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Trio

pomeriggio con roberto

By 13 Marzo 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Carla racconta il pomeriggio con Stefano

Roberto vi ha raccontato di avermi seguita un pomeriggio e di avermi spiata con un altro uomo e adesso mi ha chiesto di raccontarvi quello che avevo fatto e lui aveva solo intuito.
Avevo incontrato Stefano una mattina che ero scesa con una mia collega al bar all’angolo dell’ufficio dove lavoro, per prendere un aperitivo.
Stefano era un giovane arredatore, molto carino e palestrato, con uno sguardo a volte sfrontato a volte tenero, e con un sorriso contagioso.
Conosceva da tempo Anna, la mia collega, che me lo presentò quando lui si avvicinò al nostro tavolino, chiedendoci se poteva offrirci l’aperitivo, per poi sedersi con noi ed iniziare a scherzare simpaticamente con tutte e due.
Mi fece una bella impressione e, tornate in ufficio lo dissi ad Anna, la quale mi rispose, maliziosa che anch’io avevo fatto una bella impressione a Stefano, o meglio le mie gambe, che, secondo lei, non avevo mai smesso di mostrare ‘ generosamente.
Cominciai a ridere, dicendole che era più forte di me mostrare le gambe e che quasi non me ne accorgevo, mentre Anna, sorridendo, mi disse che erano i maschi ad ‘. accorgersene ‘. delle mie gambe e della mia ‘. troiaggine.
Scherzi di amiche, e tutto finì lì.
Due giorni dopo, mentre in auto tornavo a casa, un’autovettura da dietro cominciò a lampeggiarmi ed a strombazare, facendo segno di accostare; lo feci istintivamente e dall’auto sbalzò fuori Stefano che mi disse di avermi fermata perché voleva salutarmi.
Si sedette al mio fianco, e iniziò a dirmi che era stata una fortuna incredibile incontrarmi (poi mi confessò che da oltre un’ora aspettava sotto l’ufficio), che da due giorni non faceva altro che pensare a me, che la mia simpatia lo aveva conquistato, che dovevo per forza dargli il mio tel. perché non voleva rischiare di perdermi.
Era di una simpatia irresistibile e, facendogli promettere che non ne avrebbe abusato, gli diedi il mio cell. lusingata ed attratta da quel ragazzo, di qualche anno più giovane di me, dai suoi complimenti, dal suo garbato corteggiamento.
Tornai a casa sorridente e di ottimo umore e, mentre mi cambiavo, mi guardavo nello specchio, compiaciuta di vedere una donna ancora piacente, che, ne avevo appena avuto la prova, suscitava ancora l’interesse di uomini molto giovani; mentre continuavo il mio solitario strip, salì una leggera eccitazione e, tirata la poltrona dinanzi allo specchio, nuda, iniziai ad accarezzarmi il clitoride, in un lento ditalino mentre guardavo la mia immagine riflessa nello specchio immaginando che ci fosse un maschio a guardarmi mentre il piacere mi trasformava il viso, le labbra, gli occhi.
Al culmine del piacere mi dissi ‘sei proprio una porca !!’
Fatta una veloce doccia, aspettai l’arrivo di Roberto, al quale, ancora languida, riservai un pompino appassionato, che terminai ingoiando tutta la sua sborra, come lui amava.
Il giorno dopo, l’aspettavo, giunse la prima telefonata di Stefano, che fu carino, simpatico e non invadente, strappandomi qualche risata di gusto; le telefonate divennero quotidiane e anche più, e Stefano mi corteggiava sempre più sfacciatamente, mentre io continuavo a dirgli di trovarsi una ragazza che fosse più adatta a lui.
Una sera che gli avevo detto che mia marito sarebbe rimasto fuori a cena, Stefano mi telefonò verso le 21,00 trovandomi annoiata ed in vena di compagnia; mi lasciai coinvolgere in una telefonata interminabile, nella quale ben presto lui iniziò a dirmi che ero diventata la sua ossessione, che mi sognava la notte.
Ingenuamente (o provocatoriamente ??) gli chiesi cosa sognasse e lui iniziò a dirmi che sognava le mie gambe, di accarezzarle, di baciarle, di stringerle a sé, per poi dirmi che avrebbe voluto accarezzare e baciare ogni centimetro della mia pelle, che sognava di svegliarsi con me nuda accanto e che ogni mattina doveva masturbarsi per calmarsi.
Io dissi che non gli credevo e lui mi chiese :’perché tu non ti tocchi ??’.
La domanda impertinente ebbe un effetto dirompente perché immediatamente infilai la mano nelle mie mutandone ed iniziai ad accarezzarmi il clitoride; Stefano capì immediatamente cosa stavo facendo (la mia voce era cambiata repentinamente) e iniziò a sussurrarmi mille cose che mi avrebbe fatto, tutte porche, tutte che esasperavano la mia eccitazione, finch&egrave iniziai a godere, raggiungendo l’acme quanto sentii Stefano godere a sua volta.
Avevamo avuto il mio orgasmo simultaneo ed era stato stupendo.
Il giorno dopo decidemmo di uscire insieme e ci scambiammo gli sms che mio marito, mia insaputa, intercettò.
Stefano mi venne a prendere alla stazione e subitò sgommò verso la periferia, per uscire dalla città, guidando con una sola mano, mentre con l’altra iniziò a toccarmi le gambe, scoprendole e accarezzandole, dicendomi che lo facevano impazzire.
Era irresistibile ed io avevo una voglia pazza di lui e, senza pensarci un attimo, mi abbassai, oltre il cambio, sulle sue gambe, sbottonandogli il pantalone e mettendogli fuori il cazzo.
Gli intimai di stare attento alla guida e iniziai a fargli un pompino, che ricordo come uno dei più belli della mia vita.
Sapete che io adoro prendere il cazzo in bocca, che mi da una senso di potere stringerlo tra le labbra e mordicchiarlo, sentire il maschio ansimare ad ogni mia leccata, ad ogni risucchio, ma quella volta il mio piacere era dilatato.
Non solo volevo piacere, dimostrarmi disinibita, più brava delle ragazze che magari Stefano frequentava, ma, soprattutto, avevo voglia, una voglia pazza, di tenere il cazzo di Stefano in bocca.
Aveva una sapore di maschio che mi inebriava, una durezza, una consistenza, che mi permettevano di avvertirne tutte le nervature, il prepuzio, il solco della cappella.mentre con la lingua scendevo su e giù lungo l’asta e con le labbra lo mordicchiavo.
Me lo infilavo sino in golo per poi morderlo leggermente, lasciarlo, leccarlo, riaffondarlo in gola, in una giostra scatenata, sino quando avvertì, dalle scosse del cazzo, che era in arrivo ‘..
Gli intimai di non distrarsi e me lo rinfilai in bocca, appena in tempo per sentire il primo violento schizzo finirmi direttamente in gola, seguito non da altri schizzi, ma da un lento scorrere della sborra che continuava ad uscire ed a riempirmi la bocca.
La lasciai colare lungo l’asta fremente che stringevo in mano, mentre con la lingua continuavo a leccare il seme, a inseguirlo ella sua caduta, come un gelato che cola lungo il cono.
Ecco, carissime amiche e carissimi amici, leccavo la sborra di Stefano come voi leccate un cono gelato, solo che io ci mettevo molto più gusto.
Finita l’eruzione con la mano raccolsi la sborra che non ero riuscita a prendere con la lingua e me la infilai in bocca, per poi, insaziabile lavargli la cappella e l’asta con la mia lingua, sino a non lasciargli una sola goccia di seme sul cazzo.
Dopo che ebbi finito, esausta, mi sollevai sul sedile, pulendomi con il dorso della mani le labbra bagnate, mentre compiaciuta e felice, guardavo Stefano che quasi non respirava.
Non mi accordi di mio marito e della machina che ci aveva seguiti, come non se ne accorse Stefano, e questo fu un bene, perché avrebbe rovinato il nostro pomeriggio.
Dopo un po’, girata l’auto, ci fermammo in una piazzola limitrofa alla strada e, iniziammo a chiacchierare con Stefano che mi chiese dove avevo imparato a fare certi pompini, mentre io gli chiedevo quali scarti di femmine avesse sino ad allora frequentato.
Tra una battuta ed un’altra, Stefano approfitto della mia eccitazione per il delizioso giochino di poco prima e, steso il sedile, mi ricambiò con una leccata di figa magistrale che mi fece urlare di piacere quando lui, approfittando dei miei umori che misti alla sua saliva mi infradiciavano la figa colando verso il culo, mi infilò il pollice nell’ano mentre mi mordeva il clitoride.
Per me fu come una scossa ed immediatamente inizia a godere senza freni, mentre Stefano, ormai sapendomi indifesa, mi infilò due, tre dita nell’ano iniziando a stantuffarmelo mentre mi leccava ed io godevo ed urlavo.
Non so per quanto tempo e quante volte godetti, ma ero davvero sfinita quando Stefano mi tirò fuori dall’auto e, fattami appoggiare allo sportello aperto, senza avvertirmi, con prepotenza mi ficcò il cazzo nel culo, che aveva dilatato con la mano.
Ero quasi incosciente e sentivo solo le spinte di Stefano che godette del mio culo a suo piacimento, fino a sborrarmi dentro.
Stentai a ricompormi e mentre con dei fazzolettini mi pulivo la sborra che mi colava dall’ano lungo le cosce, ero felice per aver goduto come da tempo non mi accadeva, ero fiera di aver dato a Stefano tutto il piacere che aveva voluto prendere, ma ero distrutta dal mio godimento.
Mentre tornavamo in città ebbi chiara la sensazione che questa volta era stato diverso.
Avevo avuto altre storie, avevo fatto sesso con altri uomini, anche con due contemporaneamente, ma mai mi ero sentita femmina, completamente nella mani del maschio, come mi era successo quel pomeriggio.
Stefano mi aveva presa e sfondata come aveva voluto, senza chiedere, prendendomi con prepotenza, facendomi godere come non mai.
E non mi aveva ancora scopato la figa !!!
Con Stefano avevo davvero per la prima volta tradito Roberto, non tanto perché ero uscita senza che lui lo sapesse, ma perché avevo fatto sesso con uomo che mi aveva presa dentro, nel cervello, che mi aveva fatto sentire femmina, porca e femmina, come mai Roberto mi aveva avuta.
Davvero adesso Roberto era CORNUTO !! Come avrei potuto dirglielo ??
Con questi pensieri tornai a casa, non sapendo che mio marito ”. già lo sapeva.

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