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Trio

LE AVVENTURE DI CLARY – UN’AVVENTURA INCONSUETA

By 4 Giugno 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

LE AVVENTURE DI CLARY ‘ UN’AVVENTURA INCONSUETA

Il mio nome è AnneClaire, ma i miei amici mi chiamano Clairy, sono francese e dopo il mio ultimo divorzio (ne ho fatti due) da diversi anni mi sono trasferita in Italia dove vivo con il mio compagno italiano.
Sono mora con gli occhi verdi, di statura media e un po’ rotondetta, ma con una bella quarta di seno e un gran culo ancora sodo nonostante l’età (ho superato i cinquanta).
La mia vita è stata molto movimentata; a parte due mariti, ho cinque figli ed ho avuto un bel po’ di amanti.
Ora che sono arrivata alla terza età mi sono decisa a scrivere alcune delle mie avventure sessuali, per sapere da altri se effettivamente ho vissuto una vita piena oppure è solo una mia credenza.

In questa storia racconto come un giorno, per caso accettando un’avventura fuori del normale ho dato una svolta alla mia vita.

A 29 anni la mia vita era qualcosa di inaccettabile.
J.B. (il mio primo marito) non aveva più un lavoro fisso; cambiava in continuazione, beveva sempre di più ed i segni dell’alcolismo cominciavano a diventare evidenti sul suo viso.
Dopo il secondo figlio, nei 6 anni che seguirono mi toccò forse 4 o cinque volte e con scarsi risultati da parte mia; ma ormai mi ero rassegnata.
Avrei voluto divorziare, ma lui si opponeva ed era spalleggiato anche da mio padre, il quale pensava sempre, con la sua rigida educazione bigotta, che una famiglia una volta formata non si doveva più sciogliere e che le incomprensioni e le traversie dovevano essere superate costi quel che costi.
Avevamo cambiato città e nella nuova cittadina avevo ricominciato a lavorare in un’impresa di pulizie industriali e la mia vita era un continuo tran tran: lavoro, allevare figli e fare le faccende domestiche e niente sesso; mi stavo lentamente appassendo:
Poi dopo più di 5 anni di questo menage accadde qualcosa che mi diede la spinta per ricominciare e dare una nuova svolta alla vita.

Avevo preso l’abitudine, dopo il lavoro, di andare in un bar in centro, a bermi un caffè, prima di rientrare a casa.
Era diventata una mezz’ora di relax dopo una giornata stressante in ufficio. Mi bevevo un caffè, facevo quattro chiacchiere col barman e poi a casa.
Da qualche giorno avevo notato due tipi che, anche loro, si rilassavano, dopo il lavoro, con un paio di aperitivi.
Ogni tanto mi guardavano fisso.
Tutti e due mori, ben prestanti, non più di trentacinque anni.
Una sera, come al solito, ero seduta ad un tavolo.
Ad un tratto, uno dei due entra, si guarda intorno e viene a sedersi al mio tavolo.
“Bonjour” – mi salutò
“Bonjour” – risposi educatamente.
“Anche oggi ci si rivede, eh?’
“Già…. Da solo, oggi?’
“No, il mio amico arriva subito’
“Senti’ – mi disse passando subito col tu – ‘ti dispiace se vado subito al sodo?’
“In che senso? – ribattei io.
“Io e il mio amico vorremmo chiederti quanto vuoi per venire con tutti e due….’
Accidenti che equivoco: mi avevano preso per una puttana che va nei bar a rimorchiare clienti.
Restai un attimo paralizzata e stavo per replicare in malo modo ma… sentivo tra le gambe un pizzicore che conoscevo molto bene’ la cosa mi stava eccitando’ mi stavo bagnando’e se’???’
Restai in silenzio per un po’, poi risposi: “Sai dipende, in genere non lo faccio con due insieme.’
“Guarda che paghiamo bene’ – mi fece lui.
“Si ma dove?’ – chiesi io.
“Il mio amico abita in un residence a’., potremmo andare subito li”Quanto vuoi?’
Pensai un attimo all’assurdità della situazione’ poi mi decisi: ‘faccio la puttana”
ma non sapevo cosa rispondere, non conoscevo le tariffe delle puttane’poi mi decisi e dissi:’Di solito 500 franchi a cliente ma in due insieme almeno 1500.’
“Ok d’accordo… Allora andiamo dal mio amico?’
“Va bene,scusami, faccio una telefonata.’
Avvertivo un calore interno che mi faceva scoppiare, stavo per fare la puttana a pagamento, io che avrei pagato quei due per farmi scopare’dopo tutto il periodo di astinenza che avevo dentro.
Telefonai a mio marito avvertendolo che avrei fatto tardi dato che dovevo andare a cena col mio capo ed alcuni clienti stranieri.
“Va bene, va bene’ devo crederci? Comunque divertiti’ – mi rispose lui.
Ritornai al tavolo ed il tizio in questione si fece chiamare un taxi che ci portò al residence.
Arrivammo in pochi minuti e salimmo all’appartamento del suo amico.
Un piacevole appartamentino di due stanze.
Mi presentò il suo amico e mi disse: “Senti, se non ci metti fretta dopo ti diamo di più’ mi disse il mio accompagnatore, intanto che mi metteva in mano 1500 franchi.
“Va bene, vedremo’ risposi.
Loro cominciarono a spogliarsi ed io per non essere da meno feci lo stesso.
Ero tremendamente imbarazzata, ma anche tremendamente eccitata per la novità della situazione; avevo le mutandine completamente fradice.
Ci sedemmo sul divano, io al centro e loro ai lati, tutti nudi.
Avevano già i cazzi semi rigidi, niente male come dimensioni.
Li presi in mano mentre loro mi stringevano le tette e mi infilavano le mani tra le cosce.
“Senti come e’ bagnata, la porca’le piace il mestiere che fa” – disse l’amico.
“Ditemi cosa volete” – dissi.
“Fai un pompino al mio amico.’
Mi piegai di lato e presi in bocca il cazzo ormai duro come un sasso di uno; l’altro cominciò a toccarmi la fica fradicia dal dietro.
Allungai una mano dietro la schiena e presi a fargli una sega.
“Che figona che sei, sei proprio una gran troiona, succhiami il cazzo’ – mi disse il primo.
Quelle parole mi fecero impazzire, mi infilai il bastone in gola fino quasi a soffocare, era buono, lo succhiai forte mentre sentivo una mano che mi scavava la fica.
L’altro che avevo in mano era diventato più grosso di quello che avevo in bocca.
Volevo vederlo, succhiare anche quello.
Mi girai.
Era lungo e grosso con la cappella violacea, lo presi bene in bocca, leccandogli la cappella.
I due invertirono le parti e adesso era l’altro che mi tocca la fica da dietro.
Ero talmente fradicia che mi si era bagnato e allargato anche il culo e quello dietro di me se ne accorse.
“Lo sai che questa troia ha un buco di culo bello e morbido?’sembra una bocca’è largo e bagnato quanto la fica.’
“Fammi vedere’ ‘ fece l’altro.
Mi misi in ginocchio sul divano col culo verso l’esterno e il primo mi allargò le natiche con le mani.
Da dietro rimirarono i miei due buchi fradici e oscenamente aperti.
“Cazzo, sei meravigliosa, ti fai inculare?’
Stavo per urlare di no, ero ancora vergine lì, a parte qualche masturbazione con le dita o con qualche altro attrezzo, ma dovevo mantenere la parte.
“Veramente non lo do a tutti, e poi costa di più.’
“Non ti preoccupare, bastano altri 500?’
‘Va bene’ ‘ risposi.
Dalla tasca della giacca estrasse un preservativo: ‘Infilamelo, dai, che poi ti apro il culo’.
Presi il preservativo e cominciai a srotolarlo sull’asta tesa.
‘Con la bocca’ ‘ disse ‘ ‘Srotolalo con la bocca’.
Infilai il cazzo in bocca e muovendo le labbra glielo infilai fino in fondo.
Mentre ero intenta a questo lavoro, l’altro, da dietro mi aveva infilato due dita in fica e mi masturbava sapientemente’ero al settimo cielo!!!
‘Girati ora’.
Cominciò a massaggiarmi il buchetto con due dita bagnate dei miei succhi.
“Siii’ gemetti io e mentre lo dicevo sentivo già il cazzo che si appoggiava allo sfintere’ la cappella che mi massaggiava lentamente e sapientemente il buco del culo e che mi allargava piano piano.
L’altro salì in piedi sul divano e automaticamente presi il cazzone più grosso in bocca.
Quello che mi stava dietro diede un colpo secco e mi sfondò il culo e con una progressione lenta ma continua m’impalò fino ai coglioni.
Tirai un urlo, mi sentivo sfondare, sventrare.
‘Cazzo, sembri quasi vergine’ disse quello che m’inculava e, forse per delicatezza, si fermò, ben piantato in me, attendendo che mi abituassi a quell’intrusione fuori norma.
Lentamente il dolore passò e cominciai a sentire un sordo rimescolio nelle viscere’qualcosa d’insolito’ma non era sgradevole’ anzi piano piano cominciò a trasformarsi in uno strano piacere.
“Parlatemi, vi prego, fatemi godere, ditemi che sono una porca..’ – implorai.
“Si, tieni puttanona prendi il mio cazzo nel culo, te lo sto sbattendo fino alle palle’ mi urlò chi m’inculava e con grande maestria cominciò a sfilarsi e ripiantarsi nel mio culo.
‘Sei una troia sfondata, nel tuo culo ci farò passare un treno.’
“E a me fai un bel pompino, vaccona. Tienimi bello duro che poi voglio scoparti, ti voglio riempire la fica di sborra.’ – fece eco l’altro.
“Mi fate morire, si, sto godendo col culo, sbattimi, riempimi. E tu sborrami in bocca, voglio berti tutto.’
In quel momento sentii un calore immenso nel culo, il cazzo ebbe degli spasimi e mi sentii svenire dal forte piacere che m’invase.
Me lo sfilò dal culo, si tolse il preservativo e puntandolo verso il buco sborrò’sentivo gli schizzi centrarmi lo sfintere dilatato e ciò aggiunse piacere al piacere già provato.
“Non ti muovere, un attimo solo, allargati il culo con le mani’ – disse il mio sodomizzatore.
Stavo ancora godendo, alla pecorina con un cazzo in bocca e le mani che allargavano le chiappe mentre sentivo rivoli di sborra che mi colavano dal culo alle cosce.
Sentii un rumore inconfondibile: mi stava fotografando il culo aperto.
“Ecco, adesso ho immortalato il culo più bello che abbia mai visto, adesso fai godere il mio amico, troia’ – mi disse.
L’altro si sfilò dalla mia bocca e si sedette sul divano.
‘Vieni, bella troiona, vieni ad impalarti, così voglio scoparti a pelle’.
Lo scavalcai e lentamente mi abbassai su quel palo rigido che lui teneva con una mano.
Il glande era molto grosso e nonostante l’abbondanza di lubrificazione, dovetti allargarmi le labbra con due dita per farlo entrare.
Cominciai a cavalcarlo lentamente per abituarmi a quella grossa presenza dentro, ma lui era troppo eccitato così mi prese per i fianchi e cominciò a menare grossi affondi fino a toccare il fondo della vagina.
Dopo qualche secondo di quel trattamento lo sentii irrigidirsi e getti veloci, numerosi e caldi m’invasero la fica riempendola.
Il calore che provavo e la sensazione di essere pregna, diedero il via ad un altro orgasmo e urlando godetti accasciandomi sulle sue spalle.
Quando mi sfilai da lui, la fica fece un rumore come di bottiglia stappata e un fiume di sborra ne uscì scendendo sulle cosce fino al pavimento.
Meno male che se anche mio marito non mi faceva più l’amore, avevo continuato a prendere la pillola, altrimenti con tutto quel ben di dio sarei rimasta fregata.
Finito il tutto andai in bagno a ripulirmi e rivestirmi.
Mi sentivo una puttana, ma ero felice soddisfatta.
“Sono stata brava?’ – chiesi alla fine, quando tornai.
“Non brava, unica. In genere le tue colleghe voglio fare una sveltina e via. Ma tu sei diversa, l’abbiamo capito subito quando ti abbiamo vista.’
“Già…sono diversa’ – risposi, pensando che chissà che avrebbero detto se avessero saputo di aver scopato una moglie e madre di famiglia, invece di una puttana.
“Senti, qui ci sono gli altri 500 franchi..e questo è un regalino che hai proprio meritato’ ‘ disse porgendomi altri due biglietti da cento ‘ ‘quando vieni di nuovo con noi?’
“Mah’ non lo so’io sono tutte le sere alla stessa ora in quel bar…ci rivedremo sicuramente.’
Presi i soldi, mi rivestii e uno di loro mi riaccompagnò in macchina allo stesso bar, dove avevo la mia macchina parcheggiata.
Avevamo scopato per quasi 2 ore, mi avevano sverginato il culo, riempita la fica di sperma e non conoscevo nemmeno i loro nomi.
Dopo quell’avventura non ritornai più allo stesso bar; la cittadina era piccola ed io non volevo che cominciasse a circolare la voce che ero una puttana.
Ma quell’avventura mi aveva fatto comprendere molte cose.
Tornai a casa e trovai mio marito stravaccato sul divano che dormiva ubriaco fradicio.
Non persi neanche tempo a svegliarlo.
Gli scrissi un biglietto e lo poggiai accanto alla sua testa:
‘TROVATI UN AVVOCATO. VOGLIO IL DIVORZIO’.

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