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Trio

L’anziano vicino

By 16 Marzo 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Era ancora là. Lo poteva vedere dallo specchio che rifletteva la finestra dell’appartamento al sesto piano, nel palazzo di fronte al suo. La stava spiando di nuovo.
Erano trascorse ormai due settimane dalla prima volta in cui si era accorta che l’anziano settantenne, la cui moglie era stata ricoverata in una casa di riposo per malati d’Alzheimer a inizio agosto, spiava la sua camera da letto dalla sua finestra alla sera, quando lei usciva nuda dalla doccia e iniziava il rituale serale di darsi la crema idratante sul corpo.
Era il giorno di ferragosto, la temperatura era di 42′ e il condizionatore era rotto. Ovviamente trovare un tecnico quel giorno era un’impresa impossibile, soprattutto per chi come lei riusciva a stento ad arrivare a fine mese. Vedova a soli 40 anni, con un figlio di dieci anni, viveva con la pensione di reversibilità del marito, militare in carriera, rimasto ucciso durante un’azione quando lei era all’ottavo mese di gravidanza. Non aveva mai visto suo figlio e lei non aveva mai avuto nessun altro uomo dopo di lui.
Lanciò un’altra occhiata allo specchio e vide che il vecchietto era lì, in attesa. Sapeva che stava per spogliarsi. Lei lasciò cadere l’accappatoio a terra, sentendosi potente. Il sapere che riusciva ancora ad eccitare un uomo alla sua età, dopo una gravidanza che le aveva lasciato cinque chili in più e un po’ di cellulite sulle cosce, la inebriava. Specialmente un uomo di quell’età, che ormai dovrebbe aver raggiunto la pace dei sensi da un pezzo e a cui solo una buona dose di viagra avrebbe potuto rizzarglielo.
Le mancava il sesso. Le mancava il tocco di un uomo sulla pelle, sentire il suo membro caldo e pulsante dentro di lei. Antonio, suo marito, era fantastico a letto. La sera si masturbava sognando di poter sentire la sua lingua leccarla ed esplorare la sua figa facendola godere, come solo lui sapeva fare. Voleva riprovare quella sensazione, a volte il bisogno la travolgeva talmente tanto che si sentiva impazzire.
Poi si era accorta del vicino di casa che la spiava e si era sentita di nuovo attraente ed eccitata, come non si sentiva più dalla morte di Antonio.
Da quella sera si spogliava apposta per lui e indugiava a spalmarsi la crema, con gesti seducenti, sapendo che lui si sarebbe eccitato.
Prese la crema dal cassetto e iniziò a spalmarsela seducente, fingendo di farlo con naturalezza, come se non si fosse mai accorta di nulla. Controllò un altra volta lo specchio.
Il vecchietto si era calato i pantaloni e si stava masturbando. Aveva un membro grosso e molto lungo, ma gli ci volevano almeno dieci minuti prima che prendesse un po’ di vita.
I dieci minuti che a lei servivano per darsi la crema, poi si rivestiva e lo lasciava lì, al culmine dell’eccitazione, andandosene in salotto, soddisfatta del suo potere su di lui.
Telefonò a Matteo, il suo bambino, che era in vacanza in montagna con i nonni paterni e sarebbe tornato il 5 settembre. Lei ci teneva che mantenesse un buon rapporto con loro. Avevano già perso un figlio, non potevano perdere anche il nipote. Si chiese come avrebbe potuto continuare quel rituale quando Matteo sarebbe tornato a casa… forse avrebbe dovuto smetterla.
No, non poteva. Ne aveva bisogno per sentirsi ancora viva, ancora una donna piacente.
Avrebbe dovuto trovare un modo.
Tornò in camera e vide che il vecchietto era ancora là, ma stavolta non era solo. C’erano altri tre vecchietti con lui, probabilmente suoi amici. Stavano lì in attesa.
Sentendosi sempre più potente e sexy, lei sospirò e si passò le mani sul collo, come se stesse morendo dal caldo, poi lasciò cadere la vestaglia di seta a terra, restando completamente nuda.
Si diresse verso il letto, accese la lampada sul comodino, poi scostò le lenzuola.
Sapeva che la luce era sufficiente perch&egrave quegli arrapati vecchietti la vedessero.
Iniziò a toccarsi e a masturbarsi fino a raggiungere l’orgasmo, poi spense la luce e cercò di dormire.
Cinque minuti dopo sentì suonare il campanello alla porta.
Per un attimo pensò di ignorarlo. Era già mezzanotte, chi poteva mai essere?
Però era curiosa. Si alzò, infilò di nuovo la vestaglia e andò ad aprire.
Mai si sarebbe aspettata di trovarsi davanti il vecchietto con i suoi amici.
-Salve. Io sono Franco. Questi sono i miei amici Mattia, Daniele e Diego- disse, come se fosse naturale presentarsi a casa della gente a quell’ora di notte.
-Marica- mormorò lei, presa alla sprovvista.
Approfittando del suo momento di stupore, entrarono in casa, facendola spostare dalla porta che Diego chiuse alla sue spalle.
-Credo sia il momento di smettere di giocare e iniziare a fare le cose sul serio- disse Franco.
-Non puoi provocarmi in eterno e lasciarmi a bocca asciutta. I miei amici sono d’accordo e io condivido sempre tutto con i miei amici- aggiunse, mentre i suoi amici sorridevano, guardandomi con aria lasciva, pronti a saltarmi addosso.
Io rimasi impietrita, non sapendo cosa fare, ma non ebbe importanza. Franco mi strappò la vestaglia di dosso mentre i suoi amici si calavano i pantaloni. I loro membri erano già eretti e grossi.
-Vedrai che ti piacerà. Ti faremo godere come non hai mai goduto in vita tua- le disse prima di sbatterla per terra. -Mettiti a pecorina, troia- le ordinò in tono autoritario, forzandola a posizionarsi.
Mattia le sbatté il suo cazzo in gola, Diego iniziò a leccarle la figa, Franco le allargò il buco del culo con le mani, lo leccò e poi entrò con forza dentro di lei facendola urlare mentre lui spingeva forte e il suo cazzo lunghissimo la sfondava. Daniele le succhiò i seni e i capezzoli, poi le prese una mano e la obbligò a fargli una sega.
Non riusciva a respirare con il cazzo lungo ed enorme di Mattia, ma si sentiva anche eccitatissima e stava davvero godendo. Quando Mattia venne, uscì dalla mia bocca e io boccheggiai, in cerca d’aria. Anche Franco venne in quel momento. Daniele e Diego si levarono dalla mia figa e dai miei seni e io crollai a terra, esausta.
-Non ci pensare proprio. Ora assaggerai i nostri cazzi tutti insieme- disse Diego.
Mi obbligarono ad alzarmi in piedi.
Franco entrò nella mia figa, Diego mi prese da dietro, spingendo ancora più forte di Franco. Daniele mi ficcò il cazzo in gola e Mattia mi prese le mani e mi obbligò a fargli una sega.
Credetti di morire, non mi ero mai sentita in quel modo. Ero eccitatissima e stavo davvero godendo, mi sentivo una Dea del Sesso, capace di risvegliare ed eccitare persino quattro vecchietti di quell’età. Stavano godendo quanto me.
Ebbi l’orgasmo multiplo più violento che avevo mai avuto in tutta la mia vita. Le loro mani erano ovunque sul mio corpo. I loro cazzi squassavano ogni fibra di me facendomi vibrare e godere. Avrei voluto urlare di piacere, ma non potevo col cazzo di Daniele che mi scopava la gola…
D’un tratto uscirono da me tutt’ e quattro insieme proprio quando stavo per raggiungere il culmine dell’orgasmo e sborrarono insieme su di me.
Mi ritrovai completamente coperta di sperma, ovunque. Mi passai la lingua sulla labbra per assaggiarne un po’ e Daniele sorrise.
-Ci pensiamo noi- disse.
Le mani di Diego mi afferrarono da dietro per tenermi ferma e sentii la sua lingua iniziare a leccarmi le spalle e scendere sempre più giù. Franco si dedicò con perizia a leccarmi la figa.
Mattia mi leccò le braccia, i seni e scese giù versò le gambe.
Stavolta riuscii a gemere e a urlare quando Franco e Diego mi leccarono in contemporanea figa e culo, usando anche le mani per eccitarmi ancora di più.
Ebbi un altro orgasmo violento, disturbato però da uno strano trillo in lontananza… un trillo insistente… aprii gli occhi e urlai.
Ero a letto da sola. Nella stanza non c’era nessuno. Il mio sguardo corse alla finestra del vicino, ma era immersa nel buio.
Era stato solo un sogno.

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