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Trio

Racconto 1 – In viaggio

By 26 Dicembre 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

RACCONTO 1 ‘ In Viaggio

Una assolata giornata di fine luglio. Nell’aria ferma del mezzogiorno un’auto sale i tornanti dell’Appennino. Poco traffico sulla strada, ogni tanto qualche casa isolata. A bordo una coppia silenziosa. All’improvviso nella luce accecante della calura estiva un cartello indica la presenza di un ristorante poco lontano, l’auto rallenta e subito un altro segnale indica il punto della svolta.
Dopo pochi minuti, sulla stretta strada laterale appare un piccolo edificio, misto di rustico e moderno, con annesso un distributore di benzina.
Nella piazzola davanti al ristorante sono ferme due auto. Dalla macchina appena arrivata scendono due persone: un uomo di circa 40 anni, alto, magro, con un espressione seria ed una donna, molto bella, di qualche anno più giovane.
L’uomo indossa un abito grigio e tiene in mano la giacca, la donna &egrave vestita semplicemente, ma in modo raffinato. Un corto abito di seta gialla lascia scoperte le belle gambe abbronzate, senza calze. Ai piedi un paio di mocassini bassi e comodi di cuoio. Alcuni dei bottoni che chiudono l’abito sul davanti, in alto ed in basso sono aperti per via del caldo e, quando la donna cammina, lasciano intravedere le sue lunghe gambe, sotto l’abito i seni si muovono liberi. L’abbigliamento fresco e leggero contrasta però con il suo aspetto, affaticato e spento.
L’uomo apre la porta della locanda, all’interno una grande stanza con sei tavoli, un bancone sullo sfondo.
Due tavoli sono occupati, vicino alla porta un uomo sta mangiando da solo, anche costui sui quarant’anni, distinto, evidentemente un ospite di passaggio. L’altro tavolo &egrave occupato da un altro uomo di circa 30 anni, una sudicia tuta lo indica come l’addetto alla pompa di benzina. Questi ha terminato il pranzo e sta fumando una sigaretta discutendo col ristoratore, un rubizzo ometto sui 50 anni dall’aspetto vivace.
Tutti si voltano all’entrata dei due, il ristoratore si avvicina ed indica un tavolo libero chiedendo se intendono pranzare.
L’uomo risponde di si, ma chiede subito dell’acqua fresca per la signora che non si sente bene. Si siedono, l’oste arriva subito con una brocca d’acqua e due bicchieri.
La donna ha la fronte imperlata di sudore e siede con gli occhi chiusi ed un’espressione sofferente. Dopo aver bevuto più volte chiede stentatamente dove sia il bagno. Ricevuta la risposta si alza a fatica e, respingendo con un lieve gesto l’aiuto offertole dal compagno, si dirige verso il luogo indicato.
L’uomo la segue con lo sguardo, preoccupato. Dopo pochi metri, vicino al bancone del bar, la donna si sente venire meno e tenta di appoggiarsi ad un tavolo per poi scivolare a terra, svenuta.
Tutti accorrono, l’uomo che &egrave entrato con lei la chiama per nome. Poi dice all’oste di essere suo marito ed aggiunge di chiamare un’ambulanza con urgenza. L’oste si alza e sta per correre al telefono quando il cliente seduto vicino alla porta dice di aspettare: &egrave un medico.
Si alza ed afferra la borsa posata sulla sedia di fianco a lui. Avvicinatosi si china sulla donna e le appoggia una mano sulla gola. Lei respira affannosamente, la sua pelle &egrave sudata.
Il medico &egrave calmo, professionale, dopo aver ascoltato anche il polso dice che si tratta di un malore dovuto al caldo ed all’affaticamento. Che sarebbe comunque meglio fare riposare la signora e poi portarla al vicino ospedale per un controllo. Dice all’oste di liberare un tavolo nell’angolo, dove la luce &egrave meno forte. Costui obbedisce prontamente.
Il medico chiede allora di essere aiutato a distendere la donna sul tavolo, il marito e l’uomo del distributore la affiancano e, tenendola ognuno sottobraccio, la portano verso il tavolo.
Il medico chiede all’oste di portare degli asciugamani puliti e bagnati in acqua fresca.
La donna giace ora sul tavolo abbandonata e sempre fuori conoscenza, il medico indicando dei cuscini, dice all’uomo del distributore di porli sotto i piedi della donna e di toglierle le scarpe. Costui obbedisce; dopo aver preso i cuscini le solleva i piedi ma, nel far questo, il corto vestito si apre sino al primo bottone allacciato, poco sopra la metà coscia, rivelando ancora di più le sue belle gambe.
Questo particolare non sfugge all’uomo che si trova ai suoi piedi e rimane in quella posizione.
Dopo aver riappoggiato le gambe sui cuscini, l’uomo toglie le scarpe alla donna, alzandole ancora le gambe, una per una questa volta, per rimetterle poi sui cuscini. Tuttavia nell’operazione le gambe si sono leggermente aperte ed i piedi, lasciati liberi, tendono a cadere di lato così che l’uomo del distributore, dalla sua posizione può agevolmente vedere la biancheria della signora, delle mutandine nere di pizzo e, nelle sue trasparenze, i ricci scuri che coprono il suo sesso.
Nel frattempo l’oste &egrave tornato con gli asciugamani bagnati. Il dottore dice al marito che ha intenzione di avvolgere i tessuti umidi e freschi intorno al capo ed al petto della signora per abbassarne la temperatura. Il marito non dice nulla e si china sulla moglie incominciando ad aprire i bottoni dell’abito. L’oste e l’uomo del distributore tacciono non riuscendo a distogliere gli occhi dal corpo della donna. Il medico suggerisce all’oste di chiudere la porta per impedire l’accesso ad estranei; viene immediatamente obbedito.
Il marito ha slacciato i bottoni sino alla cintura ed ora le scopre le spalle. Il medico lascia fare, ma poi, scusandosi col marito, si china a sua volta sulla donna ed apre completamente l’abito sul suo busto.
L’effetto &egrave fortissimo, i seni completamente scoperti sono bellissimi, grandi e con dei capezzoli che il calore ha dilatato ed ammorbidito. Gli uomini presenti sono ammutoliti e fissano questo corpo così vicino, ma così lontano.
Il marito ha colto questi sguardi, il loro respiro un po’ affannoso, il loro sudore, ma non dice nulla.
Il medico, rapidamente, avvolge un asciugamano intorno alla testa della donna ed con un altro le copre la parte alta del busto. I capezzoli rimangono però scoperti ed il contatto della pelle con i tessuti umidi e freschi li fa fremere ed indurire. Alcune gocce di sudore brillano in mezzo ai seni. Chiede all’oste se c’&egrave dell’ammoniaca. Costui ne porta una piccola bottiglia.
Il medico inzuppa un tovagliolo che passa velocemente sotto le narici della donna. Uno scatto, gli occhi si aprono, &egrave confusa. Il marito le &egrave vicino e le tiene la mano.
Il medico spiega che fra pochi minuti potranno ripartire, invita a recarsi immediatamente al vicino ospedale, circa 8 kilometri secondo le indicazione dell’oste.
La donna accenna ad alzarsi, il marito ed il medico la sostengono. Il marito l’aiuta a rivestirsi e l’accompagna in bagno. Il medico paga il pranzo. Dopo poco tutti sono partiti, all’oste ed all’uomo del distributore rimarrà un ricordo indelebile.

POST SCRIPTUM.
Ovviamente l’oste e l’uomo del distributore non potranno mai sapere che il medico &egrave il vero marito della donna. Che il falso marito &egrave, in realtà, una amico della coppia che ha ideato questo gioco, pianificandolo con loro con l’unico scopo della trasgressione e del piacere di essere partecipi dello stupore di fronte alla bellezza, dell’eccitazione di fronte all’imprevisto. Il piacere di guardare e di esibire, il piacere della donna di essere guardata da vicino senza però che nessuno potesse toccarla.

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