Skip to main content
Trio

Lettera di mia moglie ora defunta

By 18 Novembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono un vecchio signore di 75 anni e da ieri sono vedovo. Dopo trentadue anni di vita matrimoniale si &egrave spenta la mia amata moglie. Quando era ancora in agonia mi ha consegnato una sua lettere, in busta chiusa, e mi a raccomandato di leggerla dopo la sua morte.
Ho qui quella lettera tra le mie mani e fremo dalla voglia di sapere cosa lei moglie mi ha voluto comunicare.
Apro con cura la busta &egrave incomincio a leggere:
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Caro Angelo,
sono sicuro che ora &egrave un momento particolarmente doloroso per te. Ho sempre saputo che mi hai amato fino alla follia ma devo rivelarti alcune cose importanti sulla nostra vita. Voglio che tu ora sappia la verità.
Non te lo mai detto ma Massimo, il nostro amico di famiglia, ho avuto con lui un rapporto particolare. Ero ragazzina e mi sono follemente innamorata di lui. Era bello, atletico, brillante, spiritoso. Piaceva a tutte le ragazze del gruppo.
Frequentavamo a stessa palestra e mi ricordo che con l’incoscienza di una ragazzina mi intrufolai nel suo spogliatoio e lo sorpresi tutto nudo mentre faceva una doccia. Era bellissimo e muscoloso. Si accorse della mia presenza e non tentò in nessun modo di coprire sue nudità. Con un sorriso mi chiese cosa facessi nello spogliatoio maschile. La sua apparente calma però venne tradita da una vigorosa erezione. Che grosso pene avevo davanti Angelo mio. Una grossa verga ritta che mi puntava tra due testicoli che esprimevano potenza. Che differenza rispetto al tuo pisellino, marito mio. Mi eccitai e mi innamorai ma lui non mi volle. Mi snobbò e preferì altre ragazze e gruppo ma volle mantenere un amicizia interessata per copiare i compiti scolastici.
So che ti ferirò, ma da quel giorno sono stata sempre ardentemente innamorata di Massimo nonostante lui abbia preferito sempre altre donne rispetto a me.
Poi conobbi te. Eri gentilissimo e innamorato di me. Io, essendo perdutamente innamorata di Massimo non potevo innamorarmi di nessun altro. Era un chiodo fisso, forse una malattia del mio cervello. Scesi quindi te come mio marito. Una persona premurosa e servizievole.
Sono rimasta vergine fino a due giorni prima del nostro matrimonio. Volli donare la mia verginità all’unico uomo che ho amato nella mia vita. Pregai quindi Massimo di fare venire a letto con me. Lo pretesi come regalo di matrimonio. Il tutto si svolse in un pomeriggio. Non appena entrammo nella stanza. Mi strappo quasi i vestiti di dosso. Si abbassò poi i pantaloni e con una certa violenza mi afferrò e mi penetrò per la prima volta. Che vigore, che energia e che dolore. Mi sentii penetrare da un cuneo massiccio che mi andava dentro su e giù senza badare minimamente al mio dolore. Che diversità con la tua delicatezza e dolcezza. Massimo era eccitatissimo dall’idea di aver cornificato un marito prima ancora del suo matrimonio.
Arrivò il giorno del nostro matrimonio e dopo la festa ci coricammo insieme per nostra prima notte. Mi penetrasti con estrema delicatezza. Poverino non volevi farmi male. Io non volli però farti venire dentro di me. Tu ci rimanesti male ma non hai osato dirmi niente. Tu eri eccitato ma la mia prima notte l’avevo già vissuta e dopo aver assaggiato il grosso attributo di Massimi, scusami la sincerità, il tuo pisellino non mi faceva minimamente smuovere la fantasia. Quelle poche volte nella nostra vita che mi concedevo a te era per me una sorta di masturbazione. Quando avevo rapporti sessuali con te la mia mente andava sempre a Massimo per cercare un po’ di eccitazione. Cercavo invano in quanto nonostante le mie ardenti fantasie, che come ho detto erano altrove, duravi pochissimo, non mi hai fatto mai in alcun modo godere.
Nel corso del nostro matrimonio ho sempre amato Massimo ed ho desiderato essere posseduta sempre e solo da lui. All’inizio il fatto di cornificarti lo stuzzicava e facevamo spesso l’amore unendoci in focosi amplessi che tu, caro Angelo non hai mai vissuto n&egrave con me né con nessuna altra donna . Lo eccitava particolarmente sentirmi insultare te sul tuo stato di cornuto e ridicolizzare sulle tue ridotte dimensione del pene e la tua penosa potenza sessuale. Col tempo queste cose però non lo eccitarono più e volle essere pagato per le sue prestazioni. Ti ricordi mi rimproveravi di scialacquare troppo nella spesa. La spesa era una scusa in realtà pagavo le prestazione sessuali di Massimo. Per guadagnare di più lavoravi tutta giornata e spesso pure nei giorni festivi. Hai capito ora dove andava il frutto del tuo duro lavoro. Con qui soldi pagavo le mie uniche ore di felicità.

Ho leggerai un altro aspetto della nostra vita che ti sconvolgerà. Giovanni, Claudia e Luca non sono figli tuoi ma miei e di Massimo. Ho voluto concepire con la persona che ho sempre amato.
Quando anno compiuto la maggiore età ho rivelato a loro la loro vera paternità. Ho chiesto ed ho ottenuto che amassero e rispettassero il loro vero padre. Ora so che lo amano davvero anzi lo venerano. Per te invece &egrave rimasta solo la loro pietà.
Pietà per un uomo che non ha mai capito niente.
Pietà per un uomo che non ha mai fatto godere la sua donna.
Pietà per un uomo nato solo per servire ed essere strumento per il vero amore.
Pietà per un uomo senza dignità di uomo.
Pietà per un uomo che non &egrave mai stato amato.
Pietà per un uomo che morirà solo e dimenticato.
Addio ora non servi più a nessuno.

Leave a Reply