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Trio

L’australiano.

By 29 Agosto 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

L’australiano.

AVVERTENZA: il racconto originale conteneva, come parte integrante, quattro piccoli disegni stilizzati che aiutavano a comprendere la posizione dei protagonisti ad ogni cambio di scena. Purtroppo, nelle operazioni di copi/aincolla, questi disegni sono andati perduti (probabilmente il sito di Milu non supporta disegni/foto/scan. Mi scuso con i lettori.

Siamo una coppia cosidetta mista.
Lei asiatica, 47 anni, 172 centimetri di altezza per 52 kg, esile, slanciata, elegante. Ancora molto bella.
Io italiano, 49 anni, 180 per 73, abbastanza in forma e presentabile.
Lei ha i capelli di un nero profondo che, in determinate condizioni di luce, assumono riflessi blu notte. Cambia spesso la loro lunghezza e, ogni volta, riesce ad apparire diversa. Il suo corpo non reca tracce del tempo e conserva la freschezza di eta’ giovanili. Gambe lunghe e bellissime. Un sedere tonico e stretto. Seno piccolo e sodo dai capezzoli scuri e sempre eretti. Una pelle da favola. A tutto cio’ si aggiunge un carattere positivo e solare, una timidezza naturale come solo le donne orientali possiedono ed una leggera inclinazione alla passivita’ per un mix, almeno per me, esplosivo.
Siamo sposati da 10 anni e viviamo in una grande citta’ degli Stati Uniti.
Abbiamo entrambi avuto un passato piuttosto movimentato fatto di viaggi ed impegni professionali che ci hanno tenuto a lungo lontano dai rispettivi paesi.
Da quando siamo insieme condividiamo tutto: le risa ed i dolori, i progetti, i sogni e tutto il tempo che il lavoro mi lascia.
Non siamo dei bacchettoni, abbiamo avuto le nostre esperienze ma, da quando stiamo insieme, la nostra vita ci basta.
O almeno, ci e’ bastata sino a 3 anni addietro quando, durante una vacanza, abbiamo scoperto delle sensazioni nuove.

PUKHET. (maggio 2007)
E’ successo che un giorno, in un bellissimo albergo di Pukhet, tornando dalla spaggia lei mi dice che vorrebbe fare un massaggio.
OK ‘ dico io ‘ perche’ non lo prenoti in camera nostra? Cosi non devi nemmeno cambiarti.
Buona idea ‘ dice lei.
Arriviati in camera, lei chiama la Spa dell’hotel e chiede se e’possible avere una seduta di massaggio in camera nostra, la risposta e’ si. Lo prenota per un’ora piu’ tardi.
Facciamo entrambi una doccia, poi lei infila un bikini e l’accappatoio, io un paio di pantaloncini ed una maglietta.
Prendiamo 2 libri e ci mettiamo comodi a leggere.
All’ora prevista suona il campanello. Lei va ad aprire e fa entrare un uomo sui 40 anni, thailandese. E’ il massaggiatore, porta un vassoio con tutto il necessario: asciugamani, olii, lozioni.
Le chiede di togliere l’accappatoio e di stendersi sul letto.
Io dal divano d’angolo non posso fare a meno di osservarli.
Vedo il suo corpo flessuoso e leggermente abbronzato emergere dal bianco dell’accappatoio e, muovendosi con una grazia innata, stendersi prono sul letto davanti allo sconosciuto massaggiatore.
Questa visione mi smuove qualcosa. Non riesco a distogliere lo sguardo da quello che sta accandendo a pochi metri da me.
Lui, molto professionale, stende un velo d’olio sul corpo di mia moglie, lo spalma accuratamente ed incomincia a massaggiare le varie zone.
Le dita abili scorrono sulla pelle lucida, impastano i muscoli, alternando pressioni leggere ad altre piu’ forti sciolgono la tensione e spazzano via la stanchezza.
Senza fretta passano dai suoi piedi alle gambe, poi la schiena, le spalle, le braccia. Una breve richiesta e lei si gira sulla schiena. Il massaggio riprende sul lato anteriore del corpo. Sicuramente le sensazioni sono piacevoli perche’ non posso fare a meno di notare come i capezzoli (normalmente sempre abbastanza visibili) sembrino ora bucare il tessuto del costume. Il massaggiatore, essendole cosi’ vicino, non puo’ non averlo notato. Sento un fremito al basso ventre, sono quasi sorpreso dall’erezione che sento crescere spontanea, fuori dal mio controllo.
Poco dopo il massaggio ha termine, l’uomo saluta e si ritira.
Io raggiungo lei sul letto e le appoggio le mani sulla pelle lucida d’olio ‘ Perche’ non ti togli il costume che termino il massaggio? ‘ la reazione non si fa attendere, in breve e’ nuda sotto le mie carezze……
Piu’ tardi, dopo una doccia e con in mano il primo aperitivo della sera eravamo seduti sulla terrazza, avvolti nella luce calda del tramonto.
Io – Sai che guardarti mente lui ti massaggiava mi ha fatto eccitare moltissimo. ‘
Lei (sorridendo) ‘ Me ne sono accorta.
Io ‘ No dai, sto dicendo sul serio. Vedere le sue mani sulla tua pelle e’ stato sconvolgente. Non avrei mai pensato che mi potesse fare un effetto simile.
Lei lo stava ascoltando in silenzio.
Io ‘ Ma a te non ha fatto effetto?
Lei ‘ Mi e’ piaciuto, ma come un normale massaggio.
Io ‘ Dai, non puoi dirmi cosi’. Avevi i capezzoli che sembravano di pietra. Si vedevano da dove ero seduto.
Lei (arrossendo) ‘ Davvero? Pensi che lui l’abbia visto?
Io ‘ Stanne certa. Il suo viso era vicinissimo a te, impossibile non li abbia notati.
Lei ‘ Dio mio. Mi stai facendo vergognare.
Io ‘ Non e’ il caso. Comunque non puoi dirmi che non eri eccitata.
Lei ‘ No, stavo bene ed il massaggio mi piaceva. Forse e’ stata una reazione del mio corpo, ma non ne ero conscia.
Io ‘ Si, puo’ darsi, ma trovo la cosa stimolante. Se ti va lo rifaremo ancora.
Lei ‘ Si, a me un buon massaggio piace sempre.

Ripetemmo l’esperienza pochi giorni dopo, in un hotel di Bangkok, ultimo giorno di vacanza prima del rientro a casa.
Le cose andarono come in precedenza, un massaggiatore piuttosto professionale esegui’ il suo compito con perizia.
Tuttavia, questa volta, io avevo chiesto a mia moglie di indossare un costume piuttosto ridotto, il cui pezzo sotto era costituito da un tanga.
Lei era distesa prona e, dalla distanza cui sedevo, sembrava non indossasse nulla.
Le sue natiche erano quindi pienamente esposte, lucide di olio, e lui stava eseguendo delle tecniche di impastamento. Dalla mia posizione potevo chiaramente vedere come i movimenti delle mani, circolari e contrapposti, unitamente alla pressione che esercitavano, muovessero le masse dei glutei, aprendoli e ricongiungendoli. Notai anche che, nonostante un atteggiamento neutro, lui teneva lo sguardo sul sedere di mia moglie. Immaginai cosa potesse vedere dalla sua posizione e non feci fatica a figurarmi la sottile striscia di tessuto nero, impossibilitata a coprire (sopratutto quando le natiche venivano separate) la pelle, piu’ scura e corrugata dell’ano e, piu’ in basso, la rada peluria che conduceva verso il suo sesso.
Anche questo massaggio ebbe termine, lasciandomi una tensione di molto superiore alla volta precedente. Dopo che lui se ne fu andato la raggiunsi sul letto, non ci fu bisogno di chiederle nulla, mi aspettava nuda, era gia’ molto eccitata e quando scivolai dentro di lei, la trovai umida e pronta.
Le mie osservazioni avevano risvegliato la sua coscienza e, anche per lei, questo non era stato un semplice massaggio che si subisce senza pensare, ma un’esperienza coinvolgente che aveva lasciato il suo corpo, forse meno riposato, ma molto piu’ sensibile e cosciente.

Nulla fu piu’ come prima.
Non che la nostra vita fosse cambiata, ma fu come se avessimo acquisito una consapevolezza nuova e parallela rispetto a prima.
Abbiamo sempre vissuto la parte ‘intima’ della nostra relazione in modo fantasioso e divertente. Lei con una vera passione, ed un innato buon gusto, per gli abiti e gli accessori eleganti e femminili.
Abiti, intimo, calze e calzature sempre impeccabili, mai vistosi ma con, immancabile, un dettaglio che dava all’insieme un tocco leggermente sexy. Vuoi uno spacco, una trasparenza, una forma accennata.
Ma tutto, sino ad ora, era stato vissuto nell’ottica della coppia. Lei esibiva a me la sua femminilita’ ed io la ricambiavo nei ruoli di amante, amico e confidente, oltre che di marito.
Da quel momento, nella nostra normale vita di coppia comparve, a livello fantastico e saltuariamente, una terza figura: un uomo, singolo, senza nome ed a cui non abbiamo mai dato una precisa identita’.
Costui comincio’ ad apparire (saltuariamente come detto) nelle nostre fantasie e nei nostri giochi. Nei momenti di intima tranquillita’ ed in quelli piu’ movimentati ed intensi della passione.
Le mie mani, talvolta, diventavano le sue e sue quindi erano le carezze, da quelle delicate alle piu’ spinte.
Lei partecipava a queste fantasie, talvolta senza nascondere il coinvolgimento e l’eccitazione, talvolta con qualche esitazione, salvo poi scoprirla umida e calda, pronta ai giochi dell’amore.
In questo modo, poco alla volta, LUI ebbe modo di scoprirla, di accarezzarla, di aprirla, di guardarla, di baciare la sua pelle, di passare le sua mani negli angoli piu’ nascosti del suo corpo, di sentire le sue morbidezze ed i suoi umori.
Lei accettava tutto, talvolta partecipandovi altre subendo semplicemente le sue attenzioni, sempre ricavandone piacere ed eccitazione, ma non si abituo’ mai veramente a lui. Ero sempre io ad introdurlo tra noi. Lei mi disse di aver sognato delle situazioni simili, ma non avevano la carica sensuale delle mie fantasie.
Giorno dopo giorno lui divento’ parte dei nostri giochi sino a che, la sola fantasia, comincio’ a non bastare.
Fu allora che ritorno’ l’idea di un massaggio, non come quelli fatti in precedenza e che, di tanto in tanto, ancora ci concediamo, bensi’ quella di un massaggio un poco piu’ intimo, un massaggio che non tralasciasse gli angoli solitamente coperti da un costume e che avvenisse sul corpo nudo, senza che nulla fosse celato.

L’ANNUNCIO.
Era passato quasi un anno dall’esperinza di Pukhet, eravamo nella primavera del 2008, ne parlai con lei, dapprima un poco di esitazione (di entrambi) presto pero’ superata dalla curiosita’.
Mettemmo un annuncio su un sito internet piuttosto conosciuto, sezione ‘ Messaggi Personali -.
L’annuncio recitava, piu’ o meno: – Coppia cerca massaggiatore esperto per un full body oil massage per lei, lui sara’ presente ma non attivo.

IL LUOGO D’INCONTRO.
Il passo successivo fu quello di trovare un luogo dove poter incontrare, con la massima discrezione, gli eventuali partner.
Casa nostra fu esclusa subito. Troppi rischi e troppi conoscenti in giro.
Non fu difficile pero’. Da pochi mesi, e non troppo lontano da dove viviamo, avevano aperto un nuovo boutique hotel, in un’area della citta’ a destinazione business.
La quasi totalita’ degli edifici della zona – in vetro, acciaio e cemento di bel design ‘ ospitava uffici e sedi aziendali. Quest’area, affollatissima durante la settimana, era semi-deserta nei week end. Lo stesso per l’hotel.
Questo era un edificio diviso in 3 blocchi, moderno ma abbastanza anonimo all’esterno. L’interno, invece, era molto bello e curato. Bei materiali e colori neutri, cortili e giardini interni separavano i blocchi dell’edificio le cui pareti esterne erano in muratura mentre quelle interne, che davano sui cortili e giardini, erano tutte in cristallo. Gli ambienti erano arredati con grande gusto, le camere ampie e tutte dotate di letti King Size. Molto ben insonorizzate, con luci soffuse.
Ogni camera aveva un divano o poltroncine in pelle, impianto stereo e TV satellitare.
Nell’hotel non mancava un’ottima zona relax, con sauna, piscina, bagni di vapore.

Al nostro annuncio risposero in molti.
A quelli cui inviammo una risposta spiegammo chiaramente cosa stavamo cercando: un massaggio, serio e ben fatto, con un pizzico di erotismo. Tocchi sensuali e, alla fine, carezze intime che portassero lei all’orgasmo.
Il prescelto fu un uomo che si presento’ come un massaggiatore professionista.
Lo incontrammo. Non era vero.
Era solo un tipo che si spacciava per tale. Educato, intorno ai 35 anni, alto, fisico atletico, con bei modi, gentile, nulla da dire, ma non un massaggiatore professionista.
Il fatto che lei avrebbe dovuto essere nuda aggiunse un pizzico di eccitazione all’attesa, ma l’unica vera sorpresa fu quando lui, all’inizio della seduta, estrasse una sciarpa nera e l’annodo’ intorno alla sua testa coprendole gli occhi.
Lei non se l’aspettava ed io colsi la sua eccitazione nel vedere i capezzoli che, in un istante, si indurirono in modo significativo.
Per il resto fu una piccola delusione. Lui aveva un tocco troppo leggero ed anche quando giunse il momento delle carezze intime, la cosa non riusci’ a risvegliare il nostro interesse, sopratutto quello di lei che, ovviamente, non ne ricavo’ particolare piacere se non quello di delicati sfioramenti superficiali.
Fu presto dimenticato.
Dopo alcuni mesi, in autunno, ripetemmo l’esperienza utilizzando lo stesso annuncio.
Il risultato fu in linea con il precedente. Questa volta fu uno spagnolo, piu’ giovane, direi sulla trentina, ci disse di essere molto interessato alle tecniche del massaggio e che frequentava dei corsi nel tempo libero.
In effetti fu migliore del precedente, anche se ben lontano dalle nostre aspettative.
Al termine della seduta lui chiese se, per le parti intime, lei avesse voluto provare un olio speciale che, assicuro’, avrebbe riscaldato la pelle dove sarebbe stato applicato.
Ricevuto il nostro consenso prese una boccetta e torno’ sul letto al cui centro lei era sdraiata, in posizine supina con le gambe unite e le braccia distese lungo i fianchi.
Era nuda ed abbastanza rilassata dal massaggio appena terminato (durato circa un’ora).
Lui si mise in ginocchio, in posizione perpendicolare all’altezza dei suoi fianchi, davanti a se il corpo di lei, sotto i suoi occhi il ventre nudo.
Attese qualche momento, senza distogliere lo sguardo dal corpo che la luce diffusa illuminava di un colore caldo.
Poi si chino’ su di lei e, infilata una mano sotto il ginocchio piu’ vicino, lo sollevo’ delicatamente portandolo verso l’esterno. Chiese a me (ero seduto sull’altra sponda del letto) di ripetere l’operazione con l’altro ginocchio.
Ora lei era aperta sotto i nostri occhi e nella nuova posizione con le ginocchia piegate all’infuori ed i piedi ancora vicini, non nascondeva piu’ nulla delle sue intimita’.
Osservai mia moglie, era la prima volta che, in mia presenza, lei si mostrava cosi’ completamente ed intimamente ad un altro uomo.
Era visibilmente imbarazzata, almeno per me che la conoscevo, ma non turbata.
Era un imbarazzo che le faceva chiudere gli occhi, quasi a non vedere colui che, invece, la guardava senza impedimenti, nuda, aperta, offerta ai suoi occhi e, presto, ai suoi tocchi.
Lui apri’ con calma la boccetta di olio profumato, ne verso’ un poco nel palmo e poi porto’ la mano tra le sue gambe aperte e l’appoggio’ la sua mano sul sesso.
Lei emise un sospiro, evidentemente la tensione accumulata trovava ora uno sfogo.
Lui indugio’ a lungo con profonde carezze sulle labbra e sull’interno delle cosce aperte, la penetro’ anche, leggermente e non in profondita’, con un dito, ma non raggiunse l’obiettivo di farla godere.
Anche questa esperienza termino’ lasciandoci insoddisfatti. Certo, era stata meglio della volta precedente, ma ancora non era quello che cercavamo.

Insomma non avevamo ancora trovato la nostra strada.
Dopo averne discusso a lungo, pero’, ci accorgemmo del nostro errore nell’impostare la ricerca.
All’inizio, a seguito della prima, occasionale, esperienza, ci eravamo focalizzati sulla figura di un massaggiatore e, questo, alla fine, avevamo trovato.
A questo punto era importante capire cosa esattamente stavamo cercando e l’ultima esperienza ci aiuto’ a farlo.
Era chiaro che a noi un massaggiatore soltanto (anche prevedendo un finale piu’ intimo) non interessava.
Quello che cercavamo era un uomo che, seguendo un copione stabilito (o dietro istruzioni date al momento) la spogliasse e giocasse con il suo corpo con la passione e la partecipazione che si riserva all’amante preferita, che fosse capace di trasmettere, attraverso le sue mani, il suo desiderio per la donna che aveva davanti e non si limitasse a considerarla soltanto un corpo nudo su cui eseguire un trattamento. Che fosse capace di dare, oltre che vedere questa esperienza in modo egoistico.
Il massaggio avrebbe potuto rientrare tra le attivita’ ma, la finalita’ ultima che eccitava le nostre fantasie erano la sensualita’ delle situazioni, l’estrema intimita’ cui lui avrebbe avuto accesso e la totale disponibilita’ del corpo di lei alle sue attenzioni.
Uniche limitazioni chiare erano che lui avrebbe utilizzato solo le mani e che sarebbe rimasto vestito (forse un giorno avremmo potuto ripensarci ma, per ora, ci sembravano essenziali), esclusione assoluta di atti sessuali.
Compreso questo, il passo successivo fu quello di immaginare il ‘compagno’ che stavamo cercando.
Doveva essere un uomo con una certa esperienza (quindi non troppo giovane), non ci interessavano forza e resistenza, ma delicatezza, sensibilita’ ed equilibrio. Una gradevole presenza era comunque indispensabile.

Passo’ un altro anno prima che ci sentissimo pronti ad un nuovo incontro.
Decidemmo di postare un nuovo annuncio nella solita casella. Un annuncio che esprimesse con chiarezza quello che stavamo cercando.

 Coppia cerca singolo sensibile ed intelligente per un unico incontro nel nostro hotel. Lei sara’ totalmente disponibile ai suoi tocchi, massaggi e carezze. Lui dovra’ spogliarla lentamente ed in modo sensuale e giocare col suo corpo, eccitandola e coinvolgendola sino al climax finale.
Lui potra’ usare solo le mani e dovra’ rimanere vestito. Nessuna curiosita’ bisex.
Il lui di coppia sara’ presente ed eventualmente attivo solo con lei.

Risposero in molti, come al solito. Almeno tre richiamarono la nostra attenzione. Dopo uno scambio di mails, pero’, la nostra scelta cadde su un uomo di 39 anni, australiano, che viveva nella stessa citta’ da alcuni anni.
La sua risposta (tradotta in italiano) suonava cosi’:

 La vostra proposta suona davvero interessante. Mi piace molto il contatto della soffice pelle femminile nelle mie mani. Sebbene non sia la mia professione, in passato ho praticato massaggi sportivi e ne ho una certa esperienza. Un lungo massaggio puo’ certamente amplificare le sensazioni erotiche.
Posso chiedere se lei ha dei capezzoli sensibili? Adoro stimolare seni i cui capezzoli siano ricettivi e sensibili. Da precedenti esperienze trovo sia un’esperienza estremamente sensuale osservare il corpo di una donna che si eccita e reagisce sotto il mio massaggio.
Attendo una vostra decisione e, anche nel caso non fossi il prescelto, vi auguro comunque una piacevole esperienza.

Era educato, mostrava capacita’ di esprimersi e (questo ci impensieriva un poco) una certa intraprendenza.
La data fu fissata, alle 21:00 di un sabato sera di fine luglio nel nostro solito albergo.
Eravamo un poco nervosi, era passato molto tempo dalla precedente esperienza e ci sentivamo come fosse la prima volta.
Discutemmo dell’abbigliamento, doveva essere accessibile, ma non troppo.
Le chiesi di scegliere qualcosa di piuttosto elegante e sexy. Con una gonna non troppo aderente in modo che potesse essere sollevata senza intralci.
Lei decise per un abito da sera nero, in maglina di cotone, vita alta e con una gonna che ricadeva ampia fermandosi sopra le ginocchia. La parte superiore dell’abito era costituita da due fasce di tessuto che si incrociavano sui seni formando una scollatura a V (non troppo profonda).
Un reggiseno leggero di pizzo, mutandine sgambate e calze autoreggenti nere, velatissime. Sandali estivi in pelle nera con tacchi a spillo. Le stava tutto benissimo, come sempre.
Quest’abito era uno dei miei preferiti, molto semplice come linea, bastava pero’ scostare una spallina e farla scendere sul braccio per scoprire un seno, la gonna poi lasciava le sue gambe cosi’ accessibili che spesso quando lo indossava, nei luoghi piu’ impensati (sopratutto nell’oscurita’ dei taxi), ne approfittavo per accarezzare la sua pelle.
Il giorno dell’incontro ci trasferimmo nell’hotel che ormai era diventato il luogo per i nostri appuntamenti segreti. La solita atmosfera tranquilla ed elegante.
Arrivammo nel primo pomeriggio per concederci alcune ore di relax totale nel reparto termale: sauna, piscina, bagno turco.
Fummo fortunati, i clienti erano pochi e ci diedero una camera di categoria superiore, una business suite, con camera da letto separata dal soggiorno, dove trovavano spazio un ampio divano ad angolo con tavolino basso, mobile bar ed una scrivania.
Cenammo in hotel, abbastanza presto, alle 20 eravamo di ritorno in camera per prepararci.
All’ora convenuta la lasciai nervosamente seduta sul divano.
Io scesi alla reception con qualche minuto di anticipo, lui arrivo’ puntuale.
Si diresse immediatamente verso l’angolo bar che gli avevo indicato per mail.
Ero l’unica persona in questa zona per cui l’incontro fu immediato e semplice.
Una breve stretta di mano e due parole di presentazione.
L’uomo era giovanile ed in forma, una persona gradevole. Lei lo avrebbe apprezzato.
Ci avviammo verso l’ascensore, nel breve tragitto gli ripetei le nostre condizioni e la raccomandazione di seguire le mie richieste. Lui assenti’ con il capo. Bussai leggermente per avvertirla del nostro arrivo, attesi un attimo e poi entrammo nella stanza. Lei sedeva sul divano, nella luce morbida delle lampade laterali, con le gambe accavallate, composta.
Una figura aggraziata ed elegante, lui emise una breve esclamazione di sorpresa accompagnata da un commento: What a beauty ! (Che bellezza !).
Ne fui compiaciuto ed orgoglioso.
Lei si alzo’ per salutare poi scese un breve silenzio. Lui chiese di andare in bagno per lavarsi le mani, al suo ritorno gli offrii da bere e, indicando il divano, lo invitai ad accomodarsi. Gli chiesi di sedere di fianco a mia moglie, sul lato destro, io mi sedetti dalla parte opposta.

Il divano era disposto ad L e le posizioni erano le seguenti:
1 = lui
2 = lei
3 = io

Davanti al divano un basso tavolino (in nero).

Lui guardava verso mia moglie, era evidentemente soddisfatto (immaginai che talvolta gli sara’ capitato anche qualcuna meno gradevole), prese la parola rivolgendosi direttamente a lei ‘ Lei e’ molto bella, complimenti ‘
Lei sorrise ed accenno’ con il capo.
Lei sedeva diritta mentre noi, sia lui che il sottoscritto, eravamo seduti sul bordo del divano, girati verso di lei. In questo modo eravamo di fronte uno all’altro e le nostre mani potevano facilmente arrivare a lei.
Nei giorni precedenti l’incontro lei mi aveva detto che avrebbe preferito non guardare in volto colui che avremmo incontrato, quindi teneva lo sguardo davanti a se’ con il capo leggermente abbassato.
Mi rivolsi a mia moglie e le chiesi di appoggiare i piedi sul bordo del tavolino, l’aiutai nel movimento in modo che lei non distendesse le gambe sul piano, ma le tenesse piegate con le scarpe appoggiate sul profilo, la schiena adagiata all’indietro sul divano.
Lasciai passare qualche istante, poi dissi ‘ Bene, sono contento che mia moglie le piaccia. Le piacciano anche le sue gambe? ‘
Lui sposto’ lo sguardo verso il basso, pochi secondi ‘ Sono splendide.
– Puo’ accarezzarle se vuole -.Dissi rivolgendomi a lui.
Lui assenti’ con il capo, si chino’ in avanti e la sua mano destra si appoggio’ sul ginocchio sinistro di lei, da li comincio’ a scendere verso il piede..
Lei non si mosse, non ebbe quasi reazioni.
La seconda mano raggiunse l’altra ed avvolsero, unite, la caviglia, da qui, mentre la mano destra rimaneva ferma, la sinistra prese a risalire lenta da dietro, sul polpaccio. Arrivata nell’incavo del ginocchio si fermo’ e fu la volta della destra percorrere lieve la gamba sino a raggiungere il ginocchio.
Ripete’ questo percorso piu’ volte poi, mentre la mano destra si insinuo’ tra le ginocchia, la sinistra risali’ piano sulla parte esterna della coscia.
A questo punto lei si irrigidi’ un poco e vidi i suoi occhi socchiudersi.
Lui carezzo’ lentamente, per molti minuti, le due gambe, spingendo le sue mani sotto la gonna ma senza risalire oltre la meta’ coscia (certamente le sue dita avevano sfiorato il bordo di pizzo delle calze ma non avevano osato andare oltre).
Lei era appoggiata allo schienale, leggermente tesa, ma controllava bene la situazione. Le carezze non sembravano disturbarla ma era nervosamente in attesa degli sviluppi.
Lui si era fermato e guardava verso di me, chiaramente in attesa di istruzioni.
Senza fretta, mi chinai a mia volta e, preso l’orlo della gonna, lo feci lentamente scivolare verso l’alto, scoprendo le belle gambe, il bordo delle calze e la pelle delle cosce che emergeva dal pizzo elastico. Mi fermai prima che l’orlo arrivasse alle mutandine (che restarono coperte dall’indumento).
– Puo’ continuare come crede ‘ gli dissi.
La reazione non si fece attendere. Le sue mani risalirono velocemente lungo le gambe, una scorrendo sulla parte esterna della coscia, l’altra nella parte interna (mia moglie aveva leggermente scostato le ginocchia per permettergli l’accesso).
Raggiunsero il bordo delle autoreggenti. La mano che accarezzava l’interno lo supero’ appoggiandosi sulla pelle morbida dell’interno coscia.
La bocca di lei si schiuse per un attimo, un fremito, subito controllato.
Le gambe erano ancora piuttosto chiuse, per cui la mano si trovo’ stretta tra le due coscie, impossibilitata a continuare il suo cammino. Lui non cerco’ di forzarle, si arresto’ ed indugi’ in alcune profonde carezze, stringendo la pelle mordida dell’interno coscia tra le dita.
Io alzai ulteriormente l’orlo della gonna, scoprendo le mutandine. Le sue gambe, inguainate nelle calze di seta scure, erano ormai interamente rivelate.
Mi chinai ed allargai ancora un poco le sue ginocchia.
In questo modo lui ebbe la possibilita’ di risalire l’interno delle cosce sino a sfiorare il tessuto delle mutandine, indugiandovi un poco con una leggera pressione (che la colse di sorpresa, lo intuii dalla leggera contrazione del suo viso e da come i suoi occhi, prima socchiusi, si spalancarono brevemente), per poi tornare a dedicarsi alla scoperta delle magnifiche gambe che aveva a disposizione.
Lei era ancora seduta nella posizione iniziale ma, per agevolare le sue carezze, era scivolata leggermente in avanti con il bacino, in una posizione meno eretta, la schiena morbidamente appoggiata all’indietro ed entrambi i piedi appoggiati sul bordo del tavolino. Le ginocchia erano piegate ed, ora, abbastanza aperte.
Lui si era spostato e, per un migliore accesso a lei, sedeva ora sul tavolino, quasi di fronte a lei. Da questa posizione le sue mani potevano facilmente raggiungere ogni punto delle gambe di lei ed il suo sguardo spingersi tra le cosce che stava accarezzando.
– Perche’ ora non le togli le calze? ‘ dissi ancora.
Lui reagi’ pronto, sollevo’ delicatamente una delle caviglie, slaccio’ la fibbia del sandalo e lo tolse, lentamente le sue mani risalirono sino al limite delle calze, le sue dita si infilarono sotto il bordo elastico ed incominciarono a trascinarlo, delicatamente, verso il basso. Sfilo’ la prima calza, prese il sandalo appoggiato a terra e calzo’ nuovamente il piede nudo. Ripete’ l’operazione sull’altra gamba.
Le sue mani ora, potevano scorrere per tutta la lunghezza delle gambe, sulla nuda pelle.
Disse brevemente qualcosa sulla sua morbidezza ma non smise un momento di accarezzarla e di guardarla, spinse nuovamente i suoi tocchi sino a sfiorare le mutandine soffermandosi sull’interno delle coscie a ridosso del piccolo indumento che copriva la sua parte piu’ intima.
Lei aveva socchiuso gli occhi, certamente imbarazzata ma anche (poi mi confesso’) piacevolmente colpita dai suoi modi garbati e dai tocchi delicati. Incominciava va sentire gli effetti di queste carezze.
Passarono ancora molti minuti, ormai le sue dita avevano percorso le gambe, piu’ volte, dai piedi al bordo delle mutandine, aveva alternato sfioramente a tocchi piu’ decisi, si erano saziate delle sue forme e delle sue morbidezze.
Era il momento di un cambiamento. In questa posizione non si poteva andare oltre. Dissi – Fermati ora. – lui mi guardo’ in attesa.
Mi rivolsi a lei ‘ Vieni amore, alzati.
Mia moglie si alzo’ in piedi, la gonna ricadde coprendole le gambe.
Stava per muoversi nella mia direzione quando le dissi ‘ No, resta pure dove sei, solo mettiti in ginocchio sul divano, dove eri seduta prima. ‘ Lei mi guardo’, un attimo sorpresa, ma capi’ ed un leggero sorriso le passo’ sulle labbra.
Io mi avvicinai per aiutarla. Le feci appoggiare le ginocchia (leggermente aperte) vicino al bordo esterno del divano (in questo modo i suoi piedi sporgevano sensibilmente verso il tavolino), le chiesi poi di posare le braccia sulla spalliera e di distenderle verso l’esterno (appoggiandosi cosi’ sullo schienale del divano) ed assumendo una posizione confortevole.

Queste le nuove posizioni:
Lei: inginocchiata sul divano in posizione 2. Rivolta in direzione della freccia.
Dava la schiena al tavolino ed i suoi piedi sporgevano dalla seduta.
Lui: seduto sul tavolino nero, alle spalle di lei, rivolto verso la donna.
Io: seduto di fianco a lei in posizione 3.

La posizione di lei vista di lato:

Le chiesi ‘ Sei comoda ? ‘ rispose di si.
In questa posizione, col torace vicino allo schienale, le braccia appoggiate su di esso e le ginocchia vicino al bordo opposto dello stesso divano, lei aveva il busto leggermente inclinato in avanti e questo accentuava la curvatura del suo fondoschiena, le cui forme erano ben modellate dal leggero tessuto. Mi avvicinai a lei e la baciai, lei mi sorrise.
Subito mi rivolsi a lui che, ancora seduto sul tavolino, guardava al suo corpo da questa nuova angolazione. Davanti a lui, all’altezza dei suoi occhi, il sedere di lei, leggermente spinto all’indietro dalla posizione.
– Vuoi ricominciare dalle gambe? ‘ gli chiesi.
– Si, volentieri ‘
Le sue mani si appoggiarono sulle caviglie di lei (erano cosi’ vicine che gli basto’ allungare le braccia), una per parte, accarezzarono lente i polpacci, assaporarono la dolcezza della pelle senza calze, si spinsero all’insu’, si soffermarono sull’incavo dietro le ginocchia, poi risalirono ancora sino al bordo della gonna, circa 10 centimetri sopra le ginocchia. Qui sostarono un attimo, poi si mossero verso la parte interna.
Quando vidi che le sue mani tornavano a risalire sulle cosce mi chinai e, lentamente, sollevai la gonna da dietro. Mi fermai quando il bordo fu a mezza coscia, un attimo, poi proseguii e portai l’orlo dell’indumento sino alla vita, scoprendo completamente le gambe ed il sedere, le mutandine molto sgambate lasciavano abbondantemente scoperte le natiche
Lo vidi socchiudere gli occhi, come per focalizzare lo sguardo su questo nuovo scenario. Comunque si riprese rapidamente, le mani salirono sino ai fianchi e, da qui, una scese sul sedere (incominciando a saggiarne la consistenza), l’altra si insinuo’ lentamente tra le cosce e si appoggio’, aperta, sul cavallo delle mutandine che, nella loro leggerezza, non potevano nascondere nulla delle pieghe e della fessura che coprivano.
Mia moglie non si aspettava un ‘assalto’ cosi’ diretto e ne vidi la sorpresa sul volto.
Tuttavia la rapidita’ non era stata accompagnata da modi bruschi od indelicati (e sopratutto non fu insistente ed il contatto duro’ solo pochi secondi).
Lei si riprese in fretta ma un suo sguardo mi fece capire come si sentisse molto in imbarazzo per questo approccio cosi’ diretto e per una situazione completamente nuova per lei. Questo non era piu’ un massaggiatore che faceva ‘ bene o male ‘ il suo mestiere, questo era un uomo che la stava toccando in modo cosi’ intimo e cosi’ profondo da far pensare ad una relazione piuttosto stretta, mentre invece era un perfetto sconosciuto e, per di piu’, la stava toccando davanti a suo marito!
Io le sorrisi e mi chinai per baciarla sulle labbra, sentii le sue rispondere.
Immediatamente si ricompose e le sue preoccupazioni scomparvero.
Lui era evidentemente soddisfatto da quanto stava scoprendo, le sue mani percorsero le natiche e le cosce piu’ e piu’ volte, unite o separatamente accarezzarono la sua pelle ed indugiarono a lungo su di essa, tuttavia non tento’ di insinuarsi al di sotto dell’indumento che ancora copriva le sua parti piu’ intime.
Dopo qualche tempo, ormai sazio delle forme esplorate, guardo’ ancora verso di me, in attesa, le mani ferme sui fianchi di lei.
– Puoi toglierle le mutandine su vuoi ‘ dissi.
La mani tornarono a scendere e, nel farlo, questa volta, le sue dita agganciarono il bordo del delicato intimo scuro e lo trascinarono verso il basso.
Raggiunte le ginocchia lui l’aiuto’ a sollevarle, una ad una, per sfilarle poi le mutandine. Mentre lui effettuava queste operazioni io lasciai ricadere la gonna che scese a ricoprire il suo corpo.
Quando l’ebbe privata del piccolo indumento, questa volta, non chiese istruzioni, le sue mani risalirono lente sulla parte esterna delle coscie e sollevarono la gonna sino alla vita.
Resto’ un poco in questa posizione, ammirando il sedere stretto, le natiche sode e le lunghe gambe che erano ora svelate davanti ai suoi occhi poi, mentre la mano sinistra teneva sollevata la gonna, la destra scese lenta sul sedere, si apri’ a coprire, quasi completamente, la natica sinistra per poi scivolare di taglio, le dita verso il basso ed il pollice aperto in senso opposto, nel solco che separava le natiche.
Vidi mia moglie irrigidirsi un poco, compresi la sua difficolta’ ad accettare cosi’ rapidamente, da uno sconosciuto, queste carezze cosi’ intime.
Tuttavia io sapevo bene come lei fosse incline ad eccitarsi per le situazioni nuove ed impreviste e, anche questa volta, non mi sbagliavo (me lo confermo’ lei, in seguito).
Sebbene molto controllata, manifestava pero’ le sue emozioni con leggere variazioni della sua posizione che io potevo ben leggere.
Il suo corpo (come detto, busto leggermente inclinato in avanti, appoggiato allo schienale ed il bacino spinto all’indietro) tendeva inizialmente ad irrigidirsi e a raddrizzarsi quando lui raggiungeva nuovi limiti, per poi tornare alla posizione naturale quando le carezze erano meno spinte od avevano perso la loro carica trasgressiva.
Anche ora, quando la sua mano si spinse nella fenditura tra le natiche e le sue dita raggiunsero l’anello corrugato ed un poco sporgente dell’ano, indugiandovi un poco, e poi si insinuo’ verso il basso, forzando un poco l’apertura delle cosce ed arrivando a sfiorare le prime pieghe del sesso e la rada peluria che lo ricopriva, la vidi contrarsi e serrare istintivamente la muscolatura dei glutei.
Lui avverti’ questa contrazione ma non ritiro’ la mano, si fermo’ ed attese che lei si abituasse alla sua presenza, poco a poco lei si rilasso’ e lui pote’ continuare indisturbato.
Le chiese di allargare un poco le gambe e lei obbedi’ docilmente, la sua mano si spinse, aperta, sul sesso di lei esercitando una leggera pressione (lei avvampo’ in maniera evidente ed il suo corpo si arcuo’ come per sfuggire a quel contatto), lui tuttavia non vi resto’ a lungo, la mano torno’ sulle natiche per un’accurata esplorazione della zona posteriore, con tocchi delicati seppure profondi e molto, molto intimi. Non cerco’ di penetrarla, in questo si dimostro’ estremamente affidabile e serio.
Poi le sue mani tornarono sulle cosce e la gonna, lasciata libera’ ricadde a coprire il suo corpo. Era il momento di un altro cambiamento.
– A cosa vorresti dedicarti ora? ‘ gli chiesi.
– Non ho ancora visto il suo seno ‘ rispose.
Feci un cenno di assenso con il capo ‘ Puoi procedere -.
Lui si alzo’ in piedi e si avvicino’ a lei, si fermo’ quando i loro corpi quasi si sfiorarono.
Lei ne senti’ la presenza e volto’ brevemente il capo per accertarsi di dove fosse.
Lui le chiese di raddrizzare il busto, lasciando solo le mani appoggiate sullo schienale, attese che lei assumesse la nuova posizione poi appoggio’ le mani sulle spalle della donna.
Lei si contrasse leggermente, solo pochi istanti. Lui lascio’ che si abituasse al contatto poi fece scendere le sue mani sulle braccia nude che prese ad accarezzare delicatamente.
Lentamente le mani tornarono sulle spalle (che massaggiarono rilassando i muscoli), passarono sul collo (dove indugio’ anche piu’ a lungo) e scesero davanti sul decolte’ da qui, scorrendo sopra il vestito, sui seni, una mano per parte, che strinsero un poco.
Lei indossava ancora il reggiseno, lui ritrasse le mani ed le porto’ sulla schiena dove, attraverso il vestito, riusci ad aprire il gancetto del reggiseno (vidi lei tendersi ancora).
Lui le chiese, molto educatamente, di togliere l’indumento. Lei guardo’ verso di me poi, senza attendere infilo’ una mano dentro la scollatura e ne trasse il reggiseno, ormai libero. Lo lascio’ cadere a terra e riporto’ le mani sulla spalliera del divano.
Lui protese nuovamente le mani e passando sotto le ascelle di lei, prese i seni da sopra il vestito (uno per mano) e li strinse tra le dita, soppesandoli e palpandoli lentamente. Vidi lei chiudere gli occhi e tendere le spalle. Lui rimase con le mani sui suoi seni sino a che la senti’ rilassare un poco, poi allontano’ le mani da lei.
– Vorrei toglierle il vestito ‘ disse guardandomi
– Come vuoi – risposi
Le sue mani afferrarono l’orlo dell’abito ed incominciarono a sollevarlo.
Lentamente mise a nudo le gambe, il sedere e risali’ piu’ su, sulla schiena.
Lei era tesissima, mi avvicinai e la baciai poi, appoggiandole le mani sulle spalle le dissi ‘ Tutti bene amore? ‘ lei assenti’ con il capo. ‘ Perdonami ma dovresti aiutaci a sfilare l’abito -.
Lei si scosto’ dallo schienale del divano e sollevo’ le braccia verso l’alto, lui sfilo’ velocemente l’abito dalle sue braccia e lei riprese la posizione precedente.
Ora era nuda, tensione ed eccitazione arrossavano leggermente le sue guance.

Lui si avvicino’ nuovamente facendo nuovamente passare le mani sotto le ascelle (le braccia di lei allungate sullo schienale consentivano un agevole passaggio) e, quasi abbracciandola da dietro, le riporto’ sui seni.
La posizione di lei, con il busto leggermente inclinato in avanti, dava il massimo risalto alle mammelle che, sebbene minute, erano estremamente sode e ben distaccate dal suo petto, con i piccoli capezzoli scuri che, eretti ed induriti dalla situazione, sporgevano visibilmente.
Le mani dell’uomo si chiusero a coppa su di esse e le sue dita si strinsero leggermente attorno ai capezzoli (che sollecitati, aumentarono di volume e si drizzarono in modo evidente), lei accenno’ a ritrarsi, inarcando la schiena, come per sfuggire a quella presa, ma in questo modo spingendo all’indietro il sedere che si appoggio’ sul ventre dell’uomo (lui le era vicinissimo) e lei dovette certamente sentire l’erezione ben visibile attraverso i pantaloni. Reagi’ istintivamente allontanando il bacino da quello di lui, con il risultato di spingere piu’ profondamente i seni contro le sue mani.
Lei si arresto’, aveva gli occhi chiusi ed il respiro si era fatto piu’ pesante e profondo.
Era rossa in viso e qualche goccia di sudore le imperlava la fronte.
Apri’ gli occhi e guardo’ verso di me ‘ baciami ‘ mi disse.
La baciai a lungo, tenendole il viso tra le mani. Avvicino’ il viso al mio orecchio e mi disse ‘ ti amo ‘ le sorrisi e lei capi’, non c’era bisogno di aggiungere altre parole.
Lui indugio’ a lungo con le mani suoi suoi seni poi, dopo un poco, sazio si allontano’ da lei e torno’ a sedere sul tavolino. Le concesse una pausa in cui si limito’ a guardarla. Fece scorrere i suoi occhi sulle gambe affusolate, sulla schiena esile e sul sedere sodo e compatto.
Quando fu soddisfatto disse (rivolgendosi a me) ‘ Puo’ aprire un poco le gambe?-
Lei mi guardo’ ed io le feci un cenno di assenso, allora lei scosto’ le ginocchia di circa 30 centimetri, non troppi, ma sufficienti a lasciare un varco in cui le sue mani potessero muoversi liberamente..
Lui si rialzo’ avvicinandosi ancora a lei.
Le mani ritornarono sulla schiena, scesero verso il bacino poi, mentre la mano sinistra si fermava sul fianco, la destra scese lieve sulla natica destra e sulla parte alta della coscia dove si apri’ appoggiando il palmo aperto sulla pelle e da qui scivolo’ verso l’interno, assaporo’ per un istante la morbidezza della pelle tra le cosce ed infine si fece strada tra di loro raggiungendo il sesso.
Aveva seguito il suo percorso non solo visivamente, ma anche leggendo la tensione crescente nel corpo di mia moglie. Piu’ le mani di lui si avvicinavano al ventre, piu’ i muscoli di lei si tendevano. Quando le dita dell’uomo raggiunsero le labbra del sesso, ancora chiuse ed ora, piuttosto accessibili, lei ebbe come una scossa.
Vidi il suo corpo attraversato da uno spasmo, le braccia irrigidite e le dita contratte che artigliavano la spalliera del divano.
Come successo in precedenza, il suo corpo cerco’ istintivamente di sottrarsi al contatto raddrizzando la schiena e contraendo i muscoli delle natiche.
Questa volta, pero’, lui non attese che lei tornasse spontaneamente nella posizione iniziale, si fermo’ (ma non ritrasse la mano che rimase appoggiata sul sesso) e le disse ‘ Non si irrigidisca, non voglio farle del male, per favore si rilassi ‘ ed accompagno’ le parole poggiando l’altra mano sul fianco e tirando lentamente all’indietro il suo bacino .
Lei rilasso’ i muscoli delle spalle e, lasciandosi condurre dalla sua mano, lascio’ che lui portasse i fianchi all’indietro.
Lui spinse il bacino ad arretrare ben oltre la posizione iniziale, con l’effetto di allargare le natiche e l’accesso tra le gambe di lei.
Lei ne fu ben conscia, ma non cerco’ piu’ di sottrarsi, ormai si stava abituando ai suoi tocchi (che peraltro le avevano suscitato piu’ di un brivido).
Lui riprese l’esplorazione, non cerco’ di aprirla o di penetrarla (me lo racconto’ poi lei), le sue dita si limitarono a seguire i contorni della carne e della fessura che sentivano schiudersi sotto la loro pressione.
Non affondo’ in essa ma ne risali’ i contorni sino al ventre e, indietro, sino all’ano. Piu’ volte, attardandosi nelle pieghe della pelle, nel solco tra il sesso e l’attaccatura delle cosce.
Mia moglie era sempre palesemente tesa ed imbarazzata, ma anche eccitata, la sentivo respirare piu’ velocemente.
Lui disse ‘ E’ bellissimo sentire che si sta bagnando – Lei chiuse gli occhi, vergogandosi, ma non potendo negare quello che le stava accadendo.

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La parte conoscitiva del nostro incontro volgeva al termine, lasciai che lui continuasse le sue carezze per alcuni minuti poi gli suggerii che era tempo di passare al massaggio.

Lui si fermo’, molto ligio al suo ruolo.
Ritiro’ le mani e si alzo’ spostandosi di qualche passo.
Lei attese un attimo, quasi per riprendere lucidita’ poi mi guardo’ e chiese dell’acqua.
Mentre le portavo un bicchiere lei scese dal divano ed attese in piedi, nuda, con solo i sandali indosso, era splendida.
Teneva il volto basso, quasi a sfuggire gli sguardi che lui le rivolgeva.
Ebbe un breve sorriso quando l’uomo le disse direttamente che era una donna bella ed estremamante elegante e che si reputava fortunato di averci incontrato.
Chino’ il capo per ringraziarlo.
Bevve e poi, con la grazia che poneva in tutti i suoi movimenti ‘ una figura snella che i tacchi slanciavano ulteriormente e si muoveva nuda con una naturalezza disarmante – si diresse verso il letto, si sedette sul bordo, sfilo’ i sandali e si distese, prona. In attesa.
Lui attese un mio cenno poi, presa una boccetta d’olio profumato ed un paio di asciugamani, si accosto’ al letto, rimanendo in piedi di fianco a lei e rivolto nella sua direzione. Come da accordi rimase vestito.

Questa la nuova situazione:
Lei: sdraiata sul letto, distesa tra di noi, prona, con il corpo nel senso della freccia, la posizione del capo indicata dalla piccola stella.
Lui: in piedi di fianco al letto e con lei distesa di fronte a se, la sua posizione indicata dal rombo.
Io : inginocchiato sul letto di fianco a lei, dalla parte opposta e di fronte a lui, la mia posizione indicata dal cerchio.

Quando l’atmosfera torno’ tranquilla lui chiese se poteva incominciare, lei annui’.
Apri’ la boccetta d’olio, se ne verso’ un poco nei palmi che strofino’ poi tra loro.
Appoggio’ le mani, aperte, sulla schiena e comincio’ a farle scorrere sulla pelle per distendere l’olio. Ripete’ l’operazione piu’ volte.
Incomincio’ poi un lento massaggio rilassante. Era bravo, i suoi tocchi incominciarono a sciogliere la tensione accumulata: dalle spalle alla nuca, dalle braccia alla schiena; le sue mani si muovevano leggere fermandosi sui punti piu’ sensibili. Vidi lei socchiudere gli occhi ed abbandonarsi a queste carezze, lente e coinvolgenti.
Lui percorse quel corpo nudo, che l’olio rendeva lucido e morbido, dalla testa ai piedi, non tralascio’ nulla. Le sue mani si soffermarono su ogni centimetro, indugiarono su ogni curva, si insinuarono in ogni piega.
Quando arrivarono sui glutei le vidi affondare nel solco delle natiche e poi spingersi tra le gambe (arrivo’ a toccarla perche’ vidi gli occhi di lei spalancarsi all’improvviso).
Lui, questa volta senza chiedere, si chino’ e, prese le caviglie, le scosto’ un poco allargando le gambe, quel tanto che bastava a poter massaggiare agevolmente la parte interna delle cosce.
Lei mi confermo’ poi che, durante il massaggio, lui l’aveva toccata sul sesso (piu’ volte) anche questa volta senza forzarne l’apertura, tuttavia il velo d’olio che le sue mani spandevano su di lei, rendeva piu’ facile alle dita scivolare tra le pieghe della carne e sentire le grandi labbra schiudersi sotto ogni minima pressione.
Quando ebbe terminato il massaggio della parte posteriore, le chiese di girarsi in posizione supina.
Durante il movimento rotatorio per passare da prona a supina, quando il suo corpo fu sul fianco sinistro, con la schiena rivolta verso di lui, io intervenni e la fermai in questa posizione.
Aiutandola, le feci piegare la gamba destra, spostando il ginocchio in avanti ed appoggiandolo sul letto per darle un sostegnomentre mentre la sinistra (quella a contatto del letto) rimaneva distesa.
Nella nuova postura, lei giaceva sul fianco sinistro e dava a lui le spalle, la posizione delle gambe (una distesa diritta e l’altra ripiegata) ed il bacino un poco inclinato in avanti facevano si che le natiche fossero leggermente aperte ed il suo sesso ben visibile ed accessibile.
Le braccia, tenute in alto, lasciavano il fianco destro completamente esposto ed un facile accesso al seno.
In questo modo offrivo a lui la possibilita’ di toccarla ed accarezzarla in una nuova posizione.
Lui comprese immediatamente, si piego’ su di lei ed incomincio’ ad accarezzarla sul fianco, la sua mano scese poi su seno che palpeggio’ lento assaporando la piacevole sensazione della mammella che, per la naturale posizione, riempiva morbidamente la sua mano.
Dal seno, la mano destra percorse l’addome e la pancia, anche qui con un tocco delicato ma non superficiale. Dalla pancia risali’ sull’anca e ridiscese sul sedere dove dedico’ qualche minuto ad un lento impastamento delle natiche.
Scese poi nel solco tra le natiche (e qui vidi lei irrigidirsi ancora), indugio’ un poco con le dita che seguivano il contorno corrugato dell’ano.
Probabilmente decise che l’accesso non era sufficientemente agevole perche’ la sua mano sinistra si appoggio’ con le dita aperte sulla natica di lei (la destra, quella piu’ in alto) e con una presa decisa (ma comunque sempre delicata) la tiro’ verso l’esterno.
Lo spostamento ebbe l’effetto di allargare il solco tra le natiche e di svelare tutta l’area che dall’ano andava sino al monte di venere.
La sua vulva, gia’ ben visibile prima, fu ora messa in piena luce e le grandi labbra, sotto la tensione, si aprirono leggermente rivelando il colore rosa della carne viva, calda ed umida.
Lui fu evidentemente soddisfatto dato che si chino’ a guardare da vicino lo spettacolo (involontariamente) offerto dal corpo nudo che aveva di fronte.
Vidi lei chiudere gli occhi, ben consapevole di cosa i nostri occhi potevano vedere di lei (piu’ tardi mi confesso’ di aver pensato al fatto che nessuno, a parte me e sua madre, l’aveva mai potuta vedere in questo modo. Era eccitata, non poteva negarlo, ma si vergognava anche da morire).
Dopo averla guardata per qualche minuto, la mano destra (la sinistra rimase sulla natica, tenendola nella posizione aperta) si mosse e scese sul sesso.
Vidi il suo dito medio scorrere tra le labbra (socchiudendole) sino alla clitoride, tornare indietro e poi ancora avanti. Si fermo’ a titillare il piccolo bottoncino rosa, facendola fremere.
Indice e medio si appoggiarono poi sulle labbra e le scostarono ancor di piu’ (lei mi disse poi che quando si senti’ aprire in questo modo si senti’ morire dalla vergogna e ringrazio’ che nessuno la stesse guardando in viso) lui avvicino’ la testa per guardarla. Lo spettacolo che avevo davanti era estremamante eccitante e lei davvero bella e sexy. Lui la guardo’ ed accarezzo’ a lungo, il suo dito medio la penetro’ (molto lentamente) per un paio di centimetri restando dentro di lei e muovendosi piano, sentimmo il suo respiro accelerare.
Anche ora, pero’, lui si dimostro’ molto affidabile, capi’ che non era ancora venuto il momento e quindi dopo lunghi minuti di carezze, ritiro’ le sua mani.
Lei ansimava, la lasciammo riposare per qualche istante poi, lentamente la fece adagiare sulla schiena in posizione supina.
Lui era pronto a riprendere il massaggio.
Ripete’, sulla parte anteriore, lo stesso rituale: stendendo l’olio e massaggiando lentamente ogni piccola area. Si soffermo’ a lungo sul petto e fu presto evidente, dalla reazione dei capezzoli, l’effetto che queste carezze stavano provocando.
Anche per me fu piuttosto coinvolgente vedere le sue mani muoversi sui seni (non grandi, una seconda misura, ma sodi e tonici) su cui svettavano i capezzoli duri ed eretti a causa della stimolazione cui erano sottoposti. Le sue mani si muovevano insieme, con lenti movimenti circolari, accarezzando ed impastando, e le due mammelle, lucide per il leggero strato oleoso, reagivano elastiche alle pressioni ed ai rilasci esercitate dal massaggio, sembravano fondersi sotto le sue dita per poi riprendere, una volta abbandonate, la loro forma. Ogni volta che lui passava, con il palmo aperto, sopra un capezzolo, questo scompariva per un attimo per poi tornare ad ergersi in attesa della prossima carezza.
Mentre lui eseguiva, con grande perizia, le sue tecniche, io posai una mano sulle cosce di lei e, lentamente, la feci scorrere tra le sue gambe.
L’olio del massaggio e la precedente stimolazione avevano lasciato un ambiente caldo, morbido e scivoloso, le labbra del suo sesso erano rimaste socchiuse e basto’ una leggerissima pressione per sentirle aprirsi attorno alle mie dita. Anche all’interno era umida, non solo per l’olio.
Non andai oltre, mi limitai ad accarezzare le labbra dall’esterno sino a sentirla ansimare per l’effetto combinato degli stimoli che il suo corpo stava ricevendo in piu’ zone, contemporaneamente.
Nel frattempo lui si apprestava a cambiare ancora l’area da trattare, le sue mani si spostarono sull’addome e sulla pancia, anche qui l’azione combinata di mani e dita diede vita ad un affascinante spettacolo plastico.
Lui premeva, impastava ed affondava nella carne che cedeva e reagiva elastica sotto le carezze. Lei era bellissima e palesemente coinvolta, gli occhi socchiusi, il respiro accelerato, i capezzoli erti. Durante le mie carezze aveva allargato un poco le gambe e noi potevamo gia’ vedere le pieghe che la rada peluria non riusciva a nascondere.
Il tempo che lui dedico’ a pancia ed addome fu piu’ breve (vedevo i suoi occhi, sempre piu’ frequentemente, guardare nella direzione del pube), le mani cominciarono a scivolare verso piu’ in basso, dapprima una carezza superficiale e rapida sul piccolo promontorio, poi incursioni piu’ frequenti sino a quando la sua attenzione si sposto’ definitivamente sul bacino.
Lui mosse di poco la sua posizione in modo da essere perfettamente allineato con la zona cui si stava dedicando.
Quando lo vidi pronto, mi chinai sul corpo di mia moglie e, infilata una mano sotto il ginocchio sinistro, lo sollevai un poco portandolo verso l’esterno, lui mi guardo’ e non ci fu bisogno di aggiungere altro, fece lo stesso con la gamba dalla sua parte.
Nella nuova posizione mia moglie aveva le ginocchia aperte verso l’esterno mentre i piedi rimanevano accostati, le gambe formavano una specie di rombo.
Lei era, ora, completamente aperta alle sue carezze.
Lui non indugio’, le mani si appoggiarono sulla coscia piu’ vicina e, mentre una scorreva verso il basso, l’altra scivolo’ verso l’interno.
Le due mani si muovevano indipendentemente l’una dall’altra, allontanandosi e ricongiungendosi, e percorrevano le sue gambe per tutta la lughezza.
Presto il loro campo d’azione si ridusse restando tra le ginocchia ed il bacino.
Ancora un poco poi, mentre la mano sinistra si fermava appoggiandosi leggera appena sopra il pube, l’altra scivolo’ all’interno e scese sul sesso.
Lei chiuse gli occhi e trattenne il respiro.
Immaginai le sensazioni di lui (pochi minuti prima l’avevo toccata nello stesso modo).
Vidi le sue dita scorrere lievi sulle labbra e forzarne delicatamente l’apertura.
La carne si apri’ancora, senza sforzo, umida e calda.
Le dita percorsero, piu’ volte, la fessura socchiusa per tutta la sua lunghezza, dall’ano sino alla clitoride, lei ebbe un fremito. Il suo dito medio affondo’ un poco dentro di lei ed incomincio’ a muoversi in modo regolare. L’altra mano accarezzava lenta il bacino e la parte alta del pube, dove incominciava il boschetto scuro che scendeva poi a coprire la sua intimita’.
Non ci volle molto, dopo le ripetute stimolazioni lei era tesissima ed il suo corpo reclamava una liberazione.
Quando le dita della mano sinistra sfiorarono la clitoride lei fu colta da un orgasmo incontenibile.
Il suo corpo, a lungo sollecitato, era scosso da tremiti, i muscoli del ventre contratti mentre la sua voce ripeteva, quasi singhizzando ‘ Sto venendo, hoooo, sto venendo.
Lui rallento’ il movimento delle dita, ma mantenne le mani a contatto con il suo corpo, dopo pochi istanti si fermo’ del tutto, il dito che la penetrava si spinse piu’ in profondita’ e si arresto’ dentro di lei (lei ebbe un altro sussulto), lui disse ‘ Mi piace sentire le sue contrazioni, sono molto forti e lei e’ bellissima.
Il suo piacere diminui’ ed il respiro rallento’, lei chiuse gli occhi e volto’ il capo su un lato. Piu’ tardi mi disse di essere stata travolta da un’enorme stanchezza, causata probabilmente dalle forti sensazioni provate e dalla tensione indotta dalla situazione, completamente nuova per lei.

Pochi minuti piu’ tardi lui, educatamente, se ne ando’, non prima di averci detto che gli sarebbe piaciuto poter incontrarci ancora.

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P.S.
So bene che, in seguito, avremmo parlato a lungo dell’esperienza, la prima realmente coinvolgente e significativa, per entrambi.
Non so dire, ora, dove questo ci portera’, abbiamo scoperto queste sensazioni solo di recente e, nonostante abbiano degli innegabili effetti stimolanti, non li sentiamo come parte essenziale della nostra vita.
Solo il futuro potra’ indicarci la direzione, tuttavia una cosa e’ certa, qualunque cosa decideremo di fare, continuare od abbandonare questo tipo di esperienze, non abbiamo nessun rimpianto sul fatto di averle sperimentate.

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