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Trio

Rivincita

By 17 Marzo 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Era chiaro: Silvia quella sera non me la avrebbe data.
Come tutte le altre volte che da imbranato cercavo di farle il filo.
Quel suo modo terribile di guardarmi come per provocarmi per poi tirarsi indietro non appena le situazioni diventavano appena intime.
‘Non le piaccio, non ci sarai mai nulla da fare’ dicevo fra me e me.
Ma allo stesso tempo mi veniva difficile snobbare le porvocazioni e rinunziare definitivamente a 22 anni e 170 cm di erotismo allo stato puro.
Avrebbe potuto fare la modella, anzi alcune sfilate le aveva fatte, piccole cose di provincia ma era un bell’impatto per il publico quel suo ondeggiare fluente scuotendo seni e l’enorme chioma di capelli ricci biondi.
Avvicinarmi a lei, salutarla ed avere un’ erezione era una sola cosa.
Tanto che, al suo cospetto, diventavo improvvisamente imbranato, privo di spirito e non riuscivo a dire nient’altro che le solite battute scontate. Non le avevo mai fatto un’avance. Anche perché era sempre scappata prima.
Quell’estate poi era facile incontrarla al mare in spiaggia ed io dopo i soliti convenevoli dovevo scappare in mare per un eccesso di rigonfiamento nel costume.
Vederla, poi, fare il bagno quando i suoi piccoli costumi sulle grandi tette aderivano ai capezzoli inturgiditi dal freddo costringevano il mio membro a scappare fuori dalla tela era veramente imbarazzante; per fortuna tutto si svolgeva sotto l’acqua., con l’unico problema di dover prolungare il bagno oltre il desiderato.
Quella sera era un po’ diverso con tanti amici e colleghi universitari al disco bar.
Mi pareva ancora più bella ed allegra del solito.
Teneva costantemente fra le mani una bottiglia di birra leggera, qualcosa come quelle birre messicane chiare.
Osservavo, però, come le bottigliette si svotassero velocemente e con una certa frequenza.
Lei scherzava con le amiche e meno con gli altri ragazzi del gruppo, mentre io distante la osservavo un po annoiato.
Improvvisamente, casualmente, ci trovammo da soli. Il locale in quell’istante mi parve gigantesco.
Gli altri erano spariti tutti.
La calca della gente mi costringeva a starle incollato; ma io non volevo soffrire ancora con le solite provocazioni; anche perché la mia erezione al contatto con la sua mini leggera si sarebbe certo sentita.
Alcune volte non avevo potuto evitarli e lei aveva poggiato, quasi noncurante, il suo magnifico fondoschiena sulla mia patta fingendo di raccogliere delle cose da terra, in altre era riuscita persino a baciarmi sul collo per poi scappare via.. Ero certo che andasse di corsa a ridere di me con le amiche.
Ora sembrava infastidita ma anche leggermente ‘svanita’ per le troppe birre.
Ma bevi solo quella robetta per bambini, oggi? Le dissi costretto ad urlarle nelle orecchie
Tu proponi qualcosa di meglio? ‘ Mi rispose con un suo sorriso solito che avevo imparato sottintendesse: ‘ tanto non te la do nemmeno se mi stracci da svenire’
La barista è mia amica ci può preparare qualcosa di veramente speciale.
Andiamo ‘ disse con voce stranamente ferma e risoluta
Ed eccoci davanti ad un coctail colorato, enorme e devastante.
A quel punto ridevo anche io, la lingua finalmente si scioglieva; sembravo quello dei tempi migliori nelle migliori giornate.
E lei rideva con me: insolito e sorprendente
Ne vuoi un altro ‘ le dissi
Certo credi che non lo regga?
Mai dubitato, ti ho visto bere di tutto e sei sempre rimasta integra.
Allora fammene fare uno doppio
Sgranai gli occhi; quella roba era veramente potente, avevo provato altre volte il secondo giro, senza aver bevuto altro, mi aveva sempre stordito. Lei era però così sicura’
Altri due doppi, per favore. ordinai
Ridevamo sempre più forte ballavamo sempre più forte. Lei ondeggiava a ritmo spargendo la chioma per un raggio di 2 metri. La sua camicetta larga oramai lasciava alla vista, tutti i contenuti
Intorno gli sguardi, bramosi dei ragazzi e invidiosi delle ragazze si facevano sempre più intensi.
Vieni ci fermiamo un attimo. ‘ le dissi
Certo andiamo al bar.
Ma i suoi occhi magnifici erano ora lucidi e non più attenti come prima.
Continuiamo con lo stesso?
Si-c. – Rispose ed era quasi un sighiozzo.
Ora si appoggiava a me quasi per essere retta, il quarto bicchiere della mitica bevanda parve avere qualche effetto.
Andiamo a cercare gli altri. – Disse
Nell’enorme sala ci muovevamo a fatica. E lei, per non farsi travolgere, si appese al mio collo.
Giro dopo giro ci accorgemmo che erano spariti tutti. Lei prese il cellulare e dopo alcune chiamate confermò la cosa:
Erano stanchi sono tutti a casa.
Aveva un sorriso malizioso, leggermente diverso dal solito, e non mi pareva per i funi dell’alcool.
Andiamo via anche noi, ma prima voglio un altro di quei cosi che mi hai offerto prima.
Credi che sia il caso? – le dissi – Io sono in grado di portarti in braccio ma sei certa che non aproffitterò di te dopo?
Sei un gentiluomo non lo faresti mai. Disse lei strizzando l’occhio.
Ingoiai la saliva con un piccolo colpo al cuore, con la mia erezione perenne in quella serata in cui spesso m’ero trovato con la bocca vicino ai suoi seni e con la mente che cercava qualche appiglio e qualche diversivo per evitare di venire nei calzoni.
Nel parcheggio verso l’auto la trascinavo quasi di peso.
Non ricordo d’essermi mai sbronzata cosi. Mi fai distendere nel sedile posteriore?
Certo, mi pare il caso ma tenga su la testa. Smacchiare un sedile costa sempre caro.
Non ti preoccupare so controllarmi.
Ma la sua lingua era sempre più impastata. Con lo stereo alto sentii la dietro che parlottava al telefono e ridacchiava
Mi accompagni da Clara per favore?
Certamente, so dove abita.
Ecco la solita serata pacco, pensai
Mi daresti una mano, non mi reggo bene in piedi, posso appoggiarmi a te fino alla porta?
Nella testa mi ronzavano tante cose, come se fossa stato meglio tentare qualche altra preda in una discoteca così grande; senza contare che mi sentivo veramente uno zerbino a trasportarla fino alla sua amica per poi darle il solito bacino e tornare a casa a farmi le pippe per le occasioni mancate.
Clara ci aprì vestita com’era in discoteca: mini da brivido e top leggermente sbottonato davanti.
Non era certo bella come Silvia ma era alta ed aveva tante curve con due gambe infinite, solo pochi kg in più per un fisico altrimenti statuario.
Ciao ‘ ci salutò timidamente
Ciao dove posso poggiare ‘il pacco’
Vieni portala qui sul divano
Era una casa magnifica con un soggiorno enorme pieno di tappeti e divani. La luce era fioca, emessa da una piantana regolata al minimo.
Poggiato il fardello, non troppo pesante in realtà, facevo per salutare ed andare via ma la mano di Silvia si posò sul mio avambraccio.
Sei stato molto carino stasera, stai ancora qui ed aspetta che mi riprenda un poco. Mi disse con un po’ di sforzo.
Non è un problema, sarei andato a casa oramai – soggiunsi sedendomi accanto a lei sul divano.
Silvia intanto girava con lo sguardo smarrito intorno mentre sollevava le gambe posandole su di me per sdraiarsi. Così facendo, però, arrivava a mostrarmi l’oggetto dei miei desideri.
Ero quasi stordito ed imbarazzato ma lei non mi prestava attenzione e così potei osservare con cura ciò che avrei sognato da li a poco e nei giorni successivi.
Le sue mutandine tanga erano trasparenti e mostravano la sua figa ben curata con una coroncina di peli che non sembravano scuri.
Clara era via da un poco, tanto da farmi chiedere che fine avesse fatto ma era l’ultimo pensiero prima di un titillare di bottiglie alle nostra spalle.
Era lei che arrivava con un carrello di liquori carico, sopra un frigo bar da far invidia a chiunque.
Dal divano basso riuscivo a sbirciare anche sotto la sua gonna e, sorpresa, non portava le mutandine!
Vi siete divertiti con i coctails stasera, mi hanno detto; che ne pensate di continuare?
Senza aspettare una risposta si allontano verso una parete colma di libri e apparecchi elettronici.
– Meglio una musica soft ora, credo che di percussioni ne abbiamo abbastanza per oggi.
Per continuare vi preparo la mia specialità del dopo ‘disco’.
Sullo sfondo della musica chillaut con delle sfumature jazz, Clara manovrava bottiglie e shaker con maestria accompagnando con il corpo il ritmo lento.
Silvia intanto mormorava le note con un dito in bocca e l’altra mano fra le gambe.
Intanto seguivo i movimenti del bacino di Clara che non si faceva scrupolo, chinadosi in avanti di mostrarmi il suo culo nudo e non solo.
Mi stavo domandando che sarebbe potuto accadere quando Clara mi porse il bicchiere dicendo:
Noto con piacere che hai gradito lo spettacolo.
Sono senza fiato. Risposi
Ed anche con un notevole arnese fra le gambe sull’attenti…
Cosi dicendo mi sfiorò la cerniera dei calzoni con la mano libera.
Sul tavolino basso innanzi a noi, intanto, era apparsa una enorme brocca con un liquido dello stesso colore e della stessa densità del mio; Silvia continuava a canticchiare e bere insieme a noi. La sua mano prima ferma, ora si muoveva sopra le mutandine con movimento lento ed altalenante. Sembrava però distratta e presa in pieno dallo stordimento alcolico.
Non facevo in tempo a constatare che l’intruglio era forte quasi, se non di più, di quelli della discoteca che Clara si posò sopra di me e tanto vicino da farmi sentire il suo forte alito alcolico mentre la sua mano tastava ancora i miei calzoni con attenzione per verificare la reale consistenza del mio pene, soggiungendo:
Sembra che sia tutto oro quel che luccica qui sotto! Aveva ragione Silvia quando ci raccontava delle tue erezioni potenti in sua presenza.
Con la sua lingua in bocca pensavo a quella stronza e a come mi canzonava con le sue amiche.
Intanto però infilavo una mano fra le gambe di Clara e l’altra sotto il top sollevandolo.
Siiii daiiii strizzami le tette. Disse mentre rapidamente apriva la mia lampo aggiungendo ‘ Hei! Devi comprarti dei Boxer! Questi slip sono troppo piccoli per questo cannone.
Senza aggiungere nulla afferrò le palle con una mano e fece sparire il membro nella sua bocca di notevoli dimensioni.
I capezzoli erano grandi e scuri; seduto riuscivo a strizzarli palpando di tanto in tanto i seno per intero anche se non riuscivo a prenderlo interamente con una mano.
Girando leggermente lo sguardo mi accorsi che Silvia iniziava ad ansimare mentre le sue dita affondavano nella figa già bagnata.
– Leccatemi vi prego, leccatemi vi prego! Non ce la faccio più! ‘ disse improvvisamente
Non avrei mai potuto sognare niente di meglio. La sua amica sollevandosi dalla mia asta disse:
Inzia tu poi ti raggiungo.
E continuò nella piacevole operazione. Non avevo mai visto una tanto golosa. Aspirava, inghiottiva e ansimava; sembrava godere per il mio cazzo in bocca e per le strizzate di capezzoli più violente.
Non mi feci certo pregare e affondai la testa nei liquidi abbondanti di Silvia.
Era un nettare degli dei per me e facevo fatica a non venire subito in quelle situazione mai tanto sospirata.
Silvia sobbalzava ad ogni colpo della lingua ed ad ogni piccolo morso sul suo clitoride.
Intanto non aveva smesso di bere.
Credi che bruci? Disse mentre versava sulla mia lingua indaffarata il famigerato cocktail ‘ Oddio si brucia, ma è bellissimo, continua, continua, Si, si sto godendo, stoooo godendoooo!!!!
Clara allora si aggiunse; bevevamo e leccavano contemporaneamente mentre Silvia oramai versava tutta la brocca sulle nostre facce mentre il suo orgasmo saliva ancora culminando con un urlo e con la brocca di cristallo sul tappeto.
Tremò e si contorse prima di abbandonarsi completamente sui morbidi cuscini.
Clara ora stava davanti a me in piedi e ordinò perentoriamente
Lecca anche la mia ora.
In ginocchio leccavo e toccavo insinuando dita in tutti i buchi. Prima uno dolcemente nella figa che era oramai un lago, poi due poi tre. Con l’altra mano spingevo il suo bacino verso la mia bocca e contemporaneamente insinuavo un dito nel suo buco scuro.
Ora ad ogni piccola spinta le si piegavano le gambe fino a farla cadere in ginocchio.
Quasi mi travolse.
Spalancata, ansimando disse
Non smettere ora ,sei bravissimo, raramente ho guduto con una lingua.
Vuoi provare l’esperienza di di Silvia?
Oddio! ‘ disse – con voce stentata e quasi timorosa ‘ si, dai prova!
Presi un bel sorso di e riniziai il mio lavoro. Con le mani intanto allargavo la sua figa che non era certo poco allenata. Leccavo e sospingevo con la lingua il liquido all’interno di quella che ora sembrava una caverna.
Clara esplose improvvisamente
Mamma mia! E spaventoso sto venendo, è fortissimo continua, continua, non ce la faccio più!!!! Vengooooo.
E si accasciò contraendosi in posizione fetale mentre la sua figa schizzava il contenuto lontano come un orgasmo dei più violenti
Incredibile sembrava la solita serata grigia e ora c’erano due donne vicino a me che avevano goduto come pazze ed io al centro con il cazzo diritto verso il cielo.
Mi porsi verso Silvia ed iniziai ad accarezzarle le cosce; quasi ancora non potevo crederci; lei, senza aprire gli occhi, emise un sospiro ed posò la mano sulla mia nuca. Continuai le mie carezze salendo sempre più in alto.
Apersi lento la sua camicetta; troppo a lungo avevo sospirato di vedere i suoi fantastici seni. Anche cosi sdraiata restavano alti, duri con i capezzoli rosa dritti verso il soffitto. Dopo averli inumiditi con la saliva stringevo dolcemente la punta fra le dita. Poi sfioravo tutt’intorno l’aureola con un movimento lento e continuo. La mia lingua intanto passava leggera sul suo ventre e sulle coscie vicino alla figa.
Silvia aveva rincominciato ad ansimare pesantemente e quando arrivai a baciarle il collo ed i lobi mi disse:
Dopo avermi ridotto così Non vorrai mica evitare di scoparmi!
Non ci pensavo nemmeno lontamente ma volevo portarla di nuovo al punto giusto
Scopami, – Urlava – ho voglia del tuo cazzo! L’ho visto sai anche in acqua. è grande e grosso. Fai piano però così ne ha visti pochi.
Non sembrò dalla facilità con cui scivolai dentro di lei ma il mugolio quasi violento che emise mi fece pensare, ed un po’ sperare, che non fosse una via tanto trafficata.
Era il coronamento di un sogno, dopo anni a starle inutilmente appresso ora spingevo il mi cazzo dentro di lei e la sentivo godere sotto i miei colpi sempre più forti e sempre più in fondo.
Era bellissimo vedere come si mordesse le dita buttando la testa all’indietro dopo ogni affondo.
D’un tratto sentivo qualcosa insinuarsi fra le mie chiappe; era Clara che mi leccava il buco alternando delle intense leccate sulle palle che andavano avanti ed indietro.
Con la coda dell’occhio mi accorsi che contemporaneamente si infilava quasi per intero la bottiglia dello spumante dentro.
Avrei voluto riempire di sperma Silva, quasi come sfregio ma lei mi sorprese con un nuovo squassante orgasmo.
– Esci esci e leccami- Mi ordinò
Da bravo soldatino del sesso obbedii senza discussioni per gustarmi in pieno la vista del suo piacere volentissimo.
Non aveva ancora finito che Clara sospirando mi disse
– Ora voglio la mia parte!
Mi offrii il suo culo grande e magnifico aggiungendo
– Io penso alla mia figa tu fai il resto
Inumidii orifizio anale con tutti i liquidi a disposizione in quel momento ed iniziai lentamente la penetrazione.
Il mio cazzo scivolava nel oscuro pertugio lentamente ma inesorabilmente. Clara gemeva ad ogni piccolo avanzamento
– Spingi, spingi, mmmma piiiiaaano, mi piace da morire. Cosi grossi non ne mai presi di dietro.
Quando orama la radice del pene era a contatto con la sua pelle Clara mi disse di girarmi senza uscire da lei
Ora ero seduto sul morbido tappeto saliva e scendava sulla mia asta lentamente.
La vedevo ora prendere una grossa bottiglia di spumante piena e bere a grandi sorsi.
Poi inarcando la schiena iniziò ad infilare il collo della bottiglia piena nell’ultimo buco libero.
– O mio didio, o mio dio! SONO pienaaaaa, sto venenendo, e incredibile ho il culo rottoooooo!!!
E si lascio andare pesantemente su di me e sul mio cazzo che ora le arrivava forse in gola.
Non volevo venire dentro Clara, anzi a quel punto di una serata che era già indimenticabile speravo di finire in gloria; e non avevo torto.
– Ma voi due mi provocate senza darmi soddisfazioni?
Era la voce di Silvia che ora sembrava meno stordita.
– Il sesso ti fa fatto bene vedo? Le dissi
– Si ma non ho ancora finito e tu non sei ancora venuto. Voglio lo stesso trattamento di Clara.
– Non chiedo di meglio, ora posso dirti d’averti sempre desiderata. Ed ancora di più quel tuo sederino tondo.
– Allora datti da fare!
Clara ci interruppe dicendo
– Aspettate un’attimo, possiamo fare di meglio.
Si alzo e sparì nella penombra. Io intanto baciavo intensamente con tanto di lingua e passione Silvia che rispondeva a dovere. Continuavo a toccarla dappertutto a sfiorarla nei posti posti più sensibili
Lei intanto leccava il collo della bottiglia utilizzata prima da Clara beveva e versava il contenuto sull suo petto. Io rapidamente raccoglievo con la lingua e tornavo a baciarla in bocca e poi fra le gambe.
– Ora prendimi come con Clara – Disse ‘ voglio stare sopra come lei, siedi sul tappeto. Ma fai ancora più lentamente ‘Lui’ ne ha visto uno solo e non assomigliava al tuo come dimensioni.
– Tocca a te fare piano visto che io sono sotto; aspetta che bisogna prepararlo per l’evento.
Con un colpo d’cchio notavo nel carrello bar la majonaise prenderla e essere sopra di lei era una sola azione.
Ora lei era distesa supina sul divano, completamente nuda e non potevo far a meno di godermi la vista di quella schiena magnifica che culminava nei magnifici glutei sodi e tondi che ora avevo la gioia di frugare e umettare per preparle all’atto finale.
– Mi piace tanto come mi tocchi ma ora voglio il premio.
Ero ora disteso sul tappeto, con ancora indosso la camicia. Lei lentamente come era necessario si calava sul mio cazzo. Con le dita cercavo di dilatare ancora il fruttino prelibato per evitare strappi. Ed era bello osservare il glande svanire nel suo ano. Era ancor più bello vedere e sentire le sue esitazioni nel suo lento scemare.
Magnifico poi il suo mugolio più forte quando era tutto ma tutto dentro tanto che si abbandonò alcuni istanti.
Ora saliva e scendeva lentissimamente rilasciando versi sempre più forti,
– Mamma che bello, è enorme, mi sento invasa.
Aumentava così il ritmo come il livello delle sue urla.
Improvvisamente si arrestò ed io apersi gli occhi.
Davanti a lei la sua Giunonica amica con un grosso fallo nero legato in vita. In mano aveva una bottiglia che porse a Sivia che prese un sorso, Si fece un piccola doccia e posò la posò sul tavolo. Clara ora era in ginocchio con le dita favoriva ingresso del dildo nella figa dell’amica.
– Piano, piano, ti prego ‘ diceva Sivia ‘ ho un gorsso palo dietro,se esageri mi spaccate in due.
– Ti faremo godere come una vacca – le disse
Ed iniziò a spingere prima lentamente poi più a fondo.
Io inizialmente stavo fermo e sentivo il movimenti del fallo di gomma sul mio, sentivo anche con molto piacere anche Silvia contrarsi scattare leggermente restere senza parole ansimare sempre più forte e finalmente esplosi dentro di lei come desideravo allagarle il culo col mio sperma, celebravo cosi una rivincita sospirata.
Sivia godeva, godeva pareva non fermarsi mai ci incitava a continuare fino abbandonarsi quasi in stato di trance.
Anche io ero completamente esausto e svuotato
Sembravamo un enorme panino con silvia ne mezzo ancora presa fra i due falli.
Stavo benissimo e non sentivo alcun peso.
Ora sul divano non parlavamo, io coccolavo prima una poi l’altra che si accarezzavano dolcemente.
Forse non avrei mai più trascorso una serata così era il caso di gustarla fino alla fine,
Non avevo fatto, però, i conti con le voglie delle donne Clara si alzo è disse:
– Siamo un bel trio che ne dite se facciamo il bis la settimana prossima, saro ancora sola senza genitori, magari cerchiamo anche qualche novità
– Ora sono stramata ‘ rispose Silvia – ma credo che sarò disponibile; sempre che i miei sessi si riprendano per tempo.

Il sogno non era ancora finto…

——–
grazie per gli eventuali commenti
steros@email.it

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