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Trio

Maura

By 4 Novembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

L’estate era cominciata, agosto era alle porte. Finalmente avevo concluso i miei esami all’università e potevo concedermi un mese di sentito e meritato relax. Anche Paolo, il mio ragazzo, si era liberato del peso dello studio e ; non vedevamo l’ora di poterci divertire un po’ senza pensieri. In quei giorni alcuni amici ci proposero una festa in piscina. L’idea ci allettava parecchio: sole, bagni e alcol a fiumi. Amavamo bere.
Amavamo perdere completamente i freni inibitori. Amavamo essere noi stessi.
Ovviamente accettammo.
Quel sabato mattina il sole era caldo e rovente. Salimmo in groppa alla moto di Paolo, un’ Honda CBR 600, e sfrecciammo fino al luogo della festa. Quando ci sistemammo sui lettini la situazione era ancora molto calma, c’erano poche persone e la musica era estremamente soft. Ci spogliammo per rimanere solo in costume. Purtroppo sfoggiavamo una pelle paurosamente pallida, dal momento che, per lo studio, eravamo stati impossibilitati ad andare a mare prima, ma eravamo più che propensi a rimediare. Mi sfilai la maglietta, da cui fuoriuscirono i miei due seni piccoli e minuti, al di sotto faceva capolino la mia pancia piatta e le gambe lunghe. Sfilai anche il pantaloncino, mostrando un culetto piccolo e sodo. Paolo, di contro, sfoggiava un fisico piuttosto definito, con braccia e spalle grandi, perfette da afferrare durante i nostri momenti caldi. Ma questa è un’altra storia’
Mi feci spalmare la crema e mi appisolai un po’ al sole.
Riaprii gli occhi e cercai dalla borsa una sigaretta. La poggiai tra le labbra e me l’accesi. Guardai il lettino accanto al mio e Paolo non c’era. Diedi una veloce occhiata intorno e lo vidi. Era in piedi, vicino al bar, aveva in mano un drink, un Gin Lemon sicuramente (era il suo cocktail preferito). Ed era impegnato in una conversazione con una graziosa ragazza mora.
La guardai. Rideva ad ogni battuta di Paolo, cercava pretesti per sfiorarlo. Si muoveva e agitava i capelli lunghi, per scoprire il seno e renderlo visibile. Quella ragazza era maledettamente sicura di sé e lo mostrava attraverso ogni suo gesto. Guardava Paolo con sguardo ammiccante ma allo stesso tempo cercava quello di ogni ragazzo che le passava accanto. Era una troia. E io volevo punirla, per questo.
Sorrisi. Lui sentì il mio sguardo addosso, si voltò e mi sorrise a sua volta. Io mi alzai, lo raggiunsi cingendogli i fianchi:
-Ciao!- dissi rivolgendomi a Paolo, ma ammiccando alla ragazza. Avevo perfettamente capito cosa aveva in mente il mio ragazzo. Ci saremmo divertiti parecchio quel pomeriggio.
Da vicino la guardai meglio: era molto magra, un bel culo, un seno piccolo ma ben messo sul suo corpo, gambe lunghe e slanciate, solo il viso lasciava un po’ a desiderare.
-Tu già bevi senza di me?!- chiesi retoricamente falsamente infastidita e mi lasciai scivolare la cannuccia tra le labbra, la trattenni con la lingua e comincia a succhiare il drink dal bicchiere, senza mai staccarle gli occhi di dosso C’era qualcosa che mi attraeva pericolosamente.
Non era la prima volta che io e Paolo ci trovavamo coinvolti in situazioni del genere. Sono una persona particolarmente gelosa e, da quando a letto ho cominciato a non disdegnare il sesso femminile, ho deciso di trasformare la mia gelosia in eccitazione e contribuire a creare infuocate situazioni con le ‘capitate di turno’.
-Tu bevi con me?- le chiesi.
– Forse sei tu che bevi con me. Vediamo se mi stai dietro.
Che troia.
Ordinai da bere e ci sedemmo su un lettino a parlare, mi accesi una sigaretta e stesi le gambe su quelle di Paolo che subito cominciò ad accarezzarmele.
– Ditemi, lo fate spesso?
La guardai con aria interrogativa.
-Questo: contendervi la stessa ragazza, lo fate spesso? ‘ succhiò un sorso dal drink. Una goccia le scivolò dalle labbra e iniziò a scenderle sul collo. Io mi sporsi, fermai la goccia con l’indice e me lo infilai in bocca ‘ Solo le troiette.- le sussurrai ad un orecchio.
-E che dici, rientro nei canoni?- a aprì un po’ le gambe, lasciandomi intravedere una figa perfettamente depilata.
Forse mi sbaglio, ma vidi una goccia di umori luccicante.
Ordinammo il secondo giro di alcolici, salimmo di gradazione e, insieme ad essa, aumentava pericolosamente l’eccitazione nell’aria, che adesso stava diventando palpabile.
-Vi va un bagno?- propose Paolo. Decisi di lasciarli soli, così declinai l’invito e rimasi stesa a godere un po’ del sole. Li guardai con la coda dell’occhio. Paolo era poggiato con la schiena poggiata contro il bordo piscina, una mano dietro la schiena di Maura. La vedevo avvicinarsi sempre di più, fino a che notai un leggero movimento di bacino. Grazie, tesoro, stai scaldando la situazione. Lui immerse anche l’altra mano, adesso entrambe erano incollate a quel meraviglioso culetto che avevo visto prima . L’acqua era trasparente e tutto era perfettamente visibile. Mi stavo eccitando. A quel punto le possibiltà per me erano due: o cominciavo a sditalinarmi davanti a tutti, oppure mi sarei dovuta unire a loro, in un altro posto, magari più appartato. MI sollevai dal lettino, mi avvicinai a Paolo dal bordo piscina e gli diedi un leggerissimo morsetto sul lobo.
-Che ne dite di un idromassaggio?- Sorrisi. Uscirono dall’acqua. Paolo era visibilmente arrapato.
L’idromassaggio si trovava in una stanza all’interno della struttura, conoscevo il custode e gli chiesi, in confidenza, di ‘lasciarci stare’ per un po’ ed entrammo.
Accendemmo l’idromassaggio e subito ci immergemmo. Che meravigliosa sensazione. Chiusi gli occhi e mi abbandonai alle bollicine. Immediatamente sentii un peso sulle mie gambe. Aprii gli occhi e Maura e seduta cavalcioni su di me e mi guardava con un’espressione arrapata. Le presi la testa tra le mani e la baciai. Iniziai a muore la mia lingua nella sua bocca, prima leccandogliela, poi succhiandola tra le mie labbra. Iniziammo a giocare con le punte delle nostre lingue, che si muovevano sempre più veloce. Scesi con le mani sulla sua schiena e in un solo gesto le slaccia il pezzo di sopra del costume. la mia lingua si fece più audace, cominciò a scendere sul suo collo. Mi soffermai a leccarle la zona dietro l’orecchio, il lobo e la sua pelle fu scossa da brividi che avvertii sotto le dita. Lei mi afferrò il seno con le mani, iniziando a stringere. Io intanto le avevo afferrato il lobo con i denti, lo mordevo piano’
Paolo accanto si godeva la scena e mi accorsi che si era sfilato il costume.
In un movimento cambiai posizione: feci poggiare Maura con le spalle all’idromassaggio e continuai la mia lenta opera di lingua.. con le labbra scendevo sempre di più, arrivai alle sue tette. Guardandola dritta negli occhi cominciai a baciargliele tutte, erano incredibilmente morbide. Presi un capezzolo tra le labbra e inizia a leccarlo e a succhiarlo sempre più forte. La troia iniziò a mugolare. Stavo andando bene. Passai all’altro capezzolo e lo strinsi tra i denti. ‘Ahi!- dissi. Le intimai di stare zitta e continuai. Si abbandono del tutto all’indietro, dandomi l’ok per fare quel che volevo. Per questo infilai una mano nell’acqua e mi avvicinai sempre di più al pezzo di sotto del suo costume. cominciai a sfiorarla da fuori, potevo già sentire il clitoride sporgere, era già eccitata. Scostai la mutandina e continuai a sfiorarla’ Un altro mugolio le uscì dalla bocca, e poi ancora un altro’ le infilai un dito dentro. Era così bagnata e larga che immediatamente ne inserii un secondo. Intanto Paolo si era posizionato alle mie spalle e mi faceva sentire la sua possente erezione sul mio culo. Io lo muovevo un po’, giusto per sentirlo meglio. ‘Perché non gliela lecchi un po’?- mi sussurrò ansimando. Io sollevai Maura e la feci sedere sul bordo piscina. La mia faccia era perfettamente in direzione della sua figa. Le sfilai il costume cominciai a baciargliela. Estrassi la lingua dalla bocca e la feci scorrere su tutta la sua figa, mantenendola morbida e avendo la premura di fargliela sentire per bene. ‘mmmm, si’- la sentivo dire. Bene, le afferrai il culo e la spinsi più verso la mia faccia, e cominciai a muovere la lingua sempre più veloce. Sentivo la sua vagina bagnarsi e allargarsi sempre di più sotto i miei colpi di lingua e i suoi mugolii farsi sempre più forti. Mi afferrò la testa e la spinse ancora di più verso il centro delle sue gambe. Aveva un odore e un sapore incredibile, se avesse continuato a spingermi verso di lei gliel’avrei mangiata. Per stare più comoda, salii anche io sul bordo piscina e Paolo colse l’occasione per inserirsi. Si colloco dietro di me e, mi spostò il costume e con un solo colpo infilò il suo cazzo dentro di me. ‘Ahh- fu quello che uscii dalla mia bocca, non me lo aspettavo così repentino e la cosa mi fece impazzire. Le scene saffiche che c’erano state lo avevano eccitato da morire perché iniziò subito a scoparmi con foga. Mi teneva i fianchi e spingeva sempre più forte. ‘Leccagliela di più- mi diceva. E io affondavo la lingua nella figa di Maura. Presi il clitoride tra le labbra e inziai a succhiarlo. Maura ebbe alcuni brividi, poi degli spasmi e infine ansimando esclamò- Vengo’-, mordendosi in modo sensualissimo le labbra. Sentii tutti i suoi umori scorrermi tra le labbra. ‘Quanto gode questa troietta- dissi rivolta a Paolo . Alternava colpi veloci e lenti. Lo estraeva lentamente per poi sbatterlo dentro. ‘Fottimi’- dissi, tra un sospiro ed un altro. Maura era davanti a me, mentre Paolo mi scopava. ‘Vieni qui.- le dissi. Lei si avvicinò. Le afferrai i capelli e la avvicinai violentemente alla mia bocca, la baciai leccandola con violenza. ‘Toccati. Le dissi ‘ Voglio guardarti mentre lo fai. E maura si mise davanti a me, mi guardò, con un terribile e maledettamente arrapante sguardo da troia e, allargandosi la figa, spinse due dita dentro. E godeva, continuando a guardarmi. ‘Metti un altro dito. Stavo per venire, non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso. Era un concentrato di sensualità, esprimeva sesso da tutte le parti. Il cazzo di Paolo strusciava contro le mie pareti vaginali, due colpi e il mio corpo fu scosso da una serie di brividi. Mi lasciai andare.. ah, che sensazione meravigliosa. Maura continuava a toccarsi, guardandomi.
‘Mi sento escluso- disse Paolo ironicamente.
-Scopala.- Gli ordinai sorridendo. Le bloccai le braccia a terra, impedendole di muoversi. ‘ Tranquilla, tesoro, si vede che hai voglia di cazzo.- le dissi, abbassandomi a leccarle le labbra.
Paolo le aprì le gambe e si mise in mezzo. Un sol colpo, una sola spinta ed era dentro.
Maura urlò. E Paolo la scopava.
-Te lo faccio arrivare in gola’- le sollevo le gambe e spinse ancora più a fondo.
-Guarda quanto sei troia’- le dicevo.
-Siii, sono una troia! Scopami! ‘ Il cazzo le aveva dato alla testa.
Le diedi degli schiaffi sul culo mentre Paolo la scopava. Quando sentii che la eccitavano, cominciai a schiaffeggiarla più forte.
La verità è che io odiavo quella ragazza, per la sua maledetta sicurezza e perché in questo momento veniva scopata dal mio ragazzo davanti ai miei occhi.
Agitava la testa, scossa dai brividi dell’orgasmo e a me guardarla faceva impazzire. Così mi sedetti letteralmente sulla sua faccia.
-Leccamela, troia.- e lei cominciò a farlo, come un’invasata, come una sanguisuga. Infilava la sua lingua dentro di me, io mi aprivo le labbra con le mani e lei affondava la sua faccia dentro. E, cazzo, come sapeva muoverla quella lingua. Scesi con il bacino, per sentirla ancora meglio. Ora avevo tutta la sua lingua che si muoveva dentro e fuori, come se mi scopasse.
Quella lingua mi stava facendo impazzire e Maura mi stava leccando senza staccare gli occhi dai miei.Solo una troia lo fa. Poi spostò la lingua sul mio clitoride’ lo toccava con la punta, da esperta. Chissà quante fighe avrà leccato.
Mmmmm’
-Vuoi essere scopata più forte?- le chiesi e lei fece ‘SI’ con la testa.
-Scopala di più, Paolo’ Fottila!- Lui estrasse il cazzo dalla figa e lo spinse nel culo.
-Quanti ne hai presi nel culo? Guarda come entra bene’-
Maura chiuse gli occhi, sopraffatta dall’eccitazione e soffocava i gemiti nella mia figa. Io continuavo a muovermi, come se stessi cavalcando un cazzo. E poi’
Aaaaah’. Vengo! Siiiii!!!… e lei, avidamente, leccò tutti i miei umori.
Paolo uscì velocemente dal culo di Maura, si mise davanti a noi e, dopo averlo menato un po’, ci sborrò copiosamente addosso. Maura mi guardò, avevo dei rivoli di sborra sul collo e sul seno. Si avvicinò a me e mi leccò.
-Alla prossima!- mi disse.

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