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Trio

LAURETTA cap. 9 La gioia di Lauretta

By 14 Novembre 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Il sole finalmente apparso faceva luccicare i tetti di ardesia e mandava riflessi abbaglianti colpendo a tratti le pietre larghe che in modo irregolare pavimentano la stradina in leggera discesa che conduce verso il centro del paese.
Ci incamminammo a braccetto lentamente non tanto per il timore di sdruciolare a causa del pendio ma per permettere alla ragazza che camminava al mio fianco di abituarsi al plug che allargava il suo culetto e alle sollecitazioni delle palline vaginali che stimolavano la sua micetta. 

Lauretta procedeva con precauzione come una convalescente alla sua prima uscita dopo una malattia debilitante. In quanto a me ero abituata, non di rado rimanevo ore, sbrigavo le faccende, andavo in macchina a fare acquisti avendo l’ano occupato. La prima volta, é stato per curiosità che ho voluto provare il plug, poi l’oggetto che mi allargava l’ano non mi sembrò più un corpo estraneo, trovando la cosa alquanto piacevole ne ho aumentato le dimensioni allenando la mia muscolatura sfinterica così che quando mi concedo un’avventura, posso accondiscendere a cuor leggero e anche sperare che possa evolversi in un rapporto anale. 

La strada faceva una curva in corrispondenza del bar tabacchi che aveva le luci accese a causa della giornata cupa malgrado fossimo di primo pomeriggio, lì ci dirigemmo come altre persone che sorpassandoci ci salutavano. Lauretta appoggiata al mio braccio lo stringeva ridendo nervosamente, pensando sicuramente a cosa avrebbero pensato i bravi paesani se avessero saputo, ma é proprio questo il bello della trasgressione; essere stimolate e a volte godere un orgasmo fra gente ignara.

Una vecchina ci raggiunse facendo insieme a noi un tratto di strada, chiese notizie di “mio marito”, parlò della salute dilungandosi ad enumerare i suoi acciacchi, separandosi da noi solo quando entrammo nel bar.
Comperai le solite Diana e precedetti la mia giovane amica verso la veranda coperta dove é permesso fumare, scostate due sedie, mi sedetti su una di esse incurante dello sguardo preoccupato di Lauretta e quando la invitai a fare altrettanto, fu con timore che si accomodò, ma lo fece molto lentamente fino a quando non fu sicura che il corpo estraneo che le allargava il buchetto non solo non le dava fastidio ma cominciava a procurarle piacevoli sensazioni non appena provò a muovere il sedere sulla sedia.

Arrivarono altre persone approfittando come noi della tregua del tempo, due signore che conoscevo si sedettero al tavolino accanto al nostro salutandoci, chiedendo anche loro notizie di “mio marito”; parlammo del tempo e di altre banalità, Lauretta prese parte alla conversazione rossa in viso, rispondendo a monosillabi quando le veniva rivolta la parola. Notando il suo muovere continuo seppur lento sulla sedia, temetti che il suo turbamento come il suo piacere diventassero palesi poiché non di rado il plug anale porta all’orgasmo se viene mosso in continuazione come stava facendo la cara porcella, senza contare l’effetto delle palline vaginali. Addussi la scusa che aveva ripreso a piovere per alzarmi, salutare le signore e dopo aver pagato le bibite, uscire sostenendo la ragazza per il gomito.

Effettivamente aveva ricominciato a piovere, fortunatamente non forte permettendoci di giungere a casa ancora relativamente asciutte, ma tutto il tragitto, ora in salita, Lauretta lo fece stretta a me, sarebbe sembrata sofferente se non avessi saputo che i sospiri che emetteva erano prodotti dal plug che aveva nel culo e dalle palline che stimolavano la sua passera. Anch’io avevo il respiro alterato per le piacevoli sensazioni che provavo e che non senza sforzo riuscivo a tenere sotto controllo.

“Finalmente!” sospirò appena varcata la soglia di casa, senza aspettare si sbarazzò della gonna e dimenando il sedere corse in bagno. La seguii, notando in lei un certo disagio abbassai le sue mutandine e mentre gliele sfilavo vidi che contenevano le palline vaginali che, nel suo piacere la porcella non era riuscita a trattenere. Estrassi dal tenero culetto il plug, notando che le mutandine erano macchiate le nascosi sotto la biancheria sporca dopo averle mostrate alla ragazza.

La feci accovacciare sul bidè e presi dall’armadietto la peretta che in alternativa all’irrigatore sono solita usare quando ho in programma un incontro che prevedo “particolare”, dopo averla riempita di acqua tiepida la diedi alla ragazza. “E’ proprio necessario?” chiese, feci segno di si; dopo averla riempita e svuotata alcune volte nelle sue interiora l’acqua uscì limpida come quella di una fonte. So di aver rivelato una cosa poco elegante ma le lettrici che come me amano quel tipo di rapporto non proprio convenzionale sanno che è meglio affrontarlo “pulite fuori e anche dentro” se non vogliono che il loro partner abbia sorprese imbarazzanti.

L’aiutai a spogliarsi e dopo essermi anch’io denudata entrammo insieme sotto la doccia. Lauretta si meravigliò non poco vedendo la cordicella bianca pendere ancora dalla mia passera e quando portando le mani alle mie natiche toccò la base rettangolare del plug ancora conficcato nel mio sedere fece una smorfia buffa. La strinsi a me e baciandola sussurrai prima di aprire l’acqua “ Ti abituerai anche tu vedrai!”. In realtà volevo che il rimanente del tempo a disposizione quel giorno venisse dedicato al godimento della nostra giovane amica mentre io avrei tratto il mio piacere dall’eccitazione di vederla in azione con il suo primo vero uomo (il mio).

Fare insieme la doccia fu il pretesto per baciarci e accarezzarci godendo dello strusciare uno contro l’altro dei nostri corpi bagnati, le nostre bocche incollate a scambiarci le lingue, le mani a percorrere le nostre cosce, i nostri culi resi lisci dalla schiuma saponosa. Una volta asciugate salimmo le scale, nude e abbracciate, io in una sorta di trance per l’effetto che ad ogni gradino subivo nella passera e nell’ano, Lauretta sognante sapendo che quello per la quale era venuta non poteva essere procrastinato ulteriormente. Immaginate la nostra delusione nel vedere l’uomo che doveva soddisfare la fanciulla e che avevamo lasciato parzialmente coperto da un lenzuolo era profondamente addormentato!

Dopo il primo attimo di stupore feci un cenno a Lauretta e prendendo ognuna una estremità del lenzuolo, scoprimmo il maschio vergognosamente assopito.
Non potei impedirmi di soffocare una risata. “E’ ridicolo vero?” dissi indicando il pene inerte adagiato sopra il ventre del dormiente. “No, è carino, a me fa tenerezza sai?” rispose. Era salita ginocchioni sul letto e china aveva sollevato il pene rimirandolo con curiosità. “Sembra un gattino senza gli occhi ma con una boccuccia piccola piccola.” disse mentre accarezzava con il polpastrello quella “boccuccia”, poi lo fece con la punta della lingua, ridendo tentò di introdurla senza riuscirvi, ero salita anch’io dall’altro lato e china mi chiedevo cosa avrebbe fatto la giovane porcella 

Già la sua lingua aveva preso a percorrete il glande con colpi leggeri, giunta al colletto lo lambì con cura facendone il giro, ma fu quando si soffermò alla nascita del frenulo, punto particolarmente sensibile agli stimoli, che Gianni si scosse svegliandosi e cercando di tirarsi su. Lo trattenni coprendo la sua bocca con la mia in un bacio lascivo, succhiando la sua lingua, attirandola nella mia bocca quasi fosse il membro che ora Lauretta cominciando dai testicoli leccava apertamente di sotto in su con ampie passate ricoprendolo di saliva.

Sentii la mano di Gianni scendere lungo la mia schiena e superate le reni palparmi lungamente le natiche incontrando la base del plug che vi era immerso. “sei una troia lo sai?” fece non appena ebbi sollevato la bocca. “ma non sei la sola!” aggiunse. Era riuscito a sollevarsi sui gomiti e accennava con il mento Lauretta che era finalmente riuscita ad aprire abbastanza la bocca da contenere per intero la cappella del suo membro e stringendo le labbra al colletto aveva sollevato il capo e lo guardava.

So per certo che non vi è nulla di più erotico per un uomo che vedere una donna che lo guarda negli occhi avendo il suo cazzo in bocca, se poi questa donna è una giovane ragazza come Lauretta, allora l’effetto diventa sconvolgente perché l’innocenza disarmante di quegli occhioni contrastava con la bocca aperta dalle labbra tese attorno al membro mentre si sforzava di farle scorrere su e giù, ma troppo lentamente per la libidine di Gianni, che mosse di scatto le reni per immergersi lui stesso in quella bocca, ma il suo tentativo venne frustrato dal lamento che emise la fanciulla nei cui occhi spuntarono due lacrime.

Lauretta lasciò il pene e venne ad abbracciarci contendendomi la bocca di Gianni mentre la sua mano chiusa attorno al membro si muoveva su e giù in una lenta masturbazione e quando liberò la bocca fu per spostarla sul suo petto succhiando e mordicchiando prima uno poi l’altro capezzolo. Gianni sospirò rumorosamente nella mia bocca ma già quella bocca era scesa a raggiungere il ventre e a riprendere in bocca il pene riuscendo adesso a scorrere su di esso golosamente.

Non durò a lungo, si alzò repentinamente, i piedi da un lato e dall’altro del bacino del mio uomo e le ginocchia divaricate, raddrizzò il membro tenendolo con entrambe le mani, poi chinatasi come per sedersi cominciò a strofinare il glande lungo la sua fessurina e, quasi temendo di lasciarsi sfuggire l’occasione, si abbassò per introdurselo in corpo. 
“Aspetta!” gridai spaventata. Sono sicura che Gianni l’avrebbe lasciata fare tanto era allupato, salvo poi a pentirsene appena si sarebbe reso conto dell’effetto devastante che avrebbe provocato il suo membro in quella vagina stretta e ancora arida.

Trassi da sotto il cuscino la scatoletta delle candelette lubrificanti prescritte dalla ginecologa, candelette che aveva raccomandato a Lauretta di inserire prima di ogni rapporto, ne stavo estraevo una quando Gianni mi fermò mostrando il tubetto apparso nella sua mano, vidi che conteneva un gel alla vaselina; “meglio questo, non lascia odori strani . . .”
I puristi che mi stanno leggendo storceranno il naso ma debbo dare ragione al mio uomo, so bene che un gel a base acquosa sarebbe stato preferibile ma presenta l’inconveniente di asciugarsi troppo in fretta per un rapporto che si prevede sufficientemente lungo da soddisfare una donna esigente. . . e Lauretta aveva una gran voglia!

Si alzò, scese dal letto e portandosi ai piedi della ragazza ne afferrò le gambe alla piega delle ginocchia traendole a se aperte ai due lati del suo bacino. Il vederlo troneggiare oscenamente su di lei provocò in me un moto di gelosia per quel membro che ancora consideravo il “mio membro!” pulsare sopra il sesso della fanciulla, talmente vicino da sfiorare i peletti biondi. Non solo quel membro era teso al massimo ma i testicoli rientrati alla base dell’asta erano quasi scomparsi testimoniando la forte eccitazione del mio uomo e rendendo il suo cazzo ancora più lungo.

Era quel cazzo che gli occhi di Lauretta fissavano sollevata sui gomiti. Vide lo svitarsi del tappo, il depositare parte del contenuto del tubetto sopra il glande, poi le dita spalmarlo lungo l’asta ricoprendola di una patina luccicante, non unse ancora la piccola fica ma portando entrambe le mani sotto il culo della fanciulla lo sollevò per immergere il viso al vertice del suo ventre.

La ragazza con una esclamazione di sorpresa si irrigidì ma subito si rilassò e serrate le cosce attorno al collo del mio uomo si lasciò frugare dalle labbra e dalla lingua che non si limitavano a percorrere il suo sesso ma lo ‘mangiavano’ rumorosamente con la bocca spalancata, succhiandolo fino a far inarcare la fanciulla estasiata. Coprii con la mia bocca uno dei piccoli seni succhiando delicatamente il capezzolo che si indurì maggiormente strappandole un gridolino, poi la sua mano nei miei capelli fece spostare la mia bocca sopra l’altra sua tettina.

Il suo improvviso irrigidirsi mi fece sollevare la testa, Gianni enormemente arrapato stava cercando di penetrarla! Già il suo glande aveva cominciato ad aprire la tenera fichetta, la fanciulla emise un grido. Premendogli una mano contro il ventre respinsi il mio uomo, le gambe della ragazza scivolarono lungo le braccia che la stringevano, lui le trattenne serrando i gomiti, la sua mano avvicinò il beccuccio del tubetto e ne premette una parte direttamente nella giovane fica, poi con una delicatezza che mi stupì, le sue dita spalmarono l’unguento tutt’attorno alle pareti interne della vulva spingendole anche in profondità.

Arretrò con le reni, la punta del glande venne a contatto con la fessura della ragazza che chiudendo gli occhi portò entrambe le mani fra le sue cosce e con le dita di una di queste si aprì le labbra della fichina mentre con l’altra afferrò il membro unto e lo attirò in se. La penetrazione non le fece male; si lamentò appena con voce da bambina ma la sua mano continuò ad attirare il membro. Con meraviglia lo vidi scomparire nel suo grembo quasi per l’intera sua lunghezza. Solo allora lo lasciò e portando entrambe le braccia all’indietro in gesto di resa esclamò:

“Scopami, oh scopami, scopamiiii!!!”. Gianni immobile e quasi incredulo ammirò per qualche istante la nudità della fanciulla poi posò un ginocchio sopra il letto mentre l’altro piede rimase saldamente piantato a terra, Lauretta espresse la sua voglia e ondulando il bacino fece oscillare il membro che le allargava la vagina. Afferrandosi ai suoi fianchi lui si ritrasse fin quasi ad uscire dalla fanciulla ma prima che la fichina si richiudesse dietro il glande si fermò e adagio affondò nuovamente.

“Si, siiii. . .” Mi ero portata ginocchioni a fianco della ragazza, seduta con le cosce aperte, strofinando adagio il sedere sopra il letto per sentire pienamente gli stimoli del plug che avevo nell’ano; contraendo e rilassando i muscoli vaginali sentii la prima pallina avanzare fra le labbra della mia fica. Vidi il cazzo del mio uomo che apriva la bella fichetta scomparendo e riapparendo in un va e vieni dapprima lento poi davanti a quegli occhi che lo guardavano quasi a sfidarlo aumentando gradualmente l’andatura.

“Si…. Siii…Siiiii!!!” L’unguento che ungeva entrambi i sessi non provocava nella ragaza altra reazione che una serie di sospiri modulati dall’entrare e uscire del membro nella sua delicata micetta; Lauretta imprimeva al ventre le ondulazioni atte a meglio sentire il cazzo che la riempiva e la frugava. Io eccitata al massimo, non riuscii a trattenere la seconda pallina che uscì dalla mia fica, poi la terza; si, stavo godendo, era per me impossibile resistere all’eccitazione provocata dalla scopata che si svolgeva davanti ai miei occhi.

Allontanai le palline e feci andare le dita nella fica e sul clitoride masturbandomi velocemente e accarezzandomi i seni come quando da sola guardo un video porno. Quello che vedevo non era il mio uomo che si godeva una ragazza che avrebbe potuto essere sua figlia, ma un attore di pellicole hard che scopava una teen. I sospiri salivano di intensità man mano che il piacere della ragazza aumentava diventando presto dei lamenti poi dei gridolini mentre lei si agitava come un’anguilla sollevandosi, ondulando il ventre, malmenandosi le tettine.

Infine si inarcò, lui portò le mani sotto il suo sedere sostenendolo in posizione sollevata e fece andare velocemente il cazzo nella fichina che l’abbondante lubrificazione aveva reso talmente scivolosa che la ragazza provò soltanto piacere, poi la sua espressione si fece disperata e. . . venne in un lungo orgasmo che Gianni accompagnò con lente escursioni del membro finché gli spasimi della giovane vagina si attenuarono per cessare infine. La fanciulla si immobilizzò ma continuò per un po di tempo a respirare con affanno. Anche Gianni si era fermato, la sua espressione si era fatta tenera, i suoi occhi non si staccavano da quelli della ragazza che ora lo guardava sorridendogli grata per il piacere ricevuto.

Anch’io ero venuta, il mio piacere colando aveva imbrattato il lenzuolo sottostante; con precauzione estrassi il plug che allargava ancora il mio culo e lo nascosi nelle pieghe di una tovaglia che alzandomi portai con me. Scesi di sotto e entrata nel bagno feci la doccia avendo ancora sotto gli occhi la visione del mio uomo che faceva all’amore con una ragazza che nei miei intenti avrebbe dovuto essere soltanto mia, mi ricordai che Gianni non aveva ancora estratto il membro da Lauretta e che sicuramente non aveva ancora goduto. Mi asciugai rapidamente e ritornai di sopra in fretta per il timore che dimenticasse la promessa che mi ero fatto fare quando avevo acconsentito a fargli incontrare le giovane porcella.
Continua

 

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