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Trio

Luana – Calendari

By 11 Luglio 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

La sveglia suonò, Luana allungò una mano per cercarla, aveva dimenticato di staccarla la sera prima, mosse la mano a tentoni, senza trovarla, aprì finalmente gli occhi, era la sveglia dalla parte di Marco che suonava, ma lui continuava a dormire, gli diede una spinta;
-Staccala, ho voglia di dormire-
lui aprì gli occhi guardando la sveglia, finalmente la fermò, Luana lo sentì alzarsi, le dispiaceva che non restasse con lei, lei aveva preso due settimane di ferie, era un periodo dove in ufficio non c’era molto da fare, quindi ne aveva approfittato per riposarsi, sperava che Marco prendesse alcuni giorni anche lui, invece aveva un impegno già da qualche mese, quando gli chiese di cosa si trattasse, lui aveva risposto evasivamente, ‘attività promozionale per i suoi negozi’, quando gli aveva chiesto di essere più preciso aveva fatto il vago.
Alle sue insistenze lui le aveva risposto di venire a vedere, lottò per restare a letto mentre lui si preparava, ma non riuscì a riaddormentarsi, visto che ormai si era svegliata, si alzò mentre Marco faceva la doccia andò in cucina, era scalza, il fresco delle piastrelle era piacevole, preparò il caffè, si chiese se fosse il caso di vestirsi, il caffè salì proprio in quel momento, mentre riempiva le tazzine sentì la mano di Marco posarsi sul suo culo, muovendosi in una lenta carezza, si appoggiò a lui girandosi per baciarlo, il bacio fù rapido, prese la tazzina bevendo il caffè in un sorso;
-Scotta! Devo sbrigarmi, tra un po’ arriveranno tutti, ciao, scappo-
-Allora, vuoi dirmi cosa devi fare?-, il tono di Luana era curioso,aspettò speranzosa che lui le dicesse cosa doveva fare;
-Se vuoi saperlo vieni al negozio…-, non finì la frase, si chinò per scansare lo strofinaccio che Luana gli aveva tirato, -Ciao Amore…-, lo guardò andare via, certo che, a volte, sapeva essere irritante.
Non voleva rovinarsi la giornata, decise di iniziare con un bagno rilassante, riempì la vasca mise i suoi sali preferiti, e si immerse lasciandosi cullare dall’acqua calda, rimase immersa finché l’acqua non si raffreddò, uscì dalla vasca, mentre si asciugava, guardò l’orologio, erano solo le 09:30, aveva ancora tutta la giornata davanti, iniziò a pensare a cosa fare, poteva andare in negozio da Marco, almeno avrebbe soddisfatto la sua curiosità, ma non voleva dargliela vinta.
Passò qualche tempo indecisa, poi la curiosità ebbe il sopravvento, voleva vedere cosa stava combinando, indossò una minigonna, le gambe libere, con il caldo non era il caso di usare le calze, mise un top che metteva in evidenza i seni sodi terza misura, i capezzoli puntavano il tessuto, legò i lunghi capelli mori in una coda, un leggero velo di mascara fece risaltare ancora di più i suoi occhi neri, indossò un paio di sandali col tacco, era pronta, uscì.
Arrivare in autobus dall’altra parte della città le portò via più di un ora, quando arrivò qualcosa non le tornava, il grand negozio di intimo che Marco aveva in quella parte della città era chiuso, il cartello alla porta diceva ‘chiuso per inventario’, dalle vetrine l’interno non si vedeva, ma si intuiva del movimento, quindi c’era gente, Luana girò intorno al palazzo, sapeva che c’era un entrata secondaria, quando arrivò sul retro vide un camion è alcuni operai che scaricavano del materiale, si avvicinò a uno di loro per chiedere se c’era Marco;
-Scusi dove…-, non riuscì a finire la frase, l’operaio la interruppe
-Dentro, le altre sono già entrate-, mentre prendeva uno scatolone, indicava l’entrata con la testa, lei non disse niente, entrò dentro, si diresse dove sapeva che c’era l’ufficio di Marco, era già arrivata al corridoio dell’amministrazione, quando un uomo le si parò davanti;
-Ma dove vai, devi andare dall’altra parte-, e senza dire niente la prese per un braccio portandola verso il negozio.
Quando arrivarono le sembrava un cantiere, le file di scaffali centrali erano state smontate, degli operai montavano una pedana di legno, mentre altri stavano montando delle grandi lampade, la condussero verso un angolo della sala, Luana vide che c’erano molte ragazze, ma non erano le commesse che aveva visto la volta prima, le ragazze sembrava, stessero aspettando che un uomo nervoso parlasse,
-Franco, qui cè ne un altra…-, l’uomo che la accompagnava, aveva parlato all’uomo nervoso, la lasciò davanti a lui e se ne andò, Luana si sentiva sotto esame;
-Fai qualche passo…, girati…, allontanati un po’….-, lei seguì le sue indicazioni, non capiva ancora cosa stessero facendo tutte quelle persone;
-Perfetto abbiamo l’ultima, gioia vai a raggiungere le altre, laggiù..-, l’uomo non le prestava più attenzione, era già preso da altre cosa, incuriosita si diresse dove aveva indicato, quando arrivò vide un uomo girato di spalle, finalmente aveva trovato Marco, gli arrivò dietro piano e gli coprì gli occhi;
-Luana! Come mai da queste parti?-
-Come mi hai riconosciuta?-, era stata attenta a non dire niente, e non farsi vedere;
-Il tuo profumo, non conosco molte donne che lo usano, comunque, come mai qui?-
-Non lo so, sono l’ultima, ma non so di cosa-, Marco scoppiò a ridere, quando si calmò la prese in disparte;
-Vedi, l’attività che stavo preparando è un calendario per l’anno prossimo, servirà a pubblicizzare i miei negozi, più una nuova linea di intimo che uscirà a fine anno. Franco è uno dei migliori fotografi in circolazione, farà le foto per il calendario, tu sei capitata nel mezzo del casting. Sarà meglio che gli dica che serve un altra ragazza…-
-Perché?Pensi che io non vada bene-, Luana si era sentita punta sul vivo,
-No, pensavo che fossi troppo impegnata, e poi sei una dirigente, la tua ditta che dirà? Vuoi veramente fare delle foto di intimo?-
Messa cosi la cosa aveva un senso, ci penso un attimo, in fin dei conti lei dirigeva solo una piccola filiale, e poi quello che faceva nel suo tempo libero erano affari suoi.
-Perché no? In fin dei conti penso sia una cosa divertente-, Marco le diede un fugace bacio;
-Sei incredibile, allora aspetta con le altre, appena arriva Franco vi dirà come andranno fatte-
Luana stette ad aspettare con le altre ragazze, pensava che si sarebbe trattato di un lavoretto facile facile, si dovette ricredere subito, la mattinata passò con Franco che esaminava tutte le modelle con la truccatrice e la sarta, poi arrivò il parrucchiere, e anche lui volle esaminare le ragazze, per ognuna stettero a discutere il look, quando finalmente finirono con lei si accorse che erano passate quasi tre ore, erano quasi le due e lei non aveva pranzato, le ragazze andarono via, lei cercò l’ufficio di Marco, quando entrò un odore di pollo arrosto e patate la colpì, le sembrò il profumo migliore che avesse mai sentito;
-Ho pensato che avresti avuto fame, come ti e parso il lavoro?-
-Più faticoso di quanto credevo, ho sempre pensato che fosse facile fare delle foto, non credevo ci fosse tutto questo lavoro-
-E domani dovrai anche venire all’alba, ti dovranno truccare e dovranno scegliere quello che indosserai, benvenuta nel mondo delle modelle-
Luana restò con la forchetta a mezz’aria, non aveva voglia di alzarsi presto per essere li all’alba, ma ormai aveva preso l’impegno;
-Quanto durerà il tutto?-
-Forse due- tre giorni-
L a sera Luana andò a letto presto, anche se si era rovinata metà delle vacanze da sola, voleva essere al meglio, sarebbe andata con Marco, almeno si sarebbe risparmiata di guidare, dormì come una bimba per tutta la notte.
La mattina dopo si alzò appena la sveglie suonò, si vestì rapidamente, preparò il caffè mentre Marco finiva di vestirsi, uscirono che la città era ancora deserta.
Al negozio già l’attività era iniziata, le ragazze erano già al trucco, Luana fu una delle ultime ad arrivare, fece una veloce doccia, e fu presa in consegna dal truccatore, avevano degli appunti su di lei,
-Puoi spogliarti?-, anche se era formulata come una domanda era una richiesta precisa, Luana si spogliò completamente, la truccatrice la esaminò, si soffermò soprattutto sul suo sesso, quando vide che era quasi depilato annuì;
-Perfetto, non cè bisogno di depilarti, leggo che tu indosserai degli slip molto sgambati….-
Iniziarono a occuparsi dei suoi capelli, li pettinarono in modo che fossero sciolti, ma con più volume, e leggermente mossi, i suoi occhi neri vennero fatti risaltare disegnandone il contorno con la matita, un tocco di ocra sulle palpebre dava un tocco esotico, le sue labbra vennero disegnate con un rossetto rosso fuoco, quando guardò il risultato rimase piacevolmente sorpresa, quella truccatrice sapeva il fatto suo, una manicure si prese cura delle sue mani, le sue unghie vennero modellate e laccate di rosso, era veramente stupenda, dopo circa un ora era truccata, la fecero passare nelle mani della costumista, la nuova linea di cui aveva parlato Marco era stupenda, un trionfo di sete leggere e trasparenti arricchita da preziosi ricami, e in alcuni casi guarnizioni di pizzo, era impaziente di sapere cosa avrebbe indossato.
Non dovette attendere molto, una donna simpatica la prese in consegna, e la condusse verso un tavolo, c’erano appoggiati della biancheria rosso chiaro, gli slip erano sgambati, come aveva saputo, li toccò, il tessuto era quasi impalpabile, morbido e leggero, il ricamo di una rosa sul davanti era l’unica decorazione, un reggiseno a balconcino dello stesso colore lo accompagnava, la rosa ricamata avvolgeva le coppe, un reggicalze con il bordo in pizzo e due calze nere velate, era quanto avrebbe dovuto indossare.
Quando indossò il tutto si rimirò allo specchio, si trovò splendida, era un peccato che Marco non la vedesse vestita, o meglio svestita, cosi.
La mattinata fù lunga e faticosa, lei fù fortunata, avrebbe fatto le foto di gruppo con tutte le altre, e poi avrebbe fatto le foto da sola, avrebbe finito in giornata, quando finirono la prima sessione, era già mezzogiorno, fecero una rapida pausa per il pranzo, lei non potè mangiare troppo, e dopo un altra seduta al trucco via con altre due ore di foto.
Stare sotto l’obbiettivo le piaceva, avere attorno tutti quegli uomini, la eccitava, certo, avrebbe preferito non dover lavorare, quando sentì il fotografo dire;
-Perfetto! Per oggi abbiamo finito-, tirò un sospiro di sollievo, si sentiva stanca ed euforica allo stesso tempo, si diresse verso l’ufficio di Marco, Avrebbe fatto la doccia e si sarebbe cambiata, mentre si avviava un uomo le diede un biglietto, era di Marco;
”Mi devo assentare qualche ora, aspettami, cosi andiamo a casa assieme”
Non se la prese, se era dovuto andare via, aveva i suoi motivi, andò dritta verso il suo ufficio, sapeva che era aperto, gli uffici erano già deserti, iniziò a slacciarsi il reggiseno già prima di arrivare, era tutta la mattina che lo indossava.
Aprì la porta tirando il reggiseno dove sapeva esserci il divano, due uomini erano seduti sul divanetto dell’ufficio, stavano sorseggiando uno dei liquori del bar, quando la videro scattarono in piedi balbettando scuse;
-Credevamo non ci fosse nessuno…, noi…, ecco…-
Luana restò interdetta, riconobbe i due, erano gli elettricisti che avevano montato l’impianto, evidentemente avevano deciso di prendersi una pausa, e avevano approfittato dell’ufficio del capo, stava per dire qualcosa, quando vide l’espressione degli uomini, la fissavano muti, con sguardo ammirato, si rese conto di essere senza reggiseno, lo aveva tolto prima di entrare, indossava ancore le calze e il reggicalze del servizio fotografico, assieme alle piccole mutandine rosse, non le dispiaceva farsi guardare, a sua volta esaminò gli uomini, prima li aveva visti di sfuggita, avevano circa trent’anni, più alti del suo 1,70, a causa del caldo indossavano solo delle magliette e pantaloncini, i muscoli, temprati dal lavoro, erano messi in risalto, dai corti indumenti;
Luana si mosse lentamente, avvicinandosi al piccolo bar, gli uomini la seguirono con lo sguardo, con studiata lentezza si chinò a prendere una bibita, le rotondità del suo culo furono così esposte alla loro vista, si girò con una lattina fredda in mano, i suoi capezzoli si erano induriti per l’eccitazione e puntavano verso i due, alzò la lattina verso i due;
-Salute-
Bevve piano, il suo seno si sollevava piano mentre deglutiva, piccole gocce di sudore si formarono sulla fronte dei due uomini, avrebbero voluto toccare quella donna davanti a loro, ma temevano la sua reazione, il loro sguardo andava alla porta, quasi temessero l’arrivo di qualcuno.
Luana se ne accorse, posò la lattina e andò alla porta, il silenzio era scalfito solo dal rumore dei suoi tacchi sul pavimento, chiuse la porta, la chiave che girava nella serratura sembrò rimbombare per la stanza, tornò indietro fermandosi davanti ai due uomini;
-Ecco, cosi nessuno può disturbarci…-, il tono della sua voce era caldo e sensuale, le sue parole non lasciavano spazio ai dubbi, i due uomini si guardarono increduli di ciò che stava succedendo loro, il sorriso di Luana era invitante, le loro mani si mossero piano a raggiungere la sua pelle, era morbida e calda al tocco, le mani degli uomini iniziarono a carezzare le sue braccia stringendosi a lei, come se si fossero accordati prima, iniziarono a baciare il suo corpo sul collo, dal collo scesero piano fino a trovare i suoi seni, le loro lingue si avvolsero attorno ai capezzoli già turgidi, le mani di Luana si posarono sulle loro teste stringendoli a se, l’azione delle loro lingue sui suoi seni le strappava sospiri di piacere, uno dei due uomini si era fatto più audace, la sua mano si insinuò dentro i suoi slip, le sue dita callose strofinavano il suo clitoride, dandole brividi di piacere, il dito scese a carezzare la sua fessura, la trovò umida degli umori della vagina, il dito scivolò dentro iniziando un furioso ditalino.
Il respiro di Luana era affannoso, si lasciò cadere sul divano, i due uomini si liberarono dei vestiti, uno dei due si chinò davanti a lei, le sue mani sfilarono gli slip, lasciando scoperta la sua fica, lucida di umori, la sua testa si tuffò tra le gambe fasciate dalle calze, iniziando a leccare la fica di Luana, l’altro uomo aveva portato il suo cazzo davanti alla sua faccia, lei lo strinse nella mano carezzandolo, la sua lingua iniziò a leccarlo, la lingua passava su tutta la superficie del cazzo, scendendo fino a leccare le palle, per poi risalire e farselo entrare nella bocca, i sospiri dell’uomo erano affannosi, il cazzo diventava sempre più lucido di saliva, la lingua dell’altro uomo si stava soffermando sul suo clitoride, alternava le leccate a dei succhiotti che la faceva sussultare, ingoiò il cazzo che aveva in bocca facendolo arrivare fino in gola, muoveva la testa facendolo scorrere tra le labbra, lo sentiva pulsare nella sua bocca, ogni volta che lo tirava fuori la sua lingua lo avvolgeva.
L’uomo tra le sue gambe aveva smesso di leccare la sua fica, adesso era tra le sue gambe, il suo cazzo premeva sulla sua apertura, l’uomo indugiava facendone entrare poco per volta, lei lo voleva tutto dentro, avvolse le sue gambe attorno all’uomo tirandolo a se, il cazzo penetrò completamente dentro di lei, lo sentiva duro e caldo, che occupava la sua vagina, l’uomo iniziò a muovere il bacino affondando dentro di lei con forza, ad ogni affondo le mancava il fiato, il suo corpo era percorso da scariche di piacere, il calore nella sua fica si era fatto più grande, sentiva il piacere farsi sempre più vicino, finché esplose dentro di lei, il suo corpo si dimenò mentre il piacere si faceva strada fino al suo cervello, strinse le gambe ancora più forte attorno al corpo dell’uomo che la scopava, l’uomo aumento il ritmo dei suoi colpi, prolungando il suo piacere.
Luana lasciò scivolare le sue gambe lungo il corpo dell’uomo, gli uomini si scambiarono di posto, l’uomo che si era fatto succhiare si sedette sul divano, fecero salire Luana sopra, il cazzo duro puntò verso la sua apertura, che ormai quasi colava, tanto era eccitata, lei si lasciò calare piano sul palo puntato verso di lei, il cazzo si fece strada dentro di lei man mano che si calava sopra, verso la metà si lasciò cadere di peso, voleva sentirlo di forza, le sembrò che toccasse il collo dell’utero, una scossa le percorse la schiena, anche se era stanca per l’orgasmo appena avuto, il suo corpo iniziò a dimenarsi su quel cazzo duro,le sue mani si tenevano alla spalliera del divanetto, la sua fica si avvolgeva sull’asta in una morbida carezza, mentre si dimenava sull’uomo, il cazzo dell’altro uomo le si strofinò sulle labbra, lei apri la bocca facendolo scivolare dentro la sua bocca, il sapere della sua fica si mischiava al sapore dell’uomo, la sua lingua raccoglieva tutti gli umori che vi erano sopra assaporandolo, aveva sincronizzato il ritmo, ogni volta che si alzava il cazzo che succhiava scendeva nella sua bocca, in questo modo si sentiva sempre piena.
I due uomini continuavano ad alternarsi dentro di lei, Luana si era eccitata ancora di più li voleva sentire dentro insieme;
-Dai…inculatemi…-
Quasi non credessero alle loro orecchie, i due uomini si sorrisero, l’uomo che si faceva spompinare scese a toccare il suo buchino, la sua lingua iniziò a lubrificare il piccolo buco, lo insalivò abbondantemente, quando gli sembrò pronto infilò un dito per saggiarne la resistenza, il buchino si strinse attorno al dito, l’uomo sentiva palpitare il buchino, infilò un altro dito, che scivolò dentro facile, Luana muoveva il bacino per sentire meglio le dita, finalmente l’uomo si mise dietro di lei, appoggiò la punta del suo cazzo sul suo buchino, lei alzò il culo per favorire la sua penetrazione, l’uomo spinse, la punta del suo cazzo forzò l’apertura del suo buchino, Adesso iniziava a scivolare dentro di lei, i due cazzi si strofinavano attraverso di lei, l’asta che si faceva strada dentro di lei le faceva mancare il fiato, il suo corpo bruciava, il calore della sua vagina si era trasmesso al suo culo, sentiva ondate di piacere senza capire da dove partissero, Luana era in balia dei suoi sensi.
I due uomini iniziarono a scoparla con foga, ad ogni loro affondo corrispondeva un urlo di piacere da parte di Luana, la cosa li eccitava, e affondavano con sempre maggiore forza, lei non resistette oltre, una scarica di piacere improvvisa e violenta, quasi la piegò in due,
-..Godoooo…-
L’urlo di piacere fù liberatorio, le mancarono le forze, i due uomini la sentirono accasciarsi in mezzo a loro, continuarono a scoparla con grandi colpi, ormai non resistevano più, Schizzi caldi invasero la vagina di Luana, seguiti quasi immediatamente da altri schizzi nel suo intestino, i due uomini continuarono a muoversi finché i loro cazzi iniziarono a ritirarsi da dentro di lei.
Luana stette ad ansimare sul divano, stremata dal piacere, diede un occhiata al reggicalze che indossava, era tutto storto, macchie bianche sulle calze erano mute testimoni dell’amplesso appena consumato, accolse con piacere il bicchiere pieno che uno degli uomini le porse.

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