantina o più, dall’aspetto rozzo e dall’aria di chi apprezza le donne. Non molto alto ed inferiore a Francy che arriva al metro e settanta senza i tacchi. Ma per il breve tratto che li separava dal bagno non tolse un istante gli occhi dal culetto di lei. Sapevo che una delle debolezze della mia mogliettina era sognare di farlo con un uomo molto più vecchio e con i suoi venticinque anni si trovava vicino una persona che rispondeva perfettamente alle caratteristiche. Presto avremmo dovuto cambiare casa e tutti gli impianti, compresi quelli idraulici, eran da mettere a punto. Avevo il sospetto che il tizio mi sarebbe diventato presto molto familiare. L’aria mi pareva diventata elettrica tra i due fin dal principio ed entrambi erano, per motivi diversi ma sempre ormonali, fatalmente attratti l’un l’altra ‘Le dispiace se rimango a guardare mentre lavora ?’ ‘Assolutamente ! Deve ! Una bella ragazza come lei &egrave uno stimolo per lavorare meglio .. ‘ rispose l’uomo dimostrandosi subito a suo agio e di saperci fare. ‘Una persona con la sua esperienza deve saperne di cose … ‘ civettava Francy a gambe schiuse ed in piedi di fronte a lui dopo che con futili discorsi iniziali avevano rotto il ghiaccio entrando in confidenza e permettendole di sentirsi sin troppo a proprio agio in compagnia dello sconosciuto. ‘Si, bella signora .. chieda pure quel che vuole .. ‘ sorrise lui ben lieto di trovare appigli per attaccare bottone senza alcuna difficoltà con una bella fichetta disponibile. ‘Ecco .. &egrave una faccenda un po’ delicata e .. personale .. ‘ ‘Beh, mi faccia pure degli esempi .. se la può aiutare. Rendono i discorsi più facili da fare .. ‘ ‘Ecco .. beh .. supponiamo lei avesse una figlia della mia età .. o una cara amica, se preferisce … e questa avesse sposato un uomo che .. la facesse vestire come una .. beh .. in modo parecchio spinto. Lei cosa penserebbe riguardo il marito ? ‘ ‘Penserei che si meriterebbe un gran bel paio di corna con il primo che passa in strada !’ disse diretto e senza fronzoli l’idraulico soffocando una risatina maliziosa e scrutando da testa a piedi Francy. ‘Toh ! guarda … Un tampax !’ aggiunse poco dopo simulando divertita sorpresa per il ripescaggio dal water. Francesca era ammutolita dalla sua precedente affermazione. Probabilmente stava seriamente soppesando la rozza ma logica risposta ricevuta ed il suo silenzio mise l’idraulico in una posizione di nuovo vantaggio nell’ormai dichiarato scopo di volersela fare. Già palesemente e arrogantemente sicuro di s&egrave avendo capito di non esserle indifferente non se ne sarebbe andato senza provarci. Quello che mi lasciava di stucco deludendomi era semmai la eccessiva facilità con cui mia moglie glielo stava facilitando con discorsetti da ingenua scemetta adolescente. Lo spinto vestitino pareva averla calata pienamente nel ruolo di una facile preda. ‘La signora .. ha le cose ?!?’ chiese sibillinamente il volpone di mezza età decidendo di sferrare la mossa finale con una sfrontatezza e faccia di bronzo incredibili. ‘Oh no … Mi sono appena finite … ‘ rispose prontamente Francesca seguitando nella parte che si era scelta ed incapace di controbattergli diversamente. Un breve ed intenso istante successivo parve congelare ogni cosa e discorso. L’istante in cui la donna si misura con l’ultimatum datole dal maschio. In cui lei prende una decisione importante e significativa che la qualificherà per sempre nella mente dell’altro in un modo o nell’altro. ‘Controlli pure, se vuole … ‘ Aggiunse infine facendomi sbiancare in volto mentre sollevava la mini al ventre con una mano e con l’altra liberava lo strappo che chiudeva i collant. L’idraulico colse l’invito al volo per evitare ripensamenti e si tuffò lesto con le mani ripulite velocemente dal grasso a tastare le grandi labbra sotto la folta peluria scura messa in luce. ‘Meglio controllare a fondo la passerina .. Non si sa mai … ‘ enunciò infilandoci le dita unte addosso a schiuderla e tuffandosi con la lingua a bagnargliela. ‘Ohhhhh …. così mi fa venire subito !’ latrò lei oscena con un filo di voce rauca per l’ondata di improvviso piacere trasmessa dal morbido contatto e dai folti baffoni che le pungevano le teneri venature vaginali. Avevo deciso di giocare .. e stavo per essere sistemato per bene. Mi sentivo dilaniato in due. Da una parte desideravo uscire allo scoperto e fermare il porco prima che seguitasse a ciucciare la fica a mia moglie. Dall’altra desideravo restare nascosto per godermi lo spettacolo spingendola a fare la troia. Spesso però l’indecisione &egrave già una decisione. E la mancata reazione mi fece scivolare inesorabilmente verso la mia seconda idea. Le poche parole proferite dall’idraulico avevano centrato l’obiettivo perfettamente. Se l’avevo fatta vestire a quel modo volevo farmi mettere le corna ! ‘Sluuurpp … Glub … Si, sembrano finite. Ma &egrave meglio esaminare a fondo con un altro attrezzo, signora Girondini …. ‘ concluse dopo una profonda leccata di fregna l’uomo sorridendo sarcastico e abbassandosi la zip della tuta da lavoro. L’effetto della luce del sole del tardo pomeriggio che filtrava attraverso la finestra del bagno risaltava ai miei occhi la saliva lucida sulle grandi labbra di mia moglie. Francesca aveva chinato il capo all’indietro per il piacere ricevuto dalle slinguate dell’idraulico, se ne stava lì lascivamente immobile e disponibile a gambe aperte ed in equilibrio precario. Vidi il membro denudato e tozzo avanzare verso la spacca. Le mani del maschio afferrarla da dietro le chiappe, aprendogliele per permetterne l’intrusione adulterina. Il pene pareva grossomodo lungo quanto il mio ma di volume certamente più massiccio con delle grosse venature tutt’intorno. Stava per farla sua con me a guardare tutta la scena nascosto a pochi passi di distanza. Forse la mia ultimissima occasione per reagire prima di ritrovarmi con un paio di grosse corna impiantate in fronte. Francesca volse un lungo sguardo verso la mia direzione. Pareva impaurita o spaesata. Non capivo bene. Sembrava ridestarsi da un sogno erotico lussurioso rendendosi conto che il sogno stava proseguendo anche da sveglia. La sua espressione sperduta mi diede una scossa fulminea facendomi dubitare per quanto stavo permettendo accadesse. Ma la mia indecisione mi sottrasse istanti preziosi. L’idraulico la sollevò per le natiche con forza immergendo la gonfia cappella decisamente tra il pelo scuro e nell’impeto del movimento una gamba ciondolante di Francesca si scontrò con la porta richiudendola inavvertitamente. Poi un breve silenzio che a me parve durare un’eternità. Non vedevo più nulla. ‘Che cosa ho fatto ? … ‘ ripetei più volte mentalmente con stampato negli occhi lo sguardo perso di mia moglie Francesca. Cominciai a udire dei rumori dall’interno, movimenti di corpi sbattuti contro la ceramica, urlettini soffocati e mugugni di timbro maschile. Senza nemmeno rendermene conto la mia mano era scesa a stringere il cazzo indurito e quasi automaticamente lo avevo estratto dai pantaloni. Mi stavo masturbando immaginando la mia donna tra le braccia di un altro. Con circospezione lasciai la sala avvicinandomi alla porta chiusa del bagno. I rumori che avvertivo aldilà erano inequivocabili. Come un ragazzino che spia la sorella maggiore nella doccia, mi chinai per vedere dal buco della serratura seguitando a segarmi. La scena che mi si presentò mi fece strabuzzare gli occhi; Francesca era stata messa a sedere sul lavandino e, a gambe larghe, riceveva le ripetute botte in fica da parte del cazzo extra-coniugale. Con una mano l’idraulico si reggeva al sanitario e con l’altra le tappava la bocca per evitare sorprese esterne. Dalla sua schiena intuivo che incuteva dei colpi profondi e molto forti al sesso di mia moglie. Ogni affondo veniva inferto con slancio virile e scuoteva di rimando le gambe a penzoloni di lei costringendola ad inarcare la schiena verso il muro. Le sue sopracciglia contratte la dicevano lunga su quanto pativa sommessamente latrando dietro la tozza mano postale sulle labbra. Presi ad ansimare masturbandomi più velocemente. Era vestita come l’avevo lasciata. Soltanto l’apertura dei collant aperta a ricevere la penetrazione. Poi l’uomo le tolse la mano dalle labbra per appoggiarsi con entrambe al lavandino; stava per portarle i colpi finali. Francesca si strinse il labbro inferiore con i denti per evitare di gridare troppo rumorosamente mentre le botte diventavano ancora più brutali ‘Aahh … Aaaahhhhh ….. ‘ gemette l’idraulico raggiungendo l’orgasmo e senza ritrarre il cazzo dall’utero di mia moglie pompandole perciò dentro i fiotti del suo sperma. Lei venne presa dalle convulsioni del proprio piacere accasciandosi sfinita tra le sue braccia ‘Uhnnhhh … Mhhh … Ohhh … oooohhhh …. ‘ latrò fragorosamente perdendo le forze. Fu troppo pure per me che mi schizzai tutto in mano per non lasciare segni sgattaiolando in sala. Dopo diversi minuti la porta del bagno venne riaperta. Tubando a bassa voce come colombi e amanti consumati i due si congedarono con una serie di sonori bacetti ed un gran schiaffone che immaginai rivolto alle chiappe di Francesca. La porta di ingresso si richiuse con l’idraulico a scendere le scale fischiettante e la mia donna a trascinare stancamente i piedi verso il bagno. Mi domandai se avessi ancora trovato la voglia di giocare ……………

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